I popoli del mondo si rivoltano contro il nazismo maomettano

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Messaggioda Berto » sab apr 28, 2018 8:08 pm

Pegida Monaco di Baviera
28 aprile 2018
https://www.facebook.com/Pegida.Muenche ... 9583126534
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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I popoli del mondo si rivoltano contro il nazismo maomettano

Messaggioda Berto » dom mag 27, 2018 3:56 pm

Paul Golding e Jayda Fransen, condannati i leader di “Britain First”
11 marzo 2018

https://www.blitzquotidiano.it/politica ... er-2844140

LONDRA – Paul Golding e Jayda Fransen, i leader di Britain First, movimento britannico di estrema destra, sono stati condannati rispettivamente a 36 e 18 settimane di carcere con l’accusa di molestie religiose aggravate a seguito di un episodio avvenuto il 5 maggio scorso nel Kent.

Golding e Fransen lo scorso maggio erano stati arrestati a seguito di un’indagine sulla distribuzione di volantini e la diffusione on line di video. Le parole e le azioni della coppia “hanno dimostrato ostilità” nei confronti dei musulmani e della fede islamica, ha sostenuto il giudice Justin Barron.

Lo scorso novembre, la Fransen è stata al centro dell’attenzione dei media internazionali quando Donald Trump aveva diffuso su Twitter tre video antii-islamici realizzati da militanti di Britain First.
Golding e Fransen, di Penge, sud-est di Londra, sono stati processati a gennaio, accusati rispettivamente di tre e quattro capi d’accusa di reato di odio.


Chiusa la pagina Facebook di Britain First, il partito fascista inglese
di marco Gritti 14 marzo 2018

https://www.agi.it/estero/britain_first ... 2018-03-14

“Hanno ripetutamente pubblicato contenuti che incitano all'animosità e all'odio contro i gruppi minoritari”, spiega la stessa società americana. Chi sono Golding e Fransen in carcere da una settimana per una serie di crimini d’odio contro le persone di religione musulmana
Paul Golding e Jayda Fransen

Facebook ha chiuso la pagina di Britain First, il partito politico fascista inglese, e dei suoi due leader Paul Golding e Jayda Fransen. “Hanno ripetutamente pubblicato contenuti che incitano all'animosità e all'odio contro i gruppi minoritari”, spiega la stessa società americana tramite una nota. “Non è una decisione presa a cuor leggero”, garantisce Facebook che rivendica la propria natura di “piattaforma aperta a tutte le idee”, chiarendo però che “le opinioni politiche devono essere espresse senza odio. Golding e Fransen si trovano in carcere da una settimana per una serie di crimini d’odio contro le persone di religione musulmana.

Bannati anche da Twitter

La pagina Facebook ufficiale di Britain First, che contava due milioni e diciassette mila sostenitori, ora è irraggiungibile. A dicembre dello scorso anno destino simile era capitato ai profili verificati su Twitter, sia del partito che dei leader. Il movimento fascista inglese, sul suo sito ufficiale, sostiene che il motivo sia stato il retweet del presidente statunitense Donald Trump. Il Guardian aveva invece spiegato che il motivo erano le regole del social network in materia di contenuti entrate in vigore proprio a fine anno.

Su Twitter esultano in molti, a cominciare dal sindaco di Londra Sadiq Khan e dal gruppo antirazzista Hope not Hate.

Niente più social, o quasi. Le uniche tracce online di Britain First sono i profili personali di Golding e Fransen su Instagram e su Gab, un social network fondato in Texas ad agosto 2016 che, si legge sul sito, “premia il linguaggio libero, la libertà individuale, lo scorrimento libero dell’informazione online e su cui tutti sono i benvenuti”. Non sono dello stesso avviso Salon, che l’ha definito “il Twitter per i razzisti”, e il Guardian che l’ha catalogato come “una cassa di risonanza di razzismo e teorie del complotto”. In ogni caso, anche su Gab la pagina di Britain First non è al momento raggiungibile. Rimangono invece attive quelle dei due leader del movimento. Sul profilo di Golding è apparso questo messaggio: “L'assalto al nostro movimento è implacabile, dobbiamo tutti stare uniti di fronte a questa persecuzione”.

I leader incarcerati

Anche se il processo più popolare, e dalla risonanza più evidente, è forse quello di Facebook, le grane per i leader di Britain First non si esauriscono sui social network. Lo scorso 7 marzo i due capopopolo di quello che definiscono “il più grande movimento patriottico e anti-jihadista del Regno Unito” sono stati arrestati. Diciotto settimane dietro le sbarre per lui, il doppio per lei. Il motivo? Illeciti - “ostilità”, secondo il termine usato dal giudice - dettati dalla natura religiosa. Rivolti cioè contro i musulmani e la fede islamica. Golding e Fransen non sono nuovi al carcere: entrambi, scrive il Guardian, erano stati arrestati già lo scorso maggio per via di una storia di volantini distribuiti durante un processo a carico di tre uomini musulmani e un ragazzo accusati, e poi condannati, per stupro.



Trump twitta i video anti Islam di Britain First come un Napalm 51 qualsiasi
29.11.2017 | di Stefania Carboni

https://www.giornalettismo.com/archives ... tain-first

Il presidente degli Usa, Donald Trump, ha diffuso in queste ore sul suo profilo Twitter tre video anti-islamici realizzati da militanti di Britain First, un gruppo dell’estrema destra britannica. Video che sono considerati istigazione alla violenza, secondo la Bbc. L’azione social sconcerta anche i media del Regno Unito.






“Allah è gay”: attivista di estrema destra non potrà più mettere piede nel Regno Unito
Maria Mento
2018/03/26

https://www.newnotizie.it/2018/03/26/al ... egno-unito

Un’attivista canadese di estrema destra non potrà più mettere piede nel Regno Unito. La decisione è stata presa in seguito alla distribuzione di “materiale razzista”, e nello specifico di volantini recanti la scritta “Allah è gay, compiuto da Lauren Southern nella città inglese di Luton.
“Allah è gay”: la distribuzione di volantini filmata dalle telecamere

Lauren Southern, giovanissima attivista di soli 22 anni, è stata inquadrata dalle telecamere mentre distribuiva i volantini incriminati. In quell’occasione, la polizia locale non l’arrestò ma la redarguì affermando che quello che stava facendo avrebbe potuto portare alla violenza ed al suo arresto per reati riguardanti l’ordine pubblico. La donna è stata indagata nell’ambito del Terrorism Act e gli è stata preclusa la possibilità di calpestare il suolo inglese dallo scorso 13 marzo. Il suo ingresso entro i confini britannici è stato spiegato come “una minaccia per gli interessi fondamentali della società e la politica pubblica del Regno Unito”. Da qui le disposizioni emesse di conseguenza. La Southern si preparava ad incontrare altri esponenti dell’estrema destra, tra cui Brittany Pettibone e Martin Sellner, che avrebbe dovuto tenere un discorso a Speaker’s Corner; anche loro sono stati fermati secondo quanto stabilito dal Terrorism Act. I tre hanno intenzione di citare in giudizio il Regno Unito. La Southern ha anche realizzato un video di protesta che è stato postato su Youtube.

