Germania, a Chemnitz è scattata la "caccia" ai migrantidi Daniel Mosseri
2018/08/27
https://www.ilfoglio.it/esteri/2018/08/ ... nti-211269Berlino. Chemnitz, in Sassonia, si appresta a ospitare due manifestazioni di segno opposto: ultradestra contro estrema sinistra. È stato il movimento “Pro Chemnitz” a chiedere per primo ai suoi sostenitori di scendere per strada, provocando la risposta della sinistra antagonista. Quelle di oggi sono solo le ultime di una relativamente lunga serie di manifestazioni non autorizzate che hanno obbligato le autorità a chiudere in anticipo il festival estivo cittadino. Tutto è cominciato sabato sera quando, per motivi su cui la polizia deve ancora fare luce, un 35enne è stato accoltellato a morte fra gli stand della Chemnitzer Stadfest. Con lui sono stati feriti anche un 33enne e un 28enne. Ore dopo, la polizia ha reso noto di aver arrestato due giovani di 22 e 23 anni accusati di essere i responsabili dell’omicidio. In Germania le forze dell’ordine diffondono molto malvolentieri le notizie sensibili riguardo ai protagonisti di fatti di sangue, ma secondo le indiscrezioni della stampa i due giovani sospettati sarebbero un iracheno e un siriano e la rissa precedente all’accoltellamento sarebbe stata causata da molestie a una donna.
La notizia che due stranieri avevano ucciso un tedesco si è subito diffusa in tutto il paese: i primi a organizzare una pubblica protesta contro gli immigrati sono stati i dirigenti locali di Alternative für Deutschland (AfD) che, grazie agli appelli lanciati sui social, domenica mattina hanno portato in piazza un centinaio di manifestanti, senza incidenti di rilievo. Molto meno sereno il clima poche ore dopo, quando gli 800 manifestanti spontanei si sono impadroniti del centro cittadino al grido di “Wir sind das Volk”, “il popolo siamo noi”, variazione sul tema di “Noi siamo un solo popolo” gridato nel 1989 sotto al Muro di Berlino in procinto di crollare.
I video girati dai piani alti di Chemnitz non sono chiarissimi ma lasciano intravedere persone – forse stranieri, forse cittadini contrariati – rincorse e prese a calci dai manifestanti. “E’ terribile che queste persone possano organizzarsi e rovinare il festival cittadino minacciando i partecipanti”, ha detto la prima cittadina, Barbara Ludwig della Spd. Con lei, i rappresentanti locali della Linke hanno lamentato la lentezza delle forze dell’ordine nel reagire. Vero è che la polizia ha fatto fatica a riportare la calma: i manifestanti, fra i quali gli hooligan del gruppo Kaotic, hanno respinto l’ordine di disperdersi e la domenica è finita fra bottigliate e manganellate, fino all’arrivo di rinforzi dalle vicine Lipsia e Dresda.
“È importante per il governo, le forze democratiche e gran parte della popolazione condannare con forza queste manifestazioni selvagge, le cacce all’uomo dall’aspetto diverso e i tentativi di diffondere l’odio nella società”, ha detto lunedì mattina il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, ricordando che l’estremismo “non ha casa in questo paese”. Solo poche ore prima, la cancelliera aveva dichiarato al canale Ard che la “democrazia non è qualcuno che ottiene una maggioranza ma significa protezione delle minoranze, della libertà di stampa, di manifestazioni. E tribunali indipendenti”. Mentre la polizia mette Chemnitz in stato d’assedio, la Germania appena tornata al lavoro e sui banchi di scuola trova improvvisamente riaperta la ferita politica sul suo fianco orientale. Nelle regioni dell’ex Ddr, dove Pegida ha visto la luce e dove la xenofobia va a braccetto con la sostanziale sfiducia degli elettori nei confronti delle istituzioni democratiche, bastano pochi appelli sui social per aggregare “spontaneamente” centinaia di violenti. E neppure AfD – che pure raccoglie e supera un abbondante 20 per cento dei consensi, a cominciare proprio dalla Sassonia – sembra in grado di incanalare e controllare il fenomeno.
