Norvexa e migranti

Norvexa e migranti

Messaggioda Berto » mar set 22, 2015 8:22 pm

Norvexa e migranti
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Re: Norvexa e migranti

Messaggioda Berto » mar set 22, 2015 8:23 pm

Norvegia, la Polizia: “Abbiamo perso il controllo di Oslo”
settembre 21st, 2015
http://www.mattinonline.ch/norvegia-la- ... lo-di-oslo
Le sacche di immigrati che non vogliono integrarsi nella società europea sono una realtà in molti paesi del vecchio continente e in Norvegia, dove l’immigrazione ha cambiato il tessuto sociale della nazione, la Polizia ammette di “…aver perso il controllo sulla capitale Oslo…”
Il quartiere centralissimo di Gronland, a due passi dal parlamento norvegese, è un luogo che sembra più Karachi o Bassora: qui i criminali vendono droga a scena aperta. Secondo molti nel paese questa porzione della città non è più Europa.
Esistono delle pattuglie di islamisti che controllano la zona, attaccando chi beve alcool, ragazze che non sono abbastanza vestite o le coppie gay di passaggio: in questo modo si crea un clima di paura che contribuisce all’ulteriore isolamento del quartiere.
Alcuni migranti dell’area definiscono questo quartiere della capitale norvegese più islamico del Marocco o del Qatar: il tasso di criminalità è esplosivo e la Polizia attribuisce agli immigrati la maggior parte degli stupri perpetrati nella città: le vittime si sentono abbandonate dallo Stato e il sogno di un’Europa multiculturale è come il Titanic: destinato ad affondare alle prime difficoltà.
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Re: Norvexa e migranti

Messaggioda Berto » mar set 22, 2015 8:27 pm

Il razzismo inverso della Norvegia, dove l’integrazione è solo apparente
30 ago 2014
http://dailystorm.it/2014/08/30/il-razz ... -apparente
I migranti possono tutto, ma l’integrazione non c’è. Così la paura dei norvegesi di essere tacciati di razzismo annulla il dibattito sui migranti. E la diversità diventa una gabbia
di Edoardo Tozzi

???
(Vg.no) «Non vogliamo essere parte della società norvegese, ma comunque non vediamo necessità di trasferirci all’estero, […] lasciateci Grønland. Separate il quartiere e lasciatecelo governare come vogliamo […] Non vogliamo vivere come animali impuri come voi» − Ubaydullah Hussain, leader del gruppo islamista di Oslo Profetens Ummah
???

Ogni Paese che si rispetti, fiero e nazionalista, ama autocelebrarsi in un dato giorno dell’anno. E vale particolarmente per qui paesi in cui qualcosa di simile a un complesso di inferiorità cova sotto le ceneri storiche, così che quel giorno finisce per assumere un valore ancora più preponderante. La Norvegia, storicamente dominata e mai dominatrice, ne è l’apri-fila.

Provincia danese prima e nazista poi, ha ottenuto l’indipendenza solamente nel 1905. Monarchia costituzionale, in meno di un secolo la sua situazione socioeconomica ha conosciuto una drastica ascesa. Prima, infatti, il numero di emigranti superava nettamente quello degli immigrati. D’altronde il clima non esattamente tropicale e una geografia “scomoda” non non rendeva certo la Norvegia un El dorado. Poi, all’improvviso, si sono accorti di essere seduti sul petrolio, risorsa che attualmente contribuisce al 25% del loro Pil e che li ha trasformati nei principali produttori ed esportatori europei (nonché terzi mondiali). Ma, cosa ancora più interessante, da Paese di emigranti è divenuto meta di immigrati. Oggi andiamo in Norvegia per cercare lavoro, mentre loro vengono per le ferie.

La Norvegia rappresenta il Paese con l’indice di sviluppo umano più alto del mondo (HDI). La pressione fiscale raggiunge il 42,3% del Pil procapite (in Italia è al 54%), ma tutto ciò che i cittadini pagano in tasse viene restituito loro sotto forma di servizi pubblici. Le università sono gratuite, ogni studente ha diritto ad una borsa di studio, le famiglie sono incoraggiate ad avere bambini… E noi stiamo ancora aspettando l’autobus sotto casa.

Disegnata così può sembrare la terra promessa per molti immigrati. E difatti, sotto molti aspetti, lo è. Tuttavia, come ogni Paese povero di una storia nazionale identitaria, i norvegesi sono schiavi delle proprie insicurezze e dei propri stereotipi. Soffrono di quello che può essere definito razzismo inverso: la loro paura di essere tacciati come razzisti appare tanto radicata che finisce per ritorcerglisi contro.

