Criticare l'Islam è una necessità vitale e civile primaria

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Messaggioda Berto » mer mag 20, 2020 7:51 am

Denuncia singola e collettiva della dottrina politico religiosa islamica, del suo orrore e terrore, della sua violazione dei Diritti Umani Universali
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1583887344
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2042

L'Islam è una dottrina e un culto politico-religioso che sparge odio, discriminazione e razzismo specialmente all'interno delle moschee e istiga all'odio, alla discriminazione, alla persecuzione, all'omicidio e allo sterminio dei non islamici, dei diversamente religiosi e dei diversamente pensanti.
È una dottrina e un culto politico-religioso che ha alla base il nazismo dell'umma mussulmana che è ben esemplificata dalla vita e dalle opere di Maometto e ben codificata nel suo testo base che è il Corano.
Questa dottrina e culto politico-religioso è un crimine contro l'umanità, molto peggiore del nazismo tedesco va denunciata in ogni procura di ogni stato europeo, affinché venga messa al bando.
Dobbiamo chiamare tutte le magistrature europee a fare il loro dovere per difendere i nostri diritti umani universali di europei, la nostra vita e la nostra civiltà e se non lo fanno dobbiamo farlo noi.
Dobbiamo denunciare l'Islam, il Corano, Maometto, gli iman e le moschee per calunnia, diffamazione, minaccia, offese e ingiurie, per violazione dei Diritti Umani Universali e per istigazione alla discriminazione e all'odio razziale etnico-religioso, per istigazione alla guerra civile, per favoreggiamento del terrorismo islamico.
Ognuno nel suo paese e nella sua città si organizzi e si trovi qualche esperto avvocato con qui preparare delle articolate e precise denunce da presentare in ogni procura europea. Si inizi anche ad accusare pubblicamente i cristiani e le gerarchie cristiane, a cominciare dal Papa, di favoreggiamento del nazismo islamico come giustamente fa Magdi Allam da molto tempo dandoci il buon esempio e come ha fatto la umanissima e nobilissima Oriana Fallaci.


Io e Noi non mussulmani, diversamente religiosi e pensanti o altro credenti e non credenti non siamo miscredenti, non siamo infedeli, non siamo sviati dalla retta via e nemmeno incorsi nell'ira Dio, non siamo scimmie e nemmeno maiali, non siamo esseri impuri da disprezzaee, noi siamo soltanto diversamente religiosi, altro credenti e non credenti, ebrei, cristiani, indù, yazidi, atei, aidoli, ... e questi appellativi che i mussulmani ci danno finanche nelle loro preghiere quotidiane, per noi sono un insulto e un'offesa e un chiaro segno di discriminazione e fonte di odio religioso, perciò chiediamo agli organi e alle autorità politico-giudiziarie competenti, italiane ed europee, di valutare se esistono gli estremi della violazione o di incitazione alla violazione dei Diritti Umani Universali, delle leggi europee, della costituzione italiana, del codice penale e della Legge Mancino da parte dei credenti, dei praticanti e del clero della "religione" islamica o dottrina politico-religiosa islamica e se il caso di metterla al bando come il nazismo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » mer mag 20, 2020 8:00 am

Il terrorismo nazi-maomettano

https://www.facebook.com/groups/2902168 ... 291885694/
Gino Quarelo

Il terrorismo innanzi tutto sta nell'ideologia e nella pratica politico religiosa maomettana o mussulmana o islamica o nazi maomettana;
poi lo si trova nell'esempio del demenziale e criminale Maometto fondatore di questa orrenda setta politico religiosa idolatra;
poi lo si trova nelle prescrizioni del demenziale e criminale Corano che non ha proprio nulla di santo ma tutto di satanico;
poi lo si trova nei1400 anni di storia della diffusione violenta del nazismo maomettano nel Mondo;
poi lo si trova nei regimi teocratici nazi maomettani di tutti i paesi a dominio islamico: Iran, Turchia, Arabia, Egitto, Libia, Afganistan, Irak, Pakistan, Libano, Siria, Algeria, Tunisia, Palestina, Giordania, Etiopia, Somalia, ... ;
poi lo si trova nei comportamenti dei migranti nazi maomettani ovunque nel mondo specialmente quando si formano comunità di una certa consistenza come in India, nel sudest asiatico, in Africa, in Francia, in Belgio, in Svezia, in Germania, nei Balcani;
poi lo si trova nella predicazione in tutte le moschee del Mondo;
poi lo si trova nei programmi politici di tutti i partiti islamici in Occidente che promuovono il nazismo maomettano, la sharia, la non integrazione e il disprezzo per gli ordinamenti civili e istituzionali occidentali.


Maometto fu assai pegio di Hitler e di Stalin e di Toto Riina!
Maometto fu un ignorante, presuntuoso, invasato, esaltato, idolatra che si inventò il suo dio Allah tratto dagli idoli della Mecca, un dio-idolo dell'orrore, del terrore e di morte,
uno che abusò della credulità popolare e che poi si impose con la minaccia, l'intimidazione, il ricatto, la violenza (che non fu affatto per legittima difesa come raccontano i suoi seguaci per giustificarsi ma fu predatoria, aggressiva, sopraffatrice, assassina);
fu un bugiardo, un ladro, un razziatore rapinatore, sequestratore e ricattatore, schiavista, assassino e sterminatore;
fu un razzista al massimo grado che discriminò chiunque non si sottomettesse a lui e al suo idolo e che depredò, cacciò e sterminò ebrei, cristiani, zoroastriani e ogni diversamente religioso, areligioso e pensante che gli si contrapponesse e non si sottomettesse;
invase, depredò, ridusse in schiavitù e fece strage nei paesi altrui imponendo con la minaccia la sua politica e la sua criminale ideologia-teologia religiosa imperialista e totalitaria;
indusse al suicidio, all'omicidio e allo sterminio e fece dire al suo idolo, dettandolo ai suoi seguaci, ciò che poi
fu scritto nel Corano e che da 1400 anni induce e istiga alla violenza, alla discriminazione, alla falsità, alla minaccia, alla depredazione, al disprezzo degli altri non maomettani, alla riduzione in schiavitù e alla dhimmitudine, all'omicidio, al suicidio-omicidio, all'assassinio e allo sterminio di ogni diversamente religioso, areligioso e pensante della terra che non si sottometta ai suoi seguaci e al loro orrendo idolo Allah.


A chi esalta e santifica l'invasato criminale Maometto!
Santificare Maometto, il suo idolo Allah e il Corano è santificare il male, un mettersi dalla parte di ciò che di più maligno esista sulla faccia della terra.
Santificare Maometto, il suo idolo Allah e il Corano dichiarandoli elevatori di spiritualità e portatori di umanità, di amore, di pace, di fratellanza, di giustizia, di cultura e di civiltà significa ingannare e illudere l'umanità intera specialmente quella che soffre a causa dell'Islam e che vorrebbe potersi difendere e liberare da tutto ciò;
Santificare Maometto, il suo idolo Allah e il Corano è farsi demenzialmente, irresponsabilmente e vilmente complici del male, e costituisce di per sé un grave crimine contro l'umanità.


I versetti satanici del Corano sono centinaia,

i peggiori sono quelli che riguardano la demenziale presunzione idolatra che Allah sia il vero Dio e che Maomettto sia l'ultimo profeta di Dio e che il Corano sia la parola increata di Dio e questi sono i peggiori di tutti perché su di essi si fonda il suprematismo, l'assolutismo e il totalitarismo nazi maomettano e la convinzione fideistica che l'Islam sia il valore religioso e la legge divina assoluta per la quale valga la pena di morire e per la quale si può uccidere i non islamici, i non più islamici e sterminare i popoli che non si assoggettano all'Islam, che si oppongono all'Islam e che non ne vogliono sapere nulla di questa demenziale ideologia religiosa.

Versetti che riducono l'uomo e l'umanità in condizione di schiavitù degrandante, deprimente, desolante, disperante, alienante, schiava di una di una mostruosa divinità vuota e che si compiace del suo orrido vuoto umano, a cui l'umanità si deve sottomettere e in cui viene privata del libero arbitrio e della libera iniziativa.

Poi vi sono i versetti satanici che riguardano le ritualità maniacali e ossessive delle pratiche cultuali comprese le preghiere che offendono i non mussulmani e che inducono al loro disprezzo e al razzismo ideologico-teologico religioso.

Poi vi sono i versetti satanici che riguardano il modo di porsi e di trattare i non mussulmani e gli atei in cui si promuove la guerra di supremazia religiosa, di proselitismo violento e coatto, la depredazione e la schiavitù. l'uccisione e lo sterminio, la dhimmitudine e la menzogna nei rapporti sociali e politici con i non islamici.

Poi vi sono i versetti satanici che riguardano la donna e la sua inferiorità e schiavitù e per cui è stato ucciso Theo van Gogh e perseguitato con minaccia di morte Salman Rushdie.

Poi vi è tutto il resto che mantiene nella violenza teocratica e nel sottosviluppo civile, culturale ed economico i paesi del Mondo in cui il nazismo maomettano è al potere.

Basta entrare in un moschea e vi si trova un'umanità prostrata al vuoto assoluto e orrendo di un idolo mostruoso costituito dalle demenziali e assurde parole del Corano inventate da un invasato predone assassino chiamato Maometto.


Chiamare santo il Corano è come chiamare santo il Mein Kampf, una demenzialità assoluta, un controsenso assurdo; è un santificare il male.
Non si può assolutamente definire santo un libro che prescrive, istiga, induce, promuove e ordina il disprezzo, la discriminazione, la depredazione, la schiavitù, la dhimmitudine, l'odio, la violenza, la minaccia, la menzogna, il ricatto, l'omicido, il suicidio omicidio e lo sterminio dei diversamente religiosi non maomettani, degli apostati e dei diversamente pensanti come gli atei e tutti gli altri.

non debbono essere violente, minacciose, intimidatorie, costrittive, ricattatorie;
non debbono promuovere e indurre alla discriminazione, alla depredazione, al disprezzo, alla schiavitù, alla dhimmitudine, all'odio, al suicidio, all'omicido, allo sterminio;
non debbono trasformare gli uomini in mostruosità acritiche, fanatiche, ossessionate, criminali, disumane;
non debbono generare conflitti etnici, civili, religiosi e politici sia nazionali che internazionali;
non debbono come esempi esaltare figure criminali di assassini, predatori, bugiardi, sterminatori, invasati;
devono promuovere la pace, la fratellanza, la responsabilità, la proprietà, la libertà di parola di pensiero e di critica, la solidarietà volontaria e non forzata;
debbono rispettare i paesi, i popoli, le comunità, le etnie, le culture, le tradizioni e accettare tutte le diversità che promuovono la vita e il bene e che sono compatibili con i valori, i doveri e diritti umani naturali universali, civili e politici.
Se il nazismo hitleriano e Hitler rientrano in questa casistica e vanno giustamente banditi dal consesso civile, allo stesso modo dovrebbero essere banditi anche il nazismo maomettano e Maometto perché sono mille volte peggio.


