I mussulmani cosidetti moderati e l'Islam buono non esistono

I mussulmani cosidetti moderati e l'Islam buono non esistono

Messaggioda Berto » lun feb 07, 2022 7:33 am

Il sito web Focus On Western Islamism: una necessità
Perché questo sito web e perché questa pubblicazione? Perché l’Occidente ne ha bisogno.
Daniel Pipes
Traduzione di Angelita La Spada

6 Febbraio 2022


https://www.facebook.com/groups/1161957 ... 6519599261
http://www.linformale.eu/il-sito-web-fo ... necessita/

Qualche antefatto: l’islamismo in Occidente ha attirato l’attenzione del pubblico con i libri messi al rogo e le dichiarazioni radicali che accompagnarono gli attacchi del 1988-1989 a Salman Rushdie e al suo romanzo,  I versietti satanici. L’editto di morte dell’Ayatollah Khomeini sensibilizzò per la prima volta l’opinione pubblica occidentale, e con il debito sgomento, in merito al fatto che la silenziosa crescita demografica delle popolazioni musulmane causava problemi di civiltà che, ad esempio, cinesi, indù e cristiani africani non creavano. Tali problemi si sono ridotti a un desiderio minoritario, ma potente di applicare in Occidente leggi islamiche di stampo medievale (la Sharia), con tutte le terribili implicazioni per i non musulmani e le donne, e di trasformare le società occidentali.

Una lunga serie di attacchi compiuti nel corso dei successivi dieci anni ha associato l’Islam alla violenza. Alcuni di questi attacchi hanno ottenuto grande notorietà, ma nessuno ha raggiunto proporzioni importanti: ad esempio, l’attentato al World Trade Center del 1993 fece solo sei vittime e il tentativo di far crollare la Torre Eiffel fallì. Il jihad è rimasto una preoccupazione alquanto accademica, per lo più limitata a considerazioni politiche. Nel frattempo, gli islamisti si sono organizzati e hanno gongolato per la loro avanzata senza ostacoli.

Poi arrivarono gli attentati dell’11 settembre 2001 che scossero il mondo, provocando tremila morti e la fine della normalità in tutti gli Stati Uniti. Come dissi all’epoca, nessun uomo americano quel giorno fece una proposta di matrimonio a una donna. “Tutto è cambiato”, “Uniti rimarremo in piedi” divennero mantra quasi universali. La clausola dell’uno per tutti della NATO entrò in vigore per la prima e unica volta. Improvvisamente, e per gli anni a venire, l’Islam, i musulmani, l’islamismo e il jihad divennero il centro dell’attenzione internazionale. Le copie del Corano andarono esaurite, la differenza tra sunniti e sciiti divenne di dominio pubblico e argomenti fino ad allora raramente discussi come gli hadith divennero materia di talk-show. Dai tabloid e dai blog ai giornali e ai notiziari, la stampa ha fornito profili approfonditi e scoop che hanno smascherato il radicalismo nelle istituzioni islamiche. Il mondo dell’istruzione e i politici hanno fatto altrettanto.

Oltre a quest’interesse, le istituzioni per la sicurezza sono state riordinate al fine di concentrarsi sul jihad: l’esercito, i servizi di intelligence e le forze dell’ordine si sono tutti riorganizzati per evitare il ripetersi degli attacchi dell’11 settembre. Il loro impressionante successo ha poi avuto due conseguenze permanenti: innanzitutto, gli islamisti in genere sono passati dal ricorso alla violenza ad agire in seno al sistema, dalla criminalità all’islamismo legale. In secondo luogo, l’assenza di sangue nelle strade, insieme all’insorgere di altre questioni (Trump, la Cina, la Sinistra woke, il cambiamento climatico) ha diminuito l’interesse per l’islamismo. Editori, produttori, politici, educatori e opinione pubblica sembravano averne abbastanza.

