Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » sab nov 26, 2016 5:48 pm

Malversazione di almeno 12 miliardi per finanziare l'invasione dei molti clandestini arroganti e non aventi diritto e dei pochi profughi aventi un minimo di diritto;
tutte risorse sottratte ai poveri, ai disoccupati, ai malati, ai disabili, agli anziani in difficoltà, ai giovani, ai pensionati al minimo, alle imprese, ai lavoratori, alle nostre famiglie che non arrivano a fine mese, ai nostri nipoti ancora da nascere che si ritroveranno una montagna di debito, alla nostra gente tutta e al nostro futuro.


https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 8019362451

SILVANA DE MARI - Non ho idea se il quotidiano La Verità tenga fede al suo nome, ma il numero mi sembra verosimile. Per non sbagliarci lo approssimiamo per difetto, lo riduciamo a 10 miliardi di euro, di meno no, non è possibile, basta moltiplicare il numero degli sbarcati per il necessario all'assistenza, e i numeri sono questi.

Dieci miliardi di euro investiti in sovrastrutture, in case antisismiche, in scuole con i soffitti che restano in alto invece di piombare in basso sulla testa degli allievi sarebbero stati una bella idea: avrebbero dato lavoro ad almeno la metà degli 11 milioni di disoccupati.

In una maternità un'infermiera con un colpo di forbice maldestro ha amputato un dito a una neonata, poteva andare peggio. In un'altra maternità un'altra infermiera si è sbagliata e ha immerso una neonata nell'acqua tragicamente bollente: risparmio i particolari, non poteva andare peggio. Posso affermare che se non ci fossero stati tagli e se il numero delle infermiere fosse stato corretto, queste cose non succederebbero.
Le parole inglesi spending revew diminuzione della spesa vogliono dire medici e infermieri stravolti e insufficienti, che aumentano il loro rischio di errore. Tra le pratiche mediche cui è stata tolta la gratuità c'è la terapia antalgica delle metastasi ossee.

Il denaro delle tasse degli italiani sta mantenendo gli africani sufficientemente benestanti da potersi permettere la traversata. A chi protesta è stato consigliato di andare in Ungheria. Consiglio forse non così scemo. Forse il momento è venuto di scappare in Ungheria.

Il tradimento è totale. E non ci sono altri termini. Gli italiani dissanguati mantengono con le loro tasse una popolazione estranea e aggressiva che sta rendendo strade, treni, ospedali e carceri veri inferni.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » dom nov 27, 2016 8:32 pm

Fermo, rivelazione choc su Emmanuel: "Membro della mafia nigeriana"
Un'informativa della polizia indica Emmanuel Chidi Nnamdi come membro della Black Axe di Fermo. Mafiosi presenti al suo funerale
Giuseppe De Lorenzo - Dom, 27/11/2016

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 36366.html

Erano passati appena dieci giorni dal funerale di Emmanuel Chidi Nnamdi, il nigeriano morto a Fermo dopo la lite con un ultrà locale, quando il vicequestore Marcello Gasparini riceve da una fonte "confidenziale, ritenuta attendibile" la soffiata secondo cui al funerale di Emmanuel (insieme alla Boschi e alla Boldrini) ha partecipato pure la mafia nigeriana.

E che il nigeriano morto ne sarebbe stato un membro attivo.

L'informativa è datata 20 luglio 2016 ma arriva alla procura di Fermo solo il 17 agosto. All'interno, come riporta oggi il Fatto Quotidiano, il vicequestore di polizia della Commissione territoriale per lo status di rifugiato scrive di aver saputo "da fonte confidenziale ritenuta attendibile che al funerale di Emmanuel sono intervenuti membri della setta Black Axe riconoscibili perché tutti indossanti abiti del colore rosso e nero al fine, verosimile, di rendergli manifestatamente onore e che la loro presenza rivelerebbe che il deceduto faceva parte della stessa confraternita".

La mafia nigeriana, salita agli onori della cronaca solo un mese fa dopo una maxi-retata delle forze dell'ordine che a Palermo ha portato all'arresto di 17 membri della "cupola" che ne dirigeva i traffici, è considerata "molto vendicativa". Il loro rito di iniziazione prevede che il candidato a farne parte beva del sangue umano e sono soliti ricorrere a tortura e vendette. In Italia gestiscono il traffico di esseri umani, l'immigrazione clandestina e un giro di denaro miliardario. Di questa setta, insomma, avrebbe fatto parte anche il nigeriano morto a Fermo.

Rimane da capire per quale motivo, una volta arrivata sul tavolo della Procura la notizia, nessuno abbia disposto un approfondimento della questione. Al momento l'informativa sulla partecipazione di Emmanuel è rimasta lettera morta. Senza ulteriori conferme né smentite. Solo ieri, come riporta il Fatto, è stato aperto un fascicolo per associazione a delinquere per capire chi fossero quelle persone sedute poche panche dietro il ministro Maria Elena Boschi e il presidente Laura Boldrini.

Scende così una nuova ombra sul caso divenuto di rilevanza nazionale dopo la corsa di ministri e presidente della Camera a gridare il loro sdegno contro "l'omicidio razzista". Amedeo Mancini, accusato di omicidio preterintenzionale, è ora agli arresti domiciliari e i suoi amici hanno aperto un conto per aiutarlo a sostenere le spese legali. In questi giorni è stato notificato il decreto che dispone il giudizio immediato per l'ultrà della Fermana. L'udienza è fissata per il 25 gennaio davanti alla Corte di Assise di Macerata. Intanto i difensori, entro il 2 dicembre, hanno tempo per optare per un rito alternativo. "Siamo sorpresi da quanto emerso dal fascicolo depositato dal Pubblico Ministero - dichiara a ilGiornale.it l'avvocato Francesco De Minicis - aspettiamo ora di vedere in quale senso andranno gli approfondimenti disposti".
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » mer nov 30, 2016 8:51 am

???

