Rifugiati, asilanti, diritti umani, obblighi e realtà

Rifugiati, asilanti, diritti umani, obblighi e realtà

Messaggioda Berto » mer giu 21, 2017 5:48 am

Altro che giornata dei rifugiati, l'Italia mantiene 400mila clandestini
Sinistra e sindacati si accodano all'Onu e chiedono più sicurezza per i rifugiati. Ma in Italia sono solo il 3,5%. In compenso manteniamo 400mila clandestini
Sergio Rame - Mar, 20/06/2017

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 11310.html

???
"Le incertezze del mondo possono indurre a chiudere gli occhi davanti alle sofferenze di coloro che fuggono dalla guerra".

In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi, chiede all'Occidente di abbettere le "barriere" e rendere "onore alla resistenza e al coraggio di più di 65 milioni di persone costrette a scappare da guerre, violenze e persecuzioni". Un appello a cui si sono accodati sindacati e sinistra per chiedere più diritti anche per i rifugiati che vivono in Italia. Peccato che siano soltanto il 3,5%. "In compenso - fa notare il leghista Roberto Calderoli - stiamo mantenendo quasi 400mila clandestini".

"Grazie papa Francesco per averci aperto la porta del tuo cuore e della Chiesa". Con queste parole scritte con pennarelli colorati su un grande cartellone i bimbi di alcune famiglie ospitate dalla diocesi di Roma, ieri sera, hanno accolto Bergoglio. Il 6 settembre del 2015 aveva lanciato un appello alle diocesi del mondo: "Accogliete almeno una famiglia di migranti". Oggi, in occasione della giornata mondiale del rifugiato indetta dall'Onu, la Chiesa torna a spendersi in prima persona perché venga riconosciuto il diritto di cittadinanza ai figli di immigrati, nati e cresciuti in Italia, che in questi giorni infiamma il dibattito politico. Non è la sola. Anche Laura Boldrini è scesa in campo per ricordare il dramma dei rifugiati. "Sono persone che, come tutti noi, vorrebbero rimanere a casa propria, se solo potessero viverci in sicurezza. Il numero - ha detto il presidente della Camera - è impressionante, ma gridare all'emergenza non serve". Per far fronte a questa emergenza la Cgil chiede all'Italia e all'Unione europea di implementare "le operazioni di salvataggio in mare" e di garantire "le operazioni di salvataggio in mare" a chi arriva nel nostro Paese.

Per la Lega Nord, invece, l'Italia potrebbe anche non celebrare la giornata mondiale del Rifugiato. "Tanto la questione non ci tocca...", chiosa Calderoli. Secondo i dati del Viminale, infatti, gli immigrati a cui è stato riconosciuto lo status di rifugiato tra il 2015 e il 2016 sono stati circa 11.400 su un totale di oltre 331.800, appena il 3,5%. Il restante 96,5%, ovvero circa 320.400 immigrati, li stiamo mantenendo al costo giornaliero di 35 euro a testa, ovvero 1.050 euro mensili a testa, ovvero 12.600 euro l'anno a testa. Una pioggia di soldi che viene spesa in alberghi, pensioni, strutture di accoglienza, telefonini, connessioni internet, pocket money da 2,5 euro al giorno e così via. Agli oltre 320mila arrivati negli ultimi due anni dobbiamo aggiungere i quasi 70mila immigrati sbarcati da inizio anno nel 2017. Sfioriamo, insomma, quota 400mila in due anni e mezzo. "Manteniamo quasi 400mila clandestini a fronte di appena 11.400 rifugiati, forse - conclude Calderoli - è ora che qualcuno si decida ad aprire gli occhi una buona volta".



??? Quante menzogne raccontano questi dementi manipolatori di diritti e di doveri ???

La giornata del rifugiato più amara che si potesse immaginare

https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/0 ... re/3673624

Una giornata del rifugiato più amara di quella 2017 è difficile da immaginare: mai così tanti i profughi, mai tanto dure e miopi le politiche dei paesi occidentali. Qualche numero: secondo l’Alto Commissariato per i rifugiati sarebbero 65 milioni gli individui in fuga e solo la settimana passata potrebbe essere di 100 vittime il tragico bilancio settimanale dei morti nel Mediterraneo.

L’Unione europea guarda, il governo italiano pensa a non indispettire gli elettori e gli esecutivi di mezza Europa continuano, senza un briciolo di decenza, a stare con i piedi in due staffe, praticando il pragmatismo a parole e il populismo nei fatti.

