Feltri, la verità sull'immigrazione: "Mezzo mondo ride di noi. Siamo lo scandalo d'Europa che ci chiede 'non salvate i naufraghi'"23 Luglio
di Vittorio Feltri
http://www.liberoquotidiano.it/news/opi ... ietro.htmlL' Austria è un Paese serio e fa bene a difendere i propri confini nel lodevole intento di non essere invasa da stranieri provenienti dall' Italia. Se uno Stato rinuncia alla propria sovranità, lasciando le porte aperte a chiunque, non è più uno Stato vero bensì una associazione di sbandati senza dignità. Le nazioni sono tali solo se hanno leggi giuste e la volontà di farle rispettare con le buone e, se occorre, con le cattive.
L' Austria è rispettabilissima perché non usa mezze misure: per salvaguardare il proprio suolo ha dichiarato di essere pronta a schierare l' esercito al Brennero allo scopo di impedire alle orde di neri di passare la frontiera. Una iniziativa saggia, chi la critica o è sciocco o in malafede. Semmai sbaglia l' Italia a non agire come i nostri vicini di casa, ricevendo chiunque punti a sbarcare da queste parti e non incontra alcun ostacolo onde realizzare il proprio insano proposito.
Non abbiamo né la forza di opporci agli arrivi né quella di astenerci dal soccorrere coloro che hanno intrapreso la attraversata del mare. Subiamo l' immigrazione con la stessa rassegnazione che segue ad ogni calamità naturale: un terremoto, un' inondazione, roba del genere. Ogni dì giungono nei nostri porti migliaia di disperati che abbiamo strappato alla furia delle onde, sosteniamo spese che non ci potremmo permettere, abbiamo un welfare disponibile e costoso che non riusciamo più a finanziare, ma lo estendiamo a qualunque sfigato clandestino cui garantiamo assistenza sanitaria, medicinali gratuiti, vitto, alloggio e perfino argent de poche.
Non ci passa per la mente di stabilire un limite numerico e neppure temporale agli ingressi, cosicché continuiamo a ospitare gente stralunata convinta, erroneamente, che la penisola sia un Bengodi dove tutto è lecito: se commetti un reato te la cavi con una notte in gattabuia, se vendi mercanzia di sfroso gli addetti all' ordine pubblico chiudono un occhio o entrambi, se accoltelli un poliziotto dopo 24 ore ti scarcerano, se viaggi gratis sui mezzi pubblici nessuno osa disturbarti.
Si è consolidata la convinzione che in Italia sia lecito anche l' illecito. Pertanto folle di neri si apprestano quotidianamente a mettere piede nella nostra patria considerata terra di nessuno e quindi a disposizione di qualunque malandrino. E di malandrini ci siamo riempiti tra gli applausi e l' incitamento di amministratori incoscienti, predicatori dell' ospitalità che giudicano l' immigrazione salutare per l' economia interna.
Non c' è verso di mutare mentalità. Il governo è timido di fronte all' Europa che respinge i profughi anche con le armi, ma obbliga noi a raccattarli nel Mediterraneo e a mantenerli. Non ci ribelliamo nemmeno per scherzo ai diktat di Bruxelles, abbiamo perso orgoglio o forse non l' abbiamo mai avuto. Non siamo capaci di far valere le nostre ragioni di popolo esausto e impoverito, quindi autorizzato dall' emergenza a sospendere la attività di salvataggio naufraghi che implica ingenti spese, fuori misura rispetto ai bilanci afflitti dal debito pubblico.
È indubbio sia indispensabile dire a chiare lettere che nel giro di una settimana non andremo più verso la Libia per strappare all' annegamento gli africani, così costoro sapranno che non è il caso di partire. E se partiranno lo stesso confidando nella nostra generosità constateranno che abbiamo esaurito i buoni sentimenti. Non siamo diventati cattivi, applichiamo solamente i principi elementari dell' istinto di sopravvivenza.
D' altronde è di ieri la notizia che l' Ungheria, la Repubblica Ceca, la Slovacchia e la Polonia hanno inviato una lettera al premier Gentiloni esprimendo questo limpido concetto: se non sei all' altezza tu di frenare l' immigrazione, veniamo noi con le navi per insegnarti come si fa a scoraggiare gli invasori. Non bastasse, perfino l' esecutivo israeliano ha sfottuto l' Italia per la sua inettitudine a proteggersi dai barbari. Mezzo mondo ride di noi che facciamo i boy scout con le tasche vuote e le città dominate da affamati pronti a mangiare a tradimento. Poniamo fine in fretta a questo scandalo.
