Nazismo maomettano = dhimmitudine = apartheid = razzismo

Re: Nazismo maomettano = dhimmitudine = apartheid = razzismo

Messaggioda Berto » mar mar 06, 2018 10:48 am

Associazioni islamiche inglesi contro il capo dell'antiterrorismo
Roberto Vivaldelli
Mar 4, 2018 26

http://www.occhidellaguerra.it/associaz ... terrorismo

Tensione alle stelle in Gran Bretagna tra il capo dell’antiterrorismo uscente Mark Rowley e le comunità islamiche britanniche. Nel suo discorso di addio – definito “islamofobo” – Rowley ha paragonato i gruppi islamisti ai neonazisti: “Ironia della sorte – ha affermato – mentre le ideologie islamiste e di estrema destra possono sembrare agli antipodi è evidente che esse hanno molto in comune”, ha sottolineato. Nel suo speech, come riporta il Guardian, Rowley ha osservato che “entrambi i gruppi hanno l’obiettivo di aumentare le tensioni e divisioni nelle comunità” e che ambedue “penetrano nelle società attraverso una propaganda sofisticata, oltre a “creare intolleranza e isolamento” generando un “senso di sfiducia verso le stato” e offrendo alternative che “minano i valori di tolleranza e diversità”. Secondo il capo dell’antiterrorismo britannico, sia l’islamismo che l’estremismo di destra, infatti, “creano o sfruttano le persone vulnerabili”.

Rowley ha tenuto il suo discorso di commiato lunedì scorso presso la sede del think-tank conservatore Policy Exchange. “Una caratteristica profondamente preoccupante di questi fenomeni è il modo in cui crescono e riescono a passare per vittime”. L’ufficiale della polizia britannica ha pesantemente criticato Mend, nota organizzazione anti-islamofoba, poiché cercherebbe di “indebolire i notevoli sforzi dello stato nell’affrontare tutti i reati di odio” e ha puntato il dito contro Cage, l’organizzazione di avvocati con sede a Londra che difende le comunità “colpite dalla War on Terror”, anch’essa colpevole, a suo dire, di minare il lavoro di prevenzione attuato dalla polizia e dall’intelligence. Secondo il capo dell’antiterrorismo uscente, infatti, le due associazioni sono di fatto un ostacolo alla lotta contro l’estremismo islamista nel paese e la radicalizzazione.

La risposta piccata delle due organizzazioni non si è certo fatta attendere. In una nota citata da Middle East Eye l’amministratore delegato di Mend, Shazad Amin, ha rispedito al mittente le accuse: “Confutiamo senza riserve queste affermazioni e le troviamo profondamente preoccupanti e imprecise. Abbiamo lavorato affinché l’islamofobia venisse correttamente classificata come un crimine. Il fatto che un ufficiale di polizia sia in contatto con un’organizzazione di destra collegata alla Henry Jackson Society e alla più ampia rete islamofoba inglese mette in dubbio l’imparzialità della polizia e mina la sua credibilità e legittimità”, ha sottolineato Cage in una nota. Asim Qureshi, direttore della ricerca di Cage, ha accusato Rowley di essere “profondamente confuso”.


La Gran Bretagna alle prese con l’islamismo e l’estremismo

Rowley ha descritto il lavoro, rigoroso e non privo di difficoltà, nel contrastare le nuove minacce alla sicurezza nazionale. Oltre 600 le indagini svolte di recente che riguardano islamisti e militanti di estrema destra e che coinvolgono più di 3000 soggetti pericolosi. Solo nell’ultimo anno Rowley ha dovuto fare i conti con i cinque attacchi terroristici nel Regno Unito, tra cui gli attenti sul Westminster Bridge, al London Bridge, al Borough Market, alla moschea di Finsbury Park, alla stazione della metropolitana Parsons Green e nell’arena di Manchester. Quattro, secondo il capo dell’antiterrorismo, gli attentati sventati legati a gruppi dell’estrema destra nel Regno Unito.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Nazismo maomettano = dhimmitudine = apartheid = razzismo

Messaggioda Berto » mar mar 20, 2018 8:01 pm

Un appello contro il “nuovo totalitarismo islamista”
Giulio Meotti
20/03/2018

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 1070209938

Un appello contro il “nuovo totalitarismo islamista” è stato lanciato sul Figaro da 100 intellettuali francesi fra cui gli storici Georges Bensoussan e Alain Besançon, il medievista Rémi Brague, lo scrittore Pascal Bruckner, l'ex ministro Luc Ferry, i filosofi Alain Finkielkraut e Jean-Pierre Le Goff, lo studioso Pierre Nora, il professor Robert Redeker, il romanziere algerino Boualem Sansal, il politologo Pierre-André Taguieff e altri.

