Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » ven nov 18, 2016 8:05 am

???

L’ira del Papa: «Si salvano le banche e non le persone»
05 novembre 2016
Jacopo Scaramuzzi

http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2016/ ... sone.shtml

Città del Vaticano - «Affrontiamo il terrore con l’amore». Dopo l’incontro del 2014 a Roma e quello del 2015 in Bolivia il Papa ha ricevuto per la terza volta i movimenti popolari internazionali, questo pomeriggio in Vaticano, impegnati nella difesa di «terra, casa e lavoro per tutti» (in spagnolo tre «t»: tierra, techo, trabajo). Francesco, che ha denunciato con «vergogna» la «bancarotta dell’umanità» rappresentata dalla «obbrobriosa» situazione di respingimento degli immigrati, ha esortato i movimenti popolari a non farsi paralizzare dal meccanismo della paura, che sostiene un sistema iniquo: «Quando questo terrore, che è stato seminato nelle periferie con massacri, saccheggi, oppressione e ingiustizia, esplode nei centri con diverse forme di violenza, persino con attentati odiosi e vili, i cittadini che ancora conservano alcuni diritti sono tentati dalla falsa sicurezza dei muri fisici o sociali». Prima di concludere il discorso, in spagnolo, parlando di Martin Luther King, il Papa ha esortato i movimenti popolari a non farsi «incasellare», in un momento in cui cresce il «divario tra i popoli e le nostre attuali forme di democrazia», e a scegliere l’austerità per combattere il rischio della corruzione.

«Mi congratulo con voi, vi accompagno, vi chiedo di continuare ad aprire strade e a lottare», ha detto il Papa ai rappresentanti di tutto il mondo di campesinos, cartoneros, attivisti impegnati in difesa delle categorie più deboli. Tuttavia, «ci sono forze potenti che possono neutralizzare questo processo di maturazione di un cambiamento che sia in grado di spostare il primato del denaro e mettere nuovamente al centro l’essere umano», ha denunciato Francesco. «Chi governa allora? Il denaro. Come governa? Con la frusta della paura, della disuguaglianza, della violenza economica, sociale, culturale e militare che genera sempre più violenza in una spirale discendente che sembra non finire mai. Quanto dolore, quanta paura! C’è – l’ho detto di recente – c’è un terrorismo di base che deriva dal controllo globale del denaro sulla terra e minaccia l’intera umanità. Di questo terrorismo di base si alimentano i terrorismi derivati come il narco-terrorismo, il terrorismo di stato e quello che alcuni erroneamente chiamano terrorismo etnico o religioso. Nessun popolo, nessuna religione è terrorista. È vero, ci sono piccoli gruppi fondamentalisti da ogni parte. Ma il terrorismo inizia quando hai cacciato via la meraviglia del creato, l’uomo e la donna, e hai messo lì il denaro. Tale sistema è terroristico», ha detto Francesco, che ha citato le denunce in tema di Pio XI e Paolo VI. «Nessuna tirannia – ha proseguito Francesco – si sostiene senza sfruttare le nostre paure. Da qui il fatto che ogni tirannia sia terroristica. E quando questo terrore, che è stato seminato nelle periferie con massacri, saccheggi, oppressione e ingiustizia, esplode nei centri con diverse forme di violenza, persino con attentati odiosi e vili, i cittadini che ancora conservano alcuni diritti sono tentati dalla falsa sicurezza dei muri fisici o sociali. Muri che rinchiudono alcuni ed esiliano altri. Cittadini murati, terrorizzati, da un lato; esclusi, esiliati, ancora più terrorizzati, dall’altro. È questa la vita che Dio nostro Padre vuole per i suoi figli? La paura viene alimentata, manipolata... Perché la paura, oltre ad essere un buon affare per i mercanti di armi e di morte, ci indebolisce, ci destabilizza, distrugge le nostre difese psicologiche e spirituali, ci anestetizza di fronte alla sofferenza degli altri e alla fine ci rende crudeli. Quando sentiamo che si festeggia la morte di un giovane che forse ha sbagliato strada, quando vediamo che si preferisce la guerra alla pace, quando vediamo che si diffonde la xenofobia, quando constatiamo che guadagnano terreno le proposte intolleranti; dietro questa crudeltà che sembra massificarsi c’è il freddo soffio della paura. Vi chiedo di pregare per tutti coloro che hanno paura, preghiamo che Dio dia loro coraggio e che in questo anno della misericordia possa ammorbidire i nostri cuori».

«La misericordia non è facile, non è facile... richiede coraggio», ha detto ancora il Papa. «Per questo Gesù ci dice: “Non abbiate paura”, perché la misericordia è il miglior antidoto contro la paura. È molto meglio degli antidepressivi e degli ansiolitici. Molto più efficace dei muri, delle inferriate, degli allarmi e delle armi. Ed è gratis: è un dono di Dio. Cari fratelli e sorelle, tutti i muri cadono. Affrontiamo il terrore con l’amore».

A partire dal Vangelo il Papa si è soffermato poi sul tema della disoccupazione, sottolineando che «gli ipocriti, per difendere sistemi ingiusti, si oppongono a che siano guariti. A volte penso che quando voi, i poveri organizzati, vi inventate il vostro lavoro, creando una cooperativa, recuperando una fabbrica fallita, riciclando gli scarti della società dei consumi, affrontando l’inclemenza del tempo per vendere in una piazza, rivendicando un pezzetto di terra da coltivare per nutrire chi ha fame, state imitando Gesù, perché cercate di risanare, anche se solo un pochino, anche se precariamente, questa atrofia del sistema socio-economico imperante che è la disoccupazione. Non mi stupisce – ha detto il Papa – che anche voi a volte siate sorvegliati o perseguitati, né mi stupisce che ai superbi non interessi quello che voi dite».

