Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » dom lug 02, 2017 7:53 pm

Dalla Libia agli immigrati adesso l'Italia paga per non aver capito Trump
Il prezzo dell'immigrazione
01 Luglio 2017


https://www.loccidentale.it/articoli/14 ... pito-trump

Con la notizia Ansa sul ministro Minniti che interrompe un volo verso Washington per incontri istituzionali per affrontare l’emergenza migranti in Italia, la narrazione sui migranti è cambiata in pochi giorni. Una inversione a U incredibile. Fino a poco tempo fa, il Pd era schierato per lo jus soli e chiunque sollevasse qualche critica veniva liquidato come xenofobo e razzista. Ora da governo, giornaloni e media è un continuo tam-tam su “troppi sbarchi, l’Italia non può sopportare tutti questi arrivi, l’Europa non ci aiuta, chiudiamo i porti, stop altri arrivi, l’Ue ci ha abbandonati”.

Eppure in questi mesi perfino il Guardian, il giornale di sinistra, anti-Brexit e anti-Trump, si è chiesto come l’Italia e, soprattutto la Sicilia, con una forte disoccupazione, potesse continuare ad accogliere una tale massa di migranti senza collassare. Per non parlare dei problemi del terrorismo (il terrorista del London Bridge arrivava dal bolognese, come proveniva dall’Italia il tunisino Amri dell’attacco di Natale a Berlino), della criminalità, di rischi per la salute degli italiani. L’inversione di rotta di governo e media sull’immigrazione non è solo provocata dai risultati negativi per il Pd delle ultime elezioni, ma da qualcosa di molto più serio che sia il governo, sia i media hanno deciso di ignorare, convinti che Trump sarebbe uscito presto di scena. E riguarda non solo noi ma il clima che c'è a livello internazionale.

Il “travel ban”, lo stop agli ingressi per sei paesi musulmani considerati dall'amministrazione Trumpo sponsor del terrorismo, provvedimento rivisto dalla Corte Suprema, è stato approvato dal Congresso, e sarà approvato anche dal Senato, a maggioranza repubblicana. Non potranno più entrare negli Stati Uniti cittadini provenienti dalla Libia, dalla Siria, dall’Iran, dalla Somalia, dal Sudan e dallo Yemen. Potranno essere ammessi solo coloro che hanno famiglie residenti legalmente in America. E’ chiaro che se i cittadini provenienti da questi paesi non saranno ammessi negli Stati Uniti, è difficile ritenere possibile il loro l’ingresso in Europa, in Italia, e soprattutto in Sicilia, piena di basi Usa, di fatto spazio anglo-americano militarmente. Ed è possibile che gli americani vogliano usare le basi siciliane per supportare “from behind” la guerra della “Nato araba” per rimettere in sicurezza la Libia.

In ogni caso gli Usa non vogliono una Sicilia e un’Italia nel caos di flussi migratori. Della coalizione Egitto-Arabia saudita-Stati del Golfo (tranne il Qatar) per appoggiare il generale Haftar in Cirenaica, un'alleanza che ha anche l’appoggio russo, l’Italia non farà sicuramente parte. L’aveva già detto Obama che in Libia sarebbero intervenuti solo gli stati arabi confinanti, non ex-potenze coloniali occidentali che avrebbero suscitato l’ostilità libica e africana. Con Hillary non sarebbe andata diversamente. Può darsi che il Regno Unito abbia qualche ruolo, perché, come è noto, Saif Gheddafi, ora libero, pare in Cirenaica da Haftar, è stato allevato da Tony Blair per succedere al rais, e molti libici, come Moussa Ibrahim, hanno studiato in Inghilterra, hanno rapporti con Londra, proseguiti anche dopo la morte di Gheddafi.

In ogni caso la politica renziana e gentiloniana nei confronti della Libia, con l’obiettivo di essere alla guida di una missione Onu per rimettere in sicurezza il Paese, si è rivelata un completo fallimento. L’Italia ha sostenuto e sostiene il governo di Tripoli al Serraj, nominato dall’Onu, ma debolissimo e privo di controllo del territorio. Il governo Renzi ha perfino rotto le relazioni con l’Egitto, uno dei paesi amici degli Stati Uniti. Purtroppo, adesso, nel caos si trova l’Italia, perché i flussi di arrivi continuano e le navi e ong europee non riportano i migranti in patria, ma li scaricano in Sicilia. Europa ingrata, come gridano adesso governo e giornali?

Era prevedibile che ogni paese Ue non volesse nuovi migranti, e tutti sappiamo che, dopo gli attacchi subiti da Parigi, molti paesi europei hanno chiuso le frontiere con l’Italia e sospeso Schengen. Per non parlare dei paesi dell’est, come l’Ungheria. Saranno gli italiani a pagare i costi di questa politica errata. Governo e media che si illudevano di un Trump affossato dal Russiagate, ora vedono la Cnn licenziare chi ha pompato la bolla del “Manchurian President”, del presidente teleguidato, mentre Kissinger va in visita a Mosca, e Trump e Putin potranno incontrarsi al prossimo G20. E’ noto che dal 2015 russi e americani comunicano su tutte le operazioni. Come aveva detto lo storico Niall Ferguson, Trump è il nuovo Roosevelt. Non avere voluto capire cosa stava davvero accadendo in America, ci ha condotti a quest’ultima débacle, da cui per ora non si vede via d’uscita.
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » dom lug 02, 2017 8:20 pm

??? Un'altra di buona ???

Immigrazione, la Gabanelli asfalta Boldrini e Kyenge: "Porti chiusi? Si può. Le Ong portino i migranti in Francia"
2 Luglio 2017

http://www.liberoquotidiano.it/news/per ... -coop.html

"Più metti in opera possibilità di salvataggio e più i trafficanti portano in mare un'umanità disperata e inconsapevole". A dire basta alla politica dei soccorsi in mare aperto, anche fuori dalle acque italiane, non è un "cattivone" leghista ma Milena Gabanelli, idolo della sinistra chic italiana che però sull'immigrazione e gli sbarchi ha idee chiare. Che, probabilmente, non piaceranno alle fautrici del "c'è posto per tutti" come Laura Boldrini o Cècile Kyenge.

Intervistata dal Fatto quotidiano, l'ex conduttrice di Report e oggi è vicedirettore dell'area digital della Rai si dice addirittura disposta a pensare alla chiusura dei porti: "Se le intenzioni di non lasciare l'Italia sola continuano a rimanere intenzioni, qualcosa di concreto andrà fatto". Il problema è l'Unione europea e i partner comunitari: "Sarebbe sufficiente se, da subito, qualche Ong straniera facesse un'azione dimostrativa - è la proposta della Gabanelli -. Medici senza frontiere potrebbe sbarcare migranti a Nizza o il Muos a Malta. Vediamo se il democratico Macron ha il coraggio di dire Qui non li portate".

La verità è che l'unico obbligo di chi soccorre i migranti in mare aperto è quello di portarli, secondo la Convenzione di Amburgo, nel "primo porto sicuro". "Dovrebbe essere la Tunisia, che ha firmato quella convenzione, e anche Malta. Ma poiché il flusso è costante, e alcune navi sono dotate di infermeria, potrebbero arrivare anche in Spagna o a Nizza", aggiunge la Gabanelli. Il capitolo Ong è lungo: "Non ci sono mai state tante navi che si adoperano per il salvataggio e mentre nel 2015 i morti in mare sono stati 2.800, nel 2016 siamo arrivati a 4.300. Più metti in opera possibilità di salvataggio e più i trafficanti portano in mare i migranti".

L'Italia è l'hub d'Europa per i ricollocamenti di migranti, finora però è stato un fallimento totale. Serve un processo di identificazione vera, a monte: "Chi non ha diritto a restare, deve essere accompagnato al Paese d'origine, che spesso però non lo riconosce come cittadino. Per questo occorre aver fatto prima accordi bilaterali". L'accoglienza per ora è emergenza mentre, assicura la giornalista, potrebbe essere una opportunità anche economica: occorre che lo Stato metta a disposizione luoghi (caserme, ex ospedali) e assuma personale qualificato ("Circa 28.000 persone: formatori, medici, psicologi") perché serve "un sistema di accoglienza dove le cooperative e le associazioni hanno un ruolo di supporto e non più di gestione". Il costo di questo "paradiso"? "Sarebbe di circa 2 miliardi per la messa in abitabilità, e 2,2 miliardi l'anno per gestione e personale. La ricaduta sarebbe una maggiore percezione di sicurezza, oltre a una maggior disponibilità dei Comuni a farsi carico dell'integrazione".
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » lun lug 03, 2017 8:10 pm

Migranti, Francia e Spagna chiudono porti alle navi delle ong. La Ue promette, ma l'Italia resta sola
di F. Q. | 3 luglio 2017

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07 ... la/3702950

A neanche 24 ore dall’intesa raggiunta a parole con i ministri dell’Interno di Francia e Germania e benedetta dalla Commissione Ue, l’Italia incassa due porte in faccia. Anzi, due porti: quelli della stessa Francia e della Spagna, che secondo fonti da Bruxelles riportate dall’Ansa diranno no all’apertura dei loro scali marittimi alle navi delle ong cariche di migranti. Il tutto mentre l’Onu prevede che i flussi provenienti dalla Libia non sono destinati a diminuire.

Solo domenica il vertice informale a tre tra i ministri dell’Interno di Francia, Germania e Italia, Gerard Collomb, Thomas de Maiziére e Marco Minniti – cui aveva partecipato anche il commissario europeo agli Affari Interni Dimitris Avramopoulos – si era concluso con i soliti sorrisi e una nuova serie di impegni: da una parte un aumento degli sforzi di Parigi e Berlino sui ricollocamenti, dall’altra parte un codice di condotta per le ong, ulteriore sostegno (anche economico) alla Guardia costiera libica e aiuti all’Osservatorio per le migrazioni e all’Unhcr perché i centri in Libia rispondano agli standard sui diritti umani.

“Misure concrete“, assicura Bruxelles, arriveranno già martedì in una riunione della Commissione europea, misure che dovranno essere ratificate nel vertice di Tallin, in Estonia, previsto per giovedì prossimo, quando si incontreranno i 27 dell’Unione. Tutto rimandato a un nuovo vertice dagli esiti tutt’altro che certi, dunque, e misure che come al solito spostano l’attenzione sull’altra sponda del Mediterraneo e non affrontano in concreto il problema più pressante: quello del sovraffollamento dei centri d’accoglienza disseminati nella Penisola. Finora gli impegni assunti a livello comunitario nel maggio 2015 – in primis quello del ricollocamento di 40mila richiedenti asilo in due anni da Italia e Grecia – sono stati ampiamente disattesi.

