Francia e nazismo maomettano

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Messaggioda Berto » sab ott 03, 2020 8:10 pm

Francia e nazismo maomettano
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Francia e nazismo maomettano

Messaggioda Berto » sab ott 03, 2020 8:11 pm

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Francia e nazismo maomettano

Messaggioda Berto » sab ott 03, 2020 8:12 pm

Je suis Theo van Gogh - Je suis Charlie Hebdo - Je suis Magdi Allam - Je suis Asia Bibi - Je suis Mila
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https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674

L'Islam è una merda?
Sì e planetaria ma non solo è anche una minaccia e una mafia mondiale, una mostruosità, un male assoluto per l'intera umanità.
Nessuna offesa quindi, nessun oltraggio, nessun insulto perché è la pura e semplice verità.
Merda è il nome figurato perfetto per indicare ciò che è ributtante, schifoso, orripilante, da rifiutare, rigettare, scartare, ciò che è disgustoso, velenoso, tossico, demenziale che fa del male, che terrorizza, che manca di rispetto, che disumanizza, che induce all'odio, alla discriminazione, al razzismo, al suicidio, all'omicidio, alle guerre civili e allo sterminio, che porta orrore, terrore e morte.



La reazione islamica alle parole di Mila caratterizzata da violenza verbale intimidatoria e minacce di morte è la prova più evidente che Mila ha ragione e che l'Islam è proprio odio, violenza, morte e merda.
“CORANO È ODIO”/ E l’islam minaccia Mila: le fedi non erano tutte uguali?

https://www.ilsussidiario.net/news/cora ... i/1982264/

Povera Mila, con quel nome da cartoni animati, con le lentiggini e l’aria sbarazzina e impertinente, in che guaio sei capitata. In che dramma ti sei cacciata, e hai cacciato la tua famiglia. Credevi di vivere in un paese che erge i diritti individuali a suprema deità, dove la libertà è sacra e sovrana, e chiunque può esprimere quel che crede, giusto o sbagliato che sia.

Soprattutto se, incalzata sui social, risponde – male – a tono, insultando colpevolmente la religione islamica. E ricevendo tali e tanto gravi insulti e minacce da dover essere messa sotto scorta, con i suoi cari, impedita a frequentare la scuola.

Siamo in presenza di una sedicenne che manifesta pericolosi segni di razzismo e di odio antireligioso, effettivamente. Una sedicenne. Che posta un video arrabbiato, cattivo, volgare, come se ne vedono tanti. Come ne ha ricevuti, prima e dopo. Ma parliamo di una sedicenne, contro cui è stato aperto un procedimento giudiziario per incitamento all’odio (per fortuna archiviato), come ai figuri che l’hanno minacciata, pubblicando il suo indirizzo di casa e di scuola.

Ricordiamo che in Francia non esiste una legge contro la blasfemia. È il paese dei diritti, diamine. Puoi tranquillamente insultare il papa o Gesù Cristo e ricevere applausi per uno sberleffo, esaltato per la libertà di satira. Il papa, Gesù. Non puoi però permetterti di sbeffeggiare l’islam senza rischiare fatwe e attentati. Si è liberi finché non si rischia nulla, insomma. Nel paese che abolisce il termine e il concetto di “padre” perché, ci dicono, si può essere padri o madri a seconda dell’umore e della volontà del momento, si può essere padri e madri insieme, eccetera, nemmeno davanti al disprezzo e alla violenza che si rivolge contro una ragazzina chiamandola “schifosa lesbica” i difensori dei diritti sono tutti dalla stessa parte.

E la Francia si divide, tra chi paragona il caso di Mila a quello dei vignettisti di Charlie Hebdo, colpiti atrocemente dalla furia islamista, e chi in punta di penna distingue, perché Mila non faceva satira, cari i miei intellò, e quindi è maggiormente colpevole, e dunque “se l’è cercata”.

Poi ci si crogiola nel #metoo e si cercano platee per far valere giustamente i diritti delle donne, che notoriamente se la cercano, quando vengono violentate, fisicamente o psicologicamente.

Parliamo di una ragazzina, 16 anni. Una bella lavata di capo, da qualche poliziotto severo, una bella sospensione a scuola, l’invito a dedicare qualche pomeriggio ad aiutare famiglie di musulmani perbene, e lei stessa dice che ce ne sono tante. Si chiama educazione. E perseguire senza se e senza ma i micidiali distruttori di un’identità, un carattere, una giovinezza, certi dell’impunità perché vittime del politically correct, dell’esasperazione dei diritti individuali, qualsivoglia siano le pulsioni che li determinano, e possiamo tranquillamente assolverli per giusta reazione.

