Magistratura criminale ed eversiva, caso Salvini

Re: Magistratura criminale ed eversiva, caso Salvini

Messaggioda Berto » dom gen 23, 2022 8:55 am

"Non c'è stata corruzione". Sentenza scagiona il Cavaliere
Luca Fazzo
22 Gennaio 2022

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1642844960

Le motivazioni dell'assoluzione a Siena per il Ruby ter stroncano l'accusa: "Bonifici al pianista da sempre"
"Non c'è stata corruzione". Sentenza scagiona il Cavaliere

Quando i pubblici ministeri del caso Ruby mandarono la polizia a fotocopiare i conti correnti di Silvio Berlusconi sarebbe bastato che se li facessero consegnare tutti. Non solo gli estratti dal 2011 al 2014, gli anni caldi delle inchieste sul «bunga bunga», ma anche quelli prima e quelli dopo. Avrebbero scoperto che Danilo Mariani, il pianista delle serate di Arcore, aveva ricevuto soldi dal Cavaliere, e per cifre ben più rilevanti, ben da prima che iniziassero le indagini e i processi. Mettere quindi in relazione una parte dei versamenti con la testimonianza resa da Mariani nei vari processi Ruby non aveva alcuna base di prove.

É questo il ragionamento con cui il tribunale di Siena, motiva ieri l'assoluzione del 21 ottobre scorso di Berlusconi e di Mariani dall'accusa di corruzione in atti giudiziari. É il primo dei filoni dell'inesauribile «Ruby ter» arrivato a sentenza. Il pm aveva chiesto la condanna a quattro anni di carcere. I giudici ieri scrivono che «dell'esistenza di un accordo corruttivo tra gli imputati non vi sono prove dirette di alcun tipo e genere».

«Da nessuna - aggiungono - delle migliaia di conversazioni telefoniche acquisite in atti può trarsi la benché minima traccia, ovvero il più labile segno, dell'esistenza di un simile pactum sceleris tra i due imputati». E ancora: «Nessuno dei testimoni ha mai fatto cenno o riferimento alcuno all'esistenza degli accordi corruttivi descritti nell'imputazione».

Contro il Cavaliere e il suo pianista, insomma, c'erano solo quei bonifici bancari che i pm consideravano il prezzo del silenzio. Ma il tribunale ha analizzato a fondo tutti gli estratti conto. Conclusione «è incontrovertibilmente emerso come le elargizioni di natura economica corrisposte da Berlusconi in favore di Mariani avessero avuto inizio ben quattro anni prima, avessero avuto cadenza costante nel tempo e come fossero ancor più voluminose rispetto a quelle oggetto di accertamento». Tra il 2006 e il 2009, un totale di 282mila euro, con diverse causali. E il caso Ruby era ancora di là da venire.

Il bonifico che per i pm milanesi segna l'inizio dei pagamenti per le bugie dette in aula da Mariani sono 3mila euro, 24 novembre 2011. Ma il tribunale «non può non rilevare» che bonifici del medesimo importo, sempre il 24 del mese, erano stati fatti immancabilmente dal gennaio 2008. Uno stipendio, insomma, divenuto nelle tesi della Procura la prova di un reato gravissimo.

Morale: il tribunale ritiene che «l'ipotesi accusatoria non possa essere accettata come vera», perché l'accordo tra Berlusconi e Mariani di pagamenti in contanti in cambio di bugie sotto giuramento «non ha affatto trovato conforto e sostegno in una pluralità di dati probatori»; e «l'unico dato probatorio rappresentato dall'esistenza di plurime elargizioni di denaro non è affatto dotato della forza probante che gli viene conferita dal pubblico ministero». Fine.

Certo, nel frattempo Mariani è stato processato a parte e condannato per falsa testimonianza, per avere negato di avere assistito a episodi «a valenza sessuale» durante le serate a Villa San Martino. Ma «anche là dove si assuma, come in effetti ritenuto dal Tribunale, che Mariani abbia deposto il falso» esiste una «ipotesi alternativa che non appare in alcun modo superabile sulla scorta dei dati probatori acquisiti»: che lo abbia fatto «non perché così tenuto a fare in esecuzione di un patto corruttivo bensì in ragione del legame professionale e amicale che lo legava da tempo a Berlusconi».

Nel frattempo sono passati nove anni, e anche la falsa testimonianza è prescritta.



L'odio anti-Cav rispolvera pure gli insulti di Nanni Moretti
Federico Garau
22 Gennaio 2022

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1642848281

Partita la campagna d'odio contro il leader di Forza Italia: per l'occasione tornano a parlare anche vecchie figure dell'antiberlusconismo come Nanni Moretti
L'odio anti-Cav rispolvera pure gli insulti di Nanni Moretti

Dopo il capo sardina Mattia Santori, ecco che a rispolverare il vecchio antiberlusconismo arriva pure Nanni Moretti. In un post pubblicato sul proprio profilo Instagram, con tanto di immagine tratta dal suo film Il Caimano, il regista ed attore attacca duramente il Cavaliere, respingendo l'idea di vederlo al Quirinale.

"'Berlusconi è troppo divisivo', dicono in molti. No, la cosa è più semplice: un personaggio così squalificato e indecoroso non può diventare presidente della Repubblica", è stato il commento di Moretti, che sbarra definitivamente la strada al presidente di Forza Italia. Del resto l'opinione del regista romano nei confronti dell'ex presidente del Consiglio non è mai stata un mistero, tanto da farne uno dei maggiori sostenitori di quello che è stato denominato come antiberlusconismo. Basti pensare al suo lungometraggio dal titolo Il Caimano ispirato proprio alla figura di Silvio Berlusconi ed uscito nel 2006, in piena campagna elettorale per le consultazioni politiche.

