L'Aquarius attracca a Valencia, le proteste: "Non vogliamo i migranti"Franco Grilli - Dom, 17/06/2018
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 41903.html Non tutti gli spagnoli hanno condiviso lo slancio umanitario del premier Sanchez che ha aperto il porto di Valencia per l'attracco dell'Aquarius.
Il socialista ha cercato una mossa per accreditarsi al tavolo dell'Europa, ma ha anche aperto un fronte interno che ha acceso e non poco le proteste della detsra spagnola per la politica di accoglienza di Madrid. E così alcuni esponentio della destra iberica hanno presidiato il porto di Valencia sin dalle prime ore dell'alba per "accogliere" a modo loro i 629 migranti arrivati in porto.
Bandiere spagnole in mano, megafoni e striscioni per urlare. "Non vogliamo i migranti, non vogliamo i rifugiati". Un messaggio chiaro che ha creato anche qualche momento di tensione nel porto. Di fatto le proteste sono solo l'inizio di uno scontro interno tra il governo di Madrid a trazione rossa e la destra che chiede un freno all'ingresso dei migranti. La mossa Aquarius ha scoperto il fianco di Sanchez e potrebbe pagare a caro prezzo questa decisione.
Aquarius a Valencia, Salvini provoca: "Ne accolgano altri 66 mila". Renzi: "Fa il bullo sulla pelle dei poveracci"ALBERTO CUSTODERO
2018/06/17
http://www.repubblica.it/politica/2018/ ... /?ref=fbprROMA - L'arrivo dell'Aquarius in Spagna, anzichè "bussare alle coscienze" per dirla con il vescovo di Valencia, diventa un caso politico internazionale: la Lega provoca, il M5s esulta, Marine Le Pen si schiera con grillini e leghisti, il Papa ammonisce, Msg e Unhcr si augurano che non accada più. E il Pd attacca. "Il governo ha usato Aquarius per la sua propaganda - dice a Repubblica il segretario reggente dem, Maurizio Martina - dopo giorni in balia del mare quelle vite possono finalmente toccare terra. Dalle parti di Lega e Cinque Stelle anzichè esultare sarebbe più dignitoso il silenzio". "Questo incidente è qualcosa che non sarebbe mai dovuto accadere", ha dichiarato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
Rincara la dose Matteo Renzi che (da Lucia Annunziata a ½ h in più su Raitre), accusa Salvini di aver fatto "il bullo con 629 disgraziati". "Si è comportato come un regista che ha fatto spot per le sue idee - aggiunge l'ex premier - ma da domani non cambia nulla: i porti sono aperti e, anzi, in Europa l'Italia è più isolata. Un milione di like non vale una vita". "Dobbiamo dire a Viktor Orbàn che se non accolgono i migranti smettono di avere i fondi europei - dice ancora Renzi - ma Salvini certo non glielo dice perchè è suo alleato".
Non casualmente, la leader di Front National, Marine Le Pen, si schiera sulle posizioni Lega-M5s, denunciando con durezza la posizione della Francia che ha accettato di farsi carico di migranti soccorsi dalla nave Aquarius, e sostenendo invece la politica "totalmente seria ed efficace dell'Italia". La Commissione Europea intanto risponde con un "no comment" all'annuncio di Salvini di voler chiudere i porti in Italia a altre due imbarcazioni di Ong che operano nel Mediterraneo Centrale.
LA LEGA PROVOCA, IL M5S ESULTA
Matteo Salvini non si lascia sfuggire l'occasione per cogliere da questo evento un segno - dal suo punto di vista - positivo. "La Aquarius - twitta - approda in Spagna. Per la prima volta una nave partita dalla Libia e destinata in Italia attracca in un Paese diverso: segno che qualcosa sta cambiando, non siamo piú gli zerbini d'Europa".
Poi, da Seregno dove si trova per la campagna elettorale, lancia una provocazione: "In questi minuti sta sbarcando in Spagna una nave con 660 migranti, grazie, io spero ne accolga altri 66 mila, noi non ci offendiamo. Se poi arrivassero i maltesi, i portoghesi, ripeto, noi non ci offendiamo".
Qualche minuto prima erano stati i 5 Stelle addirittura a esultare e a definire l'attracco della nave respinta dall'Italia un "momento storico". "La nave - twitta il ministro delle Infrastrutture grillino Danilo Toninelli - è attraccata da poco a Valencia. Comando Guardia Costiera conferma: a bordo nessuna criticità particolare. È un momento storico. L'esempio della Spagna sia solo l'inizio di una nuova stagione di solidarietà europea".
