Open Arms, Libia lascia morire donna e bimbo
2018/07/17
http://www.ansa.it/sito/notizie/politic ... c423b.html
La Libia avrebbe lasciato morire una donna e un bambino che erano a bordo di un gommone in difficoltà. Lo denuncia Proactiva Open Arms pubblicando su twitter le foto dei due corpi in mare, tra i resti di una barca. "La Guardia Costiera libica ha detto di aver intercettato una barca con 158 persone fornendo assistenza medica e umanitaria - ha scritto il fondatore della Ong Oscar Camps - ma non hanno detto che hanno lasciato due donne e un bambino a bordo e hanno affondato la nave perché non volevano salire sulle motovedette".
Nelle foto si vedono i corpi di una donna e di un bambino, ormai privi di vita e appoggiati a quello che resta del gommone. "Quando siamo arrivati - dice ancora Camps - abbiamo trovato una delle donne ancora vive ma purtroppo non abbiamo potuto far nulla per l'altra donna e il bambino". Secondo Camps i due sarebbero morti poche ore prima che la nave di Open Arms arrivasse nella zona. A bordo della nave c'è anche il deputato di Leu Erasmo Palazzotto. "Matteo Salvini - ha scritto su twitter pubblicando la foto della donna e del bambino - questo è quello che fa la guardia costiera libica quando fa un salvataggio umanitario. Open Arms ha salvato l'unica superstite mentre i tuoi amici libici hanno ucciso una donna e un bambino. Almeno oggi abbi la decenza e il rispetto di tacere e aprire i porti".
La versione diffusa dalla Ong Proactiva Open Arms, secondo la quale vi sarebbe stata un'omissione di soccorso da parte dei libici che ha provocato la morte di una donna e di un bambino abbandonati tra i resti di un gommone, "è una fake news". E' quanto sostengono fonti del Viminale sottolineando che "nelle prossime ore" verrà resa pubblica "la versione di osservatori terzi che smentiscono la notizia secondo cui i libici non avrebbero fornito assistenza".
Open Arms attacca politica italiana - "Ogni morte è la conseguenza diretta di quella politica". E' l'accusa che la Ong Proactiva Open Arms lancia nei confronti dell'Italia dopo aver recuperato in mare tra i resti di un gommone il cadavere di una donna e di un bambino e aver salvato un'altra donna. "Denunciamo l'omissione di soccorso in acque internazionali - scrive la Ong su Twitter pubblicando un video dell'intervento di soccorso - e l'abbandono di una persona viva e i cadaveri di un bambino e una donna dalla presunta Guardia costiera libica, legittimata dall'Italia".
Salvini: bugie e insulti da Ong, io tengo duro - "Bugie e insulti di qualche Ong straniera confermano che siamo nel giusto: ridurre partenze e sbarchi significa ridurre i morti, e ridurre il guadagno di chi specula sull'immigrazione clandestina. Io tengo duro. #portichiusi e #cuoriaperti": così il ministro dell'Interno Matteo Salvini replica su Facebook alle accuse rivolte all'Italia da Proactiva Open Arms. "Sfido chiunque a trovare un tweet in cui invito a lasciare un essere umano in mare. Il mio obiettivo è salvare tutti, soccorrere tutti, curare tutti, nutrire tutti - ha detto poi Salvini a Fermo, rispondendo alle domande dei giornalisti su un articolo pubblicato oggi dal quotidiano Avvenire -, ma anche evitare che tutti arrivino in Italia".
Oim, 1.443 morti nel Mediterraneo nel 2018 - Un totale di 50.872 migranti e rifugiati sono giunti in Europa via mare dall'inizio del 2018 al 15 luglio scorso e 1.443 persone sono morte mentre tentavano di raggiungere le coste europee, ha indicato l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). La rotta del Mediterraneo centrale verso l'Italia resta la più letale, con 1.104 vittime registrate dall'inizio del 2018, quasi quattro volte il numero di annegamenti notificati sulla rotta per la Spagna (294), benché i numeri degli arrivi nei due Paesi siano quasi identici.
