Migranti, clandestini e envaxori

Migranti, clandestini e envaxori

Messaggioda Berto » lun gen 26, 2015 8:03 pm

Migranti, clandestini e envaxori
viewtopic.php?f=181&t=1355


On paexe, na tera endoe ke vive na comounedà de omani da miłara o çentenara de ani łè come na purpietà, na caxa de na fameja de omani, come na yurta, na egloo/iglù, on tipì/teepee, on caxon veneto … endoe ke se pol entrar łomè dimandando parmeso e se coełi ke ghe abita łi te łàsa.

Ndar drento de na caxa de łi altri sensa dimandarghe el parmeso e contro ła so vołontà lè n’ato criminal, on dełito, n’agresion, come se coalkedon el vegnese a caxa tuta sensa sonar el canpaneło o batar ła porta e dimandarte sel pol entrar.

Ki ke va rento ła caxa de łi altri o tua sensa dimandar el parmeso xe lomè el ladro e el sasin.

Ste robe łe val anca par łi migranti!

Nanltri veneti co semo stà costreti a migar par colpa de ła fame e de ła mexeria ke ne ga portà el stado tałian ente l’800, semo migrà col parmeso de ła xente (dei gowarni) dei paxei ndove ke ndavimo, dapartuto a ghevimo łe carte en regoła, ghevimo dimandà el parmeso vanti de partir da ła Merega del Sud a l’Aostrałia, da ła Xvisara al Beljo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Migranti

Messaggioda Berto » lun gen 26, 2015 11:18 pm

Naltri veneti semo o ghemo migrà co łe carte e parmesi en regoła;
tuti sti omani ke łi riva dal Mediteragno ente ła penixla tałega, co łe carete del mar e i gomoni, łi xe “migranti” sensa carte e sensa parmesi (e prasiò se pol ciamarli clandestini sensa gnaon problema de coretesa verbal) e gnanca se sa ki ke łi sipia e dapò la penixla tałega no ła xe ła tera de łi miracołi e de ła moltiplicasion del pan, del vin e del pese, ki a ghè xente ca se copa da ła desperasion parké no łi ghe nà e no ghe né par tuti.


Emigrasion veneta ente l'800 e 900

viewtopic.php?f=139&t=519

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Braxil.jpg
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Re: Migranti

Messaggioda Berto » mar gen 27, 2015 12:13 am

La Svizzera ha votato per mettere un freno all’immigrazione di massa

http://www.lindipendenza.com/la-svizzer ... e-di-massa

d i SALVATORE ANTONACI

Uno schiaffone in piena faccia all’Unione Europea. Questa l’immagine, un poco a tinte forti, con la quale potremmo sintetizzare l’esito dell’odierno referendum svizzero in tema di immigrazione.

Si trattava dell’iniziativa popolare del partito della destra nazional-conservatrice UDC dal titolo, come al solito concreto fino alla brutalità, “contro l’immigrazione di massa”.
In realtà, l’obiettivo dei promotori è meno draconiano di quel che potrebbe apparire: nessuna espulsione di massa o revoche di cittadinanza alle viste, ma una reintroduzione del controllo confederale sulla materia attraverso il meccanismo delle “quote” e la contestuale rinegoziazione del trattato di libera circolazione delle persone al quale anche la Svizzera aveva aderito, dopo laboriose trattative ed un altro voto referendario nel 2002.

In questi termini la proposta è sembrata, perlomeno alla risicata maggioranza dei favorevoli nelle urne, più una questione di buonsenso che una pericolosa deriva populista come era stata dipinta dall’insieme di partiti, sindacati ed organizzazioni imprenditoriali svizzere e dall’interessata burocrazia continentale sempre più ansiosa di stringere nel proprio abbraccio mortale la riottosa nazione alpina.

Fino a poche settimane or sono il destino del quesito sembrava scontato:
un netto rifiuto previsto ed avallato da tutti i centri di potere, in primis dal Consiglio Federale, dalle burocrazie di cui sopra e dai media liberal e compiacenti. Ma coll’incedere della campagna elettorale l’inopinato capovolgimento si è consumato sotto gli occhi dei tanti increduli spettatori interessati.
Doppia maggioranza, quindi , come richiesto: 15 cantoni contro 9 (percentuali clamorose per il Ticino vicino al 70%) e voto popolare seppure per un’incollatura: poche migliaia di voti.
Decisivo il responso bernese che ha rovesciato il tradizionale consenso progressista proveniente dalle grandi città, Ginevra, Basilea e Zurigo.

La Svizzera profonda (tedesca) più il frontaliero ed italofono Ticino hanno regalato percentuali molto alte ai partigiani del Sì; per contro la Romandìa francofona si è espressa in senso contrario. Come su scritto non è stato sufficiente l’appoggio dei principali centri urbani a recuperare il gap tra le due parti.

Mai come in questa occasione il fossato che divide due diverse visioni della società e dei rapporti con il resto dell’Europa è apparso tanto netto. Tuttavia, a ben ponderare la cosa, si può notare che, mutatis mutandis, la vecchia contrapposizione tra conservatori e progressisti che ha attraversato gli ultimi due secoli della storia svizzera non è mai veramente venuta meno e si è , anzi, approfondita tutte le volte che il popolo veniva chiamato a decidere su issues classificabili, cum grano salis, come “ideologiche”.
Così è stato per il referendum sui minareti di qualche anno addietro, così è oggi nel caso dell’immigrazione.

Solo un rigurgito identitario, dunque? No. Nel verdetto di oggi c’è anche il tentativo di dare una risposta a dei problemi concreti che si sono manifestati negli ultimi anni e che una porzione maggioritaria (seppure, lo ripetiamo, di strettissima misura) della popolazione ha ritenuto di controbattere in questo modo, ovvero seguendo i consigli di un partito politico per certi aspetti, magari, controverso, ma che di certo ha dimostrato di avere in diverse circostanze il polso della situazione ben più di altre realtà consolidate. Da domani, ad essere facili profeti, la grande community di analisti, commentatori , politologi si interrogherà sui motivi di questa clamorosa dèbacle dell’ortodossia politicamente corretta e dell’opposto trionfo degli “isolazionisti”. Un esercizio dal quale ci asterremo lasciando l’incombenza a ben più alacri ed esperti professionisti dell’esegesi politica e sociologica. In attesa di dibattere del prossimo campanello d’allarme per uno status quo giunto drammaticamente al capolinea.