A Chemnitz la caccia allo straniero, neonazisti inferociti in piazza 2018/08/27
http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca ... 28b92.htmlUna caccia allo straniero in piena regola: è questo il profilo che ha assunto, con il passare delle ore, la manifestazione spontanea a Chemnitz, quando circa ottocento simpatizzanti di estrema destra sono scesi per le strade al grido di "Il popolo siamo noi", protestando per la morte di un tedesco di 35 anni durante una lite con un siriano e un iracheno, ora in custodia cautelare con l'accusa di omicidio. Sono tre le aggressioni lievi agli stranieri avvenute durante la manifestazione: un afghano, un siriano e un bulgaro. Lo ha chiarito il capo della polizia di Chemnitz, Sonja Penzel, nel corso di una conferenza stampa, dove ha precisato che tra le persone che hanno preso parte alla dimostrazione "50 erano pronte alla violenza" e hanno tirato sassi e bottiglia contro la polizia.
"Quello che abbiamo visto non ha posto in uno Stato di diritto" ha detto Angela Merkel, citando i tumulti e l'odio, che hanno segnato le manifestazioni dei neonazi, a Chemnitz. Merkel ha difeso l'operato della polizia, "ha fatto quello che ha potuto", ma ha sottolineato di trovare "positivo e importante" che il ministro dell'Interno abbia promesso rinforzi alla Sassonia, in caso di bisogno. Merkel ha anche espresso cordoglio per il 35enne tedesco ucciso in una rissa domenica sera, "fatto spaventoso".
La manifestazione xenofoba ha trovato sostegno nelle parole del deputato di Alternative fuer Deutschland, Markus Frohnmaier, che ha twittato: "se lo Stato non può più proteggere i suoi cittadini, i cittadini vanno in strada a proteggere se stessi. Molto facile". Pronta è arrivata la critica sferzante del portavoce del governo, Steffen Seibert: "In Germania non c'è posto per la giustizia fai-da-te, per i gruppi che vanno in strada a spargere odio, per l'intolleranza e l'estremismo". Altrettanto dura se non durissima è stata la reazione della Comunità turca in Germania che ha definito la manifestazione un "tentativo di Pogrom, non una protesta", ha dichiarato il presidente della Comunità turca, Atila Karaboerklu, per poi proseguire: "Siamo di nuovo al punto che i razzisti fanno la caccia all'uomo?".
Il ministro presidente della Sassonia, il cristiano-democratico Michael Kretschmer, ha immediatamente preso le distanze da quanto accaduto dicendo che è "brutto vedere come gli estremisti di destra formino la propria opinione attraverso internet e chiamino alla violenza". Chemnitz e la Sassonia, del resto, non sono nuove ad episodi di intolleranza e di razzismo. L'ultimo la scorsa settimana, quando una troupe televisiva dell'emittente pubblica Zdf era stata fermata per aver ripreso una manifestazione di Pegida, per poi scoprire che il manifestante che aveva fatto intervenire la polizia era lui stesso un collaboratore della polizia, che partecipava in forma privata all'iniziativa. Due anni fa, invece, nella vicinissima Clausnitz, a pochi chilometri dalla Polonia, un bus pieno di richiedenti asilo era stato fermato da 100 dimostranti che avevano impedito per protesta l'accesso nelle strutture di accoglienza. Il grido era lo stesso: "Il popolo siamo noi!".
"La Germania e le due piazze, in 6mila per l'ultradestra", il servizio di Daniel Mosseri
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 02/09/2018, a pag.10 con il titolo: ...
http://www.informazionecorretta.com/mai ... 0&id=71893La politica delle porte aperte a ogni tipo di immigrazione è la spiegazione dell'aumento del peso elettorale dei partiti di destra, ma non solo, in Germania, dove dichiararsi neonazi non è nemmeno più un reato. Ecco il risultato dei due maggiori partiti, il democristiano e il socialdemocratico.
L'Italia, che continua confondere il multiculturalismo - ovvero i benefici che nascono dal confronto tra le varie culture dei paesi democratici - con l'invasione dell'immigrazione islamica, che non solo non si integra, ma che è portatrice di una ideologia dispotica e intollerante, ha davanti a sè un prossimo futuro non diverso da quello tedesco. "Ponti e non muri" è lo slogan di una Europa pronta alla sottomissione.