Ai rifugiati (e/o ai presunti rifugiati) i fondi per i Paesi poveri - Una quota crescente di aiuti resta in Italia: 980 milioni assorbiti dall'accoglienza
Lodovica Bulian - Mar, 29/11/2016

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 36804.html


Milano - Si scrive «cooperazione allo sviluppo», ed è il capitolo finanziario con cui anche il nostro Paese contribuisce al progresso degli Stati più poveri del mondo, con il nobile intento di migliorarne le condizioni di vita e indirettamente, di frenare il flussi migratori attraverso il Mediterraneo.

Ma si legge «spesa per l'accoglienza e gestione dei rifugiati». In Italia. Perché di fatto i soldi che nelle intenzioni del governo - confermate nelle linee guida del Migration compact, il documento presentato da Renzi all'Ue come svolta nelle politiche comunitarie di gestione dell' immigrazione - dovrebbero servire per incrementare infrastrutture, pace e sviluppo delle aree più difficili del globo, in una quota sempre più crescente anziché raggiungere i territori non escono dai confini nazionali. E confluiscono nel calderone bollente dell'emergenza profughi.

Su 3 miliardi e 954 milioni di euro riservati nel 2015 dal nostro Paese per «aiuti al pubblico sviluppo», 980 milioni sono stati impiegati per l'assistenza dei rifugiati in Italia. Il dato emerge da un'elaborazione di OpenPolis in collaborazione con Oxfam. Si tratta del 53% delle risorse complessive erogate attraverso canali bilaterali (i flussi di denaro diretti dal Paese donatore a quello ricevente) che non raggiungono progetti e destinazioni specifiche, ma rimangono sul territorio nazionale a finanziare l'accoglienza dei profughi. Una fetta di denaro che nella rendicontazione dei destinatari confluisce nell'etichetta di «Paesi non specificati».

Una voce, quella dei «rifugiati nel Paese donatore», prevista tra gli obiettivi degli aiuti programmati con la cooperazione, ma di fatto in progressivo e imprevedibile aumento. Tra i fondi bilaterali nel 2015 solo 336 milioni di euro sono serviti a finanziare concretamente il miglioramento di «infrastrutture e servizi sociali», «salute», «istruzione», «approvigionamento idrico», «pubblica amministrazione e società civile». Tra le aree geografiche, 14% degli aiuti è stato destinato all'Africa sub-sahariana, il 7% all'Asia centrale, e il 6% al Medio Oriente, mentre tra le nazioni definite «prioritarie», più bisognose, la quota maggiore è andata all'Afghanistan, (4,23%), prima di Palestina (2,94%), Etiopia (2,51%), Senegal (1,44%) e Kenya (1,38%).

E se l'impegno dichiarato del governo è quello di aumentare gradualmente i fondi da avviare alla cooperazione, con UN obiettivo di 4 miliardi nel 2020 e di 13 nel 2030, resta da capire quanto di questo budget finirà effettivamente ai territori. O se invece la percentuale impiegata per assistere i rifugiati non sia destinata a crescere ancora, seguendo il trend che l'ha vista già aumentare dal 2010 a oggi del 25%. Complice un'emergenza sbarchi che non accenna a diminuire: in questi giorni si è sbriciolato il record dei flussi migratori del 2014, considerato l'anno «boom», con 171mila arrivi già registrati da gennaio a oggi rispetto ai 170mila di due anni fa.

Nel 2010 l'Italia impegnava per i profughi lo 0,10% di tutto l'aiuto pubblico allo sviluppo, sia bilaterale che multilaterale (quello che passa attraverso le organizzazioni internazionale). Nel 2015, la percentuale è salita 24. E se si prendono le cifre dei fondi effettivamente spesi si passa dallo 0,12% del 2010 al 25,55% del 2015. Una tendenza simile si sta verificando in Germania, dove nell'ultimo anno, dopo il giro di boa che ha visto l'apertura ai rifugiati della cancelliera Merkel, la quota del bilancio di cooperazione utilizzata per l'accoglienza sul territorio è aumentata di oltre 15 punti.
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » gio dic 01, 2016 10:51 am

Protezione per "Grace" condannata a morte dalla mafia nigeriana
Amalia De Simone
22 novembre 2016

http://www.corriere.it/le-inchieste/201 ... vo-terrore

Si richiede al Ministro dell'Interno, l'On. Angelino Alfano, la Direzione Centrale della polizia criminale e nello specifico il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, il Dott. Franco Gabrielli, di analizzare la storia della ragazza in oggetto ed eventualmente di intervenire in suo soccorso con il programma "testimoni".

Ha 24 anni ma i suoi documenti dicono che ne ha 28. Viene dalla Nigeria e la sua giovane vita è già una precoce odissea. Grace (la chiameremo così, per questioni di sicurezza), da mesi vive nascondendosi perché la mafia nigeriana la vuole morta. Anche per realizzare questa intervista abbiamo dovuto fare una serie di passaggi per essere sicuri che nessuno ci seguisse e che nessuno potesse vederla. Non ha voluto più prostituirsi e non ha voluto più trasportare droga per conto dell’organizzazione e non ha i soldi per pagare il suo riscatto. Questa è la sua condanna.Vogliono 50 mila euro: è il debito contratto con il patto siglato in Nigeria, quando le hanno fatto un rito segnandole le sue parti intime.