Ancor prima ci fu l'entrata in scena di Moretti con il movimento dei girotondi, promosso nel 2002. Con quello che è passato alla storia come "urlo di Piazza Navona", Nanni Moretti fece un breve discorso durante un comizio de L'Ulivo, criticando aspramente i dirigenti del centrosinistra. Fu proprio dal discorso del regista che partì il movimento dei Girotondi, poi culminato con la manifestazione di piazza San Giovanni a Roma (14 settembre 2002), quando Moretti si scagliò contro Silvio Berlusconi. "Berlusconi non è contro la democrazia", dichiarò alla folla, "è estraneo alla democrazia perché non la conosce e non la capisce e la considera una cosa che gli fa perdere un sacco di tempo".

Da allora sono passati tanti anni, ormai 20, tuttavia il regista romano non sembra affatto aver dimenticato il leader di Forza Italia. E poprio ieri è tornato ad inveire contro l'ex presidente del Consiglio, definendolo "squalificato e indecoroso".

Insomma, per certi personaggi il solo pensiero di vedere Silvio Berlusconi al Quirinale provoca nervosismo. Si tratta di un'ipotesi inaccettabile per loro, tanto che nelle ultime ore è rispuntato anche il capo dei pesciolini furiosi, Mattia Santori, che sino ad oggi se ne era rimasto tranquillo nel posto assegnatogli dal Pd dopo le elezioni bolognesi. Ad insorgere anche il cosiddetto popolo viola, movimento di attivismo politico italiano antiberlusconiano, che proprio domani scenderà in piazza per opporsi alla candidatura del cavaliere alla presidenza della Repubblica.
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Magistratura criminale ed eversiva, caso Salvini

Messaggioda Berto » dom gen 30, 2022 12:17 pm

Arrestata giudice del tribunale dei minori. L'accusa: "corruzione"
08 dicembre 2020

https://www.firenzetoday.it/cronaca/cor ... massa.html

Arrestato il giudice onorario del tribunale dei minori di Firenze Rosa Russo: è accusata di aver "violato in modo sistematico e continuativo i doveri del proprio ufficio", riferendo ai dirigenti di una cooperativa l’esistenza di indagini nei loro confronti e di "non aver comunicato ipotetiche notizie di reato nei loro confronti, apprese nell’ambito del suo lavoro".

L'inchiesta che la coinvolge è scoppiata a Massa Carrara e riguarda un presunto giro di corruzione relativo ad alcune case di accoglienza per minori disagiati, strutture considerate non a norma e in sovrannumero ma che i gestori riuscivano comunque a utilizzare.

Politici e controllori istituzionali, infatti, secondo l'accusa avrebbero ricevuto posti di lavoro per amici e parenti nelle stesse case di accoglienze gestite dai vertici delle cooperative.

Agli ospiti delle case di accoglienza, inoltre, secondo gli inquirenti, sarebbe stato somministrato cibo di scarsa qualità e in alcuni casi i minori avrebbero dormito in giacigli di fortuna. Chi tra di loro non si piegava alle condizioni veniva 'contenuto'.

L'inchiesta e gli altri indagati

L’inchiesta è nata in base ad esposti di ex dipendenti delle strutture stesse. Una decina le persone finite ai domiciliari: tra gli altri, oltre alla giudice, il sindaco di Villafranca Lunigiana Filippo Bellesi (centrodestra) che avrebbe concesso un’autorizzazione in deroga per una struttura con gravi carenze strutturali in cambio di assunzioni.

Domiciliari anche per Paola Giusti, responsabile centro affidi minori del Comune di Massa e per Rosanna Vallelonga, responsabile della commissione multidisciplinare Asl e direttrice della società della Salute della Lunigiana (in cambio di assunzioni di suoi amici non avrebbe programmato i controlli ispettivi nelle case di accoglienza di Aulla e Villafranca).

Stessa sorte per Mauro Marcelli, responsabile dell’ufficio Suap dei Comuni della Lunigiana all’epoca dei fatti, che avrebbe autorizzato tra l’altro l’attività di una casa di accoglienza ad Aulla.

Alessio Zoppi, Tamara Pucciarelli e Enrico Benassi sono invece i tre dirigenti della cooperativa "Serimper" accusati di corruzione e di traffico di influenze.

Indagato anche Stefano Benedetti, presidente del consiglio comunale di Massa e il consigliere comunale di Montignoso Marino Petracci, ex segretario del Pd di Massa: in cambio dell’assunzione di una parente, avrebbe aiutato la cooperativa per alcune contestazioni mosse dalla Regione Toscana.

Indagato infine per favoreggiamento e omessa denuncia anche il sindaco di Montignoso Gianni Lorenzetti che avrebbe ritardato i controlli di un abuso edilizio commesso dai dirigenti della cooperativa.
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Magistratura criminale ed eversiva, caso Salvini

Messaggioda Berto » dom gen 30, 2022 12:18 pm

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Re: Magistratura criminale ed eversiva, caso Salvini

Messaggioda Berto » dom gen 30, 2022 12:18 pm

QUEI DIRITTI VIOLATI DELLE PERSONE NORMALI
Carlo Nordio su Il Messaggero del 28 Gennaio 2022