Che un primo due di picche fosse nell’aria lo si era capito nel pomeriggio. Interrogato sull’appello dell’Italia alla solidarietà dei partner Ue, il ministro degli Esteri di Madrid Alfonso Dastis aveva replicato che una risposta deve essere decisa a livello europeo: “Le situazioni eccezionali richiedono misure eccezionali – ha affermato a Madrid il capo della diplomazia spagnola, citato da Efe – ma dobbiamo discuterle fra tutti i Paesi” dell’Unione Europea. Sono già lontani i tempi in cui Mariano Rajoy prometteva: sull’immigrazione “concederemo qualsiasi aiuto possibile all’Italia per evitare che si crei una situazione non più gestibile, drammatica”, assicurava il premier il 29 giugno nella conferenza stampa al termine del vertice preparatorio del G20 a Berlino. Oggi anche Emmanuel Macron è tornato a mettere in chiaro un concetto espresso negli ultimi giorni: sì a “forme concrete” di solidarietà, ha promesso il presidente francese nel discorso tenuto dinanzi al parlamento riunito a Versailles, ma no ai migranti economici.

“L’iniziativa italiana ha prodotto dei primi risultati e mi auguro che generino effetti concreti – l’auspicio del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni – l’Italia intera è mobilitata per far fronte ai flussi – aggiunge Gentiloni – e chiede una condivisione Ue che è necessaria se si vuole tener fede alla propria storia e ai propri principi. E’ necessaria per l’Italia per evitare che i flussi diventino insostenibili alimentando reazioni ostili nel nostro tessuto sociale“.

Intanto le previsioni indicano che i flussi provenienti dalla Libia non sono destinati a diminuire. L’Onu ha fatto sapere di non prevedere un calo del flusso misto di migranti e rifugiati che giungono in Europa via mare: “Le indicazioni di cui disponiamo non denotano un rallentamento degli arrivi in Libia, il che significa che un più ampio numero di persone potrebbe continuare a provare di lasciare il paese tramite la rotta del Mediterraneo centrale”, ha detto l’inviato speciale dell’Unhcr per il Mediterraneo centrale, Vincent Cochetel, ricordando che dall’inizio dell’anno 84.830 migranti e rifugiati sono giunti in Italia via mare con un aumento del 19% rispetto all’anno scorso.

Sbarchi e porti
Ridurre gli sbarchi è uno degli obiettivi a cui si lavora. In questa partita le Ong sono un attore fondamentale, con una libertà di movimento che ora si vuole limitare: l’ingresso in acque libiche potrebbe essere vietato così come spegnere il trasponder di bordo per la localizzazione e fare segnali luminosi; e la “regia” delle operazioni dovrebbe essere riportata in maniera più definita sotto l’ombrello della Guardia Costiera, il cui ruolo di coordinamento diventerà più forte. Il protocollo sulle Ong potrebbe spingersi a bloccare l’accesso in porto a chi non è in regola. Temi delicati – a cui si aggiunge quello della trasparenza sui finanziamenti – dei quali si parlò già settimane fa quando uscirono i contenuti di un dossier Frontex e quando scoppiò un acceso dibattito attorno alle indagini del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro: organizzazioni come Medici senza frontiere reagirono affermando che nella maggior parte dei casi è il sistema di coordinamento di Roma a dire dove andare. Quanto ai porti di destinazione, più complessa appare invece la possibilità di coinvolgere altri soggetti, come Malta, ipotesi a cui pure si era pensato.

Ricollocazioni
L’altro capitolo chiave è quello della distribuzione dei migranti. L’Italia chiede all’Europa impegni certi e alcune modifiche. Con le regole oggi in vigore accedono alla relocation solo i richiedenti asilo di nazionalità con un tasso medio di riconoscimento pari o superiore al 75%. Una soglia troppo alta, che si chiede di rivedere.

La Libia
L’Europa, però, è solo uno dei teatri di azione. “La partita fondamentale – ha dichiarato Minniti – si gioca in Libia”, “paese di transito” da cui è arrivato “nei primi cinque mesi di quest’anno il 97 per cento dei migranti”. Lì serve “un governo stabile e stiamo lavorando per farlo”. L’idea di un sostegno finanziario più cospicuo per il controllo delle coste va in questa direzione. E sull’emergenza migranti Minniti terrà un’informativa alla Camera mercoledì.

La Marina libica: “Le ong ostacolano accordi con Ue”
Nel frattempo a parlare è la Libia che se la prende di nuovo con quelle che chiama le “cosiddette ong”. “Oltre ad accusare ripetutamente e ingiustificatamente la Guardia costiera e gli apparati per la lotta alla migrazione illegale libici – dice all’AdnKronos il portavoce della Marina di Tripoli, Ayyoub Qasem – ostacolano qualsiasi accordo con la parte europea che aiuti la parte libica nel far fronte al fenomeno”. Qasem accusa le ong di “incoraggiare i migranti illegali, che affluiscono in Libia da oltre 30 Paesi africani e non” e di “non curarsi minimamente della sovranità della Libia sul proprio territorio e sulle sue acque territoriali”. Secondo il portavoce della Marina della Libia “i numeri non sono diminuiti: al contrario i migranti sono in considerevole aumento, oltre il 20 per cento in più rispetto all’anno scorso, un numero record da quando ha avuto inizio il fenomeno”. Secondo il portavoce, “questo è un chiaro indizio del fatto che le misure adottate per fermare o ridurre il fenomeno sono in parte sbagliate, anzi incrementano il numero dei migranti e dei trafficanti”.



Emergenza migranti, la Francia dice no alla richiesta italiana di aprire i porti
Via libera di Berlino e Parigi per stilare un codice di condotta per le Ong. Un’altra ipotesi al vaglio: chiedere la collaborazione della Tunisia per reindirizzare i barconi
03/07/2017
marco bresolin

http://www.lastampa.it/2017/07/03/ester ... agina.html

Parigi ha detto no.
Il governo francese ha respinto la proposta italiana di accogliere nei propri porti i migranti salvati nelle acque internazionali dalle navi mercantili e da quelle delle Ong. Secondo quanto risulta da fonti di Bruxelles, la questione sarà affrontata nuovamente giovedì al Consiglio Affari Interni di Tallin, ma già durante il mini-vertice di ieri sera a Parigi tra i ministri è emersa la resistenza francese. E di conseguenza, la Spagna è pronta a dare la stessa risposta. Gli sbarchi continueranno ad avvenire sulle coste italiane.

L’Italia è però riuscita a strappare il via libera dai governi di Parigi e Berlino, oltre che dalla Commissione, per stilare un codice di condotta per le Ong. Che sarà definito dall’Italia e poi battezzato, o eventualmente emendato dagli altri Stati membri. Francia e Germania si sono inoltre impegnate a “intensificare gli sforzi” nel programma di redistribuzione dei richiedenti asilo.

La questione immigrazione è stata inserita anche nell’agenda del collegio dei commissari in programma domani a Strasburgo. Ma dall’esecutivo comunitario confermano che «non verranno presentate nuove misure legislative». Si cercherà di «accelerare» l’attuazione di quelle esistenti e di spronare i governi a fare i loro doveri (per esempio rispettare gli impegni sul fronte relocation, mettere più soldi nel fondo per l’Africa un più concreto impegno in Libia, sia nella formazione della Guardia Costiera, sia nel rafforzamento dei controlli alla frontiera libica meridionale).

Da Bruxelles si cercherà poi di «rinforzare la strategia per i rimpatri». Al tempo stesso, però, la Commissione chiederà anche all’Italia di fare di più e meglio per consentire efficienti procedure di identificazione dei richiedenti asilo da inserire nello schema di relocation.

Infine potrebbe muoversi qualcosa sul fronte tunisino. I governi chiederanno che venga istituita una zona Sar (Search and Rescue area) davanti alle coste, con la possibilità di reindirizzare i barconi in Tunisia. Ma per farlo serve un’intesa con il governo di Tunisi, che non è affatto scontata.



Migranti, la Francia e Spagna dicono no alla richiesta di aprire i porti “Austria pronta a schierare l’esercito”
Marco Galluzzo
Milano, 3 luglio 2017

http://www.corriere.it/cronache/17_lugl ... 9f50.shtml

No da Francia e Spagna alla richiesta di deviare gli sbarchi. Domani la Commissione Ue proporrà misure concrete di sostegno a Roma, in vista del vertice di Tallinn. Il ministro della difesa di Vienna: «Militari indispensabili se non rallenta il flusso dall’Italia»

Martedì l’Unione Europea annuncerà «un piano d’azione in 10 punti» per ridurre i flussi di profughi nel Mediterraneo e probabilmente fornirà anche la quantificazione dei nuovi fondi stanziati per la Libia, per la sicurezza delle sue coste e la costruzione di centri di permanenza sul suolo del Paese africano.


La road map

Il piano non conterrà nuove misure, ma introdurrà una sorta di road map che servirà a fare ulteriori passi avanti, anche in vista del vertice dei ministri dell’Interno, a Tallin, previsto giovedì. Intanto emergono con più chiarezza i dettagli del vertice di Parigi, di due giorni fa. Quella che sembrava un’intesa a tutto tondo si arricchisce di sfumature che permettono di dire che all’Italia sono stati detti almeno due no: su un Centro di comando europeo per ricerche e salvataggi in mare — una delle richieste del nostro governo — sia Francia che Germania sono rimaste contrarie. Nessun disco verde, si è appreso ieri a Bruxelles, da fonti della Commissione, anche su un’altra richiesta italiana: quella di usare i porti di Barcellona e Marsiglia per sbarcare i migranti salvati dalle Ong.


Austria «pronta a schierare l’esercito»

L’Austria intanto è pronta a fare controlli di frontiera e a schierare l’esercito al confine con l’Italia se non rallenterà il flusso di migranti dal Mediterraneo. Lo ha detto il ministro della Difesa di Vienna. «Penso che saranno attivati molto presto controlli alla frontiera e che sarà necessario l’aiuto di un dispiegamento (dell’esercito)», ha detto il ministro Hans Peter Doskozil all’edizione on line del Krone Daily, indicando che la mossa «è indispensabile se non rallenta il flusso dall’Italia».


Rebus migranti: l’Italia è il paese più esposto? E perché nessuno va a Malta o in Spagna?
Un’ondata senza precedenti
Il richiamo all’Italia

Di sicuro insieme al piano d’azione oggi la Commissione europea richiamerà l’Italia sulla gestione del diritto d’asilo, sui tempi dei controlli sul nostro territorio, che secondo diversi Paesi europei hanno forti criticità e ritardi. È uno dei punti che rendono il Viminale, come Palazzo Chigi, meno forti al tavolo delle trattative. Al nostro Paese sarà chiesto, per la seconda volta in pochi mesi, di registrare i possibili candidati alla partenza con maggiore tempestività. Lunedì il presidente francese, Emmanuel Macron, ha ribadito nel suo discorso a Versailles che per fronteggiare l’emergenza migranti bisogna «accogliere i rifugiati politici che corrono un rischio reale, senza però confonderli con i migranti economici e senza abbandonare la difesa delle nostre frontiere».