Immigrazione: dagli allo svizzero, travisando anche la realtà (video). Ma il problema sta in Italia
http://www.lindipendenza.com/immigrazio ... -la-realta

http://www.youtube.com/watch?v=jPLVR8ixpRI

di GIANLUCA MARCHI

L’Italia è un paese da barzelletta e i suoi mezzi di comunicazione (giornali e televisioni) in gran parte non sono da meno. Dopo il voto con cui domenica il popolo svizzero ha deciso, per ora in modo molto generico e differito, un freno all’immigrazione, gli italici hanno gridato allo scandalo, e hanno scritto e fatto credere che da ieri mattina sarebbe cominciata la “caccia al frontaliero”, cominciando dai 60 mila connazionali che ogni giorno varcano il confine per lavorare in terra rossocrociata. Non si sono nemmeno preoccupati, politici e soloni del giornalismo pizza e pummarola, di andare a leggere il quesito referendario su cui si è pronunciata la Svizzera. Avrebbero scoperto – ma non avrebbe fatto comodo alla loro caccia al razzista – che per tre anni non cambierà proprio nulla, dopodiché le istituzioni elvetiche dovranno trovare tempi e modi per dare applicazione a quanto deciso dal popolo.

“Il frontaliere che lavora in Ticino non deve temere, e’ fondamentale per la nostra economia”. Cosi’ Paolo Beltraminelli, presidente del Consiglio di Stato del Ticino (il Governo locale), intervenuto a Effetto Giorno, su Radio24, in merito al referendum: “In tanti settori senza i frontalieri non abbiamo nessuna possibilita’ e lavorano anche molto bene. Ma fossero loro nella nostra stessa situazione, avrebbero reagito nella stessa maniera. Quindi dico loro: un po’ di pazienza, troviamo delle soluzioni, lavoriamo insieme”. In merito alle trattative che si apriranno con l’Europa, Beltraminelli osserva che “prima di negoziare con Bruxelles bisognera’ chiarire al nostro interno su come applicare questa iniziativa. Le iniziative sono molto generiche, parlano di grandi principi, poi bisogna tradurli in legge. L’asticella dovrebbe essere posta in funzione al territorio, quello che il territorio puo’ permettersi e con diversita’ tra i vari settori”.

Domanda da rivolgere a tutti coloro che oggi gridano allo scandalo e anche ai singoli cittadini che si dichiarano indignati: un Paese che attualmente ha oltre il 25% di immigrati ha o no il diritto di porre un freno al flusso immigratorio? Senza contare che a giudicare sono gli italiani i quali spessi si lamentano dell’immigrazione, avendo un indice di presenza foresta che non arriva all’8%…, ma dare addosso allo svizzero oggi fa tanto politically correct.
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Re: Migranti

Messaggioda Berto » mar gen 27, 2015 12:17 am

Australia, tiene ostaggi in un bar per 16 ore. Poi blitz della polizia: morti due ostaggi e il sequestratore
http://www.repubblica.it/esteri/2014/12 ... 1/?ref=drl

Man Haron Monis, radicale islamico iraniano, si è barricato con 17 persone in un locale di Martin Place, nel centro finanziario di Sydney. Poi sono entrate in azione le teste di cuoio. Il premier: "Era uno squilibrato". LIs: "Preparatevi ad altri attacchi"

SYDNEY - Più di 16 ore di terrore a Sydney, dove un uomo armato ha tenuto in ostaggio 17 persone nel Lindt Cafè in Martin Place, nel centro finanziario della città. Poi, intorno alle 2.15 del mattino, il blitz delle teste di cuoio. Un'azione lampo nella quale sono rimaste uccise tre persone: due ostaggi, un uomo di 34 anni e una donna di 38, e il sequestratore, il predicatore radicale iraniano Man Haron Monis, già noto alla giustizia. Quattro i feriti, tra i quali un agente. Durante l'operazione nel locale e sulle strade vicine si è materializzata una scena da film: gli ostaggi cercavano di fuggire dalla cioccolateria, spari, esplosioni di granate stordenti, urla. All'interno del bar non sono stati trovati esplosivi.

Le vittime. Si chiamavano Tori Johnson e Katrina Dawson i due ostaggi morti. Il primo era manager del locale ; la seconda era una cliente, un avvocato trentottenne, madre di tre figli di 8, 5 e 3 anni.

Il profilo del sequestratore. Man Haron Monis aveva 50 anni ed era arrivato in Australia nel 1996 come rifugiato, aveva ottenuto asilo politico e si era attribuito il titolo di "sceicco". Era già noto alla stampa per aver lanciato una campagna d'odio contro i soldati australiani impegnati in Afghanistan: aveva inviato decine di lettere offensive ai familiari dei militari uccisi. Per questo, nel settembre del 2013 era stato condannato a 300 ore di servizi sociali.

In realtà, nel profilo del sequestratore, prevale l'aspetto puramente criminale rispetto a quello del militante religioso. Monis era infatti noto anche per la sua attività di santone. Sfruttando questo suo ruolo avrebbe violentato una quarnatina di donne da cui era stato denunciato. Per restare a piede libero, Monis aveva pagato una cauzione e sarebbe comparso in tribunale il prossimo febbraio.

Inoltre, lo scorso anno lo "sceicco" era stato accusato di aver organizzato, insieme alla moglie Amirah Droudis, l'assassinio della sua ex consorte, Noleen Pal, accoltellata e data alle fiamme in un condominio a Sydney.

Secondo il premier australiano Abbott, Monis "era un fanatico estremista, instabile mentalmente". Il premier, in un incontro con la stampa, ha poi sottolineato come "eventi del genere stanno lì a dimostrare che più una nazione è libera, aperta e sicura, tanto è vulnerabile di fronte a una violenza motivata politicamente".

Cronaca del sequestro. Questo, dunque, il "curriculum" dell'uomo che per oltre 16 ore ha tenuto con il fiato sospeso la più grande città australiana. Tutto è cominciato quando in Italia era notte fonda: Monis ha fatto irruzione nel Lindt Cafè e ha appeso a una vetrina del locale una bandiera nera con una scritta bianca in arabo. Tutto il centro finanziario di Sydney è stato subito bloccato e circondato da un ingente schieramento di agenti di polizia e forze speciali. Inizialmente si era temuto anche per un allarme all'Opera House.

Dopo diverse ore, cinque ostaggi, tra i quali il barista, sono riusciti a uscire dalla cioccolateria e sono stati visti correre fuori da una delle porte. Per parecchio tempo le forze dell'ordine, che avevano identificato il sequestratore, hanno chiesto ai media di non divulgarne il nome.

Monis avrebbe parlato al telefono con un conduttore radiofonico locale, che si è rifiutato di mandarlo in onda in diretta. Avrebbe chiesto un incontro con il premier australiano Tony Abbott (avrebbe detto che lui conosce "molto bene" le motivazione dell'assedio) e voleva che gli fosse consegnata una bandiera dello Stato Islamico.

Due radio locali e due tv hanno ricevuto telefonate da persone sequestrate nella cioccolateria che hanno detto di chiamare per conto dello "sceicco". A Channel 10, gli ostaggi avrebbero comunicato che Monis aveva piazzato due bombe nel locale e altre due all'esterno. Ma la polizia non ha confermato le richieste e ha chiesto ai media di non riferire quanto appreso dalle telefonate con gli ostaggi.