La paura piega anche il diritto, l’opportunità o l’interesse politico anche di più. Così si dà rilievo al delegato francese per il culto musulmano, che chiosa “Chi semina vento raccoglie tempesta”, dove lo sturm und drang significa morte, possibilmente, e lecitamente. E non risulta che sia stato indagato, né invitato a svolgere il suo ruolo di delegato per il culto in uno dei paesi dove la libertà di espressione è negata, e si sentirebbe più a suo agio.

Mila, testardamente, chiede scusa, ma non per tutto: agli insulti ha risposto con insulti, sbagliati, ma giustificabili, di protesta. Che dobbiamo dirle? È cresciuta nel paese della libertà, la piccola Marianna, dovrebbero darle un premio, o no? “Dico quello che penso, ne ho assoluto diritto, non ho ripianti”, insiste la ragazzina. Le hanno insegnato così.
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Re: Francia e nazismo maomettano

Messaggioda Berto » sab ott 03, 2020 8:12 pm

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Re: Francia e nazismo maomettano

Messaggioda Berto » sab ott 03, 2020 8:13 pm

Il padre dell’islamista e cittadino pakistano accusato, venerdì scorso, di aver ferito due persone con un tritacarne nei pressi degli ex uffici di Charlie Hebdo a Parigi, si è schierato in difesa del figlio dicendosi “orgoglioso” di lui perché “ha servito l’Islam”.

https://www.facebook.com/groups/1161957 ... 917709336/

In un’intervista al portale Naya Pakistan, il padre di Zaheer Hassan Mehmood, un contadino che vive nella piccola città di Mandi Bahauddin, ha detto che suo figlio aveva “fatto un buon lavoro” e ha assicurato che era “molto felice” per l’attacco terroristico.

Ali Hassan ha ferito due dipendenti della società di produzione Premières Lignes vicino ai suoi stabilimenti nell’11 ° arrondissement di Parigi, luogo dove precedentemente era sita la redazione di Charlie Hebdo, che comunque aveva trasferito la sua sede in un luogo segreto dopo aver subito l’attacco terroristico del gennaio 2015.
L’autore dell’attacco di venerdì, sebbene abbia detto di chiamarsi Ali Hassan quando è stato arrestato, si è identificato come Zaheer Hassan Mehmood in un video di due minuti precedentemente registrato.
Il padre di Mehmood ha chiesto al governo pakistano e ad altri paesi musulmani di rimpatriare suo figlio. “Chiedo al governo pakistano di riportare mio figlio a casa. Ha servito l’Islam e noi siamo un paese musulmano. Mio figlio ha il cuore di un leone”, ha detto, spiegando che suo figlio pregava regolarmente ed era un discepolo di Muhammad Ilyas Qadri, il fondatore dell’organizzazione Dawat-e-Islami, che ha costruito diverse scuole coraniche in Pakistan e in altri paesi.
Nel video registrato prima dell’attacco, Mehmood ha detto che avrebbe commesso l’attacco a causa della nuova pubblicazione sulla rivista satirica “Charlie Hebdo” delle vignette blasfeme del fondatore dell’Islam che avevano causato anche il precedente attacco terroristico del 7 gennaio 2015.
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Re: Francia e nazismo maomettano

Messaggioda Berto » sab ott 03, 2020 8:13 pm

Francia, Macron vara la legge contro l'islam radicale: ecco di cosa si tratta
Francesca Salvatore
2 ottobre 2020

https://it.insideover.com/religioni/le- ... acron.html

La Francia dice stop al “separatismo islamico”: lo fa con il progetto di legge Darmanin-Schiappa, voluto fortemente da Emmanuel Macron fin dall’inizio del 2020, nel tentativo di riportare la religione islamica nell’alveo della legge francese e lontana da velleità politiche. È con il termine “separatismo” che il titolare dell’Eliseo da tempo suole indicare quel coacervo di fenomeni sociali che avrebbe creato una Francia parallela, spesso legata al degrado e all’isolamento delle banlieue, dove i cittadini di fede musulmana continuano a scegliere l’Islam come unica legge e regola di vita, mostrandosi refrattari ai valori secolari della République française.


