I mussulmani cosidetti moderati e l'Islam buono non esistono

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Messaggioda Berto » gio mar 14, 2019 10:20 pm

Spaventoso che gli ebrei in Europa legittimino sempre più il nazismo maomettano


Germania: per la prima volta ebrei parleranno nelle moschee tedesche
14-03-2019

https://www.shalom.it/blog/mondo/german ... he-b362771

Per la prima volta interverranno anche rappresentanti delle comunita' ebraiche alle cerimonie del venerdi' delle moschee tedesche. L'inedita iniziativa rientra nelle settimane contro il razzismo sotto l'egida delle Nazioni Unite (in programma fino al 24 marzo). Sono coinvolte piu' di 1700 comunita' musulmane in Germania, dove sono organizzate preghiere comuni "contro il razzismo, per la tolleranza e per una convivenza solidale". Le personalita' del mondo ebraico sono attese, tra le altre, nelle moschee di Amburgo, Francoforte, Dortmund, Duisburg, Colonia, Lipsia, Marburgo e Osnabruck. Tra gli invitati, anche i sindaci e altre figure pubbliche di primo piano. Nella sinagoga di Augsburg interverra' per lo shabbat il presidente del Consiglio centrale islamico di Germania, Aiman Mazyek.
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Messaggioda Berto » gio apr 04, 2019 10:21 am

Il terrorismo e la miopia dell'Occidente (Italia compresa!)
Difesa Online intervista Souad Sbai
(di Maria Grazia Labellarte)
4 aprile 2019

https://www.difesaonline.it/mondo-milit ... zVvJoFVPiA

“L’Occidente e l’intera comunità internazionale dovrebbero prendere esempio dal mondo arabo moderato, che si riconosce nel Quartetto contro il terrorismo composto da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein ed Egitto. Questi paesi stanno compiendo enormi sforzi congiunti nel tentativo di spezzare la 'linea rossa del jihad'. In particolare, hanno messo fuori legge i Fratelli Musulmani in quanto organizzazione terroristica, mentre attraverso un blocco aereo, terrestre e marittimo stanno limitando le capacità di Doha di mettere in atto politiche di destabilizzazione a livello regionale.” Nasce così l’analisi di Souad Sbai, un’ analisi seria, indipendente e fonte di preparazione, nasce da un “di dentro” frutto di anni di lavoro e di impegno verso quel “mondo rifiutato dalla stragrande maggioranza della comunità araba” in cui non ci si riconosce.

Negli anni ‘70 e primi anni ‘80 anche il nostro paese ha vissuto le stragi, frutto di un “terrorismo nostrano” ma un “Not in my Name” fu la risposta della stragrande maggioranza di noi Italiani, diventati, in seguito, un esempio internazionale della migliore lotta al terrorismo.

Souad Sbai, ex parlamentare, scrittrice, giornalista, e promotrice del Centro Alti Studi Averroè per la diffusione delle culture del Mediterraneo, ci offre nuovi spunti interessanti per questa lotta internazionale e lo fa attraverso il suo libro “I Fratelli musulmani e la conquista d’occidente. Da Instanbul a Doha, la linea rossa del Jihad” edito da Curcio Editore.

Siamo nel 1928 al-Ḥasan al-Bannāʾ (foto) a Isma’iliyya, in Egitto, fonda una delle più importanti organizzazioni islamiste internazionali i Fratelli Musulmani, fulcro del messaggio socio-politico: un progetto di islamizzazione delle nuove generazioni, dal Marocco all’Occidente...

Ma chi sono i “Fratelli Musulmani”?

La Fratellanza è la principale organizzazione transnazionale islamista, nella quale affondano le proprie radici ideologiche Al Qaeda, ISIS e l’intera galassia dell’estremismo e del terrorismo contemporaneo di matrice jihadista. Sin dalle origini il suo principale campo d’azione è stato il Medio Oriente, ma oggi la sua vasta rete avvolge sempre più strettamente anche l’Occidente. Seguendo i dettami di Al Banna e, successivamente, di Sayyid Qutb, anch’egli egiziano, i Fratelli Musulmani hanno messo in atto una paziente e lunga opera di penetrazione nel tessuto religioso, sociale, culturale, politico ed economico dei paesi del mondo arabo.

Maghreb, Mashrek, Golfo: i Fratelli Musulmani hanno acquisito gradualmente in tutta la regione una forza tale da riuscire a sostenere la loro aspirazione di prendere il potere. L’occasione tanto attesa è arrivata con quella che è erroneamente passata alla storia come Primavera Araba.

E allora le chiedo... perché "erroneamente"? Quelle della Primavera Araba non sono state delle vere rivoluzioni democratiche?

L’esito delle rivolte scoppiate in Medio Oriente e Nord Africa tra il 2010 e il 2011 ha smentito completamente la narrativa che vedeva lo sbocciare di una primavera nel fermento che stava attraversando il mondo arabo in quel periodo. Sono stati infatti i Fratelli Musulmani a guidare quei tumulti, con l’obiettivo di rovesciare i regimi preesistenti e stabilire dittature fondamentaliste. L’illusione della primavera si è pertanto ben presto rivelata un inverno islamista, il risultato di un piano disegnato appositamente per portare la Fratellanza al potere in Egitto, Tunisia, Libia, Siria, innescando un effetto domino che avrebbe dovuto travolgere tutta la regione, come piattaforma per un’espansione a livello globale e verso l’Occidente in particolare.

I Fratelli Musulmani non hanno certamente agito in solitudine. L’alleanza islamista con il Qatar degli emiri Al Thani e la Turchia di Erdogan ha fornito alla Fratellanza il supporto finanziario, politico e mediatico - basti pensare al ruolo di Al Jazeera - indispensabile ad assumere la guida delle rivolte e a far credere che fossero democratiche, soprattutto agli osservatori occidentali.

Attenta a questo “nuovo spunto” vorrei un approfondimento: A cosa si riferisce quando nel suo libro parla di “linea rossa del jihad da Doha a Istanbul”?

Mi riferisco esattamente alla linea che unisce Qatar, Turchia e Fratelli Musulmani nell’alleanza islamista che ha già seminato morte e distruzione sotto le mentite spoglie della Primavera Araba, e che costituisce oggi la più grande minaccia alla pace e alla sicurezza della comunità internazionale. Il loro piano è fallito, ma le ambizioni e gli obiettivi restano immutati e continuano a essere perseguiti, tanto in Medio Oriente quanto in Occidente. Perché l’alleanza islamista non intende sottomettere solo il mondo arabo.

Il punto di partenza del suo libro infatti è il ritrovamento di un documento contenente le linee guida per la conquista dell’Occidente da parte dei Fratelli Musulmani...

È il cosiddetto “Progetto”, rinvenuto a breve distanza dagli attacchi terroristici dell’11 settembre durante una perquisizione nella dimora svizzera di un banchiere egiziano, Yusuf Nada, considerato un esponente di spicco dei Fratelli Musulmani in Europa e sotto inchiesta con l’accusa di essere tra i finanziatori di Al Qaeda. Il documento risale al 1982, ma dopo la sua scoperta non è mai stato reso pubblico. A illustrarne i contenuti è stato nel 2005 il giornalista franco-svizzero Sylvain Besson in un libro-inchiesta. Ebbene, tali contenuti sono ancor più inquietanti perché corrispondono a quel che sta accadendo oggi in Europa, Italia compresa, senza che i Fratelli Musulmani incontrino ostacolo alcuno. In nome di un malinteso multiculturalismo, l’Europa si rifiuta infatti di riconoscere la vera natura dei Fratelli Musulmani e continua a considerarli “moderati”, consentendo alle organizzazioni e alle figure che fanno capo alla Fratellanza di fare proselitismo e accrescere la propria influenza all’interno delle comunità islamiche, grazie al supporto finanziario del Qatar.

A questo punto sorge spontanea la domanda : "qual è la situazione in Italia?"

In Italia sono migliaia le moschee (legali ma soprattutto illegali), gli pseudo-centri culturali e di preghiera, i luoghi di aggregazione sociale permeati da imam e militanti affiliati ai Fratelli Musulmani, che - con soldi provenienti dal Qatar - svolgono attività d’indottrinamento e reclutamento dei giovani appartenenti alla seconda generazione, indotti ad abbracciare posizioni radicali e fortemente identitarie, contrarie all’integrazione.

La costruzione di nuove moschee per mostrare apertura nei confronti dei fedeli di religione islamica, ma senza regole appropriate che ne garantiscano l’assoluta impermeabilità alla penetrazione dei Fratelli Musulmani e del Qatar, sono un regalo al proselitismo islamista della Fratellanza, che ha come sbocco ideologico e operativo il reclutamento nell’ISIS o Al Qaeda. Con articoli, interviste, pubblicazioni, e attraverso le conferenze e le attività di formazione del Centro Studi “Averroè”, ho divulgato per anni l’allarme Fratelli Musulmani in Italia e il nuovo libro risponde all’esigenza di tenere alta l’attenzione sul pericolo rappresentato dalla “linea rossa del jihad” anche in Occidente.

A proposito di Occidente, quali misure di contrasto dovrebbe allora prendere nei confronti dei Fratelli Musulmani e dell’alleanza islamista con Qatar e Turchia?

L’Occidente e l’intera comunità internazionale dovrebbero prendere esempio dal mondo arabo moderato, che si riconosce nel Quartetto contro il terrorismo composto da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein ed Egitto. Questi paesi stanno compiendo enormi sforzi congiunti nel tentativo di spezzare la “linea rossa del jihad”. In particolare, hanno messo fuori legge i Fratelli Musulmani in quanto organizzazione terroristica, mentre attraverso un blocco aereo, terrestre e marittimo stanno limitando le capacità di Doha di mettere in atto politiche di destabilizzazione a livello regionale.

Il Quartetto ha poi raggiunto l’obiettivo d’isolare il Qatar in importanti consessi diplomatici, come la Lega Araba e il Consiglio di Cooperazione del Golfo, e continua ad opporsi alle ingerenze in Medio Oriente e Nord Africa della Turchia e dell’Iran khomeinista, membro aggiunto dell’alleanza islamista poiché rappresenta la versione sciita dei Fratelli Musulmani.

L’Egitto, da par suo, prosegue nella lotta interna al proselitismo della Fratellanza, con strette misure di controllo sui sermoni nelle moschee e sul discorso religioso nel suo complesso. L’Occidente, tuttavia, resta sordo ai richiami del Quartetto e preferisce cedere alle lusinghe economiche del Qatar e alle minacce di Erdogan, lasciando che l’agenda islamista avanzi al proprio interno.

In questo scenario, il libro vuole essere non solo un atto di accusa, ma uno strumento per risvegliare la coscienza degli italiani e di tutti gli europei, affinché si oppongano al giogo dell’estremismo, acquisendo piena consapevolezza della vera natura, delle ambizioni e degli obiettivi dei Fratelli Musulmani e degli Stati canaglia che li sponsorizzano.
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Messaggioda Berto » mar mag 28, 2019 2:19 pm

Quell’ossimoro vivente chiamato Islam moderato
Franco Londei·
Maggio 28, 2019·

https://www.rightsreporter.org/quelloss ... dQB16ZOFCM

Cosa vuol dire Islam moderato? Questa è la prima domanda che ci dobbiamo porre specie quando sono gli stessi musulmani a volersi inquadrare in quel termine così controverso, o meglio, specie quando i musulmani si dividono per stabilire chi e cosa può essere inquadrato in quel termine.