L’anno passato e quello precedente abbiamo visto un po’ di tutto: le frontiere esterne sono sigillate e militarizzate (no, muri e filo spinato in mare non è ancora possibile costruirne), quelle frontiere interne vengono aperte e chiuse a discrezione (vedi il caso danese), i leader europei stanno – de facto – già costringendo i richiedenti asilo nei paesi limitrofi ai loro, senza alcun rispetto degli standard minimi di tutela dei diritti umani, anche se, nel Vecchio Continente, ospitiamo solo due rifugiati su dieci. Chi parla di “tsunami” dovrebbe andare a vedere quanti rifugiati accolgono Turchia e Libano: se Ankara ne ospita quasi 3 milioni, in Libano sono – addirittura – un abitante del Paese su quattro.

Anche in Europa, però, abbiamo record da difendere. La Repubblica Ceca ha un primato invidiabile, per esempio: dal 2015 ha ospitato dodici rifugiati: sì, avete letto bene, dodici. E sembrano davvero un esercito rispetto a Polonia e Ungheria dove il saldo è zero. E qui parliamo dei Paesi “cattivi” ma anche a sbirciare tra i numeri di quelli virtuosi la situazione non migliora: il piano europeo di redistribuzione dei migranti giunti in Italia e Grecia è indietro perché nessuno Stato sta rispettando proprio quelle quote che si è imposto: ad oggi, infatti, solo il 5% dei migranti è stato ricollocato. Ma come, non doveva essere “respingimenti e flusso regolato”; fermezza e umanità? Se la parte militare sembra pienamente operativa, quella politica è ancora non pervenuta.

In Europa questa è la desolante situazione nella Giornata del rifugiato. E mentre i governi perdono tempo, di volta in volta, con nuove sofisticate geometrie per dare un colpo al cerchio ed uno alla botte – grazie a provvedimenti-toppa che durano giusto il tempo di una legislatura – le problematiche alla base rimangono immutate: nessun canale legale per chi fugge, poche soluzioni umane per chi è arrivato, pochissime risorse per l’integrazione e per coloro ai quali è stata respinta la richiesta d’asilo.

L’Alto Commissario per i rifugiati Filippo Grandi ha detto che i richiedenti asilo andrebbero premiati per resistenza e coraggio. E ha ragione da vendere. Fuggire da guerre e persecuzioni per trovarsi poi a dover fare i conti con burocrazia, razzismo e ignoranza richiede una forza d’animo ed un coraggio fuori dal comune.
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Re: Refuxà, axiłanti, diriti omàni, obligasion e reałixmo

Messaggioda Berto » gio feb 22, 2018 9:41 pm

Migrare e non migrare, accogliere e non accogliere, diritti e doveri
viewtopic.php?f=194&t=2498

Pensa prima alla tua gente e al tuo paese che ne hanno bisogno, invece che agli africani e all'Africa
viewtopic.php?f=205&t=2681

Accoglienza o ospitalità imposta o forzata è un crimine contro l'umanità
viewtopic.php?f=196&t=2420

Non portarti la morte in casa, non hai colpe né responsabilità
viewtopic.php?f=194&t=2624
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Re: Refuxà, axiłanti, diriti omàni, obligasion e reałixmo

Messaggioda Berto » gio feb 22, 2018 9:42 pm

Subito espulso chi non ottiene l’asilo. La stretta di Macron sugli immigrati
emiliano guanella
2018/02/21

http://www.lastampa.it/2018/02/21/ester ... agina.html

Sempre disposto alla trattativa e al compromesso, sull’immigrazione Emmanuel Macron non sente storie e segue il vento dell’opinione pubblica, favorevole a una stretta: il progetto di legge presentato oggi dal ministro degli Interni Gérard Collomb, molto vicino al Presidente, corrisponde a un vero giro di vite nel settore. Sta già provocando polemiche, nella società civile e perfino tra i deputati macronisti, che hanno la maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale e che in genere approvano senza fiatare qualsiasi legge venga loro propinata dal Governo. Ma stavolta potrebbero riservare qualche sorpresa.

Si tratta di una legge «per un’immigrazione gestita e un diritto all’asilo politico effettivo», così recita il titolo. «È un progetto equilibrato – ha sottolineato Collomb nei giorni scorsi -. La Francia deve accogliere tutti i rifugiati politici, ma non tutti quelli economici. Ecco, in quest’ottica dobbiamo cambiare la nostra legislazione, che adesso è molto più favorevole rispetto agli altri Paesi europei». Già da ieri si conoscevano le principali novità del provvedimento. Si riducono i termini per ottenere l’asilo a un massimo di sei mesi dalla presentazione della domanda, contro gli undici in media attuali. E il ricorso contro una decisione negativa dell’amministrazione competente (Ofpra) non sarà più sospensivo per tutti coloro che provengono da Paesi giudicati «sicuri» (la stragrande maggioranza): insomma, saranno espulsi prima di sapere cosa si stabilirà in appello. Intanto si allungano i tempi di permanenza nei centri di detenzione amministrativa per i migranti (equivalenti ai Cie, i Centri di identificazione ed espulsione italiani), dove finiscono i clandestini trovati senza regolare permesso di soggiorno: si passa dai 45 giorni attuali a 90, che in certi casi diventano addirittura 135.