Il giuramento
«Ci hanno fatto promettere di pagare, di non parlare con la polizia e di non provare a fuggire. È un giuramento che fanno tutti quelli che fanno partire verso l’Europa. La mafia nigeriana ha affiliati ovunque e sono in grado di rintracciarti sempre. Io sono stata inseguita fino in Austria». Dalla Nigeria alla Libia a Lampedusa poi Manduria e infine Rieti. La Via Crucis di Grace comincia con queste stazioni. «A Rieti avrei dovuto lasciare subito il campo per mettermi a lavorare sulla strada come prostituta. L’organizzazione mi obbligava a farlo, io invece ho cercato di trattenermi lì il più possibile poi ho dovuto cedere. Non avevo scelta, ma quella non era la mia vita».


La droga
Per cercare una via d’uscita Grace accetta di fare un viaggio a Palermo insieme con un’amica. Lei però non sa che le hanno infilato della droga nella sua valigia e quando la polizia la ferma e trova quella busta con 6 kg di sostanze stupefacenti le crolla il mondo addosso. Finisce in carcere e poi agli arresti domiciliari. Dei mafiosi non dice nulla perché l’avevano minacciata di sterminare la sua famiglia. «Pensiamo di arrivare in Europa e trovare la libertà invece finiamo per essere schiavi di un’organizzazione fatta della nostra stessa gente. Quando vieni qui non hai scelta o fai la prostituta o il narcotrafficante. Gli uomini vengono avviati allo spaccio e se sono bravi utilizzeranno come corrieri. Io non ho voluto fare nulla di tutto questo e non avevo i soldi per pagare il riscatto e per questo loro si sono vendicati. Una sera mi contattò mia madre e mi disse che avevano aggredito mio padre, che stava male, aveva il corpo pieno di sangue e non parlava più. Dopo qualche settimana lui è morto. Da allora sono cominciate alle telefonate da un numero sconosciuto “Allora? Hai avuto la bella notizia?” Riferendosi chiaramente all’assassinio di mio padre. In quel periodo ero a Roma da lì mi sono spostata a Rosarno dove ho lavorato un po’ e poi sono andata in Austria. Qui una donna dell’organizzazione mia rintracciata picchiata e ha cercato di trattenermi ma sono riuscita a fuggire e sono tornata in Italia ed allora mi sposto in continuazione cercando di non farmi trovare».


«Non voglio più nascondermi»
Grace ha conosciuto varie fazioni della mafia nigeriana oltre a “eye” ed i “black axe” ha visto esponenti di un nuovo gruppo chiamato White Queenche sembra sia quello attualmente egemone e più pericoloso. Ogni clan ha segni distintivi e ramificazioni in tutta Europa. Si occupano di traffico di droga, armi, documenti falsi ed esseri umani. Un business enorme. «Sono pericolosi per noi africani ma sono pericolosi anche per voi italiani», dice Grace. Lei ora non ce la fa più rivuole la sua libertà e per questo è disposta a parlare con le autorità italiane e denunciare tutto ma per fare questo ha bisogno di protezione perché rischia la vita. «Non voglio più nascondermi, non voglio più spostarmi da un paese all’altro, ho paura».
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » gio dic 01, 2016 9:04 pm

Bravo, così si deve fare!

Migranti: paesino ungherese vieta moschea, muezzin, veli - Sindaco Asotthalom, difendiamo nostre tradizioni contro Ue
28 novembre, 16:24

http://www.ansa.it/nuova_europa/it/noti ... a5afb.html

(ANSA) - BELGRADO - Il sindaco di estrema destra di Asotthalom, piccola cittadina ungherese a pochi km dal confine con la Serbia, ha detto che il consiglio municipale ha deciso di vietare la costruzione di una moschea e l'attivita' dei muezzin, come pure l'uso di veli e indumenti islamici quali burqa, chador e burkini. Laszlo Toroczkai, questo il nome del primo cittadino citato dai media serbi, ha precisato che la decisione e' stata presa per proteggere "la comunita' e le tradizioni" della cittadina dalle delibere della Ue sulla distribuzione dei profughi e richiedenti asilo nei vari Paesi membri.

Asotthalom era stato uno dei centri in prima linea durante il massiccio flusso di migranti e profughi lo scorso anno lungo la rotta balcanica, dalla Serbia verso l'Ungheria e i Paesi dell'Europa occidentale. Il sindaco Toroczkai da parte sua era stato tra i primi a proporre la costruzione di una barriera 'difensiva' per arginare il flusso migratorio, cosa questa poi decisa e realizzata dal premier Viktor Orban lungo tutti i 175 km della frontiera con la Serbia. (ANSA).
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » mer dic 07, 2016 8:14 am

Scorrono le immagini dei migranti messi in salvo dalla nostra Marina militare.
GRAZIA NONIS
https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 87948294:0

GRAZIA NONIS - Scorrono le immagini dei migranti messi in salvo dalla nostra Marina militare. Osservo attentamente le persone che scendono dalla nave che li sta portando in salvo. Una marea di uomini. Pochissime donne e bambini. M’interrogo sulla provenienza di questi baldi giovanotti, e senza essere un’esperta in materia di flussi migratori arrivo alla conclusione che non trattasi di profughi in fuga dalla guerra.

