Il Papa bugiardo e l'infernale alleanza con l'Islam

Re: El Papa buxiaro e l'enfernal ałeansa co l'Ixlam

Messaggioda Berto » mer gen 11, 2017 8:25 am

???

Papa Francesco: "No politiche di chiusura verso gli immigrati"
Il Papa ha ribadito "il diritto di ogni essere umano di andare in altre comunità politiche e stabilirsi in esse". Poi un "grazie" all'Italia per l'accoglienza degli immigrati
Luca Romano - Lun, 09/01/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 49570.html

Papa Francesco è tornato a parlare degli immigrati e ha ribadito oggi "il diritto di ogni essere umano di andare in altre comunità politiche e stabilirsi in esse".

Lo ha fatto nel discorso al Corpo Diplomatico ricevuto oggi in Vaticano per lo scambio degli auguri d’inizio anno. Per il Papa, occorre "nello stesso tempo garantire la possibilità di un’integrazione dei migranti nei tessuti sociali in cui si inseriscono, senza che questi sentano minacciata la propria sicurezza, la propria identità culturale e i propri equilibri politico-sociali". "D’altra parte - ha osservato - gli stessi migranti non devono dimenticare che hanno il dovere di rispettare le leggi, la cultura e le tradizioni dei Paesi in cui sono accolti". Dunque, "un approccio prudente da parte delle autorità pubbliche non comporta l’attuazione di politiche di chiusura verso i migranti, ma implica valutare con saggezza e lungimiranza fino a che punto il proprio Paese è in grado, senza ledere il bene comune dei cittadini, di offrire una vita decorosa ai migranti, specialmente a coloro che hanno effettivo bisogno di protezione".

"Soprattutto - ha spiegato Papa Francesco nel discorso agli ambasciatori accreditati in Vaticano- non si può ridurre la drammatica crisi attuale ad un semplice conteggio numerico". "I migranti - ha ribadito il Papa - sono persone, con nomi, storie, famiglie e non potrà mai esserci vera pace finchè esisterà anche un solo essere umano che viene violato nella propria identità personale e ridotto ad una mera cifra statistica o ad oggetto di interesse economico". Secondo Francesco, dunque, occorre dare vita ad "una cultura della misericordia, basata sulla riscoperta dell’incontro con gli altri: una cultura in cui nessuno guarda all’altro con indifferenza nè gira lo sguardo quando vede la sofferenza dei fratelli". "Solo così - ha rilevato - si potranno costruire società aperte e accoglienti verso gli stranieri e, nello stesso tempo, sicure e in pace al loro interno. Ciò è tanto più necessario nel tempo presente, in cui proseguono senza sosta in diverse parti del mondo ingenti flussi migratori". "Penso in modo particolare - ha precisato - ai numerosi profughi e rifugiati in alcune zone dell’Africa, nel Sudest asiatico e a quanti fuggono dalle zone di conflitto in Medio Oriente". Nel suo discorso, il Papa ha poi citato i due importanti appuntamenti convocati nel 2016 dalle Nazioni Unite: il primo Vertice Umanitario Mondiale e il Vertice sui Vasti Movimenti di Rifugiati e Migranti.



Me comento

Il Papa cerchio bottista, se il caso anche bugiardo e irresponsabile, manipolatore di diritti dei diritti umani e civili.

Mi dispiace per te, Begoglio, ma non è un diritto umano universale quello di poter andare a piacimento e liberamente in altre comunità politiche e stabilirsi in esse per godere dei loro diritti civili, politici ed economici, poiché è soltanto una possibilità che dipende esclusivamente dalla volontà, dalle possibilità e dal diritto di queste comunità di decidere se, chi, come e quando.

Poi ha aggiunto che: "un approccio prudente da parte delle autorità pubbliche non comporta l’attuazione di politiche di chiusura verso i migranti, ma implica valutare con saggezza e lungimiranza fino a che punto il proprio Paese è in grado, senza ledere il bene comune dei cittadini, di offrire una vita decorosa ai migranti, specialmente a coloro che hanno effettivo bisogno di protezione".

Poi ha aggiunto che:
"D’altra parte - ha osservato - gli stessi migranti non devono dimenticare che hanno il dovere di rispettare le leggi, la cultura e le tradizioni dei Paesi in cui sono accolti"

Bergoglio sei proprio un politicante cerchio bottista!
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Re: El Papa buxiaro e l'enfernal ałeansa co l'Ixlam

Messaggioda Berto » mer gen 11, 2017 8:27 am

Ecco il volto dell'islam italiano: "Sì alla violenza in nome di Dio"
Lo studio: il 24% dei musulmani sostiene la guerra santa Uno su tre convinto che chi offende Allah vada punito
Gian Micalessin - Mar, 10/01/2017

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 49795.html

I l dato più inquietante lo sta facendo rimbalzare, nel silenzio un po' attonito del mondo politico e dei media italiani, il ricercatore Michele Groppi, un pallavolista convertitosi, dopo gli studi a Londra e in Israele, alla ricerche sulla radicalizzazione all'interno della comunità islamica italiana.

