Re: Kurdistan e de torno
Inviato: gio ott 10, 2019 9:19 pm
La posizione di Trump sull'assalto della Turchia in Siria
10 ottobre 2019
Maria Grazia Rutigliano
https://sicurezzainternazionale.luiss.i ... XhyNNpA104
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha definito l’incursione turca in Siria “una cattiva idea”, ma ha ribadito la sua opposizione a “guerre insensate e senza fine”.
Secondo quanto riferito dal New York Times, a seguito dell’attacco turco nel Nord-Est della Siria, lanciato nel pomeriggio del 9 ottobre, il presidente USA ha rilasciato una serie di dichiarazioni sul rapporto tra Washington e i militanti curdi siriani presenti nell’area. Parlando con i giornalisti, Trump ha affermato che era vero che i curdi avevano combattuto a fianco delle truppe statunitensi contro l’ISIS, ma lo avevano fatto per interesse personale e “per la loro terra”. Il presidente USA ha poi sottolineato: “I curdi non ci hanno aiutato nella Seconda Guerra Mondiale. Non ci hanno aiutato con lo sbarco in Normandia”. “Detto questo, ci piacciono i curdi”, ha aggiunto.
Trump è stato tendenzialmente moderato nei confronti della Turchia e non ha menzionato la possibile adozione di misure punitive contro Ankara a seguito di questa operazione, potenzialmente letale per i militanti curdi. Dall’altra parte, i repubblicani del Campidoglio si sono mostrati fortemente contrari alla decisione del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, di aprire il fuoco in Siria. Inoltre, i funzionari del Pentagono hanno espresso la propria frustrazione per l’improvviso e non pianificato spostamento delle truppe USA dall’area che si trova momentaneamente sotto attacco. Tale calma da parte di Washington risulta inusuale, dato che la politica degli Stati Uniti nella regione era stata, per anni, quella di opporsi al desiderio della Turchia di effettuare azioni militari contro i curdi in territorio siriano.
Secondo quanto riporta il quotidiano Al-Jazeera English, la sera del 9 ottobre, Trump ha affermato che gli Stati Uniti devasteranno l’economia turca se l’operazione di Ankara fosse mirata all’eliminazione della popolazione curda. Interrogato da un giornalista sul timore che Erdogan possa voler “spazzare via i curdi”, Trump ha risposto: “Se questo dovesse accadere, spazzerei via la sua economia”. Il presidente USA ha anche difeso la propria decisione di ritirare le truppe statunitensi dall’area, dando di fatto il “via libera” all’attacco di Erdogan. Trump ha affermato di essere concentrato sul “quadro generale” che non include il coinvolgimento degli Stati Uniti in “stupide guerre senza fine” in Medio Oriente. L’esercito turco, intanto, supportato da truppe siriane, sta mandando avanti la cosiddetta operazione “Fonte di pace”, nel Nord-Est della Siria. Secondo quanto affermato dal Ministero della Difesa turco, sono 181 gli obiettivi colpiti in meno di 24 ore di offensiva.
“Le forze armate turche, insieme all’esercito nazionale siriano, hanno appena lanciato la #OperationPeaceSpring contro terroristi del PKK / YPG e di Daesh nel Nord della Siria”, ha scritto Erdogan su Twitter, il pomeriggio di mercoledì 9 ottobre. Nel post, il presidente si riferisce alle forze curde presenti nel Nord della Siria e utilizza il nome arabo con cui si fa riferimento allo Stato Islamico. “La nostra missione è impedire la creazione di un corridoio terroristico al nostro confine meridionale e portare la pace nell’area”, ha aggiunto. La Turchia ha affermato che i militanti curdi rappresentano la più grande minaccia per il futuro della Siria, poichè mettono a repentaglio l’integrità territoriale e la struttura unitaria del Paese, che è già debilitato da 8 anni di violenta guerra civile. La Turchia ha anche sottolineato che è inaccettabile sostenere i terroristi con il pretesto di combattere l’ISIS. Tale affermazione fa riferimento al supporto statunitense alle forze curde, che sono state i maggiori alleati di Washington nella lotta contro lo Stato Islamico in Siria e Iraq.
Le Syrian Democratic Forces (SDF), guidate dalle Unità di Protezione del Popolo Curdo (YPG), sono state il principale alleato degli Stati Uniti nella lotta contro lo Stato Islamico. I curdi, negli ultimi anni, avevano ampliato il proprio controllo nella Siria settentrionale e orientale, fino ad occupare una vasta area che si estende per 480 km dal fiume Eufrate al confine con l’Iraq. La Turchia considera le forze curde siriana una “organizzazione terroristica”, per via di presunti legami con il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), un’organizzazione politica e paramilitare nata nel Sud della Turchia e attiva anche in altre zone della regione. Il PKK ha condotto una campagna armata di decenni per la creazione di una zona autonoma curda in Turchia.