I precedenti razzisti ed omofobi

I fenomeni di razzismo nel Regno Unito non si fermano, purtroppo, a questo episodio. Risale a circa una ventina di giorni fa la notizia dell’arresto dei due leader del partito di estrema destra Britain First. I due, accusati di crimini d’odio (perpetrati contro la comunità musulmana) dovranno scontare 18 e 36 settimane di carcere. La notizia era stata accolta positivamente sia dal sindaco di Londra sia da Theresa May.



Sangue sulla campagna della Brexit: uccisa una deputata laburista
2016/06/16

https://www.corriere.it/notizie-del-gio ... 30ec.shtml

La deputata laburista britannica Jo Cox è morta dopo essere stata ferita in un agguato verso le 13 a Birstall, vicino a Leeds. Secondo la Bbc, la donna è stata colpita con un coltello e con un’arma da fuoco, e dopo l’attacco è stata trasportata in eliambulanza all’ospedale di Leeds. Cox — che si trovava nella sua circoscrizione per il consueto incontro con gli elettori — aveva 41 anni, era madre di due figli, aveva lavorato per l’ong Oxfam ed era sposata con Brendan Cox, ex dirigente di Save the Children e consigliere speciale dell’ex premier laburista Gordon Brown. In un comunicato, la polizia ha spiegato di aver arrestato per l’omicidio un uomo di 52 anni — il suo nome, secondo la stampa britannica, sarebbe Thomas Mair — contro cui la donna ha lottato prima di crollare sanguinante per strada fra due automobili parcheggiate. Nello scontro un testimone ha visto coinvolto pure un altro uomo, che cercava di bloccare l’assalitore e che risulta pure ferito. Entrambi gli schieramenti, Leave e Remain, hanno sospeso la campagna elettorale in segno di rispetto (segui gli aggiornamenti su Corriere.it, sfiorando l’icona blu).
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Messaggioda Berto » mar mag 29, 2018 8:53 pm

Ingiustizia rapida: Il caso di Tommy Robinson
Bruce Bawer
29 maggio 2018

https://it.gatestoneinstitute.org/12403 ... y-robinson

Ho messo piede a Londra per la prima volta quando avevo vent'anni e la scarica di adrenalina che mi ha invaso è durata per tutta la settimana della mia permanenza. Mai, negli anni successivi, nessun altro posto ha avuto un impatto enorme su di me – né Parigi né Roma. Sì, Roma è una culla della civiltà occidentale, e Parigi un centro della cultura occidentale – ma la Gran Bretagna è il luogo in cui i valori dell'anglosfera, soprattutto la dedizione alla libertà, hanno assunto piena forma. Senza la Gran Bretagna, non ci sarebbe stata nessuna Dichiarazione d'Indipendenza americana, nessuna Costituzione americana.

Negli ultimi anni, ahimè, la Gran Bretagna ha derogato al proprio impegno a favore delle libertà. I critici stranieri dell'Islam, come lo studioso americano Robert Spencer, e per un certo periodo, anche il parlamentare olandese Geert Wilders sono stati banditi dal paese. Ora, un importante critico dell'Islam, Tommy Robinson, è stato ripetutamente vessato dalla polizia, mandato in prigione con rapidità sommaria dai tribunali e lasciato senza protezione dagli agenti penitenziari che hanno consentito ai detenuti musulmani di picchiarlo fino a fargli perdere i sensi. Chiaramente, le autorità britanniche considerano Robinson un piantagrane e non vorrebbero altro che vederlo rinunciare alla sua battaglia, lasciare il paese (come Ayaan Hirsi Ali ha lasciato l'Olanda) o essere ucciso da un jihadista (come è accaduto al cineasta olandese Theo van Gogh).

Venerdì 25 maggio, come qui riportato, la saga di Tommy Robinson si è arricchita di un nuovo capitolo. I poliziotti britannici lo hanno arrestato in una strada di Leeds dove, nel suo ruolo di giornalista partecipativo, stava trasmettendo in diretta sulla sua pagina Facebook un video dall'esterno di un tribunale. Dentro quell'edificio, diversi imputati erano sotto processo per una presunta appartenenza a una "banda di pedofili" – un gruppo di uomini, quasi tutti musulmani, che hanno violentato sistematicamente bambini non musulmani, centinaia, per anni o decenni. Circa diecimila utenti di Facebook in tutto il mondo hanno assistito in diretta all'arresto di Robinson.

Nella foto: Poliziotti trascinano via Tommy Robinson (al centro) da una strada di Leeds, in Inghilterra, dove, nel suo ruolo di giornalista partecipativo, stava trasmettendo in diretta sulla sua pagina Facebook un video dall'esterno di un tribunale. (Fonte dell'immagine: TommyRobinson.online video screenshot).

La polizia ha prontamente trascinato Robinson davanti a un giudice, e senza essere assistito dal suo avvocato è stato sommariamente giudicato e condannato a 13 mesi di reclusione. È stato poi portato nel carcere di Hull.

Nel frattempo, il giudice che lo ha condannato ha anche ordinato ai mass-media britannici di non parlare del suo caso. I quotidiani che avevano già pubblicato articoli sul suo arresto sono stati rapidamente fermati. Persino i comuni cittadini che avevano scritto del suo arresto sui social media hanno rimosso i loro post per paura di condividere il destino di Robinson. Tutto questo è accaduto lo stesso giorno.

Un processo illegale e poi un obbligo di silenzio. Nel Regno Unito, gli stupratori godono del diritto a un equo e completo processo, del diritto di farsi assistere da un legale di loro scelta, del diritto di disporre di tempo sufficiente per preparare il loro processo e del diritto di essere in libertà provvisoria tra le sessioni del processo. Tuttavia, tali diritti non sono stati garantiti a Tommy Robinson.

È sbalorditiva la rapidità con cui l'ingiustizia è stata inflitta a Tommy Robinson. No, è più di questo: è terrificante. In varie occasioni nel corso degli anni, sono stato oggetto di minacce di violenza islamica: mi è stato puntato un coltello da un giovane membro di una banda e sono stato accerchiato da una folla di uomini bellicosi in djellaba all'esterno di una moschea radicale. Ma non è stato spaventoso. Questo è spaventoso – questa totale violazione delle libertà fondamentali britanniche.