Sogno un Mondo libero dalla peste islamica
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 2946540969

Sogno un Mondo liberato dalla millenaria piaga della peste islamica o nazi maomettana.

Un Mondo dove Maometto è stato bandito come Hitler, Stalin e Toto Riina in quanto criminale assassino, idolatra e invasato; dove il Corano è ricordato come il Mein Kampf e un lungo elenco di demenzialità disumane e Allah come un idolo mostruoso e assurdo.

Sogno un Mondo in cui le moschee sono divenute Case della libertà di pensiero, biblioteche, ristoranti, sale di musica e di convegni, discoteche, palestre, centri termali, grandi magazzini, alberghi, sinagoghe, templi indù e chiese cristiane; e la moschea della Mecca Al-Masjid al-Ḥarām sia stata convertita in un parco giochi come Gardalan e Disneyland.

Sogno un Mondo libero dalla orripilante nenia dei muezzin che dai minareti delle moschee chiamano alla preghiera idolatra umanamente offensiva e minacciosa, centinaia di milioni di zombi nazi maomettani terrorizzati e ossessionati dal loro maomettismo.

Un Mondo dove le donne dei paesi oggi mussulmani saranno libere di vestirsi come vogliono, di sposare chi vogliono e con gli stessi identici diritti degli uomini, in cui i bambini non siano più costretti col terrore a impare a memoria e a recitare da automi il demenziale Corano.

Sogno un Mondo in cui Israele non sarà più aggredito da ogni lato e gli ebrei potranno girare liberamente, ben accetti e ben voluti in ogni continente.

Sogno un Mondo non più minacciato da orde di nazi maomettani con la schiuma alla bocca e le bave sulla barba e che gridando come ossessi Allahu Akbar accoltellando, investondo, sparando, bombardando, facendosi esplodere per fare strage dei non maomettani in nome del loro demenziale e criminale profeta idolatra Maometto e del suo mostruoso idolo Allah.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » sab lug 11, 2020 11:36 am

Parla delle bimbe abusate dai pakistani: accusato di razzismo
Lorenza Formicola
12-06-2020

https://www.lanuovabq.it/it/parla-delle ... A.facebook


Trevor Phillips, militante del Partito laburista, nero e proveniente da famiglia islamica, è un attivista dell'anti-razzismo. Dopo aver espresso preoccupazione per l'islam inglese e i musulmani pakistani che abusano sessualmente di bambine nel Paese, è stato espulso dal partito. Sebbene Khalid Mahmood, primo parlamentare musulmano inglese e backbencher laburista, lo abbia difeso perché «le accuse sono insensate», la persecuzione continua.

«Quando ho dato un'occhiata alla lettera di 11 pagine che mi ha inviato il Partito laburista, la frase "sospensione amministrativa" ha attirato la mia attenzione. Queste parole segnalano l'esilio da una comunità che ho abitato per decenni: amici, colleghi, persino la famiglia potrebbero essere costretti ad evitarmi. Significativamente, la mia accusa riguarda questioni di fede, dottrina e dissenso. È scritto, non nella lingua di un movimento politico aperto e democratico, ma nella prosa accusatoria e fredda degli zeloti. In sostanza, dopo oltre 30 anni di promozione della causa laburista, sono accusato di eresia e minacciato di scomunica».

Scrive così, Trevor Phillips, in una lettera pubblica su The Times Uk a marzo, per raccontare la censura e le ragioni di un esilio che ha poco a che fare con la dialettica di un partito e tanto con la censura politica in salsa sovietica. Phillips ha militato per oltre vent'anni nel partito della sinistra inglese, ex presidente della commissione per l'uguaglianza e i diritti umani, membro dell'assemblea di Londra ed ex candidato a sindaco della capitale inglese è stato sospeso dal Partito Laburista per islamofobia durante il lockdown. Personaggio autorevole del mondo inglese è stato, fino a giugno 2018, presidente della John Lewis Partnership (la terza più grande azienda del Paese), ex presidente della Index on Censorship, l'organizzazione internazionale per la libertà di espressione, poi presidente e fondatore sia della Greater London Authority sia della British Equality and Human Rights Commission.

Un attivista dell'anti-razzismo, Phillips, 66 anni, si è trovato ad affrontare l'espulsione dal suo partito per presunti pregiudizi contro i musulmani. Già negli anni '90 indicò nell'islamofobia un pericolo per la libertà. Oggi è stato costretto a rendere conto di alcune dichiarazioni più recenti con le quali ha espresso preoccupazione per l'islam inglese, per i musulmani pakistani che abusano sessualmente di bambine nel Paese, da Rotherham e dintorni, fino a un più recente biasimo per quegli islamici che in tante occasioni si sono rifiutati di indossare il papavero rosso inglese che ricorda i caduti di guerra.

«Dicono che ho accusato i musulmani di essere diversi - i musulmani sono diversi e penso sia ammirevole. Non possiamo continuare a dire semplicemente che le differenze non contano: è una forma di mancanza di rispetto», ha detto dopo la pesante sanzione dal suo partito.

Molte delle sue dichiarazioni risalgono a anni fa, ma Jennie Formby, segretaria generale del Labour, ha sospeso il signor Phillips per «l'urgenza di proteggere la reputazione del partito». Non gli è stata data l'identità di nessun denunciante. La sospensione, in attesa dell'indagine, significa che non può neanche più partecipare alle riunioni del partito o candidarsi per alcuna carica.

Trevor Phillips, di origine guyanese, con famigliari musulmani Fulani e Mandinka, e da ragazzo presidente del Nus (il sindacato nazionale degli studenti che guidava in scioperi e manifestazioni dai diritti umani alla lotta contro l’apartheid), è finito però, di nuovo nel tritacarne dell'attenzione mediatica proprio in queste ore. Il mese scorso, Phillips e Webber, membro in visita dell'Università di Newcastle, sono stati incaricati dal governo, per l'istituto di sanità pubblica, di un'indagine che avrebbe dovuto chiarire perché il coronavirus sta causando un numero maggiore di morti nella comunità BAME - l'acronimo con cui gli inglesi indicano i neri, gli asiatici e le minoranza etniche - quella che costituisce il 35% della popolazione. I dati ufficiali mostrano che oltre un terzo delle persone in terapia intensiva di Covid-19 provengono da contesti BAME - ben oltre il doppio della proporzione del 13% nell'intera popolazione del Regno Unito. Le morti che hanno investito le minoranze etniche per coronavirus sono state sproporzionate rispetto al resto della popolazione, e sul perché - ancora non chiarito - avrebbe dovuto indagare il nostro Phillips. Ma già dalla notizia di questa nomina, la stampa si era scatenata per condannare la scelta per un simile incarico di uno accusato di islamofobia e razzismo.

«Riteniamo che la nomina di Phillips invii tutti i segnali più sbagliati, proprio a causa del modo in cui ha interpretato i dati etnici in passato, fino a suggerire che "gli aspetti dello svantaggio delle minoranze possono essere autoinflitti"».

La vera bufera si è scatenata però in queste settimane, quando è stato scoperto che il software a cui stava lavorando Phillips stava collegando anche l'aumento di criminalità ad alcune minoranze. Tempo qualche giorno, e la stampa ci è andata talmente giù duramente che lo stesso Phillips ha dichiarato di non aver avuto, di fatto, più alcun ruolo nell'indagine sull'impatto del nuovo coronavirus. La censura lo ha ancora una volta messo da parte.

Ma Phillips, prima di tutto ciò, era già stato segnalato perché lo scorso anno era stato tra quei laburisti, e non, che sul The Guardian avevano dichiarato che se la linea antisemita di Corbyn non fosse cambiata, avrebbero loro stessi smesso di votare il partito per solidarietà con ebrei.

Sul The Times, Phillips ha dichiarato di essere una vittima di quel mondo di attivisti che considera, pericolosamente, il concetto vago di islamofobia come un "tipo di razzismo". Khalid Mahmood, primo parlamentare musulmano inglese e backbencher laburista, ha dichiarato in un rapporto, pubblicato all'indomani della cacciata di Phillips, intitolato The Trial: lo strano caso di Trevor Phillips pubblicato dal think tank Policy Exchange: «Le accuse [rivolte a Trevor Phillips] sono così stravaganti da screditare tutti i soggetti coinvolti». Aggiungendo, «è una voce troppo scomoda per il partito, evidentemente».

Il signor Phillips è stato anche vittima di una caricaturale manifestazione che lo ha nominato "Islamophobe of the Year" indetta da una specie di ONG, l'IHRC, un gruppo di pressione con sede a Londra, che sostiene Teheran e riconosciuta dalle Nazioni Unite.

«Il concetto indefinito di "musulmano" implica che tutti gli aderenti concordino su dottrina, abbigliamento e comportamenti: è l'equivalente del cliché dell'estrema sinistra, che recita, "mi sembrano tutti uguali". Era quindi solo una questione di tempo prima che questa "definizione" potesse portare alla persecuzione dei dissidenti. Ma non avrei mai immaginato di essere una delle sue prime vittime. Il mio saggio del 2016 "Race and Faith: The Deafening Silence” ha osservato che molti uomini coinvolti nell'abuso sessuale dei bambini in città come Rotherham avevano origini pakistane-musulmane. Questo è stato visto come un pregiudizio.