Secondo la tesi preparata da Groppi per il King's College di Londra il 24% dei circa 440 musulmani italiani interpellati nel corso di oltre tre anni di ricerche «sostiene la violenza in nome di Dio» e il 30% crede che «chi offenda l'Islam e i suoi principi debba essere punito».

Ma non solo. Il 20% degli individui incontrati da Groppi nel corso del suo studio abolirebbe il crocefisso e le recite di Natale nelle scuole mentre il 44% rimpiazzerebbe volentieri la nostra morale con quella islamica. Il dato più sconcertante a livello di sicurezza è sicuramente quello riguardante la propensione alla violenza. Se proiettato su una popolazione di circa 1 milione 700mila musulmani presenti in Italia il dato ci costringerebbe a fare i conti con 400mila individui pronti a giustificare la violenza nel nome di Allah e del Corano. E a questi andrebbero aggiunti gli oltre 500mila convinti della necessità di castigare o condannare chiunque non si attenga ai propri principi religiosi. Michele Groppi sentito al telefono dal Giornale - pur definendo «teorica» una proiezione su scala nazionale del dato - difende la natura «statisticamente significativa» del campione su cui ha lavorato. «I dati sono maturati nel corso di tre anni e mezzo di lavoro durante i quali ho fatto sondaggi in 15 città italiane e girato per moschee, scuole e mercati lavorando su un campione quanto più eterogeneo possibile di oltre 440 persone e realizzando 200 passa e interviste. Quello utilizzato è un campione assolutamente significativo formato in base all'analisi demografica della popolazione musulmana in Italia. Anzi volendo considerare quanti si sono rifiutati di rispondere alle domande dovrei dire che la situazione rischia di essere più seria di quanto appare».

Anche i dati sulla propensione ad abolire crocefissi e feste cristiane nelle scuole italiane, rivendicata da oltre un quinto dei musulmani intervistati, appaiono assai poco rassicuranti. Soprattutto se a questi s'aggiunge un 44% d'individui 748mila volendo azzardare un'altra «teorica» proiezione - convinti della necessità d'introdurre anche nel nostro paese i precetti islamici soppiantando quelli della tradizione giudaico cristiana e della democrazia. «Se uno vuole rimpiazzare con una propria morale quella della società che lo accoglie diventa difficile creare una società coesa e questo rischia inevitabilmente di creare delle divisioni», ammette il ricercatore. Ma l'elemento più rilevante e più pericoloso messo in rilievo dalla tesi di Groppi è il diffuso permanere all'interno della comunità islamica italiana di mentalità che sostengono apertamente l'intolleranza e la violenza. «È un fenomeno molto simile a quello osservato negli anni 70 tra le fila comunisti italiani quando una parte dei militanti del Pci continuava tacitamente a sostenere la violenza delle Brigate Rosse. Molti individui sia islamici sia non islamici giustificano la propensione all'intolleranza o alla violenza con teorie legate razzismo, all'emarginazione e alla discriminazione, ma il mio studio dimostra chiaramente che a livello inferenziale la variabile più rilevante è quella ideologica. Non dico che la discriminazione o il risentimento verso le politiche occidentali non esistano e non creino problemi, ma esiste probabilmente una ragione interna, una lotta ideologica interna all'Islam che in qualche modo divide la comunità e spinge una parte di essa verso l'accettazione di alcune tesi». Nella conversazione con il Giornale il ricercatore è molto attento a ribadire come «l'acquisizione di idee radicali non determina necessariamente la violenza» e a far notare come la maggioranza della comunità islamica resti comunque estranea alla violenza e lontana da idee radicali. Un atteggiamento meno percepibile non appena lo studio s'incentra sulla valutazione di elementi critici come l'atteggiamento nei confronti di Israele o delle comunità ebraiche. L'antisemitismo all'interno della popolazione islamica italiana raggiungerebbe, infatti, vette oscillanti tra il 60 e l'80% mentre il 61% dei musulmani interpellati è convinto che «gli Ebrei controllino il mondo e siano responsabili di molti mali». Un segnale non esattamente incoraggiante. Soprattutto per una comunità di un milione e 700mila persone chiamata a rompere con estrema urgenza ogni forma di ambiguità e di connivenza con violenza e terrorismo.
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Re: El Papa buxiaro e l'enfernal ałeansa co l'Ixlam

Messaggioda Berto » mar gen 17, 2017 1:37 pm

«Gesù non è figlio di Dio». Passi del Corano letti durante la funzione anglicana per l’Epifania in Scozia
gennaio 17, 2017 Leone Grotti

Le letture nel nome del dialogo. La protesta del vescovo anglicano Nazir-Ali: «Le autorità della Chiesa episcopale scozzese dovrebbero ripudiare questo gesto sconsiderato»

http://www.tempi.it/gesu-non-e-figlio-d ... H4AcVzdVXk

Perché i re Magi hanno portato in dono a Gesù oro, incenso e mirra se non è figlio di Dio? È questa la domanda che molti fedeli anglicani di Glasgow avrebbero potuto farsi durante una celebrazione dell’Epifania alla cattedrale di Saint Mary. Avrebbero potuto, se avessero saputo l’arabo.