In qualche modo, l'arresto fulmineo, il processo e la reclusione di Robinson non dovrebbero essere una sorpresa. "Da qualche tempo, è in atto una campagna per 'acciuffare Tommy' – o qualcosa di molto simile", mi ha detto sabato mattina una fonte nel Regno Unito, che chiamerò "L".

L'arresto di Robinson era in apparenza giustificato poiché egli era già stato condannato con pena sospesa. Nel maggio dello scorso anno, fu arrestato mentre si trovava davanti a un tribunale del Kent, dove un altro gruppo di imputati musulmani stava subendo un processo sempre con l'accusa di pedofilia e adescamento di minori. Anche quell'arresto era ingiustificato. Ma almeno Robinson fu condannato con sospensione condizionale della pena. Questa volta, presumibilmente, è stato stabilito che il semplice fatto di documentare il processo dall'esterno di un altro tribunale equivaleva a una violazione delle condizioni fissate per la sospensione condizionale della pena.

Il cinismo ufficiale è evidente. L. solleva un punto essenziale: spesso, quando si celebra un processo contro una di queste bande di pedofili, le famiglie allargate e gli amici degli imputati sostano davanti al tribunale per "importunare e intimidire" le vittime di stupro così come i loro familiari e sostenitori. "So di bambini di cinque anni che lanciavano sassi contro i familiari delle vittime", ha dichiarato L.

"Questa intimidazione da parte di questi gruppi implica anche andare a casa della gente per molestarla". L. ha perfino sentito parlare di testimoni d'accusa che hanno avuto bisogno della protezione della polizia per recarsi in bagno all'interno di in un tribunale. È superfluo ricordare che queste molestie e intimidazioni raramente sono segnalate e mai punite.

Tuttavia, un aspetto positivo di questa terribile serie di eventi è che ha richiamato l'attenzione di persone che avrebbero dovuto sorprendersi molto tempo fa. L. ha notato che molti dei suoi contatti su Twitter "hanno twittato che non appoggiano necessariamente Tommy in generale, ma sono rimasti sconcertati dal fatto che qualcuno che aveva documentato questi crimini [di adescamento di minori] sia stato arrestato". Alcuni dei suoi conoscenti, ha detto L., "sono allibiti e disperati". Sabato, migliaia di sostenitori di Robinson si sono radunati a Westminster. Ma queste proteste pubbliche cambieranno le cose? Un ex poliziotto britannico ha reagito all'arresto di Robinson realizzando un video in cui esorta i suoi compatrioti, non solo a protestare, ma ad unirsi al partito di Ann Marie Waters, For Britain, e ad agire a favore della libertà di espressione in Gran Bretagna, esattamente come ha fatto l'UKIP per far uscire la nazione dall'Unione Europea.

L. era in possesso di altre informazioni interessanti. Mentre Robinson viene punito per aver attirato l'attenzione sulle bande di stupratori musulmani, la Sikh Awareness Society, che ha altresì documentato i processi di questi pedofili, viene lasciata in pace. "Sono una mano santa," ha detto L., "perché dicono le cose come stanno, ma non subiscono le intimidazioni che gente come Robinson riceve". Ovviamente, la polizia britannica non oserebbe arrestare un uomo barbuto in turbante. L. ha inoltre menzionato il caso di un imam arrestato di recente dalla polizia e poi rilasciato dopo che "un gran numero di sostenitori ne ha chiesto il rilascio". Un poliziotto ha ammesso che l'imam era stato rimesso in libertà per evitare "rivolte in tutto il paese". L. ha sintetizzato l'attuale approccio delle autorità britanniche alla situazione islamica dicendo: "Hanno perso il controllo (...) e si limitano a dare battaglia a chi pensano faccia la benché minima polemica. Il bullo della classe ha terrorizzato l'insegnante, il quale preferisce punire i bambini vittime di bullismo".

Le autorità credono che perpetuare questo genere di ingiustizia mantenga la pace. Se fossi uno di loro, non ne sarei così sicuro. Coloro che hanno partecipato alle manifestazioni di protesta a Westminster erano furiosi. Quanti altri cittadini britannici condividono la loro rabbia? L. si è detta preoccupata del fatto che l'estate in Gran Bretagna possa rivelarsi calda. Be', forse è un'ottima cosa.

Per quanto ci provi, non riesco proprio a capire perché nessuna personalità britannica si è fatta avanti per mettere in discussione i maltrattamenti inflitti a Tommy Robinson e abbia difeso la libertà di espressione.

L'establishment britannico è composto unicamente da un branco di codardi? Lo sapremo presto, se non lo sappiamo già.

Bruce Bawer è l'autore del nuovo romanzo The Alhambra (Swamp Fox Editions). Il suo libro While Europe Slept (2006) è stato un bestseller del New York Times e finalista del National Book Critics Circle Award. Tra gli altri suoi libri, A Place at the Table (1993), Stealing Jesus (1997), Surrender (2009 e The Victims' Revolution (2012). Nato a New York, vive in Europa dal 1998.



Libertà e protezione per Tommy Robinson l'eroe europeo anti nazismo maomettano
viewtopic.php?f=25&t=2782
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Messaggioda Berto » mer mag 30, 2018 1:02 pm

Gli afghani minacciano di uccidere il leader del partito della libertà tedesca che si oppone all'Islam.

https://www.facebook.com/20013966201801 ... 0570213041
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Messaggioda Berto » mar giu 19, 2018 6:52 am

Trump attacca l'Ue sulle politiche per i migranti: "Errore consentire l'ingresso di milioni di persone"
Il presidente Usa critica anche la Germania: "Per questo il popolo tedesco si sta rivoltando contro la sua leadership"
18 giugno 2018

http://www.repubblica.it/esteri/2018/06 ... -199314944

Washington - È stato "un grande errore, fatto in tutta Europa, consentire l'ingresso di milioni di persone in Europa". Parola del presidente Usa Donald Trump che interviene così nel dibattito, in seno all'Ue, sulla politica da adottare riguardo i flussi migratori. I migranti arrivati, per il presidente americano, "hanno cambiato in maniera incisiva e violenta la cultura europea". "Noi non vogliamo che quel che sta accadendo in Europa accada in Usa".

Il presidente americano attacca in particolare la politica migratoria della Germania. "Il popolo tedesco si sta rivoltando contro la sua leadership mentre l'immigrazione scuote la già tenue coalizione di Berlino", ha twittato il capo della Casa Bianca secondo cui il tasso di criminalità "in Germania è alto". Donald Trump e Angela Merkel, in poco più di un anno, hanno costruito un rapporto tra alti (pochi) e bassi (tanti). Già il primo incontro, il 17 marzo dello scorso anno alla Casa Bianca, lasciava intuire che il feeling tra il presidente degli Stati Uniti e la Cancelliera avrebbe faticato a decollare.