Il codice di condotta per le Ong

Resta il codice di condotta per le Ong come risultato che l’Italia ha incassato subito e che ha provocato la forte irritazione della Caritas italiana, secondo la quale «limitare fortemente l’azione delle Ong ed esternalizzare le frontiere è inaccettabile: vuole dire andare nel senso inverso a quanto da noi auspicato». In una dichiarazione diffusa dalla Cei quello in corso viene considerato un piano «inaccettabile dal punto di vista dei diritti umani, continua la delegittimazione delle Ong». Un portavoce della Commissione ha specificato che, oltre al codice di condotta per le Ong, saranno previsti «un sostegno rafforzato per la Guardia costiera libica, un aumento degli sforzi sui rimpatri e un’accelerazione dei ricollocamenti». Il premier Paolo Gentiloni resta convinto che una condivisione Ue «è necessaria per l’Italia per evitare che i flussi diventino insostenibili alimentando reazioni ostili nel nostro tessuto sociale».



Immigrati e sbarchi, ammiraglio Picchio brutale: "Un disegno contro l'Italia, serve un intervento militare"
3 Luglio 2017

http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... iana-.html

Il ministro degli Interni Marco Minniti è tornato dal vertice con Francia e Germania con in tasca un accordo generico su un "codice comune" sulle Ong attive nel soccorso dei migranti in Mediterraneo. La verità è che il faccia a faccia è stato interlocutorio, se non negativo: il presidente francese Macron non intende cedere infatti sul no ai migranti economici e la linea dura che si traduce sullo stop al passaggio di extracomunitari tra Ventimiglia e Mentone.

Secondo l'ammiraglio Alessandro Picchio, già consigliere militare dei governi di Silvio Berlusconi e Mario Monti, la questione è torbida. "C'è un disegno contro l'Italia", spiega al Messaggero puntando il dito contro quelle Ong che fanno gli interessi non dei migranti, ma di chi le finanzia. "Il problema va risolto in Africa dall'Onu e dall'Unione europea".

"Nel Mediterraneo - spiega l'ammiraglio - ci sono organizzazioni che con la scusa di essere non governative, si lasciano guidare da uno spirito anarchico. Potrebbero presentarsi davanti a un porto francese o spagnolo o perfino del Nord Europa. Sono navi che in teoria non hanno uno Stato di riferimento, ma chi le finanzia, e i finanziatori spesso non sono italiani. Chi vuol creare difficoltà all'Italia? Da un lato le Ong seguono proprie logiche, dall'altro sottostanno a interessi finalizzati a ostacolare il nostro Paese". Una delle chiavi è il fallimento degli accordi bilaterali firmati a suo tempo con i Paesi nordafricani per limitare i flussi. "Hanno smesso di funzionare dopo la guerra in Libia, destabilizzata da Paesi come Francia e Gran Bretagna per non lasciare all'Italia il petrolio libico".

Oggi come allora, cambiano i soggetti ma la regia sembra sempre la stessa, così come il fine: mettere in difficoltà il nostro Paese. "Se salvo gente in mare in teoria devo portarla nel porto più vicino, cioè in Tunisia o a Malta o nel porto verso cui sono diretto. Le Ong non possono sempre sbarcare negli stessi porti che neppure sono i più vicini. Altrimenti c'è un disegno. Non è un caso che le Ong sbarchino sempre da noi. Le nostre difficoltà fanno comodo a certi cari cugini". Serve l'intervento di Francia e Germania, dunque, decisive nell'Ue e nell'Onu: "Se lo vuole un gruppo di Stati importanti, le decisioni vengono prese e le missioni finanziate", assicura Picchio, che poi ipotizza anche interventi militari: "La stabilizzazione della Libia dovrebbe farla l'Italia, che sa parlare e trattare con tutte le tribù. Un intervento militare si può invece fare nei Paesi dell'Africa subsahariana dai quali i profughi provengono".
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » mar lug 04, 2017 7:54 pm

Immigrazione, l'Austria schiera esercito e mezzi corazzati al Brennero
2017/07/04

http://www.ilfoglio.it/esteri/2017/07/0 ... ani-142905

L'Italia aspetta notizie da Strasburgo. Oggi, la Commissione europea dovrebbe deliberare una serie di interventi a sostegno del nostro paese per gestire i flussi migratori. Il presidente Jean-Claude Juncker ha ribadito che l'obiettivo principale è quello di “restare solidali con l'Italia, che in materia migratoria dà prova di un atteggiamento eroico”. “La Commissione ha fatto molto - ha sottolineato -, ma la Commissione non ha potuto fare tutto quello che avrebbe voluto perché i nostri mezzi tecnici e
finanziari sono limitati. Ma proseguiremo nell'azione di solidarietà con l'Italia: viva l'Italia!”.

Insomma, la Commissione è pronta a fare la propria parte. Ma le divisioni tra gli stati membri non accennano a diminuire. Anzi. Questa mattina, ad esempio, il ministro della Difesa austriaco, Hans Peter Doskozil, parlando al quotidiano Krone, è tornato ad annunciare che “se non si ridurrà il flusso di migranti in arrivo sulle coste italiane, l'Austria imporrà molto presto controlli e dispiegherà soldati al confine con l'Italia”. Quattro mezzi corazzati Pandur sono già stati inviati al Brennero nel fine settimana scorso, ha detto Doskozil, mentre 750 soldati sarebbero pronti a partire. L'Agi, dalla frontiera italo-austriaca del Brennero, registra invece che al momento non ci sono mezzi blindati dell'esercito austriaco. Dopo le dichiarazioni di Doskozil, il segretario generale del ministero degli Esteri, Elisabetta Belloni, ha convocato alla Farnesina l'ambasciatore a Roma, Rene Pollitzer. Sulla scelta di Vienna, quasi sicuramente, pesa il fatto che ad ottobre si svolgeranno le elezioni politiche e il leader del partito popolare e attuale ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz, sta provando a togliere voti all'estrema destra (i nazionalisti dell'FPÖ) utilizzando la “linea dura”.

La denuncia di Muscat. Nel frattempo, sempre a Strasburgo, il premier Joseph Muscat, intervenendo per illustrare il bilancio della presidenza maltese del Consiglio Ue, ha attaccato: “Sulle migrazioni, con tutte le buone intenzioni e le dichiarazioni, quando si tratta di una solidarietà effettiva, noi, gli Stati membri dell'Ue, dovremmo vergognarci tutti di quello che abbiamo fatto. Paesi come l'Italia hanno visto centinaia di migliaia di bambini, donne e uomini raggiungere le sue coste: guardiamo a questa Europa che, su questo argomento, è un fallimento”.

Il suo intervento è stato anche l'occasione per una discussione piuttosto accesa tra il presidente del Parlamento Antonio Tajani e quello della Commissione Jean Claude Juncker. Quest'ultimo, infatti, prendendo la parola, ha stigmatizzato il fatto che in Aula fossero presenti solo una trentina di eurodeputati: “Il Parlamento Ue è ridicolo!”. Immediata la reazione di Tajani che lo ha invitato ad usare un linguaggio più consono. Ma Juncker ha insistito: “Se Muscat fosse la signora Merkel o il signor Macron, avremmo avuto un'aula piena”. E alla fine dopo aver reso omaggio al lavoro fatto dalla presidenza maltese, si è rimesso seduto.

I numeri dell'Oim. Intanto secondo l'Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim), il numero totale di migranti e rifugiati arrivati in Europa da gennaio, ha superato quota 100mila. Tra questi 85.183 hanno raggiunto l'Italia e solo 9.290 la Grecia (anche a causa della chiusura della rotta balcanica in seguito agli accordi tra Ue e Turchia). 6.464 sono invece arrivati in Spagna, 273 a Cipro, mentre 2.247 sarebbero morti in mare.


???
E quelli dell'Inps. Secondo il presidente dell'Inps, Tito Boeri, se i flussi in entrata di contribuenti extracomunitari dovessero azzerarsi, in 22 anni, avremmo 73 miliardi in meno di entrate contributive e 35 miliardi in meno di prestazioni sociali destinati a immigrati, “con un saldo netto negativo di 38 miliardi” per le casse dell'istituto.
Che bugiardi a confondere i clandestini, i rifugiati con i migranti regolari che hanno un lavopro e pagano le tasse e i contributi.




Migranti: il piano Ue, centro di coordinamento in Libia. L'Austria blinda il Brennero e Roma convoca l'ambasciatore
Il ministro degli esteri Kurz: 'Pronti a difendere i nostri confini'
04 luglio 2017


http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca ... 00c89.html

Tensione in Europa sui migranti, con i governi di Francia e Spagna contrari all'idea di permettere lo sbarco delle persone soccorse nel Mediterraneo centrale nei loro porti e l'Austria che minaccia di schierare l'esercito al Brennero se "l'afflusso di migranti dall'Italia non diminuirà". Il ministro della Difesa austriaco Hans Peter Doskozil ha annunciato che "molto presto saranno attivati controlli alle frontiere e ci sarà bisogno di un dispiegamento dell'esercito fino a 750 uomini - indispensabile se l'afflusso di migranti dall'Italia non diminuisce".

In quest'ambito, sono già stati portati al Brennero quattro mezzi corazzati Pandur delle Forze armate austriache che potrebbero essere impiegati nelle operazioni di controllo sull'immigrazione. Come scrive l'agenzia austriaca Apa, il dispositivo potrebbe essere attivato nel giro di tre giorni e comprende 750 militari, 450 dei quali saranno messi a disposizione da reparti stanziati nella regione del Tirolo, mentre i restanti verrebbero dal comando militare della Carinzia.

Il ministro degli esteri austriaco Kurz chiarisce: "I preparativi per i controlli alla frontiera con l'Italia non sono solo giusti ma anche necessari. Noi ci prepariamo e difenderemo il nostro confine del Brennero
se ciò sarà necessario". In dichiarazioni riportate dall'agenzia austriaca Apa l'atteggiamento dell'Austria viene definito da Kurz un chiaro messaggio nei confronti di Bruxelles e di Roma sul fatto che nessuno può rivolgere accuse all'Austria: "Abbiamo accolto più persone di quanto non abbiano fatto gli altri stati europei". Secondo Kurz, l'Unione Europea deve chiarire che un soccorso attuato nel Mediterraneo non è un ticket per l'Europa e i profughi vanno respinti, oppure vanno fermati alle frontiere esterne e vanno portati su isole come Lampedusa.

La Farnesina convoca l'ambasciatore austriaco - "A seguito delle dichiarazioni del governo austriaco circa lo schieramento di truppe al Brennero, il Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri e della
Cooperazione Internazionale, Amb. Elisabetta Belloni, ha convocato stamane alla Farnesina l'Ambasciatore austriaco a Roma, René Pollitzer", comunica il ministero degli Esteri in una nota.

Il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, alla seduta plenaria del Parlamento europeo, ha sottolineato che con quanto la Commissione europea delibererà oggi in materia di migrazioni "dimostreremo con i fatti che vogliamo rimanere solidali, soprattutto con l'Italia che dimostra un atteggiamento eroico. La solidarietà è d'obbligo".