Sempre più assorbite dall’elezione al Quirinale e, in misura minore, dalla gestione della pandemia, la politica e l’opinione pubblica hanno pressoché ignorato tre fatti che, in rapida e ineluttabile successione, hanno dimostrato ancora una volta lo sfacelo della nostra giustizia.
Primo caso. Fausta Bonino, infermiera di Livorno, era stata arrestata nel 2016 con la pesante accusa di aver ucciso almeno 10 pazienti con massicce dosi di eparina; nel 2109 era stata condannata all’ergastolo. Pochi giorni fa è stata assolta dalla Corte d’Assise Appello di Firenze per non aver commesso il fatto, cioè con la più ampia formula liberatoria. «Sono stati - ha detto - sei anni da incubo, con il peso dell’infamia». E il marito ha aggiunto: «Ci hanno distrutti sia emotivamente che economicamente».
Secondo caso. Flavio Briatore, noto alle cronache per una vita brillante e una carriera di successo, 13 anni fa si è visto circondare lo yacht da una flottiglia di finanzieri spediti da un magistrato con un’operazione “coram populo” di ridicola esibizione militare ma di sostanziosa efficacia mediatica. Con l’accusa di evasione fiscale, la barca è stata sequestrata e data in custodia. Tre giorni fa la Corte d’Appello ha assolto l’esuberante imprenditore perché il fatto non costituisce reato, ha annullato il sequestro e disposto la restituzione del natante.
Peccato che questo, nel frattempo, fosse stato messo all’asta e venduto sottocosto. La “majesté de la loi”, come la definiva ironicamente Anatole France, era arrivata in ritardo.
Terzo caso. Massimiliano Prosperi, titolare di una media azienda costruita in anni di duro lavoro, era stato arrestato il 25 marzo come mandante dell’omicidio di Sesto Crovini, ucciso a pistolettate un anno e mezzo prima. Trascorsi 132 giorni in carcere, il 27 aprile del 2016 il giudice, con rito abbreviato, gli aveva inflitto 30 anni di carcere, sulla base della dichiarazione di un pentito. Ma in Appello l’accusa crolla, e il 13 giugno 2017 viene assolto. Naturalmente non finisce lì: si va in Cassazione, che conferma il verdetto assolutorio. L’anno scorso Prosperi ha ottenuto, per questo incredibile calvario, il risarcimento di 40 mila euro, nemmeno sufficienti, riteniamo, a sostenere le spese legali. Ma lo Stato non l’ha ancora pagato. Per vivere, oggi Prosperi fa il muratore.
Come abbiamo detto, questi tre casi assai differenti ma emblematici, si sono risolti quasi contemporaneamente: accanto a loro altre decine di inchieste hanno deturpato la nostra storia giudiziaria e, quel che è peggio, hanno logorato vite, compromesso affetti e dissolto patrimoni. Certo, c’è di peggio. Nelle dittature, e anche nelle democrazie, alcune vittime sono state riabilitate in via postuma dopo l’esecuzione capitale. Nondimeno queste vicende costituiscono una ferita insanabile per la salute dei singoli e per la fiducia della collettività verso le istituzioni.
È ozioso domandarsi se questi drammi siano imputabili ai magistrati, agli investigatori o al caso. La Storia è piena di errori giudiziari, perché la nostra imperfetta natura non ci ha programmati per giudicare il prossimo, visto che a malapena riusciamo a farlo con noi stessi. E del resto la nostra civiltà nella sua costituzione scientifica, filosofica e religiosa poggia su tre processi conclusi con sentenze inique: Galileo, Socrate e Gesù ne sono illustri testimoni. Ciò che invece dobbiamo chiederci è se il nostro sistema faccia il possibile per ridurre questo rischio mortale. E la risposta è nettamente negativa. Nei casi citati, ad esempio, dei buoni rimedi sarebbero stati:
a) evitare che decisioni importanti sia sulla libertà personale che sulla destinazione patrimoniale fossero adottate da un solo giudice, e fossero invece devolute ad organi collegiali di magistrati esperti;
b) impedire che chi è stato assolto una volta venga riprocessato e magari condannato senza l’intervento di prove nuove;
c) ridurre al minimo i tempi dei procedimenti e limitare al massimo la carcerazione preventiva, soprattutto quando il reato non è commesso in flagranza;
d) gestire con cautela i beni altrui sottratti al titolare; e infine risarcire le vittime degli errori non solo sollevandole dalle spese legali ma ricostruendo il loro patrimonio che lo Stato, per opera dei suoi rappresentanti, ha incautamente demolito.
Sono, ovviamente, solo degli esempi, perché c’è molto altro da fare, così come molti altri sono i danni da rimediare. E anche se conveniamo che in questo periodo la stabilità politica, la crisi economica e l’emergenza sanitaria debbano assorbire le energie dei governanti presenti e futuri, ci auguriamo che anche i diritti dei singoli cittadini, bistrattati da questa giustizia vagabonda, vengano adeguatamente considerati.
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Re: Magistratura criminale ed eversiva, caso Salvini

Messaggioda Berto » ven mag 13, 2022 7:48 pm

"Un discorso di svolta. Il Paese teme i giudici. Il Colle sta coi cittadini"
Stefano Zurlo
4 Febbraio 2022

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1643953101

Si volta pagina. «Lo si capisce anche dagli applausi: Mattarella toccava i temi incandescenti della giustizia - spiega l'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, uno dei più noti penalisti italiani, oggi europarlamentare del Pd - e tutto il Parlamento batteva le mani, come di solito si fa solo per le commemorazioni».


Onorevole Pisapia, allora il cantiere della giustizia si rimette in moto?


«C'è un passaggio che mi ha colpito molto. Il presidente ha detto chiaro e tondo che i cittadini non devono più avvertire timore per il rischio di decisioni arbitrarie che, in contrasto con la doverosa certezza del diritto, incidono sulla vita delle persone. Ecco, siamo al punto che gli italiani hanno paura dei giudici, delle loro decisioni talvolta incomprensibili, dell'altalena dei processi e delle sentenze».


Tutto questo deve finire.


«Mattarella si mette dalla parte dei cittadini, delle loro aspettative frustrate da troppo tempo, e rivolge così un appello energico al Parlamento: riforme e riforme in tempi rapidi».


Si, ma quali sono le priorità?


«Vanno fissate una volta per tutte le garanzie per gli indagati che spesso finiscono in custodia cautelare. Ecco, il carcere dev'essere l'estrema ratio. E più in generale, l'asticella dei diritti non deve mai scendere nel corso dei processi».


Insomma, qualcosa di più rispetto alla solita litania sulla lentezza dei dibattimenti?


«Quello è un altro tema nevralgico, nel penale e forse ancora di più nel civile, ma qui si guarda a un orizzonte molto più ampio. È un discorso di civiltà e, se mi si permette, queste frasi così nette e incisive costringono a riflettere sulla presunzione di innocenza, su cui pure si sta lavorando dopo la risoluzione della Ue. La presunzione di non colpevolezza fino alla sentenza definitiva di condanna non può essere una formula astratta, appesa nel nulla».


Si occupa di giustizia da molti anni. Usciremo dalla palude degli scandali e delle lottizzazioni?