CORANO IN CHIESA. Ha destato scalpore la decisione della Chiesa episcopale scozzese, che fa parte della Comunione anglicana, di includere nel servizio per l’Epifania passi dal Corano letti in arabo. Durante la funzione Madinah Javed, 19 anni, ha letto alcune parti del libro di Maryam, che narra la storia della nascita di Gesù e dice chiaramente che il figlio di Maria non è figlio di Dio, ma profeta e «servo di Allah, al quale non si addice prendersi un figlio».

«RIPUDIARE IL GESTO». Molti fedeli hanno protestato. In particolare, l’ex vescovo di Rochester, Michael Nazir-Ali, ha dichiarato: «I cristiani dovrebbero conoscere ciò in cui credono i loro concittadini e di conseguenza possono leggere il Corano da soli, in arabo o in traduzione. Ma non è la stessa cosa leggere in chiesa il Corano durante una funzione pubblica di adorazione. Le autorità della Chiesa episcopale scozzese dovrebbero immediatamente ripudiare questo gesto sconsiderato».
Ma il prevosto della Cattedrale, Kelvin Holdsworth, ha difeso la decisione: «Eventi come questo sono avvenuti molte volte in passato in questa chiesa e non solo. Hanno aiutato ad approfondire i rapporti di amicizia locali, capire ciò che abbiamo in comune [con i musulmani] e dialogare su ciò che ci differenzia».

«PRESTO SAREMO ESTINTI». Questo episodio non fa che confermare le difficoltà della Chiesa anglicana, che in Inghilterra, secondo l’ex arcivescovo di Canterbury Lord Carey, «sarà estinta tra una generazione se non facciamo niente». Il problema non sono le iniziative dubbie come questa, le discussioni accese sui matrimoni gay o le minacce di scisma, quanto le fondamenta di una religione ormai pericolante. Infatti, un sondaggio condotto nel 2003 da Christian Research ha evidenziato che solo il 58 per cento dei sacerdoti di sesso maschile e appena il 33 per cento dei preti donne crede che Gesù sia nato da Maria Vergine; solo il 68 per cento dei sacerdoti maschi e il 53 per cento dei preti donne crede che Gesù sia risorto; solo il 53 per cento dei sacerdoti maschi e il 39 dei preti donne crede che la fede in Gesù possa salvare l’uomo.



Alberto Pento
Vero, ma lasciamo entrare anche chi potrebbe sostenere che Maometto è stato un criminale assassino terrorista, razzista e fondatore del nazismo maomettano che è assai peggiore di quello hitleriano e che Allah non è altro che il suo idolo di morte che si nutre del sangue di ogni diversamente religioso e pensante della terra, non islamico.
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Re: El Papa buxiaro e l'enfernal ałeansa co l'Ixlam

Messaggioda Berto » mar gen 17, 2017 1:47 pm

Gli imam a lezione di Costituzione
martedì 10 gennaio 2017

http://www.toscanamedianews.it/gli-imam ... uzione.htm

Un corso per imam sui diritti e i doveri della Costituzione, per un dialogo tra religioni e culture diverse. Coinvolte le università di Pisa e Firenze

Un corso di formazione per imam su diritti e doveri della Costituzione, per un dialogo tra religioni e culture diverse che favorisca l'integrazione, è al via nella sede di Giurisprudenza del Campus di Ravenna. Alla Fondazione Flaminia la gestione del progetto, bandito dal ministero dell'Interno nell'ambito del programma Fami 2014.

Sei le università coinvolte: Bologna, Calabria, Salerno, Bari, Pisa e Firenze. Diretto da Giovanni Cimbalo dell'Alma Mater, il corso è coordinato da Federica Botti dell'Università di Bologna.

Nel programma figurano i principi costituzionali in materia di libertà religiosa e coscienza, libertà di disporre di edifici di culto, libero esercizio del culto, rispetto dei diversi culti e dei non credenti, libertà di celebrare i riti della propria religione e obblighi di legge da rispettare. Approfondire quindi identità culturali e religiose, "abituando al rispetto reciproco e alla convivenza come miglior antidoto al radicalismo, all'estremismo religioso e alle intolleranze".


Alberto Pento
Ma nel corso è compreso anche l'insegnamento a rispettare anche in non credenti che magari potrebbe sostenere che Maometto è stato un criminale assassino terrorista, razzista e fondatore del nazismo maomettano che è assai peggiore di quello hitleriano e che Allah non è altro che il suo idolo di morte che si nutre del sangue di ogni diversamente religioso e pensante della terra, non islamico.
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Re: El Papa buxiaro e l'enfernal ałeansa co l'Ixlam

Messaggioda Berto » mar gen 17, 2017 3:20 pm

Lettera aperta a Papa Bergoglio
di 16.01.2017
Deborah Fait

http://www.informazionecorretta.it/main ... Q.facebook

Illustre Papa Francesco,

Le scrivo perchè sento un gran peso sul cuore a causa delle enormi ingiustizie e delle menzogne di cui è oggetto Israele, il mio Paese, il Paese degli ebrei. C'è chi ha cercato di scoraggarmi dicendo che Lei, occupato com'è, non leggerà mai questa lettera, può essere, ma io ho fiducia perchè, come diceva l'ebreo Gesù (Ieshu in ebraico), le vie del Signore sono infinite.