“Non molto tempo fa, l'apartheid regnava in Sud Africa. Oggi l'apartheid di un nuovo tipo viene proposta alla Francia, una segregazione capovolta grazie alla quale i 'dominati' preserverebbero la loro dignità riparandosi dai 'dominatori'.

Il nuovo separatismo avanza mascherato. Vuole apparire benigno, ma è in realtà l'arma della conquista politica e culturale dell'islamismo. Vogliamo vivere in un mondo in cui entrambi i sessi si guardano l'un l'altro senza sentirsi insultati dalla presenza dell'altro. Vogliamo vivere in un mondo in cui le donne non sono giudicate inferiori per natura. Vogliamo vivere in un mondo in cui le persone possano incontrarsi senza paura. Vogliamo vivere in un mondo in cui nessuna religione detta legge”.

Non so se la Francia sia perduta, come spesso temo, ma almeno esistono ancora delle teste pensanti che hanno il coraggio di battersi per ciò che siamo e che sanno bene quale sia la minaccia più grande alla nostra cultura.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Nazismo maomettano = dhimmitudine = apartheid = razzismo

Messaggioda Berto » dom apr 08, 2018 5:24 am

Europa: La rapida espansione della dhimmitudine
Judith Bergman
7 aprile 2018

https://it.gatestoneinstitute.org/12129 ... immitudine

Sebbene l'Europa non faccia parte del mondo musulmano, molte autorità europee sembrano tuttavia sentirsi obbligate a sottomettersi all'Islam in modi più o meno sottili. Questa sottomissione volontaria sembra essere senza precedenti: storicamente parlando, dhimmi è un termine arabo che designa un non musulmano conquistato, il quale accetta di vivere come un cittadino "tollerato" di seconda classe, sotto il dominio islamico, sottomettendosi a un insieme di leggi speciali e umilianti e di richieste degradanti da parte dei suoi padroni islamici.

In Europa, la sottomissione alle richieste dell'Islam, nel nome della "diversità" e dei "diritti umani", avviene volontariamente. Ovviamente, questa sottomissione all'Islam è molto paradossale, poiché i concetti occidentali di "diversità" e di "diritti umani" non esistono nei testi fondanti dell'Islam. Al contrario, questi testi stigmatizzano nei termini più forti e suprematisti coloro che rifiutano di sottomettersi al concetto islamico della divinità, Allah, come infedeli che devono convertirsi, pagare la jiziya – la tassa sulla "protezione" – o morire.

Uno degli aspetti più preoccupanti di questa dhimmitudine che si sta espandendo rapidamente è l'applicazione de facto delle leggi islamiche sulla blasfemia. Le autorità locali europee utilizzano i "discorsi di incitamento all'odio" per impedire qualsiasi giudizio critico nei confronti dell'Islam, anche se l'Islam rappresenta una idea, non una nazionalità né un'appartenenza etnica. Lo scopo convenzionale della maggior parte delle leggi contro i discorsi di odio è quello di proteggere le persone dall'odio e non dalle idee. Sembrerebbe quindi che le autorità europee non abbiano alcun obbligo giuridico di perseguire le persone per le critiche mosse all'Islam, soprattutto perché la legge islamica della Sharia non è parte integrante della normativa europea. Ma lo fanno fin troppo volentieri.

L'esempio più recente di questo tipo di dhimmitudine arriva dalla Svezia, dove un pensionato è stato condannato per aver definito l'Islam su Facebook una ideologia "fascista". La disposizione di legge in base alla quale l'uomo è stato accusato, (Brottsbalken [Codice Penale] capitolo16, § 8,1 ), parla esplicitamente di "incitamento" (testualmente in svedese: "hets mot folkgrupp") contro gruppi di persone per la loro "razza, colore della pelle, nazionalità, origine etnica, fede o preferenza sessuale". Tuttavia, la disposizione legislativa non criminalizza le critiche alla religione, all'ideologia o alle idee, perché le democrazie occidentali, quando erano vere democrazie, non criminalizzavano il libero scambio delle idee.

