Dalla parte del male ci sta solo il male e non il bene

Re: Dalla parte del male ci sta solo il male e non il bene

Messaggioda Berto » mer gen 15, 2020 11:12 pm

Ecco il male nazi maomettano sia esso sciita o sunnita.
Sia gli sciiti che i sunniti sono seguaci dell'invasato idolatra, ladro e assassino criminale sterminatore Maometto, del suo mostruoso idolo Allah e del suo demenziale Corano; hanno lo stesso disprezzo e lo stesso razzismo per i non mussulmani, per gli ebrei e i cristiani, per ogni diversamente religioso e pensante, per la donna e per li animali non cambia assolutamente nulla.





Membri del parlamento iraniano cantano contro e per la morte di Israele e degli Usa
https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 075590180/



"Vi uccideremo e mangeremo i vostri cadaveri": espulso un imam
Giorgia Baroncini - Ven, 11/01/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... I-NaV9kPXk


L'uomo, un 31enne tunisino, è stato espulso ieri dall'Italia perché sospettato di essere un terrorista. "Polemico e arrogante con gli agenti, era diventato un leader in prigione"

"Prima o poi morirete tutti, entreremo nelle vostre case e vi uccideremo e mangeremo i vostri cadaveri".

È quanto urlato a un agente penitenziario da Mahmoud Jebali, 31enne tunisino espulso ieri dall'Italia. L'uomo, scontata la pena nel carcere di Padova per rapina, è stato allontanato dal Paese perché sospettato di essere un terrorista.

"Abbiamo cominciato a tenerlo d'occhio dopo che aveva minacciato un agente", ha spiegato uno degli uomini del Nucleo Investigativo Centrale (Nic) della Polizia penitenziaria al Gazzettino. "Sulla sua pagina Facebook, aveva anche espresso apprezzamento per un video intitolato 'macellazione lecita di un cristiano'".

Il 31enne tunisino, privo di permesso di soggiorno, era entrato in Italia in maniera irregolare dal porto di Lampedusa. Come riporta il quotidiano, l'uomo ha numerosi precedenti penali per reati violenti.

"Non aveva mai avuto un atteggiamento tranquillo, era polemico e arrogante con gli agenti. Aveva cominciato a intensificare la pratica religiosa tanto da diventare un capo carismatico per gli altri detenuti di religione islamica. La cerimonia della preghiera del venerdì si faceva nella sua cella e lui, vestito con la tipica tunica dell'imam, celebrava", hanno spiegato dal Nic. L'attività dell'uomo non è passata inosservata così, dopo le segnalazioni degli agenti, il 31enne è stato espulso.



L’IRAN ARRESTA L’UOMO CHE HA FILMATO L’ABBATTIMENTO DELL’AEREO UCRAINO
15 gennaio 2020

https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/i ... 002a.shtml

L'uomo che ha filmato e condiviso il video in cui si sono visti i due razzi lanciati contro l’aereo ucraino è stato arrestato. Lo rende noto l’agenzia iraniana Fars e Tasnim senza dare ulteriori dettagli. Dopo la sciagura dell’8 gennaio, Teheran aveva smentito ogni responsabilità sostenendo che l’incidente era da attribuire a un malfunzionamento ma dopo le indagini e quel filmato che inchiodavano il regime, il presidente Rouhani ammise tardivamente le sue responsabilità. L’aereo fu dunque abbattuto da due missili lanciati a ventitré secondi di distanza l’uno dall’altro e a quanto pare al regime non è andata giù che la prova che li smentiva era stata prodotta proprio da un cittadino iraniano.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Dalla parte del male ci sta solo il male e non il bene

Messaggioda Berto » mer gen 22, 2020 3:33 pm

Iran, la dura minaccia contro l'ambasciatore della Gran Bretagna: "Andrebbe fatto a pezzi"
Mauro Indelicato - Gio, 16/01/2020

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ira ... 4313ufnoSE

Parole molto dure contro Rob Macaire, ambasciatore del Regno Unito a Teheran, sono state pronunciate dall'ayatollah della città santa di Mashad: "Fatelo a pezzi". Il diplomatico è accusato di aver partecipato alle manifestazioni dei giorni scorsi nel Paese

Non accennano certamente a placarsi i toni tra Iran ed occidente dopo questi primi convulsi giorni del 2020, contrassegnati dall’escalation innescata in primis dall’uccisione del generale Soleimani e continuata con la risposta di Teheran data dal lancio dei missili contro basi Usa in Iraq.

Uno di questi missili (o forse più di uno), come si sa, ha centrato un aereo civile ucraino appena decollato in quelle ore dall’aeroporto della capitale iraniana. Un fatto questo causato da un errore ammesso dallo stesso governo di Teheran. Ma che, nelle ore successive, ha innescato proteste tra gli iraniani confluite poi in importanti manifestazioni in diverse città del paese mediorientale.

A questi moti di piazza avrebbe partecipato, secondo le autorità iraniane, anche l’ambasciatore del Regno Unito Rob Macaire. Quest’ultimo è stato fatto allontanare dall’Iran proprio in quanto accusato di aver fomentato le proteste svoltesi soprattutto in alcuni campus universitari di Teheran.

Le manifestazioni infatti, nelle scorse ore hanno coinvolto molti giovani, alcuni dei quali si sono rifiutati di calpestare le bandiere americane ed israeliane. Un fatto ritenuto alla stregua di un oltraggio in alcuni ambienti interni alla Repubblica islamica.

Come detto, i toni per il momento non sono apparsi più distensivi. Contro lo stesso Rob Macaire infatti, sono tornati a tuonare diversi esponenti iraniani. Uno di questi, non è certamente un volto secondario: si tratta infatti dell’ayatollah Ahmad Alamolhoda, membro dell'Assemblea degli Esperti e rappresentante della Guida Suprema a Mashhad. Non certo uno di second’ordine, visto che la città in cui opera è la seconda più grande dell’Iran per numero di popolazione, ma soprattutto risulta essere tra le città sante per gli sciiti.

Le parole usate dall’ayatollah Ahmad Alamolhoda nei confronti dell’ambasciatore Rob Macaire, sono apparse subito molto gravi: “Il rappresentante del Regno Unito – ha infatti affermato il rappresentante di Khamenei a Mashad – andrebbe fatto a pezzi”. Una frase che, pronunciata nel contesto di Mashad e da un esponente di primo piano della Repubblica islamica nella seconda città dell’Iran, potrebbe innescare non pochi problemi per Rob Macaire. Quest’ultimo dovrebbe tornare nel paese mediorientale già nei prossimi giorni.

A riportare le frasi di Alamolhoda, è stato il quotidiano The Indipendent, mentre sui social diversi video hanno confermato le dure parole dell’ayatollah nonché gli applausi della folla che ascoltava il suo discorso.

Lo stesso Alamolhoda, a proposito delle manifestazioni in corso in questi giorni in Iran, ha definito gli studenti scesi in piazza come “la quinta colonna dell’America”, redarguendo in modo incisivo il rifiuto di molti di loro di calpestare le bandiere di Washington e Tel Aviv.



Iran: incontri con tutti i gruppi terroristici. Cosa sta tramando Teheran?
Haamid B. al-Mu’tasim
14 gennaio 2020

https://www.rightsreporter.org/iran-inc ... 6Rj4vCRkJQ


Tutti i gruppi terroristici legati all’Iran sono confluiti a Teheran nell’ultima settimana. A riferirlo sono diverse fonti di intelligence.

Dopo la morte di Qassem Soleimani e la sua sostituzione con Esmail Ghaani, il nuovo leader della Forza Quds ha voluto incontrare separatamente i leader o comunque altissimi rappresentanti di tutti i movimenti terroristici legati all’Iran.