Sempre secondo i dati dell'Oim, la Spagna ha superato l'Italia per numero di arrivi di migranti dall'inizio dell'anno al 15 luglio: 18.016 quelli sbarcati sulle coste spagnole, lungo la rotta del Mediterraneo occidentale, rispetto ai 17.827 arrivati attraverso la rotta centrale dalla Libia all'Italia. In Spagna non si ferma intanto l'emergenza, con oltre 892 persone tratte in salvo nel solo fine settimana al largo delle coste andaluse.
Frontex, -87% arrivi in Italia a giugno - Il numero di migranti arrivati in Italia a giugno attraverso la rotta centro-mediterranea è crollato a 3.000, l'87% in meno di giugno 2017. Mentre per la prima volta la rotta del Mediterraneo occidentale diventa la più attiva e il numero degli arrivi in Spagna è schizzato a 6.400, il 166% in più di giugno 2017. In generale, nella prima metà del 2018 il numero degli attraversamenti irregolari nella Ue (60.430) è quasi dimezzato rispetto a un anno fa.
Disgrazia in mare, le bugie della Ong e le accuse di Saviano
Nicola Porro
18 luglio 2018
https://www.nicolaporro.it/zuppa-di-por ... di-saviano
Open Arms, Marina libica nega accuse. Palazzotto: "Due interventi diversi". Cronista conferma: "C'era altra missione"
18 luglio 2018
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... ne/4500368
Era stato lo stesso Viminale a parlare della “versione di osservatori terzi“. Una testimonianza che avrebbe smentito la ong Proactiva Open Arms e le accuse lanciate martedì alla guardia costiera libica di aver lasciato morire in mare una donna e un bambino, trovati senza vita su imbarcazioni sfasciate nel Mediterraneo. A bordo di una motovedetta di Tripoli c’era infatti la giornalista tedesca Nadja Kriewald. E lei al Messaggero ha confermato: “Ne siamo sicuri, quando siamo andati via non c’era più nessuno in acqua”. Ma ora all’Ansa la stessa cronista rivela un altro particolare: “Il capitano libico della nostra imbarcazione mi ha riferito che un paio d’ore prima, nella stessa area, c’era stata un’altra missione da parte di un’altra imbarcazione della guardia costiera libica”.
Non è detto quindi che il salvataggio filmato dalla tv tedesca e quello in cui, secondo le accuse, sono state lasciate morire una donna e un bambino, siano lo stesso. Esattamente come sostiene Erasmo Palazzotto, il deputato di Liberi e Uguali a bordo di Open arms: “Mentre una motovedetta girava la scena del salvataggio perfetto con una tv tedesca, un’altra lasciava in mezzo al mare due donne ed un bambino. Sono due interventi diversi, uno ad 80 miglia davanti a Khoms e l’altro davanti a Tripoli“, ha scritto su Twitter. Per questo Palazzotto ha parlato di un “maldestro tentativo di depistaggio“.
La Marina libica, 24 ore dopo le polemiche, ha risposto alle accuse della ong tirando in ballo proprio la cronista Kriewald, “testimone di ciò che è accaduto, che ha preparato un servizio sulla questione per il canale N-Tv“. Le immagini andranno in onda venerdì sull’emittente televisiva del gruppo RTL e dovevano essera una prima prova concreta di quanto accaduto. La giornalista, ospite a bordo della motovedetta ‘Ras Sdjeir‘ insieme all’operatore free-lance Emad Matoug, racconta al Messaggero che i libici “hanno fatto un ottimo lavoro e dimostrato tanta umanità“, ma spiega anche che “se la Marina libica avesse mezzi all’avanguardia potrebbe meglio intervenire: non hanno nemmeno i radar notturni“.