"Una stretta di mano?", chiedevano fotografi e operatori nello Studio Ovale, ignorati da un glaciale Trump che lasciava a dir poco interdetta la sua ospite. Alla partenza col piede sbagliato hanno fatto seguito altri passi 'rivedibili'. "I tedeschi sono cattivi, davvero cattivi", la riflessione di Trump 'regalata' dal presidente americano al presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, in occasione del vertice Ue-Usa a Bruxelles, e svelata da Der Spiegel.

"Guardate i milioni di auto che vendono negli Stati Uniti. E' terribile, metteremo un freno a tutto questo", le parole di Trump -rese note nei giorni del G7 di Taormina- che anticipavano l'evoluzione dei rapporti commerciali tra le sponde dell'Atlantico. Il G7 in Sicilia ha segnato una prima evidente frattura tra i due leader, sancita dalle parole della Merkel che hanno riassunto la situazione: "Degli Usa non ci si può fidare". La divisione, un anno fa, è apparsa evidentissima in materia di clima, ma mese dopo mese si è aperto un altro fronte destinato a diventare sempre più caldo e a monopolizzare l'attenzione. La svolta protezionistica di Trump ha preso forma con le recente introduzione di dazi sull'importazione di acciaio e alluminio. Un siluro all'Ue, che la cancelliera non è riuscita a disinnescare nella visita alla Casa Bianca dello scorso 27 aprile.

In questa circostanza, almeno, la stretta di mano a favore di telecamere c'è stata: "Tra noi i rapporti sono stati sempre buoni", ha detto Trump. Apparenza salva. La sostanza, invece, no. Dazi e tariffe, dopo una provvisoria sospensione, sono tornati in vigore. Parallelamente, gli Usa si sono ritirati dall'accordo con l'Iran sul nucleare. Il resto è storia recentissima. In Canada, nel G7 andato in scena in Quebec, Trump ha ribadito le proprie posizioni consegnando agli archivi un vertice all'insegna del '6+1'. La sintesi del summit è rappresentata dall'ormai celeberrima foto che ritrae Trump seduto ad un tavolo e la Merkel, di fronte, che incombe su di lui.

L'immagine, com'è noto, è stata pubblicata inizialmente sull'account Instagram della cancelliera. Successivamente sono arrivate altre versioni, con inquadrature differenti a smussare lo scontro. Oggi, però, The Donald ha provveduto ad assestare un nuovo fendente che colpisce la Merkel in un momento particolarmente complicato. La leader deve fare i conti con l'intransigenza del ministro dell'Interno, Horst Seehofer, favorevole ad un giro di vite in materia di immigrazione. E Trump, che da sempre predica tolleranza zero contro gli ingressi illegali, ha aggiunto il carico: "Il popolo della Germania si sta rivoltando contro la sua leadership mentre l'immigrazione sta scuotendo la già fragile coalizione a Berlino. Non vogliamo che succeda a noi quello che sta capitando con l'immigrazione in Europa".


Favorire l'immigrazione e l'emigrazione clandestina è un crimine universale
viewtopic.php?f=194&t=2754

Europa, clandestini e Islàm
viewtopic.php?f=188&t=2121

I popoli del mondo si rivoltano contro il nazismo maomettano (e le sue mostruosità incivili e disumane: Maometto, Islam, Corano, Sharia) - orrore e terrore politico religioso.
viewtopic.php?f=188&t=2702
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Messaggioda Berto » gio lug 12, 2018 8:09 pm

Il divieto polacco di accogliere i migranti musulmani
Daniel Pipes
12 luglio 2018

http://www.linformale.eu/il-divieto-pol ... niel-pipes

Dopo essere stato nominato primo ministro della Polonia, lo scorso dicembre, Mateusz Morawiecki ha rilasciato una dichiarazione straordinaria asserendo che lui e il suo governo vogliono “trasformare [l’Unione Europea], ricristianizzarla”.

Colpito da questa grande visione del destino della Polonia, e particolarmente interessato al divieto semitotale di accogliere i migranti musulmani (Morawiecki ha detto anche: “Non accoglieremo in Polonia i migranti provenienti dal Medio Oriente e dal Nord Africa”), ho appena trascorso una settimana a Varsavia per capire perché questo paese si differenzia nettamente dagli altri paesi dell’Europa occidentale e ciò che questo implica.

Ho scoperto l’esistenza di un acceso dibattito sul partito civilizzazionista (in genere e impropriamente definito di “estrema destra”), chiamato Diritto e Giustizia (PiS, come la pronuncia della parola peace). Più precisamente, i polacchi non sono d’accordo sul fatto che PiS abbia fomentato o risposto ai sentimenti antimusulmani?

Gli oppositori del PiS lo ritraggono (al pari degli altri partiti civilizzazioniisti) come un partito che cavalca le paure immaginarie e le emozioni ingannevoli verso il potere politico. A parte l’assedio di Vienna del 1683, essi rilevano le buone relazioni storiche con i musulmani, tra cui sette secoli di legami esemplari con la piccola comunità turcofona di musulmani che vivono in Polonia, i tatari di Lipka; le idee romantiche della nobiltà polacca sulla loro origine iraniana (“sarmata”); l’Impero ottomano che rifiutava di riconoscere la spartizione della Polonia; e richiamano l’attenzione sul fatto che lo stesso PiS accolse calorosamente in Polonia i migranti ceceni nei primi anni del 2000.

Secondo questa interpretazione, il PiS e i media compiacenti hanno sollevato lo spettro della violenza e di altre tensioni riguardo i musulmani nell’Europa occidentale, spaventando un numero sufficiente di polacchi a proposito della possibilità che si formi il primo governo monopartitico dell’era postcomunista. Gli oppositori del PiS sostengono che la sua demagogia lo indebolisca e metta a repentaglio la democrazia polacca minando al contempo l’Unione Europea.

I sostenitori del PiS confutano questa tesi. Nella loro narrazione, una dieta costante di notizie nei paesi dell’Europa occidentale sulla violenza jihadista, come i taharrush, le aggressioni sessuali perpetrate da bande di “adescatori”, i delitti d’onore, le mutilazioni genitali femminili, le attività criminali, le frodi al sistema di welfare e le aggressioni culturali, ha motivato una richiesta dal basso di adottare una piattaforma anti-immigrazione e anti-islamizzazione. Lo tsunami della Merkel del 2015-2016, con i suoi milioni di musulmani che hanno attraversato l’Europa, ha spaventato i polacchi. Di conseguenza, circa il 75 per cento di loro non accetta l’immigrazione musulmana. pertanto, essi osservano che se anche il principale avversario del PiS raggiungesse il potere il divieto di ingresso ai musulmani non sarebbe abolito.