La Commissione Ue presenta il piano d'azione per alleviare la pressione dei migranti sull'Italia: impegno per un centro di coordinamento in Libia, richiesta di un codice di condotta per le ong, aree di salvataggio in Tunisia e Libia, più rimpatri dall'Italia, che però deve accelerare sulle procedure. Si impegna a sostenere "l'organizzazione di un Centro di coordinamento per i salvataggi in mare pienamente operativo in Libia": si legge nel piano d'azione per alleviare la pressione migratoria sull'Italia. L'Italia dovrebbe preparare, in consultazione con la Commissione, e sulla base di un dialogo con le organizzazioni non governative, un codice di condotta per le ong che effettuano attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. La Commissione Ue invita Tunisia e Libia a dichiarare le rispettive aree di ricerca e salvataggio (Sar) e a istituire un centro ufficiale di coordinamento e soccorso marittimo. Si legge nel piano d'azione presentato dalla Commissione Ue per alleviare la pressione migratoria sulle coste italiane. I due Paesi non hanno mai istituito le loro Sar, che servono a delimitare l'area di mare per cui sono competenti per le operazioni di 'search and rescue'.

La Commissione Ue, inoltre, sollecita gli Stati membri a contribuire maggiormente al Fondo per l'Africa, per completare il contributo da 2,6miliardi di euro dal budget europeo - riporta ancora il piano d'azione presentato dalla Commissione europea per alleviare la pressione migratoria sulle coste italiane -; accelerare i ricollocamenti dall'Italia; ad andare avanti sulla riforma del regolamento di Dublino; oltre a mobilitare le loro capacità per sostenere i rimpatri dei migranti irregolari dall'Italia.

In arrivo da Bruxelles un nuovo esborso da 35 milioni di euro per la gestione della migrazione in Italia, si legge ancora nel piano d'azione. La Commissione europea si impegna ad un rafforzamento ulteriore della capacità delle autorità libiche con un progetto da 46 milioni di euro preparato in modo congiunto con l'Italia.

E lo stesso Juncker ha avuto uno scontro con il presidente del Parlamento europeo Tajani, a causa delle poche presenze in aula di europarlamentari. "Siete ridicoli", ha attaccato Juncker, subito ripreso da Tajani. "Moderi i termini - l'ha interrotto - è la Commissione sotto il controllo del Parlamento non il contrario".

"Il fatto che c'è solo una trentina di deputati presenti dimostra che il Parlamento europeo non è serio. Se ci fossero stati Angela Merkel o Macron e non un piccolo Paese come Malta non sarebbe stato così. Non parteciperò più a riunioni di questo tipo", ha detto ancora Juncker prima di interrompere bruscamente il suo intervento con un brevissimo ringraziamento al premier maltese Joseph Muscat per il suo lavoro durante la presidenza di turno del Consiglio. Tajani l'ha ripreso per una seconda volta. Poi il dibattito è proseguito con gli interventi degli eurodeputati. Tajani e Juncker si sono poi incontrati per un chiarimento dopo l'acceso scambio in plenaria. Lo rende noto il portavoce di Tajani: "Juncker ha detto di essere dispiaciuto per le parole utilizzate durante il dibattito, per Tajani l'incidente è chiuso". Il presidente dell'Eurocamera ha quindi sottolineato "l'importanza della cooperazione tra le istituzioni europee a favore dei cittadini".

Oim, 101.000 arrivi via mare in Europa, 2.247 morti - Il numero di migranti e rifugiati giunti in Europa via mare dall'inizio dell'anno ha superato la soglia dei 100 mila, come ha riferito l'Organizzazione

internazionale per le migrazioni (Oim). Dall'inizio del 2017 al 3 luglio scorso, un totale di 101.210 migranti e rifugiati ha attraversato il Mediterraneo, quasi l'85% è giunto in Italia (85.183), mentre il resto degli arrivi è suddiviso tra Grecia (9.290), Cipro (273) e Spagna (6.464). L'Oim stima a 2.247 il numero di persone morte in mare nello stesso periodo.

10mila salvati dai Guardacoste della Libia - "La Guardia costiera libica ha salvato 10mila migranti. Se non ci fosse stato il loro intervento il numero dei morti sarebbe stato maggiore. Certo non siamo all'ottimale, ci sono molti difetti, ma è quanto abbiamo al momento. E l'addestramento è l'unico modo in cui si può cercare di raggiungere un miglioramento. Sostenerli è l'unica scelta possibile, ma non è un assegno in bianco, perché" c'è un monitoraggio". Così Eugenio Ambrosi, direttore regionale dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni.




Migranti, Austria: "Soldati e corazzati per difendere la frontiera del Brennero". L'ira di Minniti: "Iniziativa ingiustificata"
di F. Q. | 4 luglio 2017

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07 ... ia/3705039

L’Austria mette in campo l’esercito contro i migranti. “Mi aspetto che molto presto saranno attivati controlli alle frontiere e che sarà richiesto un dispiegamento di militari“, ha annunciato il ministro della Difesa Hans Peter Doskozil. In un’intervista all’edizione online del Kronen Zeitung, il ministro ha chiarito che Vienna rafforzerà “molto presto” i controlli al Brennero se non rallenterà il flusso di migranti nel Mediterraneo. Dopo la chiusura dei porti di Francia e Spagna alle navi delle ong, un nuovo messaggio per il governo italiano che sta affrontando da solo i flussi migratori provenienti dalla Libia. Una mossa dal chiaro sapore elettorale, visto che il Paese che tornerà alle urne il 15 ottobre per le elezioni legislative.

La Farnesina ha convocato l’ambasciatore austriaco a Roma, René Pollitzer e il ministro dell’Interno Marco Minniti si è detto “sorpreso. Come risulta evidente non c’è alcuna emergenza al valico del Brennero e i rapporti di cooperazione con la polizia austriaca funzionano perfettamente”, ha detto il ministro dell’Interno, definendo “una iniziativa ingiustificata e senza precedenti” quella di Vienna. Se la decisione non sarà “immediatamente corretta”, ha fatto sapere ancora il Viminale, essa “comporterà inevitabili ripercussioni nella cooperazione in campo di sicurezza tra due Paesi che hanno fatto dell’amicizia e delle positive relazioni transfrontaliere un elemento fondamentale dei loro rapporti”.

“I preparativi per i controlli alla frontiera con l’Italia non sono solo giusti ma anche necessari. Noi ci prepariamo e difenderemo il nostro confine del Brennero se ciò sarà necessario”, ha detto il ministro degli Esteri Sebastian Kurz. Un chiaro messaggio nei confronti di Bruxelles e di Roma sul fatto che nessuno può rivolgere accuse a Vienna: “Abbiamo accolto più persone di quanto non abbiano fatto gli altri stati europei”, ha specifica il neo-leader dei popolari, che a maggio aveva chiesto il ritorno alle urne dopo la fine dell’esperienza di Große Koalition tra socialdemocratici (SPÖ) e popolari (ÖVP). L’Unione Europea, ha specificato Kurz, deve chiarire che un soccorso attuato nel Mediterraneo non è un ticket per l’Europa: i profughi vanno respinti, oppure vanno fermati alle frontiere esterne e vanno portati su isole come Lampedusa.

L’agenzia austriaca Apa ha fatto sapere che sono già stati portati al Brennero quattro mezzi corrazzati Pandur delle Forze armate austriache che potrebbero essere impiegati nelle operazioni di controllo sull’immigrazione annunciate dal ministro Doskozil. Secondo l’agenzia, il dispositivo potrebbe essere attivato nel giro di tre giorni e comprende 750 militari, 450 dei quali saranno messi a disposizione da reparti stanziati nella regione del Tirolo, mentre i restanti verrebbero dal comando militare della Carinzia. Una mossa dal chiaro sapore elettorale quella del leader dell’ÖVP, tesa ad anticipare e pescare dallo stesso bacino di voti cui attinge il Partito della Libertà, formazione di ultradestra che sfiorò la vittoria alle presidenziali del maggio 2016 con Norbert Hofer.

La situazione sul lato italiano, infatti, appare tranquilla: al valico dei mezzi blindati non c’è traccia. Come dicono gli Alpini, chiamati a rafforzare la sicurezza alla frontiera, negli ultimi tempi si nota una rafforzamento dei controlli a campione che le autorità austriache eseguono sulle auto in transito e specialmente sui tir. E’ anche inattivo il grande capannone allestito nell’inverno da Vienna a ridosso del confine e dove era stato minacciato che sarebbe stato deviato il traffico in casa di necessità. “Non vedo al momento nessuna emergenza – racconta il sindaco di Brennero, Franz Kompatscher – ci sono pochissimi profughi, abbiamo vissuto altri tempi emergenziali, al momento quello che dicono mi sembra esagerato. La situazione è tranquilla e non è possibile passare il confine facilmente: i migranti sanno che ci sono controlli sia sulla parte italiana che su quella austriaca e quindi neppure cercano la strada per il Brennero”. Per il primo cittadino quella dell’Austria è una mossa elettorale: “In Austria sono a pochi mesi dalle elezioni – osserva Kompatscher – ora chiaramente qualcuno mostra i muscoli“.

Già a maggio 2016, la tensione tra Italia e Austria era salita proprio a causa del controllo del passo alpino. A criticare le misure imposte da Roma era stato il governatore del Tirolo Günther Platter, che accusò Roma di non aver mantenuto i patti sull’intensificazione dei controlli ai migranti senza documenti che cercano di raggiungere il nord Europa. “Non accetterò che gli italiani distribuiscano inefficaci tranquillanti su presunte verifiche. Da noi il numero di ingressi illegali aumenta nuovamente”, aveva detto il presidente del land che imputava al governo italiano di avere fatto “melina” per dissuadere l’Austria dall’intento di bloccare il passo di frontiera: “Fino a poco fa questi controlli hanno dato i loro frutti e il numero di chi varcava il confine in modo illegale era diminuito. Ora però sempre più spesso vengono osservati gruppi di profughi che raggiungono Gries am Brenner (primo paese in Austria, ndr) a piedi”.

E martedì mattina è arrivato anche un nuovo giro di vite dalla Svizzera che si prepara a rafforzare il dispositivo lungo le frontiere. Il governo federale ha annunciato che molti agenti dei corpi di polizia sosterranno i colleghi in Ticino, Grigioni, Vallese, al confine con Piemonte e Lombardia. Già nel 2015 le autorità elvetiche avevano messo a punto un piano di migranti con l’impiego di 800 militari dell’esercito alle frontiere, previsto soltanto in caso di emergenza.

Il numero di migranti e rifugiati giunti in Europa via mare dall’inizio dell’anno ha superato la soglia dei 100 mila, ha riferito oggi a Ginevra l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Dall’inizio del 2017 al 3 luglio , un totale di 101.210 migranti e rifugiati ha attraversato il Mediterraneo, quasi l’85% è giunto in Italia(85.183), mentre il resto degli arrivi è suddiviso tra Grecia (9.290), Cipro (273) e Spagna (6.464). L’Oim stima a 2.247 il numero di persone morte in mare nello stesso periodo.