Questo calo di interesse può essere misurato. Ad esempio, nei notiziari televisivi americani il termine Islam viene menzionato più di duemila volte negli anni che vanno dal 2010 al 2013, più di tremila nel 2014, raggiungendo il picco di oltre cinquemila volte nel 2015. In seguito, la menzione è scesa a più di tremila volte nel 2016, a più di duemila volte nel 2017, a più di mille nel 2018, a più di seicento nel 2019-2020, finendo per attestarsi appena a più di duecento volte nel 2021. In altre parole, nel 2015, l’Islam è stato menzionato 19 volte più spesso rispetto a sei anni dopo. Tale ratio sembrerebbe valere anche per molti altri Paesi, non solo negli Stati Uniti. L’Islam e gli argomenti ad esso correlati sono tornati allo stato di semi-oscurità in cui versavano prima dell’11 settembre.

Naturalmente, un crollo dell’interesse non implica un calo commisurato della sfida islamista. In effetti, il denaro, le competenze, l’energia e la dedizione degli islamisti rispettosi della legge li rendono probabilmente più pericolosi che mai. In genere, la Sinistra li rabbonisce e la Destra ora è più preoccupata delle  elezioni passate e dei controlli dello stato vaccinale.  I governi sovvenzionano gli islamisti, le istituzioni educative gli aprono le braccia, le assemblee legislative li accolgono, i giudici si adattano a seconda delle circostanze. “L’islamofobia”, vividamente descritta da Andrew Cummins come “una parola creata dai fascisti e utilizzata dai codardi per manipolare gli idioti”, è perfino diventata un termine  giuridico.

Di fronte a questo, noi del Middle East Forum non molliamo e avvertiamo dei disastri a venire. Come ha osservato Daniel Greenfield, “i gruppi investigativi sulla lotta contro il jihad, come il Middle East Forum (…) continuano a svolgere un lavoro importante di fronte al calo di interesse dei media conservatori. (…) in assenza di un unico grande complotto terroristico islamico, e di fronte a un flusso costante di attentati poco significativi e per lo più senza conseguenze, meno numerosi sono coloro che prestano attenzione alla bomba a orologeria che rappresenta l’influenza islamista, proprio come la calma prima della tempesta dell’11 settembre. Si tratta di un errore di cui ci pentiremo”.

È in queste tristi circostanze che è stato lanciato il sito web Focus on Western Islamism [FWI, Focus sull’islamismo occidentale, N.d.T.]. La nostra filosofia guida è quella da me formulata all’indomani dell’11 settembre: “L’Islam radicale è il problema, quello moderato è la soluzione”. Sia molto chiaro: combattiamo l’islamismo come ideologia, e non l’Islam come religione. Detto questo, il suprematismo islamico, il jihad, la schiavitù, l’oppressione delle donne e altri aspetti problematici sono segni distintivi indelebili dell’Islam tradizionale che i musulmani devono riconoscere prima di poter adattare la loro religione alla modernità. Questi elementi caratteristici non possono essere scusati, ma devono essere affrontati prima che possa essere avviata una vera riforma. Pertanto, i musulmani possono interpretare allegoricamente il Corano e gli hadith che hanno abrogato o esaminato con spirito creativo, come meglio credono.

Per noi, l’aggettivo occidentale include in senso lato non soltanto l’Europa, il Nord America e l’Australia, ma anche, e in misura minore, l’America Latina, il Giappone e la Corea del Sud. In tutte queste aree geografiche, l’Islam rappresenta un fenomeno recente. Non ci occupiamo però di popoli e territori, soprattutto dell’Europa sudorientale, dove l’Islam è presente da secoli.

Il FWI ha tre obiettivi fondamentali: innanzitutto, fornire un contesto in cui gli autori possono trovare un pubblico e i lettori analisi serie e competenti; in secondo luogo, dare voce ai musulmani anti-islamisti; e infine, indagare sui meccanismi interni dell’islamismo, con un’attenzione speciale ad argomenti come le lotte interne islamiste, le fonti di finanziamento e le spese islamiste, e ciò che viene sussurrato in privato. Auspichiamo, ed è nelle nostre intenzioni, diventare un forum per combattere il flagello dell’islamismo convincendo gli scettici, motivando i convinti e guidando i motivati.