Hezbollah dal Libano, Hamas e Jihad Islamica dalla Striscia di Gaza, le milizie sciite irachene rappresentate dai loro più alti esponenti quali Moqtada Al Sadr e addirittura Hadi Al Amiri, capo dell’Organizzazione Badr, la principale milizia irachena appoggiata da Teheran.

Tutti a Teheran in una settimana e non certo per i funerali di Soleimani ma dopo, uno alla volta sono tutti passati per l’ufficio di Esmail Ghaani.
Cosa stanno tramando?

Cosa stanno tramando i terroristi e gli iraniani? Se lo sono chiesti quasi tutti i servizi occidentali e soprattutto quelli israeliani.

Hanno fatto il punto della situazione dopo l’uccisione di Soleimani? Hanno ripreso in mano i piani di attacco già pronti prima dell’uccisione del capo della Forza Quds? Hanno intenzione di vendicare la morte di Soleimani con uno o più attacchi coordinati?

Di sicuro non tramano nulla di buono anche se una fonte importante della intelligence israeliana è convinta che, per esempio, Moqtada Al Sadr e Hadi Al Amiri siano andati a Teheran per rivendicare il controllo totale su tutte le milizie sciite presenti in Iraq senza interessarsi ad altro, almeno per il momento.
Riprendere da dove aveva lasciato Qassem Soleimani

Molto più probabilmente gli incontri che si sono susseguiti questa settimana a Teheran erano volti a riprendere da dove aveva lasciato Qassem Soleimani, cioè a continuare l’opera del defunto capo della Forza Quds senza lasciare alcun vuoto.

Non è una buona notizia. Soleimani con tutta probabilità aveva creato i presupposti per un formidabile attacco congiunto a Israele. E secondo molti analisti l’attacco era, se non imminente, molto vicino.

Molti analisti sono convinti che gli iraniani vogliano dare al più presto la dimostrazione che l’uccisione di Soleimani non ha pregiudicato né i loro piani né le loro ambizioni strategiche.

E anche questo non è propriamente un bel segnale perché significa che molto presto la tensione con Israele tornerà ad alzarsi pericolosamente, sia sul fronte libanese che, soprattutto, su quello di Gaza.



Lo strano mondo alla rovescia dei progressisti europei
15 gennaio 2020

https://www.rightsreporter.org/lo-stran ... SgV7ZdSNC0

Rubo l’idea del titolo da un editoriale di uno strano Ben-Dror Yemini – strano perché non certo abituato a criticare i progressisti – che infatti definisce il comportamento dei progressisti europei «un enigma».

Ma di quale enigma parla Ben-Dror Yemini su Yediot Aharonot? L’editorialista israeliano si chiede come mai i cosiddetti “progressisti europei” non dicano una parola di condanna sulla durissima repressione in atto in Iran contro i pacifici manifestanti che chiedono democrazia, mentre non perdono occasione per criticare l’unica democrazia in Medio Oriente, cioè Israele.

Scrive il giornalista israeliano: «ma che differenza netta tra i manifestanti in Iran e i radicali nei campus in Occidente. In Occidente, l’avanguardia radicale è caratterizzata da un odio per l’Occidente e Israele, mentre l’avanguardia iraniana è caratterizzata da un odio per gli ayatollah» dove “avanguardia” sta per progressismo.

Mentre i manifestanti iraniani evitano di calpestare le bandiere americane e israeliane, messe li apposta per essere calpestate, in occidente quelle bandiere le bruciano anche se poi fanno convegni dove si parla di Diritti Umani, di pace e di sviluppo.

Per un assurdo paradosso i cosiddetti “progressisti europei” si infuriano con Trump per aver ucciso un assassino seriale come Qassem Soleimani mentre in Iran i giovani manifestanti stracciano i suoi poster dai muri, ben sapendo di quante morti di giovani iraniani era responsabile il capo della Forza Quds.

È un mondo alla rovescia quello dei progressisti europei. Pur di attaccare gli Stati Uniti e Israele giustificano la strage di giovani progressisti iraniani (questi si veramente progressisti) o quanto meno non se ne interessano.

Sono gli stessi progressisti che con l’accordo sul nucleare iraniano (JCPOA) hanno consegnato agli Ayatollah non solo la possibilità di arrivare all’atomica (con un po’ di ritardo) ma soprattutto hanno fatto in modo che gente come Soleimani avesse a disposizione miliardi di dollari per organizzare guerre in tutto il Medio Oriente e sovvenzionare pesantemente gruppi terroristici.

E parlano di Diritti Umani, di democrazia e addirittura di pace.


Iran: se la Mogherini metteva il velo, Josep Borrell mette il paraocchi
Franco Londei
18 Gennaio, 2020

https://www.rightsreporter.org/iran-se- ... e7hPrwcFM0

Sono passate solo poche settimane da quando l’Iran ha annunciato la sua uscita dall’accordo sul nucleare iraniano (JCPOA) e la contestuale ripresa dell’arricchimento dell’uranio oltre i militi consentiti.

In realtà l’Iran era già fuori da quell’accordo nel momento in cui ha iniziato i lavori per riattivare il reattore di Arak per la produzione di acqua pesante (e quindi di plutonio) ed ha annunciato che avrebbe ripreso l’arricchimento dell’uranio oltre la soglia consentita nel reattore di Fordo (o Fordow).

Inizialmente (molto ottimisticamente) si pensava che il silenzio dell’Europa fosse dovuto al fatto che la UE era in un momento di transizione. Cambiava il Parlamento, cambiavano le commissioni e cambiavano le persone sulle poltrone importanti.

In particolare cambiava la persona al timone della politica estera europea. Alla pessima Federica Mogherini succedeva Josep Borrell, dalla padella alla brace visto l’amore di Borrell per gli Ayatollah.

Invece il silenzio europeo non era affatto dovuto al momento di transizione. L’Europa è fermamente intenzionata a mantenere in piedi il JCPOA a dispetto anche della dichiarata volontà iraniana di uscirne.

All’annuncio iraniano di voler uscire dall’accordo sul nucleare, con una mossa “suggerita” da Borrell le Nazioni Unite hanno attivato il “meccanismo di risoluzione delle controversie” che prevede prima di tutto una riunione di Francia, Gran Bretagna, Germania, Russia, Cina e Unione Europea, cioè di quello che rimane del gruppo dei 6+1 dopo l’uscita degli Stati Uniti.

La procedura innescata dalle Nazioni Unite (prevista dal JCPOA) dovrebbe teoricamente portare a verificare se ci sono ancora le condizioni per mantenere in piedi il JCPOA e, nel caso queste condizioni non vi siano, ripristinare le sanzioni contro l’Iran. Una procedura che però durerà molti mesi, mesi durante i quali l’Iran potrà fare sostanzialmente quello che vuole.

Josep Borrell non poteva non sapere che attivando il meccanismo previsto dall’accordo sul nucleare iraniano avrebbe sostanzialmente concesso all’Iran molti mesi di tempo senza che le sanzioni venissero ripristinate.

Ed è proprio quello di cui ha bisogno Teheran in un momento in cui le sanzioni americane stanno mettendo a dura prova l’economia iraniana e i giovani iraniani scendono in piazza per protestare contro il regime. Se, al contrario, anche l’Europa (come potrebbe e dovrebbe) ripristinasse sin da subito le sanzioni, l’Iran si troverebbe davvero in grossi guai.
Josep Borrell incontra Mohammad Javad Zarif in India

Ma, per sua stessa ammissione, Josep Borrell non vuole questo. In un incontro tra Borrell e il Ministro degli esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, avvenuto giovedì scorso a Nuova Deli a margine del Raisina Dialogue 2020, il Ministro degli esteri europeo ha ribadito che «è nell’interesse dell’Europa mantenere in piedi il JCPOA».

