Tramaci poledeghi e economeghi so sta migrasion selvaja

Re: Tramaci poledeghi e economeghi so sta migrasion selvaja

Messaggioda Berto » sab giu 11, 2016 6:45 pm

Lucravano sul centro d’accoglienza migranti: 21 persone rinviate a giudizio
sabato 11 giugno 2016

http://www.secoloditalia.it/2016/06/luc ... e-giudizio

Hanno gonfiato le spese e ridotto i servizi ai migranti, si sono impossessati di 88 mila euro inviati dall’estero agli stessi ospiti della struttura ed hanno commesso violazioni fiscali. Sono i motivi per cui il Gip del Tribunale di Gorizia, in seguito a indagini svolte dalla Guardia di Finanza ha rinviato a giudizio 21 persone a vario titolo operanti nell’ ambito di una nota onlus che gestiva un centro di accoglienza immigrati per il quale il ministero dell’Interno (tramite la Prefettura) sosteneva oneri economici per l’accoglienza e il mantenimento dei cittadini extracomunitari ospitati. I reati contestati, che riguardano anche tre persone giuridiche, sono associazione per delinquere, reati fiscali, peculato, frode in pubbliche forniture, falso e favoreggiamento. La onlus, che opera in più regioni italiane, dal 2015 non gestisce più il Centro di accoglienza dopo la “risoluzione” avvenuta con la Prefettura di Gorizia.

Gonfiavano i rimborsi per migranti: a giudizio per truffa

Secondo l’accusa, le fatture di volta in volta presentate alla Prefettura di Gorizia per i servizi resi, con la quale l’ente no-profit aveva una convenzione, sono risultate fraudolentemente gonfiate. Contemporaneamente, veniva omessa la fornitura di beni e servizi ai migranti come carte telefoniche prepagate, sigarette, pocket money e acqua, come invece sarebbe dovuto avvenire da contratto. Condotte queste che avevano già portato al rinvio a giudizio da parte del Tribunale di Gorizia di undici persone tra dirigenti e dipendenti della onlus e funzionari pubblici, con l’accusa di truffa ai danni dello Stato per rimborsi indebiti ottenuti dalla Prefettura per 2,3 milioni di euro. Un altro caso di frode riguarda 375 materassi pagati come ignifughi dalla Prefettura, caratteristica che invece i beni acquistati non avevano. Il reato di peculato si riferisce, invece, al responsabile locale della onlus e ad altri tre dipendenti che si erano appropriati di oltre 88 mila euro inviati agli ospiti della struttura tramite i circuiti di money-transfer. I reati fiscali invece si configurano in una triangolazione attuata per l’acquisto di acqua in bottiglia: questa veniva acquistata da una società di Pordenone (che la trasportava e consegnava a Gorizia) ma veniva ceduta a una società slovena che la rivendeva all’ente italiano, evitando così di pagare l’Iva. Le forniture avvenute in questo modo riguardano oltre 31 mila bottiglie. Le indagini continuano e mirano a verificare se anche negli anni precedenti ci siano state irregolarità.
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Re: Tramaci poledeghi e economeghi so sta migrasion selvaja

Messaggioda Berto » sab giu 11, 2016 6:51 pm

Siracusa, frode fiscale da 4 milioni euro VIDEO |Coinvolte cinque Onlus che accolgono migranti
Angelica Serrai
2016/06/06

http://www.si24.it/2016/06/06/siracusa- ... nti/248189

Una frode fiscale da quattro milioni di euro da parte di cinque Onlus che accolgono immigrati è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Siracusa.

Le indagini della polizia economico-finanziaria hanno avuto inizio dal secondo semestre del 2013, quando il flusso di migranti è diventato sempre più crescente con 113 sbarchi a fronte di circa 13.300 arrivi.

Gli immigrati giunti sul territorio hanno avuto bisogno sin da subito di un’adeguata assistenza che ha comportato un esborso di 13.900.000 euro per due annualità dal 2013 al 2014.

La Prefettura aretusea a la guardia di finanza hanno proceduto a controlli che hanno riguardato le spese sostenute ed il loro inquadramento in specifici centri di costo. Le verifiche nei confronti di associazioni ed enti non commerciali come società cooperative e Onlus hanno permesso di individuare un vero e proprio fenomeno evasivo.

L’attività di indagine ha fatto emergere un fenomeno evasivo per 4.252.177 euro l’individuazione dell’emissione di fatture per operazioni inesistenti per 1.351.004 e ed ha permesso la segnalazione di 19 soggetti per reati tributari all’autorità giudiziaria di Siracusa.

Sono state individuate cinque Onlus, di queste 2 evasori totali ed 1 paratotale, con la richiesta di sequestro per equivalente per 920.122 euro.

Il prefetto ha inoltre decretato l’esclusione di una Onlus dalla procedura di gara volta alla conclusione di un accordo quadro tra la Prefettura e più soggetti economici operanti nella provincia per assicurare i servizi di accoglienza ai migranti richiedenti protezione internazionale, per l’anno 2016.
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Re: Tramaci poledeghi e economeghi so sta migrasion selvaja

Messaggioda Berto » sab ago 20, 2016 9:41 am

Migranti, la disobbedienza del sindaco leghista. Rimuove l’avviso della Prefettura e diffida i cittadini: “Non accogliete”
Fabio Bergamini, primo cittadino di Bondeno (nel ferrarese) ha inasprito in questi giorni la sua lotta contro i profughi. Un'atteggiamento che ha trovato il plauso di Maroni e Salvini che su Twitter lancia #iostoconfabio
di F. Q. | 19 agosto 2016

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08 ... te/2983859

Fabio Bergamini, sindaco di Bondeno, ha fatto cancellare dall’albo pretorio del suo comune l’avviso di manifestazione di interesse diramato dalla Prefettura di Ferrara per sondare la disponibilità di alloggi privati da destinare all’accoglienza di rifugiati internazionali, diffidando contestualmente i suoi cittadini dall’ospitare profughi.

