Zaia: «Chiudere i centri come Cona ed espellere violenti e non profughi»Martedì 3 Gennaio 2017
http://www.ilgazzettino.it/nordest/vene ... 73724.htmlPer il governatore del Veneto Luca Zaia i centri di accoglienza come Cona, dove ieri ci sono state proteste da parte dei migranti dopo la morte di una giovane ivoriana, «devono chiudere». Zaia ha quindi ricordato che bisogna «espellere i facinorosi e a seguire tutti quelli che non sono profughi». Per il presidente veneto, da fatti come quello di ieri «emergono tutte le debolezze di questo sistema di accoglienza. A oggi in Veneto sono arrivati 30mila immigrati, di cui 13mila ancora ospitati. Il resto sono spariti. La nostra quota, se si calcola il 3 per mille sulla popolazione, sarebbe 15mila, ma ne abbiamo già avuti il doppio ed è impensabile continuare con questo metodo». Per il governatore bisogna «avere la certezza che chi aiutiamo siano profughi: se la verifica dei requisiti avvenisse in Africa anche i cittadini sarebbero più tranquilli rispetto all'ospitalità».
«Se è forte il "dolore davanti a un fatto così tragico come la perdita di una vita», al tempo stesso«non dev'esserci il minimo dubbio che da noi tutti sono curati nella stessa maniera». Zaia, tiene a precisare come il sistema sanitario della Regione garantisca «le stesse cure a tutti, indipendentemente dal colore della pelle, dal credo religioso e dalla provenienza. Per questo ho voluto che venissero resi pubblici i dati del soccorso». «Non possiamo non interrogarci su tutto quello che sta succedendo. Quanto ai fatti, l'Ulss ha chiarito in maniera più che sufficiente come sono andate le cose: in nemmeno 20 minuti erano sul posto con ambulanza e auto medica. La mia preoccupazione è stata che le cure siano state tempestive», ha continuato Zaia, secondo cui, tuttavia, quanto avvenuto dopo «non è giustificabile in nessuna maniera». «Da parte di alcuni è emerso un comportamento per noi inaccettabile. Fermo restando che questo non è altro che un segnale di tante piccole vicende che accadono in tutta italia rispetto ai centri di accoglienza e senza cercare la polemica in questo momento di rispettoso dolore, non ci si può esimire da condannare questi comportamenti», ha continuato, sottolineando che «i violenti devono essere espulsi e a seguire tutti quelli che non sono profughi».
Ricordiamo a Zaia che non esiste un Diritto Umano Universale per le genti del Mondo a venirsi a curare in Veneto a nostre spese, come non esiste alcun Diritto Umano Universale per le genti del mondo a venire nella nostra terra per farsi mantenere o per avere un finto lavoro e una casa e una pensione a nostre spese.Cona, parla Nordio: "Non possiamo escludere infiltrazioni di tipo terroristico tra i migrantiIl procuratore aggiunto di Venezia: "Esistono gruppetti slegati tra di loro, ciascuno con una filosofia propria, ogni possibilità è aperta"
dal nostro inviato FABIO TONACCI
http://www.repubblica.it/cronaca/2017/0 ... -155426379"La rivolta del centro migranti di Cona è stato un brutto sintomo, e di questi tempi non si può nemmeno escludere che possano esserci delle infiltrazioni di tipo terroristico". Parla Carlo Nordio, il procuratore aggiunto della procura di Venezia che sta seguendo, insieme col pm Lucia D'Alessandro, l'inchiesta sulla morte della 25 enne ivoriana Sandrine Bakayoko e sui tafferugli che ne sono seguiti, culminati con il sequestro durato qualche ora di una trentina di operatori della coop Edeco.
In che senso è un brutto sintomo?
"All'inizio sembrava che la ragazza fosse morta dopo 5 ore di agonia senza essere soccorsa, e questo avrebbe potuto far comprendere la reazione scomposta degli ospiti del centro. Invece tutti, all'interno del campo, avevano capito fin da subito che Sandrine non era stata abbandonata, nonostante ciò hanno continuato la protesta. Sospettiamo dunque che ci siano soggetti che già da prima dell'episodio del decesso menavano nel torbido".
Ma il terrorismo cosa c'entra?
"Un'indagine fatta bene su un tessuto sociale come quello di un centro di accoglienza sovraffollato con 1.300 migranti, deve partire dal presupposto che ci possano essere anche infiltrazioni di tipo terroristico e para-terroristico. Venezia, oltrettutto, è un obiettivo sensibile. Ho dato delega alla Digos per fare tutti gli accertamenti su tutti i richiedenti asilo che hanno partecipato ai tafferugli, in modo da escludere ogni legame, anche remoto, col mondo del jihadismo. Se non troveremo niente, tanto meglio. Lo facciamo nella filosofia dell'avanzamento della linea di difesa e della prevenzione".
Al momento quante persone avete identificato?
"Una ventina. Non sono formalmente indagate, ma su di loro stiamo lavorando".
Avete scoperto qualcuno particolarmente esperto nel gestire rivolte e tensioni come quelle scoppiate lunedì scorso?
"No, non c'era e non c'è un'organizzazione dominante all'interno della ex base di Cona. Non abbiamo trovato nemmeno un capo, un leader. Ma proprio il fatto che esistano gruppetti slegati tra di loro, ciascuno con una filosofia propria e un modo diverso di porsi nei confronti dell'autorità, lascia aperta ogni possibilità".
E perché?
"Alcuni sembrano molto pacifici e interessati a vivere nella legalità accettando le regole dell'accoglienza, altri appaiono più violenti e fomentatori. I primi sono collaborativi, i secondi no. Dobbiamo capire perché".