Ieri la Muslim World League ha annunciato per lunedì prossimo una conferenza internazionale sull’Islam moderato patrocinata da Re Salman dell’Arabia Saudita.

Già il fatto che il re saudita patrocini una conferenza che parli di Islam moderato e di dialogo interreligioso lascia leggermente perplessi. L’Arabia Saudita non può certo essere annoverata tra quei Paesi dove viene praticato un Islam tollerante, se per “moderato” si intende tollerante.

Ma è andando a vedere tra le righe dell’annuncio di questa “conferenza” che si scopre come in realtà sia tutta una sorta di presa in giro.

Prima di tutto a organizzare l’evento è Mohammed bin Abdul-Karim Al-Issa, cioè quel religioso a capo della Lega mondiale musulmana autodefinitosi “moderato” che negli ultimi mesi ha fatto il giro del mondo per promuovere il cosiddetto “nuovo corso islamico” inaugurato dal principe saudita Mohammed bin Salman.

Secondo quanto va dicendo il noto religioso saudita, il mondo islamico deve cambiare registro (e qui siamo tutti d’accordo), deve cioè modernizzarsi e aprire canali di dialogo con le altre religioni, deve riconoscere che Israele non è il nemico dell’Islam, deve aprire al concetto di parità di genere seguendo le proposte di apertura verso i Diritti delle donne già avanzate dal Principe saudita. Insomma deve evolvere.

Sarebbe tutto molto bello se non fosse che nella realtà quello a cui punta veramente la Lega mondiale musulmana non è tanto la modernizzazione dell’Islam, quanto piuttosto punta a mettere nell’angolo l’arcinemico che ha all’interno dello stesso mondo islamico, la Fratellanza Musulmana che secondo l’occidente rappresenta l’Islam politico e quindi l’Islam moderato.
Islam diviso in tre blocchi

Fino ad oggi si è sempre pensato che il mondo islamico fosse diviso in due blocchi: quello sunnita e quello sciita. Nella realtà i blocchi sono tre perché all’interno dell’Islam sunnita vi è una divisione ancora più feroce di quella che c’è tra sunniti e sciiti, quella tra la Fratellanza Musulmana e la Lega mondiale musulmana (Muslim World League) che si contendono appunto la definizione di “Islam moderato” e che vorrebbero presentarsi all’occidente come interlocutori affidabili per un dialogo interreligioso che porti a diminuire le distanze tra l’Islam e le altre religioni, in special modo con quella cristiana ed ebraica.

Il problema è passare dalla teoria alla pratica. Prima di tutto dobbiamo guardare chi sono i tre principali leader delle rispettive correnti:

Arabia Saudita leader della Muslim World League
Turchia leader della Fratellanza Musulmana
Iran leader del mondo sciita

Capite che è un po’ difficile credere che queste tre potenze islamiche possano in qualche modo promuovere una forma di Islam moderato.

Iran e Arabia Saudita sono i due regimi islamici in assoluto più repressivi. Dal canto suo la Turchia nel volgere di poco tempo, sotto la guida di Erdogan, è passata dall’essere l’esempio di un paese laico a maggioranza musulmana ad essere a tutti gli effetti un regime islamico.

Tutti e tre i regimi sostengono diversi gruppi terroristici a loro collegati tra i quali troviamo Al Qaeda, ISIS ed Hezbollah solo per citare i tre più importanti.

Tutti e tre i regimi spendono cifre importanti per promuovere la loro versione dell’Islam e per fare proselitismo spinto.

Tutti e tre i regimi hanno come obiettivo la nascita di un grande califfato globale, anche se lo chiamano in maniera diversa.

Tutti e tre i regimi (un po’ meno la Turchia) applicano alla lettera la Sharia, cioè la legge islamica.

Ora, capite che è difficile accostare il termine “moderato” a Iran, Arabia Saudita e Turchia. Capite che è ancora più difficile accostare il termine “Sharia” a “Islam moderato” perché non c’è niente di moderato nella legge islamica. E siccome l’unica cosa che non è in discussione in nessuna delle tre correnti islamiche è proprio la Sharia, qualcuno mi dovrebbe spiegare il senso del termine “Islam moderato” che questi signori vorrebbero fare proprio.

La triste realtà è che non può esserci un Islam moderato che però riconosca la Sharia come unica fonte politica e religiosa. E’ un ossimoro vivente.

Possono indire mille conferenze diverse, possono fare mille volte il giro del mondo per promuovere il dialogo interreligioso, possono cercare di far credere di voler “modernizzare” il mondo musulmano mille e mille volte, fino a quando il loro faro sarà la Sharia sarà tutto una immensa presa in giro.
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Messaggioda Berto » sab giu 01, 2019 10:02 pm

Giorgia Meloni chiede di sospendere il cavalierato alla giornalista italo-siriana Asmae Dachan
Di Donato De Sena 31 Mag. 2019

https://www.tpi.it/2019/05/31/giorgia-m ... u0RLzSMHhg

GIORGIA MELONI ASMAE DACHAN – Giorgia Meloni contro il cavalierato ad Asmae Dachan, giornalista italo-siriana che domenica 2 giugno nel corso di una cerimonia alla prefettura di Ancona riceverà, per i suoi coraggiosi reportage dalla Siria, l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica. La leader di Fratelli d’Italia al presidente della Repubblica Sergio Mattarella di rivedere la sua decisione e di sospendere il conferimento.
“Lascia increduli – ha dichiarato oggi la Meloni – la notizia che la Prefettura di Ancona consegnerà il 2 giugno prossimo l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito che il Presidente della Repubblica ha conferito con decreto del 27 dicembre 2018 alla giornalista italo-siriana Asmae Dachan, vicina agli integralisti islamici. Chiedo formalmente al Presidente della Repubblica di sospendere il conferimento e rivedere la sua decisione, perché tale gesto sarebbe un clamoroso atto di sottomissione all’Islam radicale”.

“Asmae Dachan – ha detto ancora la presidente di Fratelli d’Italia – è figlia di Nour Dachan, Imam di Genova, nonché già leader dei Fratelli Musulmani, coloro i quali volevano trasformare la Siria in una nazione islamica salafita e che alimentano l’integralismo islamico nel mondo. Asmae Dachan stessa non ha mai negato i suoi legami con Haisam Sakhanh e Ammar Bacha, due militanti jihadisti noti alle cronache mondiali perché ripresi in un filmato in cui sono impegnati a uccidere a colpi di kalashnikov alla nuca un gruppo di militari siriani”.

E ancora, ha proseguito la Meloni – “la signora Dachan è stata ripresa mentre partecipava ad una manifestazione a Milano al fianco di Haisam Sakhanh, oggi detenuto in Svezia con una condanna all’ergastolo. In ultimo Asmae Dachan è nota anche per le sue posizioni sul hijiab definito ‘carezza protettiva’: il conferimento dell’onorificenza sarebbe non solo un grave errore, ma anche un clamoroso sfregio alle donne e alle conseguite libertà delle donne. Questi meriti valgono per il Cavalierato in un Califfato Jihadista, non nella Repubblica Italiana”.

Chi è Asmae Dachan

Asmae Dachan è una giornalista professionista, blogger e scrittrice, attivista per la pace e la non violenza. È un’esperta di Medio Oriente, Siria, Islam, dialogo interreligioso, immigrazione e terrorismo internazionale. Collabora anche con TPI, Il Sole 24 Ore, Avvenire e Panorama. Ha scritto ‘Il silenzio del mare’, pubblicato nel 2017 e finalista al Premio Piersanti Mattarella 2018. È autrice del blog ‘Diario di Siria‘.

Asmae Dachan riceverà l’onoreficenza per i suoi reportage in Siria, dai campi profughi e da città colpite da atti di di terrorismo, e per il suo forte impegno per la pace, l’integrazione tra i popoli e il dialogo interreligioso.

“Sono profondamente onorata e commossa – ha scritto ieri su Facebook – di aver ricevuto la notizia che il prossimo 2 giugno sarò insignita dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Desidero esprimere la mia sincera gratitudine a chi ha creduto in me e ha proposto il mio nome e anche a tutti coloro che in questi anni mi hanno insegnato qualcosa, mi hanno regalato un sorriso, mi hanno affidato il racconto della propria vita e hanno condiviso con me esperienze di incontro e crescita. Grazie di cuore”.


Errore del Colle denunciato da Souad Sbai:«Onorificenza a integralista islamica»
domenica 2 giugno 2019

https://www.secoloditalia.it/2019/06/er ... 3G0QLz86ps

“Condivido pienamente la contrarietà manifestata dall’on. Meloni e dai Senatori Romani e Gasparri riguardo al conferimento dell’onorificenza di riguardo al conferimento dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana ad Asmae Dachan“.
Ad affermarlo in una nota è Souad Sbai, Presidente del Centro Studi Averroè e dell’Associazione delle Donne Marocchine in Italia. A proporre il conferimento ad Asmae Dachan della più alta onorificenza della Repubblica italiana è stato l’Ordine dei Giornalisti delle Marche. Tuttavia, mette in chiaro Souad Sbai, già parlamentare di centrodestra, “i presunti meriti giornalistici e di operatrice di pace della neo-Cavaliere servono ad oscurare agli occhi dell’opinione pubblica la realtà della dimensione religiosa e culturale a cui Asmae Dachan appartiene: quella dell’Ucoii, l’Unione delle Comunità Islamiche in Italia fondata guarda caso ad Ancona nel 1990 dal padre della neo-cavaliere, Nour Dachan, membro del ramo siriano dell’organizzazione transnazionale islamista dei Fratelli Musulmani“.
“Mentre il mondo arabo moderato – prosegue Souad Sbai – continua a combattere per liberarsi dalla loro nefasta influenza politica, sociale, culturale e religiosa, e mentre gli Stati Uniti si accingono a designarli come organizzazione terroristica, in Italia i Fratelli Musulmani vengono insigniti di premi e riconoscimenti con l’avallo del Capo dello Stato, nonché d’incarichi politici grazie al sodalizio con i partiti di sinistra, a cominciare dal Pd”.
“I deputati Pd marchigiani Mario Morgoni, Alessia Morani e Francesco Verducci hanno difeso il conferimento ad Asmae Dachan dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana, in maniera tanto spassionata quanto inconsistente nelle argomentazioni”, afferma Sbai. “Ma se in tal modo il Pd pensa di riuscire ad imporre Asmae Dachan come modello di donna musulmana per l’Italia del XXI secolo, deve sapere che incontrerà la ferma opposizione dei musulmani laici e moderati, i quali non accetteranno mai l’egemonia islamista e continueranno a lottare affinché libertà e diritti prevalgano sul fondamentalismo dei Fratelli Musulmani anche in Italia”, conclude la Presidente del Centro Studi Averroè e dell’Associazione delle Donne Marocchine in Italia.
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Messaggioda Berto » ven giu 07, 2019 6:19 am

???