Quanto all’immigrazione, quella attuale, ha denunciato Francesco, «è una situazione obbrobriosa, che posso solo descrivere con una parola che mi venne fuori spontaneamente a Lampedusa: vergogna». Il Papa ha fatto sue le parole pronunciate a Lesbo dall’arcivescovo Hieronymos di Grecia sulla «bancarotta dell’umanità»: «Cosa succede al mondo di oggi che, quando avviene la bancarotta di una banca, immediatamente appaiono somme scandalose per salvarla, ma quando avviene questa bancarotta dell’umanità non c’è quasi una millesima parte per salvare quei fratelli che soffrono tanto? E così il Mediterraneo è diventato un cimitero, e non solo il Mediterraneo... molti cimiteri vicino ai muri, muri macchiati di sangue innocente». L’immigrazione «è un problema del mondo. Nessuno dovrebbe vedersi costretto a fuggire dalla propria patria. Ma il male è doppio quando, davanti a quelle terribili circostanze, il migrante si vede gettato nelle grinfie dei trafficanti di persone per attraversare le frontiere, ed è triplo se arrivando nella terra in cui si pensava di trovare un futuro migliore, si viene disprezzati, sfruttati e addirittura schiavizzati. Questo si può vedere in qualunque angolo di centinaia di città».

In questo frangente nel quale «il divario tra i popoli e le nostre attuali forme di democrazia si allarga sempre più come conseguenza dell’enorme potere dei gruppi economici e mediatici che sembrano dominarle», il Papa ha poi indirizzato due esortazioni ai movimenti popolari. Innanzitutto, «non cadete nella tentazione della casella che vi riduce ad attori secondari o, peggio, a meri amministratori della miseria esistente. In questi tempi di paralisi, disorientamento e proposte distruttive, la partecipazione da protagonisti dei popoli che cercano il bene comune può vincere, con l’aiuto di Dio, i falsi profeti che sfruttano la paura e la disperazione, che vendono formule magiche di odio e crudeltà o di un benessere egoistico e una sicurezza illusoria». Il secondo rischio da evitare, ha detto Jorge Mario Bergoglio, è quello di lasciarsi corrompere: «C’è corruzione nella politica, c’è corruzione nelle imprese, c’è corruzione nei mezzi di comunicazione, c’è corruzione nelle chiese e c’è corruzione anche nelle organizzazioni sociali e nei movimenti popolari», ha scandito il Papa, ripetutamente applaudito. «A qualsiasi persona che sia troppo attaccata alle cose materiali o allo specchio, a chi ama il denaro, i banchetti esuberanti, le case sontuose, gli abiti raffinati, le auto di lusso, consiglierei di capire che cosa sta succedendo nel suo cuore e di pregare Dio di liberarlo da questi lacci. Ma, parafrasando l’ex-presidente latinoamericano che si trova qui», ha detto il Papa guardando José «Pepe» Mujica, «colui che sia affezionato a tutte queste cose, per favore, che non si metta in politica, non si metta in un’organizzazione sociale o in un movimento popolare… o in seminario… perché farebbe molto danno a sé stesso e al prossimo e sporcherebbe la nobile causa che ha intrapreso. Davanti alla tentazione della corruzione, non c’è miglior rimedio dell’austerità; e praticare l’austerità è, in più, predicare con l’esempio. Vi chiedo di non sottovalutare il valore dell’esempio perché ha più forza di mille parole, di mille volantini, di mille “mi piace”, di mille retweets, di mille video su youtube. L’esempio di una vita austera al servizio del prossimo è il modo migliore per promuovere il bene comune e il progetto-ponte delle “3-T” (lavoro, casa, terra, ndr). Chiedo a voi dirigenti di non stancarvi di praticare l’austerità e chiedo a tutti di esigere dai dirigenti questa austerità, che – del resto – li farà molto felici».

Il Papa ha concluso il discorso citando Martin Luther King: «Odio per odio intensifica solo l’esistenza dell’odio e del male nell’universo. Se io ti colpisco e tu mi colpisci, e ti restituisco il colpo e tu mi restituisci il colpo, e così di seguito, è evidente che si continua all’infinito. Semplicemente non finisce mai. Da qualche parte, qualcuno deve avere un po’ di buon senso, e quella è la persona forte. La persona forte è la persona che è capace di spezzare la catena dell’odio, la catena del male».


Alberto Pento
Questo papa è un incosciente e irresponsabile. Il denaro è santo, molto più santo della manna dal cielo. Il denaro è la realtà con la sua crudezza, naturalità, necessità, durezza, ... la vita la si guadagna con il sudore della fronte e non con la manna dal cielo, e a volte nemmeno il sudore della fronte ti garantisce e ti da il diritto alla vita.


Papa Francesco: "Nessuna religione è terrorista, è il denaro che minaccia l'umanità"
2016/11/05

http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/ ... cKCTL.html

Il denaro è la vera minaccia dell'umanità, governa con la frusta della paura e della disuguaglianza economica e sociale. Lo denuncia papa Francesco, incontrando i Movimenti Popolari nell'Aula Nervi in Vaticano. "Chi governa allora? Il denaro. Come governa? Con la frusta della paura, della disuguaglianza, della violenza economica, sociale, culturale e militare che genera sempre più violenza in una spirale discendente che sembra non finire mai. Quanto dolore, quanta paura!", dice il Papa.

Avverte il Papa : "C’è - l’ho detto di recente - c’è un terrorismo di base che deriva dal controllo globale del denaro sulla terra e minaccia l’intera umanità. Di questo terrorismo di base si alimentano i terrorismi derivati come il narco-terrorismo, il terrorismo di stato e quello che alcuni erroneamente chiamano terrorismo etnico o religioso. Nessun popolo, nessuna religione è terrorista. È vero, ci sono piccoli gruppi fondamentalisti da ogni parte. Ma il terrorismo inizia quando 'hai cacciato via la meraviglia del creato, l’uomo e la donna, e hai messo lì il denaro'. Questo sistema è terroristico". Un passaggio che riscuote l'appluauso dei Movimenti.

Il Pontefice cita Pio XI e papa Montini con la denuncia contenuta nell'Enciclica del '71 'Octogesima adveniens': "Quasi cent’anni fa, Pio XI prevedeva l’affermarsi di una dittatura economica globale che chiamò 'imperialismo internazionale del denaro'. L’aula in cui ora ci troviamo si chiama 'Paolo VI', e fu Paolo VI che denunciò quasi cinquant’anni fa, la 'nuova forma abusiva di dominio economico sul piano sociale, culturale e anche politico'. Sono parole dure ma giuste dei miei predecessori che scrutarono il futuro. La Chiesa e i profeti dicono, da millenni, quello che tanto scandalizza che lo ripeta il Papa in questo tempo in cui tutto ciò raggiunge espressioni inedite. Tutta la dottrina sociale della Chiesa e il magistero dei miei predecessori si ribella contro l’idolo denaro che regna invece di servire, tiranneggia e terrorizza l’umanità".