La dhimmitudine in Europa si manifesta anche in molti altri modi. In occasione della giornata mondiale dell'hijab, un evento annuale che si svolge a febbraio, istituita nel 2013 da Nazma Khan – la quale è originaria del Bangladesh e immigrata negli Stati Uniti – "per combattere ogni forma di discriminazione contro le donne musulmane attraverso la sensibilizzazione e l'istruzione", molte parlamentari britanniche hanno deciso di indossare l'hijab. Tra queste c'erano Anne McLaughlin, la laburista Dawn Butler – ex ministra ombra per le Donne e le Pari opportunità – e Naseem Shah. Inoltre, il Foreign Office britannico, che sembra ignorare la disperata lotta delle donne iraniane per la libertà e che è rimasto relativamente in silenzio durante le recenti proteste popolari contro il regime iraniano,[1] ha distribuito sorprendentemente alle sue dipendenti il velo islamico invitandole a indossarlo. Secondo l'Evening Standard, una e-mail interna inviata allo staff diceva:

"Ti piacerebbe provare a indossare un hijab o capire perché le donne musulmane indossano il velo? Partecipa al nostro evento. Velo gratis per tutte quelle che decidono di indossarlo per tutto il giorno o parte della giornata. Le donne musulmane, insieme alle credenti di molte altre religioni, scelgono di portare l'hijab. Molte vi trovano liberazione, rispetto e sicurezza. #StrongInHijab. Join us for #WorldHijabDay".

E questo mentre almeno 29 donne iraniane sono state arrestate per aver contestato l'uso dell'hijab, e probabilmente sono state sottoposte a stupri e ad altre torture, come avviene nelle carceri iraniane. Ciononostante, le parlamentari britanniche e lo staff del Foreign Office hanno celebrato iniquamente il velo come una sorta di strumento contorto di "empowerment femminile".

L'episodio sopra citato non sorprende affatto: la Gran Bretagna è piena di alcuni degli esempi più sconcertanti di dhimmitudine. Gli stupri di massa di minori perpetrati in molte città inglesi da parte di bande musulmane vanno avanti da anni e le autorità ne sono a conoscenza, ma non mettono fine a questi crimini per paura di apparire "razzisti" o "islamofobi".

La dhimmitudine emerge chiaramente anche negli sforzi compiuti dalle autorità britanniche per scusare o spiegare le consuetudini praticate dalle comunità musulmane britanniche. Il comandante della polizia Ivan Balchatchet, responsabile della lotta contro i crimini d'onore, le mutilazioni genitali femminili (MGF) e i matrimoni forzati, ha scritto di recente una lettera in cui afferma che il motivo per il quale non è stata ancora inflitta alcuna condanna nei confronti di coloro che praticano le MGF (che sono state dichiarate illegali nel 1985), nonostante si stimi che in Inghilterra e nel Galles 137 mila donne e ragazze hanno subito tali mutilazioni, è che il reato ha "numerose sfumature". Balchatchet si è in seguito scusato per questa dichiarazione:

"Mi scuso per questa lettera (...) Le MGF sono l'orribile abuso di bambine. È inaccettabile che non ci siano stati casi perseguiti con successo. Occorre collaborazione, è qualcosa che deve cambiare".

Allo stesso modo, secondo dati recenti, centinaia di casi di violenze "d'onore" e di matrimoni forzati che avvengono a Londra restano impuniti. Le cifre mostrano che tra il 2015 e il 2017, la polizia ha registrato 759 crimini "d'onore" e 256 matrimoni forzati solo nella capitale britannica – ma soltanto 138 persone sono finite sotto processo. Diana Nammi, direttrice esecutiva della Iranian & Kurdish Women's Rights Organisation, che offre rifugio alle vittime, ha dichiarato:

"Ciò che rende il fenomeno così allarmante è che le cifre ottenute grazie alla trasparenza nella pubblica amministrazione mostrano che, allo stesso tempo, dal momento che i matrimoni forzati sono penalmente punibili dal 2014, molte più persone in pericolo chiedono aiuto".

La dhimmitudine peraltro non porta "solo" a perpetrare diffusamente stupri su minori, mutilazioni genitali femminili e delitti "d'onore" davanti agli occhi deliberatamente ciechi delle autorità nazionali, ma anche a ostacolare gli sforzi antiterrorismo. In una recente intervista alla televisione di stato svedese Svt, Peder Hyllengren, un ricercatore dello Swedish Defense College, ha dichiarato:

"Diversamente da altri paesi europei, si rischia di essere considerati razzisti. Qui, tale questione è controversa quanto l'importanza che assume la lotta contro il nazismo e l'estremismo di destra. Ma in Svezia ci è voluto molto tempo prima di ammettere che parlare di jihadismo è come parlare di nazismo".