Si introduce anche un vero e proprio reato di «superamento illegale della frontiera»: un anno di carcere e 3750 euro di multa per chi, ad esempio, attraversa illegalmente le Alpi tra Italia e Francia e non in corrispondenza di un posto di frontiera.

La legge prevede pure qualche misura «positiva», come la possibilità per i minorenni ai quali è riconosciuto lo status di rifugiato di far venire in Francia gli stretti familiari. Si riconoscono anche più diritti agli studenti stranieri presenti nel Paese, sia per lavorare che per creare un’impresa. E il premier Edouard Philippe ha promesso di incrementare i corsi di francese per coloro che hanno richiesto l’asilo e di sostenerli nella ricerca di un posto di lavoro. Ma tutto questo basterà a convincere i deputati più reticenti sulla legge?

D’altra parte Macron nell’ultimo sondaggio Ifop sulla sua popolarità ha perso sei punti percentuali. E in un’altra inchiesta (dell’istituto Elabe), condotta in parallelo, il 66% degli intervistati lo ha giudicato «troppo lassista» per la sua politica d’immigrazione. La loro scelta i francesi sembrano averla già fatta.
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Re: Refuxà, axiłanti, diriti omàni, obligasion e reałixmo

Messaggioda Berto » sab mar 03, 2018 8:28 pm

Migliaia di migranti sono stati evacuati dalla Libia
sabato 3 marzo 2018
Negli ultimi tre mesi una task force guidata dall'Unione Europea ne ha rimpatriati 15mila, sottraendoli ai centri di detenzione

https://www.ilpost.it/2018/03/03/migran ... uati-libia

Il Servizio europeo per l’azione esterna, un organo dell’Unione Europea che si occupa di affari esteri, ha annunciato che negli ultimi tre mesi sono stati evacuati più di 16mila migranti dalla Libia, il paese dove si concentra la maggior parte dei migranti che intendono raggiungere l’Italia via mare. La Libia è senza un governo unitario dal 2011 e il traffico di esseri umani, gestito spesso da milizie armate con pochi scrupoli, rimane uno dei pochi business redditizi. Secondo alcuni l’evacuazione di migliaia di migranti va considerata un passo in avanti per risolvere il problema del flusso illegale dalla Libia e dello scarso rispetto dei diritti umani nel paese. Altri fanno notare che i rimpatri di questo tipo riconsegnano i migranti ai contesti che si erano lasciati dietro.

In quindicimila sono tornati volontariamente al proprio paese con l’aiuto dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), un’agenzia dell’ONU che si occupa di migranti. Altri 1.300 hanno ottenuto protezione internazionale in Europa grazie all’agenzia ONU per i rifugiati (UNHCR). Non sappiamo quanti migranti rimangano ancora nei cosiddetti “centri di detenzione” gestiti dalle autorità e dalle milizie libiche, nei quali i migranti sono sottoposti a violenze e soprusi sistematici.

Il programma di evacuazione dalla Libia era stato presentato a dicembre dall’alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri, Federica Mogherini. L’obbiettivo minimo era quello di evacuare almeno 15mila migranti, ed è stato raggiunto. Al programma hanno collaborato funzionari dell’Unione Europea, dell’ONU e dell’Unione Africana, riuniti in una speciale task force. Il programma prevede anche dei fondi per il reinserimento dei migranti nel proprio paese d’origine: il programma dispone di quasi 300 milioni di euro, buona parte dei quali messi a disposizione dall’Unione Europea, che vengono usati per permettere a ciascun migrante rimpatriato di studiare o avviare un’attività lavorativa, come l’OIM ha già fatto per migliaia di migranti.

Secondo fonti del Post, i migranti che hanno accettato il rimpatrio volontario sono stati trasferiti perlopiù in paesi dell’Africa sub-sahariana come Nigeria, Gambia, Senegal, Costa d’Avorio e Guinea. I funzionari dell’ONU che li hanno assistiti li hanno scelti perché difficilmente – secondo una valutazione dell’ONU – avrebbero potuto ottenere una forma di protezione internazionale, una volta entrati illegalmente in Europa. La loro condizione è stata esaminata con un procedimento simile a quello che sarebbe avvenuto in Europa, spiegano al Post dalla task force. In questo modo, però, la loro richiesta di protezione internazionale viene esaminata solamente in via informale: non c’è modo di sapere se in Europa la loro eventuale richiesta sarebbe stata effettivamente rifiutata.

I pochi che hanno avuto diritto a una protezione internazionale sono i cosiddetti “soggetti vulnerabili” – famiglie, madri sole, minori non accompagnati o disabili – che l’agenzia ONU per i rifugiati ha trasferito in alcuni paesi europei. La stessa agenzia ha annunciato da tempo che nel 2018 intende trasferire dalla Libia, con soluzioni simili, fra i 5.000 e i 10.000 richiedenti asilo.