Sono gli stessi che osservo uscire dal centro di accoglienza della mia cittadina. Ospiti fissi che da più di due anni si alzano la mattina per far colazione, il pranzo e poi la cena. Non si rifanno il letto e non puliscono la loro camera perché c’è qualcun altro pagato per farlo al posto loro. Alcuni sono finiti sul giornale perché avevano il vizietto di portarsi l’amichetta in branda. A loro difesa sono intervenuti prontamente i paladini buonisti a giustificare le loro maschie necessità. Di recente, in risposta ai cittadini stufi del fancazzismo di questi “molto clandestini e poco profughi”, alcuni responsabili del centro hanno pubblicato delle foto che ritraevano una decina di loro intenti a raccoglier foglie nel parco cittadino. “Razzisti! Vedete come si danno da fare per ricambiare la nostra ospitalità?” Già, peccato siano solo il dieci percento; gli altri novanta han detto “non ci penso nemmeno e le foglie te le raccogli tu”; siano sempre i soliti; le foglie cadano solo in autunno.

Me la prendo anche con gli stolti che paragonano questi fenomeni ai primi emigrati italiani, quelli partiti per la Germania, la Francia, il Belgio, l’America, con la valigia di cartone zeppa di sogni e speranze. Questi parolai troppo spesso dimenticano che furono proprio quei paesi a reclamare la nostra manodopera, e che se spalancarono i portoni fu solo perché di lavoro ce ne era a iosa. Loro avevano bisogno di noi e noi di loro.

Testa bassa, lavoro, sudore e stamberghe dove riposare. Gente a cui non è mai stato regalato nulla. Nessuno li ha accolti a braccia aperte, fatti mangiare gratis, lavato i panni sporchi e riordinato le loro stanze. Persone umili che, dopo essersi rotti la schiena, hanno avuto fortuna e fatto conoscere ed apprezzare l’Italia nel mondo.

Quindi, chi si permette di fare paragoni simili offende chi come me è figlio, nipote e cugino di migranti che nulla hanno a che fare con i lazzaroni che sputano nel piatto dove mangiano, pretendono di vestire alla moda, di alloggiare in centro città, di salire gratis su tram e autobus. Con tutto il tempo che hanno a disposizione, se la facciano a piedi la strada! Possibile non abbiano un briciolo di orgoglio? Sicuramente , la colpa è tutta degli stupidi “abbracciapopoli” che fanno credere loro che tutto gli è dovuto. Quelli che non insegnano che la michetta la si deve guadagnare e l’erba voglio esiste solo nel giardino del re. Che li obblighino a pulire, lavare, strofinare e tenere in ordine il luogo in cui gli è stato concesso di abitare. E a chi si rifiuta e preferisce poltrire gli si nega la libera uscita, la scheda telefonica, la mancetta quotidiana. Insomma, l’insegnamento del buon padre di famiglia.

In Italia siamo in crisi nera, siamo alla canna del gas, non abbiamo bisogno né di manodopera extra né di prenderci sul groppone altri migranti economici. Ci bastiamo ed avanziamo. Questa è anche l’opinione degli stranieri che da anni risiedono, lavorano nel nostro paese e si sono bene integrati. Ed è anche il messaggio, il tamtam, che i nostri governanti dovrebbero far arrivare agli Stati di provenienza di questi sedicenti profughi.

Per evitare che partano, per evitare che noi si diventi come quei paesi che loro stanno lasciando.
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » mer dic 07, 2016 8:20 am

L'Italia di Renzi è senza futuro: boom di poveri e crollo dei nati
Istituzioni sempre più deboli. La società non investe più sul futuro: i giovani risultano più poveri dei nonni. Il risultato? La povertà cresce e crollano le nascite
Sergio Rame - Ven, 02/12/2016

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 38225.html

Una società che si regge da sé, senza contare più su istituzioni indebolite, e che diventa così terreno fertile per il populismo. L'Italia di Matteo Renzi, descritta dal cinquantesimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, è senza futuro.

Un Paese che ha abdicato qualsiasi speranza nelle istituzioni e che non investe più. Un'Italia in cui "il corpo sociale si sente rancorosamente vittima di un sistema di casta", mentre "il mondo politico si arrocca sulla necessità di un rilancio dell'etica e della moralità pubblica" e "le istituzioni sono inermi (perché vuote o occupate da altri poteri), incapaci di svolgere il loro ruolo di cerniera". E così, mentre aumenta la povertà e crescono le preoccupazioni nei confronti dell'immigrazione, le coppie smettono di fare figli e i giovani restano intrappolatio in lavori a basso costo e bassa produttività.


I giovani più poveri dei nonni

Sfiduciati dalla crisi, gli italiani si aggrappano al risparmio e non investono sul futuro. Le risorse dirottate nel salvadanaio impoveriscono la società e i giovani si ritrovano più poveri dei loro nonni. È un'Italia rentier, avara di speranze, dove l'immobilità sociale genera insicurezza. Tanto che, dall'inizio della crisi nel 2007, in Italia sono stati accantonati 114,3 miliardi di euro di liquidità aggiuntiva. Una cifra maggiore del Pil dell'Ungheria. Per i millennial è un ko economico. I loro redditi sono più bassi del 15% rispetto alla media. Un gap che cresce al 26,5% se si fa il confronto con i loro coetanei di venticinque anni fa. La ricchezza dei giovani è inferiore del 41% rispetto a quella dei sessantenni, che stanno sempre meglio. Per gli over 65 il reddito infatti è aumentato del 24,3%. "La ricchezza dei millennial - si legge nell'analisi del Censis - è inferiore del 4,3% rispetto a quella dei loro coetanei del 1991, mentre per gli italiani nell'insieme il valore attuale è maggiore del 32,3% rispetto ad allora e per gli anziani è maggiore addirittura dell'84,7%". Il divario tra i giovani e il resto degli italiani si è ampliato nel corso del tempo perché venticinque anni fa i redditi dei giovani erano superiori alla media della popolazione del 5,9% (mentre oggi sono inferiori del 15,1%) e la ricchezza era inferiore alla media solo del 18,5% (mentre oggi lo è del 41,1%).