La giornata di paura di Sydney. Martin Place, una piazza del quartiere degli affari, è stata chiusa alla circolazione. Chiusa anche la vicina Banca Centrale. Nelle prima fase del sequestro al Lindt Cafè è stata evacuata per sicurezza l'Opera House dopo un allarme bomba per un pacco sospetto, ma poco dopo la situazione è tornata alla normalità. Deviati numerosi voli sulla città australiana.

Hanno provocato indignazione su Twitter i selfie che alcuni australiani e turisti si sono scattati vicino alla cioccolateria. Oggi, alcune ore prima del sequestro, era stato arrestato un giovane di 25 anni accusato di essere uno degli organizzatori dei viaggi degli estremisti australiani verso Siria e Iraq per combattere con i miliziani del Califfato.

Il primo ministro Tony Abbott ha convocato il Comitato per la sicurezza nazionale. In una conferenza stampa ha poi affermato che non è ancora chiaro se l'atto abbia una motivazione politica. In ogni caso, ha affermato il premier, "l'Australia è una società pacifica, aperta e generosa. E nulla la cambierà mai".

L'Australia sostiene gli Stati Uniti nelle operazioni in Siria e Iraq contro lo Stato Islamico. L'allerta è molto alta per le minacce di attacchi da parte di estremisti islamici. Numerosi i cittadini australiani che sono andati a combattere in Siria. A settembre erano stati catturati 15 jihadisti accusati di progettare azioni terroristiche che prevedevano la decapitazione di australiani.

Dopo alcune ore dalla conclusione del blitz lo Stato Islamico ha annunciato: "Preparatevi ad altri attacchi". "La sollevazione dei musulmani e
altri attacchi 'domestici'" saranno "inevitabili" se l'Occidente continuerà con i suoi "crimini contro l'Islam". E' la minaccia dei jihadisti dell'Isis citata dal Site, che sottolinea come il sequestratore di Sydney un mese fa avesse dichiarato la sua 'sottomissione' al 'califfo' al Baghdadi, seppure in forma "inusuale".


Questo é quello che, su questo tema, dice il Governo Australiano.
Ai musulmani che vogliono vivere secondo la legge islamica della sharia ed hanno voluto di andare in Australia, il cui governo ha lanciato una campagna contro i radicali, nel tentativo di prevenire potenziali attacchi terroristici.
Il Governo australiano ha destato la rabbia di alcuni musulmani australiani quando ha detto che ha ordinato che le agenzie di intelligence della nazione controllno le moschee del paese.

Discorso del Primo Ministro d’Australia sulla legge islamica della Sharia.

“Sono gli immigrati, NON gli australiani, quelli che devono adattarsi. COSÍ CHE, o prendere o lasciare. ‘Siamo stanchi che questa nazione debba preoccuparsi di non offendere qualche mussulmano o la loro cultura.” La nostra cultura si è sviluppata nel corso di due secoli di lotte, processi e vittorie da parte di milioni di uomini e donne che hanno cercato la libertà “”Qui si parla inglese, non spagnolo o arabo, o cinese, o russo o qualsiasi altra lingua. Quindi, se si vuole essere parte della nostra società, si deve imparare la nostra lingua. ”
La maggior parte degli australiani crede in Dio. Questa non è una posizione politica, questa é una realtà. Perché è storicamente verificabile che uomini e donne cristiane, con principi cristiani, fondarono questa nazione. Ed è certamente opportuno visualizzarlo sui muri delle nostre scuole ed uffici pubblici. Se Cristo vi offende, vi suggerisco di considerare vivamente di andare a vivere in un’altra parte del mondo, perché Dio è parte della nostra cultura e non é negoziabile.
“Noi accettiamo il vostro credo, senza obiezioni. Tutto quello che chiediamo è che si accetti e rispetti il nostro credo ed il nostro modo di vivere. E di vivere in armonia e godere della nostra libertà, in pace con tutti.”
“Questo è il nostro paese, la nostra terra e il nostro stile di vita, e vi daremo ogni opportunità per godere di tutto questo, ma prima DOVETE FINIRE di lamentarvi del nostro paese e di criticare la nostra bandiera, il nostro Giuramento patriottico, Il nostro credo cristiano ed Il nostro stile di vita.”
“Quindi vi chiediamo di usare un’altra delle nostre grandi libertà australiane, .. Quella di ANDARVENE.”
“Se non siete felici qui, potete andarvene! Noi non vi abbiamo costretto a venire qui. Siete voi quelli che hanno scelto venire qui. Quindi, o accettate com’è, il paese che voi volontariamente avete scelto o ANDATE VIA. ”





QUESTO è l’Islam! religione di pace amore e tolleranza

http://www.catenaumana.it/questo-e-lisl ... tolleranza

Immagine

L’Islam non è solo una religione, non é una setta.
Nella sua forma più ampia, è un modo di vivere completamente, totalmente, al 100%.
L’Islam non ha solo componenti religiose, ha anche componenti, politiche, economice, sociali e militari e, sopra tutto, legali, infine: é il coperchio che dà la scusa perfetta per imporrre tutti gli altri componenti.
Islamizzazione inizia quando un paese raggiunge un numero sufficiente di musulmani per essere in grado di avviare una campagna per avere privilegi religiosi.
Quando le società politicamente corrette, tolleranti e culturalmente diversificate, accettano le richieste dei musulmani per i loro privilegi religiosi, alcuni degli altri componenti tendono a infiltrarsi negli altri aspetti della vita quotidiana di tutti i cittadini, anche se questi non sono islamici.

Ecco come funziona:
Finché la popolazione musulmana rimane intorno o sotto al 2% di qualsiasi paese, sarà visto dalla gente locale come una minoranza amante della pace, e non come una minaccia per gli altri cittadini.
Questo è il caso di ciò che accade in: Australia: 1,5% musulmano – Canada: 1,9% musulmani – Cina: 1,8% Musulmani Stati Uniti: 0,6% musulmani – Italia: 1,5% musulmani – Norvegia: 1.8 % musulmani
Con una fascia di popolazione tra il 2% e il 5%, i musulmani iniziano a fare proselitismo da altre minoranze etniche e gruppi di scontenti poi, spesso con notevoli risultati di reclutamento in carceri e tra bande di strada.
Questo sta accadendo in: Germania: 3,7% musulmani – Danimarca: 2,0% musulmani – Spagna: Musulmana 4,0% Regno Unito 2,7% musulmano – Tailandia: 4,6% musulmani
Dal 5% di popolazione musulmana, esercitano un’influenza eccessiva data dalla percentuale di popolazione che rappresentano.
Ad esempio, insistono sulla introduzione di cibo halal (prodotto secondo gli standard islamici), garantendo in tal modo ai gestori di cibo posti di lavoro riservati ai musulmani. Cominciano le pressioni a catene di supermercati per avere cibo halal sui loro scaffali – insieme con le minacce per il mancato raggiungimento di questi requisiti. Questo sta accadendo in: Francia: 8,0% musulmano – Filippine: 5.0% musulmani – Paesi Bassi: Musulmana 5,5% Svezia: 5,0% musulmano – Svizzera: 5,3% musulmano – Trinidad e Tobago: 5, 8% dei musulmani.
A questo punto, l’autorità di governo ha permesso che loro stessi siano regolati sotto la Sharia, la legge islamica (nei loro ghetti).
L’obiettivo finale dei mussulmaniè di stabilire la Sharia in tutto il mondo, perché chi non è islamico è un INFEDELE e perció viene trattato come tale. (la Sharia indica che gli infedeli si devono UCCIDERE).