Hyllengren è troppo severo con la Svezia: le misure contro il jihad sono state ostacolate dai leader occidentali ovunque subito dopo l'11 settembre, quando il presidente George W. Bush dichiarò che "l'Islam è pace". Il presidente Obama ha rimosso ogni riferimento all'Islam nei manuali di addestramento dell'FBI che i musulmani consideravano offensivi. La premier britannica Theresa May ha affermato che l'Islam è una "religione di pace". L'attuale leadership di New York City ha ammonito i newyorkesi, subito dopo l'attacco a Manhattan dell'ottobre 2017, a non collegare l'attentato terroristico all'Islam.

Più recentemente, Max Hill, un avvocato della Corona incaricato dal Parlamento britannico di guidare una commissione indipendente per la revisione delle leggi anti-terrorismo, ha affermato che è fondamentalmente "sbagliato" usare l'espressione "terrorismo islamista" per descrivere gli attacchi compiuti in Gran Bretagna e altrove. Secondo quanto riferito dall'Evening Standard, Max Hill ha detto che la parola terrorismo non dovrebbe essere collegata a "nessuna delle religioni del mondo", piuttosto dovrebbe essere usata l'espressione "terrorismo ispirato dal Daesh". L'anno scorso, Max Hill aveva opinato che alcuni jihadisti di ritorno dalla Siria e dell'Iraq avrebbero dovuto sottrarsi a qualsiasi azione giudiziaria perché "ingenui".

In Germania, la dhimmitudine ora è un fenomeno talmente profondo che di recente il ministro della Famiglia ha affermato che le aggressioni sessuali da parte dei migranti musulmani potrebbero essere evitate invitando nel paese le madri e le sorelle degli immigrati islamici già arrivati in Germania. Questa è stata la risposta del ministro tedesco a una interrogazione presentata al Bundestag in merito a quali "concrete misure educative e di prevenzione del pericolo" il suo ministero stava pianificando per "proteggere e informare a lungo termine le donne e le ragazze degli attacchi fisici e sessuali potenzialmente fatali aumentati in misura sproporzionata e perpetrati dal 2015" da parte dei migranti. Ecco la patetica risposta del ministro:

"...Da un lato ciò riguarda gli alloggi in cui vivono i giovani rifugiati non accompagnati. E ovviamente (...) sì (...) anche la cultura maschilista dalla quale essi spesso provengono. (...) Nei loro paesi di provenienza, tale cultura non è tenuta nascosta e si tenta di parlarne, e ovviamente di influenzarli, è abbastanza ovvio. (...) Abbiamo qui la relazione di un esperto, il professor Pfeiffer, il quale fornisce dei punti di partenza molto precisi (...) noi dobbiamo lavorare con i giovani e sappiamo che i ricongiungimenti familiari sono importanti (...) lui [il professore] dice che la stessa cosa vale per i giovani uomini autoctoni e per quelli provenienti da altri paesi, sono più facili da gestire se hanno vicino a loro le madri e le sorelle".

L'Europa è piena di altri esempi recenti di dhimmitudine, offerti da innumerevoli attori statali e commerciali. C'è stata la rimozione di un crocifisso da parte in un giudice tedesco che presiedeva un processo a carico di un afgano accusato di aver minacciato un altro musulmano che voleva convertirsi al Cristianesimo; il brand di abbigliamento H&M ha ritirato dei calzini dal mercato la cui stampa ricorderebbe la parola "Allah" scritta in arabo capovolta, dopo alcune lamentele da parte di musulmani; un tribunale francese ha fatto cadere le accuse di istigazione all'odio a carico di un sospetto omicida musulmano, che aveva confessato di aver ucciso la sua vicina di casa ebrea, una donna di 66 anni da lui torturata prima di essere defenestrata al grido di "Allahu Akbar". Secondo quanto riferito, due anni prima dell'omicidio, l'uomo aveva chiamato "sporca ebrea" la figlia della vittima.

E la lista è lunga. Sheikh Yusuf Qaradawi, il leader spirituale dei Fratelli Musulmani, che ha affermato che l'Europa sarà conquistata non con la spada, ma con la dawa, probabilmente non potrebbe essere più felice. L'Europa si genuflette per esaudire il suo desiderio.

Nella foto: Donne che indossano il niqab islamico davanti all'ambasciata francese a Londra, l'11 aprile 2011, durante un sit-in. (Foto di Peter Macdiarmid/Getty Images)

Judith Bergman è avvocato, editorialista e analista politica.