Alberto Pento
Condivido parte dell'analisi ma non sono nel modo più assoluto d'accordo con le premesse di Daniel Pipes e del Middle East Forum e nemmeno concordo nell'omettere che l'Islam è sempre stato violento, da Maometto in poi:
... “L’Islam radicale è il problema, quello moderato è la soluzione”. Sia molto chiaro: combattiamo l’islamismo come ideologia, e non l’Islam come religione. ...

Primo perché non è possibile in alcun modo distinguere l'ideologia islamica dalla religione islamica e la distinzione che taluni fanno è del tutto falsa, ingannevole, pretestuosa, impossibile da sostenere con argomenti ragionevoli.
Secondo perché l'islam moderato genera, nasconde, sostiene, giustifica, diffonde e promuove l'Islam radicale.
Maometto non era un islamico moderato, era un islamico radicale, il primo integralista mussulmano o maomettano; il Corano prescrive l'Islam radicale e non quello moderato, allo stesso modo che i Vangeli cristiani promuovono il comportamento di Cristo e non quello dei cristiani che agiscono diversamente da come ha agito Cristo.
Chi promuove l'Islam moderato in realtà promuove l'Islam radicale.
Chi promuove l'Islam moderato come soluzione è parte del problema islamico.

Israele è un caso esemplare che si barcamena tra l'Islam radicale interno ed esterno che vuole distruggerlo come stato ebraico sterminando gli ebrei e l'Islam moderato che vive in Israele e convive con gli ebrei, perennemente in guerra con il terrorismo interno ed esterno e senza una qualsiasi speranza e prospettiva di soluzione definitiva, anche per causa dei cristiani e degli atei antisemiti, antisraeliani e filo nazi maomettani dell'Occidente.
Finché siamo in tempo dobbiamo operare per non diventare come Israele, assediati in casa e nella quotidianità sempre a rischio di essere uccisi e nell'impossibilità di porre fine in modo radicale e per sempre alla questione.

L'Islam moderato è un Islam poco islamico o per niente islamico al limite dell'apostasia, sempre ricattato e minacciato e quando l'Islam radicale diventa maggioranza e si fa forte, esso si adegua senza contrastarlo poiché la sua islamità è fondata sull'Islam radicale e non su altro di diverso.


Niram Ferretti
Alberto Pento la distinzione tra Islam e islamismo è a anche a mio giudizio pretestuosa e comoda. Ho scritto varie volte in proposito, tuttavia va detto che la fede islamica può essere vissuta anche prescindendo dalle prescrizioni più violente del Corano che si trovano nelle sure medinesi, se cosi non fosse tutti i musulmani, indiscriminatamente abbraccerebbero o praticherebbero il jihadismo, cosa che evidentemente non è. Se così fosse in Israele non ci potrebbe essere nessun tipo di convivenza possibile tra ebrei israeliani e arabi israeliani. Daniel Pipes stesso oltretutto ammette senza difficoltà che "il suprematismo islamico, il jihad, la schiavitù, l’oppressione delle donne e altri aspetti problematici sono segni distintivi indelebili dell’Islam tradizionale che i musulmani devono riconoscere prima di poter adattare la loro religione alla modernità. Questi elementi caratteristici non possono essere scusati, ma devono essere affrontati prima che possa essere avviata una vera riforma. Pertanto, i musulmani possono interpretare allegoricamente il Corano e gli hadith che hanno abrogato o esaminato con spirito creativo, come meglio credono". Dunque, da studioso dell'Islam non nasconde certo questi aspetti. Pipes scrive che gli aspetti problematici "devono essere affrontati". Il problema è proprio questo, non vengono affrontati. Rispetto il suo punto di vista ma sono assai più scettico di lui sul fatto che l'Islam possa adattarsi alla modernità, come ha fatto, perdendo molto terreno il cristianesimo, per esempio e in parte l'ebraismo soprattutto quello riformato. L'Islam non è cedevole, e il suo presupposto non è di adattarsi alla modernità ma che la modernità si adatti ad esso. Quando il Corano verrà letto in modo allegorico l'Islam non esisterà più. In 1400 anni non è successo. Dubito succederà in futuro.


