Il caso Siria e l'esodo dei siriani

Il caso Siria e l'esodo dei siriani

Messaggioda Berto » gio set 03, 2015 6:16 pm

Il caso Siria e l'esodo dei siriani
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=1825



Inzia la rivolta
Quattro anni di guerra e 200 mila morti secondo le Nazioni Unite, il conflitto più sanguinoso del Medio Oriente nelle sue tappe più importanti
a cura di Marta Serafini
http://www.corriere.it/timeline/esteri/ ... -guerra/#0

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https://it.wikipedia.org/wiki/Siria
La Repubblica Araba di Siria (in arabo: الجمهورية العربية السورية‎, al-Jumhūriyya al-ʿArabiyya al-Sūriyya ), o semplicemente Siria (in arabo: سوريا‎, Sūriya ), è uno Stato del Vicino Oriente, grande 185 180 km², con 23 695 000 abitanti. La sua capitale è Damasco.

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/ ... -Mappa.png


È garantita la libertà dei culti religiosi,anche se la costituzione prevede che il presidente debba essere di religione islamica.

La maggioranza della popolazione (64%) è di fede sunnita, mentre il 26% della popolazione appartiene ad altre correnti musulmane come i drusi (soprattutto a sud) e gli alauiti, un ramo degli sciiti; questi ultimi rivestono un ruolo politico particolare in quanto i comandi delle forze armate e lo stesso presidente appartengono alla minoranza alauita.

Circa il 10% della popolazione è di fede cristiana, presente soprattutto nel nord del paese e aderente per metà alla Chiesa greco-ortodossa di Antiochia e per il resto divisi fra Chiesa cattolica, nelle sue varie comunità (melchiti, maroniti, siri, armeno-cattolici, caldei, ecc.). Vi sono 500 000 fedeli della Chiesa ortodossa siriaca.
Altre chiese presenti nel Paese sono la chiesa apostolica armena, la Chiesa assira d'Oriente, oltre a piccolissime minoranze protestanti.
Nel 1982 padre Paolo Dall'Oglio, presente in Siria dagli anni ottanta del XX secolo, ha rifondato l'antico monastero «Mār Mūsā al-Habashī» (San Mosè l'Abissino), fondato nel VI secolo.
Sono rimaste nel Paese poche decine di ebrei, che vivono a Damasco, Kamichlié e Aleppo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: El caxo Siria e łi so migranti

Messaggioda Berto » gio set 03, 2015 6:27 pm

Exodo Sirian

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Siria, Onu lancia l'allarme bambini: profughi al lavoro già dai sette anni

L'Agenzia per i rifugiati denuncia le condizioni dei minorenni che hanno lasciato il Paese: molti rischiano di crescere senza un'educazione, costretti a fare da capi-famiglia
Andrea Cortellari - Ven, 29/11/2013
http://www.ilgiornale.it/news/esteri/on ... 71914.html

Sono oltre due milioni i rifugiati scappati dalla Siria devastata dalla guerra, che va avanti da tre anni.
Profughi siriani nel campo di Harmanli (Bulgaria)
Una massa imponente di persone che hanno lasciato il Paese per trovare asilo negli Stati confinanti (Libano, Iraq, Egitto, Giordania, Turchia) o che hanno invece preso la via del mare, per approdare sulle coste meridionali d'Europa e poi disperdersi sul continente, magari tentando di raggiungere la Germania e la Svezia, mete privilegiate.
Quasi un milione di rifugiati, circa la metà di chi ha lasciato Siria, è minorenne. Un dato importante, su cui battono le organizzazioni umanitarie, che fa aggiungere alla preoccupazione per le condizioni in cui chi se ne va è costretto a vivere, anche il rischio di "perdere" una generazione, lasciandola senza un'educazione, senza una famiglia, più semplicemente senza la vita che un bambino dovrebbe condurre.
Un rapporto stilato dall'Unhcr, l'Agenzia per i rifugiati dell'Onu, fotografa la situazione dei campi in Libano e Giordania, dove si trova circa il 60% dei bambini siriani fuggiti. Sono almeno 70mila le famiglie rifugiate nei due Paesi a vivere senza un capofamiglia, 3.700 i bambini separati dai genitori.
I più piccoli, già dai sette anni, sono spesso costretti a trovarsi un'occupazione, in molti casi obbligati ad assumere il ruolo di capo-famiglia e a provvedere al sostentamento dei parenti. Per molte ore - e pochi soldi - lavorano in Giordania o in Libano, in condizioni poco sicure.
Il più grande campo profughi nato dalla tragedia siriana, il campo giordano di Zaatari, è un buon esempio di quanto l'Onu denuncia. All'interno del vasto spazio ricavato in un'area desertica, grande quanto la quarta città del Paese, sono nati centinaia di piccoli esercizi commerciali. Molti di essi impiegano bambini sotto i dieci anni.



Siria, metà popolazione senza casa. "Abbiamo elenco crimini di guerra"
Le Nazioni Unite riportano l'attenzione sul dramma del Paese sfiancato dalla guerra civile. Accuse a entrambe le parti
Lucio Di Marzo - Ven, 20/02/2015
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/sir ... 96920.html
Quello siriano è "uno dei più grandi esodi della storia recente", un dramma causato da quattro anni di guerra civile che ha lasciato senza un posto dove vivere oltre dieci milioni di persone, all'incirca un abitante su quattro, e costretto tre milioni di persone a uscire dai confini dello Stato, cercando rifugio altrove.

Rifugiati siriani si riparano in un edificio diroccato a Istanbul

Un nuovo dossier dell'Ohchr (Commissione internazionale di inchiesta delle Nazioni Unite sulla Siria) fa il punto sui nuovi numeri di rifugiati e sfollati, ricordando il peso maggiore dell'esodo ricade sugli Stati confinanti con la Siria, ovvero "Libano, Giordania, Turchia e Iraq", che "hanno la responsabilità primaria" di ospitarli.

Se tre milioni sono quelli che hanno lasciato la Siria, ci sono però anche 4,6 milioni di persone che vivono sotto assedio e in aree difficilmente accessibili. Contro queste persone, denunciano le Nazioni Unite, "crimini impensabili continuano a essere commessi quotidianamente", da una parte e dall'altra.

L'Onu denuncia un aumento di arresti arbitrari, sparizioni e torture commesse dal regime di Bashar al-Assad, ma pure attacchi indiscriminati su aree abitate dai civili ritenuti vicini all'opposizione. Dall'altra parte ci sono gruppi terroristici come al-Nusra, vicino ad al-Qaeda e il sedicente Stato islamico, sulla cui efferatezza non c'è ormai più bisogno di farsi grandi domande.