Partiamo da un esempio: qualche mese fa, Ubaydullah Hussain — leader della fazione islamica di Oslo — chiese e pretese di avere un intero quartiere di Oslo (Grønland). La richiesta è rimasta inascoltata, ma immaginate un episodio simile in Italia. Si potrebbe pensare che il semplice fatto che qualcuno abbia azzardato una proposta simile sia legato alla consapevolezza di vivere in un Paese laico e rispettoso della diversità. Il che è senza dubbio vero, eppure bollare le politiche migratorie norvegesi come volte a un’integrazione efficace è un errore.

La Norvegia permette, quasi obbliga gli immigrati a sentirsi in diritto di vivere secondo la loro cultura. Ma insistendo esclusivamente su questo punto, di fatto, una vera e propria integrazione non esiste. Non a caso, molti immigrati non si sentono norvegesi. Lo Stato aiuta gli immigrati ad inserirsi nel Paese, ma non ad integrarsi. Come? «Ad esempio, con lezioni in madrelingua (loro), orari riservati alle donne musulmane nelle piscine, servizi di consulenza in lingue straniere nell’ambito sanitario, sociale o penale», come ha affermato tempo fa Gabriele Catania in un articolo su Linkiesta.it.

Di fatto molti degli immigrati, soprattutto musulmani, tendono a mantenere le proprie tradizioni e la propria cultura. Nulla di sbagliato in questo, ovviamente. Ma vivere in un Paese che ti ingabbia nella tua diversità e che si mostra del tutto disinteressato a individuare eventuali punti di contatto, può spesso sfociare in un malsano sentimento di attaccamento identitario da ambo i lati.

«I sondaggi mostrano che una percentuale inquietante dei musulmani in Europa rifiuta i valori occidentali, disprezza i paesi in cui vive, sostiene l’uccisione degli omosessuali, e vuole sostituire la democrazia con la legge della shari’a» ha detto in un interivsta a il Foglio Bruce Bawer, scrittore americanto trasferitosi a Oslo. «C’e motivo per essere preoccupati per tutte queste cose, ma questa causa è stata seriamente danneggiata da Anders Behring Breivik». «In Norvegia, parlare negativamente di qualsiasi aspetto della fede musulmana è sempre stata una questione delicata, tacciabile di ‘islamofobia’ e di razzismo», e dopo la strage di Utøya «sarà sempre più difficile affrontare questi temi».

Le dichiarazioni del norvegese Breivik, simbolo di xenofobia, hanno messo a tacere anche quel «legittimo criticismo» con cui approcciare le questioni della convivenza e dell’integrazione. Se prima di quell’infausta data la paura di essere tacciati di razzismo impediva uno sguardo critico, la strage di Utøya ha paradossalmente ottenuto un effetto opposto a quello auspicato dal terrorismo di Breivik: la fine del dibattito sull’immigrazione, che si è leggermente riaperto solo in occasione delle ultime elezioni che hanno visto la vittoria del partito conservatore Høyre.

Eppure, ironia della sorte, la Norvegia ha un passato non esattamente tollerante nei confronti del diverso. A questo proposito, i due artisti Mohamed Ali Fadlabi e Lars Cuzner, per festeggiare al meglio il 200° anniversario della Costituzione, hanno ritenuto giusto riaprire l’armadio di casa. Ed hanno trovato il cosiddetto “zoo dei senegalesi”. Esatto, ma prima facciamo un passo indietro. 100 anni fa, per celebrare la medesima festa nazionale, 80 africani furono rinchiusi in gabbia per 5 mesi come animali, circondati da “artefatti indigeni”. Per intenderci, avete presente un padre che porta il figlio al bioparco a vedere i leoni? Ecco, ora sostituite i leoni con esseri umani. Nel corso di questo secolo, nulla è stato fatto per ricordare ai norvegesi l’oscenità di quell’episodio, caduto nell’oblio più totale. Così Fadlabi e Cuzner hanno deciso di radunare un gruppo di volontari e riproporlo tale e quale.

Mera provocazione? Chiaramente la data scelta dai due artisti non è casuale. Dissotterrare il ricordo di tale scempio, nel giorno dell’anniversario della Costituzione, è un atto chiaramente provocatorio. Ma che valenza ha? Per comprenderlo, bisogna sapere che il norvegese medio è molto sensibile al tema del razzismo. State litigando con uno di loro e avete torto marcio? Tacciatelo di razzismo, e vi sentirete chiedere scusa per una colpa che voi stessi avete commesso. Una trasformazione in positivo rispetto ai tempi dello zoo, si potrebbe pensare. Ma questa sensibilità, come abbiamo visto, non si tramuta quasi mai in impegno per l’integrazione dei migranti, quanto in uno sterile relativismo culturale che non cerca soluzioni o compromessi, ma si limita a “lasciar fare”.