Gli italiani rinunciano a curarsi

"La scure non guarirà la sanità italiana. Gli effetti socialmente regressivi delle manovre di contenimento del governo si traducono in un crescente numero di italiani (11 milioni circa) che nel 2016 hanno dichiarato di aver dovuto rinunciare o rinviare alcune prestazioni sanitarie, specialmente odontoiatriche, specialistiche e diagnostiche". Secondo il Rapporto Censis, infatti, "il mercato del lavoro genera sempre meno opportunità occupazionali lasciando senza redditi un numero sempre più crescente di famiglie". Un impoverimento diffuso che non necessariamente coincide con la condizione di povertà economica: l'area del disagio sociale è infatti più ampia. "La deprivazione - si legge nel dossier - coinvolge anche famiglie che sono al di sopra della soglia di povertà. Sono in condizioni di deprivazione materiale grave 6,9 milioni di persone nel 2014 (+2,6 milioni rispetto al 2010) e uno zoccolo duro di 4,4 milioni di deprivati di lungo corso, cioè almeno dal 2010". I nuclei familiari in povertà alimentare sono oltre 2 milioni nel 2014 (pari all'8% del totale). E i minori in povertà relativa nel 2015 oltre 2 milioni (il 20,2% del totale). La crisi e la stentata ripresa generano un'incertezza diffusa che alimenta un pessimismo diffuso: solo pochi pensano di essere al riparo dal rischio di cadere in condizioni di disagio. Le famiglie in "deprivazione abitativa" sono 7,1 milioni nel 2014 (+1,7% rispetto al 2004). Quelle in "severa deprivazione abitativa" 826.000 (+0,4% rispetto al 2004). Circa il 20% ha problemi di umidità in casa, il 16,5% di sovraffollamento e il 13,2% di danni fisici all'abitazione. Le famiglie in deprivazione di beni durevoli sono 2,5 milioni nel 2014, di queste 775mila sono in gravi condizioni di deprivazione.


Roma e Milano sempre più povere

Le capitali italiane - quella politica, Roma e quella finanziaria, Milano - pesano di meno per Pil delle omologhe aree urbane delle altre nazioni del vecchio Continente. "Sono molti i Paesi europei in cui la capitale - spiega il Censis - condensa in misura straordinaria popolazione e soprattutto ricchezza. Stoccolma, Bruxelles, Vienna, Lisbona, Praga pesano per oltre il 30% della rispettiva ricchezza nazionale. Milano e Roma, pur con il loro primato nazionale, pesano ciascuna per poco meno del 10% del Pil italiano". All'interno di questa 'fotografià rientra la difficile strada dell'autonomia abitativa dei giovani italiani. In Italia la generazione dei millennial ha un peso demografico scarso: i giovani di 20-34 anni rappresentano appena il 16,4% della popolazione totale, la percentuale più bassa tra i Paesi dell'Unione europea. E sono in diminuzione: oggi non arrivano a 11 milioni (erano quasi 15 milioni nel 1991), mentre la popolazione anziana (13,4 milioni) è in costante crescita. Anche le nostre grandi aree urbane, se paragonate a quelle del resto del continente, risultano le meno giovani: la quota di popolazione tra 20 e 34 anni si attesta al 15-16% a Roma, Milano e Torino. I giovani di 18-24 anni ancora in famiglia in Italia sono il 92,6%, nella fascia di età 25-34 anni la quota scende al 48,4%: dati molto elevati rispetto alla media dell'Ue (rispettivamente, 78,9% e 28,9%).


Il calo della popolazione e l'allarme demografico

In Italia le coppie sono sempre più "temporanee, reversibili e asimmetriche, ma autentiche". Nell'ultimo anno sono nati fuori dal matrimonio 139.611 bambini (+59,9% in un decennio), pari al 28,7% del totale: dieci anni fa erano il 15,8%. "Emerge insomma - rileva il Censis - l'erosione delle forme più tradizionali di relazionalità tra le persone e il contestuale sviluppo di modelli diversi". Vince, insomma, la spinta ad abbassare le barriere di ingresso e di uscita nelle relazioni affettive. I millennial sono per l'80,6% celibi o nubili (il 71,4% solo dieci anni fa), mentre i coniugati sono il 19,1% (erano il 28,2%). L'Italia non è un Paese per genitori. Che nel Belpaese si facciano troppi pochi figli e sempre più avanti negli anni è una consapevolezza ormai diffusa nell'immaginario collettivo. Nel sentire comune, la prima causa imputata rispetto al crollo delle nascite è la grave e perdurante crisi economica. Il Censis segnala, infatti, come "senza stranieri il rischio è il declino". Nell'ultimo anno l'allarme demografico ha raggiunto il suo apice: diminuisce la popolazione (nel 2015 le nascite sono state 485.780, il minimo storico dall'Unità d'Italia a oggi), la fecondità si è ridotta a 1,35 figli per donna, gli anziani rappresentano il 22% della popolazione e i minori il 16,5%. "Senza giovani né bambini - si legge nel report - il nostro viene percepito come un Paese senza futuro".