Sono nero, provengo da una famiglia islamica, ho lavorato a una legge sull'odio razziale e religioso, è così strano che mi accusino di razzismo. L'arma dell'islamofobia per attaccare gli avversari politici può sembrare una tattica intelligente, ma la verità è che cercare di intimidire è puro terrorismo politico». Parola di Trevor Phillips.



Orrore, terrore, avversione e odio per il nazismo maomettano o sana e naturale islamofobia
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2523
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Messaggioda Berto » sab lug 18, 2020 7:28 pm

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 18/07/2020 a pag.III, con il titolo "Il mea culpa senza perdono”, l'analisi di Giulio Meotti.
Immagine correlata
Giulio Meotti

http://www.informazionecorretta.com/mai ... 0&id=78875

"La Francia ci deve ancora chiedere scusa", dichiara il presidente algerino Tebboune, dopo aver istituto per l'8 maggio la "giornata nazionale della memoria", in riferimento ai massacri dell'8 maggio 1945 perpetrati dall'esercito francese. Ma quale storia? Quale memoria? Sono le domande sollevate dallo scrittore algerino Boualem Sansal nel suo dialogo con Boris Cyrulnik, "France-Algérie: Résilience et réconciliation en Méditerranée", pubblicato da Odile Jacob. Secondo Sansal, l'obiettivo di questa richiesta di scuse del mondo arabo all'Europa è triplice: "Iscrivere la guerra di liberazione nella jihad globale della nazione araba e musulmana contro i crociati", "impedire che la conquista araba e il dominio ottomano venga considerate colonizzazione allo stesso modo di tutte le altre colonizzazioni", infine "oscurare il passato giudeo-cristiano prima dell'islam".
Di decolonizzazione si parla da oltre un mese in occidente, dalle statue abbattute ai curricula universitari rivisitati. "La guerra totale contro l'occidente bianco giudaico-cristiano continua, portando ogni giorno cose nuove", dice Boualem Sansal in questa intervista al Foglio. È l'autore di alcuni fra i romanzi più fortunati pubblicati in Francia negli ultimi anni, su tutti "2084". A ottobre, Sansal per Gallimard pubblicherà un nuovo lavoro, "Abraham: La cinquième alliance". "L'ultima novità è particolarmente feroce, si rivolge alle donne e agli uomini che hanno fatto la storia e la grandezza dell'occidente, a volte la sua vergogna. Denunciamo coloro che sono stati coinvolti nella colo "La visione razzista è sconfitta in occidente. Per gli islamisti c'è una sola razza, i musulmani, gli altri sono cani e maiali" "I leader occidentali non hanno mai capito l'islam né percepito le ossessioni e gli impulsi che influenzano la ummah nizzazione e nella schiavitù, domani inventeremo altre cose, come l'orientamento sessuale, l'appartenenza a determinati partiti, i precedenti penali. E a poco a poco l'occidente finirà per perdere la sua identità e la sua memoria e sarà un territorio morto. Se l'occidente cede su questo terreno, è morto senza appello".
Veniamo all'Algeria. "Il senso di colpa è naturale, possiamo ovviamente rimpiangere alcune delle nostre azioni e fare ammenda a chi ha sofferto. Ciò che è pericoloso è lasciarsi prendere dall'eccesso: più ci si pente, più si alimenta la domanda di pentimento e di riparazione. Le cose stanno così perché alla base c'è la paura del conflitto, e la mancanza di coraggio per mettere fine a questo gioco assurdo che infantilizza l'uno e rende l'altro più piccolo.

Se a Monaco di Baviera i francesi e gli inglesi avessero detto `stop', la Seconda guerra mondiale non ci sarebbe stata. La codardia è stata fatale per molti popoli nel corso della storia". Nella nuova decolonizzazione occidentale subentrano le grandi dittature e autocrazie, Turchia, Cina, Russia e Iran. "La ruota della storia sta girando", spiega Sansal. "La Turchia, la Cina, la Russia, la Russia, l'Iran, il mondo arabo-musulmano, erano imperi potenti che l'occidente ha sconfitto, smantellato e saccheggiato. Oggi si dice: dobbiamo distruggere Roma per ritrovare la grandezza del passato. L'occidente si è indebolito, non è più in grado di difendersi, è in procinto di essere sconfitto, smantellato e saccheggiato a sua volta, tale è il significato della storia che si sta scrivendo sotto i nostri occhi. La prossima tappa ci dirà chi vincerà, la Cina imperiale, la Russia degli Zar, l'impero persiano degli Ayatollah o l'impero dei Califfi e del Rais? Il mondo arabo-musulmano ha un vantaggio sugli altri, ha una religione potente che sa mobilitare i suoi seguaci fino al martirio, le comunità musulmane in tutto il mondo che si organizzano e si rafforzano. Di fronte a tali avversari, l'Europa divisa e pusillanime non sa cosa fare, se non procrastinare e finire sempre per cedere. I suoi leader non sono chiaramente all'altezza del compito e i suoi popoli non sono in grado di affrontare le sfide".
Da algerino, Sansal rifiuta il nuovo antirazzismo ideologico. "Mentre la visione razzista viene sconfitta in occidente, essa è molto attiva in molte parti del mondo. Per il conquistatore, l'altro, quello che viene a distruggere, è una razza vile. Per gli islamisti c'è una sola razza, i musulmani, gli altri sono cani e maiali". In Francia sul carro della guerra e della recriminazione razziale sono saliti subito gli islamisti. "Non ci dovrebbero essere dubbi, l'islamismo sta conducendo una guerra totale contro l'Europa e contro la Francia in particolare, la guerra razziale ne è un episodio, come lo è stata a lungo la guerra del velo o la guerra contro le discriminazioni miste, ecc". Si colpisce anche la grande letteratura. "Questo è il principio della guerra totale, non cessa mai e si combatte su tutti i fronti, secondo la regola del `sempre più alto, più forte, più veloce"'.

La libertà di parola sta declinando ovunque. "La libertà di espressione sta per scomparire completamente. La tragedia è che l'occidente si sta mettendo la museruola, mantenendo un profilo basso e imponendo il silenzio alle voci libere per non `far disperare Billancourt', come diceva Sartre. Oggi Billancourt è la periferia, roccaforte di comunità in aperta rivolta contro il sistema bianco. Il caos crea ordine. C'è uno slogan islamista: `provocate il caos, apparirà la luce"'. Julien Benda scrisse "Il tradimento dei chierici". "Ci sono tre tipi di tradimento oggi", ci spiega Sansal. "Il tradimento attivo dell'intellettuale che, affetto dalla sindrome di Stoccolma, sposa le idee dei suoi rapitori; il tradimento egoista, quello della sinistra, per esempio, che sta radunando gli islamisti per sostituire i lavoratori, e il tradimento passivo, quello della maggioranza, attraverso un pusillanime silenzio. Ahimè, sembra che oggi i traditori siano molto più numerosi delle persone oneste". Sansal è rimasto colpito dalla mancanza di reazione occidentale alla reislamizzazione di Santa Sofia da parte dei turchi. Necip Fazil Kisakurek, il più importante poeta e polemista islamista dell'epoca, il 29 dicembre 1965, durante una conferenza su Santa Sofia, disse che la decisione di convertire la struttura in un museo fu come "mettere lo spirito dei turchi all'interno di un museo". Riferendosi al governo di Ataturk come a una "cricca", Kisakurek li accusò di aver commesso un atto di indicibile autolesionismo. Il poeta in quel discorso del 1965 disse anche che la riconversione a moschea della Basilica di Santa Sofia era solo una questione di tempo. Al tempo, Erdogan era solo un ragazzo di undici anni nel quartiere religioso della classe operaia di Kasimpasa a Istanbul. Quando Erdogan si è rivolto alla Turchia il 10 luglio dopo la sentenza della corte, ha citato la conferenza del 1965 di Kisakurek. Venerdì 24 luglio due imam e quattro muezzin reciteranno a Istanbul la prima preghiera islamica nella nuova moschea di Santa Sofia. E' l'anniversario del Trattato di Losanna, che ha tracciato i confini della moderna Turchia. "Erdogan vuole che il mondo occidentale lo guardi da vicino", scrive Selim Koru sul New York Times. Il presentatore Fatin Dagistanli, che lavora per l'emittente governativa Akit Tv, ha dato voce durante un'intervista al sogno proibito di molti musulmani conservatori, fedeli elettori di Erdogan: "La riconversione di Santa Sofia manda un messaggio importante. Questa mossa dovrebbe essere seguita dalla rinascita del Califfato. Porterebbe vantaggi politici ed economici. Sarebbe molto importante anche per lo sviluppo della umma musulmana". E lo stesso Erdogan che su Santa Sofia ha detto che si tratta di un messaggio a tutte le città che furono sotto il dominio islamico, compresa l'Andalusia. "L'islam lo ordina e il Profeta Maometto lo ha costantemente ripetuto ai credenti: i musulmani devono vivere uniti sotto lo stendardo assolutista di un califfo, l'unico rappresentante di Allah sulla terra" prosegue Sansal al Foglio. "Lo hanno fatto per quattordici secoli, fino al Ventesimo, quando i paesi occidentali smantellarono l'Impero Ottomano e lavorarono per l'abolizione del Califfato, avvenuta il 3 marzo 1924. Creando la Turchia, una repubblica moderna, laica, aperta al mondo, volendo integrarla nell'Unione europea, e incoraggiando d'altra parte la primavera araba a spingere i Paesi arabi sulla stessa strada della Turchia kemalista, si è creduto di aver messo fine alle minacce che i successivi califfati (arabi poi ottomani) avevano posto per secoli sul mondo, sull'Europa e sul Mediterraneo in particolare. Dopo la vittoria dei cristiani, i musulmani sono tormentati dall'idea di un ritorno del califfato per uscire dalla povertà in cui sono sprofondati con le decolonizzazioni, per riconquistare il potere di un tempo che faceva tremare il mondo e per punire gli occidentali per i loro crimini contro l'islam. Questo è il quadro storico attraverso il quale va letta la storia del mondo musulmano. Questo sogno è stato portato dagli arabi che credevano di ricostruire il califfato arabo così com'era ai tempi di gloria a Damasco, Baghdad, Il Cairo, Andalusia. Nasser, Saddam, Boumediene, Al Saud, Gheddafi, ci hanno creduto e hanno fatto di tutto per avere successo, grazie soprattutto al potere che il petrolio ha dato loro. Alla fine hanno fallito tutti. Gli islamisti hanno preso la fiaccola e ci sono quasi riusciti con al Qaeda e l'Isis. L'intera politica dell'Arabia Saudita è quella di unire la ummah sotto la sua bandiera e far risorgere il califfato. Oggi è Erdogan che cerca di farlo. Finora è riuscito in molte imprese, affermandosi come il padrone assoluto della Turchia, ricostruendo il suo potere economico e militare, islamizzando profondamente la popolazione. Con la trasformazione di Santa Sofia in moschea, in un momento in cui si sta imponendo in Libia e minaccia gli europei in vari modi (migranti, aggressione di una nave da guerra francese), ha compiuto forti atti simbolici che nei mesi e negli anni a venire produrranno notevoli effetti. Istanbul diventerà il centro del mondo musulmano e Santa Sofia detronizzerà Al Azhar e infonderà nuova energia al mondo musulmano. In generale, i leader occidentali non hanno mai compreso appieno l'islam, né hanno percepito correttamente le ossessioni e gli impulsi che stanno influenzando profondamente la Ummah. Oggi nessun leader europeo è all'altezza di Erdogan, tutti lo temono e fanno di tutto per compiacerlo. Gli unici leader che possono contrastarlo (Putin e Xi Jinping) preferiscono lasciarlo continuare a indebolire e screditare i leader europei, che ogni giorno mostrano debolezza e persino codardia sulla scena mondiale. Erdogan tiene in mano l'Europa, ne precipiterà il declino". Ma cosa prenderà il suo posto, se dovesse cadere? "L'occidente è ovunque in declino", conclude Sansal. "La pandemia di coronavirus ha accelerato il movimento. E così che Roma finì, minacciata dai conquistatori del Nord, dell'Est e del Sud. Si è divisa in due imperi. Bisanzio e parte dell'Impero Romano d'Occidente furono rapidamente conquistati. La fine dell'Europa non fermerà il mondo, che continuerà a girare". Quella che il Papa umanista Enea Silvio Piccolomini chiamò "la seconda morte di Omero e di Platone", riferendosi alla caduta di Costantinopoli nel 1453, avrebbe cambiato tutto. Le frontiere dell'occidente furono battute da una guerra nuova. E fu proprio l'indifferenza occidentale per quanto avveniva a Costantinopoli a segnarne la sorte. Come dirà Ferdinand Braudel nel 1985 a Châteauvallon, in Provenza, in un incontro con Hélène Ahrweiler, bizantinista e rettore della Sorbona, "noi l'impero bizantino l'abbiamo smembrato da vivo, proprio come prescrivono i libri di cucina quando dicono: `Il coniglio deve essere spellato vivo'! Noi abbiamo pelato viva Bisanzio". Forse, come dimostra la clamorosa decisione turca su Santa Sofia, continuiamo a pagare tormentati per quel tradimento.
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Messaggioda Berto » ven ago 07, 2020 9:37 pm