Concetti che ha ribadito anche all’Ansa raccontando il salvataggio durato circa un’ora e mezza: “Nessuno, che io abbia sentito, si è rifiutato di essere salvato, erano tutti delusi di essere stati presi dalla marina libica ma felici di essere sopravvissuti. Inoltre nessuno mi ha detto che mancava all’appello qualcuno”, ha spiegato la giornalista tedesca. Durante l’ operazione è stata soccorsa “una bambina della Costa d’Avorio già morta, ma lo si è scoperto solo a bordo della nave libica, perché la mamma l’ha tenuta per tutto il tempo tra le braccia in gommone senza dire che fosse morta. Probabilmente temeva che se lo avesse detto, avrebbero buttato il suo corpo in mare”, ha riferito Kriewald.
Ma la stessa N-tv per cui lavora, nell’articolo in cui ricostruisce la vicenda, spiega come i soccorsi a cui la reporter ha assistito potrebbero non essere quelli messi sotto accusa da Open Arms. “Ad alcune miglia nautiche dalla motovedetta ‘Ras Sdjeir‘, la situazione poteva sembrare molto diversa. C’era una nave in pericolo all’incirca nello stesso momento“, si legge nella ricostruzione apparsa sul sito online dell’emittente. Kriewald ha raccontato alla redazione che “non può commentare le accuse di Open Arms”. Ma ha specificato che il capitano Rameid della motovedetta le ha riferito di “un altro spiegamento della Guardia costiera libica nella stessa zona”. Mentre questa seconda missione era in corso, la motovedetta ‘Ras Sdjeir’ con a bordo la giornalista “non era ancora nelle vicinanze”, scrive N-tv. “Nel frattempo, Kriewald è tornato sulla terraferma“, si conclude la ricostruzione.
La testimonianza della giornalista tedesca potrebbe riferirsi quindi a un altro soccorso. Nel frattempo, al netto di ricostruzioni contraddittorie a seconda dei punti di vista, nessuno ha fornito prove concrete a sostegno della propria versione. Non lo ha fatto Open Arms, che aveva parlato di contatti radio tra guardia costiera libica e il mercantile ascoltati dalla ong. E neanche il ministero dell’Interno, accusato dall’organizzazione spagnola per via delle sue politiche, che aveva risposto parlando di “fake news” e aveva annunciato “prove” che avrebbero smentito la ricostruzione.
“Il governo italiano ha tutti gli strumenti per accertare cosa è successo in questo tratto di mare nella notte tra il 16 ed il 17 luglio”, sostiene Palazzotto. “Perché Salvini non rende pubblici i tracciati delle motovedette libiche di quella notte? Perché non pubblica i tabulati delle comunicazioni tra IMRCC e la Guardia Costiera Libica del 16 luglio? Così vediamo chi ha qualcosa da nascondere“, accusa il parlamentare.
Il portavoce della Marina libica Ayoub Qasem ha replicato a Open Arms che “non è nostra abitudine lasciare vite umane in mezzo al mare, la nostra religione ce lo proibisce. Tutto ciò che è successo e succede, i disastri in mare sono causati dai trafficanti, interessati solo al guadagno, e dalla presenza di ong irresponsabili come questa”. “La Guardia costiera – ha ribadito – cerca con tutti i mezzi che ha a disposizione di fare il massimo per salvare vite umane e non ha altri interessi al di fuori della Patria e dei principi dell’umanità”.
Resta tuttavia che nel lungo comunicato della Marina libica, non viene mai spiegato né chiarito perché al termine di quella “operazione condotta con grande professionalità” due donne e un bambino siano rimaste sul relitto ormai sfasciato senza che nessuno se ne sia accorto. Tutto questo mentre un’altra nave (di una società del gas che opera in zona dove c’è una piattaforma) è bloccata al largo della Tunisia con 40 migranti a bordo. Le razioni di cibo e acqua stanno finendo, ma nessun Paese tra Tunisia, Italia e Malta hanno dato il permesso di sbarcare le persone, tra le quali ci sono anche dei feriti e una donna incinta.