Non deprediamo,non uccidiamo i nostri figli, la nostra gente

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Messaggioda Berto » ven ago 18, 2017 2:44 am

Oggi, 17 Agosto, Defend Europe ha terminato la sua missione. È stato un successo, indubitabile e totale.

https://www.facebook.com/DefendEuropeID ... bA&fref=nf

Un successo politico, un successo ,mediatico, un successo di attivismo.
Soprattutto un successo di attivismo, questa missione è stata possibile grazie alla mobilitazione di migliaia di europei che ci hanno supportati finanziariamente, che ci hanno seguiti e diffuso il messaggio nei social network di diversi paesi. Noi li ringraziamo tutti di cuore.

Èstato, inoltre, un successo mediatico, Defend Europe ha ottenuto un’enorme copertura mediatica, specialmente in Italia. Nonostante quasi tutti ci fossero ostili e molti mentissero, questi articoli e servizi televisivi hanno portato la nostra campagna nei cuori di milioni di europei.
È questa campagna mediatica ad aver garantito il nostro successo politico.
Si’, Defend Europe é stato un successo politico.
Solamente due mesi fa, molteplici ONG navigavano di fronte alle coste libiche come fossero taxi in attesa di clienti.
Oggi, 17 Agosto, ne é rimasta solo una. Insensata e ridicola, poichè non ci sono più clienti da far viaggiare.
Tutta Europa ora sa come le cosiddette ONG fossero complici degli scafisti e della mafia, oltre che utilissimi idioti.
Cosa é successo nell’ultimo mese ?
La voce dei cittadini italiani, che protestano contro l’invasione degli immigrati illegali, é stata ascoltata.
Una voce che noi abbiamo contribuito ad aiutare ed a prendere forza per più di un mese.
Il governo italiano di centrosinistra é stato forzato ad agire, poiché se non lo avesse fatto sarebbe caduto.
Defend Europe ha dimostrato di saper essere al posto giusto nel momento giusto, capace di influenzare concretamente i governi e di ottenere risultati concreti.
Figure politiche molto note come Nigel Farage e Frauke Petry, cosi come la guardia costiera libica, hanno riconosciuto l’utilità della nostra azione.
Ora che la missione é terminata, Defend Europe va avanti, nuove iniziative stanno per arrivare.
Una conferenza stampa avrà luogo alla sede identitaria La Traboule, 5 Montée du Change, Lione, Francia, sabato 19 Agosto alle 18.00 con l’equipaggio della C Star.


La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare
viewtopic.php?f=194&t=2665
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Messaggioda Berto » mar ago 29, 2017 6:13 am

Senago, la sindaca Beretta convocata in prefettura: "Ho 80 cittadini in attesa della casa, prima loro degli immigrati"
28 Agosto 2017

http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... liani.html

Non è bastato un incontro in prefettura per far cambiare idea al sindaco di Senago, Magda Beretta. Poco dopo la sua elezione, la 28enne leghista aveva preso carta e penna per dire alla prefettura che il suo comune, 21mila abitanti nella città metropolitana milanese, non ha più intenzione di accogliere altri immigrati. Era stata quindi convocata dal prefetto per un chiarimento, ma lei non ha arretrato di un millimetro: "Prima vengono 80 miei cittadini", come riporta un articolo sul quotidiano Settegiorni. La risposta della Beretta è stata rilanciata da Matteo Salvini sulla sua pagina Facebook: "Brava Magda Beretta, sindaco leghista di Senago, che lotta e resista contro il governo dell'invasione!".
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Messaggioda Berto » mar ago 29, 2017 6:14 am