Caro ministro Minniti, impari dal suo collega austriaco a tenere la schiena diritta, impari dai polacchi, dagli slovacchi e dagli israeliani l' arte di non farsi schiacciare dagli ultimi venuti. Chi non pensa ai propri cittadini non è uno statista ma uno scafista. Che orrore.
"Migranti da bloccare e non da accogliere Oppure l'Italia muore"Chiara Giannini - Dom, 23/07/2017
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 23539.htmlRoma Per risolvere il problema migratorio serve essere più incisivi. Il generale Marco Bertolini, ex comandante del Coi (comando operativo di vertice interforze), ora in pensione, non ha alcun dubbio.
Ne ha parlato anche ieri sera nel corso dell'incontro «Italia mediterranea e Italia europea», a Procchio, Isola d'Elba.
Generale, in che situazione versa il nostro Paese?
«L'Italia si trova al centro del Mediterraneo e nel Mediterraneo bisogna essere forti, politicamente, economicamente, culturalmente e, perché no, anche militarmente. Il nostro Paese, invece, non vuole esercitare la forza. In quest'area si scontrano gli interessi di altri Paesi fortissimi, che sono i classici vasi di ferro e se noi ci proponiamo come vaso di coccio, perché abbiamo dei confini porosi, perché accettiamo chiunque arrivi, perché siamo passivi nei confronti delle iniziative politiche e militari degli altri, siamo destinati a pagarla molto cara».
Dove pensa arriveremo se dovessimo proseguire su questa strada?
«Se dovessimo andare avanti in questa maniera scompariremo. Si usa il termine sovranità come se fosse una bestemmia dimenticando che, invece, è il valore per cui hanno giurato i militari, ma anche i ministri».
Con la linea suggerita dall'est Europa pensa cambierebbe qualcosa?
«Sicuramente potremmo essere meno passivi nei confronti dell'immigrazione. Il problema va risolto in Africa, ma non possiamo aspettare anni. Come facciamo a ridurre il flusso? Non possiamo costruire un muro in mezzo al Mediterraneo, ma possiamo fermare, ad esempio, le Ong».
A proposito di Ong, che pensa del loro operato?
«Che la devono smettere di prendere i migranti e di portarli da noi, che passivamente li dobbiamo subire, visto che rimarranno qua. Adesso, di fatto, c'è quasi un servizio di traghettamento che non fa sicuramente i nostri interessi».
Che pensa del codice di comportamento per le Ong voluto dal ministro Minniti?
«Il ministro Minniti sta dimostrando di avere a cuore la situazione. Non so se sarà sufficiente, ma il fatto di imbrigliare il comportamento delle Ong che si sentono libere di fare quello che vogliono e andare dove vogliono è positivo. Cominciamo, però, a controllare il loro operato e, magari, interrompiamolo».
E il ruolo della Marina militare? È corretto ciò che stanno facendo?
«La Marina sta partecipando a operazioni importanti come EunavforMed, poi depotenziata, che era finalizzata a interrompere il flusso migratorio. Catturando scafisti e distruggendo le barche. Sicuramente la presenza della Marina può servire come deterrente».
Cosa si potrebbe fare di più?
«Il dibattito in Italia su cosa fare nei confronti di questo fenomeno è incentrato su come accoglierli e distribuirli, invece dovrebbe essere incentrato su come fermarli».
Pensa ci sia un disegno dietro a questa invasione?
«Non ho elementi, ma ci sono politici che dicono che noi dei migranti abbiamo bisogno perché non facciamo più figli. Dimenticano di dire, però, che i motivi per cui non facciamo più figli sono dovuti alle scelte fatte da loro perché è stata distrutta la famiglia, ci sono state politiche contro la natalità, provvedimenti umilianti per la famiglia naturale a favore di una famiglia sterile che non fanno bene. Abbiamo bisogno di giovani, ma non possiamo importarli e non possiamo sostituire gli italiani con i cittadini acquisiti ai quali si dà un passaporto».
Come valuta la risposta del governo ad Austria e Ungheria?