Tutti i muri cadono, non lasciamoci ingannare. Papa Francesco mette in guardia i Movimenti Popolari, ricordando che "nessuna tirannia si sostiene senza sfruttare le nostre paure. Da qui il fatto che ogni tirannia sia terroristica. E quando questo terrore, che è stato seminato nelle periferie con massacri, saccheggi, oppressione e ingiustizia, esplode nei centri con diverse forme di violenza, persino con attentati odiosi e vili, i cittadini che ancora conservano alcuni diritti sono tentati dalla falsa sicurezza dei muri fisici o sociali. Muri che rinchiudono alcuni ed esiliano altri. Cittadini murati, terrorizzati, da un lato; esclusi, esiliati, ancora più terrorizzati, dall’altro. È questa la vita che Dio nostro Padre vuole per i suoi figli?".

La paura, buon affare per i mercanti di morte, dice il Papa: "La paura viene alimentata, manipolata... Perché la paura, oltre ad essere un buon affare per i mercanti di armi e di morte, ci indebolisce, ci destabilizza, distrugge le nostre difese psicologiche e spirituali, ci anestetizza di fronte alla sofferenza degli altri e alla fine ci rende crudeli. Quando sentiamo che si festeggia la morte di un giovane che forse ha sbagliato strada, quando vediamo che si preferisce la guerra alla pace, quando vediamo che si diffonde la xenofobia, quando constatiamo che guadagnano terreno le proposte intolleranti; dietro questa crudeltà che sembra massificarsi c’è il freddo soffio della paura".

Da qui l'esortazione del Papa: "Vi chiedo di pregare per tutti coloro che hanno paura, preghiamo che Dio dia loro coraggio e che in questo anno della misericordia possa ammorbidire i nostri cuori. La misericordia non è facile, non è facile... richiede coraggio. Per questo Gesù ci dice: 'Non abbiate paura', perché la misericordia è il miglior antidoto contro la paura. È molto meglio degli antidepressivi e degli ansiolitici. Molto più efficace dei muri, delle inferriate, degli allarmi e delle armi. Ed è gratis: è un dono di Dio. Cari fratelli e sorelle, tutti i muri cadono. Non lasciamoci ingannare. Affrontiamo il terrore con l’amore".


Alberto Pento
Mi dispiace Bergoglio ma l'Islam è terrorismo allo stato puro e il denaro è un'entità santa e non una minaccia per l'umanità, il denaro è molto più santo e vero della manna dal cielo che se fosse per lei l'umanità darebbe già scomparsa dalla terra.


Il denaro è santo, altro che la manna dal cielo, caro Bergoglio della mia polenta!

Il denaro vero è santo e buono, è il sudore della fronte e la fatica, è l'impegno e il sacrificio, è il lavoro delle creature del Creato, è la responsabilità, è lo studio e la ricerca, è la scienza, è il merito;
il denaro cattivo è soltanto quello falso dei falsari da cantina o di stato, quel denaro che pare manna dal cielo e che non è prodotto dal sudore della fronte ma dal ladrocinio e dallo svilimento del denaro buono e santo.
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9037783168
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » ven nov 18, 2016 8:06 am

Il 'cacciatore di nazi' anti-islam "Fermate immigrazione islamica"
Rafi Eitan, famoso per aver catturato nazisti in Argentina per conto del Mossad, consiglia l'Austria contro gli islamici: "Dovete blindare i confini"
Claudio Cartaldo - Ven, 11/11/2016
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/cac ... 30472.html

A chiederlo è Rafi Eitan, il famoso "cacciatore di nazisti" israeliano. Dal 1948 è stato a capo del coordinamento del Mossd e dello Shin Bet. La sua maggior impresa è stata quella di catturare nel 1960 in Argentina l’ex gerarca nazista Adolf Eichmann e portarlo a Gerusalemme per consegnarlo alla giustizia. Anzi: alla pena di morte.

Il cacciatore di Nazisti contro gli islamici

In una intervista alla Kronen Zeitung in occasione della commemorazione della Notte dei Cristalli, riportata da Libero, ha detto che "il mondo islamico è ben diverso dalla cultura occidentale, e se oggi ci sono musulmani in Europa, là dobbiamo attenderci violenza e terrore". Non solo: fra gli immigrati musulmani ci sarebbero "numerosi estremisti" con il compito di "trasformare l’Austria e la Germania in paesi islamici".

Ecco dunque cosa dovrebbero fare i governi europei, invece di accettare ogni immigrato clandestino che varca i confini: "In primo luogo dovete fermare l’immigrazione e chiudere le frontiere" poi "offrite incentivi monetari affinché i profughi possano tornare in Iraq e in Siria" e "Impegnateli. Non lasciate loro tempo libero". Eitan è andato a trovare anche l’Fpö, il Partito di Norbert Hofer che punta alla presidenza della repubblica con un programma "di destra". C'è un motivo se Eitan vede un pericolo nell'invasione islamica: "Ovunque ci siano musulmani dobbiamo aspettarci violenza e terrore. Bisogna blindare i confini".
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » ven nov 18, 2016 8:07 am

Migranti, arrivati in 15 nell’hotel di Ficarolo (Rovigo). L’albergatore si barrica: “Niente chiavi, pagherete i danni”
di Walter Molino | 16 novembre 2016