Ordine naturale dei valori, dei doveri e dei diritti umani e civili universali

Prima penso alla mia famiglia, alla mia comunità, ai miei poveri che sono milioni, ai miei malati, ai miei vecchi, ai miei disabili, ai miei disoccupati che sono milioni, alle famiglie della mia gente, ai nostri bambini senza asili nido, ai giovani che sono costretti ad emigrare per mancanza di lavoro o per inadeguatezza dei compensi che sono centinaia di migliaia all'anno, alle coppie che non si formano e che non possono fare figli perché non hanno una casa e un lavoro adeguato e sufficentemente pagato e che sono centinaia di migliaia, penso alle imprese che chiudono perché soffocate dal fisco a decine di migliaia, ai disperati che si uccidono a centinaia, all'enorme debito pubblico che è tra i più alti del mondo, alla mancanza e alla inefficenza dei servizi, a tutti i parassiti italici che vivono sulle nostre spalle e che si riempiono la bocca di paroloni come solidarietà e accoglienza e che non sono solidali con loro stessa gente che invece depredano e che a casa loro non accolgono nessuno ... poi penso che tra questa gente che ci invade e che arriva da clandestina vi sia una enorme maggioranza di finti profughi e di non aventi alcun diritto e di potenziali tagliagole islamici; poi penso che le convenzioni internazionali hanno solo un valore relativo e che l'abuso (come quello del soccorso in mare) cancella di fatto ogni eventuale obbligo da convenzione avendo la possibilità di accogliere, perché se non si ha questa possibilità non vi sono né santi né madonne ne pàpi né convenzioni internazionali che tengano.
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Messaggioda Berto » sab set 02, 2017 5:53 pm

Antonio Socci, la vergogna del governo: danno agli immigrati il triplo dei soldi che agli italiani poveri
1 Settembre 2017

http://www.liberoquotidiano.it/news/opi ... veri-.html

Non ci vuole molto a capire lo scopo del «reddito d' inclusione» appena varato dal governo Gentiloni.
Gli italiani sono ormai «scafati», infatti sui social circola questo semplice promemoria: ad aprile 2014 viene approvato il Bonus degli 80 euro e - guarda caso - a maggio c' erano le elezioni europee; a novembre 2016 arriva il Bonus Giovani di 500 euro e - per una strana coincidenza - il 4 dicembre successivo c' era il referendum costituzionale di Renzi; oggi si vara il «reddito d' inclusione» che inizierà a gennaio 2018 e - curiosamente - a febbraio 2018 ci saranno le elezioni. Insomma è campagna elettorale. Il Pd continua con la politica delle mance pre-elettorali, fatta però con i soldi dei cittadini. Paga sempre Pantalone.
Il lancio del «reddito d' inclusione» dovrebbe servire anche ad attutire l' indignazione degli italiani per l' annunciata legge sullo «Ius soli», un' altra «sòla» voluta per mettere il cappello sui voti degli stranieri diventati cittadini italiani. Questa almeno è la percezione degli italiani.
Me lo ha fatto capire una lettrice, una brava signora che tira avanti con fatica dovendo mantenere la famiglia. Mi scrive: «Sarebbe interessante far notare ai nostri contatori di bufale... che il reddito di inclusione, se venisse equiparato al costo giornaliero di un immigrato, dovrebbe essere di 1050 euro mensili. Sono 12.600 euro l' anno. A me farebbero comodo. Che dice? Italiani cittadini di serie B».
La signora, che pure è una donna educata e anche colta, non sa trattenere l' indignazione: «Il reddito di inclusione è una grandissima presa per il culo degli italiani...
giusto le briciole per far passare lo ius sola ed evitare la guerra civile. Ma siamo già in piena guerra civile. Non se ne accorge nessuno?».
In effetti - se ci si riflette - il ragionamento della signora è sensato.
Proviamo a mettere in fila alcune cifre partendo da quelle complessive: per il «reddito di inclusione», di cui in realtà usufruirà solo un terzo delle famiglie che hanno un reddito inferiore alla soglia di povertà, è stanziato quest' anno 1 miliardo e 700 milioni di euro.
Mentre - secondo il Documento Programmatico di bilancio presentato nell' aprile scorso - il governo ritiene che nel 2017 le spese per il soccorso e l' accoglienza dei migranti possono salire fino 4,6 miliardi di euro, che sarebbe un miliardo in più rispetto a quanto si è speso nel 2016 (da Il Sole-24 ore, 17 aprile 2017).
Dunque - se la matematica non è un' opinione - il governo spende, per gli stranieri che accoglie e mantiene, quasi tre volte più di quanto spende per le famiglie italiane più povere. E i soldi che lo Stato spende per i migranti vengono anche dalle tasse pagate dagli italiani più indigenti. Il calcolo personale fatto dalla mia lettrice è plausibile: il costo del migrante è di 35 euro al giorno per un adulto, 45 euro per i minorenni che effettivamente fanno 1050 euro mensili per un adulto e 1350 per un minore (è il costo del mantenimento del migrante, non uno stipendio di 35 euro, anche se c' è compreso il cosiddetto «pocket money» per le sue spese quotidiane).
Mentre al povero italiano vanno 190 euro mensili, al massimo per 18 mesi. La differenza tra 1050 euro mensili e 190 euro mensili è alquanto vistosa ed è difficile che la gente non se ne accorga. È chiaro che se c' è una discriminazione è contro gli italiani.
Va pure detto che in realtà i costi complessivi dell' emigrazione, per l' Italia, non sono neanche quantificabili completamente, perché si dovrebbero considerare molti altri aspetti, ma resta il fatto che le spese per i migranti dello Stato italiano sono molto alte, assai di più di quanto spenda per il cosiddetto «reddito di inclusione» dei nostri indigenti.
Dunque gli italiani sono davvero cittadini di serie B in casa loro.
Le menti illuminate della sinistra dicono che è aberrante mettere in contrapposizione i poveri (cioè gli italiani poveri con i poveri migranti) e aggiungono - assurdamente - che così si fomenta il razzismo.
Ma la concorrenza è nei fatti perché la coperta è sempre quella: se la si tira da una parte si scopre quell' altra.
Lo fa capire efficacemente Milena Gabanelli che non è certo una leghista: «Le anime belle parlano di frontiere aperte, ignorando che la frontiera aperta significa fine del sistema del welfare. È questo che vogliamo?».