«Gentiloni ha risposto in maniera piccata nei confronti dell'Ungheria e mi è piaciuto, perché non dobbiamo prendere lezioni da nessuno, ma avrei gradito che gli stessi toni li avessimo utilizzati quando ci hanno imposto delle sanzioni alla Russia che vanno solo contro i nostri interessi».
La strampalata ricetta M5s per regolare l'immigrazioneLodovica Bulian - Dom, 23/07/2017
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 23537.htmlDalla fila ai consolati ai benefattori: ecco le soluzioni improbabili. Con la regia della Comunità di Sant'Egidio
Tra un'uscita sulle Ong, un'altra sulla chiusura dei porti e qualche proclama sparso sulla stabilizzazione della Libia, il M5s prova ad accaparrarsi la propria fetta di campagna elettorale sull'emergenza immigrazione.
Mentre il candidato premier in pectore Luigi Di Maio non perde occasione, nemmeno ieri da Giffoni, per rilanciare che «come movimento abbiamo chiesto sempre e solo una cosa: chiudiamo i porti alle Ong che non seguono le regole della nostra Marina», dal blog delle stelle piovono pillole sul prossimo programma Immigrazione che il Movimento sottoporrà su Rousseau ai suoi iscritti. Dopo quelli su Giustizia e Salute, ecco il manifesto delle soluzioni di un ipotetico governo grillino di fronte all'esodo dall'Africa: «Obiettivo sbarchi zero». Come? Con i migranti in fila ai consolati, con sponsor che paghino le spese di accoglienza e migliaia di assunzioni al Viminale per gestire le richieste di asilo.
Sul blog si alternano i pareri di esperti che dettano l'indirizzo politico del futuro esecutivo. Ecco che il docente Paolo Morozzo della Rocca, guru di Sant'Egidio, offre la soluzione per fermare i barconi: esaminare i visti a casa loro. Le centinaia di migliaia di richiedenti asilo che si spostano dall'Africa dovrebbero mettersi in coda ai consolati dei Paesi d'origine e lì «fare domanda di visto ai Paesi dove vorrebbero andare». Ma a quanti di loro concedere i permessi? Servirebbe «una quota annuale sufficientemente consistente» e dei «criteri di priorità». Come, nel caso dell'Italia, potrebbe essere «l'avere già un parente a Milano».
Ai migranti economici e per chi non è in fuga dalla guerra e da persecuzioni, ovvero il 90% di chi arriva oggi sulle nostre coste, dovrebbero pensarci degli improbabili sponsor, con «una quota di ingressi autorizzabili in presenza di un privato: qualcuno che invita e sostiene, accoglie, paga delle spese». Consolati e benefattori, dunque. Ma spunta anche un piano per velocizzare le richieste di asilo che intasano le commissioni e per ridurre i tempi di permanenza abbattendo così il «business delle cooperative». Prevede l'assunzione di «15mila giovani laureati in materie sociali e formati gratuitamente». Costo? «540 milioni di euro annui» ma è «l'equivalente di circa tre mesi di accoglienza per 150mila richiedenti asilo». Fondamentale poi che le audizioni dei migranti vengano registrate in videoconferenza e non trascritte, perché «le Commissioni sono solo parzialmente indipendenti, avendo uno stretto legame con il ministero». Come se il Viminale non fosse una garanzia sufficiente di imparzialità: «Nessun verbale o trascrizione potrà essere più veritiero delle parole stesse della persona».
Ci sono anche i proclami sul regolamento di Dublino, da cambiare, perché condanna l'Italia a farsi carico di tutti i migranti che vi sbarcano in quanto Paese di primo approdo. Come se il punto non fosse già in cima dell'agenda italiana in Europa ma tutt'ora sia congelato per i veti dei Paesi membri. Nell'incubatore del programma grillino anche critiche al meccanismo della relocation, l'accordo Ue di redistribuzione dei migranti da Italia e Grecia negli altri Stati europei, siglato nel 2015 ma miseramente fallito: a fronte di 40mila migranti da trasferire dal nostro territorio, l'Europa si è fatta carico di appena 7mila stranieri. Pugni sul tavolo, dunque, promette il M5s. L'impegno deve divenire «un obbligo», non una facoltà, che è «uno dei motivi per il quale questo sistema non ha funzionato». Come se la battaglia non fosse già in corso col governo che invoca il rispetto dei patti di fronte ai mulini a vento di Bruxelles.