Il discorso di Macron

Per presentare lo storico provvedimento Macron non ha scelto un luogo a caso, bensì la banlieue di Les Mureaux, una quarantina di chilometri da Parigi, il cui sindaco ha adottato politiche di integrazione di successo. Nel discorso di apertura, che avrebbe dovuto citare le diverse fratture e i differenti “separatismi” che affliggono la Francia contemporanea, il presidente ha scelto di focalizzarsi sull’Islam radicale. L’Islam “oggi vive una crisi in tutto il mondo”, ha tuonato il primo cittadino francese, riferendosi anche alle nuove aspirazioni temporali e politiche che, in molte aree del Pianeta, stanno dettando una linea molto dura in politica estera.

A fargli da eco i due fautori della legge: “Penso che la Francia sia malata di insicurezza. Continuo a pensare che ci siano atti di barbarie e un imbarbarimento di una parte della nostra società», spiega il Ministro Darmanin, mentre la Sottosegretaria Schiappa ha sottolineato come «Negli ultimi tre anni circa 250 luoghi problematici sono stati chiusi, ma rimangono zone grigie. Vediamo che a volte le istituzioni non possono agire in assenza di cornice giuridica. Questa legge ci permetterà di essere più severi”.


I pilastri della riforma

Il testo riforma l’omologa legge del 1905, poi riveduta e corretta appena due anni fa. La legge del 1905 sulla separazione fra Chiesa e Stato è il testo fondatore della laicità alla francese, i cui articoli 1 e 2 (la libertà di culto e il divieto per lo Stato di essere una fonte di finanziamento) restano i principi ispiratori che non verranno meno nel nuovo testo ma messi a nuovo in una Francia che cambia e che spesso, negli ultimi anni, si è piegata sotto i fendenti del terrorismo islamico. Quasi sempre, infatti, si è trattato di giovani francesi ed europei, che hanno covato la propria sete di sangue nei luoghi difficili del Paese dove la voce di Parigi arriva fioca. Proprio per questo, prima dell’approdo in Parlamento, si attendono le proposte e i contributi ulteriori di altri Ministeri (Istruzione, Comunità, Sport, Salute) affinché l’approccio al radicalismo diventi sistemico e passi anche per un mea culpa delle istituzioni: se l’autoghettizzazione è, infatti, un aspetto del problema, Macron ha ammesso in primis, con un “ci siamo costruiti da soli il nostro separatismo”, la completa abdicazione dello Stato in alcune aree.

Presentando la legge sulla separazione, Macron ha indicato i cinque pilastri del nuovo testo.
Il primo consiste in un insieme di misure di ordine e di neutralità del servizio pubblico, ricordando ad esempio che spesso i rappresentanti locali sono messi sotto pressione da gruppi o comunità che chiedono a gran voce uno stato di eccezione.
Il secondo riguarda le associazioni e le organizzazioni, quei settori della vita associata che sono più facilmente permeabili verso il fondamentalismo. Coloro che sostengono l’Islam radicale identificano questi come gli spazi più efficaci per diffondere idee, fornire servizi che le associazioni laiche o lo Stato non forniscono. Una sorta di welfare islamico che usa il bisogno, l’indigenza e l’assenza di Parigi per riscuotere proseliti. Vi saranno, inoltre, nuove ragioni ammesse per lo scioglimento di associazioni e organizzazioni: tra queste anche l’attentato alla dignità della persona o pressioni fisiche o psicologiche.

Il terzo pilastro si concentra sulla scuola che, nella visione del presidente “deve formare cittadini, non fedeli”. Macron ha annunciato che a partire dal prossimo anno l’istruzione a scuola diventerà obbligatoria per tutti a partire dai tre anni, mentre l’educazione parentale e l’istruzione a domicilio saranno concesse solo in casi gravi e per motivi di salute: questo per sottrarre i più piccoli a qualsiasi forma di costrizione familiare, esercitando un controllo sulla radicalizzazione dei più giovani, con particolare attenzione a bambine e giovani donne. Tuttavia, la proposta di introdurre l’arabo nelle scuole sembrerebbe una delle nuove opzioni praticabili, per favorire lo scambio tra lingue e culture e facilitare l’integrazione.

Il quarto pilastro è stato definito da Macron l’“Islam dei Lumi”. Il presidente sostiene che quando la legge del 1905 fu votata l’Islam non era ancora così presente in Francia. Per questa ragione, nel disegno di Parigi c’è l’idea di aiutare l’Islam francese a strutturarsi come partner della nazione e non come sottogruppo isolato. Da qui scaturisce ancora una sterzata nei confronti della formazione degli imam: stop, dunque, alla formazione del clero islamico in Turchia, Marocco e Algeria e via libera alla formazione di imam francesi con istruzione francese.