FRANCESCO: "GESTI CONCRETI DI SOLIDARIETÁ"
Il Papa è tornato a parlare dei migranti anche all'Angelus, ricordando che mercoledì prossimo ricorrerà la Giornata Mondiale del Rifugiato, voluta per puntare l'attenzione sui "fratelli costretti a fuggire dalla loro terra a causa di conflitti e persecuzioni". Il pontefice ha evidenziato che questa giornata "cade nel vivo delle consultazioni dei governi per un patto mondiale sui rifugiati" che ha tra gli obiettivi quello di "una migrazione sicura".
"Auspico che gli Stati coinvolti - è l'appello del Papa - raggiungano un'intesa per assicurare con responsabilità e umanità la protezione e chi è costretto a lasciare il suo Paese". Francesco si è poi rivolto a tutti: "Anche ciascuno di noi è chiamato a stare vicino ai rifugiati" perché "in questo incontro c'è la soluzione di tanti problemi". Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano ha poi precisato che "la soluzione deve essere comune, non si può gettare soltanto sulle spalle di un Paese il peso e la responsabilità di risolvere di questo fenomeno".
"Condividiamo con gesti concreti di solidarietà il cammino dei migranti e dei rifugiati" dice Francesco in un tweet nel quale usa l'hashtag #sharejourney (condividi il cammino) e rilancia la campagna di Caritas che vedrà iniziative a favore di migranti e rifugiati in tutto il mondo, a partire da oggi e fino al 24 giugno.
MSF: "CI AUGURIAMO CHE NON SUCCEDA PIÚ"
"È stato un viaggio difficile caratterizzato anche dal maltempo - dichiara Claudia Lodesani, presidente di Medici Senza Frontiere Italia - quei migranti soccorsi in mezzo al mare sono persone che hanno già fatto un percorso migratorio difficile, hanno vissuto l'orrore della Libia, sono sopravvissute al deserto". "E poi - aggiunge Lodesani - tre navi, la nostra, più le due che hanno accompagnato l'Aquarius, la Dattilo e l'Orione, sono fuori dalla zona di soccorso (Sar) per almeno due settimane". Una situazione, osserva la presidente di Msf, "inaccettabile", perché si mette in pericolo la vita di "altre persone che stanno partendo, tant'è che c'è stato un naufragio con 12 morti qualche giorno fa. Quindi ci auguriamo veramente che sia l'ultima volta che succeda una cosa di questo tipo".
La nave Aquarius a Valencia: come funziona la politica spagnola sui migrantiLuca Veronese
2018-06-15
http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/20 ... d=AE8aLI7EL’attracco a Valencia della nave Aquarius, con i 629 profughi a bordo, può segnare la svolta della Spagna nelle politiche di accoglienza dei migranti. E anche la Francia farà la sua parte: la vicepremier spagnola Carmen Calvo ha annunciato che Parigi collaborerà all’accoglienza dei migranti presenti sull’imbarcazione. Calvo, responsabile del coordinamento per l’accoglienza, ha accettato la proposta presentata dal governo francese, dopo una conversazione con l’ambasciatore francese in Spagna.
Il presidente Pedro Sanchez ha ringraziato il presidente francese Emmanuel Macron, sottolineando che questa è la cooperazione «con cui l’Europa deve rispondere». Il nuovo premier, il socialista Pedro Sanchez, ha detto e fatto qualcosa di sinistra. Forse per opportunità politica, forse per tenere a bada gli attivisti di Podemos necessari al suo governo di minoranza, forse per ingenuità come gli imputa la vecchia guardia del partito, sperando in un suo scivolone sulla scena europea.
Intanto però Sanchez ha pronto un piano (costoso) per reintrodurre i servizi sanitari gratuiti per tutti, anche per gli immigrati senza documenti. E ha promesso che «farà il possibile» per rimuovere il filo rasoiato in cima alle barriere che circondano le enclave spagnole di Ceuta e Melilla, separandole dal Marocco.
La linea dura della Spagna
Per anni i governi di Madrid hanno adottato politiche di chiusura più che di accoglienza. E questo pure essendo la Spagna un Paese storicamente abituato a ricevere flussi dall’Africa e dall’America Latina. Negli anni Duemila l’immigrazione non autorizzata verso l’Europa passava al largo del Marocco, dalle isole Canarie. In seguito le rotte hanno puntato sull’Andalusia, la regione più a Sud del Paese, da raggiungere venendo dal Marocco entrando le Ceuta e Melilla. È in questa fase e poi con l’aggravarsi della crisi economica che in Spagna la questione dei migranti comincia a farsi sentire, pur non arrivando mai all’estremismo razzista di altri Paesi. Anche per la totale mancanza di partiti xenofobi o di estrema destra. Madrid ha comunque reagito con un sistema di polizia e con accordi con i governi africani con l’obiettivo dichiarato di bloccare all’origine i flussi migratori.
