Noi bruciamo il Mein Kampf di Hitler e il Corano di Maometto

Noi bruciamo il Mein Kampf di Hitler e il Corano di Maometto

Messaggioda Berto » dom nov 01, 2020 9:03 am

Noi bruciamo il Mein Kampf di Hitler e il Corano di Maometto!
viewtopic.php?f=188&t=2931

Trattasi di due libri demenziali, razzisti e nazisti al massimo grado, il nazismo ariano o hitleriano e il nazismo dell'Umma islamica o maomettana.


Uccidere e sterminare gli ebrei e i cristiani e tutti i non islamici diversamente religiosi, non religiosi e pensanti è un crimine contro l'umanità e non lo è certo il bruciare il Corano di Maometto che è un libro demenziale e mostruoso che istiga e induce a farlo come lo induce il Mein Kampf di Hitler.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » dom nov 01, 2020 9:05 am

Un fuoco di liberazione e di purificazione!

Noi bruciamo il Corano perché è un libro mostruoso, il libro del male, il libro dell'orrore e del terrore.
Noi bruciamo il Corano perché è un libro razzista e nazista che ci insulta e ci offende chiamandoci infedeli, miscredenti, immondi, maiali, scimmie, deviati, corruttori.
Noi bruciamo il Corano perché è un libro che ci minaccia di morte, che istiga all'omicidio, allo sterminio e al suicidio omicidio stragisti.
Noi bruciamo il Corano perché è un libro che promuove il disprezzo, l'odio, predazione, la riduzione in schiavitù o in dhimmitudine e l'uccisione dei non maomettani.
Noi bruciamo il Corano perché è un libro che nel suo insieme promuove la disumanità e l'inciviltà, la guerra politico religiosa, lo sterminio, il razzismo, il nazismo demenziale dell'Umma, la discriminazione di genere, religiosa, ideologica, sociale e politica.
Noi bruciamo il Corano perché è un libro che esalta il male che ci manca di rispetto che diffonde incultura e crimine che viola i valori, i doveri e i diritti umani naturali e universali dell'umanità.
Noi bruciamo il Corano per liberarci da questo male immenso che minaccia e opprime l'umanità.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » dom nov 01, 2020 9:05 am

Norvegia, militante dell'associazione "Stop all'islamizzazione della Norvegia" strappa una copia del Corano davanti al Parlamento.
RadioSavana – 02/09/2020

https://www.facebook.com/danco.ferrarin ... 999233168/
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Messaggioda Berto » dom nov 01, 2020 9:07 am

Tra i canti di Allahu Akbar, i musulmani si sono rivoltati in Svezia dopo che un video del Rogo del Corano è diventato virale
29 Agosto 2020


https://www.islamnograzie.com/tra-i-can ... to-virale/

In una dichiarazione, la polizia ha informato che stanno cercando di ripristinare l’ ordine pubblico a Malmo. “Non abbiamo tutto sotto controllo, ma stiamo lavorando attivamente per farlo.
Esiste un collegamento tra ciò che sta accadendo ora e quello che è successo oggi”, ha detto un portavoce della polizia, Calle Persson.

Venerdì, sono scoppiati disordini nella città di Malmo, in Svezia, dopo che un membro del gruppo “Stram Kurs” ha bruciato una copia del Corano.

L’incendio del Corano faceva parte di una protesta anti-Islam che ha avuto luogo nella città, in seguito all’arresto di un Rasmus Paludan, il leader di un partito politico danese anti-immigrazione “Hard-Line” che avrebbe dovuto tenere una riunione in città.

Le autorità hanno informato che Paludanone era stato bandito dalla Svezia per due anni a causa delle preoccupazioni circa la sua violazione della legge svedese. Come tale, è stato fermato alla frontiera e gli è stato negato l’ingresso a Malmo. L’anno scorso, Paludan aveva dato fuoco a un Corano dopo aver avvolto il libro con un pezzo di pancetta.

L’arresto di Ramasus Paludan

In risposta, Paludan aveva pubblicato un post su Facebook che diceva:”Rimandato indietro e bandito dalla Svezia per due anni. Tuttavia, stupratori e assassini sono sempre i benvenuti!”
Secondo quanto riferito, Paludan avrebbe dovuto prendere parte a una manifestazione anti-musulmana e in precedenza aveva esortato i suoi sostenitori a bruciare il Corano.

Il suo arresto aveva suscitato indignazione tra i suoi seguaci che poi sono andati avanti con il raduno e hanno incendiato una copia del Corano. Inoltre, tre uomini sono stati visti scalciare il Corano intorno a una piazza pubblica durante il giorno.

In un video virale, si vede un membro del gruppo “Stram Kurs” mentre spruzzava benzina su una copia del Corano e poi gli dà fuoco. L’uomo ha po guardato il Corano bruciato e ha condannato l’Islam in svedese.

Durante la notte, una folla musulmana in escandescenza ha occupato le strade e ha gridato canti di ‘Allah hu Akbar’ mentre dava fuoco alle gomme. La polizia svedese ha arrestato tre persone per aver bruciato il Corano e promosso “l’odio razziale”.

I musulmani scatenano il caos per le strade della Svezia

L’incidente ha innescato l’odio degli islamisti radicali è ha scatenato la loro violenza per le strade. Mentre i rivoltosi protestavano per la prima volta contro le azioni del gruppo, bruciavano pneumatici e tiravano sassi contro la polizia.

Dopo gli eventi della giornata, i rivoltosi hanno tirato sassi contro i veicoli e il personale di polizia che stavano cercando di mantenere l’ordine pubblico in città.

I rivoltosi lanciano pietre contro un convoglio della polizia (Foto Crediti: TT News Agency/AFP)

In un’altra immagine, si vede un rivoltoso trasportare pneumatici in modo che possano essere dato alle fiamme come un “marchio di protesta”.

Uomo che porta pneumatici (Foto Crediti: TT News Agency/AFP)

La città di Malmo, in Svezia, è coperta di fumo denso con i rivoltosi che si radunano in gran numero, impegnati in incendi dolosi e distruzione di proprietà pubblica dopo che il video del rogo del Corano è diventato virale.

Malmo coperto di fumo denso tra le rivolte (Foto Crediti: EPA)




Cosa sta accadendo a Malmo?
Emanuel Pietrobon
31 agosto 2020

https://it.insideover.com/societa/cosa- ... malmo.html

Per le strade di Rosengard, quartiere periferico di Malmo (Svezia), la sera del 28 agosto si è combattuta una guerriglia urbana fra centinaia di residenti di religione islamica e le forze dell’ordine. Gli scontri, che sono terminati con l’arresto di quindici persone, il ferimento di diversi agenti di polizia, il rogo di decine di veicoli e la devastazione dell’arredo urbano, sono stati innescati dal deprecabile rogo di un Corano da parte di alcuni attivisti di estrema destra, avvenuto in giornata nel corso di una manifestazione non autorizzata.