La sinistra si rifiuta sempre di fare i conti con la realtà. Preferisce vivere nel mondo dell' ideologia, che fa rima con ipocrisia e con demagogia. In quel mondo si fa beneficienza con i soldi degli altri e per sentirsi buoni e illuminati si predica accoglienza, ma si spediscono i migranti nella «disperata periferia romana» del Tiburtino III e non a Capalbio o al quartiere Prati (trattando poi da xenofoba o razzista la «plebe» dei quartieri popolari che deve convivere con situazioni pesantissime).

Va anche detto che l' assistenzialismo del «reddito d' inclusione» (peraltro esiguo) non risolve la povertà.
Lo Stato deve affrontarla anzitutto facilitando chi crea lavoro e ricchezza. Si devono fare scelte di politica economica che sostengano il nostro sistema produttivo cosicché si abbia la possibilità di mantenersi col proprio lavoro, che è anche la cosa che ciascuno dignitosamente chiede (e che, peraltro, sta scritta nell' articolo 1 della Costituzione).
Ma più del crollo del reddito degli italiani, il Pd si preoccupa del crollo dei suoi voti.
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Messaggioda Berto » dom set 03, 2017 9:21 pm

Stranieri in fuga con in tasca i soldi dell'Inps

http://www.ilgazzettino.it/AMP/prestito ... 62592.html

PADOVA - Hanno approfittato della crisi per riempirsi le tasche di soldi pubblici e rientrare tranquillamente in patria. Sono extracomunitari che utilizzando la legge che istituisce il cosiddetto "prestito d’onore" per aprire partita Iva e iniziare un’attività imprenditoriale hanno incassato denaro anticipato dall’Inps per poi sparire.

In Procura a Padova sono già arrivate diverse denunce. I primi tre casi istruiti dal pubblico ministero finiranno a processo a novembre. Una decina invece i fascicoli pendenti, ma mancano ancora diversi casi all’appello, stando alle indicazioni della Guardia di finanza.

Le Fiamme gialle hanno infatti intensificato controlli e verifiche fiscali, in particolare nell’Alta padovana, dove si concentrerebbe la grande maggioranza di questi casi. Si tratta di una indagine particolarmente complessa che la Guardia di Finanza vorrebbe trasformare in un progetto pilota da estendere all’intero territorio nazionale.

