Sto kì: Furio Colonbo lè ono de łi omani pì buxiari e skifoxi ke me sipia tocà de scoltar:QUELLO DEI MIGRANTI È UN OLOCAUSTO (Furio Colombo) 30/08/2015
https://triskel182.wordpress.com/2015/0 ... io-colombo La parola “Olocausto” è quella giusta per raccontare ciò che sta succedendo intorno a noi in tempo reale: gente morta annegata, gente morta asfissiata, gente condannata a strisciare sotto barriere di filo spinato, gente ammanettata per essere riuscita a passare, navi piene di morti, camion pieni di morti, spiagge piene di morti, bambini perduti, soli per sempre (non ci sono più i genitori o sono finiti altrove). Oppure i loro corpi galleggiano a faccia in giù, in acqua e benzina nel sottofondo di un barcone. La miglior polizia francese e inglese garantisce il blocco a Calais, a Ventimiglia o sulla bianche scogliere di Dover. La migliore forza militare d’Unghe – ria usa gas e mezzi blindati casomai i siriani che tentano di salvarsi dal massacro riuscissero ad avvicinarsi.
La parola “Olocausto”l’ha detta Marco Pannella.
Sapeva benissimo che era ovvia, ma i leader europei, impegnati e mobilitati a esigere certi debiti dalla Grecia, avevano altro a cui pensare. Se la Grecia non paga i debiti, la sua cacciata immediata dall’Europa (Grexit) è inevitabile. Se l’Ungheria alza una barriera di strati di filo spinato, alta quattro metri e lunga centinaia di chilometri, per impedire ogni passaggio umano dalla Serbia (dunque dalla Siria) il fatto è ordinaria politica interna.
E benché sia il confine dell’Europa (pensate l’Europa di Spinelli, Colorni, Rossi), all’Europa non importa nulla di essere complice di strage.
Persino l’America, in un modo non proprio esemplare, ci manda un appello alla lotta contro i perfidi trasportatori di morte (i famosi trafficanti) e non una parola sui nostri confini di morte e sul blocco totale e assoluto di qualunque corridoio umanitario.
Sì, la parola Olocausto è la parola giusta. Talmente giusta che Angela Merkel, che fino ad ora si era dedicata solo al debito greco, si è svegliata di soprassalto e ha ordinato l’accoglienza, la più larga possibile, per i siriani. Ma finora neppure lei ha avuto qualcosa da dire sull’immorale e vergognoso blocco ungherese, che ha trasformato in un lager i confini dell’U ni o n e Europea. Neanche il presidente Junker ha avuto da obiettare, E la vice presidente Mogherini, che è l’Alto rappresentante per la politica estera europea dell’Ue, non si è mai presentata alla frontiera di morte ungherese, per aprire la porta sbarrata dell’Europa.
Sapete perché un decente intervento di chi rappresenta l’Europa non c’è stato ?
Perché gli scafisti e i trafficanti di esseri umani sono tra noi.
Sono i Salvini, i Le Pen, gli Orbán, i ministri degli interni dei migliori Paesi europei, che scatenano le loro polizie per stanare gli esseri umani che potrebbero salvarsi, che sono già salvi, per ricacciarli o imprigionarli per il reato di avere cercato di garantire la vita a se stessi e ai propri bambini.
Trafficanti e scafisti esistono, come esiste una costosissima flotta militare che occupa il Mediterraneo, e avrebbe già sparato agli scafisti, se non fosse tenuta a bada da navi come la “Phoenix ” della famiglia Catambrone, che ha salvato, da sola, migliaia di naufraghi, o la nave dei Medici senza frontiere. Infatti è in vigore il blocco assoluto voluto con forza dai “piazzisti di morte” di cui ha parlato il vescovo Galantino.
Ma qui occorre tornare alle ossessioni di Pannella.