Le immagini delle violenze stanno contribuendo a riportare l’attenzione sulla condizione drammatica in cui versano alcune periferie multietniche delle grandi città svedesi, luoghi in cui l’integrazione di determinate categorie di immigrati continua a restare un miraggio, ragion per cui l’islam radicale e il crimine organizzato hanno trovato terreno fertile su cui attecchire e proliferare, ponendo dei gravi problemi in termini di pace sociale e sicurezza nazionale.


Il contesto degli scontri

Sebbene una parte della stampa italiana sostenga che la guerriglia urbana sia stata combattuta da estremisti di destra e forze dell’ordine, il materiale foto e videografico prodotto dalle fonti svedesi e le opere di fact-checking ad opera di portali d’informazione indipendenti e di media noti, come Open di Enrico Mentana, smentiscono completamente questa ricostruzione, delineando un quadro radicalmente differente.

L’origine dell’intera vicenda è da far risalire ad alcuni eventi di agosto. Due sono gli eventi sanguinosi che, in particolare, hanno spinto i partiti di opposizione, sia moderati che di estrema destra, ad aumentare la loro esposizione pubblica e mediatica per denunciare quanto sta accadendo nel Paese.

Il primo fatto è la tragica morte di una 12enne svedese, uccisa da un proiettile vagante a Stoccolma, ennesima vittima della guerra tra bande che sta dilaniando il Paese da diversi anni. La seconda vicenda, più recente, riguarda il rapimento di due preadolescenti nella municipalità di Solna ad opera di due spacciatori, dai quali sono stati torturati e violentati per diverse ore, la sera del 22, per essersi rifiutati di acquistare degli stupefacenti.

Il vortice di microcriminalità e crimine organizzato che sta avvolgendo la Svezia sta venendo cavalcato da ogni partito d’opposizione nell’aspettativa di guadagnare consensi, dai Moderati di Ulf Kristersson ai Democratici di Jimmie Akesson. La situazione è così grave che durante il tradizionale discorso alla nazione di fine estate pronunciato dai capi dei due principali partiti, quest’anno incentrato sulla pandemia, Kristersson ha voluto rompere il protocollo e parlare di un altro argomento: l’emergenza violenza.

Kristersson ha confutato la tesi dell’esecutivo secondo cui la guerra tra bande sarebbe sotto controllo, illustrando come da gennaio a metà agosto abbiano avuto luogo 210 sparatorie e 24 omicidi e accusando i criminali di essere “i terroristi domestici della Svezia”. Dopo aver definito il fenomeno criminoso una “seconda pandemia”, Kristersson ha aggiunto: “Lofven non sta agendo contro le bande. Prima non le ha viste arrivare e adesso manca del potere e di politiche concrete [per affrontarle]”.

L’insieme di questi eventi, che ha mobilitato le stesse forze politiche centriste e moderate, non ha potuto che fare il gioco degli elementi più radicali, che il pomeriggio del 28 si sono dati appuntamento a Malmo per protestare contro l’immigrazione di massa dai Paesi islamici su iniziativa di Dan Park, un attivista noto nel panorama nazionale per le sue idee neonaziste e islamofobe.
La notte di violenze

La manifestazione non autorizzata durante la quale è stato bruciato il Corano avviene, quindi, sullo sfondo di un contesto particolarmente sensibile e incendiario di cui i media non svedesi sembrano ignorare l’esistenza, volutamente o meno. Nonostante la folla di dimostranti sia stata composta soprattutto da svedesi, alcuni dei presenti sono giunti dalla Danimarca e sono stati identificati come membri del gruppo neofascista “Linea dura” (Stram Kurs) fondato dall’avvocato Rasmus Paludan.

Quest’ultimo, monitorato dalle forze dell’ordine di Copenaghen e Stoccolma, era stato bloccato al valico dei due Paesi la mattina del 28 e trovato in possesso di un Corano presumibilmente da bruciare. Dopo un rapido controllo, all’attivista era stato impedito l’ingresso in Svezia, ma ciò non ha impedito che qualcun altro compiesse quel gesto provocatorio al posto suo.

Il video del rogo è diventato virale nell’arco di poche ore, condiviso dai circuiti virtuali dell’estrema destra all’intera rete, spingendo diverse centinaia di residenti di Rosengard, il quartiere-ghetto più celebre della città, a scendere in strada e a dar vita ad una guerriglia urbana durata l’intera sera. I manifestanti di estrema destra avevano già rincasato, perciò la rabbia per il vilipendio commesso è stata sfogata sull’arredo urbano, sui veicoli in sosta e sulle forze dell’ordine. I tafferugli sono terminati con quindici arresti, decine di poliziotti feriti e decine di autovetture distrutte dalle fiamme.
Rosengard, il quartiere ad accesso vietato

Il primo elemento che traspare dai video in circolazione che documentano l’accaduto – confutando la versione sostenuta da una certa stampa – è la ricorrenza del Takbir, ovvero l’espressione “Allah akbar”, utilizzata come un vero e proprio grido di battaglia dai rivoltosi di Rosengard in ogni fase dei tafferugli: dai primi contatti con la polizia all’appiccamento degli incendi.

Si tratta di un fatto che non è possibile sottovalutare né trascurare perché è indicativo della presenza di personaggi appartenenti all’islam radicale all’interno della rivolta che, non a caso, è stata duramente condannata anche dai capi della comunità musulmana cittadina, come l’imam Samir Muric.

Rosengard ha una popolazione di quasi 25mila abitanti e, per via dei numerosi record negativi che può vantare, è considerato il ghetto per antonomasia di Malmo, la città più musulmana di Svezia (il 20% della popolazione è di fede islamica). Non sono disponibili dati recenti e aggiornati riguardanti la composizione etnica della popolazione; le ultime cifre sono del 2012 e all’epoca era risultato essere di origine straniera l’86% dei residenti, in prevalenza provenienti dal Medio Oriente, dall’ex Iugoslavia e dall’Africa orientale.