Il raggiro è di una semplicità disarmante. Basta aver lavorato in passato alle dipendenze di aziende italiane, essere residenti in Italia, maggiorenni, disoccupati o alla ricerca della prima occupazione o - nel caso di cittadini extracomunitari - essere in possesso della carta di soggiorno o di permesso di soggiorno valido per almeno i 12 mesi successivi alla data di presentazione della domanda. La legge 223 del 1991 offre infatti la ghiotta (per chi vuole truffare) opportunità di avviare un’attività autonoma a chi rimane senza impiego a causa della crisi e vuole mettersi in proprio. Il lavoratore rimasto disoccupato può ottenere per l’avvio e l’apertura della partita Iva l’anticipazione dell’indennità di mobilità, in genere una somma vicina ai ventimila euro, con l’impegno di svolgere l’attività in Italia, per almeno 5 anni e nei settori della produzione di beni, fornitura di servizi, commercio.

Ma in molti casi i lavoratori dopo l’incasso sarebbero spariti; e sono ridotte al lumicino le chances di recuperare il denaro erogato nonostante i decreti di sequestro preventivo firmati dalla Procura. Sui conti correnti delle società indagate, non c’è infatti quasi mai un quattrino.
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Messaggioda Berto » mer set 06, 2017 8:05 am

Immigrazione, la ricerca del World Economic Forum: solo i disperati vogliono venire da noi
4 Settembre
di Francesco Specchia

http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... 5.facebook

Siamo, oramai, allo scatto evolutivo del flusso migratorio: il vero problema non è quanti giovani italiani se ne vanno, ma quanti giovani stranieri non arrivano. Secondo la Global Shapers Annual Survey, sostanziosa e serissima ricerca del del World Economic Forum, su una base di 25mila questionari raccolto in 186 paesi del mondo, gli ideali e i sogni dei “nativi digitali” hanno come prime dieci mete tutte le classiche culle di civiltà: Usa (18,2%), Canada (12,4%), Regno Unito (9,6%), giù giù fino a Spagna (3,6%), Svezia (2,4%), Paesi Bassi (2,35). Tutte le mete, tranne l'Italia. La ricerca è accuratissima e limitata, ma anche se fossimo all'undicesimo posto, l’interpretazione socio-economica del dato è disastrosa.

La stampa italiana ha ignorato il fenomeno - salvo Francesco Cancellato che, su Linkiesta, ne ha fatto un'ottima analisi, da economista- , ma conferma che davvero non siamo un Paese per giovani. La ricerca sostiene che l’81% dei ragazzi intervistati tra i 18 e 35 anni - otto su dieci - se ne andrebbe dal proprio Paese per cercare lavoro o fare carriera, ma eviterebbe come la peste l'Italia. I motivi sono, banalmente, i soliti. Corruzione innervata nel tessuto lavorativo; burocrazia che se la batte con quella eurofantiaca di Bruxelles (nemmeno il Belgio è in classifica, ma è una magra consolazione); pressione fiscale da Paesi scandinavi ma con un welfare da terzo mondo; tecnologia ed ecosostenibilità arretrate; la politica, col suo carico di raccomandazioni, che tutto invade a scapito del merito. Per non dire della disoccupazione giovanile al 37%, in salita. Da noi, il Paese dove la banda larga è in realtà strettissima, ora si sta discutendo su come tassare anche i robot che “ci rubano il lavoro”, mentre otto di quei giovani intervistati su dieci, ritengono alla Elon Musk che la buona tecnologia di posti di lavoro ne creerà senz'altro di nuovi. Cancellato cita la disaffezione totale dei nostri governi - tutti - sulla formazione: le scuole sono state in questi anni bastonate «con tagli di risorse pari a 14 punti percentuali che non hanno eguali tra gli altri capitoli di spesa». Ed è vero.