Quando i musulmani si avvicinano al 10% della popolazione, tendono ad aumentare l’illegalità come mezzo di denuncia circa le loro condizioni di vita nel paese. A Parigi abbiamo visto le sommosse che hanno distruttto intieri quatrieri della cittá. In questa situazione, qualsiasi azione non musulmana offende l’Islam e risulta in rivolte e minacce, come Amsterdam, dopo l’opposizione ai cartoni animati e film sull’Islam e su Mohammed.
Tali tensioni sono visti tutti i giorni, in particolare nelle sezioni musulmane: Guyana: 10,0% dei musulmani – India: 13,4% dei musulmani – Israele: 16,0% dei musulmani – Kenya: 10,0% dei musulmani – Russia: 15,0% dei musulmani
Dopo aver raggiunto il 20%, le nazioni possono aspettarsi disordini tali da far rizzare i capelli, jihadisti formazione delle milizie, uccisioni sporadiche e roghi delle chiese: Etiopia e Nigeria: 32,8% musulmani

Con il 40% dei musulmani, le nazioni sperimentano estesi massacri, attentati terroristici cronici e miliziani continuamente in piede di guerra, come ad esempio: Bosnia: 40,0% dei musulmani – Ciad: il 53,1% dei musulmani – Libano: 59,7% dei musulmani

I paesi che raggiungono un 60% di popolazione musulmana sperimentano persecuzione illimitato dei non credenti di tutte le altre religioni (compresi i musulmani non-ortodossi), sporadica pulizia etnica (genocidio), uso della sharia come arma , e l’istituzione della jizya, impongono imposte sugli infedeli, come sta accadendo in: Albania: 70,0% musulmana – Malesia: 60,4% musulmana – Qatar: musulmani 77,5% Sudan: musulmani 70,0%
Dal 80% c’é da aspettare intimidazioni e violenza jihad sulla popolazione non islamica, una qualche forma di pulizia etnica da parte dello Stato, e anche un po ‘di genocidio, come queste nazioni scacciare gli infedeli pochi che sono di sinistra, e dirigersi verso lo scopo di un 100% di musulmani, come è stato sperimentato già o è in procinto di raggiungere in: Bangla Desh: 83,0% dei musulmani – Egitto: 90,0% dei musulmani – Gaza: musulmani 98,7% Indonesia: 86,1% musulmana – Iran: 98,0% dei musulmani – Iraq: 97.0 % musulmani
Giordania: 92,0% musulmana – Marocco: il 98,7% dei musulmani – Siria: 90,0% dei musulmani. Pakistan: Musulmani 97,0% – 99,0% Palestina musulmana – Tagikistan: 90,0% dei musulmani – Emirati Arabi Uniti: 96,0% musulmana – Turchia: il 99,8% dei musulmani

Raggiungere il 100% inaugurerà la pace di “Dar-es-Salaam”? (Paradiso islamico della Pace). (Pace?, che tipo di pace, chissá quellla del cimitero???) Qui, si presuppone l’esistenza di pace, perché tutti sono mussulmani e le madrassa islamica sono le uniche scuole, il Corano l’unica parola, come in: Afghanistan: 100% musulmano – musulmana al 100% Somalia, l’Arabia Saudita 100% musulmano – Yemen: 100% musulmani.

Purtroppo, la pace non è mai raggiunta, come in questi 100% afferma i musulmani, i più radicali intimidiscono e vomitano odio e per soddisfare le loro voglie, uccidono musulmani meno radicali, per una serie di futili motivi.
“Avevo nove anni quando ho imparato la dottrina base della vita araba: sono io contro mio fratello, io e mio fratello contro nostro padre, noi e nostro padre contro la famiglia, la famiglia contro il clan, il clan contro la tribù, la tribù contro il mondo, e tutti insieme contro gli infedeli “Leon Uris” Il Pellegrinaggio ”
E ‘anche molto importante considerare che in alcuni paesi, con ben al di sotto di 100% le popolazioni musulmane, come ad esempio in Francia, le musulmane che vivono minoranza in ghetti, in che costituiscono il 100% e coloro che vivono sotto la legge di Sharia. La polizia in questo paese non hanno nemmeno il coraggio di entrare in questi ghetti.

Non ci sono tribunali, o scuole nazionali, strutture religiose non musulmane. Le strutture mussulmane sono le solo consentite. In tali situazioni, i musulmani non arrivano ad integrarsi nella comunità. I bambini frequentano madrasse (scuole islamiche), dove solo studiano il Corano.
Anche interagire con un infedele è un reato punibile con la morte. (Questo è successo in Italia, diverse ragazze famiglia musulmana, per avere un fidanzato non-musulmano, sono stati uccise dalla loro famiglia) Pertanto, in alcune zone determinate nazioni, imam musulmano ed estremisti esercitano molto più potere rispetto a ció che la penetrazione media nazionale della popolazione indicherebbe.
Millecinquecento milioni di musulmani rappresentano ormai il 22% della popolazione mondiale. Ma il suo tasso di natalità eclissa quello di cristiani, indù, buddisti, ebrei, e tutti gli altri credenti.
Entro il 2100 i musulmani superaranno il 50% della popolazione mondiale.
Questo è il futuro che attende il mondo a meno che non si venga a conoscenza e lasciarli vivere solo tra di loro nei loro paesi a godere la loro “cultura”. Non contribuiscono per nulla all’umanità negli ultimi 200 anni e non si vede alcun motivo per iniziare a farlo ora.