Perché tanta criminalità e un così immenso guadagno intorno alla droga? Perchè il proibizionismo ha creato il paradiso della malavita organizzata. Ecco ripetuto il modello, a cura dei nuovi piazzisti: bloccare, proibire, chiudere. Se non esiste alcun modo di accostarsi legalmente all’Europa (salvo il visto in consolati già devastati e abbandonati da anni), perché non dovrebbe nascere un reticolato illegale, pericoloso e privo di scrupoli, per quel passaggio verso la salvezza che non può aspettare la prossima stagione e un cambiamento del torvo umore europeo?
E poiché i “buoni ”, in Europa, non hanno il coraggio che ha avuto Monsignor Galantino (redarguito per settimane) e continuano a trattare con i piazzisti di morte come fossero politici e come se la condanna a morte di milioni di profughi fosse una delle opzioni possibili, ecco che l’Ue, e ciascuno dei suoi governi, è forzata a non avere alcuna politica, dedicandosi a danzare intorno al palo degli scafisti cattivi e dei trafficanti spietati, senza badare al fatto che quella gente non è che una agenzia criminale creata da noi.
Migranti, i tafferugli della Lega nel silenzio quasi totalehttp://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06 ... le/1779189 di Furio Colombo | 14 giugno 2015
Oggi, mentre leggete, l’Italia ha una grande donna da onorare, una rivolta pericolosa da respingere, un partito eversivo da condannare, e il compito di salvare l’onore e la legge del Paese, di fronte ad atti gravi che (per incomprensibile decisione) sono passati quasi in silenzio.
La donna è Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, che il giorno 6 giugno, dopo avere ascoltato l’editto di Maroni, che vieta l’accoglienza di rifugiati nella Regione Lombardia, ha detto subito, senza cautele politiche: “È una scelta ignobile”. Per essere precisi, Maroni ha detto (lo stesso giorno): “Ho deciso di scrivere una lettera ai prefetti lombardi per diffidarli dal portare qui in Lombardia nuovi clandestini e ho deciso di scrivere ai sindaci per dirgli di rifiutarsi di prenderli, mentre ai sindaci che dovessero accoglierli ridurremo i trasferimenti regionali come disincentivo, perché non devono farlo, e chi lo fa, violando la legge, subirà questa conseguenza”.
Come si vede la frase, oltreché ignobile, è detta con perfetto analfabetismo costituzionale, violazione della funzione di presidente di Regione (la cui autorità termina dove inizia quella dello Stato), invocazione rovesciata della legge. Inoltre il presidente della Lombardia, senza che nessun politico lombardo abbia avuto niente da dire, autorizza se stesso a dare direttive ai prefetti. Per sapere di fronte a quale atto di irresponsabile rivolta contro lo Stato ci si trovi di fronte (Maroni è un ex ministro dell’Interno) si noti che i rifugiati che la Lombardia di Maroni rifiuta di accogliere, vengono definiti, da Maroni stesso, “clandestini”, parola giuridicamente priva di senso, salvo che nella Corea del Nord, e moralmente indegna, per definire persone che hanno e attendono diritto di asilo.
Ma all’iniziativa di Maroni, che abusa gravemente della sua autorità, si aggiunge l’appello alla rivolta contro la Repubblica del segretario dello stesso partito di Maroni, Matteo Salvini, Lega Nord (per informazioni sul livello morale di questo gruppo nella storia recente, vedi la distribuzione di diamanti fra i precedenti dirigenti di quel partito): “Siamo pronti a presidiare, e occupare le prefetture che vogliono requisire spazi per ospitare gli immigrati”. Non si capisce come Stefano Folli, nella sua nota (Repubblica, 12 giugno) possa parlare di “tela logorata della solidarietà”. Non si tratta di tela logorata, ma di tela brutalmente e deliberatamente strappata, per fini elettorali e con strumenti di rivolta contro lo Stato.