L'allarme immigrazione e il terrorismo

Sono l'immigrazione e il terrorismo le due questioni che più preoccupano l'Europa e l'Italia. Paure che hanno portato il 65,4% degli italiani a modificare le proprie abitudini. Nell'immediato, il 73,1% ha evitato di fare viaggi all'estero, il 53,1% ha evitato luoghi percepiti come possibili bersagli di attentati (piazze, monumenti, stazioni), il 52,7% ha disertato luoghi affollati (cinema, teatri, musei, sale per concerti, luoghi della movida), il 27,5% non ha preso la metropolitana, il 18% ha evitato di uscire la sera. In realtà la stragrande maggioranza degli italiani è convinta che queste microstrategie non siano sufficienti a risolvere problemi che avrebbero bisogno di una governance condivisa sul terreno dell'ordine pubblico e dell'intelligence.






Censis: "Figli più poveri dei loro nonni"
02/12/2016

http://www.adnkronos.com/soldi/economia ... frEZM.html


In Italia i nostri figli sono più poveri dei loro nonni: nel nostro paese si registra un vero Ko economico dei giovani. Nel Rapporto 2016 sulla Situazione Sociale del Paese diffuso oggi, il Censis disegna a tinte forti questo quadro. "Sono evidenti gli esiti di un inedito e perverso gioco intertemporale di trasferimento di risorse che ha letteralmente messo ko economicamente i millennial" annota l'istituto. Rispetto alla media della popolazione, oggi le famiglie dei giovani con meno di 35 anni hanno un reddito più basso del 15,1% e una ricchezza inferiore del 41,1%, rileva il rapporto.

Nel confronto con venticinque anni fa, sottolinea il Censis, i giovani di oggi hanno un reddito del 26,5% più basso di quello dei loro coetanei di allora, mentre per gli over 65 anni è invece aumentato del 24,3%. La ricchezza degli attuali millennial è inferiore del 4,3% rispetto a quella dei loro coetanei del 1991, mentre per gli italiani nell’insieme il valore attuale è maggiore del 32,3% rispetto ad allora e per gli anziani è maggiore addirittura dell’84,7%. Il divario tra i giovani e il resto degli italiani si è ampliato nel corso del tempo, perché venticinque anni fa, valuta il rapporto, i redditi dei giovani erano superiori alla media della popolazione del 5,9% (mentre oggi sono inferiori del 15,1%) e la ricchezza era inferiore alla media solo del 18,5% (mentre oggi lo è del 41,1%).

Migranti in testa a paure per 44%, terrorismo per 34% - Sono l'immigrazione e il terrorismo le due questioni che più preoccupano l'Europa e l'Italia: la prima è segnalata come principale paura dal 48% degli europei e dal 44% degli italiani, il secondo è indicato dal 39% dei cittadini dell'Unione e dal 34% di quelli italiani. Secondo quanto rileva il Censis, in base a un'indagine realizzata su un campione nazionale di cittadini subito dopo le stragi del 13 novembre 2015 a Parigi, emerge come il 65,4% degli italiani abbia modificato le proprie abitudini a causa delle nuove paure. Nell'immediato, il 73,1% ha evitato di fare viaggi all'estero, il 53,1% ha evitato luoghi percepiti come possibili bersagli di attentati (piazze, monumenti, stazioni), il 52,7% ha disertato luoghi affollati (cinema, teatri, musei, sale per concerti, luoghi della movida), il 27,5% non ha preso la metropolitana, il 18% ha evitato di uscire la sera.
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » mer dic 07, 2016 8:33 am

Situazione sociale, Censis: “Cresce il disagio, più difficile curarsi e scegliere di avere figli. L’Italia rischia il declino”

Il cinquantesimo rapporto del centro studi evidenzia che se non ci fossero gli stranieri nella Penisola vivrebbero "oltre 2,5 milioni di minori e under 35 in meno”. Senza "politiche di sviluppo e di disincentivo della fuga altrove" andiamo verso "una situazione di ristagno". Le famiglie in deprivazione abitativa sono 7,1 milioni e quelle che hanno difficoltà ad acquistare beni durevoli 2,5 milioni
di Luisiana Gaita | 2 dicembre 2016

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12 ... no/3231730

Privati della possibilità di vivere in una casa sicura, di potersi curare, di mantenere i figli. La crisi economica, il conseguente restringimento del welfare e l’andamento del mercato del lavoro hanno conseguenze sulle famiglie italiane. Sono sempre più numerose quelle che, con meno opportunità occupazionali, restano senza redditi da lavoro. Eppure quello economico è solo uno degli aspetti del disagio sociale, che riguarda anche i nuclei al di sopra della soglia di povertà. E senza stranieri il rischio è il declino. Basti pensare che nel 2015 gli italiani che si sono trasferiti all’estero sono stati 102.259: una cifra praticamente raddoppiata negli ultimi quattro anni e che ha avuto una crescita del 15,1% solo nell’ultimo anno. “Immaginare un’Italia senza stranieri vorrebbe dire pensare a un Paese con oltre 2,5 milioni di minori e under 35 in meno”. Questi alcuni dei temi su cui si sofferma il cinquantesimo rapporto del Censis sulla situazione sociale.