"Si caratterizzano per la loro brutalità verso i civili e per gli attacchi contro le minoranze", denuncia il dossier dell'Onu, se dubbi ce ne fossero mai stati. E intanto annuncia che pubblicherà una lista di persone che si sono macchiate di crimini di guerra, per "contribuire a proteggere la popolazione".
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Re: El caxo Siria e łi so migranti

Messaggioda Berto » gio set 03, 2015 6:35 pm

Isis, cristiani nel mirino: verso un nuovo esodo
Distruzione dei siti sacri. Sequestri. Stragi. L'Is avanza in Medio Oriente.
E i cristiani scompaiono. Prima erano il 25% della popolazione regionale. Ora il 2.
di Mauro Pompili
16 Marzo 2015
http://www.lettera43.it/esclusive/isis- ... 162534.htm

Ancora una volta le frontiere del Libano si aprono per accogliere una popolazione di profughi. Sono i cristiani assiri in fuga dalla persecuzione dell'Isis in Iraq.
«Hanno bussato di notte alla nostra porta, erano gli uomini dello Stato Islamico che cin hanno detto si lasciare Mosul oppure saremo sati tutti uccisi», racconta George Aboudan. «Poi hanno dipinto una grande ‘N’ sulla nostra casa, così tutti avrebbero saputo che li abitavano dei cristiani».
George lavorava per la parrocchia e quella stessa notte portò tutti via da casa. Come altri cristiani della città prima ha cercato rifugio nel Monastero di San Matteo, quando l'Isis ha attaccato anche la chiesa ha iniziato il lungo e pericoloso viaggio che lo ha portato in Libano.
L'ISIS FA LA GUERRA ALLA STORIA. Perseguita le minoranze, come cristiani e yazidi ma anche shabbak (una piccola setta sciita) e turcomanni, rade al suolo i musei e brucia le biblioteche: lo Stato islamico distrugge il passato e uccide il presente per negare il futuro e fare la guerra alla storia.
Nel giro di pochi giorni s'è assistito alla distruzione del museo di Mosul e all'invasione dei villaggi assiri in Siria orientale, dove l'Isis ha catturato centinaia di ostaggi cristiani. Migliaia ne aveva uccisi la scorsa estate, in occasione della presa proprio di Mosul.
IN IRAQ RESTANO 150 MILA CRISTIANI. La violenza dell'Isis e degli altri gruppi integralisti in Iraq e Siria, ma pure dei talebani in Pakistan, evoca, per la prima volta in maniera concreta, lo spettro della fine del cristianesimo nella regione. Solo una generazione fa i cristiani in Iraq erano circa 1,5 milioni, oggi si stima che non siano più di 150 mila quelli rimasti nel Paese. E anche in Siria la maggioranza è stata costretta ad abbandonare le loro terre o a fuggire all’estero.
«Per l'Isis cancellare l’eredità culturale dei cristiani significa cancellare gli assiri, la cui unica colpa è essere i discendenti di una cultura antica, depositaria della grandi civiltà mesopotamica», spiega Dikran Kastejian, sacerdote cattolico armeno, studioso di storia del cristianesimo in Medio Oriente. «Molti conquistatori hanno attraversato la Mezzaluna fertile negli ultimi tre millenni, lasciando sangue e lacrime alle loro spalle, ma nessuno aveva perseguito una guerra totale contro tutto ciò che li aveva preceduti».

L'Isis, continua Kastejian, «non sta solo conducendo la guerra alla storia pre-islamica della Mezzaluna fertile, sta facendo pulizia etnica dei popoli antichi e delle minoranze religiose che hanno preceduto l’avvento degli arabi e dell'Islam. L'Isis combatte contro il patrimonio dell’umanità e il mondo moderno, dal momento che tutti noi siamo gli eredi dello splendore della Mesopotamia».
La persecuzione delle comunità cristiane in Medio Oriente, a meno d’interventi esterni, le costringerà all'esodo. Una sorte simile a quella toccata dalle comunità greche, italiane e armene, che avevano fatto dell’Egitto e del Levante la loro casa. Avevano costruito quel ricco mosaico umano cosmopolita, che aveva trasformato Alessandria, Beirut, Damasco e Baghdad in centri della cultura e dell’economia, in città famose per la diversità e il pluralismo religioso ed etnico.

DAL 25% AL 2% DELLA POPOLAZIONE. A cavallo del XX secolo i cristiani rappresentavano il 20-25% della popolazione del Medio Oriente, oggi sono appena il 2%. Il loro numero è diminuito costantemente a causa dei bassi tassi di natalità e dell’emigrazione per motivi economici; ma molti sono stati costretti a lasciare a causa della violenza, delle guerre e delle discriminazioni. I cristiani della Mezzaluna fertile stanno rapidamente scomparendo, mentre la più grande comunità nella regione, i copti egiziani, continua a lottare in una società profondamente polarizzata.
Si sta realizzando uno sconvolgimento sociale, culturale e politico che affonda le sue radici nell’occupazione americana dell'Iraq nel 2003. Un’azione che permise al radicalismo islamico di motivare la guerra santa contro l’Occidente e i cristiani. Si iniziò con l'uccisione di vescovi e sacerdoti, e con la distruzione di 40 delle 65 chiese di Baghdad. Prima di un'escalation che arriva ai giorni nostri. E su cui ha lanciato l'allarme anche il Vaticano, con papa Francesco che ha chiesto di fermare il martirio.

«NON C'È SPERANZA PER NOI IN MEDIO ORIENTE». L’obiettivo integralista dell’islamizzazione totale è quasi raggiunto in Iraq, che solo 10 anni fa era la patria di una delle quattro comunità cristiane più numerose nel mondo arabo.
«Mio fratello da anni vive in Germania», conclude George, «spero di ottenere il visto e trasferirmi là con la mia famiglia. Non solo noi, ma tutti i cristiani del Medio Oriente non hanno più speranze qui».
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Re: El caxo Siria e łi so migranti

Messaggioda Berto » gio set 03, 2015 6:52 pm

"Fermate la guerra e noi non verremo in Europa", con poche parole un tredicenne spiega al mondo l'esodo siriano (VIDEO)

http://apostatisidiventa.blogspot.it/20 ... l-onu.html


"Fermate la guerra in Siria, e noi non verremmo in Europa". Schietto come solo un bambino potrebbe dirlo. E infatti è stato proprio un tredicenne a spiegare con queste parole alle telecamere di Al Jazeera la motivazione dell'esodo dei siriani verso l'Europa: la guerra.