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/11 ... ni/3195358

Aveva promesso di incatenarsi pur di impedire che nel suo albergo, a Ficarolo (Rovigo), arrivassero i migranti. Ma ieri mattina il proprietario dell’Hotel Lory, Luigi Fogli, nulla ha potuto: 15 richiedenti asilo – che non avrebbero potuto essere alloggiati presso l’ex zuccherificio di Cavanella Po, che già ne ospita 120 – sono stati accompagnati dalle forze dell’ordine all’interno della struttura che è stata requisita dalla Prefettura lo scorso primo novembre per collocarvi tramite una cooperativa i migranti. Così come mostra il filmato di Servizio Pubblico. Al momento dell’arrivo, il proprietario dell’hotel – che ha cercato di barricarsi nella struttura, insieme alla figlia Barbara – ha anche accusato un leggero malore dal quale si è subito ripreso. “Non vi consegno le chiavi, vi farò pagare tutti i danni”, ha urlato Fogli alle autorità. E per alcune ore l’uomo è riuscito a impedire che i migranti potessero entrare nelle stanze. La requisizione dell’albergo da parte del prefetto di Rovigo nasce da una manifestazione d’interesse dello stesso proprietario che un mese fa aveva chiesto informazioni alla prefettura sul sistema di accoglienza degli immigrati, dal momento che la sua società è in crisi. Fogli, a pochi metri dall’albergo gestisce, infatti, anche un ristorante e un night club con annesso privè. Ma quando l’uomo ha scoperto che per ogni migrante avrebbe ricevuto solo 7 euro al giorno ha ritenuto l’affare non più conveniente. Il prefetto Enrico Caterino è, invece, andato avanti disponendo comunque il sequestro dell’intera struttura per ospitare 50 profughi e scatenando le proteste di Fogli. Dopo due settimane di trattative, a cui ha partecipato anche il sindaco di Ficarolo Fabiano Pigaiani, sembrava si fosse giunti a un accordo: 10 profughi ospitati in albergo per un mese, nell’attesa di trovare una struttura o delle abitazioni sfitte in paese. “Il prefetto avrebbe però voluto farmi firmare un impegno a non ricorrere al Tar contro il suo provvedimento. Ma io ho detto di no”, ha spiegato Fogli. Così ieri mattina il blitz delle forze dell’ordine ha messo fine a ogni possibile mediazione. E dopo due settimane di presidio della Lega Nord, Forza Nuova e Casapound, Luigi Fogli è rimasto solo. “E’ una giornata triste per il Veneto e per tutti gli imprenditori del comparto alberghiero che vedono calpestati i propri diritti da uno Stato allo sbando sull’emergenza migranti. Ora nessuno è al sicuro”. Così il capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale veneto Nicola Finco ha commentato i fatti di Ficarolo dove nelle scorse settimane sono apparsi disegni, svastiche e frasi oscene sui muri di edifici pubblici contro i migranti.


Alberto Pento

Non c'entra nulla la xenofobia e il razzismo. E' demenziale trattare questi fatti come casi di xenofobia e di razzismo. Quì si tratta di violenza brurtale, di prepotenza ceca da parte dello stato che impone la sua volontà contro quella dei cittadini che in tal modo da "uomini liberi" diventano schiavi. Io a casa mia accolgo e ospito chi voglio io non chi vuoi tu o chi vuole "lo stato". Questo caso è un tipico crimine contro l'umanità da parte di uno stato prepotente, che viola i Diritti Umani Universali dei suoi cittadini, di una comunità, della popolazione nativa o indigena di un territorio. Questa è pura violenza criminale. Questi sono come i nazisti.

Imporre l'accoglienza o l'ospitalità è un crimine come la deportazione forzata. Questi sono peggio della mafia, della camorra e dei nazicomunisti.
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » ven nov 18, 2016 8:48 am

ACCOGLIENZA IN PROVINCIA DI ROVIGO Dichiarazione forte del sindaco di Ariano Carmen Mauri: "Abbiamo la gente contro, mi ferma per strada minacciosa". E altri sindaci temono disordini
"C'è chi è pronto a usare le armi contro i profughi"
http://www.rovigooggi.it/articolo/2016- ... C6ju1yt_is

Una gran brutta aria, quella che tirava nel pomeriggio di giovedì 17 novembre in Provincia a Rovigo, dove era in programma l'assemblea dei sindaci, sul tema profughi e accoglienza, che costituiva l'ideale prosecuzione di quello di giovedì 10 (LEGGI ARTICOLO), dedicato sempre allo stesso argomento. Più di un sindaco ha, di fatto, espressamente dichiarato di non essere in grado di mettere la mano sul fuoco sul fatto che i suoi cittadini non perdano la testa nel caso di ingenti arrivi

Rovigo - "In paese abbiamo la gente contro. C'è gente che mi ferma per strada minacciosa, dice che passerà alle maniere forti. Dice che è pronta a usare le armi contro i profughi". Una dichiarazione forte, quella del sindaco di Ariano nel Polesine Carmen Mauri, resa in apertura dell'assemblea dei sindaci organizzata giovedì 17 novembre in Provincia e dedicata al tema dell'accoglienza dei richiedenti asilo e dei profughi.

Così il primo cittadino racconta le reazioni suscitate in paese da un controllo dei vigili del fuoco a un albergo che si trova qui, chiuso da qualche tempo e che magari potrebbe essere eventualmente riadattato in ottica accoglienza. Reazioni che l'hanno spinta a manifestare la propria preoccupazione, la propria necessità di parlare al prefetto e la propria delusione nel non vederlo presente all'assemblea dei sindaci.

E non è stata l'unica a metterla giù in questa maniera, piuttosto dura. Anche il sindaco Fabiano Pigaiani, di Ficarolo, ha di fatto alzato le mani a fronte di quello che potrebbe succedere, parlando di eventuali manifestazioni di dissenso, nel caso di un ulteriore aumento di profughi ospitati all'hotel Lory di Ficarolo.

Non ci è andato giù leggero neppure il sindaco di Adria Massimo Bobo Barbujani. "Anche noi siamo capaci di alzare la voce come successo a Gorino", ha detto, ricordando quanto accaduto nel Delta Ferrarese, dove le barricate sistemate dai residenti hanno provocato la marcia indietro dei profughi in arrivo e delle forze dell'ordine, che hanno avuto la freddezza necessaria a evitare uno scontro.

"Noi non vogliamo aizzare le persone - ha detto il sindaco - Ma siamo capaci di farlo. La situazione sta degenerando. Adria è una città accogliente - siamo la città dell'accoglienza e vogliamo restarlo - ma oggi noi ci attendevamo la presenza del Prefetto e una equa ripartizione del numero di profughi che ospitiamo a Cavanella Po".