Migranti, Juncker parla al Parlamento Ue semideserto. Austria minaccia blindati al Brennero
di PAOLO GALLORI
04 luglio 2017

http://www.repubblica.it/esteri/2017/07 ... -169915783

Il presidente della Commissione relaziona sugli sbarchi in una seduta plenaria semideserta: "Siete ridicoli". Tajani, presidente dell'assemblea: "Moderi i termini". Minniti: "Al confine austriaco nessuna emergenza, iniziativa ingiustificata" e Roma convoca l'ambasciatore Pollitzer. Malta: "Solidarietà, fallimento Ue". Francia: "Aiutare sì, subire mai". Oim: da inizio anno oltre 100mila arrivi dal Mediterraneo, 85mila su coste italiane. Il Papa: "Immigrazione opportunità di crescita umana"

L'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) aggiorna i numeri sugli arrivi in Europa dal Mediterraneo nel 2017, segnalando lo sfondamento della soglia dei 100mila. Dallo scorso gennaio al 3 luglio, il totale è di 101.210. Quasi l'85% è giunto in Italia (85.183), mentre il resto è suddiviso tra Grecia (9.290), Cipro (273) e Spagna (6.464). Le acque hanno inghiottito 2247 persone, ma i morti sarebbero stati di più se la guardia costiera libica non avesse salvato 10mila migranti, sottolinea Eugenio Ambrosi, direttore regionale dell'Oim. Proprio le motovedette libiche, accusate di aver sparato sui migranti e di aver provocato naufragi. "Ci sono molti difetti - ammette Ambrosi -, ma è quanto abbiamo al momento. L'addestramento è l'unico modo per migliorarlo. Sostenerli è l'unica scelta possibile, ma non è un assegno in bianco, c'è un monitoraggio".

??? Il Papa irresponsabile e demente ???
Papa Francesco all'Ansa: "La presenza di tanti fratelli e sorelle che vivono la tragedia dell'immigrazione è un'opportunità di crescita umana, di incontro e di dialogo tra le culture, in vista della promozione della pace e della fraternità tra i popoli". In troppi, nell'Unione europea, non colgono l'opportunità di crescita. Quanto alla pace e alla fraternità, l'Austria minaccia di schierare l'esercito al Brennero, dove vengono avvistati quattro blindati. E la Farnesina convoca l'ambasciatore di Vienna a Roma, Renè Pollitzer. A parte i "simpatici" scambi con i frontalieri, l'aggravarsi dell'emergenza migranti in Italia, con il conseguente richiamo del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a una concreta dimostrazione di solidarietà da parte degli Stati membri della Ue, scarica anche sulle istituzioni europee una pressione senza precedenti. Come spiega bene un episodio avvenuto questa mattina, durante l'assemblea plenaria all'Europarlamento di Strasburgo.

Il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, chiamato a relazionare sui risultati del semestre di presidenza maltese della Ue e della crisi migratoria, ha polemicamente preso atto che ad ascoltarlo sono stati ben pochi parlamentari. "Saluto i deputati che si sono presi la pena di essere presenti, ma il fatto che siano una trentina (su 751, ndr) dimostra a sufficienza che il Parlamento non è serio". Poi, Juncker è andato giù duro: "Siete ridicoli, il Parlamento europeo è ridicolo". Parole inaccettabili per il presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, che non ha esitato a interrompere Juncker: "Moderi i termini, signor presidente, può criticare il Parlamento, ma le ricordo che non è la Commissione a controllare il Parlamento, ma il contrario". Al che Juncker ha replicato con una ironica e velenosa constatazione: "In questa plenaria solo pochi deputati controllano la Commissione". Quindi, la promessa di non mettere più piede "a riunioni di questo genere".

Il portavoce di Antonio Tajani, Carlo Corazza, fa sapere in una nota che il presidente del Parlamento Ue si è successivamente incontrato con Juncker, che si è scusato per i termini utilizzati. "Per Tajani l'incidente è chiuso" sottolinea il portavoce, ricordando come lo stesso presidente del Parlamento Ue abbia sollevato "il tema della presenza degli europarlamentari in Aula durante determinati dibattiti alcune settimane fa, durante la Conferenza dei Presidenti".

La Commissione Europea discute e presenta oggi a Strasburgo anche le misure in sostegno dell'Italia, che dovrebbero formare la base per la discussione nel prossimo Consiglio Affari Interni informale di Tallin. Da Strasburgo, Juncker ha promesso: "Con quanto la Commissione europea delibererà oggi dimostreremo con i fatti che vogliamo rimanere solidali, soprattutto con l'Italia che dimostra un atteggiamento eroico. La solidarietà è d'obbligo. Non abbiamo diritto di perderci negli egoismi nazionali. La Commissione ha fatto molto ma non tutto quanto avrebbe dovuto fare perché i nostri mezzi tecnici e finanziari sono limitati". Quindi il presidente della Commissione ha concluso il suo intervento alla plenaria del Parlamento europeo con un emblematico: "Viva l'Italia".

Gli ampi vuoti tra i banchi dell'Europarlamento sono la plastica rappresentazione di quella sensazione di disinteresse per i problemi italiani che persiste nell'azione, e soprattutto nella non azione, di molti Stati membri. Francia e Spagna hanno lasciato intendere di essere pronte ad accogliere richiedenti asilo, non ad alleggerire l'Italia del peso dei migranti cosiddetti economici, che poi sono la stragrande maggioranza di quanti sbarcano nei porti italiani provenienti dall'Africa attraverso l' "hub" libico. Il premier francese Edouard Philippe, in particolare, parlando della crisi dei migranti nel suo primo intervento davanti al Parlamento riunito in seduta solenne a Parigi, ha motivato la linea: "Accogliere, sì, aiutare sì, subire no, mai".

La Commissione europea ha appena aperto la procedura d'infrazione contro Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca, tre dei quattro Paesi del gruppo di Visegrad che non hanno ricollocato al loro interno la quota di richiedenti asilo concordata a livello Ue nel 2015. Loro, non hanno fatto.

Sostenuti, nel condiviso atteggiamento di chiusura, da un'Austria che invece fa. Dopo il minacciato dispiego dell'esercito al confine da parte del ministro della Difesa, Hans Peter Doskozil, hanno anche annunciato l'arrivo di mezzi corazzati Pandur delle Forze armate austriache. Come scrive l'agenzia austriaca Apa, il dispositivo potrebbe essere attivato nel giro di tre giorni e comprende anche 750 militari, 450 dei quali da reparti stanziati nella regione del Tirolo, i restanti dal comando militare della Carinzia. Con il plauso del governatore della regione tirolese Günther Platter: "Occorre dare segnali inequivocabili nei confronti dell'Italia e dei profughi, che al Brennero non è possibile transitare. Se la situazione lo richiedesse, sono dell'avviso che non si debba tenere conto delle norme dell'Unione Europea". "Iniziativa ingiustificata e senza precedenti" la definisce il ministro dell'Interno, Marco Minniti , "come risulta evidente non c'è alcuna emergenza al valico del Brennero e i rapporti di cooperazione con la polizia austriaca funzionano perfettamente". E Roma convoca ambasciatore austriaco.

La solidarietà è un fallimento, denuncia laconicamente il primo ministro maltese Joseph Muscat, intervenendo nella plenaria dell'Europarlamento proprio per illustrare i risultati della presidenza maltese del Consiglio Ue, conclusasi il 30 giugno. "Sulle migrazioni, con tutte le buone intenzioni e le dichiarazioni, quando si tratta di una solidarietà effettiva, noi, gli Stati membri dell'Ue, dovremmo vergognarci tutti di quello che abbiamo fatto. Paesi come l'Italia hanno visto centinaia di migliaia di bambini, donne e uomini raggiungere le sue coste: guardiamo a questa Europa che, su questo argomento, è un fallimento".

Il Parlamento Ue, dove è in corso il lavoro dei gruppi parlamentari sulla proposta di riforma del Trattato di Dublino da negoziare con la Commissione e il Consiglio Ue, si aspettava un'accelerazione sulla via della responsabilizzazione collettiva con l'esordio del semestre di presidenza estone, dopo le delusioni della molle reggenza maltese. La doccia fredda è stata pressocché immediata, quando il ministro dell'Interno estone, Andres Anvelt, ha messo in chiaro che giovedì prossimo a Tallin, nell'attesissimo vertice con i suoi omologhi dell'Unione, si ascolteranno le argomentazioni italiane, ma non sarà adottata alcuna decisione per venirle incontro. Anche se la Commissione Europea incalza con le misure in sostegno dell'Italia, che dovrebbero formare la base per la discussione nel prossimo Consiglio Affari Interni informale di Tallin.

In un'intervista a Le Figaro, il commissario europeo per le migrazioni, Dimitri Avramopoulos, ha posto l'accento sulla necessità di un maggior impegno "collettivo" dei Paesi Ue sui rimpatrii dei migranti economici, aspetto di per sè indispensabile in una politica migratoria globale, ma che di fronte a una situazione "insostenibile" devono necessariamente aumentare. Dall'inizio dell'anno, ha spiegato il commissario Ue, l'agenzia Frontex ha organizzato 168 voli congiunti e favorito il rimpatrio di oltre 7.886 persone. I rimpatrii costano e presuppongono "condizioni umane" per chi viene rispedito a casa. Avramopoulos ha quindi ricordato come l'Italia abbia sbloccato un contributo da quattro milioni di euro per il Fondo per l'Africa, la Germania 50 milioni mentre la Francia appena tre: "Cifra è troppo bassa" per Avramopoulos, che ha invitato Parigi a "impegnarsi di più". "La principale sfida", ha sottolineato il commissario Ue, è "ottenere la cooperazione dei Paesi di origine perché accolgano i migranti" di ritorno. Ma in quei Paesi, ha deplorato Avramopoulos, "manca la volontà politica".


Blindati al confine del Brennero: la Farnesina convoca l'ambasciatore austriaco. Minniti avverte: "Ci saranno ripercussioni diplomatiche". Il ministro degli esteri Kurz: "Sui migranti abbiamo fatto più del dovuto"
2017/07/04

http://www.huffingtonpost.it/2017/07/04 ... a_23015311

L'Austria potrebbe attivare nelle prossime settimane controlli rafforzati al confine del Brennero con l'ausilio di 750 soldati, "se non rallenta il flusso di migranti dall'Italia". L'annuncio è stato dato dal ministro della Difesa austriaco, Hans Peter Doskozil. Ed è arrivata la conferma da parte del giovane ministro degli Esteri e leader del Partito Popolare Sebastian Kurz, che spedisce al mittente le accuse alla politica sui migranti dell'Austria: "Abbiamo accolto più persone di quanto non abbiano fatto gli altri stati europei". Secondo Kurz, "l'Unione Europea deve chiarire che un soccorso attuato nel Mediterraneo non è un ticket per l'Europa. I profughi vanno respinti, oppure vanno fermati alle frontiere esterne e vanno portati su isole come Lampedusa."