IL CAPO DEL PARTITO POLITICO DANESE RASMUS PALUDAN SELVAGGIAMENTE ATTACCATO DAI MUSULMANI ANCORA ARRESTATO PER 'RAZZISMO'
7 Agosto 2020

https://www.islamnograzie.com/il-capo-d ... -razzismo/


RAIR Foundation USA ha intervistato il capo del partito danese Stram Kurs (Hard Line) Rasmus Paludan in seguito al suo arresto avvenuto il mese scorso per “razzismo”. Paludan, un avvocato qualificato ed ex professore universitario, è un attivista senza paura che combatte contro l’influenza del comunismo e dell’Islam sull’Occidente.

Paludan, che “rappresentava l’ultimo caso di blasfemia in Danimarca”, è noto per tenere raduni doveo brucia il Corano. Fu in uno di questi raduni il giorno della Costituzione del 5 giugno nell’area migrante di Gellerupparken che un “musulmano libanese di 52 anni” tentò di uccidere il leader politico usando un coltello. L’aggressore musulmano è stato colpito e ferito dalla polizia dopo aver ignorato un colpo di avvertimento.
Il quartiere successivamente esplose in sommosse “dove venivano lanciate pietre e bottiglie molotov contro la polizia”, come riportato dal media danese DR.

Nonostante le continue persecuzioni politiche, Paludan sta raddoppiando e tenendo un altro evento dove brucerà il Corano il 28 agosto “nell’area densa e cosiddetta particolarmente vulnerabile Rosengrd a Malmè”.

Durante l’intervista, il signor Paludan ha spiegato che non c’è un’accusa generale contro di lui dalla polizia, ma piuttosto un raggruppamento di accuse fasulle compilate nel tempo. “Fondamentalmente, la polizia ha raccolto ‘pseudo accuse’ per anni e poi hanno semplicemente messo insieme tutto…” Paludan ha spiegato.

Evidentemente, il “razzismo” è un nuovo crimine che deve essere addossato solo a determinate persone.

L’accusa ipocrita di “razzismo” contro Paludan non è stata tirata dalla portavoce di Black Lives Matter Denmark, Bwalya Sorensen, che “ha costretto i manifestanti dalla pelle bianca in coda al corteo in modo che i neri potessero stare di fronte durante la recente protesta di Black Lives Matter a Copenaghen.”

Nel mese di ottobre, RAIR osservò: “Le sue tattiche [di Paludan], pur provocatorie, mettevano a nudo la volontà di alcuni di rispondere con violenza”. Meno di un anno dopo, un uomo ha tentato di uccidere il leader politico, e in risposta, i media hanno protetto l’autore dell’aggressione ma ignorato le rivolte che hanno lasciato alcuni agenti di polizia feriti.

Rasmus Paludan ha spiegato che l’aggressione subita con un coltello e le rivolte sono stati praticamente ignorati dalla stampa, che è stata molta più interessata ad approfondire l’arresto di Paludan per “razzismo”.
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Messaggioda Berto » lun ago 31, 2020 1:35 pm

La polizia norvegese è intervenuta oggi con lancio di lacrimogeni dopo che sono scoppiati scontri durante una manifestazione anti Islam nei pressi del Parlamento di Oslo. Le tensioni sono scoppiate dopo che una militante dell'associazione "Stop all'islamizzazione della Norvegia" ha iniziato a strappare una copia del Corano e sputarci sopra.

"Guardate, sto dissacrando il Corano", ha detto Fanny Braten che è in passato è stata incriminata, e poi assolta, per incitazione all'odio. A questo punto hanno reagito le centinaia di persone che stavano partecipando alla contro manifestazione, "nessun razzista nelle nostre strade".

Secondo il quotidiano norvegese Vg, Braten ha ricevuto un calcio ad una gamba da uno dei contro manifestanti che era riuscito a superare il cordone di sicurezza istituito dalla polizia per dividere le due fazioni rivali. La polizia ha poi messo fine al rally della formazione anti-Islam il cui leader Lars Thorsen è stato attaccato durante una manifestazione simile una settimana fa. Quattro dei contro manifestanti, che hanno lanciato pietre ed altri oggetti contro la polizia, sono stati fermati.

29/08/2020


Oslo, corteo anti Islam: disordini in piazza, interviene la polizia
29/08/2020
https://www.adnkronos.com/fatti/esteri/ ... wpYKL.html

La polizia norvegese è intervenuta oggi con lancio di lacrimogeni dopo che sono scoppiati scontri durante una manifestazione anti Islam nei pressi del Parlamento di Oslo. Le tensioni sono scoppiate dopo che una militante dell'associazione "Stop all'islamizzazione della Norvegia" ha iniziato a strappare una copia del Corano e sputarci sopra.
"Guardate, sto dissacrando il Corano", ha detto Fanny Braten che è in passato è stata incriminata, e poi assolta, per incitazione all'odio. A questo punto hanno reagito le centinaia di persone che stavano partecipando alla contro manifestazione, "nessun razzista nelle nostre strade".
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Criticare l'Islam è una necessità vitale e civile primaria

Messaggioda Berto » sab ott 03, 2020 8:04 am

La Procura austriaca vuole incriminare uno dei presidenti del Consiglio nazionale per aver criticato l'Islam

30 settembre 2020

https://www.islamnograzie.com/la-procur ... to-lislam/


La Procura austriaca vuole incriminare uno dei presidenti del Consiglio nazionale per aver criticato l’Islam

Le dichiarazioni del terzo presidente leader del Consiglio nazionale e del Partito per la libertà (FP) Norbert Hofer sul Corano sono sotto inchiesta da parte delle autorità inquirenti.

La Procura di Vienna ha chiesto al Consiglio nazionale di autorizzare un procedimento penale ufficiale. Fonte: Agenzia di stampa austriaca.

Non è ancora chiaro quando la commissione deciderà di rinunciare all’immunità parlamentare.

Durante una manifestazione del Partito della Libertà al Mercato Viktor Adler nel mese di giugno, Hofer aveva detto che il Libro dei Musulmani era più pericoloso del virus Corona: “Non ho paura del Covid-19, il Covid-19 non è pericoloso quanto il Corano.

I rappresentanti dell’Islam e della competizione politica si sono indignati e hanno reagito con accuse di “istigazione all’odio” e “denigrazione di insegnamenti religiosi”.
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Messaggioda Berto » dom ott 18, 2020 3:43 am

Professore decapitato vicino a Parigi, aveva mostrato in classe le caricature di Maometto
L'aggressore, armato di coltello, è stato intercettato e ucciso dalla polizia. Si indaga per terrorismo. La vittima aveva recentemente tenuto una lezione ai suoi studenti sulla libertà di espressione e aveva mostrato le vignette pubblicate da "Charlie Hebdo"
ANAIS GINORI
16 ottobre 2020

https://www.repubblica.it/esteri/2020/1 ... P1-S1.8-T1

PARIGI - A poche ore dall'inizio del coprifuoco in Francia, un uomo è stato decapitato vicino a una scuola media del comune di Conflans-Sainte-Honorine, a nordovest di Parigi. La vittima è un professore di storia che, all'inizio di ottobre, aveva fatto una lezione ai suoi alunni a proposito del dibattito che si è aperto dopo la ripubblicazione delle vignette di Maometto qualche settimana fa sul giornale Charlie Hebdo. Alcuni genitori se ne erano lamentati, creando un caso sulla scelta del professore.