L’esponente del Carroccio che, a inizio mese, aveva replicato con un “nessuna accoglienza nel nostro comune terremotato: non vogliamo fantasmi sul nostro territorio” alla richiesta di collaborazione avanzata dalla Prefettura, nelle scorse ore ha rafforzato il concetto. “Riterrò i cittadini personalmente responsabili nel caso in cui dovessero prendersi in casa finti profughi – scandisce il primo cittadino di Bondeno con una nota -: ricordo per l’ennesima volta che solo il 2-3% degli stranieri che arrivano nel nostro Paese hanno diritto allo status di ‘profugo’ e alle misure di protezione previste”. Pertanto, taglia corto: “come sindaco mi riservo di intraprendere tutte le azioni utili a scoraggiare attivamente l’inutile spesa, a carico dei contribuenti, dell’accoglienza di immigrati”.

E, sul bando diramato dalla Prefettura, il sindaco Bergamini, aggiunge: “è uno sfregio nei confronti dei cittadini terremotati ancora fuori casa. Invece che sprecare risorse pubbliche nell’accoglienza, lo Stato pensi a saldare le imprese edili che hanno terminato le opere di ricostruzione, imprese che oggi fanno fatica ad accedere ai fondi per vedersi pagare i lavori ultimati”. Un concetto a cui ha fatto seguire un’azione di ‘disobbedienza’, dando mandato agli uffici di cancellare dall’albo pretorio l’avviso prefettizio. “Più che un gesto di disobbedienza – spiega Bergamini -, il nostro è un gesto di civiltà. Vogliamo impedire allo Stato di spezzare il legame di solidarietà tra terremotati e Amministrazione. Non lasceremo che qualche privato si arricchisca alle spalle delle 634 persone ancora fuori dalle loro abitazioni originarie (rese inagibili dal sisma)”.

Il sindaco di Bondeno ha subito raccolto il sostegno del governatore lombardo Roberto Maroni e del segretario leghista Matteo Salvini: “Condivido quello che ha detto e quello che ha fatto in pieno – ha spiegato l’ex ministro dell’Interno -. Io avevo dato i poteri ai sindaci per la sicurezza urbana. Quel decreto poi venne cancellato ma il principio è che il sindaco deve poter governare il suo territorio sennò è inutile che faccia il sindaco”. Gli fa eco anche il segretario, che dai social commenta: “Bravo! Alla faccia dei Renzi e delle Boldrine di turno” e lancia su twitter l’hashtag #iostoconfabio, dividendo il web, nei commenti, tra sdegnati e favorevoli.

Chi è sicuramente in disaccordo con Bergamini è il Pd dell’Emilia Romagna, il segretario Paolo Calvano non usa mezzi termini per condannare il comportamento del sindaco di Bondeno: “Le politiche di accoglienza non sottraggono risorse ai terremotati ma la Lega mette i profughi che scappano da combattimenti e terrore contro i nostri concittadini terremotati, perché speculare sulle tragedie di uomini e donne (il sisma da un lato, le guerre dall’altro) può essere utile a guadagnare qualche voto, magari dimenticandosi di avere una coscienza”.
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Re: Tramaci poledeghi e economeghi so sta migrasion selvaja

Messaggioda Berto » mer ago 24, 2016 7:26 am

IL POLIZIOTTO: “L’ACCOGLIENZA? BUSINESS DEI POTERI FORTI. E CHI PARLA, VIEN FATTO FUORI”
Maurizio Blondet 23 agosto 2016
MATTIA SACCHI
Il Mattino, 22 agosto 2016-08-23

http://www.maurizioblondet.it/poliziott ... parla-vien

E’ uno dei poliziotti più fa­mosi d’Italia, grazie alle sue denunce pubbliche su quanto suc­cede nei centri d’acco­glienza e nelle procedure per identificare i migranti. Daniele Contucci, assi­stente capo della Polizia di Stato in forza presso la Di­rezione centrale immigra­zione e Polizia delle Fron­tiere, ora dirigente sinda­cale Consap, racconta quan­to visto negli sbar­chi di migranti sulle coste italiane.

Daniele Contucci, lei è stato in prima linea du­rante l’emergenza immi­grazione…
Ho fatto parte dell’URI, l’unità specializzata rapida di intervento specializzata sull’immi­grazione. Si trattava di un’unita il cui obiettivo era quello dell’impiego in tutte le emergenze di immigrazione. Facevamo ‘inter­viste’ a tutti i migranti che duravano circa 20 minuti e durante le quali ricostrui­vamo tutto il loro trascorso: tra cui le generalità, il percorso fatto per arri­vare fino all’Italia e se avevano ricevuto ritorsioni nel loro paese d’origine. Succes­sivamente, i dati venivano inviati in un database che veniva girato alla commis­sione territoriale la quale decideva se concedere l’asi­lo politico.
Lei ha visto da vicino il Cara di Mineo, uno dei più grandi centri richiedenti l’asilo d’Eu­ropa…
Un centro in grado di ospitare 4000 richiedenti, ognuno dei quali ha un costo giornaliero di circa 37 euro, di più se il richiedente è mino­renne [Sono almeno 52 milioni di euro l’anno. Per il solo centro di Mineo, ndr.] Potete quindi immaginare il tipo di business, per non dire altro, che ci sia dietro. Centinaia di persone che la­vorano all’interno del centro, quindi un indotto economico enorme per l’entroterra siciliano. Con tutti gli inte­ressi del caso e gli scambi clientelari [ha forse detto Mafia? No, non pare. NDR ]. La task force di cui facevo parte riusciva a ridurre i tempi di permanenza di un anno. Successivamente l’unità è stata demansionata e chiusa, chissà perché…

I migranti che ha incontrato le da­vano tutti l’impressione di scappare da qualcosa?
Assolutamente no! Abbiamo avuto a che fare con tante persone dal pas­sato tragico, ma anche da tanti mi­granti che si capiva sin da subito che avevano altri obiettivi. D’altronde i numeri parlano chiaro: nel 2014 sono arrivati in Italia 172mila mi­granti. Di questi solo il 10% riconosciuto lo status di asilante politico, per un totale di 36mila migranti a cui è stato riconosciuto un titolo per stare sul territorio europeo. Tutti gli altri avrebbero dovuto rimpatriare e invece la maggior parte è sparita nel nulla.

Lei è conosciuto anche per essere stato il primo a denunciare casi di turbercolosi e malattie infettive…
Durante un’operazione di sbarco mi­granti nel Porto Augusta nel giugno 2014, siamo stati un giorno e mezzo a trat­tare con 1’200 persone, di cui 66 con la scabbia e altri con la tubercolosi. Ma, contro ogni procedura, siamo stati mandati allo sbaraglio con delle semplici mascherine e guanti in lat­tice. Io ho un figlio che all’epoca era appena nato e, per paura di con­tagiarlo, non l’ho incontrato per un mese e ho fatto degli esami privati per accertarmi di non aver contratto alcuna malattia infettiva. Potete immaginare la frustra­zione nel non poter vedere il proprio figlio crescere nei primi mesi di vita. Allora ho voluto denunciare questa situazione assurda che metteva i po­liziotti a serio rischio.