È come tenere in vita una persona cerebralmente morta solo per poter dire che è ancora viva.

Di fatto l’Iran è già fuori dall’accordo da diverso tempo e da logica la UE avrebbe già dovuto ripristinare le sanzioni nel momento in cui l’Iran ammetteva pubblicamente la sua uscita dal JCPOA.

Ma evidentemente Borrell la pensa diversamente e vuole dare più tempo agli iraniani, a coloro cioè che lo stesso Borrell in occasione del 40esimo anniversario della rivoluzione islamica che ha portato al potere gli Ayatollah ha definito «la fantastica democrazia iraniana».

Ancora pochi giorni fa il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ribadito che Israele non permetterà mai all’Iran di arrivare a possedere un ordigno nucleare, facendo intendere che lo Stato Ebraico è pronto a fare qualsiasi azione per impedire che Teheran si doti di armi nucleari.

Ed è proprio il comportamento di Josep Borrell a spingere Israele a questi toni. Dare all’Iran molti mesi di tempo significa probabilmente consentirgli di arrivare all’atomica, come ha ammonito proprio Netanyahu riprendendo un report della intelligence israeliana dove si afferma che l’Iran potrebbe far detonare il suo primo ordigno nucleare entro i prossimi 12 mesi.

Ci lamentavamo della Mogherini perché in occasione di incontri con i vertici iraniani indossava il velo, ma Josep Borrell indossa i paraocchi, non si sa quanto volontariamente o meno. E detto sinceramente, è molto ma molto peggio.



Iran, Iraq, Libano: il mondo sciita si solleva contro le guerre degli Ayatollah
Sarah G. Frankl
19 Gennaio, 2020

https://www.rightsreporter.org/iran-ira ... KRF0ipFoqI

Iran, Iraq e Libano, tre stati potenzialmente ricchi (i primi due ricchissimi) che invece vivono in uno stato di miseria inaudita, tre paesi che se non avessero a che fare direttamente con gli Ayatollah vivrebbero in pace e in ricchezza.

Le proteste che vediamo in questi giorni, i giovani iraniani, iracheni e libanesi che ormai da mesi scendono in piazza per chiedere libertà, giustizia sociale e democrazia hanno tutti un comun denominatore: sono nell’area di influenza degli Ayatollah o, come nel caso dell’Iran, sono direttamente sotto la loro oppressione.

Ieri in Libano è stata la giornata più dura di sempre. Oltre 200 persone ferite con gli scontri che ancora a tarda sera proseguivano.

I giovani libanesi al grido di «non pagheremo il prezzo» e di «rivoluzione» protestano contro una situazione finanziaria ormai al collasso e contro una politica che, bloccata da Hezbollah e dalla corruzione, non riesce a formare un governo che traghetti il Paese fuori dalle sabbie mobili del debito.

In particolare Hezbollah, per seguire gli ordini di Teheran, ha trascinato il paese nella guerra siriana che ha aggravato la già difficile situazione libanese portando il Libano sull’orlo della bancarotta con un debito di circa 87 miliardi di dollari, il 150% del PIL.

La situazione non è dissimile in Iraq, paese potenzialmente ricchissimo con tutte le carte in regola per riprendersi rapidamente dai danni provocati prima dall’invasione americana poi da quella dello Stato Islamico. Invece anche in questo caso la corruzione e soprattutto l’interferenza iraniana stanno bloccando tutto lasciando milioni di persone in povertà. Non è un caso che nel mirino dei manifestanti iracheni ci siano l’Iran, i gruppi paramilitari e i politici ad esso associati.

Dell’Iran ne abbiamo parlato a lungo nei giorni scorsi. Qui la repressione contro coloro che protestano contro il regime degli Ayatollah è violentissima. Si parla di migliaia di morti, di decine di migliaia di ragazzi incarcerati. I pasdaran sparano sulla gente con pallottole vere come possiamo vedere dal video qui sotto.

I giovani di Iran, Iraq e Libano sono accomunati dalla voglia di democrazia e soprattutto di pace mentre i loro leader non solo pensano unicamente alla guerra, ma per farlo dilapidano immense fortune che potrebbero servire a risollevare in breve tempo i tre Paesi.

Quando qualche giorno fa gli Ayatollah hanno steso due bandiere, una americana e l’altra israeliana, per far vedere che i giovani manifestanti iraniani le calpestavano, è successo l’imprevedibile. I ragazzi iraniani non solo non le hanno calpestate passando di lato ma hanno duramente redarguito i pochissimi che lo facevano urlandogli contro le parole «disonore, disonore». Tutto documentato.

I ragazzi iraniani, iracheni e libanesi sono accomunati dalla voglia di pace, dalla voglia di una vita normale mentre gli Ayatollah continuano a trascinarli da un conflitto all’altro compromettendo intere economie e quindi il loro futuro.

È singolare come in occidente non si parli di questo, come non si faccia questa associazione tra le proteste dilaganti nel mondo sciita, una sorta di “primavera sciita”, pur di non “disturbare” gli Ayatollah.

Per quanto tempo ancora lasceremo che i pasdaran massacrino questi giovani che giustamente chiedono pace e prosperità? Per quanto tempo l’occidente continuerà ad essere complice di questi massacri e a coprire la grande rivolta sciita?



Questo è l'Islam vero
Alla moschea di Gerusalemme si auspica la restaurazione del Califfato, la liberazione di Gerusalemme dagli ebrei e la conquista di Roma.
Progetto Dreyfus
https://www.facebook.com/watch/?v=796205600860648
Un predicatore musulmano che si fa chiamare Abu Ibrahim Siam, in occasione dei festeggiamenti per la caduta di Costantinopoli di oltre cinquecento anni fa, ha auspicato lo stesso destino per Roma dalla moschea Al Aqsa di Gerusalemme dove ha anche profetizzato la liberazione di Gerusalemme dagli ebrei e la restaurazione del Califfato. Poi ha anche aggiunto: «Questa moschea verrà liberata da coloro che collaborano con l’America, la Russia e l’Occidente» ricevendo dal pubblico estasiato un liberatorio «Allah akbar».



Ayatollah: «la nostra resistenza diffonderà l’Islam in tutto il mondo»
Sadira Efseryan
20 Gennaio, 2020

https://www.rightsreporter.org/ayatolla ... yu62LakFoY

La resistenza iraniana al “bullismo” degli Stati Uniti aiuterà a diffondere l’Islam in tutto il mondo. Lo sostiene il Grande Ayatollah Ali Khamenei.

Secondo la guida suprema iraniana il mondo è rimasto affascinato dal fatto che l’Iran non ha ceduto alla “prepotenza americana”.

«Il mondo ha capito che il “modello di democrazia religiosa” praticato in Iran è l’unico mezzo per resistere al bullismo americano» ha detto stamane Khamenei durante un discorso ad un gruppo di funzionari iraniani.

«Dobbiamo approfittare della simpatia e dal fascino suscitato dalla nostra resistenza per diffondere l’islam e i nostri ideali in tutto il mondo» ha poi proseguito Khamenei.

Secondo la Guida Suprema iraniana l’obiettivo degli americani nel dire che l’Iran dovrebbe comportarsi come una nazione normale è che la Repubblica islamica lasci cadere il suo nuovo messaggio per il mondo, cioè la combinazione dell’opinione popolare con il pensiero islamico (leggi democrazia religiosa n.d.r.).

«Introdurre le basi politiche del sistema della Repubblica islamica e spiegare il suo nuovo messaggio al mondo è un altro compito importante e necessario che dobbiamo imporci» ha proseguito l’Ayatollah Khamenei.

