Non portarti la morte in casa, non hai colpe

Re: Non portarti la morte in casa, non hai colpe

Messaggioda Berto » dom lug 26, 2020 8:41 pm

Indignazione in Francia dopo che la 23enne Axelle Dorier è stata brutalmente uccisa da due "richiedenti asilo"

26 luglio 2020

https://www.islamnograzie.com/indignazi ... nti-asilo/

‘La Sinistra non si smentisce mai è meschina in qualsiasi nazione si trovi’.

Axelle Dorier, una donna e un’infermiera francese di 23 anni, è stata colpita da un veicolo e trascinata per 800 metri fino alla sua morte il 19 luglio mentre portava a spasso il suo cane nella città di Lione, i pubblici ministeri affermano che l’autista migrante “l’ha investita consapevolmente” e si è allontanato dal suo corpo smembrato.

Il richiedente asilo ventunenne, Youcef T., è stato messo in custodia per “omicidio” perchè responsabile della “morte hit-and-run”, dicono i pubblici ministeri di Lione.

L’avvocato di estrema sinistra, il maedicano Céline Cooper, ha dichiarato che l’indignazione popolare per l’incidente è dovuta
ai cittadini di destra e ha accusato il ministro dell’Interno francese di aver parlato di “omicidio” durante il caso incitando quindi all’odio.

L’atroce uccisione ha fortemente indignato i cittadini francesi avvenuto appena una settimana dopo che il 58enne autista Philippe Monguillot è stato picchiato a morte da quattro migranti,uno dei quali proveniente dall’Africa, arrestato nell’appartamento di Mohammed A, un individuo già noto alla polizia.

L’incidente ha spinto la moglie Veronique a dire al quotidiano francese Le Parisien:”Siamo stati distrutti in pochi secondi, ho l’impressione di vivere un incubo. Un incubo che sta peggiorando di giorno in giorno.

Monguillot è stato ucciso per aver cercato di far rispettare una regola obbligatoria sulla maschera e per aver chiesto ai migranti di acquistare i biglietti quando hanno cercato dui salire a bordo clandestinamente.

Inoltre, il 6 luglio, il gendarme francese Mélanie Lemée è stata uccisa da un migrante africano che l’ha investita pur di sfuggire a un posto di blocco della polizia.

Durante l’inseguimento che ne seguì, ha investito fatalmente l’ufficiale con il suo veicolo, strappandole via la gamba. Il migrante oltre ad essere sotto l’effetto di droghe aveva avuto sospesa la licenza di guida nel 2019.

La morte dell’infermiera di 23 anni fa infuriare la Francia

Ora, oltre a questi due recenti incidenti, la morte di Dorier il 19 luglio ha gettato la nazione francese nella rebbia e nel dolore e molti mettono in discussione la politica di accoglienza che causa la crescente violenza che i cittadini e le autorità stanno affrontando.

Dopo la morte di Dorier, gli hashtag #JusticePourAxelle e #OnVeutLesNoms, che si traduce in “Vogliamo i loro nomi” sono diventati trend sui social network in riferimento ai due uomini incriminati Lunedi sera. Fonte Lyon Mag.

Adeline Noirmain, un consigliere di Les repubblicani, ha scritto che “Axelle fa parte della maggioranza silenziosa che vive la sua vita senza causare problemi, ma che subisce violenza. Non avrà diritto alla mobilitazione dei media di sinistra e la sua famiglia non sarà eretta come un’icona come le Traore. Insopportabile e rivoltante.

I pubblici ministeri francesi dicono che il migrante, Youcef T., era originariamente a una festa di compleanno con 40 persone nel 5° arrondissement.

Lui e il suo amico hanno lasciato la festa in due veicoli separati e il suo amico, alla guida di unTwingo, ha colpito un cane uccidendolo.

Youcef T. sostiene di essere stator “preso dal panico” dopo che i proprietari del cane sono diventati aggressivi e hanno cominciato ad attaccare sia lui che il suo amico. Youcef T. sostiene di essere scappato via e di non essersi accorto di aver colpito Dorier mentre lei a piedi passeggiava il proprio cane. Ha detto che non si è reso nemmeno conto che la vittima era rimasta incastata nel suo veicolo e semplicemente ha continuato a guidare.

Dorier ha avuto strappato un braccio mentre Youcef T. la trascinava per oltre 800 metri.

Secondo Lyon Mag, Youcef T. è anche accusato dalla polizia di guidare con patente sospesa.

La polizia dice di aver ricevuto una chiamata per una disputa tra due automobilisti e un gruppo di giovani che li accusavano di aver ucciso il loro cane. Pochi minuti dopo, hanno ricevuto una seconda chiamata per “un automobilista alla guida di una Golf che consapevolmente aveva investito una giovane donna e l’aveva trascinata per diversi metri”. Fonte: La Depeche.

Dorier è stata colpita per la prima volta da Youcef T, ma in realtà è riuscito a alzarsi, a quel punto un certo numero di testimonianze dicono che il “migrante ha poi volutamente iniziato ad accelerare” mentre se la trascinava dietro.

Tre ore dopo che Dorier è stata investita e uccisa, Youcef T. e il suo passeggero si sono presentati alla polizia e hanno ammesso di aver investito la donna, ma hanno affermato di non essersi resi conto di averla trascinata per quasi un chilometro.

Il passeggero di 19 anni, Mohamed Y., è stato incriminato “per non assistenza a una persona in pericolo” e rilasciato sotto controllo giudiziario,

Il ministro dell’Interno Gerald Darmanin ha reso omaggio a Dorier Tuesday all’Assemblea Nazionale, dicendo: “La tragedia è particolarmente terribile. Ringrazio i soccorsi e le forze di polizia per essere intervenuti immediatamente. Speriamo tutti che i responsabili di questo omicidio siano prontamente arrestati e puniti”.

Marine Le Pen, leader del National Rally, ha scritto: “Quale livello di barbarie dobbiamo raggiungere perché i francesi dicano stop a questo stati di cose della nostra società? Quanti poliziotti, gendarmi, autisti di autobus, ragazze o ragazzi macellati ci vogliono?”

Anche la polizia ha reso omaggio alla giovane donna radunandosi sul luogo della sua uccisione in gran numero Mercoledì.

I detective dicono che stanno continuando a indagare sul caso ed esortano chiunque abbia informazioni sull’omicidio di Dorier a farsi avanti.
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Re: Non portarti la morte in casa, non hai colpe

Messaggioda Berto » dom ago 02, 2020 8:32 pm

Toh, il sindaco pro immigrati ora non vuole più gli immigrati
Gian Micalessin - Dom, 26/07/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1595800958

Ora chiede l'emergenza. Anzi la pretende. E se il governo degli amici giallorossi non gliela concederà poco importa. Se la dichiarerà da solo come uno stizzito sovranista isolano.