L’”imam della pace” che sfida gli islamisti
Commento e intervista a Mohammad Tawhidi di Amaury Brelet
((Traduzione di Yehudit Weisz, da Valeurs Actuelles, 19 luglio 2018
Informazione Corretta

https://www.informazionecorretta.com/ma ... 0&id=71520

“Sono in aereo, il WiFi è lento, ma siamo in cielo e posso affermare che qui non ci sono le 72 vergini. Fermate la jihad” Persino a 10.000 metri d’altitudine, il più celebre imam con un Twitter non abbandona il suo humour per prendere in giro gli estremisti musulmani che disonorano la sua religione.
Mohammad Tawhidi da anni viaggia in tutto il mondo per combattere la sua coraggiosa lotta contro il pericolo islamista con conferenze, interviste e in rete. Con il suo abito e il turbante, lo fanno “sembrare per il fratello di Bin Laden”, ma non per quello che dice, che non lascia mai indifferenti. In un aeroporto, ad un agente della sicurezza sospettoso che voleva controllarlo, lui ha di recente risposto: ”Io stesso non mi fido di me, perquisitemi immediatamente, per favore. ” Sono scoppiati a ridere e si sono stretti la mano. “Se avessimo saputo che, trent’anni più tardi, noi avremmo avuto una invasione di burqa un po’ dappertutto…” L’imam dell’Associazione islamica dell’Australia del Sud, nominato nel 2010, ha abbandonato l’anonimato per diventare a 35 anni il predicatore più controverso del continente e il più rivoluzionario del mondo musulmano.
All’origine della sua popolarità c’è un discorso coraggioso pronunciato al Rotary Club di Adelaide nel marzo del 2017. “ Mio padre aveva scelto di venire in Australia perché questo era un Paese non musulmano. Se avessimo saputo che, trent’anni più tardi, noi avremmo avuto dei burqa un po’ dappertutto, moschee in ogni angolo di strada e delle persone che difendono la shari’a contro la democrazia, non saremmo venuti ”, così proclamava Mohammad Tawhidi, nato nella città santa di Qom, in Iran, e discendente di un seguace del profeta Maometto.
“ Se non vi piace l’Australia, noi vi daremo uno dei nostri canguri perché vi accompagnino là da dove siete venuti.” Da allora, l’autoproclamato “imam della pace” vuole proibire le pubblicazioni integraliste, vietare le nuove moschee ed espellere i musulmanii estremisti.
“I membri della mia famiglia sono stati giustiziati, bruciati vivi ed esiliati dai governi islamisti e da Daesh” rammenta Tawhidi, che all’età di 12 anni ha dovuto lasciare l’Iraq, dopo che suo padre, che era imam, era stato condannato a morte da Saddam Hussein. “Ecco perché ho queste ferme convinzioni sull’immigrazione e sull’estremismo islamico.” Parole forti dette da uno che è stato “un fondamentalista islamico che predicava la violenza”, prima di cambiare totalmente assistendo ad una strage, mentre studiava a Kerbala, in Iraq, nel 2014. E aggiunge “Oggi, nei miei viaggi in giro per il mondo, costruisco legami tra comunità e gruppi religiosi e diffondo la pace”.

“C’è motivo di sperare che l’islam moderato prevalga sull’islam radicalizzato”, ribadisce Daniel Pipes, lo studioso americano d’islamistica. A riprova del suo impegno sincero e rischioso, ci sono le critiche di cui il predicatore, accusato di essere ”il falso sceicco australiano”, è il bersaglio da parte del Consiglio nazionale australiano degli imam, dal canale pubblico televisivo ABC e dagli attivisti di sinistra, che mettono in dubbio la sua credibilità nonostante i documenti ufficiali, e lo scherniscono dandogli dell’ “estremista sciita” in guerra contro la comunità sunnita. Sospettano persino che faccia il doppio gioco essendo stato ex allievo del grande ayatollah Shirazi, famoso per il suo rigore. Su Internet, detrattori complottisti l’accusano addirittura di essere una “marionetta sionista”, ovvero una spia israeliana. “
È tutto falso. Lavoro per l’M16 perché il Mossad non aveva i mezzi per pagarmi ”, replica Tawhidi, prendendoli in giro. Ancora più inquietante è il fatto che l’imam iconoclasta riceva centinaia di minacce di morte. Una prometteva: “ La legge islamica per questo infedele è la decapitazione. Offro 5000 dollari a chi saprà dirmi dove si trova. Per il resto ci penso io. ” Il figlio di un imam ha richiesto il suo assassinio, domandandosi “perché nessuno ancora aveva massacrato questo porco”.
Il leader religioso è stato anche insultato, gli hanno sputato addosso e l’hanno schiaffeggiato. La sua auto è stata presa a sassate e imbrattata con simboli del Daesh, mentre degli estremisti hanno cercato di penetrare nella sua proprietà. “ Lui è sempre pronto a rischiare la vita per difendere la verità ” sottolinea l’attivista pro-Israele Avi Yemini. Ha un combattivo spirito australiano e sono fiero di chiamarlo fratello”.
Accusato di apostasia da un mufti saudita, Mohammad Tawhidi ha dovuto nascondersi per diversi mesi per evitare aggressioni. Afferma: “ Prima avevo paura. Ora ho accettato la possibilità di essere ucciso in qualunque momento. Centinaia di persone fanno donazioni per sostenere la mia sicurezza perché credono nel valore del mio attivismo.” L’imam, scortato da guardie del corpo, aveva già raccolto 11.000 dollari online per installare dei metal detector. >Troppo poco per dissuadere i suoi detrattori che lo accusano anche di appoggiare Pauline Hanson, la fondatrice di “One Nation”, il partito populista australiano che si oppone al multiculturalismo. Tawhidi aveva osato fare gli auguri di compleanno alla senatrice del Queensland ritenuta “il peggior incubo per i jihadisti”, e difeso il suo appello a “bloccare l’immigrazione islamica” dopo gli attentati di Londra, in un Paese come l’Australia in cui la popolazione musulmana era cresciuta del 77% in dieci anni!
“Il terrorismo nel Regno Unito cresce di settimana in settimana. Avere degli estremisti nelle nostre società non ha nulla a che vedere con il multiculturalismo, è un suicidio”, scriveva Tawhidi allora su Twitter. “La sinistra inglese sta trasformando Londra in una nuova Bagdad.”
Questa sua opinione è condivisa con il suo amico e “fratello” Tommy Robinson, cofondatore dell’English Defence League, con cui a febbraio aveva partecipato ad una “discussione leale, intellettualmente rispettosa” trasmessa su YouTube, tre mesi prima che il giornalista militante venisse condannato a 13 mesi di carcere quando si era occupato del processo a una gang di ladri indo-pakistani.
“Tommy sarebbe stato trattato meglio da un qualsiasi tribunale islamico britannico…”, ironizzerà poi l’”imam della pace”. Un imam moderno, vegetariano, che ammira la Vergine Maria Nel Regno Unito come in Francia, milioni di persone temono l’avanzata di questo islam conquistatore. Niqab, burkini, preghiere per strada… “ Questi segni visibili sono dei simboli di potere, precisa Mohammad Tawhidi. Capisco la paura della maggior parte dei francesi. Io cerco di allontanare gli estremisti dalla comunità musulmana, ma non posso cacciarli via dal Paese. Questo è compito del governo.”
A febbraio, si trovava a Parigi, e rimase sgomento davanti ai campi di migranti installati nel Nord di questa città diventata “Paristan”. Al contrario, si è congratulato per l’eccellente decisione assunta dal Cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, di espellere 60 imam legati alla Turchia, governata dal ”califfo in giacca e cravatta” Erdogan.
Dal punto di vista ideologico, “la vita mi ha fatto diventare conservatore”, sostiene Tawhidi, “anche se la sinistra ti dice che i jihadisti si riformeranno e si integreranno nella società.” Le sue opinioni diffuse su Twitter ai suoi 217.000 followers, gli rendono d’altronde il plebiscito dei simpatizzanti di destra, stufi del political correct.
Obama e Hilary Clinton? “Sono loro ad aver creato il Daesh.”
Trump? “Lui ha ragione sulle frontiere e sull’estremismo islamico.
” Trudeau? “E’ l’eroe degli ex-jihadisti.”
Il terrorismo? “E’ una parte dell’islam.”
L’Iran e l’Arabia Saudita? “Dei regimi corrotti.”
La taqiya, l’arte della dissimulazione? “Un cancro.”
L’immigrazione di massa? “Distrugge l’Occidente.”
La Palestina? “Una nazione di terroristi” mentre “ la terra è degli ebrei.”
L’islamofobia? “Non esiste.”
Tuttavia, l’imam smentisce di essere un provocatore. “L’humour è un’arma pacifica ma letale” dice. O meglio, ”il sarcasmo è 100% halal.” Quando si è fatto riprendere mentre mangiava una barretta di cioccolato non halal, ha detto sorridendo: ”Il gusto è migliore quando non c’è l’etichetta halal. É delizioso.” Mohammad Tawhidi intende soprattutto incarnare un islam aperto e moderno. Questo vegetariano, che cita Ayn Rand, ha persino divorziato perché le sue opinioni religiose erano”offensive”per la moglie e la sua famiglia.
E poi ha stretti legami con i cristiani, s’inginocchia davanti alla statua di Gesù, ammira la Vergine Maria, accende candele e loda Père Hamel in quanto “nobile martire” ( il 26 luglio 2016, a Saint-Étienne-du-Rouvray in Normandia, Père Jacques Hamel, prete di 86 anni, venne assassinato da due terroristi islamici, n.d.t). “Io vivo a fianco di una chiesa e permetto ai fedeli di parcheggiare di domenica le loro auto nel mio vialetto. Quando mi vede, l’arcivescovo mi abbraccia, mi chiama ‘figlio mio’ ed io lo chiamo ‘padre mio’.” Va detto che la sua lotta è paragonabile a una crociata. “ Se soltanto potessimo creare dei predicatori musulmani pacifici alla velocità con cui la sinistra assimila l’islam ”, scherza. “È da millequattrocento anni che abbiamo una religione di guerra”, ripete Mohammad Tawhidi, ma la riforma islamica è un’illusione. La sola riforma possibile si farà a livello individuale”. In attesa, “l’imam della pace” giura di continuare la sua missione antiestremista presso i governi, i politici ed i religiosi. Oltre al proprio testamento, lui ha scritto un libro esplosivo, ma non riesce a trovare un editore coraggioso che lo pubblichi, dato che il suo profilo su Face Book è già stato bloccato otto volte in un anno.
“L’Australia dovrebbe essere orgogliosa di Tawhidi, un messaggio agli islamisti” ha esortato l’attivista americana Ayaan Hirsi Ali, di origini somale, ex deputata olandese. Inshallah!





Alberto Pento

Questo è uno zimbello che serve a presentare un Islam buono che non è Islam, non esiste un Islam diverso da Maometto e dal Corano, questo è un fasullo che serve a ingannare e a illudere l'umanità. Questo fa danni a non finire, serve a vincere la resistenza, la paura, la diffidenza e a superare tutte le barriere difensive, poi si aprono le porte ed entrano gli altri i veri maomettani che sono come Maometto e che ti tagliano la testa se non ti sottometti e ti converti.
L'avete mai sentito dire che Maometto era un invasato idolatra assassino e un criminale e che il Corano è la parola di un idolo dell'orrore e del terrore, un idolo di morte di nome Allah? No non l'avete mai sentito fare affermazioni di tale contenuto critico, quindi non può essere altro che un falso.
I soli "veri e credibili buoni" sono i maomettani apostati che hanno abbandonato Maometto, Allah e l'Umma islamica e che criticano aspramente e ferocemente questo mondo e la sua disumanità; chi dà la colpa del male ai maomettani integralisti e non a Maometto, al Corano e ad Allah che anzi i santifica, costui o costoro sono soltanto dei falsi.