Il microcosmo interno del campo di Cona pare spaccato in due, tra angolofoni e francofoni. E' così?
"A grandi linee sì, ma la situazione è più articolata. Gli appartenenti ai gruppetti rivali, tra l'altro, si sono accoltellati tra loro".
Ma vi risulta che tra i facinorosi ci sia qualcuno che nel proprio Paese d'origine ha partecipato a conflitti o guerriglie?
"Quando un investigatore si trova ad avere a che fare con un flusso migratorio imponente che proviene da vari Paesi, alcuni dei quali in guerra, deve sospettare il peggio. Va fatta un'attenta opera di screening: non possiamo certo arrestare tutti in maniera sommaria, come vorrebbero alcuni giornali. La responsabilità penale è personale".
Nell'indagine sulla rivolta ipotizzate reati quali sequestro di persona, danneggiamenti e violenze personali. Sulla morte di Sandrine?
"Quel filone sarà chiuso presto, perché è certo che la ragazza sia morta per un evento naturale, ed è certo che non ci siano stati né omissioni né ritardi nel soccorso".
Sto articoło nol me piaxe.???
Politica, rifiuti e migranti: la coppia di potere che gestisce il grande business. E ora c'è scappato il mortoCristiano Sanna
http://notizie.tiscali.it/cronaca/artic ... -inchiestell ricco affare dell'accoglienza dei migranti diventa una questione di coppia. A indagare su Simone Borile e la consorte Sara Felpati ora è la magistatura. Le inchieste sono due: la Procura di Padova si occupa dell'utilizzo dei soldi pubblici, quella di Venezia, dopo la rivolta del Cpa di Cona, dovrà chiarire le circostanze della morte della venticinquenne ivoriana Sandrine Bakayoko e le tante accuse di condizioni disumane di accoglienza. Andiamo con ordine e partiamo dalle cifre. Millequattrocento rifugiati provenienti da tutta l'Africa, stipati nella ex base militare diventata centro di prima accoglienza (Cpa), in una frazione di 190 abitanti. Significa tre volte la capienza massima fissata dalla Asl veneta. In questo carnaio umano, gestito da Ecofficina Edeco, ha perso la vita in una doccia la venticinquenne ivoriana Sandrine Bakayoko. Responsabile di Ecofficina è Sara Felpati, moglie di Simone Borile indagata per truffa, falso e maltrattamenti.
Dentro il business dell'accoglienza
Sara Felpati è l'amministratore delegato di Ecofficina Edeco, già Ecofficina Educational, che nella regione veneta gestisce il Cpa di Cona (precisamente della frazione di Conetta che fa parte del comune esteso) e i centri di Bagnoli e Oderzo. La Felpati è la stessa persona filmata mentre insultava i migranti nella sua struttura, definendoli macachi (scimmie, ma anche sinonimo di stupidi in Veneto). Suo marito Simone Borile, nelle vesti di direttore del Consorzio Padova Tre (che gestisce lo smaltimento dei rifiuti oltre che i migranti) e contemporaneamente presidente del Consorzio Padova Sud avrebbe affidato (come ha raccontato il suo successore Alessandro Baldin) alle cooperative gestite dalla consorte appalti per servizi da 4 milioni e mezzo di euro. Gestendo in modo tutto da chiarire i conti di Padova Sud che ora registrano un buco per 30 milioni di euro. Sul quale ha aperto un fascicolo la Procura di Padova e protesta l'attuale assemblea di sindaci del consorzio, allarmati dalla prospettiva del fallimento. Borile è indagato anche per truffa e falso nell'appalto del servizio di protezione per i richiedenti asilo nella località di Due Carrare, fatto per cui i carabinieri del Nas hanno perquisito la sede della cooperativa e la sua abitazione. Sulla politica pigliatutto di Ecofficina arrivarono proteste e sospetti anche da parte di Confcooperative, che ne volle l'espulsione dalla sua conferedazione.
Rifiuti, politica e migranti
Borile viene indicato da più parti come uno snodo fondamentale, un uomo di potere nell'intreccio di affari che vanno dalla gestione dei migranti a quella dei rifiuti, non senza dimenticare i trascorsi politici. Il marito della donna al comando del Cpa di Conetta, Sara Felpati, dopo le prime esperienze nella Dc e il passaggio a Forza Italia, era stato consigliere provinciale a Padova, poi membro del consiglio di amministrazione dell'azienda per l'edilizia residenziale del Parco dei Colli Euganei. Nel 2011 ecco il suo impegno a favore di Ecofficina che allora serviva soprattutto biblioteche e asili nido, con un bilancio cresciuto da 114 mila euro a 10 milioni. Era Borile l'uomo che faceva arrivare i soldi e risolveva i problemi, come quando spense le proteste di quelli che si lamentavano per il freddo e l'assenza di condizioni umane adeguate, spostandoli dal centro di Battaglia Terme a quello di Cesuna, gestito proprio da Ecofficina, vincitrice dell'appalto per l'accoglienza dopo il quale ha stabilito anche per i concorrenti quale cifra sarà destinata quotidianamente alla gestione dei profughi: 34 euro e 90, di cui in tasca a chi viene ospitato ne arrivano circa tre. Stessa cosa Borile fece con le proteste nel centro di accoglienza di Montagnana. Tutte operazioni benedette dalla Prefettura di Padova. Che ora aspetta l'esito delle inchieste sulla donna morta nel Cpa gestito da Ecofficina, sulla gara d'appalto truccata e sulla voragine finanziaria lasciata dalla presidenza di Borile.
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