Il quartiere è noto per aver dato i natali al calciatore di fama mondiale Zlatan Ibrahimovic, ma è anche la culla di Osama Krayem, fedelissimo di Abu Bakr al-Baghdadi, il cui nome compare nei fascicoli sugli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 e di Bruxelles del 22 marzo 2016. Prima di giurare fedeltà allo Stato Islamico, Krayem aveva prestato il volto ad un documentario realizzato a Rosengard, figurando tra gli esempi di integrazione riuscita nel difficile quartiere.

Krayem, come tanti altri residenti di questo ghetto, è stato radicalizzato in una delle numerose moschee clandestine che da oltre un ventennio operano nel quartiere e che sono gestite da imam radicali collegati al jihadismo internazionale, la cui esistenza è stata denunciata a più riprese, ma invano, dall’Università di Difesa della Svezia.

Rosengard, in breve, è uno di quei quartieri popolarmente ribattezzati “no-go zone” (zona ad accesso vietato) che in Svezia vengono classificati come “aree particolarmente vulnerabili”, “aree vulnerabili” e “aree a rischio”. In tutto il Paese, stando all’ultimo rapporto delle forze dell’ordine, datato 2019, esisterebbero ventidue aree appartenenti alla prima categoria, e Rosengard ne fa parte.

Capire il motivo di tale classificazione è semplice: il malcontento non è nato il 28 agosto, ma risale agli anni ’90, quando la quota degli stranieri sul totale della popolazione ha raggiunto la soglia critica, superando il 50%, venendo accompagnata simultaneamente da un decremento della qualità della vita e della mobilità sociale, sullo sfondo della proliferazione di moschee fai da te e microcriminalità che, negli anni, hanno portato rispettivamente alla diffusione di radicalizzazione religiosa e guerre tra bande per il controllo dei traffici illeciti.

Rosengard è anche il luogo in cui è avvenuta la prima rivolta urbana di stampo etno-religioso nella storia della Svezia. Fra il 18 e il 20 dicembre 2008, centinaia di residenti musulmani, soprattutto giovani, si scontrarono con le forze dell’ordine per protestare contro il mancato rinnovo del contratto d’affitto ai proprietari del centro culturale “Islamiska Kulturföreningen”. Gli scontri, ancora oggi ritenuti i “più violenti mai affrontati” dalle forze dell’ordine svedesi, furono caratterizzati dall’utilizzo di esplosivi artigianali, come i tubi bomba, e furono esacerbati dal coinvolgimento di decine di appartenenti alla galassia Antifa, giunti sul posto per dare manforte ai rivoltosi nonostante la consapevolezza che si trattasse di islamisti.

Dalle notti di quel lontano dicembre ad oggi nulla è cambiato: schermaglie tra bande rivali, violenze contro le forze dell’ordine, inclusi attentati e atti intimidatori contro il commissariato locale, focolai di islam radicale nascosti all’ombra dei palazzi, e la periodica esplosione della polveriera.
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Noi bruciamo il Mein Kampf di Hitler e il Corano di Maometto

Messaggioda Berto » dom nov 01, 2020 9:08 am

Alcune persone, imbarazzate dallo scandalo, pretendono che Giovanni Paolo II non abbia mai baciato il Corano

http://www.crisinellachiesa.it/articoli ... corano.htm

Alcune persone, imbarazzate dallo scandalo, pretendono che Giovanni Paolo II non abbia mai baciato il Corano 1. Oppure dicono che il ritratto libro nella fotografia non sia il Corano, o affermano che si tratti di un montaggio fotografico! Queste obiezioni sono facili da smontare. Innanzitutto, c'è la testimonianza del Patriarca caldeo cattolico Raphaël I BiDawid (1922-2003), che era presente a quell'incontro 2: «Il 14 maggio sono stato ricevuto dal Papa, con una delegazione composta dall'iman sciita della moschea sunnita Khadum e dal presidente del consiglio di amministrazione della Banca islamica irachena. C'era anche un rappresentante del Ministero iracheno della religione [...]. Alla fine dell'udienza, il Papa si è inchinato davanti al libro sacro musulmano, il Corano, presentato dalla delegazione, e lo ha baciato in segno di rispetto. La foto di questo gesto è stata mandata in onda a più riprese dalla televisione irachena per dimostrare che il Papa non solo ha consapevolezza della sofferenza del popolo iracheno, ma che ha anche molto rispetto per l'islam». Questa testimonianza potrebbe bastare, ma si potrebbero citare anche altri articoli apparsi sui media:

- In un articolo pubblicato su Le Monde des religions in occasione della morte di Giovanni Paolo II è stato scritto: «Giovanni Paolo II ha compiuto alcuni gesti simbolici senza precedenti. Egli è stato il primo Papa a riunire in preghiera i capi spirituali delle principali confessioni del pianeta, il primo ad entrare in una sinagoga, il primo a penetrare in una moschea, il primo a baciare pubblicamente il Corano, a pregare davanti al Muro del Pianto a Gerusalemme, a partecipare in numerose occasioni a riti non monoteisti […]. Non dimentichiamo inoltre che è stato soprattutto un Papa viaggiatore, trovandosi di fronte, naturalmente, in quasi tutti i suoi spostamenti, al problema della diversità. Ora, ogni volta che si è trovato dinanzi a popolazioni non cattoliche, egli ha tentato, con un senso acuto del simbolo, di entrare in relazione fraterna con i loro rappresentanti religiosi» 3

- Un altro articolo apparso su La Vie, del 10 settembre 2008, contiene un'affermazione di Rémi Brague, professore di filosofia alla Sorbona e a Monaco, rilasciata nel corso di un'intervista: «Quale è il suo atteggiamento profondo (di Benedetto XVI) nei confronti dell'islam»? Risposta di Brague: «Non credo che lo conosca bene. Non ha avuto alcuna ragione di studiarlo. E io non so chi lo consiglia a questo riguardo. Spero che eviti certi errori come quello, molto più grave, di Giovanni Paolo II, di baciare il Corano […]. Avrebbe fatto molto meglio prima a leggerselo».

- In un articolo pubblicato su Valeurs actuelles e ripreso da Salon Beige ha dichiarato Annie Laurent, politologa e scrittrice francese: «Il bacio del Corano di Giovanni Paolo II, portato in dono da una delegazione irachena, nel 1999, ha suscitato un forte smarrimento presso i cristiani d'Occidente e d'Oriente, come se fosse un'attestazione ufficiale della veridicità dell'islam» 4.