Questa è una che parla chiaro

"L'islam è un’ideologia che è diventata talmente malata, che i musulmani devono svegliarsi"
https://www.facebook.com/Islamicamentan ... 5633393041

Alberto Pento
Diciamo che lo è sempre stata malata, fin da Maometto.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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I mussulmani cosidetti moderati e l'Islam buono non esistono

Messaggioda Berto » mer giu 19, 2019 5:53 am

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 18/06/2019, a pag. 3 l'editoriale "C’è un imam a Gerusalemme".
Informazione Corretta

https://www.informazionecorretta.com/ma ... tmCvsR0KoE

L’ imam di Drancy, Hassen Chalghoumi, a capo di una delegazione di musulmani francesi, si è recato in visita in Israele e ha detto la verità. Ha detto che l’antisionismo è antisemitismo e ha accusato i Fratelli musulmani di aizzare gli animi contro gli ebrei in Francia e in Belgio. Minacciato di morte dagli islamisti e sotto scorta nella banlieue parigina, Chalghoumi ha detto che “la propaganda antisionista è una maschera usata per dire cose antisemite in modo più garbato. Se stessimo parlando semplicemente di critiche allo stato di Israele, non vedremmo quel livello di odio né discorsi sulla necessità di annientare e distruggere Israele”. L’imam ha visitato la Knesset, dove ha incontrato ministri e parlamentari. Poi il Muro occidentale (“del pianto”), i confini settentrionali d’Israele e quelli meridionali con la Striscia di Gaza. Chalghoumi ha detto che si aspettava di sentirsi sgradito al Kotel (Muro occidentale). “Sono rimasto sorpreso nel vedere che, quando arabi musulmani, uomini e donne, sono entrati nell’area del Kotel, nessuno ci ha guardato in modo strano né ha detto qualcosa di negativo né ci ha fatto sentire sgraditi. Anzi, le persone volevano sapere del nostro viaggio, ci auguravano ‘Baruch HaShem’ e dicevano preghiere per noi. Ci siamo sentiti davvero i benvenuti”.

Alla domanda su come mai l’antisemitismo sia così diffuso nelle comunità musulmane francesi e belghe, dove in molti quartieri gli ebrei non possono nemmeno indossare simboli ebraici identificabili, Chalghoumi dice che i gruppi islamisti, in particolare i Fratelli musulmani, sono stati estremamente attivi nella regione e hanno promosso la loro ideologia, che include idee classicamente antisemite. La Fratellanza musulmana, dice l’imam, ha fatto del conflitto israelo-palestinese “la questione di punta dietro cui unire i musulmani in Francia. Ciò ha permesso al gruppo di raccogliere fondi, in particolare da Turchia, Qatar e Iran, che riversano denaro ai gruppi islamisti in Europa perché finanzino le loro istituzioni. I Fratelli musulmani sono contro gli ebrei e Israele”. Averne di leader islamici così, come Chalghoumi.



Gino Quarelo

Io non mi fido di alcun imam, specialmente di quelli "buoni e moderati".
I soli "mussulmani" di cui potrei fidarmi sono gli ex e gli apostati.
In Francia gli ebrei vengono discriminati, offesi e uccisi ogni giorno dai maomettani e questo imam dovrebbe solo vergognarsi della sua demenziale ideologia politico-religiosa che istiga all'odio verso ogni diversamente religioso e pensante.
Non sono i Fratelli Mussulmani ad essere contro gli ebrei ma è l'islam da Maometto in poi; dare la colpa ai Fratelli Mussulmani e non all'Islam è semplicemente demenziale come ai tempi di Maometto che invece di essere giustiziato fu soltanto esiliato consentendogli così di rafforzarsi e di ritornare sterminando tutti coloro che lo contrastavano.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: I mussulmani cosidetti moderati e l'Islam buono non esis

Messaggioda Berto » mar giu 25, 2019 5:39 am

Niram Ferretti

Quante volte nei dibattiti sull'Islam e la violenza abbiamo sentito fare la distinzione tra Islam e Islam politico, come se effettivamente esistesse una religione da una parte e dall'altra la sua politicizzazione. È un trabocchetto. Questa distinzione è spuria. L'Islam nasce teopolitico. Non esiste una separazione tra le due sfere, non è mai esistita, non può esistere. Maometto non ha mai detto, come Gesù, "Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio". Una frase simile è concettualmente inconcepibile in ambito islamico. Come ricorda Robert Spencer, nell'ultima intervista che gli feci.

"L’Islam è stato politico fin dal suo sorgere. È importante notare che Maometto fu un profeta, o affermò di esserlo secondo le tradizioni islamiche per ventitré anni, e per i primi dodici, quando si trovava alla Mecca, fu solo un predicatore di idee religiose. Non fu fino all’Egira, quando lui e i suoi seguaci si trasferirono a Medina, che divenne un capo politico e militare oltre che religioso. È da quel periodo che comincia il calendario islamico, dall’anno uno, l’anno dell’Egira di Maometto a Medina. I musulmani fanno cominciare l’Islam dal momento in cui diviene politico, non dal momento in cui Maometto comincia a predicare, quando inizia ad affermare che non c’è altro Dio all’infuori di Allah e nessun altro profeta se non Maometto. Ciò dimostra che l’aspetto politico dell’Islam è considerato dai musulmani tradizionalisti come intrinseco ad esso e non separabile. Bisogna che vi sia un aspetto politico perché possa essere considerato Islam di fatto. Il politico non è separabile dall’Islam, perlomeno se si parla in senso tradizionale".


La Torre di Vedetta del jihad: Intervista con Robert Spencer
Niram Ferretti
16 Dicembre 2017

https://www.linformale.eu/la-torre-di-v ... JVaf0jmdoI

Per molti anni, Robert Spencer ha scritto estensivamente sull’Islam e sul jihad, sfatando il luogo comune secondo il quale il sistema teopolitico fondato da Maometto nel VII secolo sia da considerarsi essenzialmente una religione della pace.

Il direttore di Jihadwatch è diventato la bestia nera di molti apologeti dell’Islam – sia negli Stati Uniti che fuori di essi – i quali, per delegittimare il suo lavoro lo hanno qualificato come “islamofobo”, la definizione imbrattante usata così spesso oggi come uno stigma contro tutti coloro i quali criticano l’Islam. Con la sua consueta ironia, Spencer ha intitolato il suo ultimo libro “Confessioni di un islamofobo”.

Un ospite regolare de L’Informale, ha accettato di rispondere ad alcune nuove domande.

Mr. Spencer, l’Islam, come l’ebraismo, non possiede un’autorità centrale. Nel mondo sunnita ci sono quattro principali scuole di giurisprudenza, la hanafita, la malichita, la shafi’ita e la hanbalita. A parte i differenti approcci esegetici di queste scuole, si può sostenere che nel mondo islamico vi sia un consenso generale riguardo al ruolo e al dovere fondamentale di ogni pio musulmano?

Sì, esiste un consenso tra tutte le madhahib, le scuole di giurisprudenza, riguardo alla necessità di imporre la legge islamica su tutto il mondo. Non è qualcosa su cui vi sia discordia. Nella legge islamica viene posto molto valore al consenso, Ijma. Se vi è consenso su qualcosa da parte delle principali scuole di giurisprudenza, allora è considerato definito una volta per tutte e non è più suscettibile di essere discusso. E’ riportato che Maometto abbia detto “La mia comunità non si accorderà su un errore”, e dunque, malauguratamente per i non musulmani, gli insegnamenti in base ai quali la comunità musulmana deve intraprendere il jihad contro i non musulmani in modo da imporre loro la legge islamica e soggiogarli come inferiori, sono accettati in tutte le scuole di giurisprudenza e in quanto tali non sono considerati né riformabili né modificabili.

Secondo il defunto pensatore religioso sudanese, Mahmoud Mohammed Taha, il Corano contiene due messaggi differenti e antagonisti, uno più pacifico, che il profeta Maometto predicò alla Mecca, e l’altro più intollerante e violento, che predicò quando viveva a Medina. Taha riteneva che soltanto ripudiando il secondo messaggio l’Islam possa essere riportato al suo messaggio essenziale. Per le sue idee venne arrestato e giustiziato in Sudan nel 1985. Cosa ha da dire in proposito?

Ovviamente, Mahmud Mohamed Taha non ha dato origine alla divisione del Corano tra le sure meccane e le sure medinesi, questa divisione è tradizionale ed è parte dell’esegesi coranica classica tra i principali studiosi islamici, e certamente non ha dato origine all’idea che i passi meccani siano più pacifici di quelli medinesi. In realtà non sono molto cortesi nei confronti dei miscredenti i quali vengono costantemente minacciati con il fuoco dell’inferno, anche se non consigliano la guerra nei loro confronti. Per quanto riguarda Taha, quando afferma che i passi meccani sono più tolleranti e dovrebbero avere la precedenza su quelli medinesi che spingono alla guerra, ciò è in contrasto con la teologia islamica consolidata che insegna che siccome i passaggi medinesi vengono cronologicamente dopo, sostituiscono i passaggi meccani.
Nel capitolo 2 del Corano, versetto 106, Allah dice “Noi non abroghiamo un versetto o causiamo che essi venga dimenticato, eccetto se ne stabiliamo uno migliore o simile ad esso”. Dunque il precedente cronologico è assoluto. Se qualcosa che viene successivamente sembra che contraddica qualcosa che viene precedentemente, ciò che viene successivamente ha la precedenza. Ciò significa che la guerra contro i miscredenti è sempre il livello più alto e finale del jihad per i credenti nel Corano. Taha venne condannato come un eretico perché le sue opinioni non erano tradizionali e costituivano una innovazione, Bid’ah, qualcosa che è considerato un grande peccato per l’Islam.
Quindi, mentre vorrei che così fosse, che i passaggi meccani sostituissero quelli medinesi e che Taha fosse nel giusto, sfortunatamente il suo punto di vista va contro la tradizione della teologia islamica, ed è per questo motivo che venne giustiziato.

Sentiamo spesso la distinzione tra Islam politico e un Islam che non lo sarebbe. Suona strano, poiché l’Islam è stato politico dal suo sorgere. Cosa ha da dire in proposito?

Lei ha perfettamente ragione. L’Islam è stato politico fin dal suo sorgere. E’ importante notare che Maometto fu un profeta, o affermò di esserlo secondo le tradizioni islamiche per ventitré anni, e per i primi dodici, quando si trovava alla Mecca, fu solo un predicatore di idee religiose. Non fu fino all’Egira, quando lui e i suoi seguaci si trasferirono a Medina, che divenne un capo politico e militare oltre che religioso. E’ da quel periodo che comincia il calendario islamico, dall’anno uno, l’anno dell’Egira di Maometto a Medina. I musulmani fanno cominciare l’Islam dal momento in cui diviene politico, non dal momento in cui Maometto comincia a predicare, quando inizia ad affermare che non c’è altro Dio all’infuori di Allah e nessun altro profeta se non Maometto. Ciò dimostra che l’aspetto politico dell’Islam è considerato dai musulmani tradizionalisti come intrinseco ad esso e non separabile. Bisogna che vi sia un aspetto politico perché possa essere considerato Islam di fatto. Il politico non è separabile dall’Islam, perlomeno se si parla in senso tradizionale.