Chiaro come nessuno di questi sindaci si auspichi una rivolta. Lo hanno chiarito tutti. Ma altrettanto chiaro come nessuno di loro si senta di garantire la tranquillità dei propri compaesani e concittadini, nel caso di arrivi ingenti di profughi (Ariano), o aumento delle presenze, per Adria e Ficarolo.

A rasserenare gli animi non ha contribuito l'assenza del Prefetto, stigmatizzata da numerosi sindaci. Forse per un disguido burocratico o comunicativo, molti di loro ne davano scontata la presenza, come alla riunione di lunedì 7 novembre, mentre presidenza della Provincia e Prefettura avevano calendarizzato il nuovo incontro come una semplice assemblea dei sindaci.

Frasi magari dette a mo' di provocazione, come detto dalla stessa Mauri in seguito, ma intanto dette. E il cui significato letterale è univoco: parlano di atti di disobbedienza che potrebbero essere per nulla civili.
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » sab nov 19, 2016 2:58 pm

Bomba devasta agriturismo scelto dal prefetto per ospitare migranti
Un ordigno rudimentale ha fatto esplodere nella notte il locale individuato per accogliere i profughi. Ieri il sindaco aveva convocato un consiglio comunale. A Caserta altro episodi: quattro italiani hanno sprangato africani accusati di furto cellulare
di Alessandro Fulloni

http://www.corriere.it/cronache/16_nove ... f10f.shtml

Un agriturismo che avrebbe dovuto ospitare un gruppo di migranti è stato devastato, nella notte, a Buddusò. Ignoti hanno fatto esplodere un ordigno rudimentale nel locale, chiuso da tempo. I danni sono pesanti. Il piccolo ostello era stato individuato come struttura idonea, da parte della Prefettura, per accogliere i migranti. Proprio mercoledì, a Buddusò, si era tenuta una seduta straordinaria del consiglio comunale per discutere del possibile arrivo. A darne comunicazione era stato sulla sua pagina Facebook il sindaco del borgo di circa 4 mila anime in provincia di Olbia Tempio-Pausania, Giovanni Antonio Satta. Immediate le reazioni contrastanti, sulla bacheca. Toni accesi. Pro e contro. Poche ore prima dell’attentato, il primo cittadino, intervistato da Sardegnalive.net, aveva detto: «Siamo stati informati dalla prefettura di avere individuato nel nostro comune una struttura da adibire a centro accoglienza, modus operandi sempre più frequente con l’aumento del flusso migratorio. In caso di necessità il locale potrebbe ospitare gli arrivi. Per questo ho deciso di indire l’assemblea, nella speranza che i toni non si esasperino». E invece qualcuno ha piazzato l’ordigno. Rimane alta in Sardegna la tensione legata all’accoglienza. È della scorsa settimana la pesante intimidazione arrivata alla prefetta di Cagliari Giuliana Perrotta: una busta con dentro una lettera minatoria e due proiettili per tentare di impedire la trasformazione dell’ex scuola di polizia penitenziaria di Monastir, nell’hinterland cagliaritano, in una struttura per l’ospitalità dei profughi. Lo stesso edificio era stato precedentemente preso di mira con un attentato incendiario.

Episodi che vanno a sommarsi a quello dell’altro ieri nel Casertano. A Vairano Patenora i carabinieri hanno fermato quattro ragazzi italiani perché ritenuti responsabili di un violento raid avvento nella serata ai danni di alcuni immigrati, quasi tutti del Mali, in un centro di accoglienza della città. I fermati rispondono di lesioni personali e porto d’armi, con l’aggravante della discriminazione razziale. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Capua, tutto sarebbe nato dal presunto furto di un telefonino che secondo gli italiani sarebbe stato commesso da uno dei migranti; «forti» di questa verità i quattro sono andati nell’appartamento che ospitava gli stranieri, armati di spranghe e di una pistola con la quale hanno anche sparato due colpi andati a vuoto con lo scopo di terrorizzare gli stranieri. Il pestaggio è andato avanti per parecchi minuti, poi i quattro se ne sono andati lasciando alcuni immigrati sanguinanti. Uno degli stranieri, condotto in ospedale, ha avuto 25 giorni di prognosi, gli altri se la sono cavata con contusioni e tanta paura.
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » sab nov 19, 2016 3:31 pm

Bomba devasta agriturismo scelto dal prefetto per ospitare migranti
Un ordigno rudimentale ha fatto esplodere nella notte il locale individuato per accogliere i profughi. Ieri il sindaco aveva convocato un consiglio comunale. A Caserta altro episodi: quattro italiani hanno sprangato africani accusati di furto cellulare
di Alessandro Fulloni

http://www.corriere.it/cronache/16_nove ... f10f.shtml

Un agriturismo che avrebbe dovuto ospitare un gruppo di migranti è stato devastato, nella notte, a Buddusò. Ignoti hanno fatto esplodere un ordigno rudimentale nel locale, chiuso da tempo. I danni sono pesanti. Il piccolo ostello era stato individuato come struttura idonea, da parte della Prefettura, per accogliere i migranti. Proprio mercoledì, a Buddusò, si era tenuta una seduta straordinaria del consiglio comunale per discutere del possibile arrivo. A darne comunicazione era stato sulla sua pagina Facebook il sindaco del borgo di circa 4 mila anime in provincia di Olbia Tempio-Pausania, Giovanni Antonio Satta. Immediate le reazioni contrastanti, sulla bacheca. Toni accesi. Pro e contro. Poche ore prima dell’attentato, il primo cittadino, intervistato da Sardegnalive.net, aveva detto: «Siamo stati informati dalla prefettura di avere individuato nel nostro comune una struttura da adibire a centro accoglienza, modus operandi sempre più frequente con l’aumento del flusso migratorio. In caso di necessità il locale potrebbe ospitare gli arrivi. Per questo ho deciso di indire l’assemblea, nella speranza che i toni non si esasperino». E invece qualcuno ha piazzato l’ordigno. Rimane alta in Sardegna la tensione legata all’accoglienza. È della scorsa settimana la pesante intimidazione arrivata alla prefetta di Cagliari Giuliana Perrotta: una busta con dentro una lettera minatoria e due proiettili per tentare di impedire la trasformazione dell’ex scuola di polizia penitenziaria di Monastir, nell’hinterland cagliaritano, in una struttura per l’ospitalità dei profughi. Lo stesso edificio era stato precedentemente preso di mira con un attentato incendiario.