San Giovanni Paolo II baciò Il Corano. Eppure Allah nel Libro sacro dell’islam ordina di combattere e annientare i cristiani e gli ebrei
Magdi Cristiano Allam
10/01/2018
https://www.magdicristianoallam.it/blog ... ebrei.html

Cari amici, nel 1999 San Giovanni Paolo II baciò Il Corano. Fu il Patriarca caldeo cattolico Raphael I Bidawid a rivelare che il Papa baciò Il Corano:

«Il 14 maggio 1999 sono stato ricevuto dal Papa in Vaticano con una delegazione composta dall’imam sciita della moschea Khadum e dal Presidente del Consiglio di amministrazione della Banca islamica irachena. C’era anche un rappresentante del Ministero iracheno dei Beni Religiosi. Alla fine dell’udienza, il Papa si è inchinato davanti al libro sacro musulmano, il Corano, presentato dalla delegazione, e lo ha baciato in segno di rispetto. La foto di questo gesto è stata mandata in onda a più riprese dalla televisione irachena per dimostrare che il Papa non solo ha consapevolezza della sofferenza del popolo iracheno, ma che ha anche molto rispetto per l’islam».

Eppure Il Corano è un testo profondamente anti-cristiano e ancor di più è anti-ebraico. Allah nel Corano ordina ai musulmani di annientare, combattere e di non scegliersi per alleati i cristiani e gli ebrei.

«Dicono i giudei: “Esdra è figlio di Allah”; e i nazareni dicono: “Il Messia è figlio di Allah”. Questo è ciò che esce dalle loro bocche. Ripetono le parole di quanti già prima di loro furono miscredenti. Li annienti Allah. Quanto sono fuorviati!». (5, 14)

«Combattete coloro che non credono in Allah e nell'Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati». (9, 29)

«O voi che credete, non sceglietevi per alleati i giudei e i nazareni essi sono alleati gli uni degli altri. E chi li sceglie come alleati è uno di loro. In verità Allah non guida un popolo di ingiusti». (9, 30)

Invito tutti a conoscere ciò che Allah prescrive nel Corano. Per agevolarne la lettura e soprattutto per renderlo il più possibile comprensibile ho appena pubblicato una guida semplice, ragionata e selezionata dal titolo “Il Corano senza veli”. Potete ordinare il mio nuovo libro attraverso il mio sito magdicristianoallam.it/libri al costo di 10 euro più la spedizione. Solo conoscendo adeguatamente l’islam potremo vincere la paura che ci ispira e riscattare il nostro inalienabile diritto a essere pienamente noi stessi dentro casa nostra.



Amico islam. Il "dialogo a ogni costo" di papa Wojtyla
Le critiche al papa che molti cardinali e vescovi pensano ma non dicono in pubblico. Trascritte in un libro da un islamologo che le conosce da vicino
di Sandro Magister

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/6973.html

ROMA - Protesa com'è nel Mediterraneo, l´Italia è un approdo naturale dell´ondata migratoria islamica verso l´Europa. La risposta della Chiesa italiana - e del vescovo di Roma, il papa - a questa crescente pressione musulmana è quindi indicativa di un più generale porsi della Chiesa cattolica di fronte all´islam.

Fino a un decennio fa, la risposta prevalente della Chiesa italiana era di tipo caritativo. L´immigrazione musulmana era vista come un´emergenza sociale. E ad essa si rivolgevano organismi ´ad hoc´ della conferenza episcopale come Caritas e Fondazione Migrantes. Il dialogo pacifico, anche interreligioso, era la dominante di questo approccio.

Ma da alcuni anni non è più così. In un libro uscito in questi giorni, intitolato "Xenofobi e xenofili. Gli italiani e l´islam", Renzo Guolo dedica un intero capitolo proprio al cambiamento di linea dei vescovi italiani e alla nuova risposta che essi danno alla sfida musulmana.

Guolo insegna sociologia della religione all´università di Trieste ed è specialista del fondamentalismo islamico. Su questo tema scrive editoriali per il quotidiano della conferenza episcopale, "Avvenire".

E nel suo libro descrive passo per passo, protagonista per protagonista, quella che chiama "la svolta della Cei" di questi ultimi anni: la polemica anti-dialogo lanciata per primo dal vescovo di Como, Alessandro Maggiolini; il brusco risveglio dell´assemblea dei vescovi, nel 2000, di fronte ai guasti dei matrimoni tra cristiani e musulmani; l´offensiva del cardinale di Bologna, Giacomo Biffi, contro i cattolici "della resa"; l´attestarsi anche del cardinale progressista Carlo Maria Martini su posizioni più reattive; i richiami del cardinale Camillo Ruini a un rafforzamento dell´identità cristiana dell´Italia e dell´Europa.

In Vaticano, dà man forte a questa nuova linea il cardinale Joseph Ratzinger. Ma il papa?

Il papa no. Stando alla descrizione che ne dà Guolo, Giovanni Paolo II non si è mai smosso dalla linea del "dialogo a oltranza".

Questa linea, si sa, è criticata da molti vescovi e cardinali. Oggi più di ieri. Ma mai in modo diretto e pubblico. Sono critiche che restano "off the record", espresse al più in colloqui privati.

Eppure sono critiche forti e diffuse, condivise da uomini di Chiesa autorevoli. Guolo le ha semplicemente messe per iscritto, in un paio di pagine di questo suo ultimo libro.

Mentre si avvicina il venticinquesimo anniversario del pontificato di Giovanni Paolo II - col prevedibile diluvio di retorica elogiativa - è utile gettare l´attenzione anche su questo suo aspetto discusso.

Ecco il passaggio del libro che dà conto di questa discussione:

Chiesa e islam nella visione di Giovanni Paolo II

di Renzo Guolo

Nonostante i conflitti e le persecuzioni che nel mondo vedono i cristiani vittime dei musulmani, Giovanni Paolo II non sembra nutrire alcuna paura dell´islam. Per Karol Wojtyla il dialogo religioso è necessario per costruire il bene comune dell'umanità. Esso poggia sulla consapevolezza che vi sono valori comuni a ogni cultura, in quanto radicati nella natura della persona. La difesa della famiglia, il rifiuto dell´aborto, la pace sono solo alcuni di essi. Il papa ha più volte dichiarato che egli si rivolge "all´autentico islam religioso, l´islam che prega, l´islam che sa farsi solidale con chi ha bisogno".

Il papa è mosso, oltre che da intima convinzione, dalla necessità di tutelare le comunità cristiane nei paesi della Mezzaluna e dall´esigenza di evitare che l´islam si schiacci su posizioni fondamentaliste. Prospettiva che condurrebbe a quello scontro di civiltà che Wojtyla giudica nefasto per le sorti dell´umanità. Chiedendo scusa per le crociate o facendo gesti clamorosi come pregare nella moschea degli Omayyadi a Damasco, in origine basilica cristiana, Giovanni Paolo II ha cercato di tenere aperto il dialogo con il mondo musulmano. Così come ha fatto promuovendo gli incontri tra le religioni ad Assisi nel 1986 e nel 2002. E così come ha fatto schierando decisamente la Chiesa contro l´intervento militare americano in Iraq.