Europa e migranti-rifugianti
viewtopic.php?f=194&t=1440

La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare
viewtopic.php?f=194&t=2665
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Re: Refuxà, axiłanti, diriti omàni, obligasion e reałixmo

Messaggioda Berto » sab mar 03, 2018 9:56 pm

???

Migranti: giudice della Francia dice no al respingimento di minori soli
Amnesty International: governo francese fermi pratiche illegali al confine di Ventimiglia-Mentone
27 febbraio 2018

http://genova.repubblica.it/cronaca/201 ... -189892526

La giustizia amministrativa francese, accogliendo 20 ricorsi presentati da avvocati italiani e francesi, ha riconosciuto l'illegittimità delle procedure di respingimento, praticate dalla polizia di frontiera francese, nei confronti di minori non accompagnati. Lo annuncia Amnesty International che, assieme a altre associazioni umanitarie, ha assistito ai respingimenti di minori non accompagnati effettuati alla frontiera franco-italiana di Menton Garavan. Secondo Amnesty International il 24 febbraio il giudice ha riconosciuto l'illegittimità delle pratiche di respingimento sospendendo il "refus d'entréè"per 19 minori. "Le autorità francesi - si legge nella nota - continuano a respingere ogni giorno bambini stranieri isolati in Italia, in violazione della convenzione internazionale sui diritti del fanciullo". Le organizzazioni umanitarie che hanno preso parte all'operazione continueranno "a interpellare il governo francese affinché si fermino immediatamente le pratiche illegali frequenti sul territorio francese alla frontiera italiana".
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Re: Refuxà, axiłanti, diriti omàni, obligasion e reałixmo

Messaggioda Berto » mer mar 14, 2018 9:56 am

Londra costruisce carceri in Nigeria E imprigiona gli stranieri a casa loro
Fausto Biloslavo - Lun, 12/03/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 03916.html

A finanziarle i fondi per contrastare l'immigrazione illegale. Così il risparmio è di 40mila euro a detenuto

Il governo inglese costruirà un'ala di una prigione a Lagos per spedire in patria i criminali nigeriani ospiti delle carceri di Sua maestà.

E lo farà con i fondi per contrastare l'immigrazione illegale. In Italia è praticamente impossibile rimandare a casa gli stranieri dietro le sbarre, che sono un detenuto su tre. Nigeriani, marocchini, tunisini, albanesi e romeni considerano il Belpaese un «paradiso penale», come ha denunciato a fine gennaio il procuratore generale presso la Corte d'Appello di Bologna, Ignazio De Francisci. Il ministro degli Esteri inglese, Boris Johnson, ha annunciato al Parlamento la costruzione di una nuova ala del carcere Kiri-Kiri nella capitale nigeriana con 122 posti letto per i detenuti rimpatriati da Londra. La prigione di massima sicurezza nigeriana ha una storia controversa per sovraffollamento, violenze e alta mortalità fra i carcerati.

Per questo motivo Londra ha deciso di mettere in piedi una nuova ala che rispetti le condizioni di vivibilità previste dalle Nazioni Unite. L'obiettivo è rispedire in patria i 270 condannati nigeriani delle carceri britanniche. L'investimento è di 788mila euro, ma ogni straniero detenuto in patria costa circa 40mila euro all'anno. Ed il bello è che le autorità britanniche utilizzeranno, senza battere ciglio, i fondi per il ritorno a casa dei migranti illegali. Johnson ha sottolineato che «aiutare la Nigeria a migliorare le condizioni penitenziarie permetterà di trasferire un maggiore numero di detenuti nigeriani liberando posti nelle carceri del Regno Unito».

Gli inglesi hanno chiuso accordi per il trasferimento di detenuti anche con Albania, Ruanda, Giamaica e Libia. Nel nostro Paese un detenuto su tre è straniero. Le 190 carceri italiane «ospitano» 57.608 persone. A dicembre 2017, gli stranieri erano 19.745, il 34,3% della popolazione carceraria. Il nostro sistema penitenziario è sempre sovraffollato e riuscire a mandare a casa loro gli stranieri servirebbe a ridurre costi e liberare posti in cella.

«Il sovraffollamento delle nostre carceri è figlio della presenza di detenuti stranieri, che potrebbero scontare la pena nei loro Paesi di origine» dichiarava lo scorso anno il capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Santi Consolo. L'Italia ha già mosso i prima passi con l'Algeria, ma si punta anche sul Marocco e la Tunisia. I marocchini in carcere sono 3703 seguiti da romeni e albanesi. Poi ci sono i tunisini (2112) ed i nigeriani (1125), quasi quattro volte i numeri inglesi.