L'attacco è avvenuto poco prima delle 17, in concomitanza con la fine delle lezioni. L'aggressore, ucciso dalla polizia municipale allertata da alcuni testimoni, ha urlato “Allah Akbar” prima di compiere il suo massacro. Le immagini dell'insegnante decapitato sono poi state postate sul profilo Twitter dell'aggressore con un messaggio di rivendicazione: “Allah, ho ucciso un cane dell'Inferno che ha osato infangare il tuo nome”.

La procura antiterrorismo ha preso la guida delle indagini. L'assalitore aveva 18 anni, non si sa ancora se avesse frequentato l'istituto o se fosse schedato per radicalismo islamico. Accanto al cadavere dell'uomo, abbattuto nel vicino Comune di Erigny, è stato trovato un lungo coltello da cucina. La polizia ha fatto anche venire degli artificieri per verificare che il ragazzo non indossasse un giubbotto esplosivo.

La zona intorno alla scuola è stata chiusa dalle forze dell'ordine e gli abitanti sono stati invitati a restare a casa. Il sindaco di Erigny, Thibault Humbert, ha dato ai media le prime informazioni sull'attacco. “Sono sconvolto, siamo una città tranquilla - ha detto Humbert - non avrei mai pensato che un atto così barbaro potesse accadere proprio qui”.

Il ministro dell’Interno Gérard Darmanin, in visita in Marocco, ha anticipato il suo ritorno in Francia. Tre settimane fa, un giovane pachistano aveva aggredito con una mannaia due persone a Parigi, davanti all'ex sede di Charlie Hebdo. Il ragazzo, fermato qualche ora dopo, aveva rivendicato l'aggressione sostenendo di “non aver sopportato” le vignette di Maometto. Charlie Hebdo ha deciso a inizio settembre la ripubblicazione delle caricature nel momento in cui si apriva il processo, tuttora in corso, sugli attentati del 2015.




Parigi, insegnante decapitato al grido di "Allah Akbar": in classe aveva mostrato caricature di Maometto. Killer ucciso dalla polizia
16 ottobre 2020

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/1 ... 1602869646

La procura antiterrorismo ha aperto un’inchiesta per "omicidio in relazione con un’azione terroristica". L'assassino, prima di venire ucciso dalla polizia con dieci colpi d'arma da fuoco, ha fatto in tempo a pubblicare su Twitter le immagini della sua azione. L'attentatore è un ceceno nato a Mosca. Macron sul luogo dell'attacco: "Faremo quadrato, uniti contro il terrorismo"


Aveva 18 anni il killer che ha decapitato un professore di storia in una banlieue di Parigi. Nato a Mosca, era di origine cecena ed era sconosciuto ai servizi di informazione francesi come possibile musulmano a rischio radicalizzazione. Gli unici suoi precedenti sono per reati comuni. L'aggressore avrebbe urlato 'Allah akbar'. L'uomo avrebbe avuto un giubbetto esplosivo e - con il coltello ancora in mano dopo la decapitazione - si sarebbe diretto verso i poliziotti, minacciandoli. Gli agenti gli hanno intimato di fermarsi, inutilmente, poi hanno aperto il fuoco, uccidendolo.




Professore decapitato vicino a Parigi: aveva mostrato caricature di Maometto in classe
16 ottobre 2020

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/ ... 3e59f.html

Quattro persone tra cui un minorenne sono state prese in custodia dalla polizia stanotte, dopo la decapitazione di un professore di Storia vicino al liceo di Conflans-Sainte-Honorine, nella periferia occidentale di Parigi. I quattro sarebbero tutte persone provenienti dalla cerchia familiare dell'aggressore ucciso dalla polizia, secondo fonti giudiziarie.

Aveva 18 anni il killer che ha decapitato un professore di storia in una banlieue di Parigi. Nato a Mosca, era di origine cecena ed era sconosciuto ai servizi di informazione francesi come possibile musulmano a rischio radicalizzazione. Gli unici suoi precedenti sono per reati comuni. L'aggressore avrebbe urlato 'Allah akbar'. L'uomo avrebbe avuto un giubbetto esplosivo e - con il coltello ancora in mano dopo la decapitazione - si sarebbe diretto verso i poliziotti, minacciandoli. Gli agenti gli hanno intimato di fermarsi, inutilmente, poi hanno aperto il fuoco, uccidendolo.

L'uomo decapitato era un professore di Storia del liceo del Bois d'Aulne, di Conflans-Saint-Honorine. Nei giorni scorsi avrebbe mostrato in classe agli studenti le caricature di Maometto, probabilmente durante un corso sulla libertà d'espressione, scrive Le Monde. Alcuni genitori il 5 ottobre avevano segnalato nei giorni scorsi alla scuola il professore. Stando a fonti di stampa, l'aggressore potrebbe essere un genitore.

L'uomo che ha decapitato il professore ha fatto a tempo a pubblicare le immagini del suo atto su Twitter prima di essere abbattuto dalla polizia. La procura antiterrorismo ha aperto un'inchiesta.

Il presidente della Repubblica Emmanuel Macron si è recato sul luogo dell'attacco: "Voglio dire a tutti gli insegnanti di Francia, che siamo con loro, la nazione tutta intera sarà al loro fianco oggi e domani per proteggerli, per permettere loro di fare il loro mestiere che è il più bello che esista". "Il terrorista ha voluto abbattere la Repubblica nei suoi valori, i Lumi, la possibilità di fare dei nostri figli dei cittadini liberi". "Faremo quadrato, non passeranno, l'oscurantismo e la violenza non trionferanno, non ci divideranno", ha assicurato il presidente lanciando un fortissimo appello all'unità della nazione e promettendo "atti di fermezza" contro il terrorismo.

"Un nostro connazionale - ha detto Macron - è stato assassinato perché insegnava, perché ha predicato a degli allievi la libertà d'espressione, la libertà di credere e quella di non credere. Il nostro connazionale - ha detto Macron, visibilmente emozionato - è stato vigliaccamente attaccato, è stato la vittima di un chiaro attentato terrorista islamico".



Gino Quarelo
Finché lo facciamo singolarmente siamo tutti esposti, ricattati e impauriti, ma se lo facciamo in tanti e sempre e ogni giorno e non ci raccontiamo la storiella che esiste un Islam buono e che non tutti i mussulmani sono nazi maomettani assassini, che esiste un Islam spirituale e mistico, che Maometto era un santo e che Allah è Dio ... saremo sempre in queste condizioni se non peggio.
Dovremmo farlo in massa nelle piazze di ogni nostra città e di ogni nostro paese e dire a gran voce che Allah non è Dio ma solo l'idolo mostruoso dell'assassino idolatra Maometto che non era certo profeta di Dio e che il Corano è solo la voce di questo idolo mostruoso elaborato da Maometto.




Ecco un demenziale mussulmano cosa scrive:
Mosbah Mednini
Giorgio Crisanti
L'uomo non è stato creato invano e non è stato lasciato trascurato, e la saggezza del Creatore, l'Onnipotente e la sua assoluta giustizia richiedono che una persona abbia un conto e una punizione per le azioni che viene e compie nei suoi obblighi, sia nell'ambito delle sue relazioni umane e sociali, sia nell'ambito della sua relazione con il suo Signore e Creatore, c'è una promessa. E una promessa in questo mondo e nell'aldilà. Pertanto era necessario che la vera religione stabilisse il principio dell'equità della ricompensa e della punizione, la ricompensa per coloro che obbedivano agli ordini del Creatore e poneva fine a ciò che egli proibiva e la punizione per coloro che disobbedivano a ciò e insistevano sul peccato. L'Islam è l'unica religione che è giusta, giusta, equilibrata e chiara nel principio di ricompensa e punizione. Il riassunto di ciò è venuto nelle parole del Creatore, l'Onnipotente: Chi fa il peso di un atomo di bene lo vedrà (7) e chi fa il peso di un atomo.
Con l'eccezione dell'Islam, le religioni, le credenze distorte e la noia umana sono tutte chiaramente disturbate e contraddittorie al principio di giustizia in materia di ricompensa e punizione. Ad esempio, il giudaismo ha negato al Dio di Dio l'Onnipotente l'attributo della giustizia, l'Onnipotente Dio su una tale altezza, e quindi mina il principio di giustizia in ricompensa e punizione dalle sue fondamenta. Piuttosto, gli ebrei credono di essere i figli di Dio e solo i suoi amati, e che Dio è solo il Dio dei figli di Israele, e che il Signore è solo il Signore dei figli di Israele senza il resto degli esseri umani, e che le varie nazioni e popoli diversi dalla loro razza ebraica non hanno speranza nell'Iddio del Signore, gloria a Lui. Che tutte le nazioni e i popoli siano rigettati da lui. E poiché il Dio degli ebrei non accetta gli altri e non accetta l'adorazione tranne che da loro, allora non c'è speranza per tutte le nazioni e i popoli di adorazione e vicinanza a quel Dio Signore che li ha creati e li ha creati dal nulla, e poi cercano un altro dio che gli piacciono e li accetta! Quindi Dio Onnipotente è esaltato in ciò che il giudaismo gli ha grandemente attribuito. Il giudaismo abbonda di altre cose, il che è impossibile per una persona sana di mente con un istinto puro e un'anima pura di accettarlo.
Per quanto riguarda i cristiani, credono che Cristo sia stato ucciso e crocifisso, e che attraverso la crocifissione di Cristo i peccati dell'umanità siano stati espiati, quindi dobbiamo santificare la croce, e dopo ciò facciamo quello che vogliamo, perché Cristo è morto per noi e ci ha tolto il nostro fardello, e viviamo una vita senza restrizioni, e facciamo ciò che desideriamo finché Cristo ha È stato torturato per toglierci i peccati. Secondo questo concetto cristiano, tutti entreranno in Paradiso, i giusti e i malfattori, e non importa quello che fai finché Cristo ti ha tolto i peccati. Dove sarebbe la misericordia e dove sarebbe la giustizia se una persona pura e innocente fosse crocifissa come espiazione per il peccato di un'altra persona che indulge nei peccati ?! Dio Onnipotente ha bisogno della croce per perdonare i peccati umani?! In che modo il Signore sacrifica il suo unico figlio per espiare i peccati delle persone?! Il Signore è incapace di perdonare i peccati umani senza questo misero gioco ?! Un dio incapace di proteggersi dai suoi nemici e un Signore che non può perdonare i peccati umani se non versando sangue e sacrificando suo figlio! Sfortunatamente, questo è ciò in cui credono i cristiani nel loro vangelo: “Egli stesso portò i nostri peccati nel suo corpo sull'albero, così che noi morissimo ai peccati e vivessimo per la giustizia, dal quale foste guariti”; Il Nuovo Testamento (1 Pietro, 24: 2).