Se la dichiarerà da solo come uno stizzito sovranista isolano. Singolare metamorfosi quella di Salvatore Martello, meglio conosciuto come Totò, sindaco di Lampedusa. Un anno fa era un riverito e compassato progressista. Da ieri, complice l'arrivo d'un migliaio di migranti nel centro accoglienza della sua Lampedusa, ulula contro il governo incapace di fermarli e pretende navi militari per traslocare altrove i «disgraziati» diventati indesiderati. C'è da capirlo. Fare l'anti-Salvini al riparo dei decreti del cattivo Matteo era comodo ed elegante. In pubblico poteva spendere parole di fuoco contro il ministro simbolo della destra ingenerosa e disumana. In cuor suo, invece, se la poteva ridere sicuro e compiaciuto. Tanto a proteggere la sua isola e la sua reputazione bastavano i famigerati decreti sicurezza e tutte le misure che - dall'arrivo al Viminale di Salvini fino al 30 agosto del 2019 - hanno contribuito a ridurre drasticamente gli sbarchi. Conscio di quell'invidiabile fortuna, il buon Totò poteva atteggiarsi a profeta dell'accoglienza regalando distillati di politicamente corretto. «Noi siamo qui che li aspettiamo. Se arrivano sono i benvenuti» ripeteva mentre inneggiava allo sbarco dei migranti traghettati dalla Ong di Luca Casarini e dei centri sociali. E benvenuta per Totò era persino quella Carola Rackete che nella fretta d'accoglierne l'invito non esitò a speronare una fastidiosa motovedetta della Finanza. Del resto come biasimarlo? A sentir lui l'emergenza migranti era solo «speculazione ideologica». «In Italia siamo abituati a chiamare emergenza anche cose che non la rappresentano... le emergenze vere e proprie qui le abbiamo avute soltanto nel 2009 e nel 2011, cioè prima e dopo la Primavera Araba». In questa illuminata visione solidale e umanista gli illiberali decreti sicurezza non potevano certo trovar posto. Né - tantomeno - «rappresentare un deterrente contro gli sbarchi». Andateglielo a dire adesso mentre il Conte bis, per cui Totò a settembre si spellava le mani, fa di tutto per non applicare quei decreti. Andateglielo a dire mentre il centro d'accoglienza straripa, mentre i pochi turisti fuggono e i migranti campeggiano sulla banchina. Andateglielo a dire e al posto del profeta dell'accoglienza scoprirete una specie di cacciatore di migranti pronto a bloccarli sul molo e a pretenderne l'evacuazione su navi militari. E a far infuriare ancora di più il povero Totò s'aggiunge lo sgarbo d'un Salvini liquidato come un «giullare» per aver osato metter piede nella sua Lampedusa rinfacciandogli la passata arrendevolezza. A ben vedere non ha torto. Di altri Salvini a Lampedusa non c'è proprio bisogno. Basta e avanza il buon Totò. Anche perché da quando gli odiati e inutili decreti sicurezza non vengono più applicati, è lui il più sincero e convinto nemico di ogni umana accoglienza.


Magdi Cristiano Allam
26 luglio 2020

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... __tn__=K-R

Il Sindaco di Lampedusa, di sinistra e pro-accoglienza, ha proclamato lo stato di emergenza per il sovraffollamento del centro di accoglienza, denunciando l’inerzia del Governo nazionale che è anch’esso di sinistra e pro-accoglienza. I problemi reali non hanno colore politico. Il Governo intervenga subito per bloccare dalle coste tunisine e libiche il traffico dei clandestini e investa per la formazione dei giovani africani in Africa, prima che esploda la violenza in un’Italia dove gli italiani vivono in una situazione economica difficile

Buona domenica amici. Il Sindaco di Lampedusa Totò Martello ha dichiarato o minacciato di dichiarare lo stato di emergenza per il sovraffollamento del centro di accoglienza dei clandestini, predisposto per 300 persone e che attualmente ne ospita più di mille: “La situazione è insostenibile. Abbiamo chiesto una nave al governo ma non ha voluto darcela. Ho dichiarato lo stato di emergenza".
Totò Martello è del Partito Democratico, è fortemente favorevole all’accoglienza dei clandestini e ha appena dato del “mentitore seriale” a Salvini perché “sostiene che quando lui era ministro non c’erano più sbarchi: nulla di più falso. Quando Salvini era ministro gli sbarchi a Lampedusa sono sempre proseguiti”.
L’allarme del Sindaco di Lampedusa, l’isola che è la frontiera meridionale dell’Italia che sta più a Sud della punta più settentrionale della Tunisia, ci fa toccare con mano che i problemi reali non hanno colore politico, così come ci fa comprendere che le soluzioni concrete che s’ispirano all’interesse della collettività non sono di destra, di centro o di sinistra.

Le immagini che arrivano da Lampedusa mostrano lo sbarco di giovanotti tunisini in ottima forma fisica con lo zainetto sulle spalle. In Tunisia non c’è nessuna guerra, non c’è alcuno stato d’emergenza per rivolte sociali o calamità naturali. Arrivano come tutti i clandestini senza documenti, perché in Italia è il sistema per avere la certezza di essere accolti come “richiedenti asilo”, con la garanzia del vitto, alloggio, paghetta, vestiario, scheda del cellulare, sanità gratis per due anni.

L’Italia è l’unico Stato al mondo che di fatto ha abolito le proprie frontiere, ha legalizzato e incentiva la clandestinità. Si tratta di un crimine sia nei confronti dei giovani africani, promuovendo il loro esodo dal Continente più ricco della Terra, sia nei confronti degli italiani che versano in diffiicili condizioni economiche. Il perseverare in questa follia omicida nei confronti degli africani e suicida nei confronti degli italiani, finirà per far esplodere il razzismo e una guerra intestina.

Se Papa Francesco, che predica l’accoglienza incondizionata ma a casa degli altri e con i soldi altrui, e se il Governo italiano che ama gli immigrati più degli italiani, avessero veramente a cuore la sorte dei giovani africani, si ispirino al pensiero di San Giovanni Paolo II che disse “il diritto primario è di non emigrare”. Significa che i giovani africani vanno aiutati attraverso la formazione affinché possano diventare i protagonisti dello sviluppo del Continente più ricco della Terra, vivendo dignitosamente a casa propria e in seno alla propria famiglia, senza subire il trauma della perdita delle proprie radici e affetti, mettendo a repentaglio la vita, subendo vessazioni e umiliazioni.

In parallelo il Governo italiano investa massicciamente per migliorare le condizioni di vita e per accrescere la natalità degli italiani. Staremmo tutti meglio, gli africani in Africa e gli italiani in Italia. Mi auguro che dopo il grido d’allarme del Sindaco di Lampedusa, che ricordo è di sinistra ed è decisamente favorevole all’accoglienza, il Governo intervenga fermamente per bloccare questo traffico di clandestini, imponendo anche militarmente se necessario il blocco delle partenze dalle coste tunisine e libiche. Spero che il Governo non attenda che la situazione degeneri e la violenza esploda a Lampedusa e altrove in Italia per essere costretto a liberarsi della coltre ideologica dell’immigrazionismo costi quel che costi.
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Re: Non portarti la morte in casa, non hai colpe

Messaggioda Berto » dom ago 02, 2020 8:32 pm

Germania: due richiedenti asilo siriani hanno spinto un tedesco sotto un treno e hanno aggredito le persone che volevano aiutare la vittima
1 agosto 2020

https://www.islamnograzie.com/germania- ... a-vittima/

In relazione al tentato omicidio della stazione di Wagh-usel avvenuto martedì scorso, il Dipartimento di indagine penale di Bruchsal ha indagato su due richiedenti asilo e mercoledì ha fatto due arresti in un alloggio condiviso per richiedenti asilo.

Su richiesta della Procura di Karlsruhe, giovedì sono stati portati dinanzi al giudice, che ha ordinato che entrambi i richiedenti asilo – una coppia di fratelli di età compresa tra i 22 e i 25 anni) siano posti in custodia cautelare.

Il 25enne ha brutalmente aggredito e ha spinto la vittima 54enne sui binari del treno senza alcun motivo apparente e successivamente gli ha impedito di risalire per allontanarsi dai binari.

Inoltre che il ventiduenne richiedente asilo ha minacciato le persone che volevano aiutare la vittima e quindi facilitato il crimine.