La linea del papa, che nel mondo cattolico qualcuno definisce "oltranzismo dialoghista", genera però una critica diffusa tra i vescovi e nella stessa curia romana. Secondo queste posizioni, Giovanni Paolo II parla, illusoriamente, a interlocutori che non possono garantire alcuna linea di condotta per la umma musulmana. In quanto "religione senza centro", l´islam è privo di autorità in grado di vincolare i comportamenti dei suoi fedeli. Secondo gli oppositori del dialogo, confidare in simili compagni di preghiera del papa è speranza vana, dal momento che rappresentano solo sé stessi. Purificando la memoria storica della Chiesa, chiedendo perdono per le crociate, ossequiando i "persecutori" dei cristiani, il papa, secondo i suoi critici, espone la Chiesa a pesanti umiliazioni. Inoltre, trasforma l´ecumenismo in una sorta di sincretismo in cui una religione sembra valere l´altra. È una critica dura, che per rispetto dell´autorità papale e delle condizioni dì salute di Giovanni Paolo II non si manifesta come dissenso aperto ma segna, comunque, profondamente il corpo ecclesiale.

La linea del papa fu respinta dalla maggioranza dei cardinali proprio nel concistoro del 1994 in cui Giovanni Paolo II espresse l´intenzione di chiedere perdono per le "colpe" dei suoi predecessori. Ma nonostante il parere contrario di molti settori ecclesiali, non solo quelli apertamente tradizionalisti, il papa decise di proseguire su quella linea. Nel silenzio ostile di molti: tra loro quelli che ricordano come Wojtyla, uso a intervenire su tutti i temi, abbia steso un velo di silenzio sulle persecuzioni dei cristiani nei paesi musulmani.

Secondo i critici, nonostante Giovanni Paolo II abbia chiesto il rispetto dei diritti umani , tra i quali la libertà religiosa, anche al mondo islamico, è l´aspetto del "dialogo a ogni costo" il tratto saliente, e non condiviso, della linea papale. Ma convinto dell´impossibilità di far progredire il dialogo tra religioni mediante strategie già usate in passato, Wojtyla ha ignorato queste critiche. Egli sembra ritenere che solo il gesto profetico, la prospettiva utopica, lo slancio mistico nutrito di un intensa spiritualità possano realizzare quell´obiettivo. A costo di umiliare la Chiesa facendosi carico delle colpe del passato, nella speranza che anche gli altri, a loro volta, ammettano prima o poi le proprie.

La linea papale sull´islam muta di tono sul tema della società multietnica. Qui Wojtyla afferma che occorre individuare principi etici di fondo capaci di regolare la convivenza all´interno di quel tipo di società. Per il papa le istanze culturali degli immigrati vanno rispettate e accolte; ma solo se non si pongono "in antitesi ai valori etici universali, insiti nella legge naturale, e ai diritti umani fondamentali". Giovanni Paolo II ricorda che il diritto degli immigrati al riconoscimento giuridico di specifiche espressioni culturali è legato alla "valutazione del bene comune" in un dato momento storico e in una data situazione territoriale e sociale. Il richiamo permette al papa di sottolineare l´importanza del legame tra cultura e territorio. Per Woyitla occorre garantire a un territorio un certo "equilibrio culturale", in rapporto alla cultura prevalente. Equilibrio che, nel rispetto dei diritti fondamentali delle minoranze, prevede la continuità di una determinata "fisionomia culturale". Ovvero di quel patrimonio di lingua, tradizioni e valori che si legano generalmente all'esperienza della nazione e al senso della patria. Se ne deduce, ad esempio, che l´equilibrio culturale della "cattolica Italia" non debba essere alterato dalla presenza islamica.

Ma l´esigenza di "equilibrio culturale" di un territorio, ricorda Wojtyla - in questo quasi sconfessando il cardinale Giacomo Biffi, - non può essere soddisfatta con strumenti legislativi. Questi non sono efficaci se privi di fondamento nell'ethos della nazione; e sono destinati a cambiare quando una cultura perde forza. Per il papa occorre, invece, mantenere viva e vitale la cultura e l´identità cristiana della nazione. Solo così essa non verrà sopraffatta, mentre nessuna legge potrebbe tenerla in vita artificiosamente. La linea di Giovanni Paolo II sulla società multietnica è quella della sfida tra identità religiose forti, più che quella dell´Europa fortezza. Egli non invoca la legge ma il confronto sui valori, opponendo carisma a norma. Una linea legata più al suo personale carisma che alle convinzioni dei vertici della Chiesa italiana.

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Il libro:

Renzo Guolo, "Xenofobi e xenofili. Gli italiani e l´islam", Laterza, Bari, 2003, pagine 182, euro 14,00.

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Su un precedente saggio di Renzo Guolo, con pagine dedicate a Hamas, in questo sito:

> A Betlemme è ricomparso Erode (5.4.2002)

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(s.m.) - Il "Corriere della Sera" del 3 e del 4 settembre ha pubblicato un´inchiesta di Magdi Allam sui convertiti dall´islam alla fede cristiana. Una maghrebina di nome Nura dice: "Ci sentiamo abbandonati. Dopo la conversione non abbiamo nessuno che ci sostenga. Chiediamo aiuto alla Chiesa e all'Italia: proteggeteci, difendeteci".

A queste parole, che spostano sulla Chiesa cattolica la colpa di non difendere i convertiti da una minaccia alla loro vita che in realtà viene tutta e soltanto dal mondo islamico, l´arcivescovo Michael Fitzgerald, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, risponde: "Dico alla signora maghrebina e a tutti i musulmani convertiti al cristianesimo che anche noi abbiamo questa preoccupazione. Non cessiamo di parlare di libertà di coscienza con i nostri partner. Spesso tendono a limitare la libertà di religione alla libertà di culto. Per noi la libertà di religione va oltre, abbraccia anche la libertà di cambiare la religione. Ma non è un discorso che viene recepito facilmente".

Tutto qui. Fitzgerald evita accuratamente di esplicitare che il "discorso" ha a che fare con la messa al bando, la persecuzione e talora la condanna a morte dei convertiti al cristianesimo, da parte del mondo musulmano.