Che bugiardi!

Sulla sua pagina Facebook ufficiale, Al-Azhar ha condannato l'incidente, descrivendo l'autore come un "estremista", e ha chiesto la necessità di dimostrare la morale e gli insegnamenti delle religioni che affermano il rispetto per le credenze degli altri.

https://www.facebook.com/permalink.php? ... y_index=98

Al-Azhar ha confermato in una dichiarazione sulla sua pagina Facebook ufficiale che l'omicidio è un crimine che non può essere giustificato in alcun modo. Nella sua dichiarazione, ha ribadito il suo costante appello a rifiutare l'incitamento all'odio e la violenza, qualunque sia la sua forma, fonte o causa, con la necessità di rispettare le sacralità e i simboli religiosi, ed evitare di suscitare odio insultando le religioni, chiedendo allo stesso tempo la necessità di adottare una legislazione globale che criminalizzi L'insulto alle religioni ei loro simboli sacri.

Al-Azhar condanna attacco Parigi, ma punire blasfemia

17 ottobre 2020

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnew ... a72d1.html

(ANSA) - IL CAIRO, 17 OTT - Al-Azhar, il più influente centro teologico e universitario dell'islam sunnita, ha sottolineato il proprio rifiuto dell'"abominevole attacco" compiuto con la decapitazione di un professore alla periferia di Parigi ma ha anche affermato "la necessità di adottare una legislazione internazionale che criminalizzi l'attentato contro le religioni e i loro simboli". Lo scrive l'agenzia egiziana Mena sintetizzando una dichiarazione dell'istituzione basata al Cairo. (ANSA).


Alberto Pento
Che bugiardi questi teologi islamici o nazi maomettani!
Al-Azhar ci dovrebbe spiegare allora gli omicidi, le stragi e gli stermini di Maometto e le prescrizioni del Corano ad uccidere e sterminare gli infedeli, i miscredenti, gli ebrei, i cristiani e ogni diversamente religioso, non religioso e pensante che si opponga all'Islam, che critichi l'Islam e degli apostati mussulmani.
Ci dovrebbe spiegare perché non condanna anche Maometto e il Corano.




Magdi Cristiano Allam
17 ottobre 2020

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 2040186358

Il giovane terrorista islamico che ha decapitato un professore condannato a morte per aver mostrato le vignette di Maometto, ha obbedito ad Allah e a Maometto
Cari amici, Aboulakh A. il terrorista islamico ceceno diciottenne che ieri ha decapitato Samuel Paty, 47 anni, professore liceale di Storia, Geografia e Educazione civica a Conflans-Saint-Honorine nei pressi di Parigi, condannato a morte per aver mostrato ai suoi studenti nell’ambito di una lezione sulla libertà d’espressione le vignette su Maometto pubblicate dal settimanale satirico Charlie Hebdo, ha ottemperato letteralmente e integralmente a ciò che Allah prescrive nel Corano e a ciò che ha detto e ha fatto Maometto.
L’islam vieta categoricamente la rappresentazione di qualsiasi essere vivente perché corrisponderebbe a voler emulare Allah. Ancor di più sanziona come blasfemia la rappresentazione di Allah, di Maometto e dei suoi familiari. Alla luce di ciò la condanna a morte di chiunque irrida, denigri e offenda Allah, Maometto, i suoi familiari, i suoi discepoli ma anche il Corano, non solo è legittimata dalla sharia, la legge islamica, ma è doverosa, nel senso che qualsiasi musulmano ovunque si trovi ha il dovere di uccidere il “nemico dell’islam”.

Ecco perché Aboulakh A. secondo l’ortodossia islamica è un “martire” dell’islam, che ha sacrificato la sua vita per sanzionare con la condanna a morte il miscredente blasfemo che ha offeso Maometto. Ed ecco perché tutti i suoi familiari erano d’accordo sul fatto che il professore avesse commesso un crimine imperdonabile. Già in precedenza il 7 gennaio del 2015, quando due terroristi islamici perpetrarono la strage dei vignettisti di Charlie Hebdo, tutti i musulmani condannarono la pubblicazione delle vignette pur dissociandosi formalmente dalla strage dei vignettisti.

Sbaglia il Presidente Emmanuel Macron a denunciare un “attentato terroristico islamista”, dove per “islamista” si intende una strumentalizzazione ideologica dell’islam, quindi il criminale avrebbe distorto il vero messaggio dell’islam che viene assolto da qualsiasi collusione con il terrorismo. Si tratta invece di un “attentato terroristico islamico”, perpetrato nel nome dell’islam.

Si spiega così il fatto che dopo aver decapitato il professore urlando “Allah è il più grande”, Aboulakh A. ha voluto pubblicare sul suo profilo Twitter la foto della testa decapitata con questo messaggio: “In nome di Allah": "da Abdullah, servitore di Allah, a Macron, dirigente degli infedeli, ho giustiziato uno dei tuoi cani dell'inferno che ha osato offendere Maometto. Calma i suoi simili prima che non vi venga inflitto un duro castigo". Aboulakh A. ha rivendicato orgogliosamente quello che secondo l’islam è il “duro castigo” ai miscredenti blasfemi, così come ha successivamente ricercato la morte affrontando con il coltello i poliziotti al grido di “Allah Akbar”, certo che come ricompensa Allah l’accoglierà nel Paradiso dei “martiri” dove godrà dei piaceri di 72 fanciulle eternamente vergini.
Cari amici, l’atroce decapitazione di un professore nella Francia laica e liberale, condannato a morte da un giovane terrorista islamico che ha ottemperato letteralmente e integralmente a ciò che Allah prescrive nel Corano e a ciò che ha detto e ha fatto Maometto, ci fa toccare con mano che la radice del male non sono i terroristi islamici o gli estremisti islamici ma è l’islam, non sono le persone ma è una religione che legittima e ordina di discriminare, odiare, fare violenza e uccidere i non musulmani, con il fine esplicito di imporre l’islam come unica vera religione all’intera umanità ovunque nel mondo. Ecco perché, nel più assoluto rispetto dei musulmani che ci rispettano, se vogliamo salvaguardare la nostra civiltà che si fonda e legittima la sacralità della vita, la pari dignità tra le persone, la libertà di scelta individuale, dobbiamo avere l’onestà intellettuale e il coraggio umano di mettere fuori legge l’islam come religione dentro casa nostra. L’Europa torni a rimettere fuori legge l’islam all’interno dei propri confini come ha fatto per 1400 anni, se non vuole ritrovarsi a essere sottomessa all’islam.


Gino Quarelo
L'idolatria islamica o nazi maomettana è la più orrenda tra tutte le idolatrie religiose, essa si condensa nel demenziale e ossessivo grido "Allahu Akbar = Allah è il più grande" che implicitamente afferma che Allah è il più grande tra gli dei, tra gli idoli, tra le divinità religiose.
Dio non ha bisogno di tutto ciò, di affermarsi in tale senso, è l'uomo che si vuol imporre sugli altri uomini a manipolare Dio e a farne un idolo suprematista ideologico-teologico-religioso e politico.
Dice bene Magdi Allam quando critica Macron per aver affermato " attentato terroristico islamista " anziché "attentato terroristico islamico" ma sbaglia anche Magdi Allam quando dà la colpa all'Islam e non alle persone, ai mussulmani come se le persone, i fedeli mussulmani, fossero separate e altro dalle loro idee; infatti l'Islam è una fede e un sistema ideologico politico religioso ideato, concepito dall'uomo Maometto e adottato e diffuso dai suoi seguaci; le idee e le persone sono la stessa cosa perché non esistomo le idee senza le persone che danno loro vita, le idee nascono dagli uomini, si diffondono e si affermano attraverso gli uomini, con gli uomini e per gli uomini. Il male è costituito dalle persone che abbracciano queste idee malvage e si comportano di conseguenza.



Francia, la guerra al separatismo islamista è già iniziata?

Autore Emanuel Pietrobon
17 ottobre 2020

https://it.insideover.com/politica/fran ... ziata.html

Sullo sfondo dell’ultimo e sanguinoso attentato di stampo islamista che ha sconvolto la quotidianità francese, portando alla decapitazione di un insegnante nei pressi di Parigi, nel Paese stanno aumentando le retate nelle moschee e nei centri culturali e gli arresti di personaggi ritenuti potenzialmente pericolosi per la sicurezza nazionale. In breve, anche se l’ambizioso progetto di legge di riforma dell’islam proposto da Emmanuel Macron è ancora lontano dall’arrivare in sede parlamentare, la lotta al separatismo islamista sembra essere già cominciata.

Gli arresti e le retate

Il 14 ottobre è stato tratto in arresto dalle forze dell’ordine francesi un noto personaggio della comunità islamica d’Oltralpe: Idriss Sihamedi, il fondatore e il direttore di BarakaCity, un’organizzazione non governativa impegnata in attività culturali e sociali a favore dei musulmani. L’operazione, durante la quale sono stati anche perquisiti gli uffici dell’ente e sequestrati computer, documenti cartacei e libri, è stata motivata dal presunto supporto morale di Sihamedi al terrorismo islamista ed è soltanto l’ultima di una lunga serie.

Nei giorni precedenti al blitz, Sihamedi aveva utilizzato i canali mediatici della sua organizzazione non governativa per invitare i musulmani francesi “a rispondere in maniera unita ai tentativi di Macron di controllare le loro convinzioni personali e la loro vita pubblica”. Il suo arresto ha provocato un’ondata di oltraggio e indignazione sia in Francia che all’estero, in primis in Turchia, perché è avvenuto in diretta: Sihamedi, infatti, stava registrando una puntata per gli ascoltatori della radio di BarakaCity.