Di queste due tesi, ritengo che la seconda sia molto più convincente. Il PiS non è più responsabile delle paure dell’immigrazione e dell’islamizzazione di quanto lo siano gli altri partiti civilizzazionisti europei, come il Partito della libertà austriaco (FPÖ) o la Lega in Italia. Tutti rispondono a un crescente disagio, espresso principalmente dal basso dello spettro socio-economico. Rappresentano gli europei che temono per la loro civiltà.

Detto questo, ci sono molte cose del PiS che sono criticabili. Ad esempio, questo partito prodiga denaro nelle prestazioni sociali che il governo non può permettersi e ha adottato l’idea di “economie di mercato dipendenti” dal teorico economico anticapitalista Thomas Piketty. In un sorprendente accenno al passato comunista, il PiS vuole rendere lo Stato più potente, ad esempio, assumendo il controllo della magistratura. Si impegna in teorie cospirative (soprattutto sul disastro aereo di Smolensk avvenuto nell’aprile 2010). Ha promosso la legge idiota che avrebbe dovuto far finire in galera chi avesse usato l’espressione “campi della morte polacchi”, per poi peggiorare le cose parlando di “perpetratori ebrei” dell’Olocausto. (Sebbene, grazie alle pressioni internazionali, la scorsa settimana abbia fatto marcia indietro sulla minaccia della pena detentiva.)

In considerazione di tali problemi, ritengo che il partito andrebbe educato e monitorato, e non demonizzato, in modo che possa imparare dai propri errori, proteggendo il paese dalla minaccia potenzialmente esistenziale di una intrinseca smania di potere da parte dell’Islam.

Ma perché i polacchi hanno reagito alla migrazione musulmana in modo così diverso dagli altri europei? L’omogeneità del paese e la sua storia precaria (è scomparso dalla carta geografica per oltre un secolo) sono entrambi dei fattori, ma ciò che considero decisivo è il fatto che i polacchi siano entrati in ritardo nel gioco, vedendo gli errori madornali commessi dai vicini e decidendo di non ripeterli.

Quali sono le implicazioni a lungo termine dell’esclusione dei migranti musulmani? Che la Polonia eviterà la crisi incombente dell’Europa occidentale. Visto che i paesi, a partire dall’Italia, cercano di controllare i loro confini ed espellere i migranti illegali, ne seguiranno tensioni, insurrezioni e violenze. Al contrario, la Polonia (e i suoi ex vicini del blocco sovietico) si ritroverà fuori da questa crisi e potrebbe accogliere coloro che espatriano dall’Europa occidentale.

Sebbene questi espatriati si rechino principalmente in Australia, Canada e negli Stati Uniti, la Polonia potrebbe presto – data la sua vicinanza, la sicurezza personale e il basso costo della vita – diventare una meta privilegiata, soprattutto per i pensionati e per gli ebrei, ritenuti obiettivi nell’Europa occidentale, ma sempre più al sicuro in Polonia.

Pertanto, se l’UE non sarà ricristianizzata in tempi brevi, anche la Polonia non sarà islamizzata nell’immediato futuro.

Traduzione in italiano di Angelita La Spada


Alberto Pento
Non sono d'accordo che per liberarsi e vincere l'Islam si debba usare il cristianismo, anzi temo che sia peggio, come dimostra Bergoglio e la sua alleanza con il maomettismo. Per me il solo modo è quello di affrontarlo come nazismo maomettano al pari del nazismo hitleriano. Bisogna prenderlo per le corna senza alcun riguardo, brutalmente e crudamente per quello che è: una idolatria/ideologia nazista di dominio, di supremazia razzista, di terrore, di orrore e di morte. Se lo si santifica come fa Bergoglio e i suoi cattolici si ha già perso e si è già morti.
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Messaggioda Berto » mar lug 24, 2018 6:13 am

Francia, militanti di destra volevano colpire islamici avvelenando il loro cibo
Eugenia Fiore - Lun, 23/07/2018

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/fra ... 56917.html

Un'altra ondata di arresti in Francia tra esponenti di estrema destra. Questa volta si tratta di due donne e un uomo

Avvelenare gli islamici radicalizzati contaminando il loro cibo. Era questo l'obiettivo di tre persone in Francia, sospettate di essere membri del gruppo di estrema destra Afo (Action des forces operationelles).

Secondo quanto riportato da Le Parisien i tre, due donne e un uomo, avrebbero voluto colpire alcuni soggetti radicalizzati avvelenando la carne halal (ovvero la carne macellata secondo quanto previsto nella Sunna) venduta in alcuni supermercati specializzati.

Sylvie C., Philippe G. e Sandrine F. - queste le loro iniziali- sono stati arrestati nel dipartimento francese dell'Hauts-de-Seine, vicino a Parigi. Si tratta della seconda ondata di arresti in pochi mesi con protagonisti membri del gruppo di estrema destra. A fine giugno 10 persone sono state incriminate in quanto sospettate di aver organizzato degli attentati contro alcuni soggetti, in particolare imam radicalizzati e musulmani condannati per terrorismo. L'indagine condotta dagli 007 francesi della DGSI, inoltre, aveva portato alla luce un arsenale impressionante composto da fucili da caccia e pistole.



Francia, fermati militanti di destra: volevano fare attentati contro gli islamici
Ivan Francese - Lun, 25/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/fra ... 44746.html
Gli 007 francesi hanno fermato dieci membri di un'organizzazione segreta pronta a scatenare una guerra del terrore contro gli islamici
Una guerra senza quartiere ai musulmani, con attentati per colpire soprattutto gli islamici integralisti.
Gli 007 francesi hanno fermato nelle scorse ore dieci militanti di estrema destra accusati di aver creato un'organizzazione terroristica dedita a colpire i seguaci di Maometto nel territorio dell'Esagono.
I membri dell'Action des forces operationelles, spiega il quotidiano parigino Le Monde, avrebbero creato una rete in tutto il Paese, dalla capitale fino alla Corsica. A capo del gruppuscolo un ex poliziotto, ora in pensione. Gli uomini dell'organizzazione avrebbero voluto colpire, secondo fonti giudiziarie citate dal giornale transalpino, "persone sospettate di legami con l'islam radicale".
Nell'elenco ex detenuti sospettati di avere idee estremiste, imam radicali ma anche donne velate incontrate per la strada. Non sarebbero mancate, inoltre, le minacce esplicite contro le moschee e i centri culturali gestiti dai salafiti.
Nelle file dell'Afo soprattutto appassionati di armi da fuoco, in grado di realizzare ordigni artigianali: secondo l'accusa avrebbero già fabbricato alcune granate e sarebbero stati pronti a passare all'azione, nonostante i contorni del loro disegno criminale non siano ancora stati chiariti nei dettagli. Pare però che "l'ora x" fosse stata fissata nel momento in cui la Francia fosse stata colpita da un altro attentato di matrice islamista: allora gli uomini dell'Afo avrebbero replicato con un attacco contro i musulmani.
Il potenziale criminale del gruppo, tuttavia, viene descritto dagli uomini dell'intelligence transalpina come "limitato", se si tiene conto che sino ad ora si è potuto parlare solamente di "azioni sparse di gruppi in concorrenza fra loro", rinsaldati intorno alla denuncia di una presunta islamizzazione della Francia.
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Messaggioda Berto » gio lug 26, 2018 7:55 pm

Germania, un referendum dice no alla costruzione di una nuova moschea
Matteo Orlando - Mer, 25/07/2018

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ger ... 57872.html

In Germania i cittadini di Kaufbeuren, attraverso un referendum, si sono espressi sul business immobiliare che stava dietro l’operazione e che spesso segue operazioni del genere in giro per l’Europa

In Germania gli abitanti di Kaufbeuren hanno detto "no" alla costruzione di una nuova moschea.