È facile a questo punto ricordare perché, ingiustamente, quasi tutti i media abbiano parlato e continuino a parlare di “rivolta delle Regioni del Nord”. Sergio Chiamparino, presidente del Piemonte, e Piero Fassino, sindaco di Torino, hanno denunciato subito l’assurdità e illegalità della chiamata alla rivolta contro la Repubblica di Maroni e Salvini. Del resto due personaggi più accorti e meno irresponsabili, come Zaia (Veneto) e Toti (Liguria), apparentemente solidali con Maroni, hanno trovato modo di esserci e di non esserci. Zaia: “Smettiamola con l’illusione di poter sopportare e gestire un esodo biblico (…) ma le vite umane si salvano, non si discute”. Toti: “Io non lo posso ancora fare (respingere i “clandestini”, ndr) perché non sono ancora in carica”.
Passano le ore, trascorrono alcuni giorni e i media insistono nel persuaderci che siamo a una rivolta coalizzata di tutto il nord, che la gravità dell’invasione sta raggiungendo il picco (eppure i numeri dei nuovi arrivati sono più bassi di quando Maroni era ministro), la parola “scabbia” (malattia cara alla Lega, portata e diffusa, secondo loro, ma non secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, dagli immigrati) compare, benché i casi siano rarissimi, nei titoloni di prestigiosi giornali. E compaiono fotografie di qualche decina di neri nelle stazioni di Roma e Milano, dimostrando, evidentemente che nessuno ha mai fotografato, un anno fa o tre anni fa, o cinque anni fa, il dormitorio notturno intorno alla Stazione Termini di Roma o a Santa Maria Novella a Firenze. E si evita sempre, per non interferire nella campagna elettorale della Lega, il rapporto fra causa ed effetto.
Se in alto, in questa pagina, leggete l’intimazione Maroni-Salvini a non dare, a nessun costo, in nessun caso, spazio di accoglienza agli immigrati, è inevitabile che chi arriva sano e salvo dal mare (secondo l’auspicio di Zaia) si sieda per terra nelle stazioni, in attesa che qualcuno torni al senso comune e alla legge della Repubblica. Maroni naturalmente ha un piano. Lo può raccontare perché sa che non sarà irriso da tv e giornali, che con la Lega vogliono andarci piano.
Ha detto che si possono costruire in Libia (non è precisato fra quali linee di combattimento) campi Onu vigilati da Caschi blu, dove si sistemeranno coloro che chiedono asilo (alla Libia?). Come è noto, tutte le fazioni in lotta in quel Paese stanno aspettano i Caschi blu, e i loro campi potrebbero sorgere accanto ai campi Isis, già precedentemente descritti per noi, con sicurezza assoluta, da Maroni e Salvini, da cui i terroristi si preparano a imbarcarsi per l’Italia.
L’elenco di chi ha preso subito le difese della Repubblica (ma anche della comune umanità e del buon senso) purtroppo è breve: la presidente della Camera Boldrini, Chiamparino, Fassino (meglio dunque non intitolare “tutto il Nord rifiuta gli immigrati”), l’editorialista de L’Avvenire. Purtroppo in questo brevissimo elenco di interventi d’urgenza manca il presidente della Repubblica. Avrebbe potuto essere la sua prima occasione di difendere la Costituzione dal mobbing volgare e squilibrato della Lega.
Qualcuno avrebbe potuto raccontargli che, nel 1956, un presidente americano, Dwight Eisenhower, conservatore e repubblicano, quando ha saputo che a Little Rock (Arkansas) una folla di bianchi impediva da giorni l’ingresso a scuola di una bambina nera, ha mandato i paracadutisti federali a scortare la bambina fino in classe.
il Fatto Quotidiano, 14 giugno 2015
Par sto omo ensemenio e cofà lù a ghe nè tanti, màsa, par evitar ste trajedie a dovarisimo ndarsełi tor co łe navi, a portarsełi caxa par mantegnersełi e servirłi.
A copemo tuti łi nostri veci, łi nostri parimare e a ghe demo łe so caxe.