Berlino- Non si arresta la serie di manifestazioni a Chemnitz, teatro una settimana fa dell'omicidio di un cittadino tedesco-cubano di 35 anni. Per la morte di Daniel H. sono stati fermati due 22enni, uno iracheno e l'altro siriano, e da allora la città della Sassonia non ha più pace. Cortei di estremisti di destra, fra i quali non pochi hooligan, si sono succeduti a contro-manifestazioni di sinistra e a veglie di Alternative für Deutschland, la formazione anti-immigrati e primo partito di opposizione al Bundestag. Ieri il teatro di dimostranti, delle strade chiuse e della polizia schierata in massa si è ripetuto. Per la sinistra hanno sfilato il corteo Herz stat Hetze («Un cuore al posto dell'ostilità») e Chemnitz Nazifrei, ma le novità erano tutte sul fronte opposto: l'ultradestra di Pro-Chemnitz e gli islamofobi di Pegida (il movimento dei «Patrioti contro l'islamizzazione dell'Occidente») hanno sfilato insieme ad AfD, portando in strada 6.000 dimostranti.
AfD in Sassonia aveva chiamato a raccolta i suoi sostenitori su Facebook «per piangere Daniel H. e tutte le vittime della multiculturalizzazione forzata della Germania», promettendo anche la partecipazione di Andreas Kalbitz, numero uno del partito in Brandeburgo, di Jörn Urban (leader di AfD in Sassonia) e del discusso Björn Höcke (AfD Turingia), uno per il quale la Germania dovrebbe smetterla di chiedere scusa per lo sterminio nazista degli ebrei.
L'imprevista «fusione» dei tre cortei ha provocato qualche momento di tensione con le forze dell'ordine. Attorno alle 18 la polizia della Sassonia twittava di aver fermato alcuni manifestanti che avevano attaccato una troupe televisiva.
E mentre sui media tedeschi i cittadini di Chemnitz si sbracciano per far capire ai concittadini occidentali che la loro città non è un covo di camicie brune, la Germania si preoccupa soprattutto per AfD.
Secondo un sondaggio Civey condotto per il Funke Mediengruppe, 57 tedeschi su 100 vorrebbero che il partito anti-immigrati fosse messo sotto il controllo dei servizi segreti, chiamati a far rispettare l'impianto anti-nazista della Costituzione. Una misura del tutto necessaria per il 42,7% degli intervistati, ma vista con favore anche da un altro 14,5%. A questi vanno aggiunti altri 7 tedeschi indecisi, mentre i contrari a diverso titolo sono complessivamente il 36%.
La percentuale favorevole alla supervisione di AfD da parte dei servizi è ovviamente più alta nei Länder occidentali (il 66% degli intervistati) che in quelli dell'ex Ddr (il 48%), dove il partito raccoglie oltre il 20% dei consensi.
Il sondaggio trova riflesso nella politica federale. Per l'ex leader dei Verdi, Cem Özdemir mettere AfD sotto controllo «permetterà di avere informazioni affidabili su quali reti il partito mantiene e come si finanzia». Per il socialdemocratico Burkhard Lischka è una questione di par condicio e «chi ha a lungo osservato parte della sinistra, non deve distogliere lo sguardo dalla destra».
La proposta non è piaciuta invece al ministro federale degli Interni, Horst Seehofer: «Al momento, le condizioni per l'osservazione del partito nel suo complesso non ci sono».
Parole con cui il ministro e leader del partito cristiano sociale bavarese (Csu) dà prova di realismo: alle elezioni regionali il prossimo 14 ottobre in Baviera la sua Csu è insidiata da destra proprio da AfD. Impossibile per Seehofer mettere la formazione xenofoba sotto la lente dei servizi a un mese dal voto senza essere accusato di farlo per esclusivo interesse di parte.
Chi vuole battere AfD deve farlo nelle urne.
Tedeschi assassinati dai clandestini e da migranti, manifestazione silenziosahttps://www.facebook.com/vitaly.cheerfu ... 1918717727