Il Giappone non ha problemi con l’Islam.
Avete mai sentito nei media che un politico, un leader o il primo ministro di una nazione islamica abbianno visitato il Giappone? Avete visto la notizia che un dignatario dell’Iran o un principe dell’Arabia Saudita abbia visitato il Giappone?
1.- Il Giappone è, forse l’unico, paese che ha tenuto a bada l’Islam.
2.- Il Giappone ha severe restrizioni all’Islam ed a tutti i musulmani.
3.- Il Giappone è l’unica nazione che non dá la cittadinanza ai musulmani.
4.- Il Giappone non dà la residenza permanente ai musulmani, dá solo residenza temporanea e solo sotto stretti parametri.
5.- Vi è un divieto, esplicito e rigoroso, sulla diffusione dell’Islam in Giappone.
6.- Le Università del Giappone, non insegnano né la lingua araba né la religione islamica.
7.- Non è possibile importare ‘Il Corano’ stampato in arabo.
8.- Secondo i dati pubblicati dal governo giapponese, è stato dato soggiorno temporaneo solo a 2 iman musulmani, per accudire i pochi fedeli dipendenti di multinazionali . Questi iman musulmani devono parlare giapponese, devono obbedire la legge giapponese e svolgere i loro riti religiosi solo nelle loro case.
9.- Il Giappone è l’unico paese che ha un numero minimo di ambasciate in paesi islamici.
10.- I musulmani che vivono in Giappone sono solo i dipendenti di società estere.
11.- Ancora oggi, i visti a medici, ingegneri, dirigenti e diplomatici mussulmani inviati al Giappone da multinazionali, sono concessi, solo sotto stretta sorveglianza.
12.- Nella maggior parte delle aziende giapponesi includono nelle loro politiche che solo chi non é musulmano puó fare domanda per un posto di lavoro.
13.- Il governo giapponese ritiene che i musulmani sono fondamentalisti e che anche in quest’epoca di globalizzazione, non hanno voglia di cambiare le loro leggi islamiche.
14.- Un musulmano non può nemmeno pensare di affittare una casa in Giappone.
15.- Se qualcuno viene a sapere che il suo vicino di casa è un mussulmano, informa l’intero quartiere e le autoritá di stare allerta.
16.- Nessuno può avviare una cellula islamica o araba in Giappone.
17.- Non esiste una legge (sharia) personale in Giappone.
18.- Nella stragrande maggioranza i giapponesi non sono attratti dall’Islam.
19.- Se una donna giapponese sposa un musulmano, sarà considerata una emarginata per sempre.
20.- Secondo il signor Komico Yagi (Responsabile Dipartimentale della Università di Tokyo) “In Giappone vi è una percezione che l’Islam è una religione per menti molto strette, e si dovrebbe stare lontano da esso.”
Possiamo continuare a imparare qualcosa dal Giappone???
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Re: Migranti

Messaggioda Berto » mar gen 27, 2015 8:23 am

Łi migranti xełi na risorsa?

Łi migranti łi xe na risorsa coando ke łi vien ciamà o ke łi domanda de migrar e naltri a ghe dixemo de sì come par coełi ke xe par ki ke femo vegner rento caxa nostra.
Coełi ke łi riva e łi vien drento sensa esar ciàmà e sensa prima dimandar e spetar el parmeso no łi xe na risorsa ma na dexgrasia come co riva łi ladri e i sasini, tipo łe scorarie dei pirati e dei predoni saraçeni e turki o wikinghi o dei singani o dei rapinadori segoestradori.

Coełi ke łi dimanda aio parké łi xe małà o persegoità, a ris-cio de morte, se pol aiarli lomè se se ga łe posibiłità, łe risorse, se nò a xe mejo far de manco de far finta de aiarli parké dapò łi deventa to nemighi …
L’omo no lè Dio, no lè na ognipotensa e prasiò nol pol far miracołi e na comonedà omana, come na fameja ła ga on spasio en caxa e de łe risorse economeghe e da magnar ke łe xe coel ke le xe e no enfenide, aiar coalkedon lè na responsabeleta e n’enpegno serio kel te condisiona ła vida, no se pol far promese a vanvara.

On stado kel fa morir łi so çitadini parké el łi sofega de tase, el ghe fa perdar el laoro, el ghe fa sarar łe fabreghe, el ghe cava łe risorse par farse on laoro, na fameja, na caxa, dei fiołi … e ke dapò parte de ste risorse robà, rapinà, estorte a łi so çitadini, ke magari łi se copa da ła desperasion el łe dopara par sostegner łi privilej de ła casta e par “acojer e aiar tuti coełi ke vien drento sensa esar ciamà, sensa dimandar parmeso e batar ła porta" no łe on bon stado e …

No se ga da confondar ki ke se sposta par laorar e ke dapò torna caxa co ki ke trasfarise tuta ła so vita ente n’altra tera ente n’altro paexe e stado, lomè sti kive łi xe migranti.

Le done moldave e ocraine ke łe vien a far asistensa ai nostri veci no łe xe “migranti” ma xente ke ła se sposta par laorar e ke dapò ła torna caxa sua, no łe trasferise łe so raixe par senpre.

...
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Re: Migranti

Messaggioda Berto » mar gen 27, 2015 8:43 pm

Questo è successo a Padova..... Albanesi si sfondano di botte in un parco giochi davanti a famiglie e bambini. È uno schifo!!!

Fonte del filmato: https://www.facebook.com/video.php?v=859966777382496

https://www.facebook.com/video.php?v=225786007591942

Ste do parsone kive łe xe orende no łe ga gnaona creansa par naltri, łi xe parte de łe caouxe del nostro mal:

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Madona.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ancaro.jpg


ERA TUTTO PREVISTO: FAREMO ARRIVARE IN MASSA IMMIGRATI, CI SERVIRANNO PER RILANCIARE LOTTA DI CLASSE.
http://www.veja.it/2015/02/10/era-tutto ... -di-classe

ALLE ORIGINI DI ‘MARE NOSTRUM’

C’è una data, che tutti coloro che andranno a votare contro se stessi, cioè per i partiti che hanno favorito l’invasione extracomunitaria, in particolare coloro che in buona fede votano per l’ex PCI, il cosiddetto Partito Democratico.

Questa data è il 18 settembre 1988. Perché ? Che accadde ? Dove ?

Il luogo è Campi Bisenzio, un comune confinante con Firenze, l’evento è il Festival Nazionale de “L’Unità” , un Festival importante, ove si presentava alle “masse” il nuovo segretario nazionale Achille Occhetto.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... chetto.jpg

Era un Festival per qualche verso diverso a tutti gli altri, erano scomparsi i gazebo dei paesi dell’Est, al loro posto c’erano quelli di varie industrie, anche multinazionali…

Mi colpì la cucina multietinica – anche questa era una novità – e uno sparuto gruppetto di anziani, meno di dieci, che ascoltavano l’oracolo di un alto esponente del partito, un parlamentare presente anche in questa legislatura, che avevo conosciuto da ragazzo nei primi anni sessanta.

Mi avvicinai ed ascoltai : “Compagni, vi vedo preoccupati, ma non ne capisco la ragione… il Partito si è mosso. Sì all’Est siamo in crisi e può anche darsi che salti tutto per aria… Ma da noi non succederà niente. Per certi versi anzi è meglio… non ci potranno più accusare di essere i servi di Mosca…Dal prossimo anno faremo arrivare in massa gli extracomunitari, ci serviranno per rilanciare la lotta di classe, disarticolare l’Occidente e la Chiesa Cattolica.”

Sbalordito ricordai subito la prosa profetica del mio Amico don Lorenzo Milani che sul comunismo, il 31 luglio 1966, ebbe a dirmi:
“Il comunismo è la mediazione e l’organizzazione politica di ogni male, al fine di consentire, ad una classe dirigente parassitaria e brutale, la gestione di ogni forma di potere sulle spalle degli ultimi”.