Poi ha attaccato le altre nazioni islamiche colpevoli di non seguire il “messaggio iraniano” e l’unità di tutto l’Islam.

«L’ummah islamica non si è ancora formata nel suo vero senso, vale a dire un’unità coesa che agisce con volontà e scopi comuni» ha tuonato Khamenei. «Sarà la nostra resistenza a unire il mondo islamico e a diffondere l’Islam in tutto il mondo».
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Re: Dalla parte del male ci sta solo il male e non il bene

Messaggioda Berto » mer gen 22, 2020 3:34 pm

Iran, ucciso comandante Basij
22/01/2020

https://www.adnkronos.com/aki-it/sicure ... refresh_ce

Uomini armati e mascherati hanno sparato e ucciso questa mattina il comandante delle Forze Basij, Abdul Hussein Mujaddami, nella città di Shadegan, nella provincia del Khuzestan. Lo riferisce l'emittente al-Arabiya. I Basij sono una forza paramilitare di volontari nata dopo la rivoluzione del 1979 e legata ai Guardiani della Rivoluzione (i Pasdaran) iraniani.

Il governatore della città iraniana di Shadegan ha confermato l'uccisione del comandante dei Basij. Uomini armati di kalashnikov e a bordo di una moto hanno sparato a Mujaddami davanti alla sua abitazione a Darkhovin, nel sudovest della provincia di Khuzestan, come riporta l'agenzia di stampa Irna, che descrive la vittima come ''un difensore dei luoghi sacri''. L'azione non è stata rivendicata, ma l'Irna sostiene che sia legata all'uccisione del generale Qassem Soleimani lo scorso 3 gennaio in un raid aereo americano a Baghdad.
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Re: Dalla parte del male ci sta solo il male e non il bene

Messaggioda Berto » mer gen 22, 2020 3:34 pm

L'Iran considera il cristianesimo, un crimine, punibile anche con la pena di morte
Notizie Cristiane
29 gennaio 2020

https://www.notiziecristiane.com/liran- ... tsvKkqZ0LA

Le persone che lasciano l’Islam e si convertono al cristianesimo possono subire la reclusione e persino la pena di morte, in conformità con la legge islamica iraniana. Quando avvengono casi del genere, i giudici islamici ricorrono spesso a versetti del Corano e degli Hadith (detti e azioni di Maometto) per giustificare i loro verdetti.

Con tali azioni, l’Iran viola sistematicamente la legge internazionale sulla libertà religiosa degli Stati Uniti. Ed è per questo che dal 1999 gli americani hanno affermato che la Repubblica islamica è un “paese di preoccupazione”.

In base al diritto internazionale, il governo iraniano ha l’obbligo di rispettare la libertà religiosa. Ma mentre i cristiani sono sempre più perseguitati e i loro diritti sono stati violati in Iran la persecuzione contro i cristiani ha raggiunto un livello senza precedenti, la comunità internazionale rimane silenziosa, ha detto il consulente di Harvard, Majid Rafizadeh al sito dell’Istituto Gatestone.

La Repubblica islamica dell’Iran sta scatenando un’offensiva globale contro i cristiani, in particolare quelli che hanno osato convertirsi dall’islam al cristianesimo”, afferma Rafizadeh.

Il presidente del Consiglio internazionale americano in Medio Oriente, Rafizade, afferma che recentemente nove cristiani in Iran sono stati condannati da un tribunale islamico e ciascuno è stato condannato a cinque anni di carcere. L’Islamic Revolutionary Guard Corps (IRGC) li ha arrestati per aver partecipato a servizi religiosi in una casa.

In tutto l’Iran, i cristiani vengono arrestati e incarcerati per false accuse, come “promuovere il sionismo”, “diffondere credenze cristiane corrotte”, “diffondere proclami contro la Repubblica islamica e a favore del cristianesimo” o “mettere in pericolo la sicurezza nazionale”.

I rappresentati americani di Open Doors hanno affermato che una particolare accusa, “agire contro la sicurezza nazionale”, viene spesso utilizzata dalle autorità iraniane “per perseguire i cristiani che praticano culti al Signore nelle chiese domestiche”.

Rafizadeh, autore di numerosi libri sull’Islam e sulla politica estera degli Stati Uniti, afferma che la dichiarazione dei leader iraniani secondo cui le pratiche religiose pacifiche di un gruppo minoritario rappresentano una grave minaccia alla sicurezza nazionale è totalmente inaccettabile.

“La popolazione totale dell’Iran è di circa 80 milioni, di cui circa 150.000 sono cristiani, secondo varie stime. Sebbene i cristiani costituiscano una parte estremamente piccola della popolazione, sono sempre stati visti ai sensi della legge islamica iraniana come una minaccia alla “sicurezza nazionale”, spiega.

Rafizadeh afferma che le attività cristiane nella Repubblica islamica sono attentamente monitorate dal servizio d’intelligence iraniano e dal Corpo della Guardia rivoluzionaria islamica.

“Non sono autorizzati a condividere la loro fede con gli altri o celebrare i servizi religiosi in persiano, la lingua nazionale dell’Iran”, ha affermato.



Gino Quarelo
Così era anche per Maometto, nessuna novità, così è scritto anche nel demenziale Corano, questo è da Maometto in poi il nazismo razzista e criminale maomettano.
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Re: Dalla parte del male ci sta solo il male e non il bene

Messaggioda Berto » mer gen 22, 2020 3:38 pm

Salvini diglielo a Fontana che non si fanno affari con l'Iran nazi maomettano!
Perché non è una buona idea fare affari con il regime iraniano
Atlantico Quotidiano
Dorian Gray
21 gennaio 2020

http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... o2uvavTHO8

Apprendiamo dall’account Twitter del Consolato iraniano a Milano che il console di Teheran Daryoush Sowlat ha incontrato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, accompagnato da Alan Christian Rizzi, sottosegretario responsabile dei rapporti internazionali. Le parti, secondo quanto riportato nel tweet, hanno discusso di collaborazioni tra la Regione e alcune province iraniane.

Ci sono due ragioni però che suggeriscono al presidente Fontana di evitare qualsiasi collaborazione con il regime iraniano: una di natura politica e civile, l’altra economica.

Partiamo dalla prima: la Regione Lombardia promuoverebbe una cooperazione economica con il regime di Teheran mentre migliaia di iraniani stanno manifestando contro di esso, mettendo a rischio la loro stessa vita. E in migliaia sono stati già o uccisi o feriti o arrestati nella repressione dei mesi scorsi ancora in atto. Non solo: il regime con cui Fontana vorrebbe promuovere un approfondimento delle relazioni economiche, è lo stesso che si dichiara pubblicamente non solo negazionista, ma anche in favore della distruzione dello Stato d’Israele. Dovrebbe ricordare il presidente Fontana, in quanto esponente della Lega, che è stato proprio il suo leader di partito Matteo Salvini a dire che chi è nemico di Israele e chi non riconosce il diritto ad esistere dello Stato ebraico è nemico anche della Lega. Dunque, coerenza vorrebbe che fermasse qualsiasi tipo di relazioni con la Repubblica Islamica dell’Iran, almeno fino a quando essa non cambierà la sua ideologia jihadista e il suo agire eversivo.

La seconda ragione, quella economica, non è meno rilevante della prima: fare affari con l’Iran è molto pericoloso. Non è infatti possibile sapere con chi davvero si va a fare affari nella Repubblica Islamica, essendo gli interessi dei Pasdaran estesi in ogni settore dell’economia nazionale. Ergo, promuovendo questa cooperazione, si espongono gli imprenditori lombardi al rischio di fare affari – anche inconsapevolmente – con le Guardie della Rivoluzione, con l’effetto di poter cadere sotto sanzioni internazionali (come successo ad alcune banche italiane, come Intesa San Paolo).