Una delle principali sette musulmane moderne, se non la principale, la quale ha ristabilito la necessità del jihad, è quella dei Fratelli Musulmani, fondati da Hasan al Banna in Egitto nel 1928. Al Banna era un puritano il quale reputava che l’Islam nella sua purezza richiedesse il jihad contro gli infedeli. E’ così, la “purezza” dell’Islam è coessenziale con il jihad?

Sì, assolutamente, perché l’Islam considera l’esempio di Maometto come quello sommo. Il Corano afferma al capitolo 33, versetto 21, che Maometto è l’esempio eccellente per i credenti, il che viene interpretato dagli studiosi islamici in un senso assoluto. Se lo ha fatto Maometto è un bene ed è giusto, e i musulmani dovrebbero farlo a loro volta. E dunque siccome Maometto ha proclamato il jihad, il Corano raccomanda il jihad. Tutto ciò è centrale, non si può avere l’Islam senza il jihad. Non è mai esistito un Islam senza jihad.

Questa è una domanda che ho fatto alla rinomata studiosa europea Bat Ye’or. Continuiamo a sentire che l’Islam è stato una fonte molto importante durante il Medio Evo per il venire in essere della civiltà occidentale, ma fondamentalmente tutti i contributi dati all’Islam all’Occidente in quel periodo non hanno radici specificamente islamiche. Cosa ha da dire in proposito?

L’Islam è l’unica religione al mondo con un ramo che si occupa di pubbliche relazioni, uno sforzo concentrato da parte dei credenti il cui scopo è far sì che nessuno possa pensare male dell’Islam, che si pensi tutti che esso sia una forza positiva. Non esiste nessun’altra religione che lavora così alacremente per cercare di produrre una buona impressione e nessun’altra religione che abbia bisogno di lavorare così tanto per produrla.
Gli apologeti islamici ci spiegano costantemente che l’Islam è una religione di pace, lo devono fare perché non è una cosa ovvia, perché i musulmani praticano la violenza in nome dell’Islam ogni giorno.
Ci sono continuamente apologeti islamici che ci dicono che l’Islam è responsabile di straordinari risultati. Anche questo non è ovvio. Ogni stato islamico o nazione a maggioranza islamica nel mondo, è arretrato e abusa dei diritti umani e certamente non è un luogo che nessuno possa reputare un centro di insegnamento culturale. Ci vengono continuamente dette queste menzogne le quali hanno lo scopo di renderci compiacenti nei confronti della massiccia immigrazione musulmana in Occidente.
Quando si arriva alla questione dei risultati dell’Islam e delle sue invenzioni, ci viene detto che le traduzioni dei testi classici greci da parte dei dhimmi ebrei e cristiani prigionieri dello stato islamico del Califfato di Baghdad, il califfato Abbaside, mille anni fa, che le loro invenzioni nell’ambito della medicina e altre innovazioni, sono dovute all’Islam. Queste persone non erano nemmeno musulmane, vivevano soltanto in uno stato islamico. Ciò con cui stiamo confrontandoci è uno sforzo concentrato inteso a fare credere agli occidentali che la massa di immigrazione musulmana nei loro paesi è qualcosa da non temere, poiché probabilmente ci sarà una nuova fioritura di una età dell’oro islamica, e ci saranno invenzioni, e ci sarà cultura, e ci saranno pace e tolleranza. Tutto questo è privo di senso. Non è mai accaduto nel passato e non accadrà ora. Fa tutto parte delle relazioni pubbliche.

Per la teologia islamica l’Islam è la religione primigenia dell’umanità. Ciò significa che ogni altra religione e in modo specifico le due religioni del Libro, l’ebraismo e il cristianesimo sono lacunose, piene di errori e falsità. Solo l’Islam è nel giusto. Tuttavia sentiamo spesso dire che l’ebraismo, il cristianesimo e l’Islam possono andare d’accordo. Lei crede sia possibile?

Sì, certamente l’Islam, l’ebraismo e il cristianesimo possono andare d’accordo fintanto che gli ebrei e i cristiani sappiano qual è il loro posto e accettino il loro statuto di cittadini di seconda classe che la legge islamica stabilisce per i non musulmani secondo le regole dell’Islam. Nello stato islamico, secondo la legge islamica, gli ebrei e i cristiani sono liberi di praticare le loro religioni fintanto che non costruiscano luoghi di preghiera, o riparino quelli vecchi, in modo che le loro comunità siano costantemente in declino.
Non possono rivendicare alcuna autorità sopra i musulmani, così, socialmente, possono essere impiegati solo per i lavori più umili in virtù dei quali non hanno alcuna autorità sopra gli altri, e ovviamente devono pagare la jizia, la tassa speciale resa obbligatoria dal Corano. Devono sottomettersi a tutta una serie di regole che facciano in modo che essi si rammentino sempre di essere dei rinnegati che hanno rigettato la verità di Maometto e dell’Islam. Quindi, devono scendere da un marciapiede se sta arrivando un musulmano, e vengono salutati con “La pace sia su chi è guidato rettamente“ piuttosto che “La pace sia su di te” che è il saluto musulmano standard per gli altri musulmani, perché un musulmano non desidera la pace per un non musulmano. Augura la pace ai musulmani, la pace sia su di loro, su chi è guidato rettamente. Ci sono tutta un’altra serie di umiliazioni quotidiane, discriminazioni e vessazioni, che sono imposte dalla legge islamica nei confronti degli ebrei e dei cristiani. Così era nella Spagna musulmana che è ritenuto fosse un luogo stupendo, multiculturale e tollerante, e così è in qualsiasi altro posto nel quale la legge islamica è applicata nella sua interezza. Non c’è nessun altro luogo nei paesi a maggioranza musulmana, o paesi sotto il governo musulmano, dove c’è stata una eguaglianza di diritti tra ebrei, cristiani e musulmani e non ci sarà mai perché l’Islam non è cambiato

Qual è la sua valutazione della decisione del presidente Trump di dichiarare Gerusalemme la capitale di Israele e conseguentemente di spostare l’ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme?

E’ benvenuta, è importante, è storicamente rilevante a un livello politico che credo non sia stato raggiunto da quando Ronald Reagan chiese a Michail Gorbacev di fare cadere il Muro di Berlino. Ci sono grandi paralleli tra le due cose, perché in entrambi i casi tutti gli analisti più autorevoli, tutti gli opinion makers tradizionali, tutti i facitori politici, dissero che Reagan e Trump non dovevano fare quello che hanno fatto. Si sbagliavano tutti. Trump e Reagan sono andati contro la visione onirica maggioritaria per la quale bisogna pacificare chi è violento, la quale afferma che quando ti confronti con gente con intenzioni omicide, allora si concede loro quello che vogliono, non si rimane fermi sulle proprie posizioni. Sia Trump che Reagan, Trump con la sua decisione riguardo a Gerusalemme e Reagan quando chiese la fine del Muro di Berlino, si sono confrontati con il male chiamandolo con il suo nome. Hanno dimostrato entrambi un coraggio immenso nell’andare contro l’opinione consolidata e mantenendosi fermi contro la violenza, l’intimidazione e il bullismo che tutti gli altri volevano pacificare e accomodare. Credo che Trump sarà ricordato come uno degli uomini grandi e coraggiosi della storia per questa decisione.

Se dovesse riassumere cos’è per lei l’Islam è nella sua essenza, cosa direbbe?

L’Islam è molte cose per me, qualcosa che ho studiato tutti questi anni. Giusto ora sto scrivendo una storia del jihad da Maometto fino all’ISIS, la quale mostrerà che il jihad è una costante della storia islamica. L’Islam è una forza che ha oppresso molte persone, che, nel corso della propria storia ha distrutto la vita di molta gente nel mondo, e va definito per quello che è. Ci sono molte persone le quali affermano che sia la fonte di quanto c’è di buono nel mondo. Se vogliono propagare queste opinioni non ho alcun problema se non cercano di impormele o tentino di soggiogarmi sotto la loro legge. Credo fortemente nelle società libere occidentali, nelle società aperte dove non c’è una singola opinione che sia imposta dalle élite, sulla quale dobbiamo basarci. Combatterò fino all’ultimo respiro per la difesa di queste società contro questo sistema radicalmente intollerante, violento, aggressivo, autoritario e suprematista.

E’ a Istanbul, a casa di Erdogan che si dà convegno l’OIC, l’Organizzazione della Cooperazione Islamica, convocata dall’autocrate turco per un summit straordinario, a seguito del riconoscimento di Gerusalemme capitale di Israele da parte di Donald Trump. La convocazione urgente chiamata da Erdogan è un tentativo di legittimarsi come guida della riscossa islamica contro lo Stato ebraico, definito “terrorista” da uno dei più delinquenziali leader politici in circolazione. Ma così funziona la politica, il grottesco e il paradosso sono all’ordine del giorno, soprattutto in merito al conflitto dei conflitti, quello arabo-israeliano poi trasformatosi in virtù di un sapiente marketing che dura da cinquanta anni, in israelo-palestinese.

E’ la risposta turca a Netanyahu, il quale, a Parigi, nella conferenza stampa con Macron aveva dichiarato di non accettare lezioni di morale da un personaggio come il presidente turco, il che, naturalmente, aveva mandato su tutte le furie Ankara, abituata ultimamente a toni ben più miti, soprattutto da parte della UE. E così è partita la convocazione per affermare in contrasto con la decisione americana che Gerusalemme Est è la capitale della Palestina. In realtà per rivendicare su tutta la città il dominio musulmano.

Ci si incontra e ci si rinsalda nel comune odio per Israele e per gli USA, e tra gli ospiti convenuti, tutti, a turno, a capo di teocrazie, monarchie, dittature, appare anche Nicolas Maduro, in nome della lucha contro “l’imperialismo yankee”. Vecchio afflato quello del Sudamerica revolucionario con i nemici islamici della democrazia. Rispunta dall’album di famiglia la fotografia del conducator Chavez con Ahmadinejad, ricevuto a Caracas con tutti gli onori nel 2009. D’altronde, in Libano, quello stesso anno si recò in visita anche Alieda Che Guevara, la primogenita del natural born killer argentino, per deporre una corona di fiori sulla tomba del fondatore del gruppo terrorista Hezbollah.

L’odio per l’Occidente e per la democrazia è uno dei collanti della costellazione islamica riunita a Istanbul con ospitata venezuelana, Gerusalemme è solo un pretesto, l’occasione formale per riconoscersi affini e motivati. Non c’è mai da sbagliarsi quando ci si schiera contro Israele e ovviamente contro gli Stati Uniti. Si ritrovano a braccetto gli eroi della sinistra terzomondista come Maduro e gli integralisti islamici, i quali hanno preso il posto dei sovietici nel coracon di chi vorrebbe Israele annientato e in sua vece un cinquantottesimo stato musulmano.

Sorrisi, abbracci, come quello tra Erdogan e Omar al Bashir, il presidente sudanese ricercato dalla Corte Penale Internazionale per genocidio e crimini di guerra. Sì, una bella compagnia, che all’unisono, e senza alcuna vergogna, afferma che la decisione di Trump indebolisce il “processo di pace” in Medioriente, il quale, dal 1948 ad oggi, per non farlo antecedere agli anni ’30, non ha mai preso l’abbrivio in virtù del costante rifiuto arabo-musulmano di accettare l’esistenza di Israele in una terra considerata per sempre Dār al-Islām.