Credo che si possa affermare, senza ombra di dubbio, che il criminale cinismo dell’esponente comunista toscano, è perfettamente coerente con la prosa, lucidissima, del Profeta di Barbiana.

Il fatto, sul piano personale, mi sconvolse a tal punto dal trasformare la pacifica organizzazione del Movimento Solidale, che incarnava il Decalogo di Barbiana, nel combattente Movimento Autonomista Toscano, perché ero certo, per lunga esperienza e per l’autorevolezza dell’esponente comunista, che si trattava di una operazione gravissima che si sarebbe risolta in una aggressione a danno dei nostri Ultimi – giovani, anziani, ammalati, senza casa, disoccupati – e della nostra cultura ed identità.

Fu seguita da allora, con estrema attenzione, la strategia comunista. Poco dopo il Festival de “L’Unità” inizio l’invasione clandestina cinese di San Donnino, non a caso frazione di Campi Bisenzio. I cinesi, raccontavano gli abitanti, arrivavano di notte ed andavano ad affollare capannoni obsoleti , si venne poi a conoscenza che i primi capannoni erano di proprietà di imprenditori falliti o semifalliti già demo “cristiani”.

I vigili urbani, capaci di censurare un tetto alzato di dieci centimetri, erano scomparsi, scomparsi anche i carabinieri, la guardia di finanza, la prefettura, la questura … Tanto che, un po’fessi, ci domandavamo: Chi gli ha dato l’ordine di non vedere ?

Vi fu una reazione degli autoctoni che si costituirono in Comitato e stamparono una cartolina, nel davanti si vede il disegno della chiesa parrocchiale, mentre il cartello di San Donnino, viene coperto con la scritta “San Pechino”. Nel retro c’è la scritta : “Il paese della vergogna chiede aiuto !!”, c’è sotto un rigo per la firma e l’indirizzo del Presidente della Repubblica alla quale ingenuamente, molto ingenuamente… la povera gente si rivolgeva…

Contemporaneamente alla prima invasione cinese, apparse quella senegalese, sembra che questa fosse sponsorizzata da Bettino Craxi, amico del loro corrottissimo governo, la scusa di questa invasione era “l’impoverimento” del Senegal, ma un grande sacerdote e missionario Padre Piero Gheddo, dimostra in un saggio l’oggettiva falsità della “scusa” e contesta anche la tesi dello sfruttamento unilaterale dell’Occidente.

E’ un testo su cui, affrontando la questione extracomunitaria, occorre assolutamente riflettere: “… Si parla di “popoli impoveriti”. Ma dove e come e da chi ? Chi ha impoverito il Sudan che combatte una guerra civile da 50 anni ? Chi ha impoverito Etiopia, Eritrea, Somalia, Congo, Algeria, Guinea-Bissau, Myanmar, Corea del Nord, Tanzania, Haiti, Ruanda, Burundi, Madagascar, Mozambico, Egitto, Repubblica centro-africana, Uganda e via dicendo ? Il termine stesso di “paesi impoveriti” è contrario alla verità storica, illude e deresponsabilizza i poveri.

Il grande missionario comboniano mons. Enrico Bartolucci, vescovo di Esmeraldas (Equador), nel 1989 mi portava a visitare l’ospedale moderno costruito e donato dalla Comunità Europea e da lui inaugurato pochi anni prima: era quasi distrutto dall’incuria e dai furti, ascensori fermi, porte che non chiudevano, sporcizia ovunque, materassi e lenzuola rubati, ecc. E diceva: “Affermare che le cause del sottosviluppo sono solo e sempre esterne, imposte dall’esterno, a me pare diseducativo. Si parla molto anche ad Esmeraldas, di multinazionali, di imperialismo americano, di sfruttamento economico delle ricchezze di questa regione da parte di compagnie. Tutto vero, ma deresponsabilizzante. La gente comune pensa che non c’è niente da fare, tanto gli americani e il capitalismo internazionale sono più forti di noi. Adesso poi, ogni discorso sui mali di questo paese finisce inevitabilmente nel parlare del debito estero, secondo un cliché marxisteggiante comune anche nella stampa italiana”.
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Re: Migranti

Messaggioda Berto » mar gen 27, 2015 9:34 pm

Islamico stupra ragazza: “l’ho fatto perché donne occidentali sono puttane” 23 gennaio 2015

http://www.ribelli.eu/?p=14179

Un immigrato islamico è stato condannato ad otto anni di carcere per aver violentato una ragazza australiana: davanti alla Corte, si è difeso dicendo che, nel suo paese, le donne occidentali sono “ritratte come puttane”, quindi credeva fosse normale prenderne una per strada…
Amir Mohebbifar, 27 anni, si è dichiarato colpevole per lo stupro di una 19enne avvenuto a Sydney, il 16 gennaio dello scorso anno.
Mohebbifar ha ammesso di aver trascinato la giovane donna, che stava tornando a casa, su un sentiero per poi violentarla.
Mohebbifar, un musulmano che ha frequentato l’università, proveniva da una famiglia della classe media.
Mohebbifar singhiozzava in tribunale, mentre la sentenza veniva letta. Si è detto “veramente dispiaciuto e profondamente rammaricato” per quello che aveva fatto.
Questi sono quelli ‘educati’. Delle femministe, neanche l’ombra!

Sto poro ensemenio nol sa gnanca endoe kel staga l’oçidente, l’Aostrałia lè a oriente.
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Re: Migranti

Messaggioda Berto » mer gen 28, 2015 10:03 am

La ensemensa de na ensegnante talian-veneta, gnorante e sensa creansa, ke ła rovina łi pori xovani ke ghe toca verla come ensegnante ente ła scoła "piovega statal taliana". Sta kì no ła sa gnanca cosa ke sipia łi diriti omani.


Immigrati sono una risorsa convinci un tuo compagno leghista

http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 6980.shtml

Tema: «Immigrati sono una risorsa convinci un tuo compagno leghista»
La bufera sulla traccia assegnata agli studenti dell'istituto Ceccato di Thiene. Salvini: «Pazzesco». L’europarlamentare Fontana: Pd regali tessera al prof


THIENE (Vicenza) La parola «leghista» nel testo di un’esercitazione di italiano scatena la polemica. A sollevarla è il Carroccio attraverso Michele Pesavento, della segreteria politica del partito di Vicenza. Sotto accusa è una traccia per un esercizio di argomentazione proposto da un’insegnante di lettere agli alunni di una classe terza dell’istituto tecnico Ceccato di Thiene. «Dopo aver preso in considerazione i dati sull’immigrazione in Italia e dopo aver letto l’articolo – si legge nel documento diffuso - scrivi un testo argomentativo in cui persuadi un tuo compagno leghista che il fenomeno migratorio non è un problema, bensì una risorsa».