Secondo i dati del Ministero degli Interni, fra gennaio e ottobre di quest’anno, la “lotta contro la radicalizzazione” ha condotto alla chiusura di 73 enti, tra moschee, scuole private, centri culturali, attività commerciali e organizzazioni non governative; una cifra elevata e in crescita rispetto agli anni recenti che si inquadra e si spiega nell’ambito dell’agenda anti-islamista della presidenza Macron. Per comprendere la rilevanza di questi numeri si pensi al fatto che dal 2015 al 2017 le moschee chiuse dalle autorità nell’ambito della stessa lotta erano state 19.

Ma a risaltare, oltre al numero dei luoghi di ritrovo sui quali sono stati messi i sigilli, è la loro natura. L’attenzione delle autorità non è più rivolta esclusivamente ai locali tradizionali, come sono ad esempio le moschee, ma anche ai ristoranti, ai bar e ai centri ricreativi, luoghi apparentemente irrilevanti eppure estremamente importanti perché potrebbero essere utilizzati come dei punti d’incontro da reclutatori, imam radicali e terroristi.


Il progetto di legge

L’idea di Macron è radicale nel senso originale del termine: non propone una soluzione palliativa, anela a risolvere l’annoso fascicolo dell’islam radicale in Francia andando ad agire a livello di radici. Il primo passo, fondamentale, sarà la riforma della legge sulla separazione tra Stato e Chiesa del 1905, il cardine del regime laicista francese, per permetterne l’estensione e l’applicazione anche alle relazioni con l’islam.

Sarà soltanto a partire da quella legge che il presidente francese potrà realizzare gli altri punti del piano: la stretta sulle moschee e sulle scuole religiose, la regolamentazione degli affari islamici a livello di politica locale in accordo con l’interesse pubblico, il potenziamento dello stato sociale per ridurre gli spazi di manovra alle associazioni caritatevoli islamiche, la formazione degli imam in Francia, la fine dell’istruzione a domicilio.

Inoltre, nelle scuole pubbliche di ogni ordine e grado potrebbe essere l’introdotto l’insegnamento della lingua araba con l’obiettivo di sottrarne il monopolio agli imam fai da te e facilitare il dialogo interculturale. Si tratta di uno dei paragrafi-chiave dell’intera proposta macroniana perché, se approvato, consacrerebbe la fine del modello assimilazionista che ha storicamente il modus operandi di Parigi nei riguardi dell’integrazione.

Ultimo ma non meno importante, il presidente francese ha auspicato la creazione di un istituto nazionale di islamologia avente l’obiettivo di “riformare l’islam”, ossia di privarlo di quei caratteri teologici e dottrinali ritenuti contrari ai valori della Repubblica e fonte potenziale di problemi, in quanto tradizionalmente sfruttati dai predicatori estremisti per giustificare il terrorismo e il jihad armato.




Maria Laura Buzolich

https://www.facebook.com/franco.leonard ... 5871324165

Dopo la decapitazione di Samuel Paty, il Generale francese Pierre de Villiers, invita il Governo a passare dalle parole ai fatti. Notoriamente ostile alla Presidenza Macron, il Generale propone di chiudere le moschee islamiste, di espellere gli imam radicali e di riprendere il controllo delle frontiere nazionali.
Pensando di farvi cosa gradita, ho tradotto il discorso del Generale. Averne in Italia di personalità così!
I fatti sono gravi e la decapitazione di questo professore a Conflans Sainte Honorine costituisce una tappa in più dello sfaldamento del nostro Paese. Che un professore possa essere assassinato così, a sangue freddo, all’uscita della sua scuola, sul nostro territorio, in nome dell’Islam non è più solo un assassinio, è un attacco all’esistenza stessa della nostra nazione, della nostra civiltà.
Permettetemi innanzitutto di rivolgere un pensiero alla sua famiglia, a chi gli era vicino, ai suoi colleghi, ai suoi studenti, a tutti coloro che conoscevano questo professore di storia e geografia. La notizia è terribile e il dolore inconsolabile. Io so per esperienza quanto sia difficile affrontare la morte quando ci colpisce così brutalmente, così selvaggiamente.
Permettetemi inoltre di rivolgere un incoraggiamento a tutti i nostri insegnanti, ovunque si trovino. Essi portano in sé l’avvenire della nostra gioventù, del nostro Paese. In nessun caso dobbiamo cedere a questa barbara intimidazione. La paura è cattiva consigliera.
E giunta l’ora di far seguire i fatti alle parole. Quante leggi, decreti, dichiarazioni, sono state proclamate dopo il 7 gennaio 2015, data della strage di Charlie Hebdo. Quanti piani sono stati annunciati, quante parole, quanti comunicati. Solo la forza fa arretrare la violenza. La lotta sarà lunga. Bisogna ancora iniziarla. L’urgenza è l’azione, non più le dichiarazioni.
E' giunto il momento di chiudere tutte le sale di preghiera islamiche non ufficiali e radicali. Io peso le mie parole. Noi sappiamo benissimo dove sono, essenzialmente nelle città nelle quali regna un tacito accordo tra i salafisti ed i capi delle comunità islamiche. La mia esperienza nelle periferie me lo conferma. Noi non possiamo più lasciar morire chi continua a battersi per aiutare la popolazione che per la maggioranza è di buona volontà.
È giunto il momento di rispedire senza indugio nel loro paese d’origine gli imam radicali che predicano ogni venerdì dei propositi inaccettabili e provocatori, portando ad odiare la Francia ed indottrinando i loro fedeli. Fino a quando dobbiamo sopportare tutto questo, prima che la popolazione francese non arriverà a cercare di farsi giustizia da sé? Il processo di espulsione di questi islamisti radicali è troppo timido e parziale. Bisogna assumersi i rischi.
È il momento di aiutare le comunità musulmane in Francia a formare gli imam come si fa altrove in altri paesi. Come in Mauritania ad esempio, dove si è riusciti a contenere il terrorismo. Bisogna accelerare le iniziative in questa direzione già adottate sul nostro territorio.
Anche l’Islam francese deve assumersi le sue responsabilità per affrontare il flagello del terrorismo in nome di questa religione. Appartiene alle autorità pubbliche la responsabilità di ricordarglielo iprima che sia troppo tardi. Solo l’inerzia è infamante.
E anche giunta l’ora di adeguare coerentemente la nostra politica estera con questa minaccia mondiale che è chiaramente sostenuta, finanziata ed organizzata da certi Stati benevolenti nei confronti dei movimenti terroristici, distanti da noi oltre che geograficamente anche ideologicamente.
È anche ora di capire che il primo dovere di uno Stato è quello di proteggere i suoi cittadini, dando a tutti coloro che ne hanno avuto l’incarico i mezzi e gli strumenti per poter svolgere la propria missione. Io penso in particolare ai servizi di intelligence, alle forze dell’ordine e a tutti coloro i quali direttamente o indirettamente contribuiscono all’educazione della nostra gioventù.
E infine giunto il momento di diventare padroni del nostro destino, affrontando i fenomeni mondiali delle migrazioni di massa con le quali ci stiamo confrontando.
L’Europa sicuramente ha una responsabilità maggiore sulle proprie spalle. Ma niente è meglio che proteggersi da soli. Noi non possiamo più accogliere sul nostro territorio “tutta la miseria del mondo” che rappresenta la prima preda degli islamici radicali. Noi dobbiamo rivedere la concezione delle nostre frontiere.
Nei miei ultimi dieci anni nelle Forze Armate io ho preso parte alla lotta contro il terrorismo islamico, questa ideologia che sostiene la barbarie dato che quest’ultima non è un suo mezzo, ma il suo fine. I nostri soldati di terra, di marina e di aeronautica contribuiscono in prima linea a questa nostra difesa in Africa ed in Medio Oriente. Essi meritano di essere ringraziati. Questa è una guerra mondiale che riguarda prioritariamente la Francia. Più che mai noi dobbiamo ritrovare la nostra unità riconciliandoci al di là delle nostre differenze. L’amore per la Francia è la nostra speranza.
Cit. Yuri Stefano Borghi
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Messaggioda Berto » dom ott 03, 2021 9:24 am

La censura nella società dell'immagine e dei social
Caratteri Liberi
Loredana Biffo
19 ottobre 2020

http://caratteriliberi.eu/2020/10/19/cu ... ei-social/

Di questi tempi, si sente spesso parlare di libertà d’espressione, qualcosa che spesso viene dato per scontato, per acquisito e inviolabile, ma da anni ormai, molti casi di violenza hanno fatto dubitare che questa preziosa conquista della modernità sia tutt’altro che definitiva. A partire dalla famosa fatwa di Khomeini nei confronti dello scrittore Salam Rushdie, colpevole di aver scritto nel 1988 il libro Versetti satanici, inviso all’Ayatollah per il suo approccio ritenuto blasfemo nei confronti della religione islamica.

All’epoca l’uscita del libro, decretò la condanna a morte dell’autore considerato un bestemmiatore, fu perfino messa una taglia per la sua testa. Rushdie si salvò grazie al rifugio trovato nel Regno Unito dove visse per molti anni sotto protezione. Le cose non andarono altrettanto bene per il traduttore giapponese del romanzo, Hitoshi Igarashi che venne barbaramente ucciso dagli sgherri del regime iraniano, e il traduttore italiano Ettore Capriolo si vide entrare un sicario in casa sua che però riuscì solo a ferirlo.
La Fatwa fu reiterata il 17 febbraio del 2008, poiché è una condanna a morte storica quella dell’Imam Khomeini nei confronti di Rushdie.

Ma sono stati molti i giornalisti, blogger, intellettuali o semplici dissidenti del regime iraniano, che sono stati investiti dalle poco gradevoli attenzioni mortifere dei fedeli da parte di questo. Così come in tempi più recenti sono avvenuti numerosi omicidi in nome del profeta coranico nei confronti di personaggi considerati blasfemi oltreché infedeli. La vicenda più famosa e tragica è certamente quella dei componenti del giornale satirico francese Charlie Ebdho, i cui giornalisti vignettisti sono stati trucidati il 7 gennaio 2015 alla redazione parigina. E proprio in questi giorni, un insegnate francese di nome Samuel Paty che insegnava storia in una banlieu di Parigi, è stato decapitato da un islamico ceceno, studente di 18 anni, perché reo di aver mostrato le caricature di Maometto da parte del giornale Charlie Ebdho durante una lezione sulla libertà d’espressione.