Insieme a tanti altri è giunto a Budapest con la sorellina, fuggito da Daraa, città della Siria. I suoi occhi sembrano rassegnati, e con umiltà ed estrema lucidità, in poche parole (e in perfetto inglese), lancia un appello al mondo, che sembra quasi una preghiera.
Nell'inquadratura di Al Jazeera si nota attorno a lui un gruppo di adulti, accennano un sorriso intenerito, osservano come le sue parole così semplici riescano a dipingere una realtà così complessa.
"Alla polizia non piacciono i siriani, in Serbia, in Ungheria, in Macedonia, in Grecia" dice il bambino. "Perciò, qual è il tuo messaggio", gli chiede il giornalista. "Il mio messaggio è: per favore, aiutate i siriani. I siriani hanno bisogno di aiuto adesso. Fermate la guerra adesso. Semplicemente fermate la guerra. Solo questo"


Alessandra Teichner, L'Huffington Post

http://www.huffingtonpost.it/2015/09/03 ... _ref=italy

“E’ colpa di Orban”. E, ah sì, di Putin. La Merkel no?
Maurizio Blondet 2 settembre 2015 0

Dopo averci mostrato come i poveri profughi passavano sotto il filo spinato posto al confine dal malvagio Orban, adesso i media ci mostrano e raccontano come il malvagio Orban ferma a Budapest i treni con cui i poveri siriani vogliono andare in Germania: in Germania dove la generosa Angela Merkel li aspetta a braccia aperte. Si insinua, anzi il ministro degli esteri francese Laurent Fabius è giunto a dichiararlo, che “l’Ungheria non rispetta i valori comuni d’Europa”.
Sono accuse semplicemente vergognose.
Che sorvolano ipocritamente sul fatto che – a causa della configurazione dello “spazio Schengen” senza frontiere interne – sono i paesi che formano la frontiera di questo spazio a sopportare in modo del tutto sproporzionato il peso di questo afflusso selvaggio: Ungheria e Grecia e Italia. Ora, l’Ungheria, con 10 milioni di abitanti, situata in una posizione di facile accesso per i migranti illegali, è responsabile della frontiera strategica dello spazio di 400 milioni di abitanti, che sanno solo criticarla. La Grecia è stata portata dall’Europa alla rovina economica, e viene lasciata davanti all’afflusso di profughi senza alcun aiuto. L’Italia ha le spalle grosse, ma anche noi non riceviamo che rimproveri: “Non li avete registrati tutti! Guai a voi! Punizione!”.
La risposta del ministro ungherese competente, quando la polizia magiara, sopraffatta, ha lasciato passare alcune migliaia di profughi che si sono affollati alla stazione urlando Germania! Germania!, è quella giusta: “Non lascerò partire nessuno che non abbia un passaporto e un visto”, è quella giusta e responsabile.
Questo richiede Schengen: che alla frontiera della UE passi chi ha un passaporto e un visto d’entrata. Poi, dentro, vada dove vuole..Se Budapest lasciasse passare tutti quelli che filtrano sotto il filo spinato, sarebbe inadempiente di fronte all’Europa. E partirebbe subito la “procedura d’infrazione” come ha immediatamente minacciato la Kommissione Interni della UE.
Il punto è che Angela Merkel ha dichiarato che la Germania accetterà i profughi dalla Siria, suscitando le evidenti speranze dei fuggiaschi dalla Siria.
Benissimo. Avrebbe dovuto inviare alle frontiere ungheresi un bel numero di guardie di confine tedesche (chiedendo permesso a Budapest) con fotocamere, tavolini per uffici da campo improvvisati, passaporti in bianco e e timbri sì da apporre visti d’entrata e conferire il diritto d’asilo, diciamo sul campo, a persone che (senza passaporto?) si dichiarano “siriane”. La furba Cancelliera non l’ha fatto. Anzi ha ricordato che “gli accordi di Dublino non sono stati sospesi”; sostanzialmente confermando che i profughi devono fare domanda di asilo nel primo paese in cui giungono: nel caso, come al solito, in Ungheria. O Grecia. O Italy.
La doppiezza di Angela è stata rilevata da una flebile protesta persino della satellite Austria. Quando tremila e più fuggiaschi hanno preso il treno sopraffacendo la polizia magiara, e sono giunti alla frontiera austriaca, le guardie di Vienna li hanno fermati , anche se quelli volevano andare in Germania. Molti li ha respinti perché “avevano già fatto domanda di asilo in Ungheria”; altri ha dovuto lasciarli proseguire, anche lì per sopraffazione delle sue forze dell’ordine, perché quelli avrebbero invece restare in Austria per due settimane. “Il ministro dell’Interno austriaco Johanna Mikl-Leitner ha chiesto alla Germania di chiarire la sua posizione sulle regole europee relative all’asilo in modo che ai rifugiati in Ungheria non vengano date fase speranze. Fra i fuggiaschi s’è sparsa la voce che la Germania stava mandando treni per venirli a prendere…”
Invece no. La Merkel, in conferenza stampa durante la sua visita in Spagna, ha esalato: “Non vedo corresponsabilità” con quel che sta producendo la sua dichiarazione ai confini di Shengen. Ha avuto lezioni per tutti: e cominciare dalla Slovacchia, sgridata perché ha proposto di dare precedenza, nell’accoglienza, ai siriani cristiani; e a chi non vuole la sua quota di rifugiati, giungendo a minacciare che “Shengen viene messo in questione”.
Intanto anche la Grecia è sommersa, a Lesbo sono 15 mila profughi dal Medio Oriente. E i francesi, che criticano tanto Budapest, devono bloccare i treni che li uniscono a Londra perché nell’eurotunnel, fra i binari, ci sono dei profughi..a proposito di diritto di ciascuno a guardare le sue frontiere.
Ma come mai così tutto d’improvviso arrivano tanti profughi, non solo dall’Africa ma dall’Est? Qual è la mano dietro questo fenomeno?
“Ciò che accade attualmente è una componente dell’aggressione non democratiche condotta in Oriente dalla Russia, contro l’Unione Europea”: così ha spiegato il generale romeno Constantin Degeratu alla stampa del suo paese: spiegando che la colpa della ondata migratoria è di Mosca, perché questa ha fornito armi al regime di Assad in Siria, prolungando la durata del conflitto siriano (altrimenti la Siria sarebbe già da tempo pacificata sotto il Califfato…) . Per di più, la Russia tenta di colpevolizzare l’Europa, che è presa alla sprovvista dalla ondata di migranti, occupata com’è ad organizzare le note manovre militari in risposta alla minaccia russa.