Il norvegese medio, per farla breve, non si pone domande su come evitare eventuali conflitti tra culture o spiacevoli episodi, né di come cercare eventuali ponti e canali di comunicazione. Lasciando agli immigrati una libertà pressoché assoluta, di fatto, scampa da eventuali accuse di razzismo, ma al tempo stesso finisce col creare una integrazione solamente apparente, isoladoli e senza spingerli ad adattarsi alla cultura locale, il che non significa perdere le proprie specificità culturali.

Ma una simile istallazione artistica, proprio perché montata in quella fatidica data, è passata sotto traccia come un gesto finalizzato unicamente a provocare. Probabilmente chi l’ha vista si sarà mortificato per un passato riprovevole, avrà adottato un bambino a distanza e si sarà pulito la coscienza. Poi sarà arrivato il forestiero di turno a ripetere ancora una volta quanto la Norvegia sia invidiabile, sotto tutti i punti di vista. Sicuramente se fosse stata scelta una data diversa la risonanza mediatica ne avrebbe risentito. Ma cadeva proprio a pennello.
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Re: Norvexa e migranti

Messaggioda Berto » mar set 22, 2015 8:40 pm

Oslo, "Meglio la scuola in Africa per noi immigrati, qui i nostri figli sono alunni di serie B"
Un aspetto inesplorato dell'immigrazione in Nord Europa. Aumenta il numero di quanti decidono di inviare i piccoli ad istruirsi in Somalia, Kenya, Egitto. Ma anche stranieri di origine pakistana o irachena optano spesso per questo modello educativo. Le grosse difficoltà per la lingua
10 aprile 2014
http://www.repubblica.it/solidarieta/im ... b-83220831

ROMA - In Norvegia, centinaia di immigrati scelgono di mandare ogni anno i propri figli a studiare all'estero, soprattutto nel paese di origine. La ragione va attribuita alla scarsa fiducia riposta nel sistema scolastico scandinavo, in particolare è legata al fatto che i bambini stranieri vengono trattati come alunni di serie B, soprattutto in ragione del fatto che non conoscono bene il norvegese.

I modelli educativi d'origine. Questo poco esplorato aspetto dell'immigrazione nordica è stato analizzato in dettaglio dall'Istituto per le ricerche sociali di Oslo. Secondo il quale il fenomeno coinvolge particolarmente i somali-norvegesi. Molti di loro, infatti, preferiscono inviare i piccoli ad istruirsi in Somalia, Kenya, Egitto. Ma anche stranieri di origine pakistana o irachena optano spesso per questo modello educativo. Oltre a credere che l'apprendimento sarà più efficace fuori della Norvegia, sostengono i ricercatori, i genitori vogliono dare ai figli anche l'opportunità di un più stretto contatto con la cultura di provenienza. Grazie ai redditi scandinavi, poi, potranno garantire ai loro figli un migliore tenore di vita in quei paesi, rispetto a quello che potrebbero permettersi in nord Europa.
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Re: Norvexa e migranti

Messaggioda Berto » lun dic 21, 2015 8:59 pm

Norvegia, assemblea islamica approva lapidazione di donne e gay
Di Alessandra Boga, il 11 dicembre 2013
http://www.qelsi.it/2013/norvegia-assem ... onne-e-gay

Altro esempio di tentativo di islamizzazione dell’Europa e in particolare della tollerante Norvegia. Un video risalente allo scorso marzo e reso pubblico dall’organizzazione Islam Net (non da qualche islamofobo), mostra un’assemblea di musulmani dove, praticamente all’unanimità, i 1.500 presenti si dicono favorevoli alla segregazione tra donne e uomini nonché alla lapidazione delle adultere e degli omosessuali. Ad aggravare il tutto, il fatto che i partecipanti al raduno non fossero affiliati a qualche particolare associazione fondamentalista o clandestini, almeno da quanto è emerso.

A furor di ummah è stato votato “sì” alla “punizione descritta nel Corano e nella sunna, che sia morte, che sia lapidazione per adulterio, qualunque cosa essa sia, che essa provenga direttamente da Allah e dal suo messaggero, che sia cioè il miglior tipo di punizione possibile per gli esseri umani e che debba essere applicata in questo mondo”, com’è stato domandato dal moderatore del convegno. Idem per la separazione tra i sessi.
E’ stato anche chiesto se i votanti fossero estremisti e naturalmente nessuno ha risposto “sì” in questo caso, come dire che il loro è “il vero islam” a differenza di quanto credono i benpensanti occidentali.