Mentre da un lato 171 giovani italiani - dati Ocse- emigrano più che dal Messico o dall'Afghanistan, dall’altro noi non rientriamo più nei sogni dei giovani omologi stranieri. I quali, dell'Italia, disertano perfino il mare, il sole, la pizza, la gnocca: il turbine del turismo godereccio che percorreva le nostre coste dagli anni ’60. Ma il dato più preoccupante è che qui si tratta di giovani colti, dotati di notevoli titolo di studio e di ambizioni professionali. I cosiddetti “cervelli”, persone senz’altro di talento professionale e di passione superiore alla media.

Poi, di contro, aumenta il numero degl’immigrati in Italia di bassa cultura, non specializzati, di fragili speranze. Per dare un numero: solo nel 2016 sono stati i 25mila minori stranieri non accompagnati arrivati da noi (raddoppiati rispetto all’anno precedente): sono, costoro, futuri adulti che, arrivati ai 18 anni e finito l’aiuto dello Stato imposto dalla Ue, spesso finiranno su un strada. Esportiamo cervelli e importiamo “braccia”, dunque, come giustamente nota l'economista Michele Boldrin. Trattasi di un sistema sull’orlo del collasso che, per mantenere lo status di privilegio dei mediocri, tende ad espellere le eccellenze. Con l’avvento della crisi, qualche anno fa, per molti giovani di capacità si riaccesero le speranze: nella torta d’Italia fatta per tre quarti di raccomandati, si pensava che la fetta della professionalità si sarebbe allargata. Non avevano calcolato, i tapini, che la politica è nel dna del Paese, e alla fine si sarebbe invece rimpicciolita tutta la torta, specie la fetta dei bravi.

Ovvio che, data l’italica situazione, cali l'attrattiva, e che dello scoramento dei ragazzi italiani, con la globalizzazione, si sparga la voce verso i colleghi che così si guardano bene da consideraci la Shamballah del loro futuro lavorativo…
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Messaggioda Berto » ven set 15, 2017 3:34 am

"Assumete profughi, non italiani". La coop fa pressioni sugli imprenditori
Anna Pedri
Trento, 14 set, 2017

http://www.ilprimatonazionale.it/cronac ... tori-72678

Non assumete italiani, preferite i profughi. Il messaggio agli imprenditori della Valsugana è arrivato forte e chiaro da parte di una coop che l’accoglienza dei migranti per conto della provincia autonoma di Trento. La Cinformi, infatti, secondo quanto riporta La Voce del Trentino che riferisce la testimonianza di un imprenditore a cui è toccata la pressione della cooperativa, contatta direttamente le aziende locali per fare in modo che inseriscano i loro profughi insistendo perché abbiano la precedenza sugli italiani.

L’offerta che la coop fa agli imprenditori è allettante, una di quelle che quando viene proposta a lavoratori italiani spesso costringe il candidato a rifiutare perché non permette il sostentamento: uno stage gratuito per il primo mese e poi 400 euro al mese. Tutte le spese burocratiche sono a carico della cooperativa. Il datore di lavoro deve solo quindi formalizzare il contratto all’immigrato. Ma se l’imprenditore obietta che in questo modo vengono penalizzati quanti si affannano per trovare un lavoro la solerte cooperativa taglia corto e dice “la ricontatteremo”. Poi il nulla.

Se una persona deve pagare affitto, bollette e le altre spese varie, con 400 euro mensili è impossibile arrivare a fine mese. Diverso è il caso se la proposta viene fatta a chi di spese non ne ha, né di vitto né di alloggio, come è il caso dei profughi accolti dalle varie cooperative, che ricevono soldi pubblici per il mantenimento di queste “risorse”. Inoltre le ore che la cooperativa chiede vengano lavorate sono 40 alla settimana, cioè un tempo pieno a tutti gli effetti. E dopo sei mesi il contratto di lavoro dovrà diventare a tempo indeterminato.

Una prassi, quella della Cinformi, che è finita al centro di una interrogazione da parte di un consigliere provinciale, Claudio Civettini di “Civica Trentina”, che ha chiesto alla giunta trentina di sinistra di fare chiarezza, avanzando l’ipotesi di sistemi contributivi facilitati per quanto riguarda l’assunzione a qualsiasi titolo di profughi o presunti tali.