Peggio: il regime iraniano non ha ancora aderito ai parametri richiesti dal Financial Action Task Force (FATF), organo intergovernativo che garantisce contro il riciclaggio di denaro, soprattutto a fini di finanziamento del terrorismo internazionale. Nonostante due leggi approvate dal Parlamento di Teheran, l’adesione ai parametri del FATF è stata bocciata due volte dal Consiglio dei Guardiani ed è ora nelle mani del Consiglio per il Discernimento (organo che dovrebbe dirimere le controversie tra Consiglio dei Guardiani e Parlamento). Sono mesi che il Consiglio ha in mano la questione e mesi che i suoi membri fanno capire di non essere a favore della posizione pro-FATF del Parlamento.

Tra un mese, inoltre, si svolgeranno le elezioni parlamentari in Iran e proprio il Consiglio dei Guardiani ha cassato la candidatura di decine di candidati considerati scomodi dal parastato, ovvero da chi veramente governa la Repubblica Islamica (clerici e Pasdaran). Dunque, le possibilità che l’Iran aderisca ai parametri anti-riciclaggio si riducono al lumicino e ovviamente ciò aumenta le possibilità che Teheran ritorni nella lista nera del FATF.

Ci chiediamo: è un “partner” che offre sufficienti garanzie alla Regione Lombardia per sviluppare business e cooperazione?
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Re: Dalla parte del male ci sta solo il male e non il bene

Messaggioda Berto » dom gen 26, 2020 8:45 am

Venetisti venezianisti demenziali antiamericani, antisemiti e filo nazimaomettani

GRANDE INTERVENTO DI "EUROPA VENETA" IN SOLIDARIETÀ ALLA NOBILE NAZIONE DI PERSIA
Europa Veneta
Venezia, 5 gennaio 2020
https://www.facebook.com/fabian.bonora/ ... 6566239588


In questo tragico frangente della politica internazionale, Europa Veneta desidera esprimere la solidarietà dei Veneti alla nobile Nazione di Persia.
Di seguito postiamo i documenti storici illustrati durante una mostra tenutasi a Palazzo Ducale nel 2014: “I doni di Shah Abbas il Grande alla Serenissima. Relazioni diplomatiche tra la Repubblica di Venezia e la Persia Safavide”.
Ancor oggi, in un dipinto di Gabriele Caliari che staziona nella Sala delle Quattro Porte a Palazzo Ducale, si nota il Doge N.H. Marin Grimani circondato dalla presenza amichevole degli inviati della Corte persiana, che recano doni alla Veneta Repubblica per suggellare i rapporti di alleanza tra le due potenze.
Veneti ed Iraniani, dunque, sono stretti da un’intima amicizia millenaria, come si vede dallo straordinario atteggiamento di vicinanza tra i personaggi rappresentati.
Sebbene già allora i Persiani seguissero la Fede mussulmana sciita, mentre i Veneti coltivassero una profonda Fede cattolica, molti dei doni persiani recano tematiche religiose, segno dei profondi legami che legavano queste Nazioni, sapendo apprezzare anche i tratti comuni che caratterizzano le due differenti Dottrine.
A seguito del vile assassinio di cui sono caduti vittime il Generale Qasem Soleimani e numerosi altri funzionari di Stato dell’Iran e dell’Iraq presso l’aeroporto di Bagdad, Europa Veneta esprime la più ferma condanna dei responsabili, rei confessi.
In nome della storica amicizia con la Persia, attuale Iran, è necessario ammonire chi creda di infrangere questi sacri legami: non si sentano al sicuro i tessitori di queste trame oscure contro la Pace tra le Nazioni e la loro sicurezza.
La mano di Dio, prima o poi, farà rimbombare Verità e Giustizia con la potenza del tuono.
Ancora una volta, Europa Veneta esorta i Veneti a impegnarsi nella liberazione delle Terre di San Marco dall’occupazione delle forze oscure legate al nazionalismo italiano, alla massoneria, all’Alta Finanza sionista, per far tornare la Veneta Nazione a quel faro di Civiltà che i nostri Antenati l’hanno resa.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Dalla parte del male ci sta solo il male e non il bene

Messaggioda Berto » ven feb 21, 2020 4:30 am

Interrogazione del senatore Lucio Malan al ministro degli Esteri (che purtroppo, probabilmente, resterà senza risposta come tante precedenti):
21 febbraio 2020

https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 3186878772

MALAN - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

Premesso che:
la sistematica violazione dei diritti umani da parte della Repubblica Islamica dell'Iran, in particolare nei confronti di oppositori politici, donne, omosessuali e minoranze non musulmane, è ben nota;
Amnesty International, nel rapporto del 2019 sull’Iran evidenzia una situazione molto grave: le autorità hanno iraniane hanno pesantemente contrastato i diritti di libertà espressione, di associazione e di riunione, hanno usato forza letale per reprimere proteste, uccidendo centinaia di persone, arrestandone arbitrariamente migliaia, tra queste duecento attivisti dei diritti umani, molti dei quali condannati al carcere o alla fustigazione; torture e maltrattamenti, incluso la privazione di cure mediche restano estese e sistematiche; nello scorso novembre la repressione ha ucciso oltre trecento persone, incluso bambini; secondo fonti iraniane non governative nel corso della repressione delle manifestazioni iniziate a novembre 2019, 1500 persone sono state uccise, 4000 ferite e 12000 imprigionate;
già nell'interrogazione 3-00935 del 25 giugno 2019 era stato chiesto, senza avere risposta, se il Ministro in indirizzo, nei rapporti con la Repubblica Islamica dell'Iran, tenesse conto della sua sistematica violazione dei diritti umani, del sostegno al terrorismo, della promessa di distruggere Israele;
nell'interrogazione 3-01237 del 19 novembre 2019 era altresì stato chiesto, ugualmente senza avere risposta, quale posizione intendesse assumere il Ministro in indirizzo rispetto alla sanguinosa repressione delle manifestazioni che aveva luogo in quei giorni e se ritenesse opportuno l’incontro, allora in programma, con un altro esponente del regime;
in un Tweet del 18 di questo mese, rilanciato dal sito dell’ambasciata, il nostro ambasciatore a Teheran, Giuseppe Perrone (su Twitter “Assafir Perrone” per l’appunto “l’ambasciatore Perrone” in lingua parsi), rende nota la sua visita al quartier generale del ministero dell’informazione, tecnologia e comunicazione “graziosamente accolto” dal ministro Azari Jahromi Mohammad-Javad Azari Jahromi; secondo l’associazione Nessuno Tocchi Caino, e il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America, Jahromi ha giocato un ruolo determinante nella campagna di repressione, controllo e censura che il Governo iraniano ha messo in atto contro le manifestazioni dello scorso novembre, durante le quali proprio il suo ministero ha bloccato l’accesso a Internet in Iran per diversi giorni per asseriti problemi di sicurezza nazionale; anche nel 2009 Jahromi fu coinvolto in operazioni di repressione di proteste, aiutando ad identificare, rintracciare, arrestare e imprigionare molti manifestanti, parecchi dei quali torturati, detenuti illegalmente e alcuni uccisi; Mohammad-Javad Azari Jahromi è soggetto alle sanzioni statunitensi per il ruolo che ha avuto nella censura su larga scala che ha messo in atto;
nel corso dell’incontro, secondo l’agenzia iraniana Mehr News, il ministro Jahromi ha lodato la presenza di aziende italiane del settore ITC nonostante le sanzioni, e ha espresso la volontà di incrementare e migliorare la collaborazione tra i due paesi nel settore dell’intelligenza artificiale;
si chiede di sapere:
se ritiene opportuno l’incontro dell’ambasciatore d’Italia in Iran con il ministro Jahromi, con la feroce repressione delle manifestazioni in Iran ancora in corso, nella quale lo stesso Jahromi ha avuto parte rilevante;
se l’ambasciatore abbia ricevuto istruzioni di dire qualche cosa a proposito di tale repressione e quale posizione abbia in generale assunto il Ministro in indirizzo in merito;
se risulti la presenza in Iran di aziende italiane del settore ITC, se ciò sia compatibile con le sanzioni, se non ritiene che tale presenza, o l’affermazione iraniana che tale presenza sussista, possa danneggiare i nostri rapporti con gli Usa, che già hanno lamentato l’autorizzazione ai voli in Italia di Mahan Air;
quale risposta abbia dato l’Italia alla proposta di collaborazione nel settore dell’intelligenza artificiale.
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Re: Dalla parte del male ci sta solo il male e non il bene