Alberto
Affrontare seriamente la questione della violenza islamica nazista e razzista, comporta necessariamente la chiara denuncia, l'accusa e la critica a Maometto, alla sua divinità idolatra e al Corano. Non è possibile prescindere da ciò e santificare Maometto e il Corano. Il male islamico ha le sue radici in Maometto e nel Corano. Non possiamo nasconderci e girarci intorno, il toro va preso per le sue corna che sono Maometto e il Corano.

Niram Ferretti
Alberto Pento il problema è effettivamente Maometto e sono le sue gesta, perchè è Maometto, per i musulmani, l'esempio perfetto da imitare.

Alberto Pento
Gli islamici vittime di questa ideologia religosa possono essere aiutati soltanto mettendo in evidenza la malvagità di Maometto e del Corano.
Ed è l'unica difesa che abbiamo anche noi prima di soccombere o della guerra civile.
Ciò comporta il mettersi in gioco e rischiare la vita per difendere la libertà, la dignità e la civiltà umana.


Giovanni Raimondo
Niram Ferretti bhe il Cristianesimo non è che si è dovuto adattare poiché si pensa che sta dalla parte del torto, ma si è dovuto adattare con la forza, poiché le tesi rivali e quindi di conseguenza gli adepti aumentavano fino poi a instaurare Stati totalmente anti-cristiani e in generale anti-religiosi sotto il velo della laicità che è in realtà è laicismo, cioè l'antitesi della laicità. Alla fine gli errori del mondo moderno, sono venuti a galla, e la Chiesa li ha sempre combattuti e li sta continuando a combattere seppur ora sta in crisi poiché purtroppo la gente maggiormente non vuole capire poiché piena di pregiudizi che molti non vogliono togliersi altrimenti dovrebbero cambiare pensiero......
Questo è! Purtroppo il declino del Cristianesimo in Europa è dovuto a tanti fattori, compreso anche la Chiesa che non ha saputo cambiare al momento opportuno, trascinando le folle, poiché se lo avesse fatto, di sicuro non ci sarebbe stata ne la Rivoluzione Francese se non in maniera diversa, come neanche il positivismo, lo scientismo, fino ad arrivare alle aberranti ideologie del 1900.......
Penso che la maggioranza delle nefandezze dell'era moderna c'è le saremmo scampate, ma purtroppo non è andata così!

Alberto Pento
Non è che il cristianismo sia la verità assoluta (si tratta solo si una credenza religiosa tra tante) e non è che la Chiesa cristiana abbia sempre tenuto comportamenti cristiani coerenti con l'ebreo Cristo, umanamente, civilmente e universalmente esemplari e irreprensibili.
Poi non è che la Rivoluzione francese abbia avuto tutto di negativo e che il positivismo in quanto tale sia di per sé negativo e maligno.
Poi non è che il cristianismo (eresia ebraica) che è anch'esso una presunzione religiosa idolatra non abbia le sue demenzialità e assurdità fanatiche(come la credenza sulla fine del mondo imminente e che l'ebreo Gesù Cristo sia figlio di Dio e Dio) e le sue malvagità come l'antisemitismo che è la causa principale di una delle più grandi nefandezze dell'era moderna, la Shoà.