«Io non ho mai sentito Mattarella parlare con tanta forza e precisione di giustizia. Qualcuno ha evocato un'amnesia nel discorso di fine anno, ma oggi, all'inizio del secondo mandato, le sue parole sono uno spartiacque».


Anche rispetto alla crisi drammatica del Csm?


«C'è un passaggio ad hoc nel discorso del presidente che non può essere equivocato. A proposito del Csm, Mattarella afferma che devono essere superate logiche di appartenenza che, per dettato costituzionale, devono rimanere estranee all'Ordine giudiziario. Più chiaro di così. Basta con gli scambi sottobanco fra le correnti nella cornice di Palazzo dei Marescialli. Non vorrei essere per una volta troppo ottimista, ma credo che siamo all'inizio di una nuova stagione di cambiamento».


La giornata porta anche un incontro fra il premier Draghi e la ministra Cartabia, proprio sul versante del Csm.


«Mi pare un ottimo segnale: si era notato un certo rallentamento del governo nelle ultime settimane sulle materie della giustizia, qualcuno diceva che Draghi non ne voleva sapere di affrontare la questione. Oggi si riparte e i cittadini non possono essere delusi dalla classe politica, pur fra divergenze e legittimi punti di vista diversi. Mi sembra che, fra le righe, il presidente abbia anche voluto riaffermare la centralità del giudice, al di sopra delle parti, terzo, come si dice, fra pm e avvocato. E anche questa sensibilità non può che spingere il Parlamento a prendersi le sue responsabilità e ad agire».


Mattarella chiama in causa, insieme, magistratura e avvocatura. Sorpreso?


«È un'altra novità e la dimostrazione che non possono più esserci alibi di tipo politico o corporativo per mettersi di traverso. La giustizia è decisiva, al suo corretto funzionamento sono legati i miliardi del Pnrr e la scommessa virtuosa della Ue, non possiamo sprecare questa occasione unica. Mattarella l'ha sottolineato, ora aspettiamo i fatti».
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Re: Magistratura criminale ed eversiva, caso Salvini

Messaggioda Berto » ven mag 13, 2022 7:49 pm

Open arms, tensione al processo di Salvini: ecco cosa è successo
Mauro Indelicato
13 maggio 2022

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1652442589

È ripreso oggi il processo Open Arms che vede come imputato il leader della Lega Matteo Salvini. A Palermo, sede del procedimento, è presente lo stesso senatore assieme all'avvocato Giulia Bongiorno e, all'interno dell'aula bunker dove si sta svolgendo il dibattimento, non sono mancati momenti di tensione.

Poco dopo mezzogiorno, mentre era in corso la deposizione di Fabrizio Mancini, direttore del Servizio Immigrazione del ministero dell'Interno, il pm Gery Ferrara ha contestato al teste le dichiarazioni precedentemente rese davanti al tribunale dei ministri. È intervenuta la stessa Giulia Bongiorno, la quale ha accusato il pubblico ministero di aver usato “toni aggressivi”.

Si è creato così un clima di tensione che ha costretto il presidente del tribunale del capoluogo siciliano, Roberto Murgia, a sospendere la seduta per almeno dieci minuti. Un episodio che ben testimonia come il processo Open Arms, rimasto un po' nel dimenticatoio dopo il clamore delle precedenti udienze, sia molto sentito dalle parti in causa.


Il perché della sospensione

Tutto è nato dalla dichiarazione resa da Fabrizio Mancini secondo cui non solo Open Arms ma, in generale, tutte le altre Ong spesso "operavano fuori dalla regole". A quel punto il Pm Ferrara ha accusato Mancini di "fare comizio a favore di Salvini". Da qui poi la reazione anche di Giulia Bongiorno, la quale a sua volta ha puntato il dito contro Ferrara accusandolo di usare toni aggressivi.

La testimonianza di Mancini era tra le più attese. In particolare, il teste ha dichiarato tra le altre cose di "non sapere se era Salvini a dare indicazioni di sbarco", in quanto era il gabinetto del Viminale a decidere il Pos. Inoltre, ed è da qui che poi si è innescato anche il dibattito che ha portato al botta e risposta tra accusa e difesa, Mancini ha fatto presente che non solo nel caso Open Arms ma anche in altri "si aspettavano dei giorni prima della richiesta del Pos", un'attesa di qualche giorno "per la redistribuzione europea".

"Rientra tra i compiti del ministro dell'Interno preoccuparsi dell'ordine e della sicurezza pubblica del suo Paese - ha poi proseguito Mancini, chiamato in aula dall'accusa - In quel periodo c'era l'Isis e la preoccupazione che all'interno della massa di persone che arrivavano potessero esserci male intenzionati non era strana, credo fosse una preoccupazione legittima. C'erano delle azioni poste in essere da alcune delle ong che procedevano fuori dalle regole e potevano indurre il ministro a ritenere che ci potessero essere situazioni da tenere sotto controllo".


Cosa vuol dire il processo per il mondo delle Ong

È bene ricordare che il procedimento parte da quello che forse è stato l'ultimo atto di Matteo Salvini come ministro dell'Interno. Nell'agosto del 2019, agli sgoccioli del governo gialloverde formato da Lega e M5S, l'allora titolare del Viminale ha negato lo sbarco alla nave dell'Ong spagnola Open Arms, stanziata non lontana da Lampedusa con 147 migranti a bordo.

Una mossa che, secondo la ricostruzione dei legali di Salvini, è di ordine politico e avrebbe seguito la linea politica del governo in quel momento in carica. Per le Ong invece, il leader della Lega con il suo comportamento avrebbe arrecato danni ai migranti e avrebbe messo in pericolo la loro vita. Nell'agosto del 2019 la situazione si è poi sbloccata con l'intervento dell'allora procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, salito a bordo di Open Arms il 20 agosto. Un intervento che ha portato al sequestro del mezzo e allo sbarco dei migranti. Poco dopo è stato lo stesso magistrato ad aprire un fascicolo nei confronti di Salvini, trasmesso poi per competenza al tribunale dei ministri di Palermo.