I cittadini della quinta città più grande del distretto amministrativo dello Schwaben (Svevia), un distretto della Baviera, si sono espressi, con il 60% dei votanti (8.992 voti), contro un'assegnazione di terreni pubblici per la costruzione di un nuovo centro di culto islamico. Il 40 per cento degli elettori (6.087 voti), invece, ha votato per permettere la costruzione della moschea in un'area commerciale.

A Kaufbeuren, città di circa 45 mila abitanti, i cittadini, attraverso un referendum, si sono espressi, quindi, sul business immobiliare che stava dietro l’operazione e che spesso segue operazioni del genere in giro per l’Europa.

Il sindaco di Kaufbeuren, Stfean Bosse, commentando i risultati del referendum, ha detto che "i cittadini di Kaufbeuren hanno reso chiaro il loro punto di vista. Il voto è chiaro e punta in una direzione diversa rispetto alla decisione del consiglio comunale. Stiamo ultimando i negoziati per l'acquisizione di terreni con l'Associazione culturale islamica turca. La moschea non sarà costruita su questa proprietà".

La città voleva negoziare con l'Associazione culturale islamica-turca sulla proprietà, nell'ambito di un cosiddetto contratto di affitto per un periodo di 99 anni. Ma gli oppositori del nuovo edificio avevano raccolto circa 3250 firme valide contro il progetto, circa 900 in più del necessario per proporre un referendum.

Pertanto, il consiglio comunale della città ha dovuto indire il referendum e, quando la parola passa ai cittadini, su questa come su altre materie, le decisioni popolari sono spesso difformi dalle scelte della classe politica, anche di quella locale.

Il cosiddetto quorum minimo da raggiungere era il 20 percento di tutti gli elettori idonei (6.720 votanti). Il successo del referendum è stato confermato dal 27 percento raggiunto.

Ci sono state critiche al progetto in particolare perché si tratta di un'associazione culturale che è sotto l'ombrello della controversa organizzazione Ditib. Gli oppositori vedono nella Türkisch-Islamischen Union der Anstalt für Religion (cioè l'Unione turco-islamica dell'Istituto per la religione) il braccio esteso alla Germania di Angela Dorothea Merkel del presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

Dopo lo stop arrivato dagli elettori, l'associazione culturale per costruire una nuova moschea dovrà cercare una proprietà privata per l'edificio.
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Messaggioda Berto » mar lug 31, 2018 8:05 pm

L'India vuole togliere la cittadinanza a 4 milioni di musulmani
Jacopo Bongini - Lun, 30/07/2018

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/lin ... 60047.html

Il governo nazionalista di Nuova Delhi ha approvato una controversa legge che mira a togliere la cittadinanza indiana ad oltre quattro milioni di residenti musulmani, classificandoli come immigrati irregolari

Continuano in India le discriminazioni, da parte della maggioranza induista, ai danni delle numerose minoranze religiose presenti nel paese, in particolar modo nei confronti di cristiani ed islamici.

Questa volta il governo di Nuova Delhi, guidato dal nazionalista di destra Narendra Modi, ha deciso di approvare una discussa legge che mira a privare della cittadinanza oltre 4 milioni di persone residenti nello stato federale dell'Assam, zona dell'India nordorientale posta al confine con il Bangladesh e caratterizzata dalla presenza di una folta comunità musulmana. Stando alla versione ufficiale dell'esecutivo, che quest'oggi ha pubblicato una lista provvisoria degli individui esclusi dal Registro Nazionale dei Cittadini, la misura è stata emanata allo scopo di individuare più facilmente gli immigrati irregolari. Alle persone inserite nella lista stilata dal governo è stato infatti chiesto di fornire una serie di documenti che accertassero la loro presenza sul territorio indiano precedentemente al 24 marzo 1971, vale a dire due giorni prima dello scoppio della guerra di liberazione bengalese e del conseguente esodo di milioni di rifugiati, che dal Bangladesh trovarono riparo in India.

Tuttavia, secondo le associazioni per i diritti umani, la mossa del governo rischia di rivelarsi solamente un pretesto per una futura espulsione di massa dei musulmani dall'Assam, dove costituiscono il 34 per cento della popolazione dello stato, oltre che un modo per fortificare l'unità nazionale induista in vista delle imminenti elezioni parlamentari che si terranno nel 2019. Commentando la notizia, il program manager di Amnesty International India Arijit Sen ha dichiarato: "Siamo preoccupati dal fatto che il processo di applicazione della nuova legge nello stato dell'Assam possa rendere apolidi un significativo numero di individui, privando arbitrariamente della loro nazionalità persone che hanno vissuto in India per decenni. Esortiamo il governo ad estendere il periodo di tempo per i ricorsi e a garantire che questi ultimi siano trattati in maniera trasparente e non discriminatoria. Bisogna prestare attenzione, garantendo che le famiglie non vengano distrutte e che sia fornito un aiuto legale adeguato a coloro che rischiano di perdere la loro cittadinanza". Per coloro che ritengono di essere stati esclusi ingiustamente dal Registro Nazionale dei Cittadini, è stata concessa la possibilità di poter fare ricorso dal 30 agosto fino al 28 settembre, in modo da permettere alle autorità indiane di redigere la lista definitiva degli esclusi, che verrà pubblicata entro dicembre di quest'anno.

Critiche al provvedimento arrivano però anche dagli stessi alleati di governo del Primo Ministro Modi. L'esponente del Trinamool Congress Sukhendu Sekhar Roy ha infatti dichiarato: "Il governo centrale sta intenzionalmente eliminando dal Registro Nazionale dei Cittadini quattro milioni di persone che fanno parte di minoranze linguistiche e religiose, i quali se dovessero emigrare potrebbero determinare gravi conseguenze demografiche per gli stati federali confinanti. Il Primo Ministro dovrebbe chiarire la questione davanti al parlamento". Secondo quanto riportato dal Times of India, lo stato dell'Assam è inoltre l'unico del paese in cui è presente un registro della popolazione a cui i cittadini devono obbligatoriamente iscriversi, questo proprio a causa dell'intensa immigrazione proveniente dal vicino Bangladesh. Secondo i sostenitori del registro infatti, la comunità musulmana starebbe cercando di sovvertire la demografia della regione a scapito degli induisti, ad esempio partecipando in maniera illegale alle elezioni.