Aveva paura delle malattie che si potevano contrarre?
Certamente. Salivamo e scendevamo dalle navi senza le protezioni neces­sarie, incontrando persone che ma­gari avevano malattie infettive

Le sue denunce hanno portato a qualcosa?
Prima le visite mediche duravano pochi minuti, adesso sono fortunata­mente più approfondite, anche se non abbastanza. Proprio qualche giorno fa è stato trovato nella provincia di Como un migrante con una diagnosi di scabbia riscontrata pochi giorni prima nel Meridione d’Italia, senza sapere se aveva effettuato la profilassi del caso. Questi sono pericoli per la salute pubblica. Ma non è l’unico problema nelle procedure con i migranti in Italia.

Cosa intende dire?
La mancata fotosegnalazione dei mi­granti ha creato dei grandissimi problemi. Io sono stato il primo a de­nunciare queste manchevolezze, che impedivano il rispetto dei trattati di Dublino. Molti di questi migranti evi­tavano di farsi fotografare, con la compiacenza delle autorità italiane: parliamo di 100mila persone non fotosegnalate tra il 2014 e il 2015. Magari alcuni di loro sono terroristi o legati ad asso­ciazioni dai fini criminali. Anche se fosse solo uno su mille sarebbe una cosa gravissima dalla portata decisa­mente pericolosa con evidenti responsabilità dei vertici governativi e di sicurezza.

Le sue denunce le hanno portato ripercussioni sul posto di lavoro?
Solo problemi e ritorsioni. La nostra sezione è stata ufficialmente chiusa, noi demansionati dai nostri incarichi. Io lavoro a Roma e hanno cercato ad ogni modo di convincermi a far domanda di trasferimento, situazione comoda vista la lontananza da un ufficio centrale di importanza così rilevante. E anche i colleghi che prima mi sostenevano sono piano piano spariti, lasciandomi solo contro tutti. Chissà se qualcuno di loro comprato?

La politica si è però interessata a lei e al suo caso…
La Lega Nord aveva presentato delle interpellanze sui casi da me denun­ciati, ma quando il gioco ha co­minciato a farsi più serio sono spariti anche loro. Forse gli interessi che ho toccato sono troppo grandi. Poi ho accettato la candidatura al Consiglio comunale a Roma con Fratelli d’Italia: se avesse vinto la Meloni forse avrei fatto parte del Consiglio comunale per continuare a lottare affinché giustizia, verità e libertà trionfino contro la casta e il malaffare legato al business dell’immigrazione.

Quindi cercava anche lei la pol­trona…
Ma per niente! Solo che in questa si­tuazione è praticamente impossibile proseguire in Po­lizia il mio lavoro di verità e giustizia. Ricoprendo un incarico politico elettivo rinuncerei a qualsiasi euro in più ri­spetto alla mia ultima busta paga a dimostrazione del mio disinteresse economico. Lo avrei fatto solo per continuare la lotta contro la delinquenza, ovunque essa sia.

Come valuta la situazione a Como?
E’ una situazione molto partico­lare. I migranti che arrivano vo­gliono passare il confine svizzero. Solo che se entrano in Svizzera e non sono stati fotose­gnalati prima in Italia è più difficile accertare il primo paese di approdo per poi esser riaccompagnati alla frontiera. Ma comunque dalle interviste delle polizie locali si risale poi ai fatti e quindi rispediti lo stesso in Italia. A questo punto è giusto che le Guardie di Confine siano li per garantire la sicurezza del loro popolo, visto anche il concreto rischio terrorismo.

Ma l’Italia ha colpe in tutto questo?
Direi proprio di si. I trattati di Dublino probabilmente penaliz­zano l’Italia, ma la soluzione non è non identificare i migranti. Durante il semestre di presi­denza europeo, l’Italia poteva far qualcosa su questo fronte ma in realtà, nonostante i proclami, non si è fatto nulla. Un’immigrazione control­lata e integrabile può essere sana, ma non è certo questo il caso.

“Immigrazione integrabile”. Ritiene che molti immigrati ri­fiutino di integrarsi?
Chiedete alle donne poli­ziotte quando alcuni migranti di sesso maschile si rifiutavano di rilasciare le dovute interviste. Già questo indicativo della differenza di mentalità.

Cosa pensa di Mare Nostrum e Triton?
Mare Nostrum è stata un’operazione italiana dai costi incredibili che ha fatto il gioco degli scafisti, visto le regole d’ingaggio che permettevano di arrivare a 10 miglia dalle coste libiche. Mentre Triton, sotto Frontex e tutt’ora in atto, ha come obiettivo salvaguardare le coste e arrestare gli scafisti con l’ingaggio a 30 miglia dalle coste libiche. Un migrante prima di queste missioni pagava 2-3 mila euro per il viaggio verso l’Italia, successivamente solo 700-800 perché ovvia­mente i rischi, ppur sempre altissimi, sono diminuiti con Mare Nostrum. Bisogna arrivare alle origini del fenomeno, facendo lavo­rare le diplomazie. All’estero ci sono consolati e ambasciate italiane: si potrebbe gestire la cosa nei paesi d’origine organizzando e gestendo le richieste d’asilo direttamente presso le nostre diplomazie all’estero. In quel modo la gente potrebbe sapere che c’è una strada normale e ordina­ria per arrivare in Italia e si toglie­rebbe un business mortale dalle mani dei trafficanti di esseri umani. Poi servirebbe un’operazione ‘cusci­netto’ sotto l’egida dell’Onu creando dei campi sosta per selezionare da lì i richiedenti asilo. Accompagnando inoltre corridoi umanitari per le popolazioni effettivamente in guerra come la Siria o Libano. Purtroppo invece si preferisce la politica delle lacrime di coccodrillo e delle morti annun­ciate.