Il processo per le Ong ha quindi tutta l'aria di una vera e propria “resa dei conti” politica con il leader della Lega. L'area vicina alle organizzazioni non governative che tra le estati del 2018 e del 2019 hanno più volte sfidato la linea di Salvini, sperano di portare in aula il braccio di ferro sorto allora.

Lo si intuisce dalla mobilitazione non solo di Open Arms ma anche di altre associazioni, costituitesi parte civile. Dal canto suo la procura di Palermo ha più volte espresso la propria posizione in linea con quanto visto già nelle fasi preliminari del processo. E cioè che, secondo i magistrati siciliani, Matteo Salvini ha illegittimamente bloccato lo sbarco di migranti, mettendone in pericolo l'incolumità.


La testimonianza di Katia Di Natale

Un impianto accusatorio che si regge quindi sulle responsabilità attribuite all'ex ministro dell'Interno. Oggi a testimoniare è stata anche la dottoressa Katia Di Natale, all'epoca dei fatti specializzanda in medicina. Il 15 agosto è salita a bordo di Open Arms e in aula ha parlato di situazioni difficili riscontrate. “I migranti soccorsi dalla Open Arms erano tutti sul ponte, non era possibile fare visite individuali – si legge nelle sue dichiarazioni – Il medico di bordo ci mostrò i dati che aveva raccolto e ci disse quali erano i pazienti più gravi. Abbiamo valutato solo alcuni casi: lesioni cutanee, parassitosi, infezioni. Il resto non abbiamo potuto valutarlo. Ricordo che c'erano dei segni di scabbia, una donna aveva ustioni pregresse, poi alcuni avevano delle ferite da arma da fuoco. Non abbiamo accertato casi di crisi depressive, siamo rimasti troppo poco a bordo. L’equipaggio era molto stanco, ma resisteva”.

Inoltre Katia Di Natale ha parlato della presenza di due bagni chimici e del fatto che i migranti usavano il ponte anche per espletare le proprie funzioni fisiologiche. Erano inoltre presenti, al 15 agosto 2019, anche 31 minori.
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Re: Magistratura criminale ed eversiva, caso Salvini

Messaggioda Berto » dom dic 04, 2022 4:38 pm

I "misteri" sul caso Open Arms crescono di udienza in udienza e ora, a fronte del fascicolo fantasma e del nuovo video, Salvini contrattacca
Scoppia il caso Open Arms, dal video al fascicolo fantasma, Salvini: "Nordio approfondisca"

Francesca Galici
3 Dicembre 2022

https://www.ilgiornale.it/news/nazional ... 91691.html

Emergono nuovi misteri nel processo Open Arms in cui Matteo Salvini risulta essere l'unico indagato. Quanto accaduto ieri, con la comunicazione di un fascicolo che non era stato comunicato, ha portato a nuovi risvolti su cui ora sarà necessario andare a fondo. Poi, c'è il giallo del materiale audio, video e forografico che testimonierebbe l'attività di contatto tra Ong e persone terze e che, al momento senza motivo, non è mai stata presa in considerazione dalle 9 procure procure alle quali è stato inoltrato.

L'informativa è stata redatta dalla centrale operativa dell’Alto Comando a Roma, che per conoscenza l'aveva poi mandata a 9 diverse procure, senza che nessuna di queste ritenesse fosse rilevante nel merito del processo. Il materiale è stato raccolto da un sommergibile della marina militare italiana, il Venuti, che in quel momento si trovava nel pressi della zona in cui la nave della ong ha recuperato circa 150 migranti da un barcone, mentre partecipava a un pattugliamento nell'ambito dell'operazione Mare sicuro. Il sommergibile, in quell'occasione, registrò 27 video, 16 immagini e una traccia audio. In questo materiale, emerge un contatto tra la Ong e un soggetto terzo. Inoltre, l'informativa riferisce che il barcone dal quale sono stati presi i migranti aveva una forza propulsiva adeguata per affrontare le difficoltà. In altre parole, non era in pericolo, quindi a bordo non c'erano naufraghi.

Di questo video, l'allora ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, in aula si è detta all'oscuro. Ma ora i dubbi sull'attività svolta dalla Ong a 78 miglia dalle coste libiche per il recupero dei migranti acquisiscono nuovi elementi su cui fondarsi. Ed è un mistero anche il fatto che nessuno nelle 9 procure e al ministero fosse a conoscenza di quel fascicolo redatto dall'Alto Comando a Roma. Come spiega Salvini, in quel materiale ci sono "dialoghi in spagnolo tra la ong e una persona a conoscenza dell'esatta posizione degli immigrati". Perché è stato ignorato?

Questa la domanda che si sono posti i difensori di Matteo Salvini, che ne hanno chiesto l'acquisizione al tribunale di Palermo. "Sarebbe gravissimo se qualcuno avesse nascosto, omesso o dimenticato documenti rilevanti da parte di organi dello Stato. Cioè se ci sono pezzi di Stato che dimenticano o nascondono interventi di altri pezzi di Stato per danneggiare oggi Salvini domani chissà vuol dire che c'è qualcosa che non funziona"

"Le procure siciliane, quella di Roma e la procura militare sapevano che la ong spagnola Open Arms aveva intercettato (in acque libiche) un barcone di immigrati grazie alla soffiata di un soggetto ignoto e in grado di suggerire l'esatta posizione del barcone. Si trattava di uno scafista? Il dubbio è lecito e i dati oggettivi fanno rabbrividire", dice oggi Salvini, che poi annuncia: "Sono certo che il Guardasigilli Carlo Nordio saprà approfondire una vicenda che appare francamente grave e scandalosa".

Comprensibile la rabbia di Matteo Salvini davanti a quanto emerso: "Solo ora - tre anni dopo! - siamo venuti a conoscenza che c'erano foto, video e registrazioni della ong, immortalata da un sottomarino della Marina italiana, che potrebbero riscrivere la storia di un processo dove rischio fino a 15 anni di carcere".