Papa Francesco, Lei ieri ha ricevuto in Vaticano, con grande cordialità, abbracci e sorrisi di simpatia (e con i corpi dei nostri ragazzi ancora caldi dall'ultima strage a Gerusalemme) il mandante dell'attentato, Abu Mazen. Un uomo che ha iniziato la sua carriera con una tesi di laurea che negava la Shoà, che l'ha continuata come braccio destro di un terrorista seriale quale era Arafat, complice di ogni attentato organizzato dal suo capo contro gli ebrei in Europa, addirittura finanziatore della strage alle Olimpiadi di Monaco nel 1970.
Quest'uomo, Mahmud Abbas (Abu Mazen è il nome di battaglia), è presidente dell'ANP dal 2005, doveva indire elezioni nel 2009 ma nel 2017 è sempre lui a capo dell'Autorità palestinese, impedendo con la forza di concedere il voto ai palestinesi. Quest'uomo, Papa Francesco, è un dittatore che sottomette la sua gente usando il pugno di ferro, le condanne e la galera per i giornalisti e la pena di morte per chiunque osi ribellarsi al regime, è un uomo corrotto che affama il popolo costruendo per sè ville principesche. Abu Mazen è l'uomo che dedica piazze e scuole ai terroristi, è l'uomo che mantiene a vita le loro famiglie, è l'uomo che ordina il lavaggio del cervello dei giovani palestinesi insegnando loro ad odiare Israele e gli ebrei, incominciando dalla scuola materna. I bambini palestinesi imparano che Israele non esiste, che gli ebrei sono scimmie e maiali da sgozzare.

Ogni bambino palestinese, se intervistato, ha tra i suoi sogni il voler diventare martire uccidendo gli ebrei. È quasi sempre questa la risposta alla domanda "cosa farai da grande?" Eppure Lei, Papa Francesco, lo ha definito angelo della pace, uomo di pace, Lei ha celebrato messa a Betlemme sotto una gigantesca immagine di Gesù bambino avvolto in una kefiah ben sapendo che Gesù non poteva indossare nulla del genere perchè all'epoca i cosiddetti palestinesi non esistevano, nè esisteva l'islam e gli arabi erano solamente tribù idolatre disperse nell'immenso deserto arabico. Ieri , durante il vostro amichevole e allegro incontro, Abu Mazen Le ha regalato un quadro rappresentante Gesù e una pietra del Calvario, ancora una volta il dittatore palestinese ha voluto appropriarsi della figura dell'ebreo Gesù. Ha anche detto che mai permetterà che Trump trasferisca l'ambasciata USA a Gerusalemme e che, se lo facesse, arriveremmo sull'orlo del burrone. Minacce di un uomo che illegittimamente si arroga del titolo di presidente. Minacce e intimidazioni di un uomo dalle mani grondanti sangue. Ma Lei, il Papa, ha taciuto.

Mesi fa l'UNESCO ha decretato che tutti i luoghi santi del Popolo ebraico dovranno essere chiamati con nomi arabi, depredando così gli ebrei della loro cultura e della loro tradizione millenaria. Il Monte del Tempio, il Muro del Pianto (Kotel), le Tombe dei patriarchi e Matriarche, la Tomba di Rachele, la Tomba di Giuseppe, tutti i nostri luoghi sacri, luoghi non solo di fede ma di storia, 4000 anni di storia ebraica, sono stati cancellati. Preludio alla cancellazione di Israele. Lei, Papa Francesco, non ha detto una sola parola in difesa delle tradizioni ebraiche e dei diritti degli ebrei di andare a pregare nei luoghi che parlano della loro spiritualità e della loro storia. Se un ebreo riesce a salire sul Monte del Tempio, il sito più sacro in assoluto, non può avere nessun testo sacro nè deve muovere le labbra, pena l'arresto immediato, se non peggio, tiri di pietre e violenza fisica. Sarebbe come impedire la preghiera ai fedeli cristiani in San Pietro.

Le sembra giusto Papa Francesco? Eppure Lei non ha mai proferito verbo, Lei non ha mai sprecato una sola parola in difesa del diritto degli ebrei. Lei, capo della Cristianità, una delle personalità più importanti, se non la più importante del mondo, ha permesso che la prepotenza, la dittatura, l'intolleranza e la prevaricazione palestinese avessero la meglio su giustizia, democrazia e libertà di culto. Lei ha permesso che la storia del popolo più perseguitato della terra venisse letteralmente stuprata togliendo volutamente ad ogni ebreo le proprie radici. Senza radici non esiste popolo, questo è l'obiettivo di chi vuole eliminarci.

E' mai possibile, Papa Francesco, che il male della Chiesa che poi è il male del mondo, l'antisemitismo, sia ancora così vivo al punto da voler distruggere Israele a 75 anni dal tentativo quasi riuscito con la Shoah di eliminare il popolo ebraico dalla faccia della terra. Come Lei saprà, il Vaticano si è sempre rifiutato di riconoscere l'esistenza di Israele, per 45 anni, a partire dal 1948. Il riconoscimento è arrivato, grazie a Giovanni Paolo II, solamente dopo gli accordi di Oslo.