Come sottolineano poi alcuni commentatori, le nuove direttive emanate dall'esecutivo fanno tornare in mente le tristemente famose persecuzioni che il Myanmar sta conducendo dal 1982 contro la minoranza islamica dei Rohingya, costretta da allora a rifugiarsi in quello stesso Bangladesh da cui provengono i musulmani indiani. Bangladesh che però questa volta ha deciso di non accettare alcun nuovo profugo proveniente dall'India, aumentando così le probabilità che un enorme numero di persone si ritrovi presto senza un posto dove vivere. Una drammatica situazione che può essere riassunta con le poco rassicuranti parole del coordinatore del Registro Nazionale dei Cittadini: "Nessun cittadino che sia indiano puro dovrebbe avere alcuna paura".
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Messaggioda Berto » lun ago 27, 2018 10:01 pm

Germania, a Chemnitz è scattata la "caccia" ai migranti
di Daniel Mosseri
2018/08/27

https://www.ilfoglio.it/esteri/2018/08/ ... nti-211269

Berlino. Chemnitz, in Sassonia, si appresta a ospitare due manifestazioni di segno opposto: ultradestra contro estrema sinistra. È stato il movimento “Pro Chemnitz” a chiedere per primo ai suoi sostenitori di scendere per strada, provocando la risposta della sinistra antagonista. Quelle di oggi sono solo le ultime di una relativamente lunga serie di manifestazioni non autorizzate che hanno obbligato le autorità a chiudere in anticipo il festival estivo cittadino. Tutto è cominciato sabato sera quando, per motivi su cui la polizia deve ancora fare luce, un 35enne è stato accoltellato a morte fra gli stand della Chemnitzer Stadfest. Con lui sono stati feriti anche un 33enne e un 28enne. Ore dopo, la polizia ha reso noto di aver arrestato due giovani di 22 e 23 anni accusati di essere i responsabili dell’omicidio. In Germania le forze dell’ordine diffondono molto malvolentieri le notizie sensibili riguardo ai protagonisti di fatti di sangue, ma secondo le indiscrezioni della stampa i due giovani sospettati sarebbero un iracheno e un siriano e la rissa precedente all’accoltellamento sarebbe stata causata da molestie a una donna.

La notizia che due stranieri avevano ucciso un tedesco si è subito diffusa in tutto il paese: i primi a organizzare una pubblica protesta contro gli immigrati sono stati i dirigenti locali di Alternative für Deutschland (AfD) che, grazie agli appelli lanciati sui social, domenica mattina hanno portato in piazza un centinaio di manifestanti, senza incidenti di rilievo. Molto meno sereno il clima poche ore dopo, quando gli 800 manifestanti spontanei si sono impadroniti del centro cittadino al grido di “Wir sind das Volk”, “il popolo siamo noi”, variazione sul tema di “Noi siamo un solo popolo” gridato nel 1989 sotto al Muro di Berlino in procinto di crollare.

I video girati dai piani alti di Chemnitz non sono chiarissimi ma lasciano intravedere persone – forse stranieri, forse cittadini contrariati – rincorse e prese a calci dai manifestanti. “E’ terribile che queste persone possano organizzarsi e rovinare il festival cittadino minacciando i partecipanti”, ha detto la prima cittadina, Barbara Ludwig della Spd. Con lei, i rappresentanti locali della Linke hanno lamentato la lentezza delle forze dell’ordine nel reagire. Vero è che la polizia ha fatto fatica a riportare la calma: i manifestanti, fra i quali gli hooligan del gruppo Kaotic, hanno respinto l’ordine di disperdersi e la domenica è finita fra bottigliate e manganellate, fino all’arrivo di rinforzi dalle vicine Lipsia e Dresda.

“È importante per il governo, le forze democratiche e gran parte della popolazione condannare con forza queste manifestazioni selvagge, le cacce all’uomo dall’aspetto diverso e i tentativi di diffondere l’odio nella società”, ha detto lunedì mattina il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, ricordando che l’estremismo “non ha casa in questo paese”. Solo poche ore prima, la cancelliera aveva dichiarato al canale Ard che la “democrazia non è qualcuno che ottiene una maggioranza ma significa protezione delle minoranze, della libertà di stampa, di manifestazioni. E tribunali indipendenti”. Mentre la polizia mette Chemnitz in stato d’assedio, la Germania appena tornata al lavoro e sui banchi di scuola trova improvvisamente riaperta la ferita politica sul suo fianco orientale. Nelle regioni dell’ex Ddr, dove Pegida ha visto la luce e dove la xenofobia va a braccetto con la sostanziale sfiducia degli elettori nei confronti delle istituzioni democratiche, bastano pochi appelli sui social per aggregare “spontaneamente” centinaia di violenti. E neppure AfD – che pure raccoglie e supera un abbondante 20 per cento dei consensi, a cominciare proprio dalla Sassonia – sembra in grado di incanalare e controllare il fenomeno.



A Chemnitz la caccia allo straniero, neonazisti inferociti in piazza
2018/08/27

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca ... 28b92.html

Una caccia allo straniero in piena regola: è questo il profilo che ha assunto, con il passare delle ore, la manifestazione spontanea a Chemnitz, quando circa ottocento simpatizzanti di estrema destra sono scesi per le strade al grido di "Il popolo siamo noi", protestando per la morte di un tedesco di 35 anni durante una lite con un siriano e un iracheno, ora in custodia cautelare con l'accusa di omicidio. Sono tre le aggressioni lievi agli stranieri avvenute durante la manifestazione: un afghano, un siriano e un bulgaro. Lo ha chiarito il capo della polizia di Chemnitz, Sonja Penzel, nel corso di una conferenza stampa, dove ha precisato che tra le persone che hanno preso parte alla dimostrazione "50 erano pronte alla violenza" e hanno tirato sassi e bottiglia contro la polizia.

"Quello che abbiamo visto non ha posto in uno Stato di diritto" ha detto Angela Merkel, citando i tumulti e l'odio, che hanno segnato le manifestazioni dei neonazi, a Chemnitz. Merkel ha difeso l'operato della polizia, "ha fatto quello che ha potuto", ma ha sottolineato di trovare "positivo e importante" che il ministro dell'Interno abbia promesso rinforzi alla Sassonia, in caso di bisogno. Merkel ha anche espresso cordoglio per il 35enne tedesco ucciso in una rissa domenica sera, "fatto spaventoso".