Perché l’Europa rischia di schiantarsi sui migranti (e l’Italia può solo perderci)
I flussi migratori verso la Spagna
Gli arrivi di rifugiati in Spagna non hanno mai raggiunto i picchi toccati da Italia e Grecia negli anni scorsi. Nel 2014 i migranti arrivati nel Paese sono stati circa 4.600, nel 2015 sono diventati 5.200, nel 2016 sono saliti a 8.100 e nel 2017 si è raggiunto il massimo con 22mila ingressi. Da lì in poi anche in Spagna il flusso migratorio del Mediterraneo è diventato un tema politico. Dal 2017 inoltre, mentre in Italia e Grecia il numero di sbarchi comincia a diminuire, in Spagna aumenta in modo costante. Tanto che dall’inizio del 2018 fino allo scorso maggio, i tre Paesi - secondo i dati dell’Unhcr - presentano numeri molto simili: 15mila gli arrivi in Italia, poco più di 12mila quelli registrati da Grecia e Spagna.
Le barriere di Ceuta e Melilla
Già alla fine degli anni Novanta la Spagna decide di blindare le città autonome in terra d’Africa, oltre lo Stretto di Gibilterra, con due barriere di filo spinato: lunga otto chilometri quella a Ceuta, 12 chilometri quella a Melilla. Le barriere sono alte tre metri, hanno posti di vigilanza e vari sistemi di sorveglianza e allarme: il costo complessivo è di 30 milioni di euro e viene finanziato in gran parte dai fondi europei. L’operazione non è molto diversa da quella decisa dall’Ungheria di Viktor Orban per bloccare la rotta balcanica alla frontiera meridionale con la Serbia. Ma in questo caso ha il totale appoggio di Bruxelles che, attraverso Frontex, ha anche dato il consenso ad alzare il muro fino a sei metri.
Nel 2013 il governo conservatore di Mariano Rajoy fece fissare in cima alle barriere il filo rasoiato, letale per chi cerca di scavalcare, provocando la reazione delle opposizioni, della Chiesa cattolica e delle organizzazioni umanitarie e incassando da queste, senza scomporsi più di tanto, l’accusa di «governo disumano».
Spagna, Sanchez presenta il suo governo «europeista»
La forza della polizia contro i migranti
Sono stati costanti negli anni i tentativi dei migranti dall’Africa di superare o aggirare le barriere spinate. Nel 2005 la polizia del Marocco sparò sulla folla di disperati che assediavano le città autonome spagnole. Nel 2014 a Ceuta fu invece la polizia spagnola a sparare lacrimogeni e proiettili di gomma contro i migranti. Le organizzazioni umanitarie hanno denunciato più volte che la costruzione delle barriere ha costretto i profughi a rischiare la vita sulla via del mare. E hanno calcolato che nello Stretto di Gibilterra sono morte almeno 4mila persone, annegate nel tentativo di entrare in Spagna.
La svolta della Spagna con il socialista Sanchez
«Aquarius venga da noi, siamo pronti ad accogliere la nave con i profughi a Valencia», ha detto la scorsa settimana Sanchez dettando la nuova linea della politica di accoglienza della Spagna. A mettere in discussione le barriere di Ceuta e Melilla è stato invece il neoministro dell’Interno, l’ex magistrato Fernando Grande-Marlaska, che ha ordinato un’indagine sulla barriera di filo spinato e di lame affilate, per trovare «sistemi meno sanguinosi».
«È una delle mie priorità», ha dichiarato Grande-Malaska spiegando che è necessario «agire a monte» evitando così ai migranti di rischiare la vita sulle barriere.
Ma la svolta vera può venire da un decreto che il premier Sanchez sta per firmare, un provvedimento che annulla le misure del precedente governo di destra e riporta al 2012 il servizio sanitario universale concedendo a tutti i residenti in Spagna, compresi gli immigrati senza documenti, l’assistenza (anche gratuita se è il caso) di ospedali e centri di soccorso: «Per decenza politica - ha fatto sapere il governo - e per rispettare i diritti umani».