Nonostante le ritorsioni, continuerà a denunciare i malfunzionamenti delle politiche migratorie?
Certo, continuerò a lottare da uomo libero quale sono e non mi fermerò di fronte ad alcuna ritorsione o minaccia. Rac­conterò i fatti, nella convinzione che molti apriranno gli occhi…
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Re: Tramaci poledeghi e economeghi so sta migrasion selvaja

Messaggioda Berto » sab set 10, 2016 8:15 pm

Confcooperative sospende Ecofficina
«Guardano troppo al business»
Il presidente regionale Campanaro: «Un sistema che non risponde alle logiche della buona accoglienza»
Davide D’Attino
8-settembre-2016

http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 9408.shtml

PADOVA «Non esiste una legge che impedisce di ospitare e gestire centinaia di profughi in un’unica struttura. Questo però è un sistema che non risponde alle logiche della buona accoglienza, della qualità dell’intervento, dell’integrazione e della relazione. Si tratta invece di un modello che guarda soprattutto al business. E, per tutte queste ragioni, vogliamo prendere le distanze da questo soggetto e dalla maniera in cui opera».

Sono parole durissime quelle scandite da Ugo Campagnaro, presidente regionale di Confcooperative, e indirizzate ad Ecofficina Educational Onlus, cioè la cooperativa sociale «pigliatutto» di Battaglia Terme (Padova) che ormai da circa tre anni, ovvero da quando è cominciata la cosiddetta emergenza migranti in arrivo dall’Africa, si occupa della gestione dei maggiori centri del Veneto in cui sono sistemati i richiedenti asilo. Parole che fanno da preambolo alla decisione di sospendere la coop in questione, guidata da Gaetano Battocchio, Sara Felpati, Luisa Betto e Simone Borile, impedendole di partecipare alla vita associativa e diffidandola dall’utilizzare il marchio della stessa. Come noto, solo per citare le concentrazioni più numerose, Ecofficina gestisce le ex basi militari di Bagnoli di Sopra (Padova), Cona (Venezia) e Oderzo (Treviso), dove sono complessivamente alloggiati quasi duemila migranti. Senza poi dimenticare che, fino alla scorsa settimana, si è occupata anche dell’ex caserma Prandina a Padova, alle porte del centro storico, dove per circa quattordici mesi sono transitate centinaia di profughi. Con punte di oltre settecento tra l’estate e l’autunno del 2015, tanto da costringere la prefettura a trasformare quella che era una tendopoli in un grande complesso di moduli prefabbricati.

Come altrettanto noto, però, i vertici della onlus di Battaglia sono tuttora al centro di due indagini parallele condotte dalla procura di Padova e da quella di Rovigo, la prima per alcuni presunti documenti falsi presentati nel corso di una gara e l’altra per alcuni (sempre presunti) maltrattamenti nei confronti proprio dei migranti da loro accolti. «Abbiamo assunto questo provvedimento – sottolinea Campagnaro, presidente veneto di Confcooperative – non solo per tutelare il buon nome e l’operato della nostra associazione, aspettando che i tribunali emettano un giudizio definitivo su Ecofficina, ma anche e soprattutto per ribadire che, a nostro parere, il modo migliore per farsi carico dei richiedenti asilo è quello della cosiddetta micro-accoglienza diffusa nel territorio. Tanto per favorire l’integrazione degli stessi richiedenti asilo – spiega Campagnaro – quanto in particolare per evitare che grandi somme di denaro, provenienti da bandi nazionali, finiscano nelle mani di pochi e che si creino agglomerati di persone capaci soltanto di scatenare tensioni».
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Re: Tramaci poledeghi e economeghi so sta migrasion selvaja

Messaggioda Berto » mer set 21, 2016 7:06 pm

Figli inesistenti, parenti disabili: mille immigrati truffano il Fisco
Martedì 20 Settembre 2016

http://www.ilgazzettino.it/nordest/trev ... 76255.html

TREVISO - La Guardia di Finanza di Treviso ha segnalato mille stranieri all'autorità giudiziaria per indebite percezioni di erogazioni a danno dello Stato.
Una truffa da tre milioni di euro, uno solo dei quali è stato bloccato dalle 'fiamme gialle' prima che fosse erogato. Mente del raggiro al fisco il titolare di un Centro di Assistenza Fiscale bolognese al quale si rivolgevano stranieri da tutta Italia. Ai finanzieri il sospetto è venuto quando hanno notato un numero consistente di immigrati rivolgersi anziché ad un Caf della Marca a uno bolognese a cui erano state sottoposte mille dichiarazioni dei redditi infedeli, presentate o già compilate e in attesa di essere trasmesse all'Agenzia delle Entrate, finalizzate a beneficiare di crediti d'imposta non spettanti.
In detrazioni parenti disabili senza che lo fossero, spese sanitarie mai sostenute e tanti altri casi simili. L'indagine, coordinata dalla procura di Bologna e condotta dal Gruppo di Treviso, ha permesso di svelare l'intero meccanismo di frode e di ottenere anche l'annullamento di oltre 300 modelli 730/2016, da poco presentati con l'indicazione di quasi un milione di euro di crediti IRPEF non spettanti, che così non saranno liquidati.
Il Caf bolognese, in cambio di compensi, ha agevolato le pratiche di numerosi clienti, consentendo loro di percepire indebiti crediti Irpef, liquidati in oltre due milioni di euro, attraverso l'aggiramento per anni (dal 2012) del sistema informatico di «controllo automatizzato» delle dichiarazioni dei redditi.
Gli indagati, tutti cittadini stranieri residenti sull'intero territorio nazionale, con la compiacenza del responsabile del Caf ricorrevano, infatti, a diversi artifici per perseguire il disegno fraudolento volto al conseguimento di rimborsi Irpef non dovuti: nel modello 730 dichiaravano crediti d'imposta inesistenti, oppure la presenza di altri familiari a carico residenti all'estero e privi di codice fiscale, o ancora detrazioni per figli non esistenti in affidamento preadottivo, anche disabili. La magistratura bolognese ha disposto a carico del consulente fiscale, vera «mente» ed «istigatore» delle condotte delittuose, il sequestro preventivo d'urgenza dell'immobile sede del Centro Direzionale utilizzato dall'indagato per l'esercizio dell'attività.
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Re: Tramaci poledeghi e economeghi so sta migrasion selvaja

