Strage islamica a BarcellonaAttentato Barcellona rambla, furgone sulla folla Diversi feriti: fuggito l’autistaSalvatore Frequente e Redazione Online
Milano, 17 agosto 2017
http://www.corriere.it/esteri/17_agosto ... 13ea.shtmlUn furgone ha travolto diverse persone sulla Rambla a Barcellona. La polizia: «È attentato terroristico». Poco dopo le due nuova operazione vicino a Tarragona, secondo la tv di Stato «era in preparazione un nuovo attentato»
Erano le 17 quando un furgone è piombato sulla folla a La Rambla di Barcellona. Il van ha investito diverse persone sulla famosa zona turistica causando, secondo un bilancio ufficiale del governo catalano, 13 morti e oltre 100 feriti di cui almeno 15 gravi. L'autista a bordo del furgone ha iniziato la sua corsa omicida a Plaza de Catalunya terminandola alla piazza del mercato della Boqueria, a quasi 600 metri di distanza. L'Isis ha rivendicato intorno alle 20 l'attacco a Barcellona attraverso la sua «agenzia» Amaq, definendo gli attentatori «soldati dello Stato islamico». Lo riferisce il Site, il sito di monitoraggio dell'estremismo islamico sul web, pubblicando un'immagine della rivendicazione in arabo. Per la Farnesina c'è il rischio di eventuali coinvolgimenti di connazionali nell'attacco: si teme per la vita di un 35enne della provincia di Milano, Bruno Gulotta, che si trovava sul viale insieme alla moglie e ai due figli, ma non si hanno conferme ufficiali. Tra le vittime identificate, invece, ci sono tre cittadini tedeschi e uno belga.
Cambrils, «abbattuti cinque terroristi» con indosso esplosivi
Poco prima delle due di notte la polizia è poi intervenuta a Cambrils, 120 km a sud di Barcellona, nei pressi di Tarragona, per un altro attentato, compiuto con un’automobile ai danni dei passanti, fuggiti nei bar e negli hotel della zona. Diversi spari sono stati avvertiti sul lungomare e, all'1.57, i Mossos de Esquadra hanno confermato di «aver abbattuto quattro presunti terroristi», e ferito un quinto morto poi intorno alle quattro del mattino. Sul posto sono intervenuti anche gli artificieri dato che si temeva, come poi confermato, che avessero indosso cinture esplosive. Successivamente, per evitare il panico, sono state annunciate alla popolazione delle esplosioni controllate. In tutta la zona, e nella vicina Tarragona, sono in vigore dalla notte limitazioni alla circolazione.
Gli arresti
Nelle ore successive all'attacco di Barcellona le forze dell'ordine spagnole avevano arrestato due persone in relazione all'attentato: un marocchino e l'altro nato a Melilla, l'enclave spagnola in territorio marocchino. Ma tra i due sospetti arrestati dalla polizia spagnola non c'è l'autore materiale dell'attentato: lo ha sottolineato il maggiore della polizia catalano Josep Lluis Trapero, chiarendo che si tratta di «persone direttamente coinvolte nell'attentato ma nessuno dei due è l'autista del furgone» schiantatosi sulla folla. Uno dei due è stato arrestato ad Alcanar, dove il 16 agosto una violenta esplosione aveva distrutto un appartamento, e l'altro a Ripoll: la prima città si trova 200 km a sud di Barcellona, la seconda è invece 150 km più a nord del capoluogo catalano. L'autore dell'attentato pertanto sarebbe ancora in fuga. Un altro soggetto è stato ucciso dalla polizia in un conflitto a fuoco, ha chiarito il ministro dell'Interno Joaquim Forn, ma in seguito è stato escluso ogni collegamento con l’attentato.
L'esplosione ad Alcanar
La polizia catalana, in più, ha comunicato che sta indagando sull'esplosione avvenuta mercoledì intorno alle 23,30 ad Alcanar, a 200 km dal capoluogo catalano, che è costata la vita a due persone e ne ha ferite altre sei: secondo la Generalitat de Catalunya è legata all'attentato di giovedì sulla Rambla di Barcellona, e anche all'uccisione dei quattro terroristi di Cambrils. Inizialmente mercoledì le autorità avevano parlato dell'esplosione di una bombola di butano, poi il probabile legame era stato rivelato, ma non spiegato, dal maggiore della polizia catalano Josep Lluis Trapero, e spiegato nella notte da un tweet degli agenti.