La vittima di 54 anni, che è stata investita dal treno a seguito dell’aggressione, è ora in via di guarigione e adesso può dare la sua testimonianza. L’uomo ha affermato di essere stato aggredito inaspettatamente e senza alcun motivo apparente.
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Re: Non portarti la morte in casa, non hai colpe

Messaggioda Berto » dom ago 02, 2020 8:33 pm

Coronavirus, sommossa dei migranti contro la quarantena nella caserma Serena nel trevigiano: infermeria distrutta
Luciano Moggi
31 luglio 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... A.facebook

Ancora tensioni all'ex caserma Serena, dove 133 dei 293 migranti accolti a Casieri (in provincia di Treviso) sono risultati positivi al Covid. Ieri sera, giovedì 30 luglio, alcuni di loro hanno danneggiato l'infermeria lanciando una brandina, dei mobili e un computer per manifestare il loro diniego alla quarantena obbligatoria che li aspetta. La tensione è nata dalla decisione di bloccare all'interno della struttura tutti i migranti, non solo quelli risultati positivi ai tamponi svolti dagli operatori.. Della rivolta ha anche parlato anche il governatore Zaia: "La comunità deve avere la tranquillità che non si può uscire e non si può entrare per andarsi a prendere il virus. I veneti hanno trascorso mesi chiusi in casa non capisco perché questi signori stiano già alzando la voce perché vogliono uscire. Qui si vede se esiste lo Stato oppure no. Resta sottinteso che strutture come l"ex caserma Serena e altre che ha il Veneto devono essere dismesse. Ormai è certificato che questo sistema di ospitalità è fallimentare, lo è socialmente, culturalmente, sanitariamente, economicamente, in tutti i sensi", ha puntualizzato il governatore del Veneto
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Re: Non portarti la morte in casa, non hai colpe

Messaggioda Berto » mer ago 05, 2020 6:01 am

Afferra anziana e la trascina fuori dall'auto, poi la scaraventa a terra: arrestato 35enne
4 agosto 2020

https://www.ilgazzettino.it/nordest/pad ... 86170.html


VIGODARZERE - Aggredisce due persone: arrestato un 35enne. Verso le ore 16.30 di ieri, i Carabinieri della Stazione di Vigodarzere (Padova) hanno arrestato, M.M, nato in Togo nel 1985, senza fissa dimora, accusato del reato di violenza privata.

Il 35enne, verso le 16.15, si è avvicinato a un veicolo in sosta nella piazza Mercato di Villanova di Camposampiero, a bordo del quale vi era una donna di 79 anni, con problemi di salute, che stava attendendo il marito, di un anno più giovane, impegnato nell’effettuare un prelievo allo sportello ATM dell’ufficio postale. Lo straniero ha bussato al vetro della vettura e la donna ha aperto lo sportello per vedere cosa volesse. Subito dopo, il 35enne l'ha afferrata violentemente, trascinandola fuori dalla vettura e scaraventandola a terra. A quel punto è entrato nell'auto, mentre il marito della vittima, accortosi di quanto era accaduto, si è precipitato a soccorrere la moglie.

Lo straniero, intenzionato a non uscire dal veicolo, ha spitno con brutalità l’anziano che è caduto a terra, a sua volta. Per fortuna un passante, accortosi dei due anziani in difficoltà, si è avvicinato per assisterli, provocando la fuga dell’aggressore. Pochi istanti dopo, una pattuglia della Stazione dei Carabinieri di Vigodarzere in servizio esterno di prevenzione, è giunta sul luogo dopo essere stata attivata dalla centrale operativa di Padova che aveva ricevuto la segnalazione dallo stesso cittadino intervenuto per far cessare la violenza.

Grazie alla precisa descrizione fornita all’operatore delle Centrale Operativa, i Carabinieri sono riusciti a rintracciare lo straniero, a poca distanza dal luogo in cui si erano svolti i fatti. Quest’ultimo, appena visti i militari, ha tentato la fuga ma, dopo un inseguimento per un tratto di circa 500 metri, è stato bloccato e tratto in arresto. Il Pubblico Ministero, informato dell’accaduto, ha disposto che l’arrestato venisse trattenuto nelle camere di sicurezza del Comando di Compagnia di Padova, fino alla celebrazione dell’udienza con rito direttissimo.
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Re: Non portarti la morte in casa, non hai colpe

Messaggioda Berto » gio set 17, 2020 6:26 am

Chi va contro natura e fa del male alla sua gente, credendo demenzialmente di fare del bene all'umanità intera, prima o dopo la paga e cara.


Prete anti-Salvini ucciso da clandestino: portava tè e biscotti ai clandestini
15 settembre 2020

https://voxnews.info/2020/09/15/prete-a ... andestini/

Tragedia dell’accoglionenza.

L’aggressione, come riporta La Provincia, è avvenuta poco dopo le 7 di mattina sotto la casa dove il sacerdote abitava, davanti alla parrocchia. Don Roberto è stato trovato steso a terra con una profonda ferita da arma da taglio, ma è stato inutile il soccorso dell’ambulanza. La polizia scientifica ha ritrovato non lontano dal corpo un coltello insanguinato, probabilmente l’arma del delitto.

È stato ammazzato da uno dei tanti clandestini a cui, la mattina, portava tè e biscotti e che, proprio grazie a questo, rimanevano in città.

Don Roberto era diventato noto non solo in città alla fine dell’anno scorso quando il sindaco Mario Landriscina, Lega, aveva vietato di sollazzare i circa 150 clandestini che si rifugiano nel centro cittadino. La Caritas aveva protestato per questo divieto e don Roberto e gli altri volontari avevano continuato, nonostante il divieto, ogni mattina a preparare té, biscotti e panini da distribuire ai clandestini. Come stamattina.

E uno di loro lo ha ucciso. Così muore un accoglione.



Clandestino e mai rimpatriato. Ecco chi ha ucciso il parroco
Bartolo Dall'Orto - Mar, 15/09/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 90190.html

Don Roberto trovato senza vita a Como. Coltellata letale al collo. L'assassino si è costituito: doveva essere rimpatriato

Don Roberto lo hanno trovato coperto di sangue, col corpo martoriato dalle coltellate.

La più crudele, quella fatale, lo ha colpito al collo. Una vita passata ad aiutare gli ultimi (e i migranti) spezzata a 51 anni da un tunisino senza permesso di soggiorno, precedenti alle spalle e - soprattutto - diversi ordini di espulsione mai eseguiti.

Lo hanno ritrovato alle 7 del mattino in piazza San Rocco, a Como. Alcuni passanti hanno notato il corpo in uno spiazzo dove di solito si ritrovano gli immigrati. I soccorsi sono stati chiamati all’istante, ma non c’è stato nulla da fare. Valtellinese, conosciuto in città proprio per la sua attività verso i più poveri, don Roberto Malgesini era nato a Morbegno nel 1969. Ordinato sacerdote nel 1998, era stato vicario prima a Gravedona e poi a Lipomo, dal 2008 era collaboratore della comunità pastorale Beato Scalabrini. La sua attenzione era rivolta proprio alle situazioni di “marginalità”, tra cui la cura degli stranieri. Stasera nella cattedrale della città si terrà un rosario per il parroco senza vita “e per chi l’ha colpito a morte”. Il vescovo Oscar Cantoni, che si è fiondato sul posto appena appresa la notizia, ha espresso “profondo dolore e disorientamento”. Il sindaco di Como, con cui c’erano state in passato tensioni per via dell’attività del parroco, ha proclamato il lutto cittadino.