Dopo avergli tagliato la testa con una precisione chirurgica, il terrorista l’ha fotografata e postata sui social corredata di frasi inneggianti alla misericordia di Allah, la foto ha circolato nella rete, poi è stato apposto un filtro che ne sfoca l’immagine, e non si è più trovata nella versione originale e per altro postata sui social dal terrorista subito dopo l’attentato di cui il professore è rimasto vittima.

A quanto pare l’opinione pubblica viene considerata una amalgama di minorati mentali che non possono reggere l’orrore di un’immagine così dura, ma reale, questo è il punto, la realtà delle immagini non deve far paura, non Pagine che confermano quello che a novembre era stato liquidato come un rumor infondato, e che giornali cosiddetti «di riferimento» come Le Monde avevano frettolosamente tacciato come «invenzione»: gli ostaggi che si trovavano al secondo piano del Bataclan sono stati torturati brutalmente dai miliziani islamici e ci sono state delle decapitazioni.

Durante l’audizione del 21 marzo scorso, un poliziotto della Bac (Brigade anti-criminalité), tra i primi soccorritori ad entrare nel Bataclan, descrive con freddezza quello che si è ritrovato davanti agli occhi assieme ai suoi colleghi: uomini castrati con i testicoli in bocca, donne seviziate nelle parti intime, corpi con gli occhi strappati fuori dalle orbite e teste decapitate. «Dopo l’assalto, eravamo con dei colleghi a livello del passage Saint-Pierre-Amelot (stradina accanto al Bataclan, ndr), quando ho visto uno degli inquirenti uscire in lacrime e vomitare. Ci ha detto quello che aveva visto», testimonia il poliziotto. «Le torture sono state commesse al secondo piano?», chiede Alain Marsaud, uno dei membri della Commission Fenech. «Credo di sì», risponde l’agente della Bac, «perché quando sono entrato al pianoterra non c’era niente di simile, solo persone colpite da proiettili».

Riportava la Gazzetta di Lucca:
“Lo stesso agente, durante l’audizione, dice al presidente della commissione che «alcuni corpi non sono stati presentati alle famiglie perché c’erano delle persone decapitate, sgozzate, sventrate. C’erano donne che sono state accoltellate a livello dei genitali». Secondo la sua testimonianza, uno dei terroristi, prima di farsi esplodere, avrebbe anche mimato degli atti sessuali con alcune donne. Non solo: tutte le torture sarebbero state filmate dagli islamisti a fini di propaganda. A confermare la testimonianza che il procuratore di Parigi, François Molins, ha messo in discussione, e che il governo socialista ha voluto nascondere, è emersa inoltra la lettera struggente che il padre di una delle vittime del Bataclan avrebbe inviato al giudice d’istruzione. «Sulle cause della morte di mio figlio A., all’istituto medico-legale di Parigi mi è stato detto (…) che gli erano stati tagliati i testicoli, che gli erano stati messi in bocca e che era stato sventrato. Quando l’ho visto dietro un vetro, disteso su tavolo, con un telo bianco che lo copriva fino al collo, mi accompagnava una psicologa. Quest’ultima mi ha detto: “La sola parte che si può mostrare di suo figlio è la sua parte sinistra”. Ho constatato che non aveva più l’occhio destro. L’ho fatto notare; mi è stato detto che glielo avevano strappato».

E pensare che tutto poteva essere più chiaro già tre giorni dopo l’assalto, il 16 novembre, quando il quotidiano Le Progrès, ha riportato la testimonianza di una madre, il cui figlio, poliziotto, aveva dichiarato di aver visto «teste decapitate» al Bataclan. Versione evocata due settimane dopo su Twitter da una sopravvissuta alla strage, @mahahh, il cui account è stato quasi subito disattivato, senza possibilità di avere ulteriore conferme.

Censura – Resta la questione principale: perché il governo di François Hollande a suo tempo ha voluto censurare la notizia? Perché ha intimato ai media francesi di tenere nascoste queste barbarie islamiste? Sono passati più di otto mesi dalla mattanza jihadista del Bataclan, ma restano ancora troppe zone d’ombra su quella tragica nottata. Dallo stesso rapporto, pubblicato il 12 luglio sul sito dell’Assemblea nazionale, spunta addirittura l’ipotesi di un quarto terrorista presente nella sala per concerti parigina, che si sarebbe mimetizzato tra i sopravvissuti per sfuggire alle autorità. la Gazzetta di Lucca: “ essere censurata, perché questo oscuramento rende complici, non ci rende compassionevoli, ma dei codardi che girano la faccia dall’altra parte, e quel che è peggio, si diventa complici anche di quel sistema ipocrita che ce lo impone. Questo è accaduto esattamente dopo l’attentato multiplo del 13 novembre 2015 a Parigi la strage del Bataclan, il governo francese ha «soffocato» i media che tentavano di riportare la notizia secondo cui diversi ostaggi del Bataclan avrebbero subito «torture abominevoli» dai jihadisti.Sono dettagli macabri e raccapriccianti quelli emersi dalle pagine del rapporto ufficiale della commissione d’inchiesta relativa ai mezzi utilizzati dallo Stato per lottare contro il terrorismo dal 7 gennaio 2015, la Commission Fenech”.

Possiamo ragionevolmente utilizzare lo stesso paradigma per la recente decapitazione del professore francese, occultare l’immagine non è un atto di riguardo alla vittima o alle presunte fragili anime e menti dei cittadini, ma un atto voluto per annacquare la realtà, mistificarla. Del resto altrettanto si sarebbe potuto dire per i reporter di guerra che ormai non esistono più perché i giornalisti embedded sono nientant’altro che un’emanazione del potere che sovrasta tutti e decide cosa si deve e cosa non si deve sapere.

Nelle nostre “società dell’immagine”, dove si vedono le cose più incredibili, un morto per terrorismo scatena l’istinto censorio perché si tratta di terrorismo islamico, questo è il punto, tutto il resto è aria fritta, con buona pace della storia illuminista tanto decantata a sinistra, in base alla quale la verità dev’essere pubblica. Purtroppo di pubblica ormai c’è solo la menzogna, la “soumision” diversamente spacciata per compassione.
Non dimentichiamoci che la Rivoluzione Francese, con il riconoscimento della libertà di stampa, implicò una netta cesura, peraltro nient’affatto esente da rapidi mutamenti in merito al ruolo degli uomini di cultura: dalla panthéusatuion di Voltaire e Rosseau nel 1791 alla chiusura delle accademie nell’incandescente clima politico del 1793.
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Messaggioda Berto » dom ott 03, 2021 9:25 am

Il 52% dei liceali francesi è favorevole ai simboli religiosi e contrario alla blasfemia
5 marzo 2021

https://www.laluce.news/2021/03/05/il-5 ... blasfemia/

Rispondendo ad un sondaggio condotto su un campione rappresentativo dei loro colleghi, il 52% dei liceali di Francia si è detto favorevole al fatto che i simboli religiosi possano essere indossati nella scuola pubblica.

La maggioranza degli studenti francesi quindi, proprio non si appassiona alla guerra che le istituzioni stanno facendo contro la religione in Francia, anzi…

A 17 anni dalla legge che ha interdetto l’uso del hijab e l’esposizione di simboli religiosi nelle scuole gli studenti francesi si esprimono in maggioranza, stretta ma comunque significativa, nel contesto, contro questa concezione muscolare della laicità.

Il 52% dei liceali di Francia è risultato favorevole all’uso di simboli religiosi nella scuola pubblica, la ricerca, condotta da IFOP, un primario organismo d’indagini demoscopiche, per conto della LICRA (Ligue internationale contre le racisme et l’antisémitisme) è stata recentemente pubblicata sullo storico periodico Droit de vivre e ha suscitato molti commenti e riflessioni.

La prima, forse la più clamorosa è che oltre la metà dei giovani francesi, ragazzi e ragazze che non erano ancora nati quando quella famosa legge fu discussa e promulgata e sono cresciuti in un clima di forte colpevolizzazione del fatto religioso, non l’apprezzano affatto.

Il divario generazionale è clamoroso se si pensa che tra gli adulti quelli che accetterebbero i simboli religiosi nella scuola pubblica sono solo il 25% degli intervistati.

Ma c’è di più, il 49% non avrebbe nessuna obiezione al fatto che i funzionari pubblici mostrino le proprie convinzioni religiose e il 38% sarebbe favorevole a una legge che autorizzasse le studentesse a indossare il “burkini” durante i corsi di nuoto. (quota che raggiunge 76% tra gli studenti delle scuole superiori che si dichiarano musulmani).

Anche a proposito del bieco “diritto alla blasfemia” Il 52% degli studenti delle scuole superiori non è favorevole; tra essi i giovani musulmani contrari sono il 78% .

In altra parte del sondaggio il 37% degli studenti ritiene che le leggi che regolano la laicità siano discriminatorie nei confronti dei musulmani (dato che sale all’ 81% dei liceali musulmani)

Francois Kraus, autore della ricerca presentandone i risultati afferma: “Attualmente, i musulmani rappresentano il 14% della popolazione delle scuole superiori, e questo nucleo è molto ostile all’attuale sistema di laicità” .

Ma oltre a questo, c’è un’intera gioventù ostile all’attuale modalità della laicità. Ciò è particolarmente forte nei quartieri popolari, dove si osserva un fenomeno di acculturazione che i sociologi Anne Muxel e Olivier Galland hanno descritto molto bene nella loro indagine “La Tentation radicale”: “Anche se non siamo musulmani, siamo solidali con le cause e il diritto dei giovani a manifestare i propri tratti culturali e identitari. (…) Dato il peso crescente dei musulmani in Francia, e la riluttanza di questi giovani nei confronti delle attuali misure legislative, non possiamo che porre la questione della sostenibilità della legge del 2004 sul divieto alla scuola dei simboli religiosi ostentati , che potrebbe non avere, domani, una base politica sufficiente per essere applicata”
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