Il problema è che il Belpaese è «un paradiso penale» per i criminali stranieri. De Francisci, procuratore a Bologna, ha puntato il dito contro «certa giurisprudenza» che «ostacola il trasferimento dei detenuti stranieri perché scontino la pena nei Paesi d'origine». In pratica si asseconda «la preferenza degli stranieri per le carceri italiane anche quando non ve ne sarebbero i presupposti». Non sono gli unici ostacoli: Paesi come la Tunisia tendono a non riconoscere il criminale che dovrebbe venire espulso. Così il condannato sconta la pena, a carico del contribuente, con tutti i benefici di legge previsti in Italia ben superiori a quelli della sua nazione d'origine. La Romania non risponde sulle condizioni delle loro carceri. Il risultato è che il delinquente romeno resta in cella da noi o viene liberato perchè a casa sua non vengono rispettati gli standard penitenziari previsti da Bruxelles.
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Re: Refuxà, axiłanti, diriti omàni, obligasion e reałixmo

Messaggioda Berto » mer mar 14, 2018 9:59 am

Londra costruisce carceri in Nigeria E imprigiona gli stranieri a casa loro
Fausto Biloslavo - Lun, 12/03/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 03916.html

A finanziarle i fondi per contrastare l'immigrazione illegale. Così il risparmio è di 40mila euro a detenuto

Il governo inglese costruirà un'ala di una prigione a Lagos per spedire in patria i criminali nigeriani ospiti delle carceri di Sua maestà.

E lo farà con i fondi per contrastare l'immigrazione illegale. In Italia è praticamente impossibile rimandare a casa gli stranieri dietro le sbarre, che sono un detenuto su tre. Nigeriani, marocchini, tunisini, albanesi e romeni considerano il Belpaese un «paradiso penale», come ha denunciato a fine gennaio il procuratore generale presso la Corte d'Appello di Bologna, Ignazio De Francisci. Il ministro degli Esteri inglese, Boris Johnson, ha annunciato al Parlamento la costruzione di una nuova ala del carcere Kiri-Kiri nella capitale nigeriana con 122 posti letto per i detenuti rimpatriati da Londra. La prigione di massima sicurezza nigeriana ha una storia controversa per sovraffollamento, violenze e alta mortalità fra i carcerati.

Per questo motivo Londra ha deciso di mettere in piedi una nuova ala che rispetti le condizioni di vivibilità previste dalle Nazioni Unite. L'obiettivo è rispedire in patria i 270 condannati nigeriani delle carceri britanniche. L'investimento è di 788mila euro, ma ogni straniero detenuto in patria costa circa 40mila euro all'anno. Ed il bello è che le autorità britanniche utilizzeranno, senza battere ciglio, i fondi per il ritorno a casa dei migranti illegali. Johnson ha sottolineato che «aiutare la Nigeria a migliorare le condizioni penitenziarie permetterà di trasferire un maggiore numero di detenuti nigeriani liberando posti nelle carceri del Regno Unito».

Gli inglesi hanno chiuso accordi per il trasferimento di detenuti anche con Albania, Ruanda, Giamaica e Libia. Nel nostro Paese un detenuto su tre è straniero. Le 190 carceri italiane «ospitano» 57.608 persone. A dicembre 2017, gli stranieri erano 19.745, il 34,3% della popolazione carceraria. Il nostro sistema penitenziario è sempre sovraffollato e riuscire a mandare a casa loro gli stranieri servirebbe a ridurre costi e liberare posti in cella.

«Il sovraffollamento delle nostre carceri è figlio della presenza di detenuti stranieri, che potrebbero scontare la pena nei loro Paesi di origine» dichiarava lo scorso anno il capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Santi Consolo. L'Italia ha già mosso i prima passi con l'Algeria, ma si punta anche sul Marocco e la Tunisia. I marocchini in carcere sono 3703 seguiti da romeni e albanesi. Poi ci sono i tunisini (2112) ed i nigeriani (1125), quasi quattro volte i numeri inglesi.

Il problema è che il Belpaese è «un paradiso penale» per i criminali stranieri. De Francisci, procuratore a Bologna, ha puntato il dito contro «certa giurisprudenza» che «ostacola il trasferimento dei detenuti stranieri perché scontino la pena nei Paesi d'origine». In pratica si asseconda «la preferenza degli stranieri per le carceri italiane anche quando non ve ne sarebbero i presupposti». Non sono gli unici ostacoli: Paesi come la Tunisia tendono a non riconoscere il criminale che dovrebbe venire espulso. Così il condannato sconta la pena, a carico del contribuente, con tutti i benefici di legge previsti in Italia ben superiori a quelli della sua nazione d'origine. La Romania non risponde sulle condizioni delle loro carceri. Il risultato è che il delinquente romeno resta in cella da noi o viene liberato perchè a casa sua non vengono rispettati gli standard penitenziari previsti da Bruxelles.
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Re: Refuxà, axiłanti, diriti omàni, obligasion e reałixmo