Non è ancora chiaro il motivo che avrebbe spinto il tunisino irregolare ad aggredirlo ed ammazzarlo, per poi lasciarlo esanime e sanguinante. Le indagini sono condotte dalla Squadra Mobile della polizia. L’uomo si sarebbe costituito e avrebbe dichiarato ai carabinieri di aver ucciso il parroco. Si tratta di un tunisino, irregolare in Italia con precedenti per furto e rapina. Sul di lui pende un provvedimento di espulsione datato 8 aprile e 'sospeso', spiegano fonti della questura all'Agi, a causa del blocco dei voli causa coronavirus. Ricostruzione che però confligge con quanti dichiarato da Roberto Bernasconi, direttore della caritas di Como, secondo cui "aveva problemi psichici e dei provvedimenti di espulsione non eseguiti fin dal 2015". Le fonti della questura di Como, però, smentiscono l'ipotesi che avesse problemi mentali. "Non risulta né dalla documentazione medica che lo riguarda né dalle verifiche con i servizi sociali", dicono. Il sospettato intanto è stato portato in ospedale (si sarebbe lesionato un tendine durante l'accoltellamento) ed è in corso l'interrogatorio. Arrivata arrivato in Italia nel 1993, si era sposato tre anni dopo con un'italiana. Secondo le prime ricostruzioni, don Roberto avrebbe iniziato la mattina presto il suo classico giro dei senzatetto per distribuire le colazioni. Il parroco avrebbe incontrato il tunisino e per motivi ancora non chiari sarebbe scattata l’aggressione. Vicino alla canonica di San Rocco, scrive ilGiorno, è stata trovata l’auto di don Roberto con l’occorrente per l’elemosina. Nei dintorni è stato rinvenuto anche un coltello sporco di sangue, forse l’arma del delitto.

“A Como questa mattina mentre stava entrando nella sua parrocchia è stato ucciso a coltellate un prete di 51 anni da uno dei troppi immigrati clandestini che sono irregolarmente in questo Paese - attacca Matteo Salvini - dovrebbero essere rispediti a casa, sul primo barchino o sul primo barcone. Invece di ringraziare Dio e gli italiani per le possibilità che gli danno" il parroco "è stato ringraziato a coltellate". Per il leader del Carroccio “il problema non è il colore della pelle, uno può essere nato qui o dall'altra parte del mondo, il problema è rispettare le regole e portare rispetto. Perché se vieni a casa mia e inizi a fare casino, io ti rispedisco a casa tua. Ho già i problemi del mio Paese, dopo il virus ne ho anche di più e non posso permettermi di perdere soldi, tempo, energie per stare dietro a spacciatori, bivaccanti, scippatori o perditempo di professione".



Como, sacerdote di 51 anni ucciso a coltellate in piazza: l’omicida si è costituito
Anna Campaniello
15 settembre 2020

https://milano.corriere.it/notizie/cron ... a1d8.shtml

Un sacerdote di 51 anni, don Roberto Malgesini, molto conosciuto a Como per il suo impegno al fianco degli emarginati, è stato ucciso a coltellate martedì mattina poco dopo le 7 in piazza San Rocco, a poca distanza dalla parrocchia. Il presunto responsabile, un 53enne tunisino, attorno alle 8 si è presentato in caserma dai carabinieri e si è costituito. Era una persona che don Roberto conosceva, un senzatetto al quale forniva assistenza e con il quale pare fosse anche in buoni rapporti. «Aveva problemi psichici e dei provvedimenti di espulsione non eseguiti fin dal 2015», ha riferito il direttore della Caritas di Como, Roberto Bernasconi. La Questura non conferma i problemi psichici: «Non risulta né dalla documentazione medica che lo riguarda né dalle verifiche coi servizi sociali». Su di lui pende un provvedimento di espulsione datato 8 aprile e «sospeso» a causa della situazione Covid. Il 53enne è arrivato in Italia nel 1993 e si è sposato tre anni dopo con un’italiana. È stato interrogato dopo essere stato medicato in ospedale per una ferita che si è procurata durante l’aggressione.

Don Roberto, originario di Morbegno, in provincia di Sondrio, è stato colpito da varie coltellate, quella letale al collo: il corpo era a una ventina di metri dall’auto, dove c’è un piccolo spiazzo in cui si trovano solitamente gli immigrati. Alcuni passanti che hanno notato il corpo a terra hanno chiamato i soccorsi, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Gli agenti della polizia, intervenuti in piazza San Rocco, hanno trovato un coltello, in tutta probabilità l’arma del delitto. Sul posto il sostituito procuratore Massimo Astori.

Como, ucciso don Roberto Malgesini

Don Roberto Malgesini era da tempo in prima linea nell’assistenza ai senzatetto, agli stranieri e agli emarginati. Molto noto nell’ambiente del volontariato sociale, collaborava attivamente con le associazioni che si occupano di accoglienza. Era il coordinatore di un gruppo di volontari di Como che ogni giorno portano la colazione ai senzatetto e ai migranti, e assisteva tutte le situazioni di marginalità. Non era titolare di una parrocchia, in quanto la sua pastorale era quella dell’assistenza ai bisognosi. Viveva nella parrocchia di San Rocco, a pochi passi dal punto dove è stato accoltellato. «Era una persona mite, ha votato tutta la sua vita agli ultimi, era cosciente dei rischi della sua missione», dice il responsabile Caritas.

Il vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, poco dopo aver saputo della morte del sacerdote è arrivato in piazza San Rocco e ha benedetto la salma prima che fosse portata via dagli addetti ai servizi funebri. Monsignor Cantoni ha espresso «profondo dolore e disorientamento per quanto accaduto», ma anche «orgoglio verso questo nostro prete, che ha da sempre lavorato su campo fino a dare la sua vita per gli ultimi». «Don Roberto è stato un santo della porta accanto, per la semplicità e l’amorevolezza con cui è andato incontro a tutti, incontrando la stima di tanta gente anche non credente», ha ricordato più tardi il vescovo in un video su Facebook.

Sul luogo del delitto, a pochi metri dall’ingresso della chiesa di san Rocco, si è presto formata una folla di fedeli, parrocchiani e immigrati, molti in lacrime. «Dov’è il don? No, non può essere lui». «Questa sera alle ore 20.30 in cattedrale il vescovo guiderà il Santo rosario – si legge in una nota della Diocesi di Como -. Di fronte alla tragedia la chiesa di Como si stringe in preghiera per il suo prete don Roberto e per chi lo ha colpito a morte».

Il sindaco di Como Mario Landriscina ha annunciato che proclamerà il lutto cittadino. Alla fine dell’anno scorso la giunta di centrodestra guidata appunto da Landriscina aveva vietato la distribuzione di alimenti ai poveri, tra le proteste della Caritas, ma don Roberto e altri volontari avevano continuato a sfamarli: in quell’occasione la polizia locale gli aveva inflitto una multa, poi archiviata . «Non aveva reagito - ricorda chi gli stava vicino - niente commenti, né interviste».

«È stato lasciato completamente solo, aiutato solo da noi, dai parrocchiani, dai volontari, ma le amministrazioni a Como lo hanno solo contrastato, fecero addirittura togliere i bagni chimici che aveva sistemato qui dietro, le panchine, perfino una fontanella», racconta il segretario regionale lombardo di Rifondazione Comunista, Fabrizio Baggi. «Io non sono credente, ma credo che i preti come don Roberto siano gli unici che applicano quello che c’è scritto sul Vangelo».