Il noleggiatore del van
Uno degli uomini fermati è Driss Oukabir, 28 anni, che era già stato identificato dalla Guardia Civil come il noleggiatore del furgone utilizzato nell'attentato. L'uomo è di origine marocchina e, secondo alcune fonti, sarebbe arrivato a Barcellona il 13 agosto. Sul suo profilo Facebook, che è stato chiuso, si definiva «la faina» e diceva di essere originario di Marsiglia. Oukabir era stato detenuto nel carcere di Figueres, da cui è uscito nel 2012. Ma non si sa ancora se sia stato lui alla guida del furgone. Secondo La Vanguardia, infatti, Driss Oukabir si è presentato alla polizia catalana e ha denunciato il furto dei propri documenti. L'uomo avrebbe spiegato agli agenti che, vedendo la sua fotografia, sui media ha capito cosa fosse successo ed è andato a denunciare il furto di identità alla polizia. Il sindaco ha raccontato al quotidiano catalano che la polizia adesso nutre sospetti sul fratello più piccolo di Driss, Moussa, diciottenne e residente a Barcellona, che avrebbe rubato i documenti al primo. Nel pomeriggio le notizie immediatamente successive all'attacco a La Rambla parlavano dell'autore dell'attentato asserragliato (forse con un altro soggetto) con alcuni ostaggi in un ristorante turco «Luna di Istanbul» vicino al mercato a La Boqueria. Notizia poi smentita.
L'allarme due mesi fa
Secondo El periodico i servizi spagnoli avevano già ricevuto due mesi fa un'informativa della Cia sulla possibilità di attentati terroristici alla Ramblas.
I posti di blocco
La descrizione dell'assalitore è quella di un uomo di 1,70 mt di statura, che indossava una camicia bianca a strisce azzurre. Dopo l'annuncio del primo arresto la tv catalana Tv3 ha parlato di due soggetti in fuga: per questo sono stati allestiti posti di blocco alle principali uscite di Barcellona. E proprio in uno di questi posti di blocco, come conferma la polizia catalana, si è verificato un conflitto a fuoco dopo che una Ford Focus ha forzato il blocco. L'uomo ha tentato di investire due agenti nei pressi della zona universitaria, ferendone uno. Poi è stato inseguito e raggiunto, ne è scaturita una sparatoria e il sospetto è morto. Ma la polizia aggiunge che non pare che l'incidente sia legato all'attacco con il van sulla Rambla.
Chiuse metro e ferrovia
Il famoso viale del capoluogo catalano è stato subito transennato ed evacuato. Ordinata immediatamente anche la chiusura di stazioni metro e treni in zona Ramblas. La Generalitat ha poi fermato il trasporto pubblico in tutto il centro della città dopo l'attentato. Centinaia i turisti rimasti chiusi negli alberghi della zona: solo dopo diverse ore le forze dell'ordine hanno cominciato a fare uscire la gente dai negozi e dalle strutture dove si era rifugiata. La polizia aveva anche individuato un secondo furgone che potrebbe essere coinvolto nell'attentato di Barcellona.
La riapertura
Venerdì i mezzi saranno operatuivi, con l’eccezione delle fermate della metropolitana Liceu e Drassanes e, ma solo dalle 9 alle 13, quella di Catalunya. Cioè le tre stazioni lungo la grande arteria della Rambla.
L'attentato
L'attacco è avvenuto lungo il viale commerciale del centro di Barcellona all'altezza dell'incrocio con Carrer del Bonsuccés. Il furgone procedeva a una velocità di 80 km orari e ha percorso circa 530 metri prima di fermarsi contro un'edicola. Il veicolo era arrivato sulla passeggiata della città catalana da Carrer de Pelai e si è fermato nell'area del Gran Teatre del Liceu. Diverse ambulanze e veicoli dei soccorritori sono immediatamente accorsi sul posto. I negozi dell’area hanno chiuso con i clienti all’interno. La polizia di Barcellona, infatti, ha ordinato a negozi, ristoranti e hotel della zona della Rambla di chiudere le serrande e non lasciare uscire nessuno nelle strade.
Le verifiche della Farnesina e il numero d'emergenza
Da subito l'Unità di Crisi della Farnesina si è messa al lavoro per verificare l'eventuale presenza di connazionali e c'è il rischio di eventuali «coinvolgimenti di italiani tra le vittime dell'attacco a Barcellona», specificando però che il rischio di italiani coinvolti non significa necessariamente che vi siano connazionali fra i morti anche se nel corso della giornata è cresciuto il timore per alcuni di loro. «Abbiamo disposto, dall'Ambasciata d'Italia a Madrid, una missione a rafforzamento del Consolato Generale, per supportare in ogni modo i nostri connazionali. A questo scopo, alcuni nostri uomini della Unità di Crisi partiranno per Barcellona con il primo volo disponibile», ha comunicato il ministro degli Affari Esteri, Angelino Alfano. L'Unità di Crisi rende noto anche il numero di telefono da contattare per chi necessitasse di informazioni urgenti: +39 06 36225, chiedendo di usarlo solo in caso di vera necessità.