Messaggioda Berto » lun apr 02, 2018 9:12 pm

Israele ferma l’espulsione dei migranti africani
francesca paci
2018/04/02

http://www.lastampa.it/2018/04/02/ester ... agina.html

Israele ha annullato la espulsione verso il Ruanda e l’Uganda di migliaia di migranti eritrei e sudanesi, che doveva iniziare nei prossimi giorni. La decisione era stata bloccata dalla Corte Suprema e nel frattempo è stata raggiunta con l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati una «intesa senza precedenti» in base alla quale 16.250 migranti saranno invece estradati gradualmente verso Paesi occidentali. Il rischio di espulsione riguardava oltre 40 mila migranti, la maggior parte di origine eritrea o sudanese.

Si è anche generato un piccolo “caso” a proposito dell’Italia come possibile destinazione dei migranti. Il premier Benjamin Netanyahu ha comunicato infatti che il processo durerà “cinque anni” e che fra i Paesi disposti a ospitare i migranti ci sarebbe stata anche l’Italia, oltre a Canada e altri. La Farnesina ha però smentito quasi subito: «Non c’è alcun accordo con l’Italia nell’ambito del patto bilaterale tra Israele e l’Unhcr per la ricollocazione». Alla smentita ha fatto seguito la precisazione dell’ufficio di Netanyahu: «L’Italia era solo un esempio di un paese occidentale: il primo ministro non intendeva in modo specifico l’Italia».

Israele considera gli africani giunti negli anni scorsi migranti economici e non ritiene di aver l’obbligo di concedere il diritto di asilo. La decisione di espellerli in massa aveva però suscitato forti proteste sia interne che a livello internazionale. L’opposizione ha condannato l’espulsione con “immorale”, una macchia sull’immagine di Israele come terra di accoglienza per gli immigrati ebrei fin dalla sua nascita. A Tel Aviv si sono tenute manifestazioni a favore dei migranti mentre centinaia di medici, accademici, sopravvissuti all’Olocausto, scrittori e rabbini hanno firmato appelli per fermare la deportazione.

I migranti africani hanno cominciato ad arrivare in Israele a partire dal 2005, dall’Egitto, quando il governo del Cairo ha represso duramente una loro protesta ed eritrei e sudanesi hanno visto nello Stato ebraico un rifugio sicuro e opportunità di lavoro. Oltre quarantamila hanno attraversato la frontiera lungo il Sinai, difficile da controllare, finché nel 2012 la costruzione di un muro lungo il confine ha ridotto gli ingressi a poche decine all’anno.
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Re: Refuxà, axiłanti, diriti omàni, obligasion e reałixmo

Messaggioda Berto » sab lug 21, 2018 6:17 pm

«Io, falsa rifugiata, denuncio il business di trafficanti e coop»
Benedetta Frigerio
21-07-2018

http://www.lanuovabq.it/it/io-falsa-rif ... nti-e-coop

Pagò 5.500 euro un'agenzia russa per ottenere lo status di rifugiata. Elis Gonn racconta alla NuovaBQ: «Inventarono falsità sulla mia vita, mi presentarono come lesbica perseguitata. La commissione italiana ascoltava le storie degli immigrati e dava permessi senza verifiche. Nei centri di accoglienza ricevevamo una miseria al mese in abbonamenti. La gente parla di carità e atti umanitatri ma se nessuno denuncia è solo per paura dei trafficanti»

Piange Elis Gonn mentre ci mostra il suo permesso di soggiorno ottenuto grazie ad un sistema che si beve le menzogne come se ne avesse bisogno per sopravvivere. E piange perché se anche ora è in Italia, dove voleva vivere, è passata «nell’inferno dello sfruttamento dei trafficanti e nella "mafia" dei centri di accoglienza». Soprattutto, però, piange perché in Italia ha riscoperto la fede in Dio ed è «amaramente pentita delle bugie dette, del sistema che sta distruggendo l'Italia che ho contribuito ad alimentare e della mia vita passata. Voglio quindi parlare anche se dovessero farmela pagare cara».