http://adevarul.ro/international/europa ... index.html

..Probabilmente non avrete mai sentito parlare prima del generale Degeratu, e non sapremmo farvene una colpa. Ma segnatevi il nome: con questa asserzione, è di sicuro avviato ad una luminosa ascesa nei ranghi della nuova NATO, quella che seguendo la dottrina del capo di stato maggiore UsaMArtin Dempsey trova nella Russia “la più grande minaccia esistenziale” all’America, meritevole di essere piegata con una guerra.

http://abcnews.go.com/Politics/joint-ch ... d=32331009

Naturalmente le accuse rimbalzano, evitando acuratamente di toccare le responsabilità vere: i profughi scappano da paesi che l’Occidente ha destabilizzato.
L’Irak, sotto Saddam Hussein, era un paese civile e moderno, con un sistema scolastico e un sistema sanitario gratuito di tipo eurpopeo; adesso è un cumulo di odii tribali e di macerie, su cui scorrono le truppe del Califfo.
La Siria era un paese ordinato, da cui ben pochi pensavano di fuggire. Oggi sono 2 milioni e mezzo fuori dal paese in fiamme; è Erdogan che ce ne sta mandando a vagonate e navi intere, via Grecia.
La Libia di Gheddafi era uno stato di notevole benessere: adesso, dopo l’aggressione franco-inglese e americana, una terra di nessuno dove il trasporto dei negri in Italia è un business criminale sviluppatissimo. E – cosa che non viene mai detta – un milione e mezzo di libici (probabilmente le persone civili e normali) sono anch’essi profughi, avendo abbandonato la madrepatria. E dove sono andati? Non in Italia: sono nella povera Tunisia.
Strano che dalla Libia per le nostre coste partano solo negri equatoriali.
Com’è strano che i profughi dal Medio Oriente in fiamme non bussino alla porta di Arabia Saudita, Kuweit, Emirati, Katar, Oman: che sono paesi col più alto tenore di vita del mondo, e dove i fuggiaschi potrebbero integrarsi perché ne condividono la lingua e la religione. Invece, due milioni di siriani sono riparati – nel Libano – ora in via di destabilizzazione anch’essa: all’interno una protesta contro la cattiva raccolta della spazzatura può diventare da un momento all’altro una esplosione settaria o “primavera araba”, dal Nord lo Stato Islamico (ossia la truppaglia jihadista manovrata dagli occidentali e pagata dai sauditi) cerca di impadronirsi di territorio libanese, contrastata militarmente solo ha Hezbollah (l’ armata ‘regolare’ libanese, sunnita, è armata dai sauditi e dai francesi…non partecipa).
Fioccano i peggiori sospetti: un serio giornalista siriano, Mustafa al-Mikdad, giunge a sospettare che la Merkel , con la sua offerta di asilo riservata ai siriani, abbia voluto sottrarre alla Siria i combattenti per la libertà e l’indipendenza. “Gli occidentali non tarderanno a decretare delle regole favorevoli specialmente ai soli migranti siriani, e certi paesi andranno fino ad adottare risoluzioni Onu a favore di quei poveri “giovani siriani” soltanto, condannati all’immigrazione, tra fiotti di lacrime e di sincere intenzioni di salvare la loro vita….ciò che svuoterebbe la Siria di quella categorie d’età atta a combattere il terrorismo e a ricostruire il paese – La continuazione della politica di guerra occidentale con altri mezzi, che otterrebbero l’obiettivo che sfugge loro dopo lo scacco di tutte le loro incessanti operazioni di sterminio e di sostegno al terrorismo… La campagna mediatica probabilmente prepara la prossima assunzione di decisioni politiche ‘costrittive’ e sostenute dalle attese garanzie internazionali”.

http://thawra.sy/_kuttab_a.asp?FileName ... 0830213816

Non so se Al Mikdad veda giusto. Ma c’è alquanto da tremare alla notizia che – finalmente – l’ONU “si occuperà degli immigrati”. Il 30 settembre il Segretariato generale ha indetto una conferenza internazionale per affrontare il problema, per il 30 settembre, mentre l’Alto Commissariato per i Rifugiati ha (UNHCR) “lanciato un appello alla mobilitazione internazionale”.
Dio ci scampi dalle soluzioni che imporranno. Non solo perché l’UNHC è l’ente da cui viene la Boldrini. E’ che l’ONU è la stessa entità da cui parte la promozione della ideologia gender: questa fu già raccomandata nella Conferenza del Cairo sulla Popolazione e lo Sviluppo (1994) e poi alla “Conferenza mondiale sulle donne” tenuta a Pechino l’anno seguente. Una quantità di istituzioni dell’ONU la adottarono, dall’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) all’Unesco.
Allora l’idea fu bocciata da una inedita alleanza del Vaticano con gli stati islamici, che si misero agli ordini del Nunzio alle Nazioni Unite, il caro monsignor Raffaele Martino, per far fallire la “direttiva” sul gender. Non escluderei che proprio allora, in salotti irraggiungibili alle nostre orecchie, fu deciso di accelerare il progetto di destabilizzazione e sparizione dalla scena internazionale degli stati islamici.
Spero si possa ancora capire – se l’istupidimento collettivo non è già troppo avanzato – che tra l’ingiunzione mediatico-politica a “accogliere gli immigranti senza limiti” e “obbligo di educare i bambini all’ideologia gender” nelle scuole elementari, c’è una patente affinità di scopo. Nel primo, si mira a strappare gli europei alle loro identità nazionali e tradizionali (ne restano poche ma per lorsignori son sempre troppe) per rifonderli un “Nuovo europeo” generico, omogeneizzato, standard, senza radici; nel secondo, di privare dell’identità sessuale, sostituendola con un “genere” indeterminato e intercambiabile….è il progetto che Umberto Veronesi ha nella sua più recente trasformazione di ideologo del trans: “La specie umana si va evolvendo verso un ‘modello unico’”.
Lo conferma – se ce ne fosse bisogno – il tono utopico (massonico) con cui si vieta di discutere di limiti alla migrazione, bollando i contrari di “razzisti” xenofobi, ed altri insulti. Il più importante giornale di Bruxelles, Le Libre Belgique, ovviamente organo ufficioso della Commissione, ha pubblicato un dettato cogente del “politicamente corretto” da adottare: quasi una direttiva europea, titolo: Migranti: 10 ragioni per aprire le frontiere”: leggete almeno i titoli, sono quelli agitati per ogni campagna anti-proibizionista.