I testimoni italiani
«Io ero in un negozio, le altre 4 persone che erano con me si sono trovate dietro il furgone che andava addosso alla gente nella zona pedonale. La folla correva». Lo racconta Chiara, una ragazza italiana testimone di quanto è accaduto e che ha trovato rifugio in un negozio della Rambla. «Adesso non ci fanno uscire, sentiamo che fuori c'è la polizia, ma da qui non vediamo niente. Ci stanno portando al piano inferiore del negozio». Ho visto almeno tre o quattro persone a terra, un poliziotto con una persona in braccio e tutti che correvano, urlavano, piangevano»: questa la testimonianza di Luca Terracciano, uno studente italiano che vive a Barcellona e che ha visto di persona quanto successo sulla Rambla.
«Ho visto uccidere non so quante persone»
«Io arrivavo in bici da un vicolo laterale e quando sono giunto sulla Rambla ho visto questa scena di terrore», ha aggiunto. «Sono vivo solo perché non sono riusciti ad ammazzarmi, ma io ero lì nel mezzo, li ho visti, in pochi secondi ho visto uccidere non so quante persone di fronte ai miei occhi». Lo scrive su Fb Alessio Stazi, un romano che si trova a Barcellona. «Mi sono ritrovato chiuso in un sottoscala di un negozio e non so neanche come ci sono arrivato, non so dove sono i miei amici e non capisco ancora cosa cazzo sia successo. Amici di Barcellona, scrivetemi qui per favore». «È stato terribile essere puntato dal camion», aggiunge. «Sorrideva...». ha detto una testimone oculare italiana descrivendo il conducente del furgone mentre falciava la gente sulla Ramblas.
«Episodio massiccio»
La polizia catalana, i Mossos de Esquadra, ha parlato immediatamente su Twitter di un episodio «massiccio», in cui «una persona a bordo con una camionetta ha investito» gente sulla Rambla e parla al momento di «diversi feriti», invitando anche a evitare la zona delle Ramblas. «#Barcellona splendida e amica è sotto attacco Italia vicina alle autorità locali e spagnole. Pensieri rivolti alle persone colpite». Lo scrive su twitter il premier Paolo Gentiloni.
Giulio Meottihttps://www.facebook.com/giulio.meotti? ... eI&fref=nf Tredici anni dopo l'attentato di Madrid, replichiamo con lo stesso copione: nascondere le immagini del dolore, per non spaventare nessuno; ripetere che "l'Islam è una religione di pace"; imbrigliare le libertà, proclamando che non cambieremo lo "stile di vita"; sradicando i fondamentali della nostra civiltà – libertà di espressione, libertà di pensiero, libertà di movimento, libertà di religione – le basi stesse dell'Occidente giudaico-cristiano.
L'Islam radicale è la più grande minaccia per l'Europa dopo il nazismo e il comunismo sovietico. Ma non siamo disposti a mettere in discussione i pilastri che hanno portato al disastro, come il multiculturalismo e l'immigrazione di massa. Questi fanatici hanno costruito una potente infrastruttura del terrore nelle nostre città. Enclave multiculturali, volontariamente isolate dal resto della popolazione, in cui i musulmani estremisti promuovono il fondamentalismo islamico e applicano la sharia, la legge islamica. Non sono mai state prese misure antiterrorismo, le uniche che potrebbero rompere i piani dei terroristi e distruggere il loro morale: chiudere le moschee salafite, espellere gli imam radicali, vietare i finanziamenti esteri delle moschee, congelare i sussidi statali ai jihadisti europei, impedire il ritorno dei combattenti in Europa togliendo loro la cittadinanza. L'Europa non ha mai avuto la volontà politica di fare la guerra all'Isis e ad altri gruppi jihadisti. Diversamente, Raqqa sarebbe già caduta, invece è durato meno il governo Renzi. Invece, gli islamisti hanno preso il controllo di Molenbeek, delle banlieue francesi e di vaste aree della Gran Bretagna. Hollande é uscito di scena, il Califfo organizza ancora assalti. L'Europa non ha mai preteso che le sue comunità musulmane sconfessassero jihadismo e sharia. Lottiamo contro il cambiamento climatico, la malaria, la fame in Africa e per l'uguaglianza nel mondo. Ma non siamo pronti a batterci per la nostra civiltà. Ci siamo già arresi? Resiste solo il piccolo Israele. Noi siamo solo capaci di dire "pray for Barcelona".
Gino Quarelo Meotti ti sei già ammorbidito e politicamente corretto? Parli di Islam radicale, come se esistesse un'altro Islam? Scusami ma il profeta idolatra e assassino Maometto che questi imitano in tutto e per tutto come il loro maestro cos'era, non era forse radicale? E perché li chiami islamisti e non islamici che è il loro vero nome? L'assassino e predatore Maometto era islamico e non islamista.