Messaggioda Berto » gio mar 16, 2023 7:52 pm

La giustizia italiana chiude entrambi gli occhi sulla violazione delle sanzioni Usa e Ue sull'Iran
Atlantico Quotidiano
Dorian Gray
12 Dic 2020

http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... -sulliran/

Lo scorso ottobre sono state rese note le motivazioni di una sentenza della Corte di Cassazione che lascia sbigottiti. La Corte Suprema italiana, nel marzo scorso, ha ribaltato una sentenza che condannava la società italiana Safilo a pagare 35.000 euro per aver violato il regolamento Ue n. 267 del 2012, facendo affari con l’Iran per mezzo di un intermediario inserito nella lista delle sanzioni. Parliamo di questa storia solo oggi perché, nonostante le motivazioni siano note da ottobre, sulla stampa la notizia è arrivata ieri.

Ma chi era questo intermediario? Se andiamo a leggere la sentenza, l’informazione è scritta nera su bianco: si trattava della Tidewater Middle East Co. una società iraniana sotto sanzioni Ue e Usa per la sua diretta connessione con le Guardie Rivoluzionarie iraniane, ovvero i Pasdaran.

La diatriba legale si è svolta tra il Ministero degli affari economici (Mef) per mezzo dell’Avvocatura dello Stato e, appunto, la Safilo. Con il primo che pretendeva la condanna della Safilo per aver violato le sanzioni europee, facendo affari con l’Iran per mezzo di un intermediario legato ai Pasdaran e la seconda, la Safilo, che negava il fatto di aver violato le sanzioni.

Diciamo subito che il processo ha avuto tre gradi di giudizio, e in tutti la Safilo ha avuto la meglio. Ad esprimersi contro l’Avvocatura dello Stato è stato prima il Tribunale di Padova, poi quello di Venezia e, infine, come suddetto, la Cassazione.

Questa sentenza però rischia di costituire un precedente pericoloso, perché – sebbene sia chiaro che un occhiale non è un oggetto dual-use – dovrebbe essere altrettanto chiaro che venderlo per mezzo di una società legata ai Pasdaran rischia di avere un concreto effetto per quanto concerne il tema del finanziamento del terrorismo internazionale.

Prima di tornare su questo aspetto, precisiamo su cosa si è basata la sentenza della Cassazione. La Suprema Corte ha distinto tra “risorsa economica” (punibile per violazioni delle sanzioni) e “bene”, ovvero gli occhiali, esportabile in quanto non rientrante nel tema del dual-use. L’Avvocatura dello Stato – a nostro parere ragionevolmente – riteneva che esportare occhiali e montature in Iran per mezzo di un intermediario legato ai Pasdaran equivaleva a “trasferire risorse economiche”, dando di fatto disponibilità economiche e finanziarie. La Corte, anzi le Corti, non l’hanno pensata allo stesso modo, ritenendo che questa lettura avrebbe limitato tutto l’export con l’Iran, e che quindi ci si doveva attenere al vietare solo i beni duplice uso.

Una conclusione, però, che rischia di rappresentare un precedente pericoloso, dal momento che un bene chiaramente non dual use come gli occhiali, esportato dall’Italia, se arriva in Iran per mezzo di una società legata ai Pasdaran diventa nei fatti una risorsa economica. Le Guardie Rivoluzionarie, infatti, con i proventi della vendita degli occhiali, possono tranquillamente pagare un attentato, le armi per reprimere le proteste di piazza, o semplicemente pagare gli stipendi dei loro dipendenti, miliziani e jihadisti sparsi per tutto il Medio Oriente. Quello che non è un bene dual use, se arrivato a Teheran grazie a chi, secondo il Dipartimento di Stato Usa, è il primo finanziatore del terrorismo internazionale dal 1984, diventa una risorsa economica per compiere atti contrari alla sicurezza regionale, mondiale e agli stessi diritti umani.

Se andiamo a leggere le motivazioni per cui la Tidewater è posta sotto sanzioni sia Ue che Usa, emerge chiaramente che non solo si tratta di una società legata ai Pasdaran, ma anche di una realtà che ha attivamente contribuito allo sviluppo del programma nucleare e missilistico clandestino del regime iraniano.

La Tidewater, per la cronaca, opera in diversi porti iraniani, tra cui il terminal Sahid Rajaee presso Bandar Abbas, dove passa oltre il 90 per cento dei container diretti in Iran. È qui, tra l’altro, che molto probabilmente il regime iraniano ha fatto arrivare il cargo made in Italy Altinia, per poi riconvertirlo illegalmente in una nave da guerra, presentata al pubblico alcune settimane or sono con il nome di Shahid Rudaki. Ad oggi, ancora nessuno ha chiarito come e per mezzo di quale intermdiario, quel cargo di fabbricazione italiana è giunto a Teheran senza alcun controllo…




L'Iran considera il cristianesimo, un crimine, punibile anche con la pena di morte
Notizie Cristiane
29 gennaio 2020

https://www.notiziecristiane.com/liran- ... tsvKkqZ0LA

Le persone che lasciano l’Islam e si convertono al cristianesimo possono subire la reclusione e persino la pena di morte, in conformità con la legge islamica iraniana. Quando avvengono casi del genere, i giudici islamici ricorrono spesso a versetti del Corano e degli Hadith (detti e azioni di Maometto) per giustificare i loro verdetti.

Con tali azioni, l’Iran viola sistematicamente la legge internazionale sulla libertà religiosa degli Stati Uniti. Ed è per questo che dal 1999 gli americani hanno affermato che la Repubblica islamica è un “paese di preoccupazione”.

In base al diritto internazionale, il governo iraniano ha l’obbligo di rispettare la libertà religiosa. Ma mentre i cristiani sono sempre più perseguitati e i loro diritti sono stati violati in Iran la persecuzione contro i cristiani ha raggiunto un livello senza precedenti, la comunità internazionale rimane silenziosa, ha detto il consulente di Harvard, Majid Rafizadeh al sito dell’Istituto Gatestone.

La Repubblica islamica dell’Iran sta scatenando un’offensiva globale contro i cristiani, in particolare quelli che hanno osato convertirsi dall’islam al cristianesimo”, afferma Rafizadeh.

Il presidente del Consiglio internazionale americano in Medio Oriente, Rafizade, afferma che recentemente nove cristiani in Iran sono stati condannati da un tribunale islamico e ciascuno è stato condannato a cinque anni di carcere. L’Islamic Revolutionary Guard Corps (IRGC) li ha arrestati per aver partecipato a servizi religiosi in una casa.