http://www.lalibre.be/debats/opinions/m ... a4379f81c9

Il punto 10 è quasi una firma della Loggia:
10 – Perché l’apertura delle frontiere permette di riaffermare l’unità dell’Uomo…contro il ritorno degli effetti disastrosi dell’oscurantismo, si tratta semplicemente di rilanciare l’Umanesimo come valore politico”.
http://www.maurizioblondet.it/e-colpa-d ... -merkel-no


Orban le suona all'Europa: "Ue incapace di gestire gli immigrati"
Il pugno duro di Orban: "Il flusso di migranti minaccia le radici cristiane dell'Europa". E difende la costruzione del muro al confine serbo: "Non difende solo l'Ungheria, ma anche l'Ue. E risponde alla paura della gente". La Merkel: "Noi facciamo quello che dobbiamo
Sergio Rame - Gio, 03/09/2015

"Il flusso di migranti in Europa minaccia le radici cristiane del continente e i governi dovrebbero controllare le loro frontiere prima di decidere quanti richiedenti asilo possano accogliere".

In un editoriale scritto per il quotidiano tedesco Frankfurt Allgemeine Zeitung, Viktor Orbànprende di petto l’emergenza migratoria. E accusa la gran parte dei governi europei di non essere in sintonia con i propri cittadini. "La gente vuole che noi gestiamo la situazione e proteggiamo i nostri confini - spiega il premier ungherese - solo quando avremo protetto le frontiere ci si può chiedere quanti rifugiati possiamo accogliere o se ci debbano essere quote".
"Non costruiamo il muro per divertimento ma perchè è necessario". Orbàn non indietreggia di un millimetro. Anzi, incontrando il presidente dell'Europarlamento Martin Schulz, accusa i leader Ue e difende le misure approvate per difendere l'Ungheria dall'invasione di immigrati. A partire dai 175 chilometri di muro costruito al confine fra Ungheria e Serbia per"costringere chi vuole entrare a registrarsi" e non per "non fare entrare" gli immigrati. "Con la nostra barriera non difendiamo solo l’Ungheria, ma anche l’Europa - spiega - rispondiamo alla paura della gente". "Se non riusciamo a difendere i nostri confiniSchengen è a rischio", aggiunge sostenendo che"ogni politico europeo che prometta una vita migliore e incoraggi a lasciare tutto e rischiare la vita per venire in Europa, è irresponsabile".
"I leader europei hanno dimostrato chiaramente di non essere in grado, di non avere la capacità di gestire la situazione - continua - è noto che tocca ai singoli Paesi controllare le frontiere esterne. E questo sta facendo l’Ungheria". Per il premier ungherese, ad ogni modo, l’emergenza migranti è "un problema tedesco" dal momento che delle migliaia entrati in Ungheria nessuno vuole rimanervi, ma tutti vogliono andare in Germania. Col voto di questa mattina al parlamento di Budapest Orban conta, a partire dal 15 settembre, di riprendere il controllo delle frontiere. L'Ungheria registrerà tutti gli immigrati che entrano nel Paese prima che lo lascino alla volta di Austria o Germania. "La Germania fa ciò che è moralmente e giuridicamente dovuto. Né di più né di meno", replica duramente Angela Merkel sottolineando che l'emergenza profughi è "un problema che riguarda tutta l’Europa"e non solo la Germania.

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ung ... 66080.html

La morte del piccolo Aylan e quella di tutto il Medio oriente
di Bernardo Cervellera
Tutto il mondo si commuove per il bambino morto nel naufragio di un gommone in Turchia. Ci si dimentica che in Siria sono morti già decine di migliaia di bambini sotto la guerra. Occorre affrontare il problema dei profughi, ma anche e soprattutto le cause della loro tragedia: le guerre in Medio oriente, i finanziamenti allo Stato islamico, le guerre per procura delle potenze regionali e mondiali.

Roma (AsiaNews) - Anche noi stiamo piangendo la morte di quel piccolo di tre anni che nella fuga dalla Turchia alla Grecia è annegato con il suo fratellino. La marea ha ributtato i loro corpi sulla spiaggia di Bodrum, dove di solito la gente si diverte a bagnarsi e prendere il sole.
Anche noi seguiamo con dolore – e vergogna – l’attesa delle migliaia di profughi siriani e non alla stazione di Budapest: sono delle immagini che ricordano quelle di una guerra, la Seconda guerra mondiale, di cui abbiamo celebrato l’anniversario della fine in modo trionfale, senza sensi di colpa di vincitori o di vinti.
Anche noi missionari del Pime, abbiamo messo a disposizione dei posti di ospitalità – la casa di Sotto il Monte, vicino alla casa natale di Giovanni XXIII – per decine di rifugiati che hanno attraversato il mar Mediterraneo, piangendo la morte per acqua di migliaia, annegati nella rischiosa traversata.
Eppure il pianto per chi è morto, l’ospitalità, le pressioni sull’Unione europea perché cambi in meglio le sue regole di accoglienza forse ci soddisfano in modo sentimentale, ma non tranquillizzano la nostra coscienza, né la nostra intelligenza.
Sembra che il piccolo Aylan provenisse da Kobane, la cittadina curda quasi al confine con la Turchia. Per mesi Kobane è stata sotto l’assedio delle milizie dello Stato islamico, che volevano garantirsi un corridoio fra la zona da loro controllata e il territorio turco, da cui essi ricevono nuove reclute e smerciano petrolio di contrabbando. I profughi che – come la famiglia di Aylan – volevano fuggire da Kobane sono stati ricacciati indietro dai militari turchi; la stessa Turchia ha bloccato i peshmerga irakeni che volevano aiutare i curdi che difendevano la città.
Mi domando allora a che serve piangere su Aylan se non si piange su Kobane e sulla collusione fra Ankara e lo Stato islamico?
E come piangere sulle migliaia di rifugiati ammassati nella stazione di Budapest, senza rendersi conto che la maggioranza di loro sono siriani e la loro venuta in Europa è causata dalle guerre dello Stato islamico, delle milizie fondamentaliste internazionali, ma anche dalla pretesa dei governi occidentali di voler vedere anzitutto la caduta di Bashar Assad?
E a che serve piangere sui morti nel mar Mediterraneo, gridare contro gli scafisti se non si riconosce che agli scafisti proprio l’occidente ha dato una mano intervenendo nell’equilibrio inquieto mantenuto da Gheddafi?
Accogliamo pure i profughi, cambiamo le regole della Convenzione di Dublino, ma andiamo a fondo del loro dramma affrontando le cause. Le cause sono un Medio oriente che va allo sbando, a cui l’occidente ha dato una mano (Afghanistan, Iraq, Siria,…); gruppi estremisti che i Paesi della regione (Turchia, Qatar, Arabia saudita, Emirati,…) sponsorizzano in armi e denaro; grandi potenze che invece di accordarsi a costruire la pace, combattono una guerra per procura usando chi la Siria, chi l’Iran, chi l’Arabia saudita.
E’ tempo che si dica basta ai finanziamenti allo Stato islamico da parte dei governi del Medio oriente; che si attui una pace negoziata in Siria e in Yemen, che il Consiglio di sicurezza dell’Onu faccia il lavoro per cui è stato fondato: lavorare per la pace delle nazioni, non per la supremazia dell’uno o dell’altro.
Qualche giornale, commentando la foto-simbolo del piccolo Aylan ha gridato “Adesso basta!”. Ben venga questa decisione. Ma cosa dire delle decine di migliaia di bambini che in questi quattro e più anni di guerra sono morti in Siria? E quelli morti in Iraq?
Se non c’è un impegno contro le cause di tutte queste morti, quella di piegarsi sul dolore dei profughi in Europa rischia di apparire come un volersi nascondere da responsabilità mondiali. Ma intanto tutto il Medio oriente rischia di deflagrare, producendo non 200mila, ma 100 milioni di probabili profughi. E se il Medio oriente deflagra, né l’Europa, né tutto il mondo potrebbero salvare se stessi.