Messaggioda Berto » ven gen 06, 2017 9:01 pm

Zaia: «Chiudere i centri come Cona ed espellere violenti e non profughi»
Martedì 3 Gennaio 2017

http://www.ilgazzettino.it/nordest/vene ... 73724.html

Per il governatore del Veneto Luca Zaia i centri di accoglienza come Cona, dove ieri ci sono state proteste da parte dei migranti dopo la morte di una giovane ivoriana, «devono chiudere». Zaia ha quindi ricordato che bisogna «espellere i facinorosi e a seguire tutti quelli che non sono profughi». Per il presidente veneto, da fatti come quello di ieri «emergono tutte le debolezze di questo sistema di accoglienza. A oggi in Veneto sono arrivati 30mila immigrati, di cui 13mila ancora ospitati. Il resto sono spariti. La nostra quota, se si calcola il 3 per mille sulla popolazione, sarebbe 15mila, ma ne abbiamo già avuti il doppio ed è impensabile continuare con questo metodo». Per il governatore bisogna «avere la certezza che chi aiutiamo siano profughi: se la verifica dei requisiti avvenisse in Africa anche i cittadini sarebbero più tranquilli rispetto all'ospitalità».

«Se è forte il "dolore davanti a un fatto così tragico come la perdita di una vita», al tempo stesso«non dev'esserci il minimo dubbio che da noi tutti sono curati nella stessa maniera». Zaia, tiene a precisare come il sistema sanitario della Regione garantisca «le stesse cure a tutti, indipendentemente dal colore della pelle, dal credo religioso e dalla provenienza. Per questo ho voluto che venissero resi pubblici i dati del soccorso». «Non possiamo non interrogarci su tutto quello che sta succedendo. Quanto ai fatti, l'Ulss ha chiarito in maniera più che sufficiente come sono andate le cose: in nemmeno 20 minuti erano sul posto con ambulanza e auto medica. La mia preoccupazione è stata che le cure siano state tempestive», ha continuato Zaia, secondo cui, tuttavia, quanto avvenuto dopo «non è giustificabile in nessuna maniera». «Da parte di alcuni è emerso un comportamento per noi inaccettabile. Fermo restando che questo non è altro che un segnale di tante piccole vicende che accadono in tutta italia rispetto ai centri di accoglienza e senza cercare la polemica in questo momento di rispettoso dolore, non ci si può esimire da condannare questi comportamenti», ha continuato, sottolineando che «i violenti devono essere espulsi e a seguire tutti quelli che non sono profughi».


Ricordiamo a Zaia che non esiste un Diritto Umano Universale per le genti del Mondo a venirsi a curare in Veneto a nostre spese, come non esiste alcun Diritto Umano Universale per le genti del mondo a venire nella nostra terra per farsi mantenere o per avere un finto lavoro e una casa e una pensione a nostre spese.



Cona, parla Nordio: "Non possiamo escludere infiltrazioni di tipo terroristico tra i migranti
Il procuratore aggiunto di Venezia: "Esistono gruppetti slegati tra di loro, ciascuno con una filosofia propria, ogni possibilità è aperta"
dal nostro inviato FABIO TONACCI

http://www.repubblica.it/cronaca/2017/0 ... -155426379

"La rivolta del centro migranti di Cona è stato un brutto sintomo, e di questi tempi non si può nemmeno escludere che possano esserci delle infiltrazioni di tipo terroristico". Parla Carlo Nordio, il procuratore aggiunto della procura di Venezia che sta seguendo, insieme col pm Lucia D'Alessandro, l'inchiesta sulla morte della 25 enne ivoriana Sandrine Bakayoko e sui tafferugli che ne sono seguiti, culminati con il sequestro durato qualche ora di una trentina di operatori della coop Edeco.

In che senso è un brutto sintomo?
"All'inizio sembrava che la ragazza fosse morta dopo 5 ore di agonia senza essere soccorsa, e questo avrebbe potuto far comprendere la reazione scomposta degli ospiti del centro. Invece tutti, all'interno del campo, avevano capito fin da subito che Sandrine non era stata abbandonata, nonostante ciò hanno continuato la protesta. Sospettiamo dunque che ci siano soggetti che già da prima dell'episodio del decesso menavano nel torbido".

Ma il terrorismo cosa c'entra?
"Un'indagine fatta bene su un tessuto sociale come quello di un centro di accoglienza sovraffollato con 1.300 migranti, deve partire dal presupposto che ci possano essere anche infiltrazioni di tipo terroristico e para-terroristico. Venezia, oltrettutto, è un obiettivo sensibile. Ho dato delega alla Digos per fare tutti gli accertamenti su tutti i richiedenti asilo che hanno partecipato ai tafferugli, in modo da escludere ogni legame, anche remoto, col mondo del jihadismo. Se non troveremo niente, tanto meglio. Lo facciamo nella filosofia dell'avanzamento della linea di difesa e della prevenzione".

Al momento quante persone avete identificato?
"Una ventina. Non sono formalmente indagate, ma su di loro stiamo lavorando".

Avete scoperto qualcuno particolarmente esperto nel gestire rivolte e tensioni come quelle scoppiate lunedì scorso?
"No, non c'era e non c'è un'organizzazione dominante all'interno della ex base di Cona. Non abbiamo trovato nemmeno un capo, un leader. Ma proprio il fatto che esistano gruppetti slegati tra di loro, ciascuno con una filosofia propria e un modo diverso di porsi nei confronti dell'autorità, lascia aperta ogni possibilità".

E perché?
"Alcuni sembrano molto pacifici e interessati a vivere nella legalità accettando le regole dell'accoglienza, altri appaiono più violenti e fomentatori. I primi sono collaborativi, i secondi no. Dobbiamo capire perché".

Il microcosmo interno del campo di Cona pare spaccato in due, tra angolofoni e francofoni. E' così?
"A grandi linee sì, ma la situazione è più articolata. Gli appartenenti ai gruppetti rivali, tra l'altro, si sono accoltellati tra loro".

Ma vi risulta che tra i facinorosi ci sia qualcuno che nel proprio Paese d'origine ha partecipato a conflitti o guerriglie?
"Quando un investigatore si trova ad avere a che fare con un flusso migratorio imponente che proviene da vari Paesi, alcuni dei quali in guerra, deve sospettare il peggio. Va fatta un'attenta opera di screening: non possiamo certo arrestare tutti in maniera sommaria, come vorrebbero alcuni giornali. La responsabilità penale è personale".