«Per me era come un padre - racconta Gabriel Nastase, 36 anni - quando sono arrivato dalla Romania, solo, senza casa e lavoro, è stato lui il primo ad aiutarmi, poi ho trovato un’occupazione ma con lui sono sempre rimasto in contatto, se avevo bisogno di medicine, di essere accompagnato per una visita, chiamavo lui. Non meritava di morire così, spero ci sia giustizia». «Io venivo qui tutte le mattine per prendere qualcosa da mangiare - dice un giovane ghanese seduto sui gradini della chiesa -, anche stamattina sono arrivato alle sette e mezza e ho visto un corpo per terra ma non mi hanno fatto avvicinare. Solo dopo ho saputo che era don Roberto: per me oggi è una giornata molto triste, non me la sento neppure di mangiare». Tanti parrocchiani sono arrivati per portare fiori. «Doveva fare tutto da solo - ha raccontato Ivana, che abita poco distante -. Proprio poche mattine fa sono passata e ho l’ho visto con una scopa ripulire la piazza appena finito di distribuire la colazione da carte e contenitori».

Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana si unisce «alla comunità di Como che piange la morte di don Roberto Malgesini, aggredito questa mattina da un senzatetto a cui il sacerdote aveva portato conforto». In un post su Facebook, Fontana sottolinea: «Da anni Don Roberto all’alba portava i pasti caldi ai poveri della città. Una vita dedicata agli ultimi, un esempio per tutti noi». «Don Roberto amava e curava gli ultimi e ha smesso di vivere per qualcuno che non aveva il diritto di vivere in Italia. Invece di ringraziare Dio e gli italiani per le possibilità che gli danno, li ringrazia a coltellate», queste le parole del leader della Lega Matteo Salvini durante un comizio a Bondeno.

Il presidente della Casa della carità don Virginio Colmegna conosceva bene don Roberto: «Aveva condiviso anche l’esperienza di Casa della carità, quando la nostra Fondazione era agli inizi». «Davanti a questa tragedia non possiamo non pensare a quanto sia necessario continuare a prendersi cura delle persone più fragili, segnate anche dalla sofferenza psichica, che non possono essere abbandonate da sole sulla strada», afferma don Virginio Colmegna.



Como, il prete degli ultimi accoltellato a morte in strada. Le lacrime dei fedeli, un migrante: "Non può essere lui"
Don Roberto Malgesini, 51 anni, è stato ucciso stamattina in piazza San Rocco. Il presunto omicida, un senzatetto tunisino di 53 anni, con problemi psichici, si è costituito
15 settembre 2020

https://milano.repubblica.it/cronaca/20 ... /?ref=fbpr

Don Roberto Malgesini, 51 anni, "un vero prete di strada" come lo descrivono tanti, sempre schierato dalla parte degli ultimi, è stato accoltellato e ucciso stamattina alle 7 a Como in piazza San Rocco. L'aggressione è avvenuta sotto la casa dove abitava il sacerdote, che era originario della Valtellina. Inutili i soccorsi: quando don Roberto è stato ritrovato, era disteso per terra con con diverse ferite da arma da taglio e i sanitari ne hanno solo potuto constatare il decesso.

Como, il prete degli ultimi accoltellato a morte in strada. Le lacrime dei fedeli, un migrante: "Non può essere lui"

Chi era don Roberto Malgesini: il prete che sfidava i divieti per aiutare gli ultimi
di PAOLA COPPOLA

Sul posto è arrivato anche il vescovo Oscar Cantoni ed è forte, appena si è sparsa la notizia della morte del don, la commozione e il dolore tra chi lo conosceva. Il vescovo ha benedetto la salma di don Roberto prima che fosse portata via, e a pochi metri dalla chiesa di San Rocco si è formata una folla di fedeli, tra loro tanti migranti. Molti piangono e si abbracciano. "Dov'è il don? No, non può essere lui", dice uno di loro ad alta voce. Ci sono stati anche dei momenti di tensione tra i parrocchiani e le persone assistite da don Roberto con accuse reciproche di averlo lasciato solo. Una donna italiana e un giovane africano sono anche venuti alle mani fino all'arrivo della polizia.

Il direttore della Caritas, don Roberto Bernasconi, racconta che era consapevole dei rischi che correva e usa anche parole dure per spiegare come si muoveva nel mondo don Roberto: "Era una persona mite, era cosciente dei rischi che correva. La città e il mondo non hanno capito la sua missione". Paragona l'omicidio a un martirio: "Voleva trasmettere un messaggio cristiano attraverso la vicinanza a queste persone. È una tragedia che nasce dall'odio che monta in questi giorni ed è la causa scatenante al di là della persona fisica che ha compiuto questo gesto. O la smettiamo di odiarci o tragedie come questa si ripeteranno. Spero che questo suo martirio possa contribuire allo svelenamento della società". E la Diocesi del sacerdote ricorda la bontà: "Era un pezzo di pane". Il sindaco Mario Landriscina ha deciso di proclamare il lutto cittadino.

Como, prete ucciso con una coltellata: il luogo del delitto e le lacrime dei presenti

Da una prima ricostruzione sembra che il sacerdote stesse per iniziare il suo giro di distribuzione delle prime colazioni. Sotto casa, nella canonica, è rimasta la sua Panda grigia con tutto il necessario. Probabilmente ha trovato l'omicida ad aspettarlo: si tratta di un senza tetto, di origini tunisine, di 53 anni. Ospitato da un dormitorio cittadini, l'uomo ha alle spalle diversi decreti di espulsione dal 2015, l'ultimo sospeso a causa del Covid. Non aveva disturbi psichici certificati, ma gli abitanti del quartiere e la Curia lo descrivono come una persona instabile. Spesso era stato visto davanti a un supermercato della zona che urlava o era in stato confusionale. Era una persona che il don conosceva e assisteva e con il quale pare fosse in buoni rapporti. Resta da capire cosa sia successo tra i due, perché non vi sarebbero testimoni dell'aggressione. Don Roberto è stato colpito da varie coltellate, quella letale al collo: il corpo era a una ventina di metri dall'auto, dove c'è un piccolo spiazzo in cui si trovano solitamente gli immigrati. Dopo avere ferito mortalmente il prete, l'omicida è andato a piedi a costituirsi alla caserma dei carabinieri, a poche centinaia di metri da San Rocco. Lì vicino è stata anche ritrovata l'arma usata per il delitto.

Como, il prete degli ultimi accoltellato a morte in strada. Le lacrime dei fedeli, un migrante: "Non può essere lui"

Da anni don Roberto si era schierato dalla parte degli ultimi, apparteneva alla parrocchia di San Bartolomeo. Era il coordinatore del gruppo di volontari che portano ogni mattina un thè caldo o qualcosa da bere ai senzatetto della città. Serviva alla mensa come al dormitorio, aveva confidenza con molte delle persone che incontrava ogni giorno. E le aiutava come poteva. Alla sua vocazione religiosa affiancava una profonda umanità: se qualcuno aveva bisogno di un medico e si rivolgeva a don Roberto, non solo glielo trovava ma spesso lo accompagnava con la sua auto.

Stasera, fa sapere la Diocesi, "di fronte alla tragedia la Chiesa di Como si stringe in preghiera per il suo prete don Roberto e per chi l'ha colpito a morte" con un rosario guidato dal vescovo.

La città di Como nel gennaio del 1999 aveva vissuto un fatto tragicamente simile: a Ponte Chiasso venne ucciso a coltellate il parroco don Renzo Beretta, da un immigrato al quale aveva dato accoglienza


Gino Quarelo
Se l'è cercata ed è stato pagato con il martirio che lo eleverà alla santità e per questo ringrazieranno l'assassino nazi maomettano (vittima innocente delle cattiverie dei bianchi europei e cristiani), anche lui santo come Maometto che Bergoglio ha santificato demonizzando i cristiani (più malvagi di tutti) e incentivando così i seguaci dell'ultimo Profeta a uccidere i cristiani ad uno ad uno e non solo loro ma anche tutti i non mussulmani specialmente se ebrei e israeliani.