Anzi, in un altro passaggio della sua intervista Fitzgerald mostra di nutrire non gioia ma "preoccupazione" per l´ingresso nella Chiesa di convertiti dall´islam: "Si deve sempre chiedere le motivazioni di questo cambiamento. Talvolta si presenta con il desiderio di essere un vero italiano. Ma uno potrebbe essere italiano e al tempo stesso essere musulmano. Avrei una preoccupazione all´arrivo, nel senso dell´accoglienza nella comunità cristiana".

In un´analoga inchiesta dell´"Espresso", uno degli ecclesiastici più attivi con gli immigrati musulmani in Italia, dirigente della Fondazione Migrantes, diceva: "Abbiamo deciso di non incoraggiare in alcun modo le conversioni".

Sia queste parole che quelle di Fitzgerald riflettono in pieno la linea del "dialogo" tra Chiesa e islam. Ed è contro questa linea che il cardinale Giacomo Biffi ha pronunciato una delle sue battute sferzanti: "Predicare e battezzare è dovere statutario della Chiesa. Per tutti. Gesù non ci ha comandato: predicate il vangelo a ogni creatura tranne i musulmani, gli ebrei e il Dalai Lama".

Ecco il link all´articolo dell´"Espresso":

> I convertiti dall'Islam. Chi lascia Allah se ne pentirà (5.4.2001)

E il libro che descrive le vicissitudini dei convertiti:

Jean-Marie Gaudeul, "Vengono dall´islam, chiamati da Cristo", Emi, Bologna, 1995, pagine 320, euro 15,95.

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Un saggio che critica a fondo il "dialogo" e vi contrappone una teologia centrata sull´"assoluta novità del cristianesimo rispetto all´islam" è uscito nel settembre 2002 sul n. 3 di "Teologia", la rivista della Facoltà teologica dell´Italia settentrionale, con sede a Milano.

L´autore è Giuseppe Rizzardi, sacerdote della diocesi di Pavia e professore di islamistica nella Facoltà. Il saggio ha per titolo "Teologia ed islam: componenti costanti del dibattito religioso". Eccone alcune citazioni:

- "Il ruolo della teologia cristiana non è di conciliare le diversità del ´credo´, di scoprire nell´islam ´semi cristiani´ e ´semi biblici´, di far ´dialogo´, ma di annunciare la novità cristiana. L´annuncio comporta necessariamente un giudizio di verità sull´islam alla luce della verità cristiana".

- "Troppa letteratura ha compiuto e compie tentativi di omologazione tra i monoteismi storici, ebraico, cristiano, islamico, e punta al teocentrismo delle religioni in vista di un ´dialogo´ teologico senza alcuna verifica delle rispettive prospettive religiose".

- "La teologia deve prendere le distanze dal processo - storicamente perseguito nella controversia cristiana - in base al quale dal Dio uno si possa giungere alla Trinità come se si trattasse di una sommazione. Il Dio uno e unico dell´islam è talmente chiuso nella sua segreta unità ontologica che non solo si contrappone al mistero trinitario come origine della salvezza umana ma anche a una mediazione in Cristo".

- "Nel Corano il processo di islamizzazione di Gesù è talmente accentuato che il Cristo del Vangelo e della teologia è irriconoscibile nel linguaggio islamico".

- "Le ragioni, le speranze e le utopie del dialogo interreligioso portano con sé il rischio, sia da parte cristiana che da parte musulmana, di una semplificazione che contraddice la verità delle due fedi".
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Messaggioda Berto » dom nov 01, 2020 9:10 am

Dan-Eivind Lid, 48 anni, l'uomo che ha bruciato il corano, trovato morto con 'danni visibili'
6 Ottobre 2020

https://www.islamnograzie.com/dan-eivin ... -visibili/

L’organizzazione Stop Islamisation of Norway, di cui il defunto era un membro attivo, cerca di contrastare la proliferazione dell’Islam, che vede come un’ideologia totalitaria che viola la Costituzione norvegese e contraddice i valori democratici e umanitari.

Dan-Eivind Lid, 48 anni, uno dei pezzi centrale dell’organizzazione anti-Islam Stop Islamisation of Noway (SIAN), è stato trovato morto. La polizia sostiene si tratti di omicidio. Fonte: emittente norvegese NRK

Lid è stato trovato morto nel suo appartamento a Suldalen a Kristiansand, con quello che è stato segnalato come “danni visibili al corpo”.

Sia il servizio di sicurezza PST che la polizia criminale nazionale Kripos hanno aderito a indagare sull’incidente. Dan-Eivind Lid è stato visto vivo l’ultima volta venerdì.

“Una delle nostre ipotesi è che la persona sia stata sottoposta a un grave atto criminale ed è morta a causa di ciò”, ha detto un portavoce della polizia in una conferenza stampa.

La polizia ha diverse piste, ma ha rifiutato di soffermarsi su di loro. Finora, nessuno è stato accusato o arrestato.

Il leader del SIAN Lars Thorsen ha descritto Lid come “un membro attivo da molti anni”, con il quale ebbe una stretta relazione. Thorsen ha sottolineato che Lid era “amichevole ed educato” e ha sottolineato che, sulla base della sua conoscenza del defunto, non vede motivi visibili oltre a quelli politici.

“Non c’è nulla della sua natura che possa spiegare perché dovrebbe finire in una situazione in cui qualcuno vorrebbe togliersi la vita”, ha detto Thorsen al quotidiano Nettavisen.

L’ex leader del SIAN Arne Tumyr ha descritto Lid come una “figura chiave” che era “sempre pronta a fare uno sforzo”.

Tweet: “È con grande tristezza che confermiamo che Dan-Eivind Lid ci è stato strappato via. Torneremo con ulteriori informazioni più tardi. I nostri pensieri e la nostra simpatia ora vanno alla famiglia in questo momento difficile”.

Fermare l’islamizzazione della Norvegia (SIAN) risale ai primi anni 2000. Il suo obiettivo dichiarato è quello di contrastare la proliferazione dell’Islam, che considera come un’ideologia politica totalitaria che viola la Costituzione norvegese e contraddice i valori democratici e umanitari.

SIAN è noto per le sue manifestazioni pubbliche in celebrazione della libertà di parola che a volte includono corano-brucioto e altri atti simbolici. Più recentemente, un attivista SIAN ha strappato pubblicamente il Corano, ha sputato sulle sue pagine e ha definito il profeta Maometto “un pedofilo e guerrafondaio”, incitando rivolte musulmane.