Nell'indagine sulla rivolta ipotizzate reati quali sequestro di persona, danneggiamenti e violenze personali. Sulla morte di Sandrine?
"Quel filone sarà chiuso presto, perché è certo che la ragazza sia morta per un evento naturale, ed è certo che non ci siano stati né omissioni né ritardi nel soccorso".





Sto articoło nol me piaxe.

???

Politica, rifiuti e migranti: la coppia di potere che gestisce il grande business. E ora c'è scappato il morto
Cristiano Sanna

http://notizie.tiscali.it/cronaca/artic ... -inchieste

ll ricco affare dell'accoglienza dei migranti diventa una questione di coppia. A indagare su Simone Borile e la consorte Sara Felpati ora è la magistatura. Le inchieste sono due: la Procura di Padova si occupa dell'utilizzo dei soldi pubblici, quella di Venezia, dopo la rivolta del Cpa di Cona, dovrà chiarire le circostanze della morte della venticinquenne ivoriana Sandrine Bakayoko e le tante accuse di condizioni disumane di accoglienza. Andiamo con ordine e partiamo dalle cifre. Millequattrocento rifugiati provenienti da tutta l'Africa, stipati nella ex base militare diventata centro di prima accoglienza (Cpa), in una frazione di 190 abitanti. Significa tre volte la capienza massima fissata dalla Asl veneta. In questo carnaio umano, gestito da Ecofficina Edeco, ha perso la vita in una doccia la venticinquenne ivoriana Sandrine Bakayoko. Responsabile di Ecofficina è Sara Felpati, moglie di Simone Borile indagata per truffa, falso e maltrattamenti.


Dentro il business dell'accoglienza

Sara Felpati è l'amministratore delegato di Ecofficina Edeco, già Ecofficina Educational, che nella regione veneta gestisce il Cpa di Cona (precisamente della frazione di Conetta che fa parte del comune esteso) e i centri di Bagnoli e Oderzo. La Felpati è la stessa persona filmata mentre insultava i migranti nella sua struttura, definendoli macachi (scimmie, ma anche sinonimo di stupidi in Veneto). Suo marito Simone Borile, nelle vesti di direttore del Consorzio Padova Tre (che gestisce lo smaltimento dei rifiuti oltre che i migranti) e contemporaneamente presidente del Consorzio Padova Sud avrebbe affidato (come ha raccontato il suo successore Alessandro Baldin) alle cooperative gestite dalla consorte appalti per servizi da 4 milioni e mezzo di euro. Gestendo in modo tutto da chiarire i conti di Padova Sud che ora registrano un buco per 30 milioni di euro. Sul quale ha aperto un fascicolo la Procura di Padova e protesta l'attuale assemblea di sindaci del consorzio, allarmati dalla prospettiva del fallimento. Borile è indagato anche per truffa e falso nell'appalto del servizio di protezione per i richiedenti asilo nella località di Due Carrare, fatto per cui i carabinieri del Nas hanno perquisito la sede della cooperativa e la sua abitazione. Sulla politica pigliatutto di Ecofficina arrivarono proteste e sospetti anche da parte di Confcooperative, che ne volle l'espulsione dalla sua conferedazione.

Rifiuti, politica e migranti

Borile viene indicato da più parti come uno snodo fondamentale, un uomo di potere nell'intreccio di affari che vanno dalla gestione dei migranti a quella dei rifiuti, non senza dimenticare i trascorsi politici. Il marito della donna al comando del Cpa di Conetta, Sara Felpati, dopo le prime esperienze nella Dc e il passaggio a Forza Italia, era stato consigliere provinciale a Padova, poi membro del consiglio di amministrazione dell'azienda per l'edilizia residenziale del Parco dei Colli Euganei. Nel 2011 ecco il suo impegno a favore di Ecofficina che allora serviva soprattutto biblioteche e asili nido, con un bilancio cresciuto da 114 mila euro a 10 milioni. Era Borile l'uomo che faceva arrivare i soldi e risolveva i problemi, come quando spense le proteste di quelli che si lamentavano per il freddo e l'assenza di condizioni umane adeguate, spostandoli dal centro di Battaglia Terme a quello di Cesuna, gestito proprio da Ecofficina, vincitrice dell'appalto per l'accoglienza dopo il quale ha stabilito anche per i concorrenti quale cifra sarà destinata quotidianamente alla gestione dei profughi: 34 euro e 90, di cui in tasca a chi viene ospitato ne arrivano circa tre. Stessa cosa Borile fece con le proteste nel centro di accoglienza di Montagnana. Tutte operazioni benedette dalla Prefettura di Padova. Che ora aspetta l'esito delle inchieste sulla donna morta nel Cpa gestito da Ecofficina, sulla gara d'appalto truccata e sulla voragine finanziaria lasciata dalla presidenza di Borile.

???
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Re: Tramaci poledeghi e economeghi so sta migrasion selvaja

Messaggioda Berto » ven gen 06, 2017 9:02 pm

Cara di Mineo, i dipendenti: "Assunti se iscritti a Ncd"
Le testimonianze dei dipendenti nelle carte della procura di Catania: Negli uffici della coop "capitava di occuparsi anche dell'apertura dei circoli Ncd"
Claudio Cartaldo - Ven, 06/01/2017

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 48783.html

Assunzioni in cambio di voti. Lo scandalo del Cara di Mineo (Sicilia) e del business che ruota attorno all'accoglienza degli immigrati si colora di un nuovo particolare.

Questa volta dall'inchiesta etnea (che di fatto è una costola di Mafia Capitale) emerge un "mercimonio delle assunzioni" che coinvolgerebbe Ncd, il partito di Angelino Alfano.

Secondo quanto riporta il quotidiano locale La Sicilia, dalle indagini della procura di Catania sul bando di gara per la gestione del Cara sarebbe emerso anche dell'altro. Nei documenti si parla di “una spregiudicata gestione dei posti di lavoro (circa 400) per l’illecita acquisizione di consenso elettorale”. In sostanza in cambio di un lavoro sarebbe stato chiesto ai dipendenti di iscriversi a Ncd, di votare i candidati locali e partecipare attivamente alle campagne elettorali del partitino di Alfano. A finire nell'occhio del ciclone sono tre persone: Paolo Ragusa, ex presidente della coop, Giuseppe Castiglione e Anna Aloisi. Il primo è sottosegretario, mentre la seconda è sindaco di Mineo. Le accuse di voto di scambio riguarderebbero le campagne elettorali del Pdl nel 2013 (Politiche), di Ncd nel 2014 (Europee) e della lista civica Uniti per Mineo nel 2013 (Amministrative).