Episodi che vanno a sommarsi a quello dell’altro ieri nel Casertano. A Vairano Patenora i carabinieri hanno fermato quattro ragazzi italiani perché ritenuti responsabili di un violento raid avvento nella serata ai danni di alcuni immigrati, quasi tutti del Mali, in un centro di accoglienza della città. I fermati rispondono di lesioni personali e porto d’armi, con l’aggravante della discriminazione razziale. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Capua, tutto sarebbe nato dal presunto furto di un telefonino che secondo gli italiani sarebbe stato commesso da uno dei migranti; «forti» di questa verità i quattro sono andati nell’appartamento che ospitava gli stranieri, armati di spranghe e di una pistola con la quale hanno anche sparato due colpi andati a vuoto con lo scopo di terrorizzare gli stranieri. Il pestaggio è andato avanti per parecchi minuti, poi i quattro se ne sono andati lasciando alcuni immigrati sanguinanti. Uno degli stranieri, condotto in ospedale, ha avuto 25 giorni di prognosi, gli altri se la sono cavata con contusioni e tanta paura.



Alberto Pento
La soluzione è semplice: basta clandestini, basta invasione, basta profughi, basta islamici e nazisti islamici, basta accoglienza indiscriminata a nostre spese, ... ed espellere, espellere, espellere a manetta ... .ad eccezione di pochi casi ben documentati e certificati di perseguitati politici rispettosi dei Diritti Umani Universali e delle genti e della terra che da loro rifugio (privilegiando i cristiani)!

Ives Eotvos
Meno male che c'è chi ha una soluzione semplice! Per un momento avevo pensato che fosse un problema complesso , ma ora mi rendo conto che c'è chi sa cosa fare

Alberto Pento
I buoni esempi sono moltissimi: Israele, Svizzera, Spagna, Australia, Austria ... . Basta imparare dai più bravi e sperimentati. Per coloro che sono per l'accoglienza indiscriminata e per le porte aperte ad ogni costo: si incominci a responsabilizzarli requisendo le loro case, i loro conti correnti, la loro pensione, il loro stipendio, i loro vitalizzi e i loro beni da assegnare al fondo per l'accoglienza.

Ives Eotvos
Bene , non andrò a spiegarle perchè questi paesi hanno situazioni geopolitiche molto diverse dall'Italia perchè l'ho già fatto altre volte , con gente molto meno sicura di lei , e non ho voglia di farlo adesso. Mi rasserena sapere che questo problema si può risolvere in pochi passaggi , semplicemente
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » sab nov 19, 2016 8:50 pm

Protesta dei profughi ad Agna
Profughi in strada ad Agna: due proteste in due giorni, bloccata la provinciale
Venerdì a Bagnoli, sabato mattina nel comune vicino. Il sindaco di Agna: "La situazione è insostenibile per loro e tanto più per noi. Chiudere i due hub subito"
19 novembre 2016

http://www.padovaoggi.it/cronaca/protes ... -2016.html

Due proteste nel giro di poche ore, a pochi chilometri di distanza: dopo quella di venerdì a Bagnoli, partita dagli ospiti della base di San Siro, sabato mattina, sotto la pioggia battente, i profughi sono scesi in strada ad Agna con cartelli e striscioni.

PROVINCIALE BLOCCATA. Sono circa una trentina gli eritrei ospiti alla base di Conetta che dalle 7 hanno bloccato la provinciale che porta da Cona ad Agna. A causare le proteste di questi giorni il ritardo il ritardo nella consegna della documentazione di via che consentirebbe loro di abbandonare gli affollati hub padovani da mesi ormai al centro di polemiche.

IL SINDACO DI AGNA. Esasperato il primo cittadino del comune del padovano, Gianluca Piva: "Ci risiamo, ogni giorno una protesta. Provinciale bloccata e difficolta' per i cittadini. Abbiamo subito creato una viabilità alternativa anche con aiuto polizia locale, carabinieri e protezione civile di Agna. La situazione è insostenibile per loro e tanto più per noi che ormai troppo di frequente subiamo disagi da queste proteste. Chiudere i due hub subito”.
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » lun nov 21, 2016 10:54 pm

???

Migranti. Le ragazze di Gorino: guardate e accoglieteci
«Scappate dalle violenze di Boko Haram». Le loro ferite e le speranze: «Oggi speriamo grazie a voi italiani»
Lucia Bellaspiga domenica 20 novembre 2016

https://www.avvenire.it/attualita/pagin ... ign=buffer

La notte del 24 ottobre, quando a Gorino, frazione di Goro, esplodono le proteste di parte della piccola comunità locale contro l’arrivo di alcune migranti in paese, dopo la decisione presa dalla prefettura: la gente scende in strada per dire no all’arrivo di 12 donne. Le ragazze vengono allora destinate a Ferrara

Da quella prima notte quando, venute dall’altro mondo, guardavano senza capire le barricate davanti al loro pullman, sono cambiate. Non hanno più gli occhi sbarrati di chi non sa nemmeno dove sia approdato ( Turchia? Grecia? Italia?), nessun terrore negli sguardi, semmai una stanchezza antica, mista a una nuova serenità: «Gli abitanti di Gorino non sono gente cattiva, solo non conoscevano le nostre storie e perché eravamo scappate. Se avessero saputo... All’inizio non pensavamo che ce l’avessero con noi, viaggiavamo da mesi, che male avevamo fatto, noi che dal male scappavamo? Ora però stiamo bene, now we are glad, siamo contente».

A prendere la parola è Abidemi Ogbalaja, 35 anni, la più adulta tra le dodici ragazze respinte a Gorino la notte del 24 ottobre. Non si conoscevano, i loro destini partivano mesi prima da punti lontani dell’Africa, per convergere tutti sulla stessa barca nella stessa notte, «un barcone di almeno duecento migranti» salpato il 19 ottobre dalla Libia e approdato il 22 in Calabria. Lì il primo soccorso e il trasferimento verso il delta del Po, nel paese che non aveva, e tuttora non ha, stranieri. «Quella notte alla fine abbiamo dormito in una casa di riposo per anziani, poi ci hanno divise e noi quattro siamo arrivate qui, siamo state fortunate», sorride Abidemi.