Venuto a conoscenza dell’accaduto da alcuni genitori, Pesavento attacca: «Quella traccia è offensiva e razzista, l’insegnante di lettere ha trasformato quell’aula in un “pensatoio politico”». Ed invita il preside a «vigilare su chi ha confuso l’istituto Ceccato con una tribuna elettorale» e la docente in questione «a lasciare a casa tessera e ideologie politiche».

Interviene anche il segretario federale della Lega Matteo Salvini: «Pazzesco!», Scrive in un tweet. Il consigliere regionale della Lega Nord Nicola Finco ricorda il caso sollevato da lui stesso sulla presenza dell’eurodeputata Alessandra Moretti, candidata alle elezioni regionali venete per il Pd, ad una festa di un istituto comprensivo di Arzignano prima di Natale. «Basta con la politica in classe. Le aule scolastiche non sono circoli del Partito democratico o della sinistra, serve rispetto – dice – Altrimenti i veri fondamentalisti non sono i leghisti, bensì certi professori di cui si può fare volentieri a meno. Invece di preoccuparsi di leghisti da persuadere, il docente potrebbe spiegare ai ragazzi cosa accade nel mondo in queste ore».

L’europarlamentare della Lega Nord Lorenzo Fontana commenta sarcastico il caso di Thiene, Fontana chiosa serio: «La scuola è luogo di istruzione e formazione, non di propaganda politica, anche se è noto come sia un vizio storico della sinistra metterci becco. E poi quel professore dà per scontato l’assunto che l’immigrazione è una risorsa. E se un alunno non la pensasse così che succede? Mi piacerebbe conoscere i metodi di questo prof». E conclude: «Quel professore se proprio ha la fregola della politica può sempre iscriversi al Pd, sempre che non lo sia già. Ma fossi del Partito democratico gli regalerei la tessera. Motivazione: alti servigi al partito e alla causa della sinistra».
12 gennaio 2015 (modifica il 13 gennaio 2015)
© RIPRODUZIONE RISERVATA



Thiene, "Convinci un compagno leghista che l'immigrato è una risorsa": è polemica

Michele Pesavento, della segreteria Lega Nord, ha denunciato un tema "anti-leghista". Il preside dell'Istituto: "Avrei evitato di citare il partito, ma condivido la sostanza"
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Thiene, "Convinci un compagno leghista che l'immigrato è una risorsa": è polemica
„"Dopo aver preso in considerazione i dati sull'immigrazione in Italia e dopo aver letto l'articolo, scrivi un testo argomentativo in cui persuadi un tuo compagno leghista che il fenomeno migratorio non è un problema, bensì una risorsa".

BIZZOTTO (LEGA): FUORI LA POLITICA DALLA SCUOLA

E' esplosa la polemica, all'istituto tecnico "Aulo Ceccato" di Thiene, a causa di questa traccia che sarebbe stata proposta da un insegnante nel corso di una prova di Italiano. Michele Pesavento, membro della segreteria della Lega Nord di Vicenza, è andato su tutte le furie: "La traccia si commenta da sola - dice - e giudico tale traccia offensiva e razzista, sottolineando che quel l'insegnante di lettere ha trasformato quell'aula in un "pensatoio politico". Alla luce di questi fatti - prosegue - faccio appello al dirigente scolastico affinche' vigili su chi ha confuso l'Istituto Ceccato con una tribuna elettorale e invito l'insegnante in questione a lasciare a casa tessera e ideologie politiche e a pensare al suo vero ruolo, ruolo reso possibile grazie ad un sistema scolastico sostenuto anche dalle tasse di noi leghisti".

Pronta la replica del dirigente, Antonio Coccarelli: "Premetto che devo ancora verificare la veridicità di quanto riportato dal signor Pesavento, cosa che farò quanto prima. Se fosse vero, certamente al posto del docente avrei evitato riferimenti al partito ma apprezzo l'intento del tema proposto agli studenti che, comunque, essendo di terza, non vengono certo influenzati dall'insegnate di Italiano". In attesa di incontrare il docente, Coccarelli conclude: "Credo che si stia provocando un polverone su una cosa che, eventualmente, avrebbe potuto essere discussa all'interno della scuola".

AGGIORNAMENTO: Confermata la traccia, e dopo un colloquio con l'insegnate, il preside Coccarelli aggiunge: "Ammettendo che la scelta di citare un partito è stata sbagliata, e precisando che si trattava di una semplice esercitazione in classe, resto dell'avviso che la questione sia stata oltremodo gonfiata. Inoltre, la scuola non è solo Carducci e Pascoli: è giusto che i ragazzi imparino a trattare tematiche d'attualità".


Mi veneto, no so leghista, ansi a so contro i leghisti parké łi xe de łi fanfaroni, però:

sta pora dona (e no ła ciàmo gnanca ensegnante par no ofendar ła categoria) ła confonde i migranti, co coełi ke scanpa da ła persecusion, da ła goera, da ła fame, co coełi ke se sposta lomè par laoro, co coełi ke se sposta par farghe ła goera ai cristiani e a l’oçidente ouropeo e meregan, co coełi ke łi se sposta par far del mal robar, rapinar, stuprar, secoestrar, copar.

Sta pora dona ła crede ke sipia n’oblego moral e połedego açetar tuti sensa sernir tra łi boni e łi cativi, sensa tegner conto de łe risorse ca ghè o ca ghemo, sensa considerar ke co ła crixi economega no ghè laoro, no ghè skei e ke ła nostra xente ła se copa da ła desperasion, sensa considerar ke co te fe vegner coalkedon a caxa tua cofà ospite a cogna ke te ło mantegni co degnetà, sensa considerar ke bona parte de coełi kełi riva no łi cata laor, ke łi va robar e a far małàni … a conti fati no me par purpio ke "tuti sti migranti” łi sipie na risorsa se no par coełi ke ghe vive sora come łi “profesionisti de ła caretà e de ła soledarietà, co li skei de łi altri”, come i trafeganti de omani e come i banditi mafioxi de Roma Capitałe.

E gnanca a ghe vien enamente (no credo ke ła sipia na parsona çevil degna de ensegnar) ke forse a saria el caxo de dimandarghe a ła xente, ai çitadini, se łi vol ke ła so tera, el so paexe el vegna envaxo da “tuti sti migranti” sensa sernir tra i boni e i cativi, sensa na mexura, sensa tegner conto se ente ła mexa e entel caseto a ghe né par mantegnerli e aiarli.


Ke a ghe sipia coalke łigo co sti kì?
Mafia, appalti e tangenti: 37 arresti a Roma. Indagato Alemanno, in carcere anche ex Nar

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... el-mal.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 00x249.jpg

http://www.lastampa.it/2014/12/02/itali ... agina.html

Speren ke łi ensagnati de scoła no łi sipie tuti come sta senpiolda screterià!
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Re: Migranti

Messaggioda Berto » ven gen 30, 2015 3:59 pm

Na ‘olta sti novi migranti dal Mediteragno łi rivava de note co łi barconi e łi canoti xbarcando de scondon ente łe coste tałeghe e łi se dixeva clandestini, deso o ancò no łi riva pì de scondon parké ła marina tałiana ła va torsełi e ła ghe fa da scorta fina ke no łi xbarca, prasiò no łi xe pì clandestini ma xente ke riva sensa ver en vanti dimandà el parmeso e ver el parmeso, en fransoxo łi łi ciàma “sans papiers”.

http://www.ecn.org/sans/chisono.htm
CHI SONO I SANS-PAPIERS?