La manifestazione xenofoba ha trovato sostegno nelle parole del deputato di Alternative fuer Deutschland, Markus Frohnmaier, che ha twittato: "se lo Stato non può più proteggere i suoi cittadini, i cittadini vanno in strada a proteggere se stessi. Molto facile". Pronta è arrivata la critica sferzante del portavoce del governo, Steffen Seibert: "In Germania non c'è posto per la giustizia fai-da-te, per i gruppi che vanno in strada a spargere odio, per l'intolleranza e l'estremismo". Altrettanto dura se non durissima è stata la reazione della Comunità turca in Germania che ha definito la manifestazione un "tentativo di Pogrom, non una protesta", ha dichiarato il presidente della Comunità turca, Atila Karaboerklu, per poi proseguire: "Siamo di nuovo al punto che i razzisti fanno la caccia all'uomo?".

Il ministro presidente della Sassonia, il cristiano-democratico Michael Kretschmer, ha immediatamente preso le distanze da quanto accaduto dicendo che è "brutto vedere come gli estremisti di destra formino la propria opinione attraverso internet e chiamino alla violenza". Chemnitz e la Sassonia, del resto, non sono nuove ad episodi di intolleranza e di razzismo. L'ultimo la scorsa settimana, quando una troupe televisiva dell'emittente pubblica Zdf era stata fermata per aver ripreso una manifestazione di Pegida, per poi scoprire che il manifestante che aveva fatto intervenire la polizia era lui stesso un collaboratore della polizia, che partecipava in forma privata all'iniziativa. Due anni fa, invece, nella vicinissima Clausnitz, a pochi chilometri dalla Polonia, un bus pieno di richiedenti asilo era stato fermato da 100 dimostranti che avevano impedito per protesta l'accesso nelle strutture di accoglienza. Il grido era lo stesso: "Il popolo siamo noi!".



"La Germania e le due piazze, in 6mila per l'ultradestra",
il servizio di Daniel Mosseri
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 02/09/2018, a pag.10 con il titolo: ...

http://www.informazionecorretta.com/mai ... 0&id=71893

La politica delle porte aperte a ogni tipo di immigrazione è la spiegazione dell'aumento del peso elettorale dei partiti di destra, ma non solo, in Germania, dove dichiararsi neonazi non è nemmeno più un reato. Ecco il risultato dei due maggiori partiti, il democristiano e il socialdemocratico.
L'Italia, che continua confondere il multiculturalismo - ovvero i benefici che nascono dal confronto tra le varie culture dei paesi democratici - con l'invasione dell'immigrazione islamica, che non solo non si integra, ma che è portatrice di una ideologia dispotica e intollerante, ha davanti a sè un prossimo futuro non diverso da quello tedesco. "Ponti e non muri" è lo slogan di una Europa pronta alla sottomissione.

Berlino- Non si arresta la serie di manifestazioni a Chemnitz, teatro una settimana fa dell'omicidio di un cittadino tedesco-cubano di 35 anni. Per la morte di Daniel H. sono stati fermati due 22enni, uno iracheno e l'altro siriano, e da allora la città della Sassonia non ha più pace. Cortei di estremisti di destra, fra i quali non pochi hooligan, si sono succeduti a contro-manifestazioni di sinistra e a veglie di Alternative für Deutschland, la formazione anti-immigrati e primo partito di opposizione al Bundestag. Ieri il teatro di dimostranti, delle strade chiuse e della polizia schierata in massa si è ripetuto. Per la sinistra hanno sfilato il corteo Herz stat Hetze («Un cuore al posto dell'ostilità») e Chemnitz Nazifrei, ma le novità erano tutte sul fronte opposto: l'ultradestra di Pro-Chemnitz e gli islamofobi di Pegida (il movimento dei «Patrioti contro l'islamizzazione dell'Occidente») hanno sfilato insieme ad AfD, portando in strada 6.000 dimostranti.

AfD in Sassonia aveva chiamato a raccolta i suoi sostenitori su Facebook «per piangere Daniel H. e tutte le vittime della multiculturalizzazione forzata della Germania», promettendo anche la partecipazione di Andreas Kalbitz, numero uno del partito in Brandeburgo, di Jörn Urban (leader di AfD in Sassonia) e del discusso Björn Höcke (AfD Turingia), uno per il quale la Germania dovrebbe smetterla di chiedere scusa per lo sterminio nazista degli ebrei.
L'imprevista «fusione» dei tre cortei ha provocato qualche momento di tensione con le forze dell'ordine. Attorno alle 18 la polizia della Sassonia twittava di aver fermato alcuni manifestanti che avevano attaccato una troupe televisiva.
E mentre sui media tedeschi i cittadini di Chemnitz si sbracciano per far capire ai concittadini occidentali che la loro città non è un covo di camicie brune, la Germania si preoccupa soprattutto per AfD.
Secondo un sondaggio Civey condotto per il Funke Mediengruppe, 57 tedeschi su 100 vorrebbero che il partito anti-immigrati fosse messo sotto il controllo dei servizi segreti, chiamati a far rispettare l'impianto anti-nazista della Costituzione. Una misura del tutto necessaria per il 42,7% degli intervistati, ma vista con favore anche da un altro 14,5%. A questi vanno aggiunti altri 7 tedeschi indecisi, mentre i contrari a diverso titolo sono complessivamente il 36%.
La percentuale favorevole alla supervisione di AfD da parte dei servizi è ovviamente più alta nei Länder occidentali (il 66% degli intervistati) che in quelli dell'ex Ddr (il 48%), dove il partito raccoglie oltre il 20% dei consensi.
Il sondaggio trova riflesso nella politica federale. Per l'ex leader dei Verdi, Cem Özdemir mettere AfD sotto controllo «permetterà di avere informazioni affidabili su quali reti il partito mantiene e come si finanzia». Per il socialdemocratico Burkhard Lischka è una questione di par condicio e «chi ha a lungo osservato parte della sinistra, non deve distogliere lo sguardo dalla destra».
La proposta non è piaciuta invece al ministro federale degli Interni, Horst Seehofer: «Al momento, le condizioni per l'osservazione del partito nel suo complesso non ci sono».
Parole con cui il ministro e leader del partito cristiano sociale bavarese (Csu) dà prova di realismo: alle elezioni regionali il prossimo 14 ottobre in Baviera la sua Csu è insidiata da destra proprio da AfD. Impossibile per Seehofer mettere la formazione xenofoba sotto la lente dei servizi a un mese dal voto senza essere accusato di farlo per esclusivo interesse di parte.
Chi vuole battere AfD deve farlo nelle urne.


Tedeschi assassinati dai clandestini e da migranti, manifestazione silenziosa
https://www.facebook.com/vitaly.cheerfu ... 1918717727
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