SIAN ha avuto alterchi con i loro nemici in precedenza e sono stati colpiti con uova e pomodori da musulmani e antirazzisti durante le precedenti manifestazioni. Appena ad agosto, il leader del SIAN Lars Thorsen è stato picchiato a sangue da una folla musulmana in relazione a una manifestazione a Bergen.

La comunità musulmana norvegese è cresciuta in modo esponenziale, raggiungendo quasi il 6 per cento della popolazione del paese nel giro di diversi decenni,e rappresentando ben oltre il 10 per cento o più in alcuni comuni della Grande Oslo.


Dan-Eivind Lid eroe dell'umanità
https://www.facebook.com/daneivind.lid. ... hc&fref=nf
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Messaggioda Berto » mer nov 18, 2020 8:47 pm

??? di Melinda Magyari ???
Il dio della Bibbia, degli ebrei e dei cristiani non è il mostruoso Allah il dio di Maometto, del Corano e dell'Islam.
Le sue parole trasudano un'immensa ignoranza, un'altrettanto immensa presunzione e una incivilissima mancanza di rispetto per i cristiani e tutti i diversamente religiosi e pensanti della terra.
Lei non ha nulla da insegnare ai cristiani e ai non religiosi, né con l'esempio né con le parole.
L'Islam lo conoscono tutti è il nazismo maomettano dell'idolatra Maometto e del suo demenziale Corano, dei crimini dei nazi maomettani da Maometto ai giorni nostri, della miseria infernale dei paesi islamici, della dhimmitudine e del disprezzo verso i non islamici, della violazione dei diritti umani ovunque, dell'inciviltà e del fanatismo demenziale dei mussulmani ovunque nel mondo, credo che basti e che non serva altro per conoscere l'Islam e il suo male assoluto.


Non è affatto vero che l'Islam (di Maometto, del Corano e del loro idolo Allah) eleva spiritualmente, promuove la fraternità umana, la pace e la convivenza civile tra le persone, i popoli, i paesi, gli stati;
non è assolutamente così. caso mai è vero proprio il contrario.
Chi sostiene tale demenzialità è un bugiardo, un irresponsabile, un ignorante o un criminale.

Allah non è Dio ma solo l'idolo mostruoso del criminale Maometto.

Ecco in verità chi era Maometto e cos'era la sua pace!
Maometto fu assai peggio di Hitler e di Stalin e di Toto Riina!
Maometto fu un ignorante, presuntuoso, invasato, esaltato, idolatra che si inventò il suo dio Allah tratto dagli idoli della Mecca, un dio-idolo dell'orrore, del terrore e di morte,
uno che abusò della credulità popolare e che poi si impose con la minaccia, l'intimidazione, il ricatto, la violenza (che non fu affatto per legittima difesa come raccontano i suoi seguaci per giustificarsi ma fu predatoria, aggressiva, sopraffatrice, assassina);
fu un bugiardo, un ladro, un razziatore rapinatore, sequestratore e ricattatore, schiavista, assassino e sterminatore;
fu un razzista al massimo grado che discriminò chiunque non si sottomettesse a lui e al suo idolo e che depredò, cacciò e sterminò ebrei, cristiani, zoroastriani e ogni diversamente religioso, areligioso e pensante che gli si contrapponesse e non si sottomettesse;
invase, depredò, ridusse in schiavitù e fece strage nei paesi altrui imponendo con la minaccia la sua politica e la sua criminale ideologia-teologia religiosa imperialista e totalitaria;
indusse al suicidio, all'omicidio e allo sterminio e fece dire al suo idolo, dettandolo ai suoi seguaci, ciò che poi
fu scritto nel Corano e che da 1400 anni induce e istiga alla violenza, alla discriminazione, alla falsità, alla minaccia, alla depredazione, al disprezzo degli altri non maomettani, alla riduzione in schiavitù e alla dhimmitudine, all'omicidio, al suicidio-omicidio, all'assassinio e allo sterminio di ogni diversamente religioso, areligioso e pensante della terra che non si sottometta ai suoi seguaci e al loro orrendo idolo Allah.

A chi esalta e santifica l'invasato criminale Maometto!
Santificare Maometto, il suo idolo Allah e il Corano è santificare il male, un mettersi dalla parte di ciò che di più maligno esista sulla faccia della terra.
Santificare Maometto, il suo idolo Allah e il Corano dichiarandoli elevatori di spiritualità e portatori di umanità, di amore, di pace, di fratellanza, di giustizia, di cultura e di civiltà significa ingannare e illudere l'umanità intera specialmente quella che soffre a causa dell'Islam e che vorrebbe potersi difendere e liberare da tutto ciò;
Santificare Maometto, il suo idolo Allah e il Corano è farsi demenzialmente, irresponsabilmente e vilmente complici del male, e costituisce di per sé un grave crimine contro l'umanità.
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Messaggioda Berto » mer nov 18, 2020 8:47 pm

Procuratore svedese : Bruciare il Corano non è un crimine d'odio ma contro l'odio contenuto nel Corano
18 novembre 2020

https://www.islamnograzie.com/procurato ... ine-dodio/

La profanazione del libro Corano bruciandolo o prendendolo a calci non è un crimine d’odio in sé, ha detto un procuratore svedese, dopo che le indagini su due proteste anti-Islam, che avevano scatenato rivolte musulmane a Malmo, sono state abbandonate.

Le autorità svedesi hanno deciso di chiudere le indagini preliminari sulle azioni di un partito politico danese di destra, che ha causato disordini nella città di Malmo in agosto. I membri di Stram Kurs (‘Hard Line’) sono stati accusati di incitamento all’odio contro un gruppo etnico. Ma i pubblici ministeri hanno detto che il rogo e i calci di copie del libro sacro dell’Islam non costituivano un crimine d’odio.

Le due controverse azioni hanno avuto luogo venerdì 28 agosto. Il rogo è stato messo in scena e filmato nel quartiere di Emilstorp, mentre l’azione di calci, che gli organizzatori hanno soprannominato “Calcio Corano”, è avvenuta poco dopo in piazza Stortorget.

La polizia svedese alla fine ha arrestato tre membri del partito con l’accusa di incitamento all’odio. I video delle due proteste hanno indignato la comunità musulmana locale, scatenando disordini in città.

Mentre le profanazioni del Corano in sé non costituiva un crimine d’odio, alcuni dei canti che potevano essere ascoltati durante la sessione inerenti ai calci sul libro potevano essere considerati come tali, lo ha dichiarato Lunedi il procuratore di Malmo Sofia Syren ha detto al giornale Sydsvenskan.
Ma gli investigatori non sono riusciti a identificare chi ha colpito a calci il Corano, rendendo impossibile l’accusa. Quindi la settimana scorsa le indagini sono state chiuse.