Ed è qui, spalleggiato, che il vecchio e abusivo padrino di Ramallah, Abu Mazen, ha recitato uno dei suoi vecchi pezzi di teatro, quello in cui dichiara di volere cancellare gli accordi di cooperazione dell’Autorità Palestinese con Israele, accordi grazie ai quali, come ha ricordato il Ministro della Difesa, Avigdor Liberman, è ancora in vita. Già da tempo il padrino sarebbe morto infatti, se non ci fosse la cooperazione di intelligence tra Israele e l’Autorità Palestinese, che gli consente di non essere fatto fuori dai fratelli coltelli di Hamas, come avvenne ad altri meno fortunati nel 2007 durante il regolamento di conti avvenuto a Gaza tra Hamas e Fatah, con gli esponenti del partitito di Abu Mazen freddati per strada e gettati giù dai tetti con le mani legate dietro la schiena. Ma l’usurato leader palestinese che da anni coltiva il suo feudo multimiliardario (l’impero commerciale di Abu & Sons sorto all’ombra della “lotta di liberazione dall’oppressione sionista” vale non meno di 300 milioni di dollari) nei territori “oKKupati”, è un esperto di doppi e tripli ruoli, come il suo predecessore, l’indimenticato Yasser Arafat.

Fa un certo effetto guardare questa congrega a cui partecipa sonnecchiosamente anche l’Arabia Saudita sempre più stanca insieme ad Egitto ed emirati arabi di doversi spendere per un relitto ideologico del passato come la “causa palestinese”, e prendere atto che le posizioni da essa espresse sono infondo le medesime della Comunità Europea. Ma si tratta di una vecchia storia che risale alla fine degli anni Sessanta e all’inizio dei Settanta, quando l’Europa progressivamente divenne filoaraba e trasformò il palestinismo nella propria religione laica.

Da una parte Trump e Israele, dall’altra l’OIC con puntello della UE.
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I mussulmani cosidetti moderati e l'Islam buono non esistono

Messaggioda Berto » mar giu 25, 2019 5:40 am

L’Islam è una Religione di Pace?
Daniele Rocchetti, delegato nazionale alla Vita Cristiana
3 maggio 2018

https://www.acli.it/lislam-e-una-religione-di-pace

Maledetti terroristi, sono Chaimaa Fatihi, ho 22 anni, sono italiana musulmana ed europea. Vi scrivo perché possiate comprendere che non ci avrete mai, che non farete dell’Islam ciò che non è, non farete dell’Europa un luogo di massacri e non avrà efficacia il vostro progetto di terrore. Vi scrivo come musulmana per dirvi che la mia fede è l’Islam, una religione che predica pace, che insegna valori e principi fondamentali, come la gentilezza, l’educazione, la libertà e la giustizia. Voi siete ciò che l’Islam ha contrastato per secoli, voi siete nemici, voi siete coloro che spargono sangue di innocenti, di giovani, anziani, uomini e donne, bambini e neonati. Non ho paura dei vostri kalashnikov, dei vostri coltelli e armi, perché da musulmana vi rinnego, vi combatto con la parola, con l’informazione, con la voce di chi vive quotidianamente la propria fede, dando esempio dei suoi insegnamenti.

Islam e pace

Così, all’indomani degli attentati di Parigi, Chaimaa Fatihi scrisse questa “lettera aperta” ai terroristi islamici pubblicata su numerosi quotidiani italiani. A ribadire quel legame tra Islam e pace che molti si ostinano a negare e a riconoscere. Nella mente di tanti occidentali l’Islam evoca piuttosto la guerra, la lotta, il terrore ed è ben lontano dal venire associato a ciò a cui la sua radice rimanda. Perché islam viene dalla radice s-l-m che in arabo forma “salam” e in ebraico “shalom”, cioè pace. Esso quindi significa pace e rimanda alla pace del cuore e della mente che si ottiene quando ci si sottomette a quella verità ultima del mondo che è Dio.

L’Islam e l’incontro difficile con la modernità

Non si vuole certo negare i fatti sanguinosi ed efferati compiuti da uomini che si dicono mussulmani né l’incapacità dell’Islam contemporaneo e delle sue guide spirituali di gestire l’incontro con la modernità. Si vuole solo ricordare che l’Islam è una grande tradizione spirituale con quattordici secoli di storia e con oltre un miliardo di fedeli. L’idea che a questa religione sia essenzialmente connaturata la violenza è profondamente sbagliata da un punto di vista teorico e soprattutto è tremendamente nociva da un punto di vista pratico, perché non fa che suscitare a sua volta violenza. Da qui il gorgo che può finire per risucchiare irrimediabilmente la vita delle giovani generazioni.

È vero che nel Corano vi sono pagine violente e che la storia islamica conosce episodi violenti, ma questo vale per ogni fenomeno umano. La Bibbia ha pagine di violenza inaudita e sia l’ebraismo sia il cristianesimo conoscono il fanatismo religioso e la violenza che ne promana. Lo stesso vale per l’hinduismo con l’ideologia detta hindutva. Persino il più mite buddhismo conosce oggi episodi di intolleranza in Sri Lanka e Myanmar.

“Vie islamiche alla nonviolenza”

Per questo è prezioso il testo che Zikkaron, la casa editrice collegata alla Piccola Famiglia dell’Annunziata di don Giuseppe Dossetti, ha recentemente dato alle stampe. “Vie islamiche alla nonviolenza” è il titolo di questo libro – da leggere – che mostra la nonviolenza propria dell’Islam, mentre noi conosciamo di più quella delle altre grandi religioni e culture. L’autore, Jawdat Said, nato nel 1931, è siriano. Ha studiato in Egitto e in Arabia Saudita. È fervente musulmano, intellettuale impegnato, persuaso nonviolento, critico delle idee prevalenti nei popoli musulmani, arrestato più volte e impedito di insegnare. Dal 2013 è rifugiato a Istanbul.

Nella Prefazione, Adnane Mokrani, teologo mussulmano tunisino che vive in Italia e insegna alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e al Pontificio Istituto di Studi Arabi e di Islamistica, mostra vari aspetti dell’opposizione dell’Islam ad ogni violenza. Pur senza dimenticare le tradizioni guerresche, presenti nella tradizione islamica, come in altre tradizioni, compresa quella cristiana, egli ricorda le figure di Abdul Ghaffar Khan, il “Gandhi musulmano” che precedette Gandhi con la propria azione nonviolenta, e di Ramin Jahanbegloo, filosofo della nonviolenza a Harward . Tra i discepoli musulmani di Gandhi c’è anche Maulana Abul Kalam Azad, che, come Said, fonda la nonviolenza nel cuore del pensiero religioso islamico. Questi pensatori musulmani, più che in uno Stato per i musulmani, vedevano nello stato laico la maggiore garanzia di uguaglianza e giustizia.

Jawdat Said presenta, con rigorosa lucidità, l’opzione del pacifismo come quella più coerente con il messaggio coranico. La radice di questa tesi la trova nel Corano (5,28), là dove Abele reagisce con parole ferme al fratello Caino che poi lo ucciderà: “E se stenderai la mano contro di me per uccidermi io non stenderò la mano su di te per ucciderti perché ho paura di Dio, il Signore dei mondi”. Per Said tutti i profeti nel Corano si comportano esattamente come il figlio di Adamo, mostrando “tenacia a pazientare di fronte alle offese altrui senza rispondere all’offesa con l’offesa” e rifiutandosi di intraprendere azioni violente. Coerentemente, nell’Islam non si arriva a governare con la forza, né all’inizio né una volta ottenuto il successo, né ora né in futuro, e chi vuole arrivare a governare si deve sforzare di convincere le persone a costruire una comunità ben guidata che scelga il suo governo spontaneamente.

Nel Corrano si legge: «Non vi è costrizione nella religione» (Cor. 2,256) e questo, per Jawdat Said, significa che nell’Islam “la religione non si ordina con la forza dei muscoli o delle armi, o con la distruzione, bensì con la forza delle idee e con la rettitudine”, aiutando gli altri a liberarsi dall’ingiustizia e dalla costrizione, proteggendo il dissidente e contribuendo a creare un clima di libertà di pensiero senza coercizione.

Le idee sbagliate muoiono da sole

La domanda da farsi allora è perché pare essere prevalente il modello del fratello assassino. Secondo Jawdat Said, alla base della violenza vi è sempre una “sconfitta ideologica”: coloro che praticano la costrizione nella religione «non fanno alcun assegnamento sugli uomini, non credono che se le persone fossero lasciate libere di valutare le idee, potrebbero anche scegliere le loro». Per questo, l’unica strada percorribile si fonda sulla mancata reazione violenta alla violenza dell’aggressione. Di più: bisogna lasciare che le idee sbagliate muoiano di morte naturale. Se non abbiamo capito questo, significa che non abbiamo idee che possano competere con la storia. L’errore ha il diritto di vivere: se non gli do il diritto di vivere, nemmeno io avrò lo stesso diritto.


Alberto Pento
E Maometto, le sue parole, le sue azioni, il suo esempio che sono stati di estrema violenza?
E i 1400 anni di espansione imperialista e violenta dell'islam?
E le discriminazioni e lo sterminio di ogni diversamente religioso e pensante nei paesi a dominio maomettano?





Maometto (santo o criminale terrorista ?)
viewtopic.php?f=188&t=2030


Hitler, Stalin e Maometto: chi è stato il peggior idolatra e criminale?
viewtopic.php?f=188&t=2659

Immagine
https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... lIslam.jpg


L'uso degli assassinii per conseguire obbiettivi politico/religiosi ha avuto un ruolo importante durante tutta la storia dell'Arabia e dell'espansione Islamica, e la parola "assassino" trae origine dalla lingua araba (حشّاشين).
Questa lista contiene i risultati e le ragioni per le uccisioni mirate e gli assassinii ordinati o sostenuti dal Profeta Maometto, così come le fonti primarie che parlano di questi avvenimenti.
https://wikiislam.net/wiki/Lista_degli_ ... a_Maometto

Islam, Maometto, Allah, Corano e Sharia sono orrore e terrore
viewtopic.php?f=188&t=2644

Moamed del Coran e Cristo dei Vanxełi: do omani, do parołe, do livri a confronto.
viewtopic.php?f=24&t=1329


I tre libri e la violenza
viewtopic.php?f=201&t=2671

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https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... -libri.jpg

Le religioni non sono tutte uguali, vi sono quelle umane e quelle disumane, quelle nonviolente e quelle violente, quelle pacifiche e quelle terroristiche, quelle che promuovono la responsabilità umana e quelle che impongono l'irresponsabilità, quelle laiche e quelle teocratiche, quelle che promuovono la buona volontà e quelle che promuovono la schiavitù, quelle che rispettano i valori/doveri/diritti umani universali, naturali e civili e quelle no, quelle che promuovono il bene e la vita e quelle che producono il male e la morte, quelle che rispettano la libertà e la diversità e quelle no.