Niram Ferretti
Alberto Pento ognuno ha diritto alla propria opinione si sul dire, anche se poi ci sono opinioni e opinioni. Il cristianesimo afferma da duemila anni di essere la verità ultima riguardo al destino umano e alla natura di Dio, l'Islam afferma la medesima cosa, l'ebraismo è radicato nell'alleanza, o meglio le alleanze, che l'Onnipotente avrebbe stipulato con esso. Questo per restare alle tre principali religioni monoteistiche. Ora, affermare che sia demenziale e fanatico reputare che Gesù sia Dio incarnato fa abbastanza ridere, poichè accusare di demenza intelletti come quelli di Agostino, Anselmo, Tommaso d'Aquino, Pascal, Newman, Chesterton, Florenskij, Ratzinger, e la lista potrebbe proseguire molto a lungo, è un po' tanto anche per chi scrive su Facebook e non ha, diciamo, inciso sulla storia del pensiero occidentale. Che poi il cristianesimo, declinato dalla Chiesa di Roma, successivamente alla tragica scomparsa della comunità di Gerusalemme, abbia prodotto un antigiudaismo virulento che è servito poi di base per altre forme terribili di antisemitismo, non ci piove, ma Gesù era ebreo, e senza ebraismo il cristianesimo sarebbe del tutto privo delle proprie radici, come ben evidenzia San Paolo di Tarso, fariseo che riconosce in Gesù appunto Dio, quello che tu, ritieni sia dovuto, consentimi di sorridere, a demenza.

Niram Ferretti
Giovanni Raimondo la Chiesa ha dovuto attraversare un percorso lungo e faticoso e lo sta ancora facendo e continuerà a farlo ancora molto a lungo dopo me e te, che sei sicuramente assai più giovane, e nel corso di questo lungo percorso ha dovuto interloquire con il mondo in modo molteplici. Sarebbe qui troppo lungo e certamente non è la sede adeguata, ragionare se nel suo commercio con le istanze del mondo, la Chiesa abbia più guadagnato o perso, ma il punto che mi premeva semplicemente e sinteticamente sottolineare è che mentre l'Islam, pur nelle diverse componenti che lo sostanziano e nelle fratture che ha subito al proprio interno, è rimasto sostanzialmente compatto e monolitico nel suddividere l'umanità tra credenti e miscredenti, e non è sceso mai a compromessi che abbiano fatto smottare i suoi fondamenti e insegnamenti principali, la stessa cosa non è accaduta per il cristianesimo.

Giovanni Raimondo
Niram Ferretti so troppo bene che è un argomento molto complesso, e io ti dò ragione che l'Islam sia una religione compatta e monolitica, diversamente dal Cristianesimo dove è insita la ragione e quindi normale che la Chiesa dialogasse con le potenze e si facesse rispettare ma è anche vero che la Chiesa non ha saputo sia per un retroterra considerato immutabile, e sia perché non ha avuto la lungimiranza poiché pensava più al materiale che all'essenziale, cambiare , cioè stare vicino al popolo e farlo progredire con riforme, facendosi portavoce delle proprie istanze davanti al governo e l'esempio lampante è la Francia dove ci è stata la Rivoluzione Francese, ha fatto sì che le tesi rivali prevalessero e la gente si accodasse.....