http://www.asianews.it/notizie-it/La-mo ... 35216.html

I RIFUGIATI DOVREBBERO CHIEDERE ASILO NELLE SINAGOGHE

DI GILAD ATZMON

Ieri la Germania ha attaccato la Gran Bretagna per la crisi dei migranti. La Germania prevede di accogliere 800.000 richiedenti asilo entro la fine dell’anno. Anche la Gran Bretagna si sta preparando per affrontare il crescente problema dei rifugiati – ha chiuso le proprie frontiere. Devo ammettere che il richiamo da parte della Germania è sensato. Dopotutto sono stati Tony Blair e il suo governo Labourista ad incominciare la guerra criminale che ha portato a questa crisi umanitaria globale. Blair non era solo. Era semplicemente un Sabbos Goy [Le persone non ebree che il sabato sono incaricate di portare a termine i compiti che la religione ebraica non permette di fare, NdT].

Quando Blair ha condotto la Gran Bretagna in Iraq il suo maggior finanziatore era Lord Bancomat Levy degli Amici Labouristi di Israele.David Aaranovitch e Nick Cohen, scrittori di Jewish Chronicle, sono stati i primi difensori delle immorali guerre interventiste nei media britannici ed oltre. Da allora, abbiamo potuto vedere la lobby ebraica spingere per ulteriori guerre (Siria, Iran, Libia, ecc.). In Francia c’erano il CRIF e Bernard Henry Levy a spingere per l’intervento in Libia che ha reso il Mar Mediterraneo una trappola mortale.
Non ho idea di quanti profughi Lord Levy, Bernard Henry Levy e David Aaranovitch possano ospitare nelle loro stanze libere. Ma credo che la comunità ebraica dovrebbe immediatamente mettersi in prima fila di qualsiasi sforzo umanitario in favore dei rifugiati. In primis perchè gli ebrei sostengono di sapere più di qualsiasi altro popolo cosa voglia dire sofferenza, ma principalmente perchè è stata la loro politica aggressiva e il lobbismo globale di stampo sionista che ha scatenato questa enorme crisi dei profughi.

Gilad Atzmon
FONTE: http://www.gilad.co.uk/
LINK: http://www.gilad.co.uk/writings/2015/9/ ... synagogues
2.09.2015
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l'autore della traduzione FA RANCO

http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=15514
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Re: El caxo Siria e łi so migranti

Messaggioda Berto » dom set 06, 2015 8:14 am

Due siriani in Italia vogliono tornare a casa:
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... ok+Interna

È accaduto a Lecce. Il volontario, di fronte all'insolita richiesta, è rimasto a bocca aperta
Angelo Scarano - Ven, 04/09/2015

"Qui si vive peggio che nella nostra terra, vogliamo ritornare in Siria ma non sappiamo come fare, non abbiamo denaro".
Due coniugi siriani lo hanno chiesto ieri mattina ad un volontario impegnato nella loro accoglienza. È accaduto a Lecce, nelle vicinanze della stazione ferroviaria.
Il volontario, che si occupa di fornire cibo e bevande agli immigrati, il cosiddetto Pronto soccorso dei poveri, di fronte all'insolita richiesta è rimasto a bocca aperta.
A chiedere aiuto per rientrare in Siria sono stati Denis e Safhira, due dei tanti migranti arrivati nel Salento.
Difficile dare una risposta alla domanda. Così l'uomo ha invitato la coppia a recarsi alla Questura della città barocca, all'ufficio immigrazione, dove qualcuno avrebbe potuto dargli qualche informazione.
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Re: El caxo Siria e łi so migranti

Messaggioda Berto » dom set 06, 2015 8:15 am

"Welcome to Germany" - People applaud and greet migrants with gifts as they arrive in Munich

https://www.facebook.com/bbcnews/videos ... 2042347217


Non confondiamo le carte in tavola: Germania 4,7% di disoccupati, una grande economia che tira e le imprese che assumono, la più sana e forte economia europea; così anche per l'Austria che ha meno disoccupati della Germania; in Italia invece vi è il 13% di disoccupati, vi sono milioni di poveri, l'economia che non tira, le imprese che chiudono e licenziano, centinaia di migliaia di lavoratori in cassa integrazione e mobilità ... ditemi voi che senso ha accogliere altri disoccupati da aggiungere a quelli già esistenti ... nessun buon senso ma soltanto mal senso da demenza ideologica poiché non si può accogliere qualcuno se non lo si può ospitare decentemente e offrirgli una prospettiva di futuro con un sano lavoro che non c'è.

Lungimiranza in Germania e in Austria ma in Italia è il contrario. L'Italia non è un grande paese ma un paese, di parassiti, di ladri, de paraculi, di furbi, di mafiosi, di privilegiati, ... con milioni di poveri e di disoccupati. Dove starebbe la lungimiranza? Bisogna fare i conti con la propria realtà e non con quella degli altri. Non si può togliere un sussidio a un disabile per ospitare e mantenere disoccupato per anni o a vita un foresto migrante. Quando sarai in grado di togliere i privilegi alla casta a cominciare dal Presidente della Repubblica Italiana passando per i membri della Corte Costituzionale e per la magistratura ... e quando sarai in grado di eliminare le pensioni d'oro e tutte le altre infamità italiche allora potremmo riparlarne.