Israele è, dal giorno della sua sua fondazione, uno stato sovrano, una democrazia, una nazione eletta con i voti delle Nazioni Unite, quando erano ancora un'istituzione democratica, più legittimo di così, eppure niente da fare, il Vaticano aveva Nunzi apostolici nelle teocrazie più terribili, nelle dittature più feroci mentre Israele non ne aveva il diritto. Una vergogna, ne conviene Papa Francesco? Eppure a fronte di tanta difficoltà ad accettare l'esistenza di un Paese democraticamente eletto, a fronte di tanta vergognosa ostilità, ecco la sollecitudine di aprire in Vaticano l'ambasciata di un paese che non esiste, di una nazione che mai è esistita nella storia del mondo, di un paese che, se esisterà in futuro, sarà una dittatura feroce e belligerante. Queste sono le ingiustizie che non è possibile accettare anche perchè vanno sommate a una lunga storia di persecuzioni e massacri di un popolo innocente che non chiedeva altro che di vivere tranquillo professando la propria fede, in silenzio, stando ben attenti a non disturbare. Un popolo che non si è mai ribellato ai soprusi. È mai possibile continuare a perseguitarci senza il pur minimo senso di colpa, senza vergogna?

Ieri, domenica, si è aperta a Parigi la conferenza per "la pace tra Israele e palestinesi". Sappiamo come finirà, i 70 paesi presenti, memori anche degli abbracci del Papa al sedicente presidente palestinese e dell'inaugurazione in Vaticano di un' ambasciata che rappresenta il paese che non c'è e un popolo inventato, metteranno Israele contro il muro, pronto per la fucilazione. E' tragico, la Shoà ha ammazzato 6 milioni di ebrei e, in Israele, dopo 75 anni, ve ne sono altri 6 da eliminare, complice il mondo intero, Vaticano compreso, esattamente come la volta scorsa quando Pio XII di fronte alla deportazione degli ebrei di Roma, si è voltato dall'altra parte. La storia si ripete, Papa Francesco, con tutti i suoi orrori, le sue terribili ingiustizie, la forza diabolica dei cattivi. Il 27 gennaio questo mondo ipocrita piangerà per il Popolo ebraico assassinato dal nazismo, io spero che Lei, Papa Bergoglio, dopo aver abbracciato con tanto affetto colui che auspica un secondo Olocausto, si astenga, come dovrebbero fare molti altri capi di stato, dal commemorare gli ebrei morti dal momento che non fate altro che offendere, minacciare, umiliare, desiderare la morte degli ebrei vivi in Israele. Le ricordo le due parole che noi ripetiamo spesso con molta decisione "MAI PIU'". E mai più sarà, Papa Bergoglio. I miei ossequi.
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Re: El Papa buxiaro e l'enfernal ałeansa co l'Ixlam

Messaggioda Berto » ven feb 17, 2017 8:03 pm

El Papa buxiaro

"L'islam non è il terrorismo" È scontro sulle parole del Papa

Il Pontefice in visita all'università Roma Tre parla di immigrazione e di terrorismo internazionale: "Attentatori immigrati di seconda generazione"
Luca Romano - Ven, 17/02/2017
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/pap ... 65431.html

Papa Francesco in visita all'università Roma Tre. Durante il suo intervento davanti agli studenti dell'ateneo, il Pontefice ha affrontato diversi temi tra cui l'immigrazione e il terrorismo internazionale.

Sui migranti la posizione del Papa è chiara: "Le migrazioni non sono un pericolo. L’Europa è stata fatta di invasioni, migrazioni ed è stata fatta artigianalmente, così. Le migrazioni non sono un pericolo sono una sfida per crescere".

Poi ha aggiunto: "È importante il problema dei migranti pensarlo bene oggi che c’è un fenomeno così forte: pensiamo ad Africa e Medio Oriente rispetto all’Europa. Dirlo non è far politica di parte: c’è la guerra e fuggono dalla guerra, c’è la fame e fuggono dalla fame. Ma quale sarebbe la soluzione ideale? Che non ci siano fame e guerra. Che ci sia la pace e che si facciano investimenti in quei posti perchè si abbiano risorse per lavorare e guadagnarsi la vita. Ma attenzione: c’è una cultura che li fa soffrire, è il fatto di essere gente sfruttata. Noi in generale andiamo là per sfruttarli. Un premier africano mi ha detto l’anno scorso che il suo primo impegno è la riforestazione del paese perchè le multinazionali erano andate lì e sfruttato. Non sfruttare Non facciamo i potenti che vanno a sfruttare. Hanno fame perchè non hanno lavoro e non hanno lavoro perchè siamo andati a sfruttarli". Per questo partono, diventano migranti ma, ha continuato Francesco, "anche qui sono sfruttati dagli sfruttatori dei barconi, da quel che ha fatto del Mediterraneo un cimitero: il ’mare nostrum’ oggi è un cimitero. Pensiamo a questo quando siamo da soli, come se fosse una preghiera".