[1] Il segretario agli Esteri Boris Johnson si è limitato a dire:

"...ci dovrebbe essere un dibattito significativo sulle questioni legittime e importanti, che i manifestanti stanno sollevando e speriamo che le autorità iraniane lo permettano. (...) Le persone dovrebbero essere in grado di avere la libertà di espressione e di manifestare pacificamente nel rispetto della legge. (...) Noi (...) chiediamo a tutti gli interessati di astenersi dalla violenza e di osservare gli obblighi internazionali sui diritti umani".




Islamizzazione dell'Europa
viewtopic.php?f=92&t=2209
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Nazismo maomettano = dhimmitudine = apartheid = razzismo

Messaggioda Berto » mar lug 21, 2020 5:55 pm

Il futuro dell’Europa sarà quello del Libano
Davide Cavaliere
21 luglio 2020
(Traduzione italiana a cura di Emanuel Segre Amar e Niram Ferretti)

https://www.corriereisraelitico.it/il-f ... el-libano/

Bat Ye’or, ovvero “Figlia del Nilo”, è lo pseudonimo della storica e saggista Gisèle Littman. Autrice di studi pionieristici sulla condizione sociale delle minoranze religiose nel mondo islamico e per aver introdotto i termini “dhimmitudine” ed “Eurabia”. Col primo indica lo stato di sottomissione al dominio islamico di territori e popolazioni, col secondo la teoria geopolitica che mira alla fusione delle due sponde del Mediterraneo. Nella presente intervista, si affronta anche il tema del riciclo dei gerarchi nazisti in seno all’Unione Europea. I lavori di Bat Ye’or sono pubblicati in Italia dall’editore Lindau di Torino.

Ha accettato di rispondere ad alcune domande per il Corriere Israelitico.

Nel suo lavoro, specialmente nel celebre Eurabia: l’Asse euro-araba, lei ha messo in evidenza la natura antisionista e filo-araba dell’Unione Europea. Puoi spiegarci, in generale, quali sono gli interessi che legano l’Europa al mondo arabo?

Gli interessi sono variati dagli anni ’60, quando la strategia di Eurabia fu elaborata. Tuttavia, non è nata dal nulla. Già dalla Prima Guerra Mondiale, in termini energetici, il petrolio era un elemento essenziale dello sviluppo industriale ed economico per l’Europa e motivava una politica di avvicinamento euro-arabo. D’altra parte, la Francia e la Gran Bretagna erano imperi musulmani già nel XIX secolo, abitati da numerose popolazioni musulmane, le cui metropoli temevano l’ostilità religiosa. Dopo la decolonizzazione, i paesi europei vollero creare con i paesi musulmani una politica mediterranea privilegiata, che escludesse gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Questa strategia fu rivendicata dai circoli gollisti negli anni ’60 ed era accompagnata da una vasta gamma di relazioni commerciali, politiche, strategiche e culturali privilegiate.

Sul piano religioso, l’intero mondo cristiano, in particolare il Vaticano, e il mondo musulmano si sono opposti al sionismo sin dalle sue prime manifestazioni. Solo pochi movimenti di minoranze cristiane erano a favore. Dopo la Dichiarazione di Balfour e la Dichiarazione di Sanremo (1920), che ratificarono la creazione di un futuro Stato Ebraico, si stabilì una collaborazione antisemita internazionale islamo-cristiana. Collaborazione che si manifestò alla Conferenza di Evian (1938) con il rifiuto dei paesi occidentali, compresi gli Stati Uniti, di accogliere gli ebrei tedeschi e austriaci perseguitati dal regime nazista. Nei paesi arabi, prima e durante la Seconda Guerra Mondiale, le masse arabe e musulmane si entusiasmavano del nazismo e del fascismo; i leader politici e militari arabi suggellarono alleanze con i nazisti, i fascisti e i collaborazionisti. Nel 1947, due anni dopo la pace, la giudeofobia era ancora diffusa in Europa, mantenuta dagli stessi funzionari collaborazionisti rimasti al loro posto dopo la guerra e legati ai popoli arabi dalla stessa ideologia di sterminio del popolo ebraico. La sopravvivenza di Israele dopo l’aggressione di cinque eserciti arabi ben equipaggiati militarmente e sostenuti in Palestina dalle milizie arabo-naziste di Amin al-Husseini (1947-1948), avvenne nonostante l’Europa. Tutti i documenti di quel periodo lo confermano. Da qui la creazione di un organo del tutto speciale, l’UNRWA, per accogliere gli arabi della Palestina che fuggivano dai combattimenti nei paesi arabi fratelli di cui avevano preteso l’intervento militare per sterminare gli ebrei.