Il video, spiega IlSussidiario.net, è stato messo in circolazione per rivendicare il diritto dei musulmani ad avere una propria rappresentanza nel parlamento norvegese.
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Re: Norvexa e migranti

Messaggioda Berto » lun dic 21, 2015 9:01 pm

???

Rieducazione sessuale agli islamici: "Ecco come dovete trattare le donne"
In Norvegia sono partiti i corsi per i migranti, soprattutto musulmani, per insegnargli a come relazionarsi con le donne: "Non è la religione a stabilire le leggi"
Giuseppe De Lorenzo - Dom, 20/12/2015

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/rie ... 06475.html

C'è un Paese, in Europa, che ha abbandonato il buonismo per abbracciare il pragmatismo.
La crisi migratoria degli ultimi anni ha portato masse di migranti clandestini anche in Norvegia, dove, invece di appellarsi all'accglienza senza condizioni, hanno messo a punto un programma per educare gli immigrati che mettono piede nello Stato.
E poiché gran parte dei problemi sono stati nella gestione dei rapporti tra le donne e i migranti islamici (tra il 2009 e il 2011 in Norvegia c'è stata un'ondata di stupri ad opera di immigrati), il governo nel 2013 ha messo a punto un programma di rieducazione degli islamici in cui insegna a come trattare le donne. "Il nostro scopo è che imparino almeno la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato", ha spiegato al New York Times Nina Machibya, direttrice del programma nella città di Sandnes".
I manuali sono chiari e lontani da ogni buonismo. Si spiega che "costringere qualcuno ad avere rapporti sessuali in Norvegia è illegale, anche se con questa persona siamo sposati". Non solo. Si aggiunge che in Norvegia "non è la religione a stabilire le leggi" e che "regole e leggi devono essere rispettate indipendentemente dalla fede di una persona". La prima città a far partire questi corsi è stata Stavanger. Poi però la paura di far scattare critiche ha bloccato molti governi europei, che ora sembrano scegliarsi pian piano. In Danimarca i deputati spingono per aprire corsi di educazione. In Baviera sono stati attivati corsi sperimentali per adolescenti nel centro profughi di Passau.
"Molti migranti provengono da paesi e culture che considerano la donna una proprietà dell'uomo - spiega Per Isdal, uno psichiatra che lavora per uno dei programmi norvegesi - Dobbiamo aiutarli ad adattarsi ad una cultura nuova, il pericolo più grande è il silenzio".
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Re: Norvexa e migranti

Messaggioda Berto » gio nov 24, 2016 10:02 pm

"Nessun aiuto ai migranti che rifiutano lavoro per motivi religiosi"
La posizione del primo ministro norvegese: "Abbiamo il dovere di accogliere ma chi viene qui deve rispettare le nostre leggi e le nostre tradizioni: noi mangiamo maiale, beviamo alcol e le donne escono a volto scoperto"
Giovanni Vasso - Gio, 24/11/2016

http://www.ilgiornale.it/news/nessun-ai ... 35425.html

Tempo fa, il discorso di Re Harald che aveva spalancato le porte della Norvegia ai migranti s'era diffuso in ogni anfratto del web ed era diventato virale come una grandissima dimostrazione di civiltà e di solidarietà.

Però, lassù in Scandinavia, accoglienza non è sinonimo di bivacco. E lo ha ribadito nelle scorse ore il primo ministro di Oslo che ha sbarrato la strada a quei fannulloni per cui la religione diventa un comodissimo alibi: “I migranti debbono lavorare per mantenersi dignitosamente, la nostra nazione non pagherà alcun benefiti a coloro i quali rifiuteranno impieghi per ragioni religiose”.

La premier Erna Solberg ha le idee chiarissime, non lascia margini di confusione. Sì, la Norvegia vuole integrare profughi e migranti ma si scordino che Oslo cambierà il suo modo di vivere. Su twitter, la Solberg lo aveva già detto: “Qui mangiamo maiale, beviamo alcol e usciamo in strada a volto scoperto. Chi vuole venire qui sappia che ha il dovere di rispettare le nostre leggi e le nostre abitudini”.


Alberto Pento
Non è assolutamente vero che "abbiamo il dovere di accoglierli"; caso mai se "possiamo e vogliamo", abbiamo il dovere umano di accogliere soltanto i bisognosi che ci rispettano e basta!
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