Grazie Bergoglio per tutti i cristiani e non che sono morti e che ancora moriranno per mano dei seguaci di Maometto il Grande che tu hai più volte santificato e messo sullo stesso piano "religioso e spirituale" di Gesù Cristo!




Prete ucciso dall'immigrato, Gad Lerner accusa gli italiani "che odiano". E forse Meloni e Salvini...
Luisa Perri
martedì 15 settembre 13:11

https://www.secoloditalia.it/2020/09/pr ... m=facebook

Un orrendo fatto di cronaca. Uno squilibrato tunisino che ha ucciso un prete a Como, diventa occasione di strumentalizzazione politica.

L’ultima delirante provocazione, firmata su Twitter da Gad Lerner, estrapola una frase del direttore della Caritas di Como, per instillare una suggestione. Non detta, ma che traspare in filigrana. Se un immigrato africano ha ucciso un prete è colpa dei sovranisti. Di chi chiede un freno all’immigrazione. Il solito metodo della lista di proscrizione, che l’ex giornalista di Lotta Continua evidentemente non ha dimenticato. Manca solo la foto di Salvini e Meloni, come mandanti dell’omicidio e il resto è fatto.

Ecco che cosa ha scritto Gad Lerner

Gad Lerner scrive un Tweet che rende plastica la differenza tra giornalismo e propaganda. Cita una frase di un’intervista al Giorno di Roberto Bernasconi, direttore della Diocesi di Como. Il quale, dice, sulla morte di Don Malgesini: «È una tragedia che nasce dall’odio che monta in questi giorni ed è la causa scatenante al di là della persona fisica che ha compiuto questo gesto. O la smettiamo di odiarci o tragedie come questa si ripeteranno». Il giornalista del Giorno gli chiede se il riferimento sia per esempio relativo alla giunta di centrodestra. Bernasconi precisa, invece di non riferirsi, però al gesto dell’assessora che, nei giorni scorsi, ha tolto una coperta a un senzatetto (“Non c’entra nulla”). «Mi riferisco a chi usa queste persone per portare avanti dei discorsi che sono personali per cui non è che fanno il bene di queste persone. Va messa al centro la persone per quello che è».

La strumentalizzazione sul prete ucciso

Insomma, se Gad Lerner non lo avesse capito, la Caritas di Como ha tirato in ballo propri i portabandiera dell’accoglienza “ideologica”. Quelli come lui. Quelli che strumentalizzano i migranti e gli sbandati come l’assassino di Don Malgesini.

La vera posizione del direttore della Caritas di Como

Se non ci credete, leggete il suo editoriale del maggio di due anni fa, sui senza tetto. «Queste persone – aveva scritto Bernasconi relativamente ai senza tetto di Como – rischiano di essere aiutate male e strumentalizzate da chi porta avanti battaglie ideologiche (per esempio contro le istituzioni), senza pensare che occorre innanzitutto un’accoglienza e un accompagnamento responsabili. Basati su doti umane, preparazione, formazione».

Ecco, se noi ragionassimo come Gad Lerner, diremmo che la Caritas di Como ce l’ha con Gad Lerner. Ma noi non ragioniamo come lui. Grazie a Dio.



Killer tunisino non è pentito: “Il prete è morto come un cane, era giusto così”
16 settembre

https://stopcensura.org/killer-tunisino ... usto-cosi/

Ridha Mahmoudi, il tunisino di 53 anni arrestato per l’omicidio di don Roberto Malgesini, non si è mostrato minimamente pentito di ciò che ha fatto ieri mattina. Un’aggressione e una morte da lui decisa perché “era giusto così”, secondo quanto dichiarato alla polizia della Squadra Mobile e davanti al suo avvocato, Davide Giudici, dicendo che il sacerdote era “morto come un cane”. È quanto ha riportato oggi Il Giorno.

Affermazioni che l’uomo ha reso in uno stato confusionale, che ora dovrà essere meglio compreso per capire se dettato da ciò che aveva commesso, o se da un qualunque genere di disturbo. Dalle verifiche svolte ieri, non sono emersi problemi psichici certificati, ma solo un oggettivo timore di essere perseguitato e cacciato. Dal 2015 aveva accumulato sei denunce per violazione della legge sull’immigrazione, ma prima di questi anni difficili, Mahmoudi aveva avuto una vita regolare in Italia.

La reazione di un utente: “Io non capisco una cosa, ma come si fa ad essere così ingrati verso una persona generosa e che ti dà ospitalità, per giunta di altra fede religiosa? Cioè doveva baciargli i piedi ogni giorno per quello che faceva per lui, e invece lo ha ucciso con una ferocia inaudita. Perché secondo lui era giusto “ucciderlo come un cane”? Signori, qui la pazzia c’entra ben poco, questo elemento è malvagio e non merita alcuna attenuante per ciò che ha fatto. Gli va data l’aggravante della crudeltà e condannato all’ergastolo, punto. Commento postato su Vox.



Don Roberto Malgesini, il ricordo del Papa: "Testimone della carità per i più poveri. Ucciso da una persona bisognosa e malata"
16 settembre 2020

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/0 ... a/5933311/

Il pontefice ha ricordato il sacerdote assassinato durante l'udienza generale: "Rendo lode a Dio per la testimonianza, cioè per il martirio". Vicinanza ai familiari anche dalla Caritas di Pavia e dai Musulmani d'Italia. Ieri la veglia nella piccola frazione di Regoledo di Cosio Valtellino. Intanto il presunto assassino è in carcere: domani sarà interrogato dal gip

“Desidero ricordare in questo momento Don Roberto Malgesini” . È arrivato anche il ricordo di Papa Francesco per il sacerdote di Como ucciso nella giornata di martedì. Conosciuto come “il prete degli ultimi” per il suo forte impegno nel dare assistenza a migranti ed emarginati, secondo le prime ricostruzioni Malgesini è stato accoltellato da un senzatetto di origini tunisine con problemi psichici. Nel corso dell’udienza generale Bergoglio ha definito il presunto assassino come “una persona bisognosa e malata di testa, che lui stesso aiutava”. Il pontefice nel suo ricordo ha voluto unirsi “al dolore e alla preghiera dei suoi famigliari e della comunità comasca , e come ha detto il suo vescovo, rendo lode a Dio per la testimonianza, cioè per il martirio, di questo testimone della carità verso i più poveri”.

Un dolore che si unisce a quello già espresso dalla Caritas diocesana di Pavia: “Ci uniamo con la preghiera ai suoi familiari, alla Diocesi e in particolare alla Caritas di Como con la quale abbiamo condiviso tanti momenti del nostro cammino nella Delegazione Caritas Lombardia. Certi che questi fatti ci devono far riflettere sulla grave situazione in cui molte persone versano e come una miseria sempre più cattiva e aggressiva stia segnando la vita di molti fratelli e sorelle, chiediamo a tutti di non rendere vana la Croce di Cristo, vincendo il male con il bene, e impegnandoci a discernere questo tempo così difficile e complesso”.

Anche i musulmani d’Italia esprimono dolore per la morte del sacerdonte: “Ci giunge la triste notizia dell’uccisione di Don Roberto Malgesini, parroco di Como, conosciuto come il prete degli ultimi, ucciso per mano di un senzatetto affetto da gravi problemi psichici che lo stesso Don assisteva”, dice una nota il presidente dell’Unione delle Comunità islamiche in Italia (Ucoii), Yassine Lafram.