Alberto Pento
Giovanni Raimondo, l'Islam non è tanto e solo una religione compatta e monolitica ma è anche e sopratutto una religione incivile, disumana, razzista e criminale che non merita per questo alcun rispetto, alcuna tolleranza e che andrebbe denunciata e combattuta con ogni mezzo per la sua terrificante malignità/malvagità.
Io a 50 anni ho smesso di essere, di sentirmi e di dirmi cristiano e ti assicuro che per questo non ho avuto alcuna crisi, mi sento mille volte meglio, più coerente e armonico, molto più naturalmente spirituale, più sensato, ragionevole, rispettoso degli altri e specialmente degli ebrei e molto più motivato nell'avversione per il male rappresentato dalla presunzione e dal fanatismo delle ideologie sociali politiche e religiose improntate al totalitarismo e alla violenza.
Non trovo più sopportabile e alcun senso nella liturgia religiosa cristiano cattolico romana con tutte le sue millenarie pratiche rituali, le sue messe inscena cerimoniali, le sue parole di circostanza codificate per le varie occasioni, la sua presunzione nella interpretazione del divino e nella sua manipolazione della spiritualità, la sua escatologia e speranza nell'aldilà, la sua secolare deriva antisemita e oggi anti occidentale e filo nazi-maomettana.
Sto benissimo senza la fede cristiana e il suo culto di Cristo, con la sua quotidiana ossessione fanatica e demenziale di assomigliarvi, di interpretare nel modo giusto le sue parole e di fare come lui, no grazie, per me Gesù Cristo non è la via, la verità e la vita!
A conferma della validità e della giustezza di quanto sento e penso mi basta e mi avanza la verifica del confronto con ciò che è il cristianismo oggi in Italia promosso da papa Bergoglio con il suo fanatismo fideistico religioso, la sua incoscienza infantilistica (con la realtà modificata dalla illusione della fantasia, dei sogni, degli incubi) e la sua irresponsabilità politica nel considerare e nell'analizzare le cose del Mondo e la sua realtà e nelle sue proposte di superamento del male, di soluzione dei conflitti e dei problemi e di miglioramento della condizione umana universale, con la sua totale o quasi adesione al Politicamente Corretto liberal, progressista e sinistrato e alla sua incapacità di spiegare l'esistenza del male e il mistero di Dio che lui si ostina, come tutti i credenti di ogni religione, a decifrare e interpretare con il criterio idolatra della loro specifica fede oltre ogni ragionevolezza, oltre ogni vera universalità e vera spiritualità.

Giovanni Raimondo
Alberto Pento chi cavolo ti dice che devi credere?
Come puoi affermare con certezza che Gesù non è la via, verità e Vita?
Come mai misuri con il metro della soggettività e non oggettività?
Ah poi tranquillo che si potrebbe fare un bellissimo discorso per spiegare la differenza abissale tra antigiudaismo che era un fenomeno non nuovo alla Chiesa, visto che esisteva già prima della Chiesa stessa, e l'antisemitismo che è un fenomeno tutto moderno, nato nel 1500 grosso modo con Lutero, sviluppato con la Rivoluzione Francese e applicato dai regimi totalitari che hanno trovato altre motivazioni tra cui quelle biologiche!
Però non è un argomento che si possa affrontare su fb, per poter capire meglio la differenza. Ad un medievale il concetto di razza ad esempio era sconosciuto!


Alberto Pento
Io sono felice di essermi liberato della fede cristiana con i suoi condizionamenti e le sue assurdità, e non dico a te di non credere, semplicemente dico a tutti che per me credere che Gesù Cristo sia Dio è pura e demenziale idolatria, poi tu e gli altri siete liberissimi di credere o meno se ciò vi aggrada ma non potete ragionevolmente pretendere che io riconosca come Dio il vostro idolo, allo stesso modo che gli LGBT non possono pretendere che io riconosca come uomo maschio una naturalmente donna femmina che si sente uomo e viceversa anche se ormonati e manipolati chirurgicamente.
Io sono talmente sicuro che Gesù Cristo non sia la via, la verità e la vita che non ho proprio alcun bisogno di imporlo agli altri in alcun modo come conferma e lascio agli altri la gioiosa libertà di credere, di illudersi, di ingannarsi, di sbagliare e di essere felici con la loro fede se questo porta loro del bene come le favole e i sogni ai bambini.
Mi limito soltanto a ribadire con forza che Cristo non è Dio quando ci si confronta serenamente, rispettosamente e fraternamente sul tema e sopratutto quando da questa credenza idolatra i cristiani fanno discendere leggi morali, civili e azioni politiche che mi fanno del male e che fanno del male alla buona umanità demonizzando chi non è e non la pensa come loro, spregiando la breve vita sulla terra per preferirvi quella fantastiscata della vita eterna dopo la morte, che preferiscono la morte per martirio alla legittima difesa e all'uccisione del nemico e dell'agente del male, che demonizzano e disprezzano il lavoro dell'uomo di buona volontà, la responsabilità e il merito, la ricchezza e la ricerca del semplice piacere naturale nell'esistere condiviso da tutte le creature della terra, che demonizzano la proprietà privata personale e la proprietà collettiva civile nazionale dello stato, che violano i diritti umani, civili e politici delle popolazioni della terra promuovendo invasioni, accoglienze e solidarietà scriteriate e indiscriminate, meticciati forzati che sanno di stupro collettivo, fratellanze innaturali che non stanno né in cielo né in terra, che santificano il male delle utopie, delle ideologie e delle teologie sociali politiche e religiose totalitarie e violente;
che promuovono la grande menzogna e la grande ingiustizia del Politicamente Corretto, che preferiscono stare dalla parte di Caino il carnefice (specialmente se apparentemente, relativamente e fintamente e pretestuosamente debole, povero e ultimo) più che di Abele la vittima (specialmente se apparentemente e relativamente, fintamente e pretestuosamente forte, ricco e primo), che arrivano a giustificare il male terrorista e stragista come nel caso della Strage di Charlie Hebdo ...
E questo mio modo di pormi vale per tutte le religioni che inducono gli uomini a fare del male agli altri per imporre la loro fede e le leggi umane, sociali e politiche che da questa fanno discendere o ricavano, e tra tutte le religioni quella a cui mi oppongo con tutto me stesso è quella islamica o mussulmana, la criminale fede nazi maomettana che è la più orrenda e infernale tra tutte, vergognosamente e demenzialmente santificata da una delle più alte autorità religiose cristiane.