Il sistema delle assunzioni "politiche" avrebbe coinvolto tutti i comuni del consorzio che gestisce il centro. I sindaci, secondo quanti emerso dalle testimonianze di Luca Odevaine, l'uomo di Mafia Capitale, ogni volta che c'era da assumere qualcuno si riunivano proprio con Paolo Ragusa allo scopo di "spartire il numero delle assunzioni da fare". Gli inquirenti si sono basati sulle testimonianze degli stessi dipendenti della coop che gestiva il Cara di Mineo. Alcuni hanno ammesso di essere stati assunti "fino alla fine del periodo elettorale", altri - scrive il Fatto Quotidiano - di essere stati licenziati perché non partecipavano alla campagna elettorale, altri ancora hanno detto che "nell’ufficio della Sol Calatino capitava di occuparsi anche delle procedure di apertura dei circoli di Ncd della zona del Calatino". "Io stessa - ha detto una dipendente - mi sono occupata anche di queste incombenze unitamente a Ragusa. I soggetti che intendevano aprire un circolo dovevano versare 150 euro al partito che in alcuni casi raccoglievamo direttamente”. E quasi tutti i dipendenti si sono iscritti ai circoli locali di Ncd. Non era obbligatorio, dicono, ma forse per quieto vivere era norma farlo nel circolo "coordinato da Paolo Ragusa".

L'inchiesta originaria da cui sono emerse tali testimonianze condotta dai pm Marco Bisogni e Raffaella Vinciguerra riguarda il bando di gara da 100milioni di euro per la gestione del Cara vinta dalla coop Sol Calatino. Un bando segnalato pure da Raffaele Cantone come anomalo.
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Re: Tramaci poledeghi e economeghi so sta migrasion selvaja

Messaggioda Berto » mar feb 28, 2017 9:56 pm

Iraq, scandalo al consolato italiano «Visti venduti per 10mila euro»
Scoppia il caso «Visagate»: almeno 152 episodi. Permessi a siriani respinti da altri governi europei. Dopo la denuncia del Corriere rimosso il responsabile della sezione.
27 febbraio 2017

http://www.corriere.it/esteri/17_febbra ... 94a5.shtml

Scoppia il «visagate» al consolato italiano nel Kurdistan iracheno. Procedure di visto per l’Italia pagate sino a 10 mila euro al posto dei 90 indicati sui prezziari della Visametric, l’agenzia incaricata di preparare le domande ufficiali.

È ormai quasi un anno che dalla sede della rappresentanza italiana a Erbil giungono voci di bustarelle e soprattutto operazioni poco pulite per ottenere l’agognato visto che permette l’accesso all’area Schengen. «Si devono versare soldi, tanti soldi in contanti. Altrimenti non riesci neppure a far giungere le tue pratiche agli sportelli del consolato», ci dicevano gli amici curdi già nell’ottobre scorso. Ma ora i sospetti diventano quasi certezze. Appena prima di Natale la Farnesina ha inviato una commissione d’inchiesta ad Erbil per far luce sulla vicenda. Sotto la lente d’ingrandimento dei commissari ci sarebbero almeno 152 visti ottenuti pagando cifre esorbitanti e comunque molto più alte delle tariffe ordinarie. «Molti tra coloro che hanno ottenuto il visto in modo irregolare sono cittadini curdi locali. Ma quasi la metà sarebbero arabi iracheni e tra loro anche tanti profughi siriani. La questione si fa delicata. Pare infatti che alcuni di questi ultimi fossero stati rifiutati da altri consolati europei per motivi di sicurezza. Con gli italiani invece è stato sufficiente pagare», rivelano al Corriere fonti locali ben informate.

Non è difficile comprendere la delicatezza della questione. Lo scandalo scoppia mentre in Europa e nel mondo impera l’allarme terrorismo e si dibatte come regolare l’afflusso dei migranti. Inoltre, Erbil per il governo di Roma rappresenta una sede importante: da qui passano gli aiuti europei alle forze militari curde, da qui si guarda con attenzione agli sviluppi dell’offensiva in corso contro Isis trincerato a Mosul e da qui transita la logistica dello sforzo tutto italiano per mettere in sicurezza e riparare la grande diga sul Tigri a pochi chilometri dalle zone dei combattimenti. «Siamo ben al corrente del problema. E infatti attendiamo i risultati dell’inchiesta organizzata dalla Farnesina. Se i sospetti dovessero venire provati, se ne dovrebbe occupare la Procura di Roma. Va detto che la questione era stata segnalata con urgenza già a fine estate dalla nostra console, Alessandra Di Pippo, che, sebbene fosse arrivata a Erbil da poco tempo, ne aveva subito colto la gravità», spiega il nuovo portavoce del ministero degli Esteri, Marco Peronaci.

Di Pippo a fine gennaio ha lasciato Erbil a seguito di «gravi problemi familiari» ed è stata spostata al desk Libia a Roma. «La nostra console ha dovuto lasciare l’Iraq per accudire in Italia la mamma malata», chiarisce l’ambasciatore italiano a Bagdad, Marco Carnelos. Al suo posto dovrebbe arrivare a fine aprile Serena Muroni, che al momento sta terminando il suo mandato presso l’ambasciata di Kampala. Al centro dell’inchiesta italiana, non sono solo le attività della Visametric, che nel frattempo continua ad offrire i suoi servizi presso le sedi diplomatiche italiane di Erbil, Bagdad e Bassora, ma anche il personale del consolato.