Dal 1967-1969 vediamo la rinascita, nella Francia gollista, di queste reti di collaborazione euro-arabe forgiate dall’alleanza dei nazisti con i popoli arabi nella comune volontà politica genocidaria del popolo ebraico. Questa situazione è stata denunciata e combattuta da intellettuali e politici. Il 15 dicembre 1973, a Copenhagen, i nove paesi della Comunità Europea presero ufficialmente le parti dell’OLP e nel settembre del 1977 una dichiarazione in tal senso venne fatta all’ONU. Oramai, gli arabi di Palestina, Arafat e l’OLP incarnano l’arma di distruzione dello Stato d’Israele in favore del movimento antisemita europeo che, sotto la copertura di antisionismo, può esprimersi apertamente nel contesto di una politica convergente dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri. Questa tendenza diventa molto popolare in Europa ed è una mappa essenziale della sua politica.

L’Unione Europea si è dimostrata ostile alle sovranità nazionali, considerate un’eredità del passato da abbandonare a favore di istituzioni sovranazionali. Israele, al contrario, è uno stato nazionale geloso della sua indipendenza e dotato di una forte identità. In che misura ritienie che i pregiudizi antinazionali dell’Unione Europea abbiano pesato sulla sue relazione con lo Stato Ebraico?

Non credo che questi pregiudizi antinazionali abbiano avuto molta influenza sull’antisionismo europeo. L’Europa stessa promuove un nazionalismo inesistente, lo pseudo-palestinismo, che ha creato e sostiene a suon di miliardi. D’altra parte, tutti i paesi arabi sono ultra-nazionalisti, così come la Turchia, la Cina, il Giappone e molti altri paesi. L’Unione Europea vuole sopprimere le frontiere del suo continente, riprendendo un progetto creato nel 1938 da Walter Hallstein che promuoveva un’Europa senza frontiere guidata dal 3 ° Reich e Judenrein. Hallstein, che fu un eminente nazista, fu eletto dai leader europei primo presidente della Commissione europea (1956-67).

Nonostante il fallimento del comunismo, l’internazionalismo fu promosso dai partiti di sinistra. Bruno Kreisky, presidente dell’Internazionale socialista e diventato cancelliere austriaco (1970-83), rafforzò i legami della sinistra occidentale con il mondo islamico. Egli fu il primo statista a invitare Arafat alle Nazioni Unite e a dare una legittimità all’OLP, il cui progetto di sradicamento dello Stato Ebraico fu incarnato dal suo leader, Yasser Arafat, sostenuto dall’Unione Sovietica. Io credo che sia stato il progetto di Hallstein insieme alla politica di fusione e di collaborazione con il mondo arabo a determinare la retorica di un’Europa senza frontiere dall’insieme dei movimenti politici europei. I documenti dell’epoca menzionano la volontà di creare un potente blocco europeo in grado di competere con l’America che sarebbe collegato con gli Stati produttori di petrolio.

Quale futuro geopolitico e demografico prospetta per il Vecchio Continente?

Se le decisioni politiche prese dal 1973 che posero in essere la guerra nascosta dell’UE contro Israele – ora svelata pubblicamente dalla politica di Donald Trump – e che sono state la base dei meccanismi dell’immigrazione musulmana di massa in Europa, con le trasformazioni sociali, religiose, legali e culturali conseguenti saranno mantenute dalle élite al potere, il futuro è chiaro. Sarà quello del Libano, del declino dell’Europa nella dhimmitudine. Già da molto tempo il terrore jihadista ha soppiantato l’inviolabilità dei diritti umani in Europa, incluso il diritto elementare di ciascuno alla sicurezza.

Le nostre società sono fratturate dall’adesione di milioni di immigrati alla Sharia e dai loro legami con i loro paesi di origine ostili all’Occidente e alla sua civiltà giudeo-cristiana. La partecipazione europea allo jihad contro Israele ha pervertito i valori occidentali a tutti i livelli e diffuso i concetti islamici della cultura e della storia, che oggi impregnano l’Europa. Questa politica fu scientemente concepita, studiata e applicata in tutti i campi, dai comitati congiunti euro-arabi del Dialogo Euro-Arabo creati nel 1974 a Parigi sotto l’egida della Commissione europea, ed è il motivo per cui i capi di stato hanno piena responsabilità per le sue conseguenze. Dal 1973 l’Unione Europea ha instaurato un rapporto di vassallaggio con l’Organizzazione della Cooperazione Islamica, da cui derivano alcuni vantaggi economici nel breve termine a scapito dei suoi interessi nel lungo termine.