Tutto comincia un anno e mezzo fa, quando Gonn, giovane cittadina russa decide di voler crescere la figlia in Italia. «Prima - spiega la donna - ho cercato attraverso siti italiani un lavoro, poi ho contattato agenzie interinali del vostro paese, ma mi hanno detto che senza laurea era quasi impossibile trovare lavoro». Ma Gonn è determinata, «ho cercato su Google un'agenzia interinale in Russia che mi aiutasse a trovare lavoro in Italia. Una di queste mi rispose che sarebbe stato difficile, ma che per 1.500 euro potevano farmi un visto di lavoro polacco per poi trovare un lavoro in nero in Italia. Dissi di sì e compilai un questionario dove bisognava indicare, ad esempio, l'altezza e il peso». Da qui l’agenzia scopre che la donna ha una figlia e ferma il procedimento burocratico. «Chiesi se non c’era un'altra opzione e mi parlarono dello status di rifugiato che costava 5.500 euro». Per convincerla a sborsare la cifra l’agenzia le promette un miraggio: «Ti garantiamo che la richiesta sarà accettata, lo Stato ti darà tutto, vitto, alloggio, soldi e tra 5 anni avrai la cittadinanza. Avevo qualche dubbio; ero cattolica, anche se non praticante, e non mi sembrava molto morale. Ma l’uomo dell’agenzia mi tranquillizzò sostenendo che anche Abramo aveva mentito, dicendo che sua moglie era sua sorella, quando era in un paese straniero. Sapeva parlare bene. Alla fine ho detto di sì».

La donna diede un anticipo di 500 euro e la restante parte «quando mi “allenarono” ad affrontare la commissione italiana per i richiedenti asilo, dandomi dei contatti di un avvocato Italiano che poi si rivelò un fantasma. Le bugie furono tante, come quella che non sarei stata messa insieme agli africani». Per affrontare la commissione preposta al rilascio dello status di rifugiato l’agenzia interrogò Gonn cercando dei punti su cui far leva. «L'uomo dell'agenzia mi chiese di che religione ero: cattolica, “non va bene”, rispose. Di che nazionalità: russa, “non va bene”. Orientamento? Lesbica. Ah perfetto!». La donna subì violenze da bambina «ma non ho avuto fastidi da nessuno a causa delle mie relazioni con le donne, c'era chi mi trattava male per altre ragioni: ad esempio, una vicina mi odiava semplicemente perché secondo lei facevo troppo rumore».

Ma cosa fece l’agenzia? «Prese tutti questi episodi e li modificò per fare di me una perseguitata in quanto lesbica. Alcuni episodi li inventò lui dal nulla. Ad esempio, scrisse che ero stata picchiata in un parco perché baciavo una ragazza e mi disse di guardare su Google sia quel parco sia il posto di polizia dove secondo la storia ero stata portata, così da poter descrivere la scena e rispondere a tutte le domande. Pagando altri soldi ottenni un certificato del pronto soccorso (avevano un "collaboratore" lì). Mi chiese poi di fare una foto con una prostituta: non servì e la cancellai dopo la mia conversione. Mi disse poi di scrivere sulla mia porta insulti come "lesbica disgustosa” e di fotografare: ma mia nonna si ribellò. L'uomo mi fece memorizzare la storia che avrei dovuto ripetere davanti alla Commissione italiana che poi mi ascoltò per circa due ore (gli africani vengono ascoltati circa 15 minuti)». Le storie «generalmente vengono accettate senza verifiche».

Il 24 aprile 2017 Gonn atterra all'aeroporto di Roma, dove fa la domanda per ottenere lo status e da lì viene portata presso la Croce Rossa di via Ramazzini a Roma, dove rimarrà fino a settembre. «Era vivere come in un campo rom, quando qualcuno veniva a controllare si faceva pulizia e si fingeva che fosse un posto decente. Non so quanti soldi prenda la Croce Rossa per ogni ospite, ma agli ospiti dà solo 70 euro al mese in ricariche telefoniche Lyca, che gli africani spacciano alla stazione per aver dei soldi in tasca». A lavorare come volontarie «venivano delle ragazze ideologicamente molto motivate (legate ai centri sociali) e per questo volenterose ma sottopagate». I centri, in maggioranza occupati da africane «sono delle zone a sé con le loro leggi tribali: la spazzatura, gli africani la buttano per terra, o dalla finestra, così che alla fine la Croce Rossa rimosse i cestini perché tanto non servivano». La maggioranza degli ospiti, spiega Gonn «sono stati forzatamente sradicati dalla loro terra: gli manca la terra natia, la famiglia, tutto. Ma non vogliono neanche tornare, perché hanno bruciato i ponti. Gran parte di loro sperano di scappare in Germania o in Austria e alcuni ci provano, ma vengono catturati e riportati indietro, perché non hanno il diritto di lasciare il paese di primo approdo».

Nelle tendopoli dove stanno gli immigrati «si moriva di caldo o di freddo, a seconda della stagione. A cucinare era una comunità di tossicodipendenti. Molti si indignano perché i migranti si lamentano del cibo, ma assicuro che se lo assaggiassero cambierebbero idea: di commestibile c'era ogni giorno solo la pasta, con qualcosa che assomigliava al sugo. L’aspetto scandaloso non è che il cibo che danno gratis ai migranti è immangiabile, ci mancherebbe, ma che i centri di accoglienza ricevano una somma considerevole dal governo per fornire questo cibo. Dove vanno questi soldi mi chiedo?» La donna ricorda anche lo scoppio di un incendio di cui la stampa non si curò, sebbene «nessun sistema di allarme fosse attivo...non ci fu alcun intervento per riparare i danni, la tendenza è a non spendere, basti pensare che nel nostro centro c'era una lavatrice probabilmente regalata da qualcuno, ma non funzionava per la semplice ragione che la Croce Rossa non ha ritenuto necessario comprare la prolunga».