I clandestini e i finti profughi disoccupati non aumentano il PIL e non pagano le pensioni ai pensionati
È chiaramente una menzogna quello che raccontano certi fanfaroni che questi "migranti irregolari e nuovi disoccupati" possano contribuire con la loro disoccupazione ad aumentare il PIL e a pagare le pensioni dei pensionati.
viewtopic.php?f=194&t=1800
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Messaggioda Berto » ven set 29, 2017 8:40 pm

Il piano del Viminale per integrare i profughi ci costerà due miliardi
Gian Maria De Francesco - Ven, 29/09/2017

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 47244.html

Circa due miliardi di euro. È questa, sulla base dei contenuti del Def, la spesa potenzialmente attribuibile al piano per l'integrazione dei richiedenti asilo presentato dal ministro dell'Interno, Marco Minniti.

Considerato che il progetto si rivolge a 74.853 persone (27.039 rifugiati cui si aggiungono 47.814 titolari di protezione sussidiaria che già fanno parte del sistema di richiesta d'asilo), si tratterebbe di 26.719 euro a persona, ossia 685 euro per ciascuno dei 39 mesi che mancano all'esaurimento della programmazione Ue 2014-2020 in quanto le risorse dovrebbero essere cofinanziate da Bruxelles anche se la modalità non è molto chiara. Il che porterebbe a una spesa di 22,84 euro al giorno per migrante.

Si può parlare solo in termini di stime proprio perché dati precisi non sono stati presentati. Allora è dal Documento di economia e finanza che bisogna partire visto che fornisce un primo dettaglio dei costi che si sostengono per l'accoglienza e l'integrazione. In primo luogo, infatti, il piano di Minniti si propone di istituire «percorsi di accompagnamento, verificando anche la possibilità di includerli negli interventi di edilizia popolare e di sostegno alla locazione» anche tramite condomini solidali e affitti condivisi. La legge di Bilancio 2017 ha stanziato 100 milioni per i Comuni che decidono di accogliere i richiedenti asilo. Poiché le misure sono calibrate su flussi superiori alle 150mila unità, i circa 75mila del progetto del ministro assorbirebbero circa 50 milioni cui, però, andrebbero a sommarsi gli stanziamenti dei fondi statali per l'edilizia popolare e il contributo agli affitti (potenzialmente sarebbero interessate risorse per circa 25-30 milioni annui) così come è ipotizzabile uno storno di oltre 100 milioni del capitolo accoglienza dai circa 4 miliardi per l'emergenza migratoria.

La parte maggiore delle risorse (circa 300 milioni all'anno), però, proverrebbe dai capitoli sanità, istruzione e formazione come inserimento nel mondo del lavoro. Anche in questo caso il Def parla chiaro: è il 14,3% della spesa per i migranti prevista per quest'anno, una cifra che si attesta attorno ai 600 milioni. La metà circa potrebbe essere destinata al piano di Minniti. Per quanto riguarda il lavoro si sa già che 39 milioni all'anno sono già destinati all'inserimento degli immigrati tramite tirocini e formazione. Il progetto Lift, cofinanziato dall'Europa, ha sostenuto l'assunzione di 745 extracomunitari nelle aziende agrarie con una spesa di circa 4 milioni. Il passaggio della vecchia Italia Lavoro nella nuova agenzia Anpal rende il calcolo più complesso, sebbene l'ordine di grandezza degli stanziamenti sia definito.

Il problema è comprendere quanto la Commissione Ue sosterrà questo sforzo o se sarà l'Italia a farsi carico dell'onere. Minniti ha già detto che l'Europa ha messo a disposizione 100 milioni di euro. Nel Def si precisa che 1,6 miliardi di fondi saranno utilizzati nel periodo 2017-2020 per migrazioni, lotta alla disoccupazione e sostegno agli investimenti. Più realistico pensare che, come avviene di norma il cofinanziamento europeo copra la metà delle spese, e dunque che il Viminale recuperi il 50% dei 2 miliardi ipotizzati.