Poi il Papa ha parlato del terrorismo e soprattutto degli attentati che hanno insanguinato l'Europa: "I ragazzi che hanno fatto la strage a Zaventem erano belgi: nati in Belgio, immigrati di seconda generazione, ghettizzati non integrati". Il Papa ha parlato dei giovani e ha analizzato quel processo, a suo dire, che lega il dramma della disoccupazione al terrorismo: "Quando c’è liquidità nell’economia non c’è lavoro concreto. Nella nostra cara Europa: come si può pensare - si è chiesto - che i paesi sviluppati abbiano una disoccupazione giovanile così forte? Non dirò i paesi ma sì le cifre: 40 per cento, 47 per cento, un altro il 50 altro lìvicino quasi il 60. Questa liquidità dell’economia toglie la concretezza del lavoro e la cultura del lavoro, perchè non si può lavorare. I giovani non sanno cosa fare e io, giovane senza lavoro, ho l’amarezza nel cuore: dove mi porta? Alle addizioni che hanno una radice, o mi porta al suicidio? Lo dicono quelli che sanno le vere statistiche dei suicidi, che non si pubblicano. Le vere statistiche non si pubblicano. Oppure - ha continuato il Papa - vado dall’altra parte e mi arruolo in un esercito terroristico. Almeno ho qualcosa da fare, dò senso alla mia vita".

Il Pontefice ha poi inviato un messaggio ai Movimenti popolari riuniti in California. E anche qui tra i vari temi trattati c'è anche quello del terrorismo internazionale: "Nessun popolo è criminale, e nessuna religione è terrorista. Non esiste il terrorismo cristiano, non esiste il terrorismo ebraico e non esiste il terrorismo islamico. Non esistono. Nessun popolo - afferma il Papa - è criminale o narcotrafficante o violento". Secondo Francesco, infatti, "ci sono persone fondamentaliste e violente in tutti i popoli e in tutte religioni, che si rafforzano anche con le generalizzazioni intolleranti, e si nutrono dall’odio e dalla xenofobia".



Caro Papa Francesco si sbaglia il terrorismo islamico esiste
Magcristiano Allam - Sab, 18/02/2017
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 65629.html

di Magdi Cristiano Allam

Non è la prima volta che Papa Francesco scende in campo per assolvere l'islam dalla responsabilità del terrorismo di chi sgozza, decapita, massacra e si fa esplodere urlando «Allah è il più grande». L'ha fatto all'indomani della strage dei vignettisti di Charlie Hebdo il 7 gennaio 2015 a Parigi, arrivando a giustificare l'atrocità dell'Isis per avere rappresentato in modo irriverente Maometto.
L'ha fatto all'indomani del barbaro sgozzamento il 26 luglio 2016 in una chiesa a Saint-Étienne-du-Rouvray, in Normandia, dell'anziano sacerdote cattolico Jacques Hamel da parte di due giovani terroristi islamici francesi.
Cinque giorni dopo, domenica 31 luglio, quasi fosse la Chiesa a doversi discolpare e quasi fosse la cristianità a dovere tendere la mano all'islam, fu consentito agli imam di entrare nelle chiese in Italia e in Francia, di salire sugli altari affiancati dal sacerdote e di recitare i versetti del Corano in arabo. Fu la prima volta in assoluto che accadde in 1.400 anni di storia dell'islam.
La Chiesa per 1.400 anni ha sempre condannato l'islam, ha sempre condannato il Corano, ha sempre condannato Maometto. Non c'era mai stata una così formale e plateale legittimazione dell'islam come religione.

L'affermazione di Papa Francesco fatta ieri all'università Roma Tre, «non esiste il terrorismo cristiano, non esiste il terrorismo ebraico e non esiste il terrorismo islamico», è un passo ulteriore nell'accreditare il relativismo religioso. Mettere sullo stesso piano ebraismo, cristianesimo e islam, assolvendoli indistintamente e acriticamente perché sarebbero le «tre grandi religioni monoteiste, rivelate, abramitiche», sostenendo che tutte e tre adorerebbero lo stesso Dio «clemente e misericordioso», ci impone la conclusione che l'islam è una religione legittima a prescindere dai suoi contenuti e dai comportamenti violenti dei suoi adepti.

Papa Francesco sbaglia nel sovrapporre in modo automatico la dimensione della persona con la dimensione della religione. Il cristianesimo si fonda sull'amore del prossimo, il cristiano è tenuto ad amare cristianamente il musulmano a prescindere dalla sua fede, ma non a legittimare la sua religione anche se i suoi contenuti sono del tutto incompatibili con la fede cristiana, perché l'islam condanna l'ebraismo e il cristianesimo di miscredenza e legittima l'uccisione dei miscredenti.

Sarebbe sufficiente che Papa Francesco ascoltasse più attentamente i sacerdoti e i vescovi cristiani e cattolici d'Oriente, che conoscono bene l'arabo e il Corano, che hanno subito la discriminazione e patito la persecuzione islamica per il semplice fatto di essere cristiani.