La Germania e l'Austria possono garantire ospitalità dignitosa, sostegno e assistenza, un futuro e un lavoro e quando la guerra in Siria sarà terminata, molti rifugiati potranno tornarsene a casa e la Germania e l'Austria si saranno guadagnate la riconoscenza e il diritto di partecipare alla ricostruzione e allo sviluppo economico della Siria.
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Re: El caxo Siria e łi so migranti

Messaggioda Berto » dom set 06, 2015 8:05 pm

???

Steve Jobs era figlio di un migrante siriano e ha inventato l'iPhone
HuffPost Australia | Di Alexander C. Kaufma
06/09/2015
http://www.huffingtonpost.it/2015/09/06 ... l?ref=fbpr
Una Ungheria governata dal premier di destra Viktor Orban non si merita di produrre il prossimo iPhone.

Il leader populista ha usato una retorica malvagiamente xenofoba e islamofoba mentre i migranti - molti dei quali fuggiti dalla guerra in Siria - si ammassano in Ungheria, una delle tappe nel cammino verso la Germania. Ciò è accaduto, anche, mentre il mondo è sotto shock dopo aver visto la foto del piccolo Aylan Kurdi, annegato, cullato dalle braccia di un poliziotto turco. La terribile immagine è servita solamente per illustrare la disperazione che i richiedenti asilo vivono nel tentativo di lasciarsi una guerra alle spalle.

Eppure Orban non è da solo.

In Grecia uomini armati e mascherati attaccano le barche dei migranti, tentando di non farli approdare sulle spiagge dell'Unione europea. Anche in Germania, dove il governo ha deciso di accogliere il numero record di 800mila rifugiati, un rigurgito di attacchi neonazisti contro i migranti sta scuotendo il paese.
Le foto delle persone che lasciano la stazione di Budapest, venerdì, per camminare verso l'Austria, mettono in luce la riluttanza delle nazioni ricche a concedere un rifugio sicuro a coloro che sono abbastanza fortunati da mettere piede in un Paese stabile.
E invece, non dimentichiamolo, uno degli uomini che ha maggiormente cambiato il corso della civiltà umana negli ultimi dieci anni era figlio di un siriano emigrato negli Stati Uniti nel 1954.
Forse ne avete sentito parlare. Si chiamava Steve Jobs.


Anna Giulia Piscopo • Universita' degli Studi G. D'Annunzio - Pescara
Io sapevo che il padre di Steve era un giovane laureato siriano andato in America per un dottorato... Mi sembra proprio fazioso e disonesto usare questa vicenda per fare propaganda a un fenomeno che appartiene a un contesto totalmente diverso. Occorrono altre argomentazioni per discutere dell'immigrazione, non la cronaca rosa di un bambino abbandonato da un professore che si faceva la sua studentessa e che è stato cresciuto da un anonimo e amorevole meccanico americano.

Marco Tomat • Medico chirurgo, omeopata presso Libera professione
L'Ungheria ha mostrato perlomeno un minimo di dignità in una situazione in cui il rispetto delle leggi e degli accordi (Dublino II) era molto difficile, anche a causa delle dichiarazioni di Frau Merkel. La legge imponeva di arrestare tutti gli immigrati senza documenti e riaccompagnarli in Grecia.
Una seconda possibilità, ammettendo di poter adattare in parte Dublino II, sarebbe stata di identificarli e ricevere le domande di asilo. Nemmeno questo andava bene ai Siriani, allettati dalle promesse tedesche.
Pretendevano di attraversare in treno, mantenendosi clandestini, il paese per raggiung...Altro...

Rosario Privitera • Belpasso
intanto il papino non era un profugo arrivato negli USA a nuoto o con il barchino, era un prof universitario, pardon un cesso di uomo visto che ha buttato il piccolo steve come se fosse immondizia,i veri genitori di jobs sono quei 2 signori che hanno pure impegnato la casa per lui.quando scrivete articoli di questo tenore siete spregevoli.

As Domar
retorica da quattro lire turche, il padre siriano è un disgraziato che lo aveva abbandonato e lui non non ci ha mai voluto parlare. Storia invece di un grande amore paterno da parte del padre adottivo, un operaio americano. Ne consegue che dobbiamo consigliare le coppie siriane di dare in adozione i propri figli?

Anna Giulia Piscopo • Universita' degli Studi G. D'Annunzio - Pescara
Io sapevo che il padre di Steve era un giovane laureato siriano andato in America per un dottorato... Mi sembra proprio fazioso e disonesto usare questa vicenda per fare propaganda a un fenomeno che appartiene a un contesto totalmente diverso. Occorrono altre argomentazioni per discutere dell'immigrazione, non la cronaca rosa di un bambino abbandonato da un professore che si faceva la sua studentessa e che è stato cresciuto da un anonimo e amorevole meccanico americano.
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Re: El caxo Siria e łi so migranti

Messaggioda Berto » mar set 08, 2015 6:45 am

Libano. Sgomberati 6mila profughi, famiglie in strada
23 luglio 2015. -- Medio Oriente
http://spondasud.it/2015/07/libano-sgom ... trada-9334

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... milion.jpg


Più di 6mila profughi siriani, tra cui donne e bambini, da tempo ammassati in campi informali nel nord del Libano, sono stati investiti negli ultimi giorni da una campagna di sgombero forzato eseguita dall’esercito libanese e dalle forze di sicurezza. Lo hanno denunciato l’Onu e numerosi operatori umanitari internazionali presenti nell’area. Un’emergenza che ha spinto il presidente della delegazione italiana al Consiglio d’Europa, Michele Nicoletti, a presentare un’interpellanza urgente al ministro degli esteri Paolo Gentiloni. Nel testo si chiede di conoscere «quali iniziative il governo italiano intraprenderà sia in sede di Unione Europea che in sede di Nazioni Unite per garantire il rispetto dei diritti umani dei profughi della guerra civile in Siria e per sostenere lo Stato libanese nello sforzo di accoglienza e protezione».

Dal 30 giugno a oggi militari libanesi hanno sgomberato 95 campi in oltre 12 località sulla regione costiera a nord di Tripoli, a ridosso del confine con la Siria. Dal 2011 a oggi il numero di siriani rifugiatisi in Libano a causa delle violenze in corso nel loro Paese ha sfiorato quota un milione e 200mila persone, su una popolazione totale che non arriva a quattro milioni di persone. L’Onu ha interrotto l’opera di registrazione su pressione del governo di Beirut, che da gennaio ha di fatto chiuso i confini all’arrivo massiccio di profughi siriani e ha imposto norme molto restrittive al loro soggiorno nel Paese dei Cedri. Nei luoghi degli sgomberi delle tende e delle improvvisate strutture sanitarie dei campi rimangono soltanto le tracce e le persone evacuate sono lasciate a loro stesse. Tra gli oltre 6mila sfollati c’è chi non ha avuto altra alternativa che vivere in strada.