Valencia, accoglienza senza autorità. Sánchez offre il permesso di un mese, e poi?Luca Tancredi Barone
https://ilmanifesto.it/valencia-accogli ... mese-e-poiLa Merkel è alle corde sul tema migranti, perché ai tedeschi piace la linea duranuccia bianchini
17 giugno 2018
https://www.agi.it/estero/migranti_salv ... 2018-06-17Non si placa lo scontro in seno al blocco conservatore del governo tedesco, il braccio di ferro sulla politica migranti tra la cancelliera Angela Merkel e Horst Seehofer, il ministro dell'Interno, capo dei conservatori bavaresi dell'Unione cristiana sociale (CSU). Anche l'Spd, il partito socialdemocratico, ha chiesto "moderazione", ma un sondaggio ha rivelato che la gran parte dei tedeschi sostiene la linea dura del ministro ribelle: il 62 per cento dei cittadini vuole che i migranti senza documenti che arrivino al confine siano respinti, esattamente in linea con la posizione di Seehofer; e l'86% è favorevole ad accelerare le espulsioni di quelli le cui richieste di asilo siano state negate.
Il sondaggio è destinato a mettere ulteriormente sotto pressione la Merkel, già pesantemente punita dall'elettorato quando, nel 2015, consentì a più di un milione di persone in fuga dalle guerre e la miseria in Siria e Iraq di entrare in Germania; un afflusso così massiccio che poi scatenò l'ascesa del partito di estrema destra e anti-Islam AfD, che a settembre è entrato in Parlamento. Con una spaccatura che non ha precedenti tra la CDU e la CSU, Seehofer ha apertamente sfidato la Merkel chiedendo di consentire alla polizia di frontiera di respingere i migranti che non hanno documenti d'identità validi o siano già registrati in un altro Paese dell'UE.
La Merkel è alle corde sul tema migranti, perché ai tedeschi piace la linea dura
E oggi il ministro ha licenziato Jutta Cordt, il capo dell'Ufficio per i migranti e i rifugiati (BAMF), da settimane al centro di uno scandalo, in uno dei suoi uffici a Brema, sotto inchiesta con l'accusa di aver favorire più di 1.200 domande di asilo e averne concesso 4.568 a persone senza diritto. Ma intanto il pressing su Merkel aumenta e rischia di aprire una crisi insanabile all'interno della coalizione di governo, al potere da soli tre mesi.
Alla vigilia delle elezioni regionali in Baviera, Seehofer - che teme di perdere consensi a favore dell'estrema destra - è favorevole alla linea dura; e ritiene che la Germania dovrebbe allearsi con l'Austria e l'Italia sulle politiche in materia di migrazione e sicurezza. "Bisogna cercare soluzioni sensate e su scala europea, le uscite in solitario non lo sono", ha tentato oggi di mediare Andrea Nahles, la leader dell'SPD, allineata sulle posizioni della cancelliera. Ma di fronte alle minacce di rottura da parte del Csu, lo stesso Seehofer ha accusato di nuovo la linea del cancelliera -i ntervistato dal "Suddeutsche Zeitung" - sostenendo che la decisione della Merkel di aprire le frontiere in piena crisi migratoria, nel 2015, ha provocato "divisione" in Europa.
Il ministro dell'Interno rispondeva a una lettera del segretario generale della CDU, Annegret Kramp-Karrenbauer, secondo cui la proposta Seehofer - un importante progetto di riforma della politica di asilo, un 'masterplan' in 63 punti - viola le normative comunitarie in materia di rifugiati e minaccia di "separare e indebolire l'Europa". La cancelliera ha insistito in questi ultimi giorni che deve cercarsi una "proposta europea" e che il governo tedesco non può agire "unilateralmente".
Ma la distanza tra la Cdu della Merkel e la Csu di Seehofer è stata resa oggi evidente dalle riunioni separate dei rispettivi gruppi parlamentari che da decenni formavano invece un gruppo unico. Seibert non ha voluto pronunciarsi sulla possibilità che il ministro Seehofer renda effettivo il suo rigido piano di immigrazione applicando le sue competenze in materia e che già lunedì proceda e reinserire i controlli alle frontiere, come ha ventilato il suo partito. Il portavoce si è limitato a ricordare che "vale" l'articolo 65 della Costituzione secondo cui è il cancelliere che "determina le direttive politiche e ne è responsabile" e ha aggiunto che Merkel ha "fiducia" nel suo ministro.
In mezzo al caos, non ha aiutato un messaggio diffuso su Twitter dalla rivista satirica "Titanic", che annunciava la rottura tra Cdu e Csu: qualcuno ha pensato fosse vero e la notizia è piombata come un ciclone nelle redazioni on line, fino a quando è stata smentita. Ma la burla mostra bene a che punto sia la tensione.
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