“Al processo Open Arms va in scena il collasso dello Stato, con il tutti contro tutti pur di criminalizzare l’ex ministro dell’Interno Salvini”
Casa della Civiltà
Magdi Cristiano Allam:
3 dicembre 2022

https://www.casadellacivilta.com/2022/1 ... o-salvini/


Cari amici buongiorno. Al Processo contro Matteo Salvini, nella veste di ex Ministro dell’Interno, per il caso della nave della Ong (Organizzazione non governativa) spagnola “Open Arms”, ieri è nuovamente andato in scena lo spettacolo del collasso dello Stato, con il tutti contro tutti, all’interno dell’aula bunker del Carcere dell’Ucciardone costruito a prova di missili per ospitare il maxi-processo contro la Mafia nel 1986.

L’accusa giudiziaria nei confronti di Salvini è di essere stato l’unico responsabile, in seno al primo Governo Conte, di cui facevano parte il Movimento 5 Stelle e la Lega, ad essersi opposto all’attracco e allo sbarco in un porto italiano di complessivi 163 cosiddetti “migranti”, l’eufemismo con cui ci impongono di occultare la realtà dei clandestini.
La vicenda si svolse tra il primo e il 20 agosto 2019, quando per decisione del Tar (Tribunale amministrativo regionale) del Lazio e della Procura di Agrigento, la “Open Arms” attracca comunque a Lampedusa e sbarcano i restanti 83 clandestini a bordo.

La prima a prendere la parola, nell’aula bunker dell’Ucciardone, è stata il Procuratore aggiunto Marzia Sabella che ha chiarito la decisione di rinviare a giudizio Salvini: «Non vedremmo come in un caso come questo non si possa chiedere il rinvio a giudizio. Non c’era alcuna condivisione all’interno del governo, ma le decisioni furono prese da Salvini».
Il Procuratore di Palermo Francesco Lo Voi ha detto sostanzialmente che la redistribuzione dei migranti spettava al Presidente del Consiglio Conte, però l’individuazione del Pos (Place of safety, il cosiddetto porto sicuro, ndr.) era di competenza del Ministro dell’Interno e non dell’intero Consiglio dei Ministri. E dunque non si può ritenere che ci sia stato un “atto politico” da parte dell’esecutivo Conte alla base del mancato permesso di sbarco.

L’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta, ascoltata come testimone, ha scaricato la responsabilità su Salvini: «Il ministro dell’Interno mi presentò un secondo divieto d’ingresso, non lo firmai perché ritenni che erano trascorsi giorni e le condizioni fossero peggiorate. Non era quello il modo di gestire la questione pur consapevole di dover controllare gli sbarchi. Le nostre battaglie pur giuste non devono ricadere sui più fragili».

Anche l’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli ha addossato l’intera responsabilità su Salvini, ma soprattutto ha denunciato il vuoto esistente a livello di azione del Governo: «All’epoca della Open Arms non esisteva già più un governo, esisteva una persona, Salvini, che andava in giro, era in campagna elettorale e parlava alla pancia delle persone. Non si facevano più Consigli dei ministri e i ministri non operavano collegialmente. Siccome si sapeva che sarebbe stato sfiduciato il Governo, si stava cercando di monetizzare stressando l’argomento immigrazione che era molto sentito».

Cari amici, il fatto eventuale che Salvini, da Ministro dell’Interno, agì in modo solitario, senza consultarsi e senza informare il Presidente del Consiglio, che il Governo di fatto era latitante e non svolgeva la propria attività di organo esecutivo, sono comunque fatti di natura politica, non giudiziaria, anche considerando che gli 83 restanti clandestini a bordo della nave spagnola “Open Arms” sono alla fine scesi sani e salvi sul suolo italiano, anche se sarebbe stato corretto che attraccassero a un porto spagnolo.

Si tratta dell’ennesima indebita interferenza della Magistratura, organo giudiziario che dovrebbe limitarsi a verificare ed eventualmente sanzionare il mancato rispetto delle leggi, in un ambito di esclusiva pertinenza del Governo, dell’organo esecutivo.

Inoltre se consideriamo che, del totale dei clandestini che sbarcano in Italia, solo una piccola percentuale arrivano a bordo delle navi delle Ong, mentre la stragrande maggioranza dei clandestini sbarcano con piccole imbarcazioni in modo del tutto furtivo o a bordo dei mezzi della nostra Guardia Costiera, si rafforza il dubbio che il processo a Salvini sia di natura politica e non giudiziaria.

La Casa della Civiltà chiede un nuovo modello di Stato in cui ci sia il più rigoroso rispetto dell’indipendenza dei tre poteri istituzionali, legislativo, esecutivo e giudiziario, così come chiede la fine della politicizzazione della Magistratura.

Cari amici, andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.




Processo Open Arms, tutti contro Salvini. Conte: “Provò a farmi passare per debole coi migranti”. Di Maio: “Attracco negato per ottenere consenso elettorale”
Prossima udienza il 24 marzo: la nave della ong spagnola costretta nel 2019 ad attendere 19 giorni in mare prima di poter far sbarcare le 160 persone che aveva a bordo
13 Gennaio 2023

https://www.lastampa.it/cronaca/2023/01 ... -12533954/

Il ministro alle Infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini, è stato ascoltato oggi nell'aula bunker «Falcone e Borsellino» dell'Ucciardone di Palermo, dove si è tenuta la nuova udienza del processo Open Arms che lo vede imputato con l'accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio per la vicenda che risale all'agosto 2019, quando la nave della ong spagnola fu costretta ad attendere 19 giorni in mare prima di poter far sbarcare le 160 persone che aveva a bordo a seguito di tre diverse operazioni di soccorso. La prossima udienza che vede imputato il ministro per «sequestro di persona» e «rifiuto di atti di ufficio» si terrà il 24 marzo: saranno ascoltati due testi della Marina Mercantile, mentre oggi – come testimoni – erano in aula l'ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, l'ex ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, e quello degli Esteri, Luigi Di Maio.

«Rischio fino a 15 anni di carcere per aver difeso l'Italia e i suoi confini, salvando vite e facendo rispettare la legge», ha scritto il vicepremier su Facebook prima di entrare nell’aula bunker. Con Salvini, che all'epoca dei fatti era ministro dell'Interno, stamattina c’è il suo avvocato Giulia Bongiorno. In aula tutti i testimoni lo attaccano.