E mentre la comunità di Como è “attonita” e “orfana”, come l’ha definita il sindaco Mario Landriscina, nella piccola frazione di Regoledo di Cosio Valtellino, da dove proveniva il sacerdote, molti cittadini hanno portato fiori e preghiere. Una vera e propria veglia quella organizzata ieri sera con i componenti della giunta comunale si sono raccolti per pochi minuti per ricordare la figura del sacerdote, insieme alle persone del luogo. “Lavorava senza sosta per aiutare i più bisognosi, senza condizionamenti. Non ha mai puntato ad avere una sua parrocchia da gestire, ma desiderava unicamente stare in mezzo a chi soffre”, sono le parole scelte dal parroco di Regoledo, Vito Morcelli.

Il presunto assassino, intanto, è in isolamento nel carcere del Bassone: si chiama Ridha Mahmoudi, 53 anni, ed è di origine tunisina. Sarà interrogato domani dal gip. Sentito in questura ha ammesso di avere ucciso il prete – peraltro si era costituito lui stesso ai carabinieri – rivendicando l’omicidio sulla base di motivazioni confuse e deliranti.
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Re: Non portarti la morte in casa, non hai colpe

Messaggioda Berto » gio set 17, 2020 6:37 am

Omicidio a Morges, 'la mia vendetta contro la Svizzera'
16.09.2020
Il sospettato, un 26enne svizzero-turco, era già noto al Sic dal 2017 per consumo e divulgazione di propaganda terroristica

https://www.laregione.ch/svizzera/svizz ... a-svizzera


In relazione all'omicidio di un 29enne portoghese sabato sera a Morges (VD), il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) rende noto oggi che sospettato dell'accoltellamento è un 26enne con doppia cittadinanza svizzero-turca noto al Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) dal 2017, tra l'altro per consumo e divulgazione di propaganda jihadista. Secondo il sito internet della radiotelevisione romanda RTS, che cita una fonte vicina all'inchiesta, il sospettato avrebbe confessato l'omicidio e giustificato il suo gesto con la "vendetta contro lo Stato svizzero" prendendosela con una persona qualsiasi che lo rappresenta. Il giovane - che soffrirebbe di disturbi mentali - avrebbe inoltre detto che si trattava di "vendicare il profeta".

Nell'aprile 2019 il ministero pubblico del Canton Vaud ha aperto un procedimento penale nei confronti dell'interessato per sospetto di incendio intenzionale in una stazione di servizio a Prilly (VD). Nel corso delle indagini la procura vodese ha scoperto indizi di possibili legami jihadisti del giovane, che collimavano con le informazioni del SIC.

Per questo motivo - si legge in un comunicato diramato oggi - nell'ottobre dello scorso anno il MPC ha assunto il procedimento penale quale autorità competente e lo ha esteso all'articolo 2 della Legge federale che vieta i gruppi "Al-Qaida" e "Stato islamico" nonché le organizzazioni associate, al sostegno rispettivamente alla partecipazione a un'organizzazione criminale e alla rappresentazione di atti di cruda violenza.

Dal presunto incendio intenzionale alla stazione di servizio dell'aprile 2019 l'uomo si trovava in detenzione preventiva. La carcerazione era stata più volte prolungata dal giudice dei provvedimenti coercitivi (GPC), prima su richiesta del ministero pubblico del Canton Vaud e, dopo l'assunzione del procedimento da parte del MPC, su richiesta di quest'ultimo.

Nel luglio 2020 il GPC competente ha ordinato la scarcerazione dell'interessato in seguito a un'istanza del MPC, che si basava in particolare su una perizia psichiatrica. La scarcerazione era condizionata a diverse misure sostitutive tra cui il divieto di uscita notturna, l'obbligo di annunciarsi e il divieto di porto d'armi.

Il 26enne è stato provvisoriamente arrestato domenica

Fino a sabato scorso, data dell'omicidio per strada a Morges, il MPC non è venuto a conoscenza di alcuna violazione delle misure sostitutive imposte, che avrebbe giustificato una nuova incarcerazione. In seguito ai fatti dello scorso fine settimana, la procura federale ha esteso il procedimento penale aperto nell'aprile 2019 alle fattispecie di omicidio intenzionale e assassinio. Il 26enne è stato provvisoriamente arrestato domenica; il MPC ha presentato una domanda di carcerazione preventiva al GPC competente.

Come già comunicato, non si può escludere un movente terroristico per il crimine di Morges. Pertanto sulla vicenda indaga ora il MPC in collaborazione con le autorità competenti del Canton Vaud, dell'Ufficio federale di polizia (fedpol) e del SIC, indica la procura federale, precisando che per ora non fornirà ulteriori informazioni e che tornerà ad esprimersi sul procedimento penale nel momento opportuno.
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Re: Non portarti la morte in casa, non hai colpe

Messaggioda Berto » sab ott 17, 2020 6:17 pm

Aggredita e violentata nel giardino di casa: è accaduto a Bologna
Radio Bruno
16 settembre 2020

https://www.radiobruno.it/aggredita-e-v ... a-bologna/

Aggredita nel giardino della sua abitazione, le sue urla attirano l’attenzione dei vicini che lanciano l’allarme ai Carabinieri. E’ accaduto lunedì scorso nei pressi di via Mattei a Bologna.

I Militari giunti sul posto hanno trovato una donna, in preda al panico, che ha riferito loro di essere stata aggredita e violentata da uno sconosciuto.
L’uomo si trovava ancora nelle vicinanze e, scalzo e a torso nudo, è stato individuato e arrestato dai Carabinieri. Si tratta di un 30enne ivoriano, disoccupato e senza fissa dimora. La vittima, un’insegnante, è stata tranquillizzata dai Militari ai quali ha raccontato che intorno alle 13.20 si era recata nel giardino della sua abitazione perché attirata da uno strano rumore. Qui è stata sorpresa dal 30enne che l’ha scaraventata a terra per poi baciarla e strapparle gli abiti. La ragazza ha avuto la forza di alzarsi e fuggire nell’androne condominiale urlando, nella speranza che qualcuno la sentisse e chiamasse aiuto, come effettivamente è accaduto.

La versione della vittima è stata confermata dai vicini di casa. Il 30enne, con precedenti di polizia, si trova in carcere, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


Alberto Pento
Secondo il demenziale Bergoglio, si tratterebbe di un povero bisognoso d'affetto e perciò malato, a cui le nostre donne cristiane dovrebbero dare accoglienza e affetto, solo così verrebbe cristianamente curato e guarito.
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Re: Non portarti la morte in casa, non hai colpe

Messaggioda Berto » sab ott 17, 2020 6:17 pm

Ecco come ti ripagano i rifugiati islamici o nazi maomettani che ospiti, è da dementi irresponsabili portarsi la morte in casa e dare ospitalità a chi poi ti uccide.


Professore decapitato vicino a Parigi, 9 arresti. La zia di un'allieva era dell'Isis
16 ottobre 2020

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/ ... 3e59f.html

Altre cinque persone sono state fermate e interrogate nella notte tra venerdì e sabato dopo la decapitazione di un insegnante di storia, Samuel Paty, al liceo del comune di Conflans-Sainte-Honorine (Yvelines), vicino Parigi, portando a 9 il numero totale delle persone fermate dalla polizia. Lo rende noto una fonte giudiziaria. Tra le cinque nuove persone, ci sono i genitori di uno studente del liceo in cui lavorava la vittima. Militante islamico molto attivo in Francia, Abdelhakim Sefrioui, è uno dei 9 fermati dopo la decapitazione del professore di Storia Samuel Paty, in banlieue di Parigi, secondo quanto si apprende da fonti dell'inchiesta. Sefrioui è l'uomo che accompagnò l'8 ottobre il padre di una studentessa dalla preside della scuola di Bois d'Aulne di Conflans-Saint-Honorine per chiedere l'esclusione dalla scuola dell'insegnante che aveva mostrato in classe le caricature di Maometto.