Sul fronte italiano, arriva la reazione della Farnesina, che ha deciso di convocare l'ambasciatore austriaco a Roma. Questa la nota pubblicata dal ministero: "A seguito delle dichiarazioni del governo austriaco circa lo schieramento di truppe al Brennero, il segretario generale del ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, amb. Elisabetta Belloni, ha convocato stamane alla Farnesina l'ambasciatore austriaco a Roma, dr. Renè Pollitzer". Arriva una dura presa di posizione anche dal ministro dell'Interno Minniti: "Sono francamente sorpreso per le dichiarazioni del Ministro della Difesa austriaco Doskozil. Come risulta evidente non c'è alcuna emergenza al valico del Brennero e i rapporti di cooperazione con la polizia austriaca funzionano perfettamente".

Inoltre, Minniti avverte che questa iniziativa da parte di Vienna potrebbe compromettere i rapporti tra Italia e Austria: "Si tratta, quindi, di una iniziativa ingiustificata e senza precedenti che se non immediatamente corretta comporterà inevitabili ripercussioni nella cooperazione in campo di sicurezza tra due Paesi che hanno fatto dell'amicizia e delle positive relazioni transfrontaliere un elemento fondamentale dei loro rapporti".

Secondo le indiscrezioni, il contingente militare austriaco sarà composto da 450 militari di stanza in Tirolo e 300 della Carinzia. Il quotidiano austriaco Kronen Zeitung, riporta che il governo domenica scorsa avrebbe già disposto il trasferimento dei primi armamenti pesanti in Tirolo, tra cui 4 blindati, per la chiusura della frontiera. Favorevole all'avvio dei controlli anche il governatore del Tirolo, Guenther Platter, del Partito popolare (Ovp).

Il 15 ottobre l'Austria dovrà affrontare le elezioni anticipate per eleggere nuovamente il parlamento, dopo che la grande coalizione tra socialdemocratici e popolari è naufragata. Secondo molti osservatori, il rafforzamento dei controlli al confine col Brennero rientra nella strategia elettorale del nuovo leader del centro destra Kurz di adottare una linea dura contro i migranti nella speranza di togliere voti all'estrema destra del partito della Libertà (Fpoe).

La scelta di Vienna non è piaciuta a tutti. Il sindaco di Brennero Franz Kompatscher sostiene che la decisione dei ministero non è giustificata dalle circostanze: "Non vedo, al momento nessuna emergenza. Ci sono pochissimi profughi, abbiamo vissuto altri tempi emergenziali, al momento quello che dicono mi sembra esagerato".

E aggiunge: "La situazione è tranquilla e non è possibile passare il confine facilmente: i migranti sanno che ci sono controlli sia sulla parte italiana che su quella austriaca e quindi neppure cercano la strada per il Brennero". Per il primo cittadino quella dell'Austria è una mossa elettorale: "In Austria sono a pochi mesi dalle elezioni. Ora chiaramente qualcuno mostra i muscoli".
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » mar lug 04, 2017 8:20 pm

Migranti, la Svizzera rinforza le frontiere

http://www.ossolanews.it/ossola-news/mi ... A.facebook

Nei primi cinque mesi del 2017 i clandestini scoperti dalle guardie di confine in Ticino sono stati 6.726. Lo dicono le statistiche dell’Amministrazione federale delle dogane. Secondo gli accordi internazionali, tutti sono stati riconsegnati all'Italia. Intanto con l'aumento degli sbarchi sulle coste europee (85 mila in Italia, 5 mila in Spagna e 7500 in Grecia) la Svizzera si prepara a rafforzare il dispositivo di polizia lungo le frontiere.

Molti agenti dei corpi svizzeri di polizia sosterranno i colleghi in Ticino, Grigioni, Vallese e in altri cantoni di frontiera nella Svizzera orientale. Nel 2016 le autorità elvetiche avevano messo a punto un piano di emergenza migranti con l’impiego dell’esercito alle frontiere. L’intervento dei militari è previsto soltanto in caso di emergenza.

Per allentare la pressione migratoria nei paesi del sud Europa, la Svizzera non esclude di finanziare progetti specifici nel quadro del contributo elvetico all’allargamento dell’Ue.
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » mar lug 04, 2017 8:55 pm

Bergoglio portateli in Vaticano, sei un parassita irresponsabile demente!


Papa Francesco all'ANSA: 'L'Europa aiuti i migranti'
2017/07/04

http://www.ansa.it/sito/notizie/politic ... 4f3b2.html


'Sono vicino con l'affetto e l'incoraggiamento a quanti, istituzioni, realtà associative e singoli si aprono saggiamente al complesso fenomeno migratorio con adeguati interventi di sostegno, testimoniando quei valori umani e cristiani che stanno alla base della civiltà europea'. Lo afferma papa Francesco in un messaggio inviato all'ANSA nei giorni scorsi sul portale Infomigrants.net, il flusso di notizie per i migranti realizzato dall'agenzia con i partner europei France Media Monde e Deutsche Welle.

'Desidero esprimere il mio sincero apprezzamento - dice il Papa - per l'importante iniziativa e auspico che da una parte favorisca l'integrazione di queste persone con un doveroso rispetto delle leggi dei Paesi che accolgono, dall'altra susciti nella società un rinnovato impegno per una autentica cultura dell'accoglienza e della solidarietà. 'La presenza di tanti fratelli e sorelle che vivono la tragedia dell'immigrazione è un'opportunità di crescita umana, di incontro e di dialogo tra le culture, in ista della promozione della pace e della fraternità tra i popoli'.

'Assicuro la mia preghiera, invocando la protezione di Dio, padre di tutti - afferma ancora il Papa - affinché si faccia compagno di strada di quanti sono costretti a lasciare la propria terra a causa di conflitti armati, di attacchi terroristici, di carestie, di regimi oppressivi. Possano questi migranti - conclude il Pontefice - incontrare dei fratelli e delle sorelle sotto ogni cielo, che condividano con essi il pane e la speranza nel comune cammino'.
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » mar lug 04, 2017 9:28 pm

Andate a ramengo stronzi?

"Eravamo una risorsa, ora siamo un problema", Ong contro l'accordo tra Roma, Berlino e Parigi sui migranti
La rivolta del mondo del volontariato, delle Ong che agiscono nel Mediterraneo
03/07/2017
Umberto De Giovannangeli

http://www.huffingtonpost.it/2017/07/03 ... a_23013746

Rabbia, indignazione, ma non stupore, perché, dice all'Huffington Post uno degli operatori sulla "rotta della morte", "avevamo ben chiaro che più che una risorsa eravamo ormai visti come il problema". È la rivolta del mondo del volontariato, delle Ong che agiscono nel Mediterraneo. È la rivolta contro la "securizzazione" dell'emergenza migranti della quale l'Italia, con l'attivissimo e grintoso ministro dell'Interno, Marco Minniti, è capofila.

Tante le considerazioni che abbiamo raccolto, il cui filo conduttore è il seguente: ora è tutto chiaro. Il problema sono coloro che portano soccorso, non coloro che saccheggiano, distruggono, bombardano e che spesso sono in combutta con i trafficanti di esseri umani. Il coro delle critiche è trasversale: "Parigi, Roma e Berlino hanno lavorato a un patto per regolamentare l'attività delle Ong nel Mediterraneo. Il Forum del Terzo Settore esprime viva preoccupazione per le notizie rilanciate dai mezzi di comunicazione in questi ultimi giorni in merito alla ventilata intenzione da parte delle autorità italiane ed europee di procedere con misure per limitare gli interventi di salvataggio dei migranti che attraversano il Mar Mediterraneo verso l'Europa, fino a prevedere la chiusura dei porti alle navi di soccorso".

E ancora: "Il Forum raccoglie l'esperienza di una molteplicità di organizzazioni italiane impegnate per affrontare il fenomeno delle migrazioni con gli strumenti della solidarietà, in Italia e nel mondo. La chiusura dei porti sarebbe una misura inaccettabile, che contraddice i più elementari obblighi di assistenza e solidarietà; misure punitive verso le organizzazioni non governative potrebbero portare alla ingiustificata restrizione della loro capacità di prestare soccorso, in presenza di un'iniziativa europea ancora lacunosa". Per concludere: "Ci uniamo a quanti in questi mesi hanno richiamato l'Europa nella sua interezza alle proprie responsabilità in termini di assistenza. In particolare, crediamo che Paesi come l'Italia, che si trovano ad affrontare il carico maggiore del soccorso in mare, non possano essere lasciati soli nella gestione delle fasi di ospitalità di medio e lungo periodo. I governi europei devono assumere scelte coerenti, adottando decisioni credibili per la realizzazione in tempi rapidi di un piano di ricollocazione di rifugiati e migranti dei Paesi dell'Unione. Richiamiamo quindi l'attenzione del Presidente del Consiglio Gentiloni e del Ministro Minniti, in vista dell'incontro informale di Tallin di questa settima, a fornire rassicurazioni sul fatto che l'Italia non intenda abdicare alle proprie responsabilità in termini di assistenza e solidarietà e richiediamo, in questo senso, un incontro urgente". In totale sintonia è la presa di posizione dell'Aoi, la maggiore rappresentanza di Ong e organizzazioni sociali di solidarietà e cooperazione internazionale:

"Aoi esprime forte preoccupazione per quanto nei media emerge degli esiti del prevertice di Parigi, che anticipa di pochi giorni il summit di Tallin, sul tema dei flussi migratori. Italia, Germania e Ue hanno deciso: di dare 'fiducia' e autonomia nel controllo dei flussi dei migranti e profughi al governo libico, che non ha rispetto alcuno dei diritti umani, con la conseguente piena e libera operatività alla sua guardia costiera, quella stessa che spara alle navi che salvano vite umane, anche a quelle della guardia costiera italiana; di colpire le ONG, limitandone fortemente l'operato umanitario e stabilendo livelli di controllo addirittura delle loro fonti di finanziamento. In questi mesi ONG e associazioni impegnate nell'asilo e accoglienza dei profughi e migranti hanno inviato appelli, posizionamenti e proposte al Governo italiano chiedendo incontri per un confronto e hanno sensibilizzato le reti sociali della solidarietà europea perché chiedessero un impegno dei loro Paesi a fianco dell'Italia nell'affrontare la crisi umanitaria. Ma non questo tipo di impegno, teso a erigere nuovi 'muri'". Il dissenso è totale: "

Le Ong attive sulle navi della solidarietà – ricorda l'Aoi- sono state oggetto di attacchi mediatici e commissioni d'inchiesta da cui è emersa chiaramente la loro missione e la loro azione trasparente e coerentemente solidale.

Oggi di nuovo Italia, Francia, Germania e Ue insieme hanno deciso di 'sposare' la linea di Frontex e di individuare nel soccorso umanitario in mare delle organizzazioni sociali il problema, il mitico 'pull factor' del fenomeno migratorio.