Conte: “Il rilascio del Pos? Competenza del ministro dell’Interno”
«Io non mi sono mai occupato del Pos» (il porto ritenuto sicuro per lo sbarco dei migranti) ha dichiarato l'ex premier Giuseppe Conte nella sua deposizione. «Non ho mai inteso che il rilascio del Pos potesse essere questione sottratta al Ministero competente. Per me la competenza era scontata: era del ministero dell'Interno». Ripete: «Non mi sono mai occupato del Pos per ravvisare se c'erano gli estremi per lo sbarco». L’ex premier ha sottolineato che «i migranti potevano sbarcare anche prima che si completasse l'iter di redistribuzione delle quote in Europa». E ha aggiunto: «Non ho mai sentito parlare di terroristi a bordo dell'Open Arms e non mi risulta che mi abbiano detto di accordi con gli scafisti. Nessuno mi mostrò video di alcun genere». Al di là dei dettagli sul decreto sospeso dal Tar, «è chiaro – ha detto sempre Conte . che in quella vicenda a un certo punto è emersa una criticità e ho compreso che persone fragili erano tenute in mare».

L’ex premier, nella sua deposizione come teste, ha anche citato l'accordo ottenuto con i vertici europei nel giugno 2018: «Non ho mai posto aut-aut agli altri leader europei affermando che in assenza della redistribuzione l'Italia avrebbe negato l'approdo». Conte parla di un clima allora «incandescente con Salvini»: «Il tema dell'immigrazione è stato sempre un tema di propaganda politica; mi voleva far apparire debole».

Conte ribadisce che «anche con la ministra Lamorgese, quindi col “Conte 2”, di fronte a un fenomeno da controllare, abbiamo cercato di gestire con buonsenso la situazione legata ai migranti. Non lo escludo ma non ricordo provvedimenti particolari in tal senso. Rimasi particolarmente colpito dalla condizione dei minori non accompagnati una categoria particolarmente fragile tra quelli a bordo della Open Arms».
Processo Open Arms, ecco il video del salvataggio del 2019 che scagionerebbe l’Ong

Lamorgese: "Mai negato l’accesso a un porto sicuro”
Quando Luciana Lamorgese era ministra dell'Interno «i tempi di attesa del Pos (Place of safety ndr) per le navi delle ong era di media 2 o 3 giorni», ma si poteva «arrivare a 7 o 8 giorni se c'era da concordare la redistribuzione con altri Paesi». A dirlo è la stessa ex ministra deponendo al processo Open Arms a Palermo. «Durante il mio dicastero le ong non hanno mai violato le regole entrando nelle acque territoriali prima della concessione del pos. Eventuali irregolarità potevano riguardare il mancato rispetto della filiera nella comunicazione dei salvataggi, non altro. Noi abbiamo messo sempre in primo piano il salvataggio delle persone».

Di Maio: “Nessun automatismo politico per la concessione del Pos
«Non ci furono mai riunioni informali o formali prima della concessione del Pos», ha detto l'ex vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio. «In alcuni casi le riunioni informali si tennero dopo il rifiuto del porto sicuro che venivamo a sapere dai media». L’ex ministro degli Esteri ha ancora aggiunto: «Il rilascio del Pos non era subordinato alla redistribuzione dei migranti. Non c'era nessun automatismo politico».

«Non capivamo perché rifiutare i Pos sapendo che c'erano Paesi europei pronti ad accogliere i migranti», dichiara Di Maio, che oggi accusa: «L'unico motivo era che la negazione del Porto sicuro fosse solo una mossa per aumentare il consenso in campagna elettorale».

Il fondatore di Open Arms: “Sette anni sotto accusa”
«Sono sette anni che le ong del mare vengono indagate, diffamate, ostacolate, bloccate – ha detto il fondatore di Open Arms, Oscar Camps – eppure, l'unico finora indagati è l'ex ministro dell'Interno, Matteo Salvini. La verità è una: noi salviamo vite».

I dati Frontex: nel 2022 +64% di arrivi in Europa
Intanto l'agenzia Ue di controllo delle frontiere, Frontex, presenta i dati 2022 sugli attraversamenti irregolari dei confini esterni all’Ue: secondo i calcoli preliminari sono circa 330.000, il numero più alto dal 2016, con un un aumento del 64% rispetto all'anno precedente. Dopo il minimo indotto dalla pandemia nel 2020, questo è stato il secondo anno consecutivo con un forte aumento del numero di ingressi irregolari. La rotta dei Balcani occidentali rappresentava quasi la metà del totale, con una crescita rispetto all'anno precedente del 136%. Segue, in termini numerici, la rotta del Mediterraneo centrale, che interessa l'Italia, con 102.529 ingressi e un incremento del 51%, che è solo terza in termini di aumento percentuale, dietro la rotta del Mediterraneo orientale, che vede 42.831 ingressi e un incremento del 108%.

Siriani, afgani e tunisini insieme hanno rappresentato il 47% dei rilevamenti nel 2022 - scrive l'agenzia -. Il numero di siriani è quasi raddoppiato a 94.000. Le donne hanno rappresentato meno di uno su dieci dei rilevamenti, mentre la percentuale di minori segnalati è leggermente diminuita a circa il 9% di tutti i rilevamenti. Separatamente, tra il 24 febbraio 2022 e la fine dell'anno sono stati contati quasi 13 milioni di rifugiati ucraini all'ingresso alle frontiere terrestri esterne dell'Ue dall'Ucraina e dalla Moldavia, che non sono inclusi in queste cifre. Nello stesso periodo, 10 milioni di cittadini ucraini sono stati segnalati in uscita dalle stesse sezioni di frontiera.
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Magistratura criminale ed eversiva, caso Salvini

Messaggioda Berto » dom dic 04, 2022 4:39 pm

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Re: Magistratura criminale ed eversiva, caso Salvini

Messaggioda Berto » mer feb 15, 2023 9:50 pm

Persecuzione contro Berlusconi da parte della magistratura rossa


Ecco perché la giustizia ha assolto Berlusconi nel caso Ruby Ter: le motivazioni dietro la storica decisione
15 Febbraio 2023

https://retenews24.net/ecco-perche-la-g ... ne-uid-31/

Ecco perché la giustizia ha assolto Berlusconi nel caso Ruby Ter: le motivazioni dietro la storica decisione

Dopo oltre sei anni di processo, i giudici della settima penale di Milano hanno emesso la sentenza sul caso Ruby Ter, il processo che vedeva Silvio Berlusconi e altre 28 persone accusate di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. La sentenza ha assolto tutti gli imputati perché “il fatto non sussiste”, cioè perché l’accusa non è stata ritenuta provata.