In Italia sono in condizioni di ‘deprivazione materiale grave’ 6,9 milioni di persone (dati del 2014): sono 2,6 milioni in più rispetto al 2010. E uno zoccolo duro di 4,4 milioni vive in questa situazione almeno da sei anni. Le famiglie in deprivazione abitativa sono 7,1 milioni (+1,7% rispetto a dieci anni prima). Quelle in severa deprivazione abitativa sono 826mila (+0,4% rispetto al 2004). Circa il 20% ha problemi di umidità in casa, il 16,5% di sovraffollamento e il 13,2% di danni fisici alla casa dove vive. Le famiglie che hanno difficoltà ad acquistare beni durevoli sono 2,5 milioni nel 2014, di queste 775mila sono in gravi condizioni di deprivazione. Le famiglie in povertà alimentare sono oltre 2 milioni nel 2014 (pari all’8% del totale). E i minori in povertà relativa nel 2015 sono oltre 2 milioni, il 20,2% del totale.

L’ITALIA NON È UN PAESE PER GENITORI – Secondo una indagine del Censis, l’87,7% degli italiani pensa che il nostro Paese sia afflitto dalla scarsa natalità. Per l’83,3% la crisi economica ha reso più difficile la scelta di avere figli anche per chi li vorrebbe. Il problema principale, però, riguarda gli interventi di sostegno ai genitori: sussidi, asili nido, sgravi fiscali, orari di lavoro più flessibili, permessi per le esigenze dei figli. “Il 60,7% degli italiani – spiega il rapporto – è convinto che, se migliorassero gli interventi pubblici su vari fronti, la scelta di avere un figlio sarebbe più facile”. Pesa però anche la presa di coscienza tardiva circa la presenza di eventuali problemi di infertilità, che allunga i tempi di accesso alle cure e quindi la loro efficacia. Non solo le coppie che si sottopongono alle tecniche di Pma (procreazione medicalmente assistita) devono affrontare un percorso molto complesso, ma accesso e opportunità non sono uguali per tutti. Secondo il Censis il 76% delle coppie in trattamento pensa che chi ha problemi di questo genere in Italia sia svantaggiato rispetto a chi vive in altri Paesi europei e il 79,5% pensa che non in tutte le regioni sia assicurato lo stesso livello di qualità nei trattamenti, così come la gratuità dell’accesso alle cure (74,3%).

LA SCURE NON GUARIRÀ LA SANITÀ – Il progressivo restringimento del welfare cambia le dinamiche della spesa sanitaria. Intanto, dal 2009 al 2015 si registra solo una lieve riduzione in termini reali della spesa pubblica. “Nello stesso arco di tempo la spesa sanitaria privata – spiega il Censis – dopo una fase di crescita significativa, si riduce a partire dal 2012, per riprendere ad aumentare negli ultimi due anni (+2,4% dal 2014 al 2015), fino a raggiungere nel 2015 i 34,8 miliardi di euro, cioè poco meno del 24% della spesa sanitaria totale”. Significativo l’aumento della compartecipazione dei cittadini alla spesa: +32,4% in termini reali dal 2009 al 2015 (con un incremento più consistente per quanto riguarda nello specifico la spesa farmaceutica: 2,9 miliardi, +74,4%). “Gli effetti socialmente regressivi delle manovre di contenimento – si legge nel rapporto – si traducono in un crescente numero di italiani (11 milioni circa) che nel 2016 hanno dichiarato di aver dovuto rinunciare o rinviare alcune prestazioni sanitarie, specialmente odontoiatriche, specialistiche e diagnostiche”. Anche l’offerta ospedaliera mostra una progressiva riduzione dei posti letto (3,3 per mille abitanti in Italia nel 2013 secondo i dati Eurostat, contro i 5,2 in media dei 28 Paesi Ue, gli 8,2 della Germania e i 6,3 della Francia).

I POPOLI DELLE PENSIONI – I nuovi pensionati sono più anziani rispetto al passato e hanno anche redditi pensionistici mediamente migliori “come effetto di carriere contributive più lunghe e continuative nel tempo – spiega il rapporto – e occupazioni in settori e con inquadramenti professionali migliori”. Tra il 2004 e il 2013 l’incidenza dei nuovi pensionati di vecchiaia che hanno versato contributi per non più di 35 anni scende dal 54,9% al 37,5%, quella di chi ha versato contributi per un periodo compreso tra i 36 e i 40 anni dal 37,6% al 33,7%, mentre per chi ha percorsi contributivi superiori ai 40 anni l’incidenza si quadruplica, passando dal 7,6% al 28,8%. Migliorano le condizioni socio-economiche dei pensionati: negli anni 2008-2014 il reddito medio del totale delle pensioni è passato da 14.721 a 17.040 euro (+5,3%). Per 3,3 milioni di famiglie con pensionati le prestazioni pensionistiche sono l’unico reddito familiare e per 7,8 milioni i trasferimenti pensionistici rappresentano oltre il 75% del reddito familiare disponibile. Così, si stimano in 1,7 milioni i pensionati che hanno ricevuto un aiuto economico da parenti e amici. Ma i pensionati non possono essere considerati solo come recettori passivi di risorse e servizi di welfare, perché sono anche protagonisti di una redistribuzione orizzontale di risorse economiche: sono 4,1 milioni quelli che hanno prestato ad altri un aiuto economico.