10 ottobre 2019
Maria Grazia Rutigliano
https://sicurezzainternazionale.luiss.i ... XhyNNpA104
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha definito l’incursione turca in Siria “una cattiva idea”, ma ha ribadito la sua opposizione a “guerre insensate e senza fine”.
Secondo quanto riferito dal New York Times, a seguito dell’attacco turco nel Nord-Est della Siria, lanciato nel pomeriggio del 9 ottobre, il presidente USA ha rilasciato una serie di dichiarazioni sul rapporto tra Washington e i militanti curdi siriani presenti nell’area. Parlando con i giornalisti, Trump ha affermato che era vero che i curdi avevano combattuto a fianco delle truppe statunitensi contro l’ISIS, ma lo avevano fatto per interesse personale e “per la loro terra”. Il presidente USA ha poi sottolineato: “I curdi non ci hanno aiutato nella Seconda Guerra Mondiale. Non ci hanno aiutato con lo sbarco in Normandia”. “Detto questo, ci piacciono i curdi”, ha aggiunto.
Trump è stato tendenzialmente moderato nei confronti della Turchia e non ha menzionato la possibile adozione di misure punitive contro Ankara a seguito di questa operazione, potenzialmente letale per i militanti curdi. Dall’altra parte, i repubblicani del Campidoglio si sono mostrati fortemente contrari alla decisione del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, di aprire il fuoco in Siria. Inoltre, i funzionari del Pentagono hanno espresso la propria frustrazione per l’improvviso e non pianificato spostamento delle truppe USA dall’area che si trova momentaneamente sotto attacco. Tale calma da parte di Washington risulta inusuale, dato che la politica degli Stati Uniti nella regione era stata, per anni, quella di opporsi al desiderio della Turchia di effettuare azioni militari contro i curdi in territorio siriano.
Secondo quanto riporta il quotidiano Al-Jazeera English, la sera del 9 ottobre, Trump ha affermato che gli Stati Uniti devasteranno l’economia turca se l’operazione di Ankara fosse mirata all’eliminazione della popolazione curda. Interrogato da un giornalista sul timore che Erdogan possa voler “spazzare via i curdi”, Trump ha risposto: “Se questo dovesse accadere, spazzerei via la sua economia”. Il presidente USA ha anche difeso la propria decisione di ritirare le truppe statunitensi dall’area, dando di fatto il “via libera” all’attacco di Erdogan. Trump ha affermato di essere concentrato sul “quadro generale” che non include il coinvolgimento degli Stati Uniti in “stupide guerre senza fine” in Medio Oriente. L’esercito turco, intanto, supportato da truppe siriane, sta mandando avanti la cosiddetta operazione “Fonte di pace”, nel Nord-Est della Siria. Secondo quanto affermato dal Ministero della Difesa turco, sono 181 gli obiettivi colpiti in meno di 24 ore di offensiva.
“Le forze armate turche, insieme all’esercito nazionale siriano, hanno appena lanciato la #OperationPeaceSpring contro terroristi del PKK / YPG e di Daesh nel Nord della Siria”, ha scritto Erdogan su Twitter, il pomeriggio di mercoledì 9 ottobre. Nel post, il presidente si riferisce alle forze curde presenti nel Nord della Siria e utilizza il nome arabo con cui si fa riferimento allo Stato Islamico. “La nostra missione è impedire la creazione di un corridoio terroristico al nostro confine meridionale e portare la pace nell’area”, ha aggiunto. La Turchia ha affermato che i militanti curdi rappresentano la più grande minaccia per il futuro della Siria, poichè mettono a repentaglio l’integrità territoriale e la struttura unitaria del Paese, che è già debilitato da 8 anni di violenta guerra civile. La Turchia ha anche sottolineato che è inaccettabile sostenere i terroristi con il pretesto di combattere l’ISIS. Tale affermazione fa riferimento al supporto statunitense alle forze curde, che sono state i maggiori alleati di Washington nella lotta contro lo Stato Islamico in Siria e Iraq.
Le Syrian Democratic Forces (SDF), guidate dalle Unità di Protezione del Popolo Curdo (YPG), sono state il principale alleato degli Stati Uniti nella lotta contro lo Stato Islamico. I curdi, negli ultimi anni, avevano ampliato il proprio controllo nella Siria settentrionale e orientale, fino ad occupare una vasta area che si estende per 480 km dal fiume Eufrate al confine con l’Iraq. La Turchia considera le forze curde siriana una “organizzazione terroristica”, per via di presunti legami con il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), un’organizzazione politica e paramilitare nata nel Sud della Turchia e attiva anche in altre zone della regione. Il PKK ha condotto una campagna armata di decenni per la creazione di una zona autonoma curda in Turchia.