In tutta Europa, compresa l’Italia, gli intellettuali che criticano l’Islam e il multiculturalismo sono censurati, denunciati e messi a tacere. Basti pensare a Robert Redeker, Eric Zemmour, Georges Bensoussan, Magdi Allam e molti altri. Quale sarà il ruolo del dissenso intellettuale nell’emergente Europa post-identitaria?

Io stessa sono stata criminalizzata senza prove, vittima di incitamenti all’odio e di ingerenze illegali ed erronee nella mia vita privata. Queste sono accuse che non subiscono nemmeno i criminali protetti dalla presunzione di innocenza. Si sono rese necessarie misure di protezione. Questa azione piena di odio mirava a screditare tutte le mie ricerche sulla dhimmitudine e la sua espansione in Europa tramite le reti del dialogo euro-mediterraneo guidate dalla Commissione europea e dalla Lega araba. Il totalitarismo intellettuale imposto dal pensiero unico e refrattario a tutte le riflessioni che lo contraddicono mi ha messa al bando dalla società. Essendo ebrea sono stata accusata di complottismo, un’accusa razzista contro gli ebrei proveniente dagli antisemitismi cristiani, ma ancora più virulenta nell’Islam. Pertanto mi considero vittima di un razzismo giudeofobico che ha sporcato il mio onore e la mia reputazione professionale.

Il ruolo della dissidenza intellettuale dovrà seguire criteri specifici in un’Europa che ha già adottato e integrato a livello sociale, giuridico, culturale e politico, alcuni vincoli della Sharia, dei concetti e comportamenti musulmani tradizionali nei confronti dei dhimmi, dei cristiani, degli ebrei e dei musulmani accusati di apostasia, nei confronti delle donne e del Dar al-Harb, il territorio della miscredenza. A ciò si aggiunge una visione della storia e dei diritti dell’uomo secondo i principi della Sharia, vale a dire della fede e quindi, fondamentalmente, opposti ai criteri occidentali. Inoltre, sarà necessario conoscere l’ideologia jihadista che introduce l’inversione delle nozioni di aggressore e di aggredito, d’innocenza e di colpa, di giustizia e di crimine.

La dissidenza intellettuale dovrà definire i suoi obiettivi: difendere i suoi diritti democratici e i valori etici della civiltà giudaico-cristiana occidentale. Dovrà conoscere il suo campo di battaglia, che è quello di una dhimmitudine che lei rifiuta per rimanere libera e sfuggire al destino degli ebrei e dei cristiani ridotti allo stato di fossili dalle leggi del jihad e del dhimmitudine. Dovrà integrare e comprendere queste nozioni nella loro storicità e nella loro nocività politica attuale e individuare i loro canali di trasmissione, generalmente legati alla corruzione e all’antisemitismo. Dovrà accogliere i musulmani che prendono parte a questa guerra, perché non è una guerra contro l’islam, è una guerra per mantenere le nostre libertà e le nostre identità. I popoli d’Europa hanno il diritto di rifiutare la dhimmitudine. Tuttavia, tutto ciò di cui vi sto parlando è completamente ignorato dal grande pubblico e dagli intellettuali. E non ci si può opporre a qualcosa che non si vede, che non si capisce e per la quale non esiste una definizione. Ecco perché temo che quella che dovrebbe essere una battaglia di idee si trasformi in una confusione violenta che farà molte vittime innocenti senza portare progressi.

Nel suo libro più famoso, Eurabia, ha anche toccato il tema dell’islamizzazione dei patriarchi biblici e di Gesù. Oggi, un movimento che ha espresso posizioni anti-israeliane e antisemite, Black Lives Matter, denuncia le rappresentazioni “bianche” di Gesù. Vede, in questo atteggiamento, un nuovo tentativo di espropriare gli occidentali dalla loro cultura?

Il movimento Black Lives Matter è un movimento violento infiltrato dall’islamismo e dal palestinismo, che sfruttano uno storico conflitto americano per incitare all’odio contro i cristiani, gli ebrei e in generale contro i bianchi americani, al fine di seminare il caos attraverso conflitti razziali e etnici per distruggere l’America. Bisogna anche vederci una manovra del Partito Democratico per eliminare Trump e prendere il potere. La denuncia di Gesù “bianco” aggiunge un elemento razziale alla giudeofobia e alla cristianofobia islamica che islamizza la Bibbia, cioè le basi dell’ebraismo e del cristianesimo, per impiantarci l’Islam. Molti afroamericani si oppongono a questo movimento che ha incendiato anche le capitali europee.