Volantino distribuito nel quartiere Pajol di Parigi

Noi, immigrati senza documenti di "Saint-Ambroise", oggi rifugiati nella chiesa di Saint-Bernard abbiamo iniziato una lotta dal 18 Marzo scorso per mettere in luce l'allucinante situazione nella quale ci troviamo per colpa di queste leggi discriminatorie e per ottenere con ogni mezzo necessario la nostra regolarizzazione.

Fra di noi ci sono:

Rifugiati che si sono visti rifiutare l'asilo politico anche se presenti sul territorio francese da tanti anni
Coniugi di cittadini francesi o di persone regolarizzate
Coppie alle quali è stato rifiutato di far venire la famiglia
Studenti stranieri
Genitori di bambini nati in Francia ma che non hanno la nazionalità francese

Tutti noi siamo il prodotto delle leggi in vigore, che da più di 10 anni, riforma dopo riforma, hanno avuto in comune la caratteristica di impedire sempre di più l'ottenimento dei documenti, quando non quella di cercare di ritirarli a chi li aveva (come si può verificare con le leggi Pasqua-Maihaignerie-Toubon e l'attuale progetto Debrè). Noi stranieri in lotta, non siamo clandestini. Siamo Sans-papiers che molte volte abbiamo provato di ottenere il permesso di soggiorno e il permesso di lavoro, ai quali abbiamo umanamente diritto. La nostra situazione non è dovuta alla nostra volontà né a una nostra scelta di clandestinità.

Oggi in Francia, per un Sans-papiers, vivere è un vero percorso di guerra.

Ma no lè el caxo de coełi ke riva e ke xbarca longo łe coste o ente łi porti co ła scorta de ła marina tałiana.

http://it.wikipedia.org/wiki/Immigrazione_illegale
I reati di ingresso e soggiorno illegale dei migranti
Nell'agosto del 2009 anche in Italia è entrato in vigore il reato contravvenzionale di immigrazione e soggiorno illegale, reato già previsto in ordinamenti giuridici di altri stati europei quali ad esempio Gran Bretagna, Francia e Germania, (e ente tuti i paexi del mondo en particołar coełi xlameghi e afregani) seppure con alcune sostanziali differenze: una differenza si riscontra, ad esempio, nel fatto che negli ordinamenti francese e britannico non esiste l'obbligatorietà dell'azione penale, prevista, invece, in Italia.
Il reato, molto discusso, apre a un processo anche se vige sempre la possibilità di espulsione immediata (molto spesso intimata formalmente, ma scarsamente posta in pratica a causa dell'elevato costo della sua esecuzione e della scarsità delle relative risorse a disposizione). …


http://it.wikipedia.org/wiki/Discussion ... itolo_voce
Immigrazione clandestina (= di nascosto) è una delle varie forme o casi dell'immigrazione illegale, un'altro caso di immigrazione illegale è quello della immigrazione con documenti falsi. Non vi è nulla di strano o di improprio quando l'espressione "immigrazione clandestina" si adopera per indicare chi si introduce di nascosto in un altro paese senza averne il diritto o il permesso o avendone il divieto. E' un valore universale che l'introdursi illegale nel territorio di un paese o stato sia considerato o ritenuto un reato o disvalore al pari dell'introdursi nella casa degli altri o violazione di domicilio o dell'introdursi nel corpo o nella mente degli altri come nello stupro, nella tortura, nella violenza personale, nell'abuso di persona incapace o di minore, ecc. . Alberto Pento --79.38.249.59 (msg) 15:30, 30 gen 2015 (CET)

Li ga scançelà sto me intervento ente la pajna de descusion:
http://it.wikipedia.org/wiki/Discussion ... .38.249.59
Ciao. Con riferimento al tuo intervento alla voce Discussione:Immigrazione illegale: tieni presente che Wikipedia non è un blog!
L'unico modo per contribuire a questa enciclopedia è aiutarla a crescere di qualità e di oggettiva neutralità, non inserendo informazioni di dubbia rilevanza, esprimendo opinioni personali o veicolando messaggi privati. --Retaggio (msg) 15:44, 30 gen 2015 (CET)
Sto Retaggio lè come l'ensemente de l'ensegnante de Thiene, li xe fati co la mema tera màrsa.
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Re: Migranti

Messaggioda Berto » ven gen 30, 2015 4:07 pm

No se pol darghe refuxo e axiło połedego a tuti łi omani de ła tera ke łi se cata ente ła mexeria, ente ła goera o ke łi xe persegoità par ła fede, l’edeoloja, ła sesoałetà … parké no ghè łe risorse e coełi ke łi siga ke cogna dargheło isteso łi ga da esar coerenti e de torseli en cargo lori par primi, pagando de scarseła sua e ospitandołi en caxa sua e garantendo lori se łi ospeti łi fa calcosa de mal, garantendo co ła so persona e col so paremogno personal., se no a xe mejo ke łi staga siti.

http://it.wikipedia.org/wiki/Diritto_di_asilo

Anca mi go na debołesa par i poreti e łi oltemi tra cu a me meto anca mi; ma mi, prima a tegno da conto de łi debołi e de łi oltemi de ła me tera e de ła me xente e dapò de tuti staltri del mondo.
Mi no meto miga łi debołi e łi oltemi del mondo en vanti de ła me xente ente ła so tera: na mora congołexe del Congo no ła vien miga prima de na bianca o mora veneta en Veneto.
E vanti de far rivar tuti i oltemi e łi debołi del Congo ente ła tera veneta a vardo se ła me xente ła xe aposto, se ghè spasio, resorse e contranse (contro endecasion) e par oltema a ghe dimando cosa ke ła ghin
e se faso el ministrador me ategno a coel ke me dixe de far ła me xente, łi me çitadini purpio come ente ła Xvisara.
Li me fa oror łi połedeganti de profesion de ła casta e łi ministradori ke łi se crede mejo de łi so çitadini e ke łi ghe enpon ła so volontà; sta vixion ełitaria e clasista, dal tuto antidemogratega e foriera de on mucio de dexgrasie, de mexeria, patimenti e morte ła xe pexo de na peste.

La pì orenda de łe "s-ciavetù" łè coeła fata/enposta en nome de ła fradernetà e de ła sołedaretà omana.
Ghè tanto ma tanto ke no va ki drento, de encoerente e asurdo, de contraro ai diriti omani ogniversałi.
http://www.nazioneindiana.com/tag/diritto-dasilo
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