L'Aoi chiede che il Governo italiano incontri le rappresentanze Ong, il Tavolo Asilo e le associazioni tutte che stanno sulle navi della solidarietà nel nostro Mediterraneo per spiegare prima del vertice di Tallin quali sono le posizioni certe dell'Italia e quali le motivazioni: perché venga data una risposta certa alle tante richieste di incontrarsi e confrontarsi. L'Italia non si può permettere una divisione netta tra la politica e la società civile solidale e responsabile". Le organizzazioni attive nel Mediterraneo sono 9, presenti con 12 imbarcazioni. Di queste, secondo Medici Senza Frontiere, battono bandiera italiana solo 2: la Prudence (di MSF) e la Vos Hestia, di Save the Children. Chiudere i porti alle ONG straniere, significherebbe quindi non solo chiudere i porti alla maggior parte delle centinaia di volontari che, da tutta Europa, partono per cercare di salvare chi, nel Mediterraneo, rischia di morire ogni giorno, mentre i loro governi stanno a guardare. L'ultimo rapporto della Guardia costiera, relativo al mese di aprile, conferma che circa il 40% dei soccorsi in mare viene effettuato proprio dalle navi ONG: su 12.590 migranti salvati, 5.015 sono stati tratti in salvo dalle Organizzazioni non governative e ben 3.523 da navi commerciali (pescherecci, mercantili), che sommati fanno circa il 68% dei soccorsi effettuati nel Mediterraneo. Nel 2016, stando al rapporto della Guardia Costiera Italiana, le ONG hanno recuperato complessivamente 46.796 migranti, più del doppio di quanti ne avevano soccorsi l'anno precedente (20.063). E nei primi 4 mesi del 2017 hanno salvato 12.646 persone, il 35% del totale. Il resto degli interventi sono stati fatti da mercantili (16%), Guardia Costiera italiana (29%), Marina organizzazioni che fanno ricerca e soccorso in mare, ma Militare (4%), Frontex (7%) e Eunavformed (9%). Eppure, le ONG restano "il problema".

Rimarca in proposito Francesco Petrelli, portavoce di Concord Italia: "L'attacco politico degli ultimi mesi è stato evidente, ricordiamo tutti chi ha usato per primo l'espressione 'taxi del mare2. A questo si aggiunge una grande imprecisione e mancanza di informazioni, tanto che, davanti alla commissione parlamentare, chi ha detto le cose più positive e veritiere sono gli ammiragli della marina italiana, che conoscono bene come operano le Ong in mare". Le convenzioni internazionali, ricorda ancora Petrelli, "impongono di salvare le persone in mare e di portarle nel porto vicino più sicuro.

Le Ong salvano tra il 30% e il 40% dei migranti e questo è un indicatore che può essere letto anche al contrario e indica la risposta mancata dell'Europa. Sembra quasi che si voglia impedire alle organizzazioni di fare la cosa più giusta e naturale, il terreno più neutro: salvare chi rischia la morte, così da usare i morti come deterrente. Si ignora però che chi scappa dalla guerra e dalla miseria non si ferma nemmeno coi carri armati, non ha nulla da perdere. Siamo davanti a un problema epocale, strutturale storico, possiamo farlo diventare un'opportunità, altrimenti sarà una catastrofe". Una catastrofe annunciata. "Se le notizie emerse ieri sera nei media rispetto agli esiti del prevertice di Parigi saranno confermate dai documenti adottati dal vertice di Tallin – dice ad Hp Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia - l'Unione Europea compirà un enorme passo indietro sul fronte della protezione dei diritti umani nel proprio territorio e a livello internazionale. E' giusto che l'Italia chieda, e ottenga, un maggiore impegno degli altri Stati Membri nel gestire le sfide collegate all'aumento dei flussi migratori, che vedono il nostro paese in prima linea: è questa la strada da percorrere. Altre soluzioni, come la delega del controllo delle frontiere europee alla Libia, un paese che non è stabile e che non può in alcun modo essere "la porta sud dell'Europa", o la limitazione dell'operato delle Ong che rispondono oggi all'imperativo umanitario di salvare vite umane, non solo sono inefficaci per gestire il fenomeno, ma aumenteranno il numero di persone che soffrono e muoiono davanti alle nostre coste, in terra e in mare".
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » mer lug 05, 2017 6:31 am

I falsi buoni i salvatori schifosi!

Documenti non in regola, bloccata a Palermo la nave di Medici senza Frontiere
SALVATORE CERNUZIO
La rabbia delle Ong: “Vogliono fermarci, ma non fermeranno l’afflusso di migranti. Ci saranno solo più naufragi e morti”
04/07/2017

http://www.lastampa.it/2017/07/04/itali ... agina.html

La stretta sulle navi delle Ong che operano nel Mediterraneo è già partita. Questa mattina una nave di Medici senza Frontiere, la Vos Prudence, è rimasta bloccata al porto di Palermo per questioni burocratiche. Poco prima che la nave salpasse, gli uomini della Capitaneria di Porto sono saliti a bordo per alcuni controlli rilevando che i documenti del direttore di macchina, che doveva sostituire un collega sbarcato a terra per motivi familiari, non erano in regola.

Il blocco ha suscitato la risposta aspra dell’avvocato Fulvio Vassallo Paleologo, avvocato e docente di diritto d’asilo: «Infami - ha dichiarato il legale - Hanno bloccato a Palermo la nave di Medici senza Frontiere. Cominciano ad attuare il piano Minniti. Adesso ci vorranno avvocati pronti a ogni sbarco e denunce per abuso d’ufficio quando necessario, da subito».

Il riferimento è all’annunciata stretta del ministro dell’Interno che ha chiesto all’Europa interventi per regolamentare l’attività delle Organizzazioni non governative nel Canale di Sicilia. Proprio oggi Medici senza Frontiere, attraverso il suo presidente in Italia Loris De Filippi, aveva criticato il vertice di Parigi in cui l’Italia aveva proposto le nuove regole : «Sono indignato che tre grandi Paesi europei siano interessati soltanto a limitare il flusso delle persone in fuga dall’inferno - aveva detto - Se si vuole limitare l’attività delle Ong bisognerà fare presto i conti con i danni. Potranno fermare le nostre navi, ma così non si fermerà l’afflusso di migranti: ci saranno solo più naufragi e morti».



I falsi buoni che fanno del male
viewtopic.php?f=141&t=2574
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » mer lug 05, 2017 1:10 pm

L'Austria è un paese serio che protegge i suoi cittadini, l'Italia ha uno stato burla che maltratta e penalizza i suoi cittadini, pieno di parassiti, di ladri e di farabutti che si nascondono dietro la solidarietà irresponsabile e demenziale a spese degli altri.


Profughi, l'Austria minaccia: esercito al Brennero "Solidarietà Ue": Francia e Spagna chiudono i porti
2017/07/04

http://www.ladige.it/news/cronaca/2017/ ... cia-spagna


Francia e Spagna si dicono sono contrari all'idea di permettere lo sbarco dei migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale nei loro porti. L'Austria intanto minaccia di schierare l'esercito al Brennero se «l'afflusso di migranti dall'Italia non diminuirà». L'Austria è pronta a schierare fino a 750 militari al Brennero «molto presto» se il flusso di migranti dall'Italia non diminuirà. Lo ha annunciato il ministro della Difesa austriaco Hans Peter Doskozil al quotidiano Kronen Zeitung. «Credo che molto presto saranno attivati controlli alle frontiere e ci sarà bisogno di un dispiegamento dell'esercito». La misura - dice - sarà «indispensabile se l'afflusso di migranti dall'Italia non diminuisce».

Molto dura la reazione del governo italiano che parla di misure ingiustificate.

Al Brennero sono già stati portati quattro mezzi corazzati Pandur delle Forze armate austriache che potrebbero essere impiegati nelle operazioni di controllo sull'immigrazione annunciate dal ministro della difesa Hans Peter Doskozil. Come scrive l'agenzia austriaca Apa, il dispositivo potrebbe essere attivato nel giro di tre giorni e comprende 750 militari, 450 dei quali saranno messi a disposizione da reparti stanziati nella regione del Tirolo, mentre i restanti verrebbero dal comando militare della Carinzia.

Il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker sarà alla seduta plenaria del Parlamento europeo per un dibattito politico sulle azioni per alleviare la pressione dei flussi migratori sull'Italia. Poco più tardi il collegio dei commissari discuterà e adotterà un piano di misure Ue di sostegno all'Italia.

A seguito delle dichiarazioni del governo austriaco circa lo schieramento di truppe al Brennero, il segretario generale del mnistero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Elisabetta Belloni, ha convocato stamane alla Farnesina l'Ambasciatore austriaco a Roma, René Pollitzer.

«L’Europa si stava risollevando. Possibile che Francia, Spagna, Austria non si rendano conto dei danni irreparabili dei loro gesti di oggi?», scrive su Twitter l’ex presidente del Consiglio Enrico Letta.

«La nostra priorità è lavorare a monte per ridurre il flusso di migranti verso l'Italia ed evitare tragedie nel Mediterraneo». Lo dice il commissario europeo Dimitris Avramopoulos in un'intervista al quotidiano francese Le Figaro. «Oggi l'Italia - dice Avramopoulos - si trova in una situazione delicata e noi la aiuteremo. È quello che già facciamo politicamente, finanziariamente, materialmente. Abbiamo ottenuto risultati, ma dobbiamo raddoppiare gli sforzi per ridurre significativamente il flusso».

Sui migranti «la Francia si è mostrata molto responsabile fin dall'inizio, ed è anche sotto pressione, in particolare a Calais. Ma può impegnarsi di più». Così il commissario Ue rispondendo alla domanda se la Francia deve aprire i propri porti. «La situazione è insostenibile - ha detto - urgono risposte». Per i contributi al fondo per l'Africa, ha poi aggiunto, Roma ha sbloccato 4 milioni di euro, la Germania 50 milioni e la Francia solo 3. «È una cifra troppo bassa».

«Le autorità austriache stanno fornendo il peggior esempio di responsabilità, solidarietà e di spirito anti-europeo», commenta il capogruppo S&d al Parlamento Ue sulla decisione di Vienna di schierare l’esercito alla frontiera con l’Italia.

«È vergognoso e disonorevole», continua Pittella in una nota, «che uno stato membro invii» le sue truppe «a proteggere i confini con l’Italia come se fosse in guerra, questo è il tipo di atteggiamento che provoca vergogna nei cittadini Ue e che rischia di far crollare la Ue».
«Invitiamo - conclude Pittella - le autorità austriache e specialmente il primo ministro Christian Kern a non cedere al populismo e a rivedere immediatamente questa disgraziata decisione».

La Commissione Ue é al lavoro per preparare alcune «misure concrete» sul dossier migranti, dopo l'incontro dei ministri dell'Interno di Francia, Germania, e Italia e del commissario Ue Dimitris Avramopoulos a Parigi di domenica, ed in vista dell'incontro informale dei ministri dell'Interno Ue di giovedì a Tallin. Lo annuncia un portavoce della Commissione europea.