Papa Francesco sbaglia facendo propria la tesi che ha prevalso in seno ai vertici della Chiesa, secondo cui il nemico da combattere è la secolarizzazione della società e la diffusione dell'ateismo, specie tra i giovani. In questo contesto si è giunti alla conclusione che l'islam sarebbe un alleato perché mantiene comunque in piedi l'idea di Dio. Si tratta di un tragico errore perché non è lo stesso Dio. Non c'è nulla che accomuna il Dio Padre della cristianità con l'Allah islamico che nei versetti 12-17 della Sura 8 del Corano tuona «getterò il terrore nel cuore dei miscredenti. Colpiteli tra capo e collo (...) Non siete certo voi che li avete uccisi, è Allah che li ha uccisi».

Papa Francesco sbaglia promuovendo un immigrazionismo che sta auto-invadendo l'Europa di milioni di giovanotti islamici. Come può immaginare che la rigenerazione della vita e la rivitalizzazione della spiritualità in questa Europa decadente possa realizzarsi con la sostituzione della nostra popolazione con una umanità meticcia e con l'avvento dell'islam? Il continuo riferimento storico sulle contaminazioni etniche che hanno connotato la storia dell'Europa è sbagliato, sia perché si è trattato di popolazioni cristiane o che hanno aderito al cristianesimo, sia soprattutto perché l'Europa e la Chiesa hanno potuto salvaguardare la propria identità e la propria civiltà solo perché hanno combattuto e sconfitto gli eserciti invasori islamici a Poiters (732), con la Reconquista (1492), a Lepanto (1571), a Vienna (1683).

Papa Francesco si ricordi che tutto il Mediterraneo era cristiano fino al Settimo secolo. E che in meno di 200 anni dopo la morte di Maometto nel 632 le popolazioni cristiane al 98% che popolavano la sponda orientale e meridionale del Mediterraneo furono violentemente sottomesse all'islam. Per averlo evocato nella sua Lectio Magistralis a Ratisbona il 12 settembre 2006 Benedetto XVI fu messo in croce fino a quando fu costretto a rassegnare le dimissioni.

Papa Francesco probabilmente sa già tutto ciò e pertanto non possiamo continuare a dire che sbaglia. Dobbiamo avere l'onestà intellettuale e il coraggio umano di dire che Papa Francesco sta consapevolmente ottemperando a una strategia finalizzata alla legittimazione dell'islam come religione costi quel che costi, anche se culminerà nel suicidio della Chiesa.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: El Papa buxiaro e l'enfernal ałeansa co l'Ixlam

Messaggioda Berto » dom mar 12, 2017 7:47 pm

Ensemense só e contro łi ebrei
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Convegno dell’Associazione biblica italiana: “Israele popolo di un Dio geloso: coerenze e ambiguità di una religione elitaria”.
11 marzo, 2017
Giulio Meotti

http://www.amicidisraele.org/2017/03/co ... e-elitaria

Dall’11 al 16 settembre a Venezia, l’Associazione biblica italiana organizza un convegno con studiosi italiani ed europei che sembra uscito dalle ombre del primo Novecento. “Israele popolo di un Dio geloso: coerenze e ambiguità di una religione elitaria”.

Niente meno.

L’Associazione, riconosciuta dalla Cei, di cui fanno parte esponenti del clero cattolico e protestante, 800 studiosi e professori di cultura laica e che il Papa ha salutato a Roma lo scorso settembre, discuterà delle “radici di una religione che nella sua strutturazione può dare adito a manifestazioni ritenute degeneranti”.

Degeneranti? L’ebraismo avrebbe come conseguenze spesso il “fondamentalismo” e “l’ assolutismo”. “Il pensarsi come popolo appartenente in modo elitario a una divinità unica ha determinato un senso di superiorità della propria religione”, recita il programma veneziano.

Non si è fatta attendere la risposta, durissima, dei rabbini italiani.

Giuseppe Laras, già rabbino capo di Milano e presidente emerito dell’Assemblea rabbinica italiana, ha scritto ai vertici dell’Associazione biblica, denunciandone le posizioni, ma senza ottenere risposta. “Sono, ed è un eufemismo, molto indignato e amareggiato!”, scrive Laras nella lettera che il Foglio anticipa qui. “Certamente, indipendentemente da tutto, ivi incluse le possibili future scuse, ripensamenti e ritrattazioni, emergono lampanti alcuni dati inquietanti, che molti di noi avvertono nell’aria da non poco tempo e su cui vi dovrebbe essere da parte cattolica profonda introspezione: un sentore carsico di risentimento, insofferenza e fastidio da parte cristiana nei confronti dell’ebraismo; una sfiducia sostanziale nella Bibbia e un ridimensionamento conseguente delle radici bibliche ebraiche del cristianesimo; un abbraccio con l’islam che è tanto più forte quanto più si è critici da parte cristiana verso l’ebraismo, inclusa ora perfino la Bibbia e la teologia biblica”.

Secondo Laras, “questo programma dell’Associazione biblica italiana è la sconfitta dei presupposti e dei contenuti del dialogo ebraico-cristiano, ridotto ahimé da tempo a fuffa e aria fritta. Personalmente registro con dolore che uomini come Martini e il loro Magistero in relazione a Israele in seno alla chiesa siano stati evidentemente una meteora non recepita, checché tanto se ne dica”.