L’ultimo pilastro mette insieme potenziamento del welfare e deleghe sul territorio: riguarderà il rafforzamento della “presenza repubblicana” con un incremento di risorse in dotazione ai servizi pubblici territoriali in modo da non creare zone grigie in cui il radicalismo possa coltivare il suo seme.
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Re: Francia e nazismo maomettano

Messaggioda Berto » dom ott 04, 2020 12:23 am

“L'islam radicale vuole il controllo dei quartieri francesi abbandonati”
Giulio Meotti
3 ottobre 2020

https://www.ilfoglio.it/esteri/2020/10/ ... --1131956/

Il piano di Macron contro il separatismo islamista: "Una riconquista che richiederà anni"
"Negano alle donne l’accesso agli autobus a causa del loro abbigliamento"
Roma. Una “riconquista che richiederà anni”. Non ha offerto equidistanze, Emmanuel Macron, nel suo atteso discorso contro il “separatismo islamista”. Accompagnato da sei ministri, il capo di stato francese è arrivato a Les Mureaux, fuori Parigi, spesso citata come esempio di convivenza. Macron ha lamentato la rivisitazione dell’identità dei figli degli immigrati “attraverso un discorso postcoloniale”. Ha biasimato la “codardia dello stato”, perché la Francia con la propria negligenza ha lasciato fiorire il separatismo. “È quello dei nostri quartieri. È la ghettizzazione”. Quartieri dove “la promessa della Repubblica non è più stata mantenuta”. Ha detto che l’islam sta vivendo “una crisi profonda”, portando a esempio la Tunisia, dove “trent’anni fa la situazione era radicalmente diversa nell’applicazione della religione”. Li cita, Macron, i nemici della Repubblica: “Wahabismo, salafismo, Fratellanza musulmana…”. È la prima volta che un presidente francese addita i Fratelli musulmani con la loro occhiuta opera di proselitismo sociale, indicandoli come una minaccia non meno grave dell’aperta ostilità allo stato portata dai salafiti. Senza fare amalgami, dice Macron, “è chiaro che c’è un islamismo radicale che porta a negare le leggi della Repubblica”. Secondo lui, l’“obiettivo finale” di questa “ideologia” è “assumere il controllo completo” della società e “rifiutare la libertà di parola, la libertà di coscienza, il diritto alla blasfemia”. Quelle libertà che nelle ultime settimane, come nel caso di Charlie Hebdo, Macron ha espressamente difeso.
La laicità è la neutralità dello stato, ha continuato il presidente francese, “e in nessun caso significa la cancellazione delle religioni nella società”. Ha parlato degli abusi “scioccanti” nei servizi pubblici: “Controllori che negano alle donne l’accesso agli autobus a causa del loro abbigliamento e funzionari eletti che escludono uomini e donne da determinate fasce orarie per l’accesso alle piscine”. Due giovani ventenni erano state appena aggredite in pieno giorno a Mulhouse perché portavano una gonna troppo corta. Mulhouse, la città dove Macron era andato lo scorso febbraio per annunciare la stretta sul separatismo. Il 9 dicembre verrà presentato al Consiglio dei ministri un disegno di legge per rafforzare i principi repubblicani. Si parla di obbligo di neutralità per i pubblici ufficiali, di rafforzare il controllo delle associazioni che beneficiano di fondi pubblici, di limitare l’istruzione domiciliare usata dai fondamentalisti islamici e di porre fine agli imam formati all’estero, annunciando una “transizione” di quattro anni. La destra repubblicana e lepenista lo accusa di “naïveté”, mentre la sinistra radicale e gli attivisti dei diritti umani di “stigmatizzare i musulmani”.
Macron ha parlato a un anno dalla strage alla prefettura di Parigi da parte di un funzionario informatico, Mickaël Harpon. Le indagini dell’antiterrorismo, di cui il Parisien ha potuto prendere visione, rivelano segni di radicalizzazione ignorati. Harpon aveva “smesso di baciare le donne”, “posticipava la pausa pranzo per pregare in moschea”, infine insulti a Charlie e alla religione cattolica. Nelle ultime settimane, numerosi esperti hanno suonato l’allarme infiltrazione. Il sociologo Bernard Rougier, autore di “Les Territoires conquis de l’islamisme”, ha denunciato che gli “indigenisti” convergono con gli islamisti per “spaccare in due la Repubblica”. Gilles Kepel, invece, parlando al Figaro si è chiesto se non sia già troppo tardi, “se la balcanizzazione non sia inevitabile”. Macron ha capito di dover fare presto, che è tardi.
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Re: Francia e nazismo maomettano

Messaggioda Berto » dom ott 04, 2020 12:24 am

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