Il nodo più difficile da sciogliere all'incontro informale dei ministri dell'Interno Ue a Tallin - secondo quanto si apprende da varie fonti a Bruxelles - sarà l'ipotesi di far sbarcare i migranti soccorsi in porti di altri Paesi Ue. Difficoltà si registrano anche sulla questione delle risorse per il Fondo fiduciario d'emergenza dell'Unione europea per la stabilità e la lotta contro le cause profonde della migrazione, al quale per il momento, gli Stati membri hanno versato solo 89 milioni di euro.

Per affrontare le crisi migratorie «bisogna condurre in maniera coordinata in Europa un'azione efficace e umana che ci permetta di accogliere i rifugiati politici che corrono un rischio reale perché fa parte dei nostri valori, senza confonderli con i migranti economici e senza abbandonare l'indispensabile mantenimento delle nostre frontiere». Lo ha detto il presidente Emmanuel Macron durante il discorso pronunciato davanti al Congresso.

L'Onu non prevede un calo del flusso misto di migranti e rifugiati che giungono in Europa via mare: «Le indicazioni di cui disponiamo non denotano un rallentamento degli arrivi in Libia, il che significa che un più ampio numero di persone potrebbe continuare a provare di lasciare il paese tramite la rotta del Mediterraneo centrale». Parole lo ha detto l'inviato speciale dell'Unhcr per il Mediterraneo centrale, Vincent Cochetel, ricordando che dall'inizio dell'anno 84.830 migranti e rifugiati sono giunti in Italia via mare con un aumento del 19% rispetto all'anno scorso.

L'accordo anticipa di pochi giorni il summit di Tallin, l'Italia incassa la «piena intesa», di Francia e Germania sulla questione migranti. Primo esito tangibile dell'incontro voluto dal ministro dell'Interno Marco Minniti con i colleghi tedesco e francese, Thomas de Maziére e Gerard Colomb, e con il commissario europeo per gli Affari interni Dimitri Avramopoulos, un documento su più punti che si sta mettendo a punto e che l'Italia presenterà giovedì in Estonia all'incontro dei ministri degli Interni di tutti e 28 i paesi Ue.

«L'iniziativa italiana ha prodotto dei primi risultati - ha detto Gentiloni - e mi auguro che generino effetti concreti. L'Italia intera - ha aggiunto - è mobilitata per far fronte ai flussi e chiede una condivisione Ue che è necessaria se si vuole tener fede alla propria storia e ai propri principi. E' necessaria per l'Italia per evitare che i flussi diventino insostenibili alimentando reazioni ostili nel nostro tessuto sociale».

Al vertice di Parigi è stata espressa una forte solidarietà all'Italia che fa fronte ad un numero crescente di arrivi. Francia e Germania hanno assicurato inoltre «il loro impegno per accrescere i loro sforzi in tema di relocation».

Il testo, che ha l'appoggio di Parigi e Berlino, vede tra i punti qualificanti la regolamentazione delle azioni e dei finanziamenti delle Ong e più fondi per consentire alla Libia il controllo delle coste. Sul primo capitolo si innesta la necessità di dare un ruolo più forte di coordinamento alla Guardia costiera. E altro tema centrale è quello relativo alla ricollocazione dei migranti. Non sarà facile imporre una linea in un'Europa con paesi refrattari, finora, a una collaborazione fattiva, che chiedono - Francia compresa - di distinguere bene tra migranti economici e rifugiati, visto che solo questi ultimi hanno realmente diritto a una protezione. Ma con l'incontro a Parigi è stato fatto un passo avanti e messo qualche punto fermo.

Un codice di condotta per le Ong, sostegno anche economico alla Guardia costiera libica per monitoraggio coste, aiuti all'Oim e all'Unhcr affinché i centri in Libia rispondano agli standard internazionali per condizioni di vita e di diritti umani. Rafforzata anche la strategia europea sui rimpatri, incrementare i tassi di riammissione, attuare pienamente lo schema della relocation concordato a livello UE per rafforzare la riallocazione delle persone che necessitano di protezione.

Per consentire rapidi progressi a sostegno dell'Italia, Francia, Germania e Italia ed il Commissario europeo per la Migrazione e gli Affari Interni «chiedono ai loro Partner europei di considerare» i punti d'azione contenuti nell'accordo siglato ieri a Parigi «al prossimo Consiglio dell'Unione Europea Informale di Tallin».
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Re: Accoglienza imposta è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » gio lug 06, 2017 12:30 pm

???

Migranti, parte male per l'Italia il vertice di Tallinn. Dalla Germania alla Spagna tutti contro l'apertura di altri porti Ue
di F. Q. | 6 luglio 2017

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07 ... ue/3711013

Il vertice dei ministri degli Interni europei a Tallinn è solo all’inizio. Ma una cosa è già chiarissima: nulla è cambiato rispetto ai giorni scorsi. I cosiddetti “partner” dell’Italia non intendono in alcun modo farsi carico dei migranti che arrivano sulle coste della Penisola. Al massimo sono disposti a stanziare un po’ di soldi per convincere Libia e Tunisia a creare zone di ricerca e soccorso in mare nelle loro acque. “Non sosteniamo la cosiddetta regionalizzazione delle operazioni di salvataggio“, ha chiuso il ministro dell’Interno tedesco Thomas de Maiziere arrivando alla riunione. Di lì in poi è stato un coro: da Madrid ad Amsterdam tutti d’accordo. “Non sarebbe la soluzione”, è la versione ufficiale. Come dire: serve ben altro. Che cosa, si vedrà. L’altro obiettivo di Roma è arrivare all’approvazione di un codice di condotta delle organizzazioni non governative che regoli vari aspetti operativi della loro attività di salvataggio. Nei primi sei mesi del 2017, il 35% dei migranti sbarcati in Italia è stato soccorso dalle loro navi.

Spagna: “Nostri porti già sotto pressione” – Lo spagnolo Juan Ignacio Zoido ha sostenuto che “i porti della Spagna sono sottoposti a una pressione importante nel Mediterraneo occidentale, aumentata del 140%, che impone anche a noi un grosso sforzo per i salvataggi in mare”. Tradotto: di più non possiamo fare. Anche se “l’Italia ha chiesto aiuto, e noi vogliamo dargliene”, ovviamente. “Assoluta solidarietà” di facciata pure dal ministro per l’Asilo e la politica migratoria del Belgio Theo Francken, secondo cui però “la soluzione non è accogliere tutti i migranti in Europa. Non credo in questo senso che il Belgio aprirà i suoi porti” ai migranti salvati nel Mediterraneo. “E’ difficile pensare che se c’è una nave con a bordo dei migranti che soffrono gli si dica di andare mille miglia più avanti”, ha chiosato dal canto suo il ministro degli Esteri del Lussemburgo Jean Asselborn. Aprire più porti” europei ai migranti soccorsi “non risolverà il problema. Bisogna pensare al ruolo che i porti africani potrebbero avere”, porti come quelli “di Tunisia ed Egitto ad esempio”, è la versione del ministro per la Sicurezza e Giustizia olandese Stef Blok.

Estonia: “Solidarietà deve venire da dentro, non si può forzare nessuno” – “La Francia è profondamente preoccupata per la situazione nel Mediterraneo centrale”, ha detto invece il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian dopo il suo incontro alla Farnesina con Angelino Alfano prima della conferenza dei paesi di transito. “Il vertice dei ministri degli Interni che si svolge oggi a Tallinn dovrebbe consentire di mettere le basi per una risposta europea al fenomeno” migratorio, ha aggiunto il ministro francese sottolineando che “è priorità europea e non solo della Francia o dell’Italia collaborare su un paese chiave come la Libia che deve uscire dalla crisi”. Il ministro degli Esteri estone, Sven Mikser, ha commentato che “la solidarietà deve venire da dentro” e “non è possibile forzare nessuno”. Il ruolo “della nostra Presidenza è quello di facilitare il dialogo tra le diverse posizioni europee”.

Minniti vuole ridiscutere le regole di Triton. Bonino: “Nessun segreto sugli sbarchi” – Il Viminale nei giorni scorsi aveva chiesto un incontro urgente ai vertici dell’operazione di controllo delle frontiere Triton dell’agenzia europea Frontex per rivedere il piano operativo della missione nel Mediterraneo, che ora vede l’Italia nelle vesti di Paese ospitante e gli altri come partecipanti. Vale a dire che “il coordinamento di tutti gli sbarchi è deciso dal centro di Roma e che devono avvenire in Italia”, come ricordato dall’ex ministro degli esteri Emma Bonino, che dopo le polemiche delle scorse ore ha chiarito a Radio Radicale: “Non è un segreto di Stato” e “non c’è alcun accordo indicibile”, semplicemente “quando ci si occupa di un tema è bene non farlo in modo approssimativo“. “Riccardo Magi di Radicali Italiani e la Comunità di Sant’Egidio hanno fatto un’altra proposta – ha proseguito Bonino – e cioè l’applicazione della direttiva 55 del 2001, usata anche ai tempi del grande esodo dalla Tunisia, che prevede i permessi umanitari temporanei di 6 mesi, rinnovabili ad un anno e che danno a queste persone la possibilità che un paese dia dei permessi umanitari temporanei che quindi l’accolgano sul territorio italiano e che sono validi in tutti Europa”. Secondo il commissario Ue per le migrazioni Dimitris Avramopoulos però “il mandato della missione Triton è ben definito e molto ben chiaro” e “si tratta di migliorare l’attuazione di quanto già concordato. Fanno già un lavoro molto buono”.

Il nodo dei fondi per Libia e Tunisia – Altro nodo da sciogliere sarà quello dei contributi degli Stati membri al Fondo per l’Africa. Le risorse dovrebbero servire a mettere in piedi costruire “soluzioni” sulla sponda sud del Mediterraneo. Ma degli 1,8 miliardi di euro chiesti dalla Commissione europea sono arrivati solo 89 milioni, principalmente da Italia e Germania. La Francia ne ha versati solo tre. Gli Stati poi si stanno accapigliando da mesi sui fondi per la diaria della guardia costiera impegnata nella formazione in Libia: una battaglia per 163mila euro. Servirebbero poi ulteriori stanziamenti per convincere la Tunisia a dichiarare a sua volta un’area di salvataggio. “Invece di agire per salvare vite e fornire protezione, i ministri degli Esteri europei stanno vergognosamente dando priorità a irresponsabili accordi con la Libia nel disperato tentativo d’impedire a migranti e rifugiati di raggiungere l’Italia”, ha dichiarato John Dalhuisen, direttore di Amnesty International per l’Europa, presentando proprio giovedì il rapporto ‘Una tempesta perfetta. Il fallimento delle politiche europee nel Mediterraneo centrale’. “Gli stati europei hanno progressivamente abdicato a una strategia di ricerca e soccorso in mare che stava riducendo il numero di morti in mare per una che invece ha causato migliaia di annegamenti e che ha costretto uomini, donne e bambini disperati a restare intrappolati in Libia, esposti a terribili violenze“.
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