Il procuratore antiterrorismo francese, Jean-François Ricard, ha confermato in conferenza stampa che il killer del professore di storia Samuel Paty era ceceno, nato nel marzo 2002 a Mosca ed ha aggiunto che si chiamava Abdoullakh Abuyezidvich Anzorov. Ricard ha aggiunto che non era segnalato dai servizi come a rischio radicalizzazione, era noto per piccoli reati e "beneficiava in Francia dello status di rifugiato".

"La sorellastra del padre che ha pubblicato il video su Youtube" in cui si contesta la lezione del professore decapitato sulla libertà d'espressione "ha fatto giuramento di fedeltà all'Isis ed è partita per la Siria. E' oggetto di mandato di cattura", ha detto il procuratore antiterrorismo, Jean-Francois Ricard, in una conferenza stampa a Parigi.

#jesuisprof è già questa mattina l'hashtag più diffuso sui social francesi dopo la decapitazione del professore che aveva mostrato in classe caricature di Maometto agli allievi in banlieue di Parigi. Su Twitter dilagano messaggi di sostegno alla libertà d'espressione e di orrore per l'azione compiuta dal diciottenne di origine cecena di cui è stata confermata l'identità. Il giovane che ha decapitato l'insegnante, confermano fonti dell'inchiesta, era noto alla polizia per reati comuni ma non era mai stato arrestato e non era sospetto di radicalizzazione. Fra le 9 persone in stato di fermo questa mattina ci sono 2 genitori di studenti del professore ucciso, un uomo e una donna, che avevano avuto una lite con l'insegnante sulle caricature di Maometto mostrate in classe. Stando a BFM-TV, fra gli arrestati ci sono 4 membri della famiglia del killer, i genitori, il nonno e il fratello di 17 anni, tutti arrestati ad Evreux, dove abita la famiglia. L'abitazione è stata accuratamente perquisita. Fra i fermati ci sono anche il padre autore del video circolato su Youtube in cui si lamenta della lezione sulla libertà d'espressione del professor Paty e un amico che l'aveva accompagnato ad incontrare il preside per esprimere la sua protesta. Nel primo pomeriggio è annunciata una conferenza stampa del procuratore antiterrorismo, Jean-Francois Ricard.

Il presidente della Repubblica Emmanuel Macron si è recato ieri sul luogo dell'attacco: "Voglio dire a tutti gli insegnanti di Francia, che siamo con loro, la nazione tutta intera sarà al loro fianco oggi e domani per proteggerli, per permettere loro di fare il loro mestiere che è il più bello che esista". "Il terrorista ha voluto abbattere la Repubblica nei suoi valori, i Lumi, la possibilità di fare dei nostri figli dei cittadini liberi". "Faremo quadrato, non passeranno, l'oscurantismo e la violenza non trionferanno, non ci divideranno", ha assicurato il presidente lanciando un fortissimo appello all'unità della nazione e promettendo "atti di fermezza" contro il terrorismo.

L'Eliseo ha fatto sapere che sarà organizzato "un omaggio nazionale" all'insegnante. La cerimonia, di cui non è stata fissata ancora la data, sarà organizzata insieme con la famiglia del professor Samuel Paty. Il presidente, Emmanuel Macron, si è recato ieri sera sul luogo dell'omicidio, a Conflans-Sainte-Honorine, dove ha denunciato "un chiaro attentato islamista". In un tweet, il primo ministro Jean Castex ha ribadito stamattina che "i nostri insegnanti continueranno a risvegliare lo spirito critico dei cittadini della repubblica, ad emanciparli da tutti i totalitarismi e da tutti gli oscurantismi". "Non abbiamo nessuna intenzione di non reagire di fronte a queste azioni inammissibili", ha aggiunto".



Io credo in Dio o spirito universale in modo areligioso, naturale e innato.
viewtopic.php?f=201&t=2930
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3565318035




Io credo in Dio o spirito universale, credo in modo naturale e innato come credono tutte le cose e tutte le piante e gli animali;
ma non credo alle interpretazioni di Dio delle religioni che se scambiate per Dio lo trasformano in un idolo divenendo così delle idolatrie.


Io credo che le religioni vadano rispettate unicamente se meritano rispetto ossia se queste rispettano la vita umana, la libertà e la dignità umane, la libertà e la diversità religiosa, di pensiero e di critica alle religioni stesse, se rispettano i valori e i diritti umani, civili e politici;
ma non credo che le religioni che mancano di questo rispetto vadano rispettate e tollerate, e credo che se queste religioni si fanno violente vadano bandite, messe fuori legge e combattute con ogni mezzo come il male peggiore e assoluto per l'umanità intera.
Tra queste religioni senza rispetto va annoverata senza alcun dubbio quella islamica, fondata da Maometto che fin da subito si è costituita come nazismo mafioso maomettano e che da sempre e ovunque non ha mai rispettato la diversità religiosa, areligiosa e di pensiero, istigando e praticando il disprezzo, la discriminazione, la predazione, l'omicidio e lo sterminio dei non maomettani, dei diversamente religiosi, areligiosi e pensanti.
Maometto, che gridava Allahu Akbar uccidendo tutti coloro che non credevano in lui e nel suo idolo Allah e chi gli si opponeva e non si convertiva, era un criminale religioso e politico, come lo sono sempre stati e lo sono tuttora i suoi seguaci che lo hanno imitato nei secoli e che lo imitano oggi seguendo il suo esempio e le prescrizioni criminali del suo Corano.

Maometto non è stato un profeta di Dio perché Dio non ha bisogno di religioni e di profeti, solo gli idoli hanno bisogno di religioni e di profeti.
Maometto è stato un idolatra criminale che ha fatto molto del male all'umanità intera e che continua a farne attraverso i suoi seguaci che credono nel suo mostruoso idolo Allah e nella sua demenziale parola incarnata nel Corano.
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Re: Non portarti la morte in casa, non hai colpe

Messaggioda Berto » mer ott 28, 2020 10:35 pm

Danimarca Ishj: Donna di 44 anni aggredita da tre migranti – “Viene presa a calci e a pugni”
28 Ottobre 2020

https://www.islamnograzie.com/danimarca ... e-a-pugni/

L’aggressione a una donna di 44 anni “sembra completamente gratuita”, ha detto il capo dei Vestegnens Politi a Ekstra Bladet.

Il crimine dominante è il concetto che spiega proprio quella parte. di “Una storia di EB.dk – Donna aggredita la scorsa notte”.

“L’aggressione è avvenuta nella piazza del Ponte a Ishj domenica intorno alle 22:30…

La donna stava tondo a casa da una visita dai genitori ed era in sella alla sua bicicletta vicino alla sua residenza quando è stata improvvisamente travolta da tre giovani uomini.

– Ha spiegato che si trattava di tre uomini di origine etnica diversi dal danese. Ha basato questo sul fatto che parlavano tra loro una lingua diversa dal danese. O turco o arabo, ha detto.

La donna non ha avuto il tempo di vedere molto. È stata presa a calci e pugni, poi sono scappati.
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