Le rivolte stesse, tuttavia, hanno lasciato un corpo più affidabile di prove, a quanto sembra. La settimana scorsa, sei persone sono state accusate di vari crimini legati alla violenza.

Un uomo di 31 anni è stato arrestato grazie ai video che lui stesso ha filmato e pubblicato su TikTok durante la rivolta. Gli altri cinque sono tutti adolescenti, tra cui quattro ragazzi di 16 anni e una ragazza di 17 anni. Il procuratore Tomas Olvmyr ha detto che altri capi d’accusa potrebbero seguire.

La rivolta di Malmo ha coinvolto circa 300 partecipanti, che hanno vandalizzato proprietà e si sono scontrati con la polizia della città, lasciando 15 agenti feriti e causando circa 465.000 dollari di danni, la maggior parte su dei veicoli della polizia.

Ironia della sorte, la persona che ha organizzato le manifestazioni contro il Corano a Malmo, non vi ha partecipato personalmente.

A Rasmus Paludan, capo di Stram Kurs, è stato vietato di entrare in Svezia per due anni prima delle proteste ed è stato arrestato per aver violato l’rdine prima di potersi unire ai membri del partito.

La settimana scorsa è stato nuovamente preso in custodia a Parigi, mentre si preparava a mettere in scena un altra manifestazione contro il Corano nei pressi dell’Arco di Trionfo.
Gli è stato ordinato di lasciare la Francia.
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Messaggioda Berto » ven nov 26, 2021 2:42 pm

Bandire e combattere l'Islam come nazismo maomettano, prima che distrugga l'Europa e il Mondo
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2374

Bandire il nazismo maomettano o Islam come male peggiore del nazismo hitleriano e dell'internazismo comunistra sovietico e cinese e tutti i paese che lo praticano e boicottarli economicamente, turisticamente, politicamente e militarmente.

Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa - L'Islam è il culto idolatra, politico religioso, dell'orrore e del terrore, il culto di morte dell'idolo Allah e del suo profeta e primo terrorista assassino islamico, modello per tutti i mussulmani, da sempre, per sempre e ovunque.
Chiediamo al Papa cattolico romano, quanti cristiani, europei, occidentali ed altri innocenti del mondo, dovranno ancora morire prima che il suo "D-o o idolo cristiano del perdono, della fraternità e dell'amore universale" sia sazio, del sangue delle vittime, del martirio dei cristiani, degli innocenti di tutto il mondo, di ogni colore e di ogni credo religioso, e si scagli contro questo credo idolatra di morte che è l'Islam.

https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 8073159753



I tre libri e la violenza
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 201&t=2671

http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 00x101.jpg
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -libri.jpg

Le religioni non sono tutte uguali, vi sono quelle umane e quelle disumane, quelle nonviolente e quelle violente, quelle pacifiche e quelle terroristiche, quelle che promuovono la responsabilità umana e quelle che impongono l'irresponsabilità, quelle laiche e quelle teocratiche, quelle che promuovono la buona volontà e quelle che promuovono la schiavitù, quelle che rispettano i valori/doveri/diritti umani universali, naturali e civili e quelle no, quelle che promuovono il bene e la vita e quelle che producono il male e la morte, quelle che rispettano la libertà e la diversità e quelle no.


Ebraismo e Cristianesimo : violenti come l'islam? No!
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =24&t=2459
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Messaggioda Berto » mer dic 22, 2021 8:08 am

Disegno di legge sull'uguaglianza di genere anti-Islam, le donne non possono essere uguali agli uomini, lo dice il Corano
21 dicembre 2021

https://www.islamnograzie.com/disegno-d ... li-uomini/

I senatori del Nord mercoledì hanno preso a calci una proposta di legge per l’emancipazione delle donne in Nigeria, dicendo che il suo contenuto contraddice l’Islam e i valori culturali del nord.

Il senatore Abiodun Olujimi di Ekiti sta spingendo per far passare il disegno di legge in parlamento dal 2016, ma alcuni senatori hanno sollevato diverse preoccupazioni per far chiudere il disegno di legge o almeno tornare alle fasi iniziali.

La signora Olujimi ha detto che il disegno di legge “consentirà il divieto di tutte le forme di discriminazione contro le donne e garantirà l’uguaglianza di tutte le persone”.

Ma alcuni senatori del nord hanno detto che il disegno di legge non è stato formulato correttamente, in particolare il suo titolo che cerca l’uguaglianza piuttosto che l’equità; pur sostenendo con forza che violerebbe i principi dell’Islam.

“Questa uguaglianza viola il Corano”, ha detto Abubakar Yusuf, rappresentante del distretto senatoriale centrale di Taraba, alla plenaria di oggi. “Non sosterrò l’approvazione del disegno di legge fino a quando la parola uguaglianza non sarà rimossa. Quando si porta l’uguaglianza in essa si viola il Corano”.

Nella sua argomentazione, Aliyu Wammako, che rappresenta il distretto senatoriale di Sokoto Nord, ha detto che non sosterrà il disegno di legge come attualmente inquadrato.

“Quando si tratta di pratiche socio-culturali, è sbagliato”, ha detto Wamakko. “Quando si parla di equità va bene. Quando parli di uguaglianza, non la sosterrò”.

Ma il senatore IIstifanus Gyang di Plateau North ha detto che il disegno di legge contiene elementi cruciali per lo sviluppo sociale ed economico della Nigeria.

“Le donne sono state sempre escluse”, ha detto il senatore esprimendo il suo sostegno. “Le donne hanno diritto alle pari opportunità. Essere donna non è essere meno umani”.

Il presidente del Senato Ahmad Lawan ha detto che le preoccupazioni dei senatori del nord dovrebbero essere affrontate prima che il disegno di legge possa essere approvato.

La signora Olujimi ha affrontato un’opposizione implacabile da quando ha proposto per la prima volta il disegno di legge nel 2015. Il disegno di legge ha sofferto attraverso l’Ottava Assemblea senza passaggio, ma ha detto che la sua determinazione le ha fatto presentare il disegno di legge per l’esame nell’attuale Nona Assemblea.

Nel 2016, alcuni senatori hanno respinto il disegno di legge, dicendo che avrebbe fatto sì che le donne diventassero lesbiche e prostitute. L’argomento è stato respinto dai gruppi civici, che hanno avvertito che la mancata approvazione del disegno di legge potrebbe lasciare la Nigeria indietro tra i paesi che cercano di ottenere punteggi migliori negli indicatori di sviluppo globale.
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