Certo Gonn ricorda di aver sempre ricevuto sapone e oggetti per l’igiene, «ma praticamente tutto quello che avevamo veniva dalle donazioni private. Nessuno smartphone veniva comprato ai migranti (è una delle tante bufale che girano), anche se quasi tutti ne compravano uno per conto proprio con soldi di dubbia provenienza». Gonn non vuole accusare qualcuno di furto, non avendone le prove, ma porre delle domande. «Non posso dire con esattezza quanti soldi al mese riceve la Croce Rossa per ogni ospite, se i famosi 35 euro al giorno di cui parlano tutti. Posso però dire con esattezza quanti ne ricevevano i migranti: 70 euro al mese a testa, che non venivano mai dati in contanti, ma in ricariche e abbonamenti». La donna, dopo ripetute richieste di lasciare il programma immigrati per mantenersi da sola e per cercarsi una casa in affitto, viene spostata in una cooperativa vicina a Capena dove viene messa a vivere con una nigeriana: «Alcuni centri di accoglienza vogliono far credere che non si ha il diritto di lasciare il centro, anche se non è vero».

La cooperativa prima le mentì dicendo che «dovevo per legge vivere in una struttura, altrimenti mi avrebbero rifiutato il permesso (nessuna legge dice questo). Poi ho cercato di scappare con un taxi, ma loro sono venuti a cercarmi con la macchina e mi hanno portata indietro. Sono riuscita a fuggire con la bimba al terzo tentativo. La cooperativa si è arrabbiata molto e ha cercato di mettermi nei guai, dicendo alla prefettura che ero una pazza pericolosa, ma non ci fu nessun seguito, perché una lesbica è intoccabile. Alla fine ho ricevuto lo status di rifugiata vivendo già con la bambina in una casa in affitto». Avevo già da molti mesi ricominciato ad andare a messa e con il tempo capii che in Italia e non in Russia i diritti umani sono gravemente violati».

Gonn oggi vuole parlare «in nome dell'Italia, della Russia e della giustizia. Voglio smascherare me stessa per smascherare questo business immondo. So che ci saranno gravi conseguenze per me, ma sono pronta a tutto pur di essere coerente con la verità che ho abbracciato». Si capisce perché da anni i vescovi africani gridano di chiudere le porte dell'Europa, di non favorire il traffico umano, di non illudere la loro gente, di favorire lo sviluppo in casa. Ma che vantaggio ne avremmo quando è possibile coprire ogni ingiustizia con l'ideologia della carità teorica e dell'antirazzismo alimentando un mercato proficuo? Forse chi usa questo gergo buonista dai suoi salotti radical chic dovrebbe farsi qualche domanda come Gonn. Ma si sa, sarebbe troppo scomodo anche questo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Refuxà, axiłanti, diriti omàni, obligasion e reałixmo

Messaggioda Berto » mar set 11, 2018 4:09 am

Art. 10 della Costituzione italiana e Diritto d'Asilo

Migranti,Legnini:diritto asilo in Carta Tweet 10 settembre 2018 15.37 Sul diritto di asilo "gli indirizzi giurisprudenziali non possono prescindere dall'articolo 10 della Costituzione, che è chiaro, nitido e forte". Così il vicepresidente del Csm Legnini. Ogni decisione e ogni "scelta di politica legislativa non possono prescindere da questo dato", spiega Legnini, augurandosi che governo e Parlamento "tengano sempre a mente la forza di quella norma costituzionale".

http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... refresh_ce


Art. 10
Articolo 10. L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.


Alberto Pento
Il diritto d'asilo compreso nell'articolo 10 della Costituzione italiana, va contemperato con altri diritti sanciti dalla costituzione e non può assolutamente andare contro i diritti dei cittadini italiani ed europei, come non può essere scriteriatamente e indiscriminatamente esteso a coloro che ne abusano, a tutti i non cittadini italiani ed europei del mondo per ragioni economiche, sanitarie, ambientali e sopratutto non può essere usato come pretesto per negare e impedire i diritti umani naturali, universali e civili dei cittadini italiani ed europei.

Le convenzioni e i trattati internazionali vanno interpretati e in ogni caso non sanciscono l'obbligo assoluto dell'accoglienza per diritto d'asilo sempre e comunque, ma prevedono che questo diritto vada valutato in relazione alla compatibilità politica e culturale e alle possibilità economiche e sociali di ogni paese, diritto che se necessario (per incompatibilità con i diritti dei cittadini italiani ed europei) può essere rifiutato.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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