«Qui» è un luminoso appartamento non lontano dalla stazione ferroviaria di Ferrara, uno dei dodici che l’associazione Viale K, nata 24 anni fa dalla parrocchia di Sant’Agostino, offre a un centinaio di senza fissa dimora italiani e settanta richiedenti asilo. All’ingresso un 'emporio solidale' vende di tutto, o meglio lo espone, perché – spiega la coordinatrice del Progetto profughi, Francesca Rinaldi – le famiglie povere 'comprano' gratis. Le quattro ragazze "di Goro" accolte a Viale K ci aspettano in cucina. È lampante la differenza tra le nuove arrivate e altre sei giovani africane che abitano lo stesso appartamento ormai da un anno: si destreggiano ai fornelli e da cortesi padrone di casa le guardano con protezione, come a dire «col tempo sorriderete ».

Anche la mediatrice culturale che ci fa da interprete è rassicurante: «Quando sono arrivate erano spaventate dall’accaduto, allora ho spiegato che gli italiani sono buoni, ma se in una stanza da dieci persone ne metti cento può nascere un problema», racconta la pachistana Sanowar, islamica, in Italia dal 2012. Ci mostra con orgoglio il segno concreto di quanto ha detto, una foto di suo figlio con il ministro dell’Istruzione Giannini: «Ha 18 anni e ha vinto un concorso internazionale di eccellenza scolastica, l’anno prossimo si iscrive a ingegneria. Anche quello di 15 ha vinto due concorsi di matematica. E poi c’è la piccola di 12 anni che...».

Abidemi la guarda sognante. In Nigeria era maestra elementare e ora anche lei desidera riprendere gli studi, appena avrà imparato l’italiano: «Noi cristiani venivamo uccisi dagli islamici, era pericoloso anche andare in chiesa, così mio padre, ferroviere, aspettava solo che io finissi le superiori per scappare in una provincia più pacifica. Un sacerdote si è preso cura di noi, ma i terroristi di Boko Haram ci hanno costretti alla fuga. Quando i miei genitori sono morti, un’amica mi ha consigliato di venire in Europa, lì si può vivere in pace, mi ha detto». Un viaggio estenuante in autobus, in camion, a piedi, fino all’arrivo in Libia «dove una donna mi ha offerto la sua casa. L’ho seguita ma in stanza ho trovato un uomo, volevano che mi prostituissi e siccome mi rifiutavo sono rimasta prigioniera sei mesi. Ero sicura di morire e ho pregato tanto...». Tace e abbassa la dolcevita, mostra ciò che non riesce a raccontare. Come una colata di cera, la carne è fusa e ricomposta senza forma. Abidemi non sorride più: «Mi gettavano addosso acqua bollente e sulle piaghe aperte il sale. Ormai ero sempre incosciente, quando Dio mi ha mandato due donne che mi hanno aiutata a scappare».

Abidemi Ogbalaja mostra le torture subite in Africa.
...


Migrante economica? Profuga? Tutte e due? Boko Haram è una guerra oppure no? È la sua carne a parlare: «Dovevo scappare da tutto questo, come potevo sopportare?». Anche Faith Ahimier, 20 anni, era fuggita da Boko Haram, per intenderci il gruppo terroristico islamico che nel 2014 in Nigeria ha rapito 276 studentesse, in gran parte tuttora in mano agli aguzzini. «Spero che nessuno abbia paura di noi – si commuove –, vogliamo solo vivere. In Libia sono rimasta tre mesi, prima di poter salire sulla barca grazie a un anziano buono. Non sapevo dov’era diretta». A Lagos lavorava come fashion designer( o forse è solo il suo sogno?) e vorrebbe farlo anche qui. Belinda Nailendar, 22 anni, ha portamento da principessa d’ebano. In Sierra Leone era infermiera all’ospedale di Freetown, ma è fuggita «per problemi politici»: suo marito, attivista all’opposizione, è evaso dal carcere e il regime dava la caccia a lei per trovare lui. Racconta un’odissea infinita, fatta di fughe e fame, persone pietose e sfruttatori. Gli ultimi tre mesi li ha passati in Libia, «dove alle 4 di un mattino abbiamo preso il mare e solo sulla barca mi hanno detto che si andava in Italia: mi sono sentita sollevata».

Non ha un cellulare e non sa come avvertire il marito, ma solo a nominarlo si anima: «Mi manca e sono certa di mancare anche a lui. Ho scritto su Facebook a tutti gli amici di dirgli che sono in Italia, l’ho fatto con il cellulare di Joy». Joy Andrew ha una luce negli occhi che le altre non hanno. Apre il golf rosso fuoco ed esibisce la sua fonte di orgoglio ed energia: «Ha otto mesi, dicono i medici che nascerà il 16 dicembre ». Non erano in dodici a Gorino, «eravamo tredici – ride –, da otto mesi viaggiava in pancia con me, lo chiamerò Michael». Il padre di Joy, risposato con una donna poco incline a farle da madre, era animista e contrario alla sua fede cristiana. Paura e povertà hanno fatto il resto: «Io e mio marito Lamid dovevamo offrire a nostro figlio un futuro e un mondo migliore, ad ogni costo, quando dentro di te hai una vita che cresce trovi una forza che non immaginavi », assicura.

Così i due giovani sono fuggiti con il loro bambino e fino in Libia sono rimasti uniti. «La sera del 19 ottobre lo ricordo che supplicava un arabo di prenderci a bordo, dopo l’ho perso di vista nella calca. Magari è partito su un’altra barca, magari è in Libia», si tormenta. Poi si illumina per un pensiero nuovo, «per Michael ho scelto l’Italia perché si sa che è un Paese buono con noi. Studio da parrucchiera, lavorerò per lui». A Viale K i corsi sono di lingua italiana, cucito e parrucchiera, mentre la cucina la impareranno sui fornelli, dalle altre sei ragazze ormai cuoche provette. Destiny, partorito 2 anni fa da una di loro in Libia durante il viaggio e battezzato all’arrivo a Ferrara, è la mascotte della casa. Sua mamma è contenta: «Grazie a Joy quest’anno avremo un vero Natale». È la storia che si ripete, da millenni. Con le fughe in Egitto e i tanti Erode, le porte che si chiudono e quelle che si spalancano. E in mezzo gli innocenti, la strage mai finita, in guerra o sotto il mare. Ma la madre di Destiny sa come si guarda avanti: «La nascita di Michael benedirà questa casa. Torni il 16 dicembre, faremo festa».