Ebraismo e Cristianesimo : violenti come l'islam? No!
viewtopic.php?f=24&t=2459


Il maomettismo o nazismo maomettano e i maomettani o l''Islam e gli islamici sono una minaccia, una offesa, un'ingiuria, un pericolo per l'umanità intera
viewtopic.php?f=188&t=2667
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 5512703312
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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I mussulmani cosidetti moderati e l'Islam buono non esistono

Messaggioda Berto » dom gen 05, 2020 11:02 pm

L’Islam “moderato”, frutto della nostra ignoranza dell’islam
6 dic 2018
https://www.youtube.com/watch?v=lHs2WNL ... ml9ZRsFCLw


Alberto Pento
Non solo della nostra ignoranza, ma sopratutto della nostra paura (e della sindrome di Stoccolma) che ci fa rifiutare di considerare l'Islam per quello che realmente è, ossia nazismo maomettano; un male assoluto con cui temiamo di doverci confrontare, scontrare e combattere, e magari morire per difenderci dalla sua aggressione criminale e difendere la nostra libertà e dignità, la nostra cultura e civiltà.
Così vilmente preferiamo subirlo e un po' alla volta diventare dhimmi perdendo dignità e libertà, cultura e civiltà e magari anche la vita.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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I mussulmani cosidetti moderati e l'Islam buono non esistono

Messaggioda Berto » lun gen 20, 2020 10:47 pm

"Un anno fa sono diventato il primo imam musulmano sciita a visitare #Auschwitz. Quello che ho visto in quei campi mi dà l'energia per combattere l'antisemitismo ogni singolo giorno. Sarò sempre un orgoglioso amico del popolo ebraico e un difensore dei suoi diritti. Possiamo fare la differenza".

Imam Tawhidi

Ammiriamo il suo coraggio!
https://www.facebook.com/noicheamiamois ... nt_mention


Franka Lowe
seguo la sua pagina fb da circa 1 anno, quest'uomo è un grande e vive sotto scorta perchè è minacciato sia da sunni che sciiti, ci tenevo a dirlo a tutti quelli che sotto nei commenti scrivono "non mi fido"


Gino Quarelo
Perché continua a definirsi imam e maomettano/mussulmano, quando Maometto è stato il primo e più grande antisemita della terra?
C'è qualcosa che non quadra!
O si sta con Maometto o contro Maometto, queste figure intermedie, né carne né pesce servono solo come specchietti per le allodole, a far passare l'islam come qualcosa di buono, che in verità non è
.


Franka Lowe
Gino Quarelo Tawihidi è un riformista australiano ed è nel mirino degli islamisti, non ha paura di esporsi e oltretutto è anche simpatico http://www.informazionecorretta.com/mai ... ediaId=115 ...


L’”imam della pace” che sfida gli islamisti
Commento e intervista a Mohammad Tawhidi di Amaury Brelet
((Traduzione di Yehudit Weisz, da Valeurs Actuelles, 19 luglio 2018)
Informazione Corretta

http://www.informazionecorretta.com/mai ... HSxuYn1ozE

“Sono in aereo, il WiFi è lento, ma siamo in cielo e posso affermare che qui non ci sono le 72 vergini. Fermate la jihad”
Persino a 10.000 metri d’altitudine, il più celebre imam con un Twitter non abbandona il suo humour per prendere in giro gli estremisti musulmani che disonorano la sua religione.

Mohammad Tawhidi da anni viaggia in tutto il mondo per combattere la sua coraggiosa lotta contro il pericolo islamista con conferenze, interviste e in rete. Con il suo abito e il turbante, lo fanno “sembrare per il fratello di Bin Laden”, ma non per quello che dice, che non lascia mai indifferenti. In un aeroporto, ad un agente della sicurezza sospettoso che voleva controllarlo, lui ha di recente risposto: ”Io stesso non mi fido di me, perquisitemi immediatamente, per favore. ” Sono scoppiati a ridere e si sono stretti la mano. “Se avessimo saputo che, trent’anni più tardi, noi avremmo avuto una invasione di burqa un po’ dappertutto…” L’imam dell’Associazione islamica dell’Australia del Sud, nominato nel 2010, ha abbandonato l’anonimato per diventare a 35 anni il predicatore più controverso del continente e il più rivoluzionario del mondo musulmano.
All’origine della sua popolarità c’è un discorso coraggioso pronunciato al Rotary Club di Adelaide nel marzo del 2017. “ Mio padre aveva scelto di venire in Australia perché questo era un Paese non musulmano. Se avessimo saputo che, trent’anni più tardi, noi avremmo avuto dei burqa un po’ dappertutto, moschee in ogni angolo di strada e delle persone che difendono la shari’a contro la democrazia, non saremmo venuti ”, così proclamava Mohammad Tawhidi, nato nella città santa di Qom, in Iran, e discendente di un seguace del profeta Maometto. “ Se non vi piace l’Australia, noi vi daremo uno dei nostri canguri perché vi accompagnino là da dove siete venuti.” Da allora, l’autoproclamato “imam della pace” vuole proibire le pubblicazioni integraliste, vietare le nuove moschee ed espellere i musulmanii estremisti. “I membri della mia famiglia sono stati giustiziati, bruciati vivi ed esiliati dai governi islamisti e da Daesh” rammenta Tawhidi, che all’età di 12 anni ha dovuto lasciare l’Iraq, dopo che suo padre, che era imam, era stato condannato a morte da Saddam Hussein. “Ecco perché ho queste ferme convinzioni sull’immigrazione e sull’estremismo islamico.” Parole forti dette da uno che è stato “un fondamentalista islamico che predicava la violenza”, prima di cambiare totalmente assistendo ad una strage, mentre studiava a Kerbala, in Iraq, nel 2014. E aggiunge “Oggi, nei miei viaggi in giro per il mondo, costruisco legami tra comunità e gruppi religiosi e diffondo la pace”.

“C’è motivo di sperare che l’islam moderato prevalga sull’islam radicalizzato”, ribadisce Daniel Pipes, lo studioso americano d’islamistica.
A riprova del suo impegno sincero e rischioso, ci sono le critiche di cui il predicatore, accusato di essere ”il falso sceicco australiano”, è il bersaglio da parte del Consiglio nazionale australiano degli imam, dal canale pubblico televisivo ABC e dagli attivisti di sinistra, che mettono in dubbio la sua credibilità nonostante i documenti ufficiali, e lo scherniscono dandogli dell’ “estremista sciita” in guerra contro la comunità sunnita.
Sospettano persino che faccia il doppio gioco essendo stato ex allievo del grande ayatollah Shirazi, famoso per il suo rigore. Su Internet, detrattori complottisti l’accusano addirittura di essere una “marionetta sionista”, ovvero una spia israeliana. “ È tutto falso. Lavoro per l’M16 perché il Mossad non aveva i mezzi per pagarmi ”, replica Tawhidi, prendendoli in giro. Ancora più inquietante è il fatto che l’imam iconoclasta riceva centinaia di minacce di morte. Una prometteva: “ La legge islamica per questo infedele è la decapitazione. Offro 5000 dollari a chi saprà dirmi dove si trova. Per il resto ci penso io. ” Il figlio di un imam ha richiesto il suo assassinio, domandandosi “perché nessuno ancora aveva massacrato questo porco”. Il leader religioso è stato anche insultato, gli hanno sputato addosso e l’hanno schiaffeggiato. La sua auto è stata presa a sassate e imbrattata con simboli del Daesh, mentre degli estremisti hanno cercato di penetrare nella sua proprietà.
“ Lui è sempre pronto a rischiare la vita per difendere la verità ” sottolinea l’attivista pro-Israele Avi Yemini. Ha un combattivo spirito australiano e sono fiero di chiamarlo fratello”. Accusato di apostasia da un mufti saudita, Mohammad Tawhidi ha dovuto nascondersi per diversi mesi per evitare aggressioni. Afferma: “ Prima avevo paura. Ora ho accettato la possibilità di essere ucciso in qualunque momento. Centinaia di persone fanno donazioni per sostenere la mia sicurezza perché credono nel valore del mio attivismo.” L’imam, scortato da guardie del corpo, aveva già raccolto 11.000 dollari online per installare dei metal detector. >Troppo poco per dissuadere i suoi detrattori che lo accusano anche di appoggiare Pauline Hanson, la fondatrice di “One Nation”, il partito populista australiano che si oppone al multiculturalismo. Tawhidi aveva osato fare gli auguri di compleanno alla senatrice del Queensland ritenuta “il peggior incubo per i jihadisti”, e difeso il suo appello a “bloccare l’immigrazione islamica” dopo gli attentati di Londra, in un Paese come l’Australia in cui la popolazione musulmana era cresciuta del 77% in dieci anni! “Il terrorismo nel Regno Unito cresce di settimana in settimana. Avere degli estremisti nelle nostre società non ha nulla a che vedere con il multiculturalismo, è un suicidio”, scriveva Tawhidi allora su Twitter. “La sinistra inglese sta trasformando Londra in una nuova Bagdad.”
Questa sua opinione è condivisa con il suo amico e “fratello” Tommy Robinson, cofondatore dell’English Defence League, con cui a febbraio aveva partecipato ad una “discussione leale, intellettualmente rispettosa” trasmessa su YouTube, tre mesi prima che il giornalista militante venisse condannato a 13 mesi di carcere quando si era occupato del processo a una gang di ladri indo-pakistani. “Tommy sarebbe stato trattato meglio da un qualsiasi tribunale islamico britannico…”, ironizzerà poi l’”imam della pace”. Un imam moderno, vegetariano, che ammira la Vergine Maria.
Nel Regno Unito come in Francia, milioni di persone temono l’avanzata di questo islam conquistatore. Niqab, burkini, preghiere per strada… “ Questi segni visibili sono dei simboli di potere, precisa Mohammad Tawhidi.
Capisco la paura della maggior parte dei francesi. Io cerco di allontanare gli estremisti dalla comunità musulmana, ma non posso cacciarli via dal Paese. Questo è compito del governo.” A febbraio, si trovava a Parigi, e rimase sgomento davanti ai campi di migranti installati nel Nord di questa città diventata “Paristan”. Al contrario, si è congratulato per l’eccellente decisione assunta dal Cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, di espellere 60 imam legati alla Turchia, governata dal ”califfo in giacca e cravatta” Erdogan. Dal punto di vista ideologico, “la vita mi ha fatto diventare conservatore”, sostiene Tawhidi, “anche se la sinistra ti dice che i jihadisti si riformeranno e si integreranno nella società.”
Le sue opinioni diffuse su Twitter ai suoi 217.000 followers, gli rendono d’altronde il plebiscito dei simpatizzanti di destra, stufi del political correct.
Obama e Hilary Clinton? “Sono loro ad aver creato il Daesh.”
Trump? “Lui ha ragione sulle frontiere e sull’estremismo islamico.”
Trudeau? “E’ l’eroe degli ex-jihadisti.”
Il terrorismo? “È una parte dell’islam. ”
L’Iran e l’Arabia Saudita? “Dei regimi corrotti.”
La taqiya, l’arte della dissimulazione? “Un cancro.”
L’immigrazione di massa? “Distrugge l’Occidente.”
La Palestina? “Una nazione di terroristi” mentre “ la terra è degli ebrei.”
L’islamofobia? “Non esiste.”
Tuttavia, l’imam smentisce di essere un provocatore. “L’humour è un’arma pacifica ma letale” dice. O meglio, ”il sarcasmo è 100% halal.”
Quando si è fatto riprendere mentre mangiava una barretta di cioccolato non halal, ha detto sorridendo: ”Il gusto è migliore quando non c’è l’etichetta halal. È delizioso.” Mohammad Tawhidi intende soprattutto incarnare un islam aperto e moderno. Questo vegetariano, che cita Ayn Rand, ha persino divorziato perché le sue opinioni religiose erano”offensive”per la moglie e la sua famiglia.
E poi ha stretti legami con i cristiani, s’inginocchia davanti alla statua di Gesù, ammira la Vergine Maria, accende candele e loda Père Hamel in quanto “nobile martire” ( il 26 luglio 2016, a Saint-Étienne-du-Rouvray in Normandia, Père Jacques Hamel, prete di 86 anni, venne assassinato da due terroristi islamici, n.d.t).
“Io vivo a fianco di una chiesa e permetto ai fedeli di parcheggiare di domenica le loro auto nel mio vialetto. Quando mi vede, l’arcivescovo mi abbraccia, mi chiama ‘figlio mio’ ed io lo chiamo ‘padre mio’.
” Va detto che la sua lotta è paragonabile a una crociata. “ Se soltanto potessimo creare dei predicatori musulmani pacifici alla velocità con cui la sinistra assimila l’islam ”, scherza.
“È da millequattrocento anni che abbiamo una religione di guerra”, ripete Mohammad Tawhidi, ma la riforma islamica è un’illusione. La sola riforma possibile si farà a livello individuale”. In attesa, “l’imam della pace” giura di continuare la sua missione antiestremista presso i governi, i politici ed i religiosi. Oltre al proprio testamento, lui ha scritto un libro esplosivo, ma non riesce a trovare un editore coraggioso che lo pubblichi, dato che il suo profilo su Face Book è già stato bloccato otto volte in un anno.