La controparte non pare entusiasta del progetto che prevede accoglienza in cambio di rispetto delle legge. Ieri la Costituente islamica ha bocciato la proposta di mettere sotto controllo gli imam perché, a norma della Costituzione, serve una trattativa con le rappresentanze religiose. Tanto che la Costituente islamica ha bocciato l'iniziativa. Minniti, però, va dritto per la sua strada e nel Consiglio dei ministri di ieri ha ottenuto l'inserimento di 250 esperti nelle commissioni territoriali che decidono sulle richieste di asilo per snellire i tempi da due anni a sei mesi.
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Messaggioda Berto » lun ott 16, 2017 6:57 am

Circolare segreta del prefetto: "Vietato fotografare i migranti"
Claudio Cartaldo - Dom, 15/10/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 52795.html

Il documento (che doveva rimanere riservato) finisce sui giornali. Scoppia la polemica dei residenti nel Pesarese tra Borgo Santa Maria e Pozzo Alto

Una circolare che fa scoppiare la polemica. Siamo a Borgo Santa Maria e Pozzo Alto, due piccoli comuni nel pesarese che da tempo sono alle prese con la presenza dei migranti.

Il prefetto Luigi Pizzi, di fronte alle tante proteste dei cittadini e alle continue denunce presentate dai residenti (anche corredate di foto), cosa ha fatto? Ha messo un freno all'arrivo dei migranti? No, ha emesso una circolare per prevenire "possibili confronti verbali e fisici fra residenti e migranti dei centri di accoglienza", vietando ai residenti "privi di qualsiasi legittimazione" di fotografare gli immigrati o di chiedergli le generalità.

L'ordine del prefetto inviato ai vertici delle forze dell'ordine è chiaro: "Disponete servizi di vigilanza e di controllo del territorio, con impiego di tutte le forze di polizia, onde prevenire e reprimere con rigore qualunque condotta del tipo sopra segnalati".

Il documento sarebbe dovuto rimanere ad uso interno, ma il Resto del Carlino lo ha pubblcato facendo scatenare le polemiche. "Io ho il dovere - ha spiegato il prefetto Pizzi all'Ansa - di tutelare l'ordine pubblico, dando disposizioni alle forze di polizia. Se il singolo cittadino nota persone o comportamenti che ritiene possano rappresentare un pericolo per la sicurezza è tenuto a chiamare il 112 o il 113, non a intervenire direttamente, perché non ha la legittimità a farlo". La pensa diversamente Francesco Coli, legale espertissimo, già difensore di Lucia Annibali, intervistato sempre dal Resto del Carlino: "Uno può tranquillamente chiedere il nome a un’altra persona - dice - senza incorrere in nessuna violazione. E l’altra può rifiutarsi di dare le generalità, a meno, ovviamente, che a chiederle non sia un pubblico ufficiale. Sulla privacy, poi, non ci vedo estremi di violazione facendo una foto, se è in luogo pubblico. Chiaro, che se poi ne faccio un uso diffamatorio, il discorso cambia".

Attualmente a Borgo Santa Maria sono presenti 95 migranti. Troppi per i residenti. Giusti per il prefetto, che per evitare problemi ha deciso di impedire ai cittadini di fare foto o chiedere le generalità ai richiedenti asilo. E a chi sostiene che non ci sia niente di illegale nel fotografare qualcuno in zona pubblica, risponde che sono "interpretazioni del diritto su cui valuterà eventualmente la magistratura". "Siamo delusi - ribattono i residenti in una nota - Qui non vogliamo creare allarmismo, ma segnalare un disagio sentito da tutta la comunità del quartiere. La problematica dei migranti è reale, vogliamo creare un dialogo costruttivo con le Istituzioni per risolverla". Critici anche i sindacati di polizia, che considerano una perdita di tempo impegnare le forze dell'ordine a controllare chi scatta fotografie invece di concentrare le forze sulla prevenzione dei veri crimini. Difficile dargli torto.
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Messaggioda Berto » dom nov 26, 2017 8:06 pm

Perché non copiare Israele per l’emergenza clandestini?
26 novembre 2017
di Lorenzo Mottola –

http://www.italiaisraeletoday.it/perche ... landestini

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu sta per fare quello che chiunque in Italia, ascoltando un politico o leggendo un quotidiano, riterrebbe assolutamente impossibile: imbarcare quarantamila africani entrati illegalmente nel suo Paese e rispedirli nel loro continente. Ai profughi verrà data una sola scelta: accettare o finire in galera per un periodo non definito. La decisione è maturata per una ragione precisa: la presenza dei migranti ha fatto impennare i tassi di criminalità.