La rimozione

Dopo l’articolo del Corriere la Farnesina ha conunicato di aver destituito dall’incarico «il responsabile della sezione visti».
Si tratta dell’impiegato italiano Claudio Nuccitelli che già da qualche giorno non si stava recando al lavoro. . «La Farnesina ha disposto una missione ispettiva al Consolato per verificare la regolarità delle procedure per il rilascio dei visti - si legge in una nota - Dalla ispezione sono emerse delle irregolarità che sono state puntualmente riportate nel rapporto ispettivo trasmesso alla Procura per i seguiti di competenza».
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Re: Tramaci poledeghi e economeghi so sta migrasion selvaja

Messaggioda Berto » mer mar 01, 2017 7:08 am

L’accoglienza dei migranti affidata al frate indagato per la maxitruffa da 50 milioni
18/10/2016

http://espresso.repubblica.it/inchieste ... i-1.285819

MILANO. La caserma Montello ospiterà 300 richiedenti protezione internazionale. Un affidamento diretto della Prefettura alla fondazione fratelli di San Francesco. A capo Clemente Moriggi, il religioso finito un anno fa in una brutta storia di speculazione finanziaria dell’ordine francescano

L’accoglienza dei migranti affidata al frate indagato per la maxitruffa da 50 milioni L’arrivo dei rifugiati alla caserma Montello di Milano agita gli animi dei residenti: un comitato ad hoc spara a zero contro l’accoglienza e si prodiga per scongiurare la nuova destinazione. Da mesi si ritrovano per organizzare fiaccolate, presidi e raccolte firme contro l’uso temporaneo dell’edificio militare nella zona Nord-Ovest della metropoli.

Ad agosto, nonostante le proteste, la decisione di spostare i soldati rimasti e aprire dal primo novembre a chi scappa da guerre e persecuzioni. Una sistemazione-ponte prima di iniziare la ristrutturazione definitiva e trasformare la caserma in una nuova sede della Polizia.

Una scelta presa da Governo, Comune di Milano e Prefettura dopo che il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni è riuscito a impedire l’uso dell’ex campo base di Expo 2015 per l’accoglienza dei migranti.

Un’estate calda scandita da accuse e contro-accuse tra il governatore Roberto Maroni e il sindaco Beppe Sala che spiegava: «Non possiamo continuare a dire no a tutto. Il problema c’è, i migranti stazionano davanti alla stazione Centrale, io continuo a difendere la via della Montello, che è una soluzione transitoria e dignitosa».

Dopo il braccio di ferro il via libera arriva direttamente dal ministero della Difesa (proprietaria dell’edificio) e la Prefettura di Milano mette a punto il 19 settembre la «procedura negoziata per l’affidamento del servizio di accoglienza».

Il numero massimo sarà di trecento ospiti e nell’invito viene messo nero su bianco ogni servizio : «assistenza linguistica, sanitaria e psicologica, pasti, beni, pulizia, programmi di integrazione ed erogazione del “pocket money” e 11 operatori al lavoro tra turni diurni e notturni».

Tutto per 729 mila euro più Iva.

Non c’è tempo per un bando vero e proprio e allora vengono chiamati cinque operatori che già lavorano con Prefettura e Palazzo Marino tra accoglienza di migranti maggiorenni e minorenni e il piano invernale per assistere i senzatetto.

Mercoledì 12 ottobre la notizia ufficiosa: a vincerlo è la fondazione fratelli di San Francesco, che per il 2015 e 2014 ha intascato quasi tre milioni di euro per dare assistenza a quasi 90 mila richiedenti asilo. Un gruppo che dà lavoro a duecento dipendenti e ha 7 centri nel Milanese.

Tra i centri gestiti c’è anche la ex scuola comunale di via Saponaro: una comunità per la cura dei senzatetto, l’accoglienza dei minori e degli ex carcerati dove 400 persone , con esigenze diverse, vivono ammassati nelle vecchie aule.

A capo della fondazione c’è frate Clemente Moriggi, finito un anno fa in una storiaccia brutta di speculazioni finanziarie.

Moriggi è accusato di concorso in appropriazione indebita insieme all’ex economo della curia generalizia dei frati minori,Giancarlo Lati, del suo omologo nella Provincia Lombarda,Renato Beretta.

I tre frati che indossano il saio di san Francesco si erano messi nella mani di un faccendiere per gestire il tesoretto dell’ordine:quasi 50 milioni di euro raccolti grazie ai lasciti, testamenti e donazioni per le opere religiose e finiti in progetti di resort di lusso sparsi tra l’Africa e il Medio Oriente.

frateI milioni provenivano dalle casse della Provincia lombarda dei Frati minori francescani (per 23,5 milioni), della Conferenza dei ministri provinciali (3 milioni), e della Casa generalizia dell’Ordine disciplinato dalla regola del 1223 di papa Onorio III, presente in 110 Paesi, e organizzato in 99 Province, 8 Custodie autonome, 14 Custodie indipendenti e 20 Fondazioni, con al proprio vertice il soggetto giuridico autonomo Casa generalizia (detta anche Curia generale).

L’obiettivo era però molto poco francescano: ricavare il 13,5 per cento di interessi. La maxi-speculazione ha come mente Leonida Rossi, nato in Italia, residente in Kenya e svizzero per sedicente attività fiduciaria.

Era «il signor Rossi» a risolvere le pratiche logistiche, le forniture necessarie o gli impicci materiali dei frati che andavano in missione religiosa nel Corno d’Africa.

È proprio grazie a questa fiducia, guadagnatasi in trent’anni agli occhi dell’Ordine dei Frati minori, che il 78enne Leonida Rossi è stato accusato di «impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita», ovvero frutto di «un ammanco in enti religiosi di almeno 49 milioni e mezzo di euro nel periodo 2007-2014».

L’inchiesta viene a galla a novembre 2015 e si tinge di giallo: il broker il giorno dopo la notizia viene trovato suicida nella sua villa a Lurago d’Eba nel Comasco.

A far scoperchiare lo scandalo è stata la trasparenza dei nuovi economo e rappresentante legale della Provincia lombarda, Marco Fossati e Giuseppe Maffeis, subentrati nel 2013 ai quasi tre lustri di gestione Beretta.

La puzza di bruciato diventa irrespirabile quando i nuovi amministratori chiedono la restituzione dei capitali dell’Ordine secondo quanto attestato da improbabili rendiconti volanti dell’italo-svizzero Rossi: frate Beretta ammette di «non poter consegnare ulteriore documentazione perché distrutta come da accordo con il signor Rossi», quest’ultimo dice di non essere in grado di ridare un quattrino neppure parzialmente, poi promette di iniziare una parziale restituzione «fra qualche mese», e alla fine butta lì ai frati l’offerta bizzarra della «intestazione» di un «mio hotel del valore commerciale di 70 milioni di euro» in Eritrea, in realtà investimento ancora sulla carta e comunque sconosciuto ai frati.

L’indagine che porta agli affari spericolati dei tre frati è ancora in corso ma non ha impedito di affidare alla fondazione guidata da Clemente Moriggi fondi del Ministero dell’Interno per l’emergenza immigrazione.
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