Questi dementi assassini maomettani, non fanno altro che seguire l'esempio o le orme e la consegna politico-religiosa del loro maestro, il profeta idolatra e assassino Maometto sostenuto dal suo idolo dell'orrore e del terrore detto Allah.
Nel caso dell'Islam i seguaci e fedeli si dicono islamici, mussulmani o maomettani; mentre gli studiosi di questa ideologia, prassi e culto politico-religioso che è l'Islam si dicono islamisti e possono essere islamici o non islamici; invece di coloro che non essendo islamici o mussulmani o maomettani che assumono comportamenti che imitano gli islamici si possono dire islamisti ma i mussulmani o islamici che si comportano da islamici non si possono definire islamisti ma soltanto islamici come lo è stato Maometto.
Gli islamici o mussulmani o maomettani che non assumono comportamenti "islamici radicali e fondamentali che furono propri di Maometto" e che perciò vengono definiti islamici buoni o moderati, in realtà, distinguendosi da Maometto e non seguendo più il suo esempio tendono a diventare non più islamici o mussulmani o maomettani e sconfinano nell'apostasia.Il sigillo del Califfato sulla Spagna: L’attentato di Barcellona17 agosto 2017 Niram Ferretti
http://www.linformale.eu/il-sigillo-del ... barcellona Di nuovo. La scia di sangue in nome del jihad. Alla rinfusa, Parigi, Nizza, Berlino, Bruxelles, ora Barcellona, con la modalità palestinese, prima inaugurata in Afghanistan, il lancio di automezzi sulla folla. I morti a Bercellona sono al momento tredici, ma numerosi sono i feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni. Nelle prossime ore i morti sono probabilmente destinati ad aumentare. L’ISIS ha rivendicato l’attentato perpetrato da un commando, composto sembra da tre uomini, di cui uno già identificato, di nazionalità maghrebina.
La Spagna di nuovo dopo l’orrendo massacro di matrice islamica perpetrato a Atocha l’11 marzo 2004 in cui perirono 192 persone, la Spagna considerata possedimento islamico perenne da chi ha dell’Islam una visione massimalista e imperialista, la Spagna che fu dal 711 al 1492 faceva parte dei possedimenti arabi.
Mordechai Kedar su queste pagine ha ricordato recentemente una cosa essenziale relativamente al modo in cui l’Islam nella sua declinazione storica ha sempre considerato se stesso:
“Per l’Islam la terra rappresenta un biglietto di sola andata, è un modo di entrare nell’Islam, non di uscirne. Ogniqualvolta, nel passato, gli zoccoli dei cavalli si sono appoggiati su un terreno, esso è diventato di proprietà islamica. Questa è la ragione, nella visione musulmana, per la quale la Spagna dovrebbe ritornare all’Islam, la Sicilia dovrebbe ritornare all’Islam, larghe aree nei Balcani su fino a Vienna, dove i musulmani vennero sconfitti nel 1683, dovrebbero tornare all’Islam, in quanto una volta erano sotto la sua occupazione”.
L’attentato di oggi a Barcellona si inscrive in questa visione, è tangibilmente il segno di una rivendicazione simbolica. Si colpisce un paese di infedeli, un altro, e questa volta e se ne sceglie uno che per 781 anni è appartenuto al Califfato.
Ora cominceranno i soliti tam tam televisivi, i distinguo, le infinite e insulse discussioni sull’Islam radicale e su quello moderato, sulla marginalità dell’ISIS che non sarebbe veramente islamico, ecc. ecc. Abbiamo già sentito tutto, ogni cosa. Il copione è standard, così come è standard la mistificazione.
Di nuovo ascoltiamo Mordechai Kedar:
“Viene spesso fatta una distinzione tra l’Islam moderato e l’Islam radicale. Non penso che questa distinzione sia legittima. L’Islam è una religione che si basa fondamentalmente su tre fonti testuali, il Corano, gli hadith, che rappresentano la tradizione orale, e la Sira, la biografia del profeta. Esiste solo un Corano, non c’è un Corano moderato e un Corano radicale, c’è solo un corpus di hadith e una sola biografia di Maometto”.
L’ISIS si ispira a una versione letteralista del Corano, sine glossa. Non è certo la sola setta islamica a farlo. Il radicalismo islamico si fonda sulla convinzione che l’Islam debba essere imposto a tutti gli infedeli e che vi siano solo tre possibilità di scelta, la conversione, la sottomissione o la morte.
Alle vittime di Barcellona oggi non è stata offerta alcuna scelta.