In tutto l’Iran, i cristiani vengono arrestati e incarcerati per false accuse, come “promuovere il sionismo”, “diffondere credenze cristiane corrotte”, “diffondere proclami contro la Repubblica islamica e a favore del cristianesimo” o “mettere in pericolo la sicurezza nazionale”.

I rappresentati americani di Open Doors hanno affermato che una particolare accusa, “agire contro la sicurezza nazionale”, viene spesso utilizzata dalle autorità iraniane “per perseguire i cristiani che praticano culti al Signore nelle chiese domestiche”.

Rafizadeh, autore di numerosi libri sull’Islam e sulla politica estera degli Stati Uniti, afferma che la dichiarazione dei leader iraniani secondo cui le pratiche religiose pacifiche di un gruppo minoritario rappresentano una grave minaccia alla sicurezza nazionale è totalmente inaccettabile.

“La popolazione totale dell’Iran è di circa 80 milioni, di cui circa 150.000 sono cristiani, secondo varie stime. Sebbene i cristiani costituiscano una parte estremamente piccola della popolazione, sono sempre stati visti ai sensi della legge islamica iraniana come una minaccia alla “sicurezza nazionale”, spiega.

Rafizadeh afferma che le attività cristiane nella Repubblica islamica sono attentamente monitorate dal servizio d’intelligence iraniano e dal Corpo della Guardia rivoluzionaria islamica.

“Non sono autorizzati a condividere la loro fede con gli altri o celebrare i servizi religiosi in persiano, la lingua nazionale dell’Iran”, ha affermato.


Gino Quarelo
Così era anche per Maometto, nessuna novità, così è scritto anche nel demenziale Corano, questo è da Maometto in poi il nazismo razzista e criminale maomettano.
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Re: Dalla parte del male ci sta solo il male e non il bene

Messaggioda Berto » gio mar 16, 2023 7:52 pm

I comunisti gli utili idioti del nazismo maomettano: il caso C. Battisti

La vicenda di Cesare Battisti, rappresenta anticipatamente un futuro dominato dal suprematismo nazi maomettano promosso demenzialmente e irresponsabilmente dai comunisti, di cui si sono fatti alleati e complici che poi saranno costretti ad accettarlo e a subirlo loro malgrado pena la morte.

Battisti si lamenta: "Sono in carcere con i jihadisti"
Gabriele Laganà
4 Febbraio 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 21552.html

Cesare Battisti, ex militante di Pac condannato all'ergastolo per quattro omicidi, teme per la sua vita ed afferma di essere vittima di ingiustizie
Battisti si lamenta: "Sono in carcere con i jihadisti"

Prima le lamentele per il cibo considerato scarso e di poca qualità servito nel carcere di Massama, in provincia di Oristano, ora la paura per possibili aggressioni di matrice islamica nella struttura penitenziaria di Rossano, in Calabria, dove è tutt’ora rinchiuso. Cesare Battisti continua in un modo o nell’altro a far sentire la sua voce. L'ex militante dei Proletari armati per il comunismo (Pac), condannato all'ergastolo per quattro omicidi, ha annunciato ancora una volta di avere paura per la sua vita. In carcere la situazione per lui non sarebbe semplice: secondo la sua tesi, infatti, rischia di fare una brutta fine per mano degli jihadisti.

Battisti sarebbe disperato. Come racconta Libero, per rendere pubblico le sue ansie e il suo disagio l’ex terrorista rosso ha deciso di coinvolgere una delle sue figlie che vive a Parigi per farsi aiutare. Alla giovane, il detenuto ha dettato al telefono un messaggio che il settimanale francese L'Obs ha pubblicato lunedì sul suo sito. "Sono l'unico detenuto senza alcun rapporto con il jihadismo che si ritrova in un reparto di alta sicurezza riservato agli accusati di "terrorismo islamico", situazione insostenibile che mi priva di qualsiasi attività, compresa l'ora d'aria, fuori dalla cella se così si può chiamare questa gabbia minuscola in cui non entra mai un raggio di sole". È questo l’inizio dell’accorato appello lanciato dall’ex terrorista rosso.

Secondo Battisti il reparto di alta sicurezza Isis-As2 è "una flagrante violazione delle norme nazionali e europee che vigilano sulla dignità dei detenuti” in quanto in quest’area "non esiste alcuna attività rieducativa o di reinserimento sociale. La struttura stessa è concepita con un fine esclusivamente punitivo, vera e propria tomba dove nemmeno un prete osa entrare". Tale protesta, che Battisti chiama "appello alla giustizia", arriva a distanza di cinque mesi dalla lettera inviata al Garante nazionale dei detenuti nella quale l’ex terrorista dei Pac sosteneva di sentirsi in pericolo tra i tagliagole islamisti, ricordando di aver già ricevuto delle intimidazioni da parte dei terroristi di Al Qaeda nel 2004, per essersi espresso "contro il velo islamico e l'atroce discriminazione delle donne», e da parte dello Stato islamico nel 2015, «per avere pubblicamente criticato l'operato dell'Isis in Siria".

L'ex terrorista dei Pac si dice "allo stremo delle forze psichiche e fisiche, con patologie croniche" ed annuncia una nuova protesta. "Non mi resta altro da fare che dichiarare lo sciopero della fame e della terapia, affinché venga applicata la decisione della Corte d'Assise d'Appello di Milano e mi sia permesso di andare in una prigione dove posso intraprendere il legittimo percorso di reinserimento sociale previsto dalla legge", ha affermato Battisti con riferimento alla sentenza del maggio 2019, quando i giudici milanesi, pur confermando l'ergastolo, spiegarono che a lui non era "applicabile il regime ostativo".

Nel corso del tempo Battisti si è più volte lamentato per il regime di detenzione. Eppure l'ex terrorista rosso non sarebbe un detenuto modello. In carcere Battisti non ha fatto altro che collezionare punizioni per il suo comportamento aggressivo. Secondo quanto appreso lo scorso autunno da La Verità, poche ore dopo il suo trasferimento dal carcere di Oristano a quello di Rossano, Battisti si era scagliato verbalmente contro un ispettore della polizia penitenziaria: questa azione gli era costata quindici giorni di esclusione dalle attività comuni. Il 25 settembre si era rifiutato di lasciare i locali adibiti a quarantena anti-coronavirus per i detenuti obbligando i poliziotti a portarlo via con la forza. Per lui quindici giorni di punizione. Ma non è tutto. Il giorno dopo, ha chiesto e ottenuto di fare una telefonata al fratello. I poliziotti hanno scoperto che Battisti stava parlando con una donna: altri sette giorni di punizione.

Intanto, pare che la sua carriere di scrittore non sia finita con il carcere. A Parigi, le celebri Éditions du Seuil sarebbero già pronte a pubblicare il suo prossimo libro, che ha scritto durante l’isolamento.