L’udienza si è tenuta nell’aula bunker di San Vittore a Milano, e ha visto la presenza della principale protagonista del caso, Karima El Mahroug, nota come “Ruby Rubacuori”, che all’epoca dei fatti aveva 17 anni e frequentava le feste organizzate dal leader di Forza Italia.

El Mahroug si è presentata in aula dopo la lettura della sentenza, e ha espresso la sua soddisfazione per l’esito del processo: “Non immaginavo una cosa così. Sono contentissima. È stata una liberazione da una vicenda che mi ha travolto quando avevo 17 anni e che è stata un macigno non da poco”.

Assente in aula, invece, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, difeso dal legale Federico Cecconi, che si è detto “enormemente soddisfatto” per la terza assoluzione del suo assistito, dopo quelle per i filoni di Siena e Roma.

La sentenza di assoluzione si basa sull’argomentazione secondo cui le giovani ospiti di Arcore, sentite nei due processi sul caso Ruby, “non potevano legittimamente rivestire l’ufficio pubblico di testimone”, in quanto andavano indagate già all’epoca. I verbali raccolti nei primi due processi Ruby, come testimoni, sono stati infatti dichiarati inutilizzabili nel dibattimento. Inoltre, è stata ritenuta non provata l’accusa di corruzione in atti giudiziari perché manca “l’ipotizzato corruttore, nel caso di specie Berlusconi”.

La decisione dei giudici è stata accolta con reazioni diverse. Il legale di El Mahroug, Paolo Boccardi, ha espresso il suo dissenso sulla sentenza: “Il mio cliente non può essere soddisfatta perché la verità non è emersa”.

Il Pd, invece, ha dichiarato di rispettare la sentenza, ma di sottolineare “l’importanza di garantire la separazione dei poteri e l’autonomia della magistratura”.

Il caso Ruby Ter ha rappresentato uno dei momenti più controversi della storia recente della politica italiana, e la sentenza di assoluzione potrebbe suscitare reazioni e polemiche da parte di alcuni settori dell’opinione pubblica. Tuttavia, resta il fatto che la decisione dei giudici è stata presa in base alle valutazioni e alle prove presentate durante il processo, e deve essere rispettata come tale.



Un reato inesistente: tutti gli strafalcioni della procura nel Ruby ter
Luca Fazzo
15 febbraio 2023

https://www.ilgiornale.it/news/cronaca- ... 16679.html

Il “Ruby ter” era un processo nato sbagliato fin dall’inizio, interrogando come testimoni ragazze che invece erano nel mirino della Procura da tempo, indagate di fatto senza esserlo formalmente, sentite senza avvocati, senza il diritto di tacere. È questo, spiegano i vertici del tribunale di Milano in una nota, ad avere affossato le accuse di corruzione e falsa testimonianza mosse dalla Procura alle ragazze e insieme a loro a Silvio Berlusconi. Il tribunale non entra nemmeno nel merito dei pagamenti effettuati da Berlusconi a molte delle ragazze, si limita a dire che gli indizi a loro carico erano “non equivoci”: Ma non erano testimoni, non erano pubblici ufficiali, il reato non esiste.

“La falsa testimonianza – scrive il presidente Fabio Roia – può essere commessa solo da chi legittimamente riveste la qualità di testimone. Se viene assunto come testimone un soggetto che non poteva rivestire tale qualità la possibilità di punirlo per dichiarazioni false è esplicitamente esclusa”. E di conseguenza “non è configurabile neppure il reato di corruzione in atti giudiziari mancando la qualifica di testimone”. “Giuridicamente quest’ultimo delitto non può sussistere neppure nei confronti dell’ipotizzato corruttore, nel caso di specie Berlusconi Infatti la corruzione in atti giudiziari presuppone necessariamente un accordo tra il pubblico ufficiale corrotto e il corruttore”.

È una pietra tombale sul processo, difficilmente superabile anche se la Procura decidesse di ricorrere in appello contro l’assoluzione di Berlusconi.

Il tribunale specifica anche che le accuse di falsa testimonianza contro il giornalista Carlo Rossella e Luca Pedrini sono cadute perché “è emersa con evidenza l’insussistenza del fatto” mentre per la senatrice Maria Rosaria Rossi “ha prevalso l’estinzione del reato per prescrizione”.


Berlusconi assolto al processo “Ruby ter” perché il fatto non sussiste.
Giovanni Bernardini
15 febbraio 2023
https://www.facebook.com/giovanni.berna ... 9565197566
Non perché ritenuto innocente, perché non ha commesso un certo reato, no, perché non c’è stato alcun reato. Un po’ come se io fossi accusato di rapina e il giudice alla fine stabilisse che non c’è stata alcuna rapina.
E allora? Come è possibile che fior di magistrati non si accorgano che un certo fatto di cui accusano un individuo neppure sussiste? E’ possibile che mi si accusi di omicidio se nessun omicidio è stato commesso?
È vero, la assoluzione di oggi dimostra che ci sono in Italia giudici degni di questo nome, ma non cancella tutto ciò che la ha preceduta.
Il caso Ruby è durato circa 11 anni, ha avuto conseguenze politiche enormi. Su questo hanno fatto le loro fortune giornali, conduttori di talk show e pseudo giornalisti.
La riforma della giustizia è sempre più urgente.
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