Basta non se ghin pol pì! Di persone in difficoltà e bisognose al mondo ce ne sono miliardi ma non per questo noi dobbiamo farci annientare dal loro bisogno e dalle loro difficoltà accogliendole ad ogni costo e per forza come senoi fossimo loro schiavi.
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » gio nov 24, 2016 10:03 pm

"Nessun aiuto ai migranti che rifiutano lavoro per motivi religiosi"
La posizione del primo ministro norvegese: "Abbiamo il dovere di accogliere ma chi viene qui deve rispettare le nostre leggi e le nostre tradizioni: noi mangiamo maiale, beviamo alcol e le donne escono a volto scoperto"
Giovanni Vasso - Gio, 24/11/2016

http://www.ilgiornale.it/news/nessun-ai ... 35425.html

Tempo fa, il discorso di Re Harald che aveva spalancato le porte della Norvegia ai migranti s'era diffuso in ogni anfratto del web ed era diventato virale come una grandissima dimostrazione di civiltà e di solidarietà.

Però, lassù in Scandinavia, accoglienza non è sinonimo di bivacco. E lo ha ribadito nelle scorse ore il primo ministro di Oslo che ha sbarrato la strada a quei fannulloni per cui la religione diventa un comodissimo alibi: “I migranti debbono lavorare per mantenersi dignitosamente, la nostra nazione non pagherà alcun benefiti a coloro i quali rifiuteranno impieghi per ragioni religiose”.

La premier Erna Solberg ha le idee chiarissime, non lascia margini di confusione. Sì, la Norvegia vuole integrare profughi e migranti ma si scordino che Oslo cambierà il suo modo di vivere. Su twitter, la Solberg lo aveva già detto: “Qui mangiamo maiale, beviamo alcol e usciamo in strada a volto scoperto. Chi vuole venire qui sappia che ha il dovere di rispettare le nostre leggi e le nostre abitudini”.


Alberto Pento
Non è assolutamente vero che "abbiamo il dovere di accoglierli"; caso mai se "possiamo e vogliamo", abbiamo il dovere umano di accogliere soltanto i bisognosi che ci rispettano e basta!
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » gio nov 24, 2016 11:45 pm

???

http://www.ilgiornale.it/video/cronache ... 35333.html



Il villaggio della guerriglia Controlli rafforzati al Moi
Paura dopo i disordini nella baraccopoli
Nadia Muratore - Sab, 26/11/2016

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 35950.html

Torino Palazzi scrostati, pantaloni e maglie appese ad asciugare sulle ringhiere, sporcizia ovunque e ragazzoni di colore, alti due metri che vanno e vengono.

Un tempo sorridevano nel veder arrivare un italiano, ora invece guardano con sospetto ogni straniero. O per meglio dire ogni italiano che, sovvertendo l'ordine delle cose, qui diventa uno straniero.

Sembra di essere nel sobborgo di qualche paese africano, invece siamo a Torino, proprio davanti al Centro ricerche Rai, in via Bruno, nell'area dove sorgono le palazzine realizzate per gli atleti delle Olimpiadi invernali del 2006. Conosciuto come l'ex Moi, le quattro palazzine che dopo l'evento dovevano diventare alloggi per gli studenti, ora sono occupate abusivamente da un migliaio di profughi oltre mille e 300 per la precisione - per lo più musulmani, molti uomini giovani, nonché una quarantina di famiglie: una città abusiva nella tranquilla ed elegante Torino.

Materassi e coperte nei sottoscala, sedie e poltrone all'aperto evidenziano che per quanti siano questi profughi, sono troppi anche per essere contenuti nell'ex Moi. Un'isola galleggiante, che si finge di non conoscere, all'interno di una città come Torino che da Sergio Chiamparino fino all'ex sindaco Piero Fassino ha cercato di rifarsi il look, diventando più europea.

Un fantasma silenzioso, rimosso dalle menti dei torinesi e dall'agenda del fare degli amministratori, che a volte però esplode nella sua criticità, come quando nell'estate di un anno fa, una ragazza disabile sparì da casa e due giorni tornò, accusando tre residenti dell'ex Moi, tutti arrestati, di averla violentata. Quando scoppia qualche bomba, si riparla di sgombero e di censimento sociale ma poi tutto viene lasciato com'è. Ma le tensioni anche tra gli stessi profughi, provenienti da almeno 25 nazionalità diverse, spesso esplodono.

A scatenare la guerriglia umana, di mercoledì notte, pare sia stata una sedia. Secondo le prime ricostruzioni della Digos e all'indagine coordinata dal pm Paolo Borgna, alcuni profughi sono andati nel vicino bar Sweet, ritrovo dei tifosi granata ed hanno chiesto una sedia che il titolare era disposto a regalare. Ma prima di uscire, i due hanno cercato di portare via anche un'altra sedia e un tavolino, il che ha scatenato la reazione di alcuni ultras che hanno deciso di «dare una lezione» ai profughi. Così oltre 300 abusivi delle ex villaggio olimpico sono scesi in strada: hanno sradicato cartelli, lanciato bottiglie, ribaltato cassoni dell'immondizia. Urlato contro i residenti della zona, prendendosela con i passanti, inscenando la prima rivolta dei migranti della storia di Torino. Le grida «italiani razzisti», «bastardi», «carogne», sono diventate in attimo cori, una manifestazione in strada che ha bloccato il traffico, richiamato fuori casa la gente che stava andando a dormire. Per Chiamparino, presidente della Regione «bisognerà affrontare il problema del trasferimento degli occupanti del Moi in un contesto di legalità». Parole insufficienti per la Lega: «Sono disordini ormai quotidiani». Intanto il prefetto di Torino Renato Saccone, ha deciso di rafforzare i controlli e disporre presidi permanenti di polizia e carabinieri per tenere sotto controllo la situazione.
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