Benjamin Netanyahu

Così Tel Aviv ha avviato trattative con alcuni governi per trasferire gli uomini e i problemi. E Uganda e Ruanda hanno risposto sì. Il tutto in cambio di qualche migliaio di dollari a persona. Nota bene: i richiedenti asilo presenti in Israele non vengono affatto dalle due nazioni selezionate. Semplicemente Netanyahu ha cercato qualcuno disposto ad accollarsi il carico. A caso, si potrebbe dire.

Fregandosene delle polemiche che ne sono derivate. Resta da interrogarsi, a questo punto, sulle tante chiacchiere fatte dalle nostre parti sui trattati internazionali che ci impongono di garantire vitto e alloggio ai clandestini e di soccorrere qualsiasi barcone passi a qualche ora di navigazione dalle nostre coste.

Dando un’occhiata per il mondo ci si rende conto che questi sacri accordi praticamente non li rispetta nessuno. Si può partire dal basso, ovvero dall’Australia. I sudditi della regina residenti agli antipodi hanno trovato da tempo un modo curioso per risolvere la questione. Chi arriva viene accompagnato in battello su un’isola, l’atollo di Nauru. Scappare da lì è impossibile: ci sono centinaia di chilometri di mare aperto e una quantità indefinita di squali tra i migranti e la terra più vicina.

Qualcuno si chiederà: ma chi glielo fa fare all’immigrato di scappare dal paradiso tropicale? E invece i profughi si lamentano eccome della loro prigionia dorata. E intervenuta la solita Onu, si è parlato di violazione dei diritti umani. I politici di Canberra hanno quindi avuto un’altra idea: stringere un accordo con la Cambogia e spostare tutti lì.

La scelta degli australiani, tuttavia, si è rivelata poco felice. I cambogiani sono infatti poverissimi, ma sono ossessionati dall’immigrazione: respingono i montanari che arrivano dal Vietnam e aprono il fuoco sui laotiani che si azzardano a passare il confine. Sono sospettosi perfino con gli europei, per quanto difficilmente un italiano potrebbe ridursi a cercar fortuna in un’area del mondo dove la carta igienica è considerata un bene di lusso.

Il risultato è che Phnom Penh, dopo aver fumato l’intesa, ha deciso di accogliere pochi rifugiati: quattro in tutto. Tre iraniani ed un rohingya. E per gli asiatici era già troppo così. Dettaglio di non poco conto: l’Australia aveva già pagato per i trasferimenti ben 40 milioni di dollari più altri 15 milioni e mezzo per spese varie. Non hanno più visto un centesimo. I profughi, invece, ora vivono in una villa.

Rimanendo in Asia, ormai è nota la storia del premio Nobel Aung San Suu Kyi, premier del Myanmar che spara sui migranti islamici definendoli terroristi. Un fatto che – tra i tanti – ha provocato anche l’intervento del Papa, il quale tra pochi giorni si recherà sul posto. Difficile, però, che Bergoglio faccia cambiare idea a qualcuno.




ISRAELE: UN GOVERNO SERIO
03/01/2018

Il governo israeliano ha dato un ultimatum alle migliaia di clandestini africani che stanno invadendo Israele: andarsene, o venire imprigionati. Se i clandestini sloggiano entro 90 giorni, riceveranno $3,500. Altrimenti in aprile si iniziano le incarcerazioni, e non e` che la prigioni di Israele siano all’acqua di rose come le nostre. L’iniziativa del premier Benjamin Netanyahu ha dichiaratamente lo scopo di fermare la minaccia alla cultura e tradizioni ebraiche da parte di un’invasione di massa a prevalenza islamica.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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