...




LA COMODA SCAPPATOIA DELL'"ISLAM POLITICO"

Niram Ferretti
16 gennaio 2022

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Tutte le volte che un musulmano agisce in modo violento, sia che pratichi il jihad, sia che pratichi il taharrush, subito, in modo particolare relativamente al jihad, sentiamo dire da altri musulmani o da chi musulmano non è, ma conosce "a fondo" l'Islam, che si tratterebbe di una "distorsione", che l'Islam che uccide in nome di Allah, sarebbe, "Islam politico".
Il problema di questa affermazione, ormai gettonatissima non solo in ambito accademico ma anche nel parlare comune, consiste nell’istituire una divaricazione tra religione e politica, che nell’Islam non si è mai avuta.
Parlare di “Islam politico” è fare uso di una superfetazione. l’Islam nasce a Medina, e non alla Mecca, quando Maometto, da semplice predicatore, divenne a tutti gli effetti un capo politico, un signore della guerra. L’Islam si dà, dunque, all’origine, come realtà teopolitica e non come religione che solo in seguito, per una serie di fattori estrinseci si sarebbe “contaminata” con la politica. Va inoltre detto che è l’Islam stesso, non “l’Islam politico” ad affermare di essere l’unico e orignario messaggio di salvezza per l’umanità e che ebraismo e cristianesimo, per restarare alle religioni abramitiche, a cui l’Islam afferma di appartenere, sono religioni superate, decadute.
Volere fare credere, in buona o cattiva fede, che i gruppi jihadisti contemporanei, il cui proliferare ha la sua matrice principale nella Fratellanza Musulmana di Hassan al Banna, fondata al Cairo nel 1929, siano una realtà priva di qualsiasi rapporto con l’Islam nella sua specificità, è del tutto furviante, perché se è vero, come è vero, che il jihad nella accezione offensiva e aggressiva contemporanea venne sostanzialmente rinvigorito dagli anni ’30 in poi del Novecento, e se è vero come è vero, che esso ha mututato prestiti e instaurato simpatie con estremismi ideologici occidentali, come il fascismo, e il nazismo, senza disdegnare innesti trozkisti e persino cheguevaristi come nel caso di Alì Shariati, il jihad è nell’origine stessa dell’Islam, nella creta di cui è impastato.
Il radicalismo islamico non è dunque un fenomeno recente, o meglio è recente solo ed esclusivamente in merito al suo riproporsi con persistenza, fatto che ha, indubbiamente, delle concause: l’affermarsi sempre più perentorio dell’Occidente, dei suoi valori, della sua forza, e, come reazione, lo straniamento, la paura e l’avversione nei suoi riguardi da parte del mondo musulmano, quello maggiormente legato all’ortodossia religiosa, che ha vissuto l’affermarsi occidentale come una vera e propria aggressione a ciò che esso rappresentava e rappresenta, come un tentativo di umiliarlo, di snaturarlo, e infine di soppiantarlo.
Uno dei maggiori teorici della rinascita islamica del jihad, Sayyid Qutb, reputava la modernità, con la sua prorompente carica espansionista e intrinsecamente secolare, una minaccia enorme alla natura stessa dell’Islam, al suo ubi consistam, minaccia che andava contrastata senza mezzi termini, combattendola con tutti i mezzi a disposizione. Le armi maggiori, il combattente musulmano le avrebbe trovate nel Corano e nelle gesta di Maometto, esempio perfetto per tutti i musulmani pii. Ed è ancora lì che i jihadisti, e i rigoristi, a cui i talebani appartengono, le trovano oggi.