Battisti: "Appello alla giustizia per istanza respinta, ora sciopero fame e cure"
08 giugno 2021

https://www.adnkronos.com/battisti-appe ... de4uzavX7i

Rigettata istanza di trasferimento dal reparto di Alta sicurezza di Rossano

Cesare Battisti lancia un lungo ‘appello alla giustizia’ dal carcere di Rossano Calabro, dove è detenuto da quasi un anno in regime di Alta sicurezza (AS2) e da dove attendeva la decisione del Dap sulla sua istanza di trasferimento, presentata dai suoi legali, Gianfranco Sollai e Davide Steccanella, all’indomani dell’arrivo in Calabria. Istanza rigettata nei giorni scorsi, da quanto appreso dall’Adnkronos, e per la quale l’ex terrorista dei Pac ha iniziato lo sciopero della fame e interrotto le terapie cui si sottopone per problemi di salute. Nella sua lettera-appello inviata tramite gli avvocati, Battisti parte dalle motivazioni che hanno spinto il Dap a non concedere il suo trasferimento: il regime di Alta sicurezza legato alla tipologia di reato commesso e un percorso che secondo il Dap è comunque teso alla rieducazione e al reinserimento del condannato. Tesi che Battisti contesta, ricordando di "aver trascorso 40 anni in esilio, conducendo una vita di cittadino contribuente perfettamente integrato nella società civile, con incessante attività professionale, pacifico coinvolgimento nell’iniziativa culturale e nel volontariato, ovunque mi è stato offerto rifugio".
"Il Dap pare ignorare che nel reparto dove sono detenuto, nel carcere di Rossano, nulla è predisposto per i detenuti che non condividono i costumi e la tradizione musulmana o che abbiano vivaci incompatibilità di convivenza con questa categoria di detenuti" scrive Cesare Battisti nella sua lettera appello dal carcere di cui l'Adnkronos è venuta a conoscenza, consegnata ai suoi avvocati dopo il rigetto della sua istanza di trasferimento dal reparto di Alta sicurezza dove è recluso insieme a detenuti appartenenti all’Isis. "L’As2 di Rossano è una tomba, lo sanno tutti - aggiunge ancora Battisti -. E’ l’unico reparto sprovvisto persino di mattonelle e servizi igienici decenti, dove nessun operatore sociale mette piede. Il famigerato portone ‘Antro Isis’ è tabù perfino per il cappellano, che finora ha regolarmente ignorato le mie richieste di colloquio. Qui tutto è predisposto per tenere a bada dei ferventi musulmani, ai quali, se pure in condizioni esecrabili, è stato concesso il diritto di pregare insieme".

"Avevo riposto speranze in quest’ultima istanza di trasferimento, immaginando che, dopo oltre due anni in condizioni estreme, le autorità non infierissero oltre, considerata la mia età e il mio precario stato di salute. Ma anche e soprattutto per aver mostrato grande disponibilità alla riconciliazione con quei settori della società che più hanno sofferto le conseguenze della lotta armata degli anni ’70, con particolare riferimento alle famiglie delle vittime" è un altro dei passaggi chiave della lettera-appello alla giustizia inviata da Cesare Battisti "ai familiari, ai legali difensori, alle istanze competenti e a tutti coloro che si sono fin qui solidarizzati affinché mi fosse garantito un regime di carcerazione dignitoso".

L’ex terrorista dei Pac accusa il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di non tener conto "del grande disagio dovuto alla distanza che separa il condannato dai suoi affetti" e di trattare il suo caso con un carattere sanzionatorio della pena e non, come prevede la Costituzione, recuperatorio.

"Le cose - scrive Battisti - non sono mai quelle che sembrano secondo i media. La questione dei rifugiati in Francia è una farsa, così come è reale l’intenzione dello Stato di negarmi i diritti stabiliti fino alla fine. L’Italia - accusa Battisti - ha mentito garantendo un trattamento umano a clemenza. Lo provano le condizioni della prigionia di Cesare Battisti. L’opposto di quello che dovrebbero aspettarsi veramente i rifugiati che, dalla Francia, arrivano in Italia".

Recluso nel carcere di Rossano in un reparto nel quale "sono l’unico detenuto non legato al terrorismo islamico" sottolinea Battisti nella lettera di accuse al Dap, lamentando, tra le altre cose, di essere in isolamento da oltre 27 mesi, "dei quali gli ultimi 8 senza mai espormi alla luce solare diretta".

Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria "ignora deliberatamente o sembra interpretare in modo singolare - scrive ancora l’ergastolano - la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Milano, confermata in Cassazione nel novembre 2019, la quale stabilisce che il sottoscritto deve scontare la pena in un carcere con regime ordinario. In nessun caso il reparto di Alta Sicurezza di Rossano potrebbe garantire un trattamento ordinario, giacché non è questa la sua funzione".
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Re: Dalla parte del male ci sta solo il male e non il bene

Messaggioda Berto » gio mar 16, 2023 7:53 pm

I Pasdaran sperano di poter uccidere l'ex presidente americano Donald Trump per vendicare la morte di Qasem Soleimani, il capo della Forza Quds liquidato dagli Usa nel 2020
"Uccideremo Trump": il piano dei pasdaran per eliminare il tycoon
Federico Giuliani
25 Febbraio 2023

https://www.ilgiornale.it/news/cronaca- ... 20352.html

"Speriamo di poter uccidere Trump, Pompeo e McKenzie, così come i responsabili militari che diedero l'ordine di ammazzare Soleimani". L'Iran ha ufficialmente messo nel mirino l'ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, l'ex segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, e il capo del comando centrale delle truppe Usa in Medio Oriente, Kenneth McKenzie. L'obiettivo dei Pasdaran, i Guardiani della Rivoluzione iraniani, sarebbe quello di vendicare la morte di Qasem Soleimani, il capo della Forza Quds liquidato con un attacco aereo di drone il 3 gennaio 2020 a Baghdad.



Obiettivo Trump

Il generale Amirali Hajizade, che comanda l'aeronautica dei Guardiani della Rivoluzione, ha dichiarato alla tv di Stato che i Pasdaran intendono vendicare Soleimani. Alla morte di Soleimani, infatti, Trump dichiarò di avere ordinato lui stesso l'uccisione in risposta a un certo numero di attacchi condotti contro gli interessi americani in Iraq. Cinque giorni dopo, l'Iran replicò lanciando missili su una base aerea statunitense in Iraq senza provocare vittime ma numerosi feriti.

"Ormai siamo in grado di colpire i navigli americani a distanza di duemila chilometri" con i missili, ha aggiunto Hajizade. Non bastassero le minacce di Teheran contro Trump, i programmi missilistici della repubblica islamica destano inquietudine in Occidente. Nelle ultime ore la tv di stato ha diffuso immagini relative ai lanci del nuovo missile da crociera Paveh, che ha una gittata di 1.650 chilometri.


L'uccisione di Soleimani

Ricordiamo che gli Stati Uniti uccisero il potente comandante dell'élite Quds Force iraniana in un attacco aereo che ha coinvolse due veicoli presso l'aeroporto internazionale di Baghdad nelle prime ore del mattino del 3 gennaio del 2020.

Donald Trump, all'epoca in carica, twittò dopo la missione andata a buon fine che Soleimani aveva "ucciso o ferito gravemente migliaia di americani per un lungo periodo di tempo, e stava complottando per ucciderne molti altri... ma è stato catturato!". Il presidente statunitense lo incolpò "direttamente e indirettamente" per la morte di "milioni di persone, compreso il recente gran numero ... di manifestanti uccisi nello stesso Iran".

Mike Pompeo affermò invece a Fox News che l'attacco aereo era "lecito" e che "il rischio di non fare nulla riguardo all'Iran era enorme". Gli Stati Uniti non "cercheranno la guerra con l'Iran", spiegò il segretario Usa, ammonendo però che non sarebbero restati "a guardare mentre le vite americane venivano messe a rischio".


Le minacce dell'Iran

Il leader supremo iraniano Ayatollah Ali Khamenei minacciò subito "gravi ritorsioni" contro i "criminali" che uccisero Soleimani, il cui profilo pubblico era cresciuto negli ultimi dieci anni mentre Teheran combatteva al fianco delle truppe siriane e irachene per respingere le forze antigovernative come lo Stati islamico in entrambi i paesi.

Khamenei dichiarò tre giorni di lutto nazionale. La televisione di stato sostenne che l'attacco statunitense uccise altre 10 persone oltre al bersaglio designato, cinque delle quali si dice fossero membri del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC). Oggi il generale Hajizade ha promesso che l'Iran vendicherà Soleimani.
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