Personalmente, non avrei alcuna obiezione alla rappresentazione umana di Gesù sotto una forma africana se ciò può servire ad avvicinarlo ai cristiani africani. Per i credenti cristiani Gesù è una forma di Dio e il suo messaggio come ebreo è universale.

Mi permetta un’osservazione sul mio libro Eurabia. È forse il più famoso, ma non è il più importante per me. Attribuisco questo ruolo a Il Declino della Cristianità sotto l’Islam, dal jihad alla dhimmitudine (Lindau) perché è lì che definisco il concetto cruciale di dhimmitudine come caratteristica storica delle popolazioni sconfitte dal jihad in tre continenti, L’Africa, l’Asia e l’Europa. Lì sviluppo gli argomenti e fornisco i criteri. Per me Eurabia è stato uno studio delle manifestazioni della dhimmitudine nel ventesimo secolo in alcuni paesi europei che non furono conquistati dal jihad e i cui governi l’hanno accolta con entusiasmo. Eurabia esamina principalmente la Francia, ma un’analisi degli altri paesi della comunità, l’Italia ai tempi di Aldo Moro (Lodo Moro) e di Giulio Andreotti, della Gran Bretagna, dei paesi scandinavi, in particolare della Norvegia (non membro della UE), darebbe un’immagine molto più cupa.

Lei ha conosciuto Oriana Fallaci. Puoi dirci qual è il suo ricordo della grande giornalista italiana?

Non ho mai incontrato Oriana. Si è messa in contatto con me qualche tempo prima di morire attraverso un amico comune che conosceva il mio lavoro e le ha dato il mio indirizzo. Oriana mi scriveva spesso per informazioni. Soffriva enormemente per non poter tornare in Italia e soprattutto per l’odio che il mondo politico aveva per lei in quel momento. lei capiva molto bene cosa sarebbe successo in futuro. L’incubo di veder distruggere la magnifica Italia con i suoi monumenti, le sue opere d’arte, la ricchezza senza pari del suo patrimonio storico, la tormentava incessantemente. Ho provato a consolarla, ma non sono sofferenze che le parole possano lenire.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Nazismo maomettano = dhimmitudine = apartheid = razzismo

Messaggioda Berto » mar lug 21, 2020 5:56 pm

Razzismo dei neri contro i bianchi
viewtopic.php?f=196&t=2913

Razzismo contro i bianchi euroamericani, non né possiamo più del razzismo dei neri africani, dei sinistri e dei nazi maomettani
Io sto con i poliziotti che hanno difeso la legge e il buon diritto contro i criminali di qualsiasi colore.
Io sto con Abele e i 4 poliziotti che lo difendono e non con Caino e i suoi complici, difensori e sostenitori.
Io non mi inginocchio per la morte accidentale del delinquente abituale George Floyd.
Io sto con i figli di Abele e non con quelli di Caino che assomigliano al padre.
Io sto con l'uomo di buona volontà che si guadagna il pane con il sudore della fronte e non derubando il prossimo come i delinquenti abituali, i parassiti e certe mostruosità castuali che manipolano i valori, i doveri e i diritti umani naturali, universali e civili.


Forza Trump, gli uomini di buona volontà di tutta la terra sono con te!
https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... 6418241981


Io sono un uomo bianco, orgogliosamente bianco e vivo nella terra della mia gente bianca che è l'Europa.
Se l'Africa è nera l'Europa è bianca.

Se gli africani neri hanno diritto all'Africa nera ciò vale anche per gli europei bianchi che hanno diritto all'Europa bianca.
Non solo bianca ma religiosa e non religiosa, atea, aidola, agnostica, giudaico cristiana, illuminata e laica.
L'Europa non è nera e nemmeno maomettana.
Lo spirito divino e umano non è soggetto alle manipolazioni delle ideologie e delle utopie politiche e religiose.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... =3&theater

Non vi è nulla di male ad essere bianchi, europei, occidentali, cristiani, ebrei e non religiosi.
Anzi è un di più per l'umanità che vi siano anche i bianchi, perché la ricchezza della diversità è un bene della vita, della terra, della creazione e dell'universo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Precedente

Torna a Islam

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti

cron