Ayaan Hirsi Ali
“L’Australia dovrebbe essere orgogliosa di Tawhidi, un messaggio agli islamisti” ha esortato l’attivista americana Ayaan Hirsi Ali, di origini somale, ex deputata olandese. Inshallah!


Gino Quarelo
Riformista? Allora non è maomettano è un falso, non si può essere maomettani e contro Maometto.
L'ho già letto tempo fa. Daniel Pipes si sbaglia. Riformare l'Islam è un'eresia perché significa rinnegare e contestare Maometto e il Corano.


Franka Lowe
allora pensa quello che vuoi, non saró certo io a convincerti del contrario


Daniela Tuscano
Gino Quarelo infatti non è "maomettano". È musulmano. Ricordo questo imam, ne parlarono anche lo scorso anno, tanti o pochi non sarà sospettando di tutto e tutti che si vivrà più sicuri. Dal tono dei commenti e da certe definizioni ("maomettano" è un termine teologicamente errato e desueto, oggi vale come insulto) mi rendo conto che la maggior parte è minata da pregiudizi, dire poi che tutto l'Islam è cattivo a prescindere significa discriminare, per quanto ci si rigiri sopra. Quanto al "Maometto" antisemita, beh... era semita pure lui, vedete un po'. Non menate il torrone con esegesi raffazzonate, conosco molto bene i musulmani, ci ho vissuto gomito a gomito tre anni e come si può verificare non mi hanno ammazzata, non sono diventata islamica, non sono antisemita-antisionista ecc. ecc. E non ho mai nascosto le difficoltà con alcuni di loro, gliel'ho pure detto in faccia. E verifico sempre le fonti da dove arrivano certe notizie. Non sono poi come certi irenisti sinistrati senza fede né cultura che per fare gli esotici politicorretti danno credito a estremisti/e. Fidarsi non significa essere scemi e soprattutto sarebbe bene informarsi in modo serio. Perché a estremizzare tutto bisognerebbe pure dire che sono stati i cristiani, non i musulmani, a costruire i lager. A banalizzare si corrono gravi rischi. Non lo scrivo per lei, so che non serve, ma per sostenere la pagina. Saluti.


Alessandra Forbiti
Franka Lowe
Esatto
E c’è una taglia sulla sua testa

Gino Quarelo
I mussulmani sono maomettani o islamici e questo si è inventato un Islam tutto suo che non corrisponde all'Islam che è solo quello di Maometto e non di altri.

Gino Quarelo
Cristiano da Cristo e maomettano da Maometto e buddista da Budda ecc., nessuna offesa è la semplice realtà delle cose e delle parole.
Maomettani = seguaci di Maometto, osservatori del suo Corano e adoratori del suo idolo Allah!


Gino Quarelo
Maometto fu un ignorante, presuntuoso, invasato, esaltato, idolatra che si inventò il suo dio Allah tratto dagli idoli della Mecca, un dio-idolo dell'orrore, del terrore e di morte,
uno che abusò della credulità popolare e che poi si impose con la minaccia, l'intimidazione, il ricatto, la violenza (che non fu affatto per legittima difesa ma predatoria, aggressiva, sopraffatrice);
fu un bugiardo, un ladro, un razziatore rapinatore, sequestratore e ricattatore, schiavista, assassino e sterminatore;
fu un razzista al massimo grado che discriminò chiunque non si sottomettesse a lui e al suo idolo e che depredò, cacciò e sterminò ebrei, cristiani, zoroastriani e ogni diversamente religioso, areligioso e pensante che gli si contrapponesse e non si sottomettesse;
invase, depredò, ridusse in schiavitù e fece strage nei paesi altrui imponendo con la minaccia la sua politica e la sua criminale ideologia-teologia religiosa imperialista e totalitaria;
indusse al suicidio, all'omicidio e allo sterminio e fece dire al suo idolo, dettandolo ai suoi seguaci, ciò che poi
fu scritto nel Corano e che da 1400 anni induce e istiga alla violenza, alla discriminazione, alla falsità, alla minaccia, alla depredazione, al disprezzo degli altri non maomettani, alla riduzione in schiavitù e alla dhimmitudine, all'omicidio, al suicidio-omicidio, all'assassinio e allo sterminio di ogni diversamente religioso, areligioso e pensante della terra che non si sottometta ai suoi seguaci e al loro orrendo idolo Allah.

Le uniche ideologie-teologie-pratiche politico-religiose ammesse e accettabili nei paesi civili sono esclusivamente quelle che non violano i valori, i doveri e diritti umani naturali universali, civili e politici e che sono con essi completamente compatibili:
quindi
non debbono essere violente, minacciose, intimidatorie, costrittive, ricattatorie;
non debbono promuovere e indurre alla discriminazione, alla depredazione, al disprezzo, alla schiavitù, alla dhimmitudine, all'odio, al suicidio, all'omicido, allo sterminio;
non debbono trasformare gli uomini in mostruosità acritiche, fanatiche, ossessionate, criminali, disumane;
non debbono generare conflitti etnici, civili, religiosi e politici sia nazionali che internazionali;
non debbono come esempi esaltare figure criminali di assassini, predatori, bugiardi, sterminatori, invasati;
devono promuovere la pace, la fratellanza, la responsabilità, la proprietà, la libertà di parola di pensiero e di critica, la solidarietà volontaria e non forzata;
debbono rispettare i paesi, i popoli, le comunità, le etnie, le culture, le tradizioni e accettare tutte le diversità che promuovono la vita e il bene e che sono compatibili con i valori, i doveri e diritti umani naturali universali, civili e politici.

Se il nazismo hitleriano e Hitler rientrano in questa casistica e vanno giustamente banditi dal consesso civile, allo stesso modo dovrebbero essere banditi anche il nazismo maomettano e Maometto perché sono mille volte peggio.


Gino Quarelo
Chiedeteli se segue l'esempio e le prescrizioni di Maometto e del Corano o no.


Gino Quarelo
Antisemita vuol dire solo antigiudeo, antiebreo, antisraele e non altro.


Franka Lowe
Gino Quarelo ripeto; è un riformista

Gino Quarelo
Nell'Islam non esistono riformisti. L'unica riforma possibile è la negazione dell'Islam.


Franka Lowe
Gino Quarelo non segue alla Lettera maometto proprio per questo i muz lo vogliono morto


Gino Quarelo
Allora abbia il coraggio di non dirsi maomettano o mussulmano o islamico, deve scegliere e non stare con i piedi su scarpe diverse. Questo illude e inganna la gente. Uno che non segue Maometto non è maomettano ma altro. Il pane è pane e la polenta è polenta.



Noi che amiamo Israele
Autore
Noi che amiamo Israele Gino Quarelo invece deve essere ammirato proprio per il coraggio che ha di dirsi musulmano e dichiarare quello che ha detto.

Gino Quarelo
E' un falso che inganna e illude la gente che vi possa essere un islam santo e diverso da quello criminale di Maometto che è come dire che vi possa essere un cristianismo diverso da quello di Cristo.


Franka Lowe
Gino Quarelo c’è un discorso coraggioso pronunciato al Rotary Club di Adelaide nel marzo del 2017. “ Mio padre aveva scelto di venire in Australia perché questo era un Paese non musulmano. Se avessimo saputo che, trent’anni più tardi, noi avremmo avuto dei burqa un po’ dappertutto, moschee in ogni angolo di strada e delle persone che difendono la shari’a contro la democrazia, non saremmo venuti ”, così proclamava Mohammad Tawhidi, nato nella città santa di Qom, in Iran, e discendente di un seguace del profeta Maometto. “ Se non vi piace l’Australia, noi vi daremo uno dei nostri canguri perché vi accompagnino là da dove siete venuti.”


Gino Quarelo
Come si può arguire da questo discorso ad Adelaide non è un vero mussulmano o maomettano; sono scappati dall'Islam e dai paesi maomettani.

Franka Lowe
Meee vabbè


Franka Lowe
Gino Quarelo diciamo che è come i cristiani praticanti che non seguono alla lettera il dogma


Gino Quarelo
Allora non sono cristiani. Io stesso per coerenza cresciuto come cristiano oggi mi dico felicemente non più cristiano, sono divenuto aidolo e critico di Cristo come di tutte le altre religioni.
Che abbia anche costui la forza di dirsi non più maomettano, che si inventi qualcosa d'altro se no fa solo confusione. Che abbia il coraggio di criticare Maometto e il Corano, se non lo fa è un fasullo.


Franka Lowe ?


Daniela Tuscano "
Chiedeteli"

Daniela Tuscano "I piedi SU scarpe diverse"

Daniela Tuscano
Ma ancora perdete tempo con questo intollerante? E su.



Gino Quarelo
Questo è l'Islam vero, quello di Maometto e del Corano.

Il presunto Islam o maomettismo di Mohammad Tawhidi che porta il nome di Maometto (che fu il primo islamista, terrorista islamico e modello per tutti gli altri) e che deride il Corano e le 72 vergini non è Islam ma la negazione dell'Islam.

Alla moschea di Gerusalemme si auspica la restaurazione del Califfato, la liberazione di Gerusalemme dagli ebrei e la conquista di Roma.
Progetto Dreyfus
https://www.facebook.com/watch/?v=796205600860648
Un predicatore musulmano che si fa chiamare Abu Ibrahim Siam, in occasione dei festeggiamenti per la caduta di Costantinopoli di oltre cinquecento anni fa, ha auspicato lo stesso destino per Roma dalla moschea Al Aqsa di Gerusalemme dove ha anche profetizzato la liberazione di Gerusalemme dagli ebrei e la restaurazione del Califfato. Poi ha anche aggiunto: «Questa moschea verrà liberata da coloro che collaborano con l’America, la Russia e l’Occidente» ricevendo dal pubblico estasiato un liberatorio «Allah akbar».



“È da millequattrocento anni che abbiamo una religione di guerra”, ripete Mohammad Tawhidi, ma la riforma islamica è un’illusione. La sola riforma possibile si farà a livello individuale”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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