SICUREZZA E CITTADINANZA – Nell’ultimo anno l’allarme demografico ha raggiunto il suo apice: diminuisce la popolazione (nel 2015 le nascite sono state 485.780, il minimo storico dall’Unità d’Italia a oggi), la fecondità si è ridotta a 1,35 figli per donna, gli anziani rappresentano il 22% della popolazione e i minori il 16,5%. “Senza giovani né bambini – sottolinea il Censis – il nostro viene percepito come un Paese senza futuro”. Ne è prova il boom delle cancellazioni dall’anagrafe di italiani trasferitisi all’estero. In un Paese in cui la piramide generazionale si è rovesciata gli stranieri rappresentano un importante serbatoio di energie. Proprio grazie a loro dal 2001 a oggi la popolazione è aumentata del 6,5%, raggiungendo gli attuali 60 milioni e 666mila abitanti: la presenza di stranieri si è quasi triplicata negli ultimi quindici anni (+274,7%). Ma l’effetto combinato del prolungamento della vita media e dell’omologazione dei comportamenti demografici degli stranieri a quelli degli italiani “se non affrontato da politiche di sviluppo e di disincentivo della ‘fuga altrove’ – spiega il Censis – potrebbe determinare, anche nel futuro, una situazione di ristagno per il nostro Paese”.
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » mer dic 07, 2016 8:57 pm

Il Papa irresponsabile

Il monito di Papa Francesco: tanti non vogliono prendersi responsabilità dei profughi
Il pontefice parla a braccio nel corso della messa della domenica delle palme. Trenta morti in naufragio al largo delle coste libiche
20 marzo 2016

http://www.repubblica.it/vaticano/2016/ ... -135901355

CITTA' DEL VATICANO - "Oggi penso a tanti profughi, a tanti rifugiati. Tanti non vogliono assumersi la responsabilità del loro destino". Lo ha detto papa Francesco, parlando a braccio, nel corso dell'omelia per la domenica delle palme che sta celebrando in piazza San Pietro di fronte a migliaia di fedeli. Il papa ha accostato le loro sofferenze e il loro abbandono a quelle del Cristo verso la croce.

Parole quelle del pontefice che si riferisocno alla tragedia dei migranti. Questa mattina la guardia costiera greca ha recuperato i corpi senza vita di due bambine, di uno e due anni, cadute in mare da un barcone di migranti vicino all'isola di Rodi, mentre ieri 30 migranti sono morti a largo della Libia.

A Gesù "viene negata ogni giustizia" e "prova sulla sua pelle anche l'indifferenza perché nessuno vuole assumersi la responsabilità del suo destino", ha spiegato il pontefice. Il Papa ha commentato i passaggi di Cristo tra sinedrio e Pilato e la "umiliazione estrema" che Gesù subisce nella Passione. "E penso a tanta gente - ha aggiunto a braccio dopo alcuni secondi di silenzio - a tanti emarginati, a tanti profughi a tanti rifugiati, che di coloro tanti non vogliono assumersi la responsabilità del loro destino".

Per il Papa il crocifisso è "la 'cattedra di Dio'", l'unica in grado di insegnare la via di un "amore umile" capace di "rinunciare" a "egoismo, potere, fama". Così lo ha definito nella omelia della messa delle Palme. "Può sembrarci tanto distante - ha rimarcato papa Francesco - il modo di agire di Dio, che si è annientato per noi, mentre a noi pare difficile persino dimenticarci un poco di noi".

"Egli - prosegue la riflessione del Pontefice - viene a salvarci; siamo chiamati a scegliere la sua via: la via del servizio, del dono, della dimenticanza di sé. Possiamo incamminarci su questa via soffermandoci in questi giorni a guardare il Crocifisso, la 'cattedra di Dio', per imparare l'amore umile, che salva e dà la vita, per rinunciare all'egoismo, alla ricerca del potere e della fama. Con la sua umiliazione, Gesù ci invita a camminare sulla sua strada". Ha quindi invitato a meditare su "questo mistero del suo annientamento per noi"
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » gio dic 08, 2016 7:57 am

"Più soldi o vi decapitiamo": la rivolta dei clandestini a Potenza
Tre migranti arrestati nel centro di accoglienza lucano: avevano sequestrato il responsabile della struttura e un suo collaboratore: "Dateci più soldi o vi decapitiamo"
Chiara Sarra - Mer, 07/12/2016

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 40058.html

"Dateci più soldi o vi decapitiamo". È la protesta violenta di tre migranti, un nigeriano e due gambiani, in un centro d'accoglienza di Potenza.

I tre sono stati arrestati venerdì scorso per tentata estorsione aggravata ai danni del responsabile della società che gestisce la struttura e per resistenza a pubblico ufficiale. Chiamata da alcuni dipendenti, infatti, la polizia è intervenuta durante la rivolta: i clandestini avevano chiuso in una stanza il presidente della società e un suo collaboratore chiedendogli il denaro ("alcune migliaia di euro") che gli avevano visto maneggiare, come racconta La Gazzetta del Mezzogiorno.

"Mentre la Lucania viene letteralmente saturata di immigrati dell'Africa sub-sahariana, assolutamente non gestibili in termini di integrazione, alle zone elettorali di Marcelle Pittella spettano, invece, gli immigrati di lusso, quelli col titolo di studio", accusa Francesca Messina, responsabile regionale dipartimento immigrazione Fdi-An Basilicata, che punta il dito contro il governatore della Basilicata, "È strano che Pittella faccia di queste discriminazioni tra immigrati di serie A e B, visto che solo pochi giorni fa il Presidente ha presentato il suo progetto per una mega-“baraccopoli” nel cuore della Lucania, per ospitare - così sembra - praticamente tutti gli immigrati che nessuno in Italia vuole più. A Lauria vanno gli immigrati meno problematici, quelli che non fanno barricate e non sequestrano le persone (come accaduto a Sasso di Castalda e Potenza), e altrove vanno tutti gli altri?".

Intanto, secondo l'Ansa, persino il Pd ha chiesto chiarezza: il deputato dem Giovanni Burtone ha infatti richiesto "al più presto una missione in Basilicata" da parte dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione ed espulsione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti e sulle risorse pubbliche impegnate.
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