L’esercito libanese e le fonti governative interpellate non hanno voluto commentare ufficialmente la notizia. Non sono stati diffusi comunicati stampa sull’argomento e i media di Beirut non hanno finora dato ampio risalto alla vicenda. Il ministro degli esteri libanese Gibran Bassil aveva affermato nei giorni scorsi che «la presenza massiccia di profughi siriani in Libano rischia di distruggere l’equilibrio demografico del Paese». La maggior parte dei profughi siriani nel nord del Libano provengono da regioni siriane a maggioranza sunnita. Si tratta di rifugiati presenti in Libano ormai da almeno due anni. Circa gli sgomberi, i testimoni oculari affermano che l’esercito libanese e le forze di sicurezza hanno dato un preavviso di appena 48 ore.

In alcuni campi vivono alcune decine di persone ma nel caso di quello di Tel Abbas al Gharbi e di Qubbe Chamra, nella provincia di Akkar, gli agglomerati erano popolati, rispettivamente, da 750 e 500 persone. Come riferiscono gli operatori internazionali presenti nella zona, intere famiglie con bambini e anziani sopravvivono all’adiaccio, sotto il sole cocente e senza protezioni. Fino ad oggi sono stati sgomberati soprattutto campi situati vicini a grandi vie di comunicazione. «In Siria non possiamo tornare. In Libano non ci vogliono», hanno affermato alcuni siriani in un campo profughi dell’Akkar ancora non colpito dalla campagna di sgombero. «Non ci rimane che buttarci a mare», hanno aggiunto gli intervistati.

(fonte Ansamed)


Come ka se pol vedar i canpi profughi en Siria łi xe fora da łe çità, entel dexerto e çircondà da na reçinsion de rete col fiło spinà e controło miłitar e de połisia. El mantegnemento lè a cargo de łe organixasion enternasionałi.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... %C3%A0.jpg
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Re: El caxo Siria e łi so migranti

Messaggioda Berto » mar set 08, 2015 6:46 am

ONU - Unhcr

Immigrati, l'Onu agli italiani: "Versate 15mila euro a testa"

L'Onu è sull'orlo della bancarotta. E l'Unhcr chiede ai milionari italiani di pagare il conto per tutti gli immigrati sbarcati
Sergio Rame - Lun, 07/09/2015
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/imm ... ok+Interna

La crisi internazionale degli immigrati ha messo finanziariamente in ginocchio le agenzie umanitarie dell’Onu.

Le organizzazioni delle Nazioni Unite non sono più in grado di soddisfare i bisogni di milioni di persone, mentre l’emergenza continua a crescere, in Medio Oriente, Africa ed Europa.
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Onu ora è in bolletta

Tanto che, oggi, l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ha lanciato ai circa 219mila italiani che possiedono un patrimonio superiore al milione di euro un appello affinché si facciano carico dei conti degli immigrati sbarcati in Italia nell'ultimo anno. "Se appena l’1% dei milionari italiani donasse 15.000 euro - si legge nell'appello - l’Unhcr disporrebbe di fondi sufficienti per assistere 22.000 famiglie siriane, riducendo il rischio che migliaia di bambini finiscano nella rete dei trafficanti di esseri umani".

Conti in rosso, sprechi certificati e interventi inutili. Le Nazioni Unite affondano e non riescono a intervenure concretamente in quella che è la maggiore emergenza migratori degli ultimi anni. Secondo l’alto commissario dell’Onu per i rifugiati, Antonio Guterres, "i bugdet (delle agenzie umanitarie, ndr) non possono essere paragonati con la crescita dei bisogni". "I nostri introiti nel 2015 saranno circa 10% in meno rispetto al 2014 - spiega Guterrex al Guardian - la comunità umanitaria globale non è a corto di soldi, nel suo complesso non è mai stata così efficiente. Ma dal punto di vista finanziario noi siamo rimasti a corto di fondi". Un numero su tutti rappresenta molto bene la crescita di un impegno sempre più grande da parte delle organizzazioni Onu: il numero di profughi a causa di un conflitto nel 2010 era di 11mila al giorno, l’anno scorso sono stati 42mila. Così l'Unhcr è messa a spulciare le liste del World Wealth Report del 2015 ed è andara a fare la questua dai circa 219.000 italiani che possiedono un patrimonio superiore al milione di euro. Si pure acaparrata una paginata sul Corriere della Sera per chiedere 15mila euro a testa per "assistere 22.000 famiglie siriane".

Come si legge nel testo dell’appello firmato dall'Unhcr, "una donazione di 15.000 euro sarebbe sufficiente per fornire a dieci famiglie di rifugiati siriani in Giordania mezzi sufficienti a vivere dignitosamente e se questo comportamento filantropico venisse adottato anche solo dall’1% dei milionari italiani, sarebbero 22.000 le famiglie che godrebbero di protezione e assistenza". Per Federico Clementi, responsabile raccolta fondi dell’Unhcr Italia, "è chiaro ormai a tutti che siamo dinanzi a una crisi epocale. Abbiamo deciso di rivolgere un appello ai milionari italiani, perché siamo convinti che questa sia una fase storica nella quale ciascun individuo, soprattutto chi ha la disponibilità economica di farlo, si debba assumere la responsabilità di agire concretamente per migliorare le condizioni di vita di migliaia di famiglie". L’alternativa, sottolinea l’esponente di Unhcr, "è quella di affidarsi ai trafficanti di esseri umani: non c’è altra scelta. Crediamo che sia arrivato il momento di dare un segnale forte di umanità e di generosità e siamo fiduciosi che la risposta degli italiani più abbienti sarà positiva".
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Re: El caxo Siria e łi so migranti

Messaggioda Berto » dom set 20, 2015 8:09 pm

L'intervista a Bashar al-Assad
Pubblicato il 17 set 2015
Il presidente siriano ha risposto alle domande dei media russi sulla situazione in Siria. Un'analisi a tutto tondo che parte dalla guerra in Iraq nel 2003, storicizza la nascita dell'Isis e propone le soluzioni politiche e militari per sconfiggere le formazioni fondamentaliste.

https://www.youtube.com/watch?t=152&v=p ... pp=desktop
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