Non bisogna quindi mai dimenticare che nell’Islam in quanto apparato teopolitico è consustanziale la lotta nei confronti degli infedeli, e, insieme ad essa, la loro soggiogazione, come è reso esemplarmente chiaro dalla sura 9, quella che secondo il Sahih di al Bukhari, hadith n. 4329, fu l’ultima a essere rivelata al Profeta, la quale inizia con l’abrogazione unilaterale di tutti gli accordi di pace stipulati precedentemente con i miscredenti. A chi non era attivamente coinvolto nella lotta contro Maometto e i suoi seguaci veniva e viene (per chi desidera applicarla alla lettera ancora oggi) concesso solo un breve periodo di grazia. Al termine dei mesi sacri, Maometto e i suoi avrebbero dovuto uccidere tutti gli infedeli.
Questo, naturalmente non significa che tutti i musulmani siano potenziali assassini, ma che la violenza praticata dai jihadisti è perfettamente legittimata ab origine, non è un incidente di percorso successivo, una sua aggiunta estrinseca deformante.
È l’Islam a fare problema, non “l’Islam politico” il comodo avversario che si vorrebbe declassare a corpo estraneo, a degenerazione. Affermarlo significa semplicemente e con rigore, riconoscere la realtà, offrendo una diagnosi, non una condanna o una demonizzazione.
Una diagnosi che l’Islam stesso necessiterebbe di prendersi in carico con la franchezza necessaria, proponendo, se riuscirà a farlo, una eventuale cura, se no continueremo sempre a sviare e a sviarci dalla realtà dei fatti.


Alberto Pento
Condivido in certe sue parti lo scritto di Niram ma su alcune altre dissento.
Gentile Niram scusami ma a me pare di dover vedere e inquadrare diversamente il fenomeno Islam-Maometto.
Il fenomeno dell'Islam politico, secondo me, non nasce a Medina, ma nasce prima come ideologia teologico politica con Maometto alla Mecca, a Medina esso diventa solo organizzazione e pratica politico militare e imperialismo politico religioso.
La politicità dell'Islam è già insita nella presunzione ideo-teologica e nella predicazione invasata e idolatra di Maometto da subito, fin da quando lui ha creduto di essere e si è detto/rivelato agli altri come presunto profeta di Dio.
Il contenuto della sua presunta rivelazione divina e della sua predicazione è già politico e religioso insieme poiché la ideologia religiosa e la religiosità, fin dalla preistoria è la prima ispirazione ideologico politica dell'uomo dopo l'automatismo naturale istintuale.
La presunzione di Maometto è dimostrata dalla necessità di essere imposta con la violenza; al contrario se non fosse presunzione ma vera volontà divina e quindi valore universale non avrebbe bisogno di essere imposto con la violenza perché esso sarebbe già insito in tutti gli uomini che vi aderirebbero senza alcun problema e senza la necessità che sia o venga loro imposto con la coercizione violenta e la minaccia di morte.
Può darsi che abbia scritto delle idiozie o mi sia espresso male, me ne scuso in anticipo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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