Questa teologia ha conseguenze politiche, dice Laras: “La causa dell’instabilità del medio oriente e dunque del mondo sarebbe Israele (colpa politica); la causa remota del fondamentalismo e dell’assolutismo dei monoteismi sarebbe la Torah, con ricadute persino sul povero islam (colpa archetipica, simbolica, etica e religiosa). Ergo siamo esecrabili, abbandonabili e sacrificabili.

Questo permetterebbe un’ipotesi di pacificazione tra cristianesimo e islam e l‘individuazione del comune problema, ossia noi. E stavolta si trova un patrigno nobile nella Bibbia e un araldo proprio nei biblisti”.

D’accordo con Laras i principali rabbini italiani, a cominciare da Roberto Della Rocca, responsabile dell’educazione nelle comunità ebraiche italiane.

“Non voglio fare il processo alle intenzioni”, dice al Foglio il rabbino capo di Milano, Alfonso Arbib. “Ma o è uno scivolone o è qualcosa di preoccupante. Sono argomentazioni teologiche usate nel passato come arma antiebraica il Dio vendicativo degli ebrei, il Dio della giustizia contrapposto al Dio dell’amore, usate come propaganda antiebraica. Quando si usano argomentazioni del genere a noi si alzano le antenne.

La chiesa cattolica nel dialogo ebraico-cristiano ha superato queste argomentazioni. Sembra che ora vengano riprese. L’idea dell’ebraismo elitario che si sente superiore è stata usata nel passato in maniera preoccupante. È chiaramente il sospetto che si voglia avere una ricaduta sull’attualità, su Israele”.

D’accordo con Arbib il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, che al Foglio dice: “O è una cosa fatta con piena coscienza e quindi gravissima, oppure non si rendono conto. Non è solo una analisi teologica, biblica, ma un discorso che si presta a essere con-testualizzato al medio oriente, con implicazioni micidiali in politica”.

Alla stesura della lettera di protesta dei rabbini ha partecipato anche un laico, David Meghnagi, docente a Roma Tre, esperto di didattica della Shoah e membro dell’Unione comunità ebraiche italiane. “Sono convinto che il convegno sia l’indice che dentro la chiesa, fra gli intellettuali e gli studiosi, gli elementi di marcionismo che l’hanno corrotta non sono stati superati”, dice Meghnagi al Foglio. “E sono presenti anche nella cultura laica che legge la Bibbia Lo si vede negli interventi di Eugenio Scalfari su Repubblica, la contrapposizione fra il Dio veterotestamentario e quello del Nuovo Testamento.

Nel 1990, alla prima giornata dell’amicizia fra ebrei e cristiani della Cei, mentre piovevano i missili su Tel Aviv da parte dell’Iraq, mi si avvicina un vescovo e mi dice: Lo sa quanta fatica noi cristiani facciamo per nobilitare il Vecchio Testamento?’.

Il linguaggio cristiano rispetto agli ebrei presenta diverse patologie, compresa la valutazione degli ebrei come popolo decaduto, di cui si eredita la primogenitura.

Solo dopo la Shoah c’è stata una rivalutazione. Nella cultura più ampia di molti laici e democratici ci sono pregiudizi che arrivano da questa visione”.

Ecco allora che in tante, troppe guerre, Israele finisce per diventare “il nuovo Erode” e i palestinesi “il nuovo Gesù”.

“Siccome non viviamo nel vuoto, la scelta di privilegiare questa riflessione si incontra con una teologia palestinese e di matrice cristiano-orientale, che trova ascolto nei movimenti pacifisti e terzomondisti, che tende a vedere l’attuale contrapposizione in medio oriente come la riedizione su più vasta scala della violenza del Dio biblico, l’ebraismo della carne contrapposto allo spirito, i valori della terra contro quelli dello spirito”, conclude Meghnagi. “Vorrei citare un articolo di Gianni Baget Bozzo uscito sul Manifesto sulla guerra di Israele come violenza biblica, o quello di Scalfari su Repubblica che parlò del Dio della vendetta. Lo si vede anche nelle vignette di Forattini. È un elemento che è passato nella cultura attraverso la demonizzazione del sionismo, la falsa innocenza della diaspora rispetto allo stato-nazione ebraico da esecrare”.



Alberto Pento
Tra i tre monoteismi del Libro, quello primario e originale è l'ebraismo, le altre sono eresie e varianti improprie.
L'ebraismo è l'ideologia religiosa più ragionevole, umana e la meno idolatra tra le tre;
mentre il cristianismo e il maomettismo o islamismo sono più idolatre, totalitarie e assolutiste;
e il maomettismo o islamismo è la più idolatra e totalitaria, la più disumana, orrenda e terrificante.


L'orrore dei cristiani antiebrei e pronazismo islamico
viewtopic.php?f=197&t=2172
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Re: El Papa buxiaro e l'enfernal ałeansa co l'Ixlam

Messaggioda Berto » ven mar 31, 2017 7:49 am

???

Socci e il complotto anti-Ratzinger: il mandante va cercato in Usa
Antonio Socci
www.antoniosocci.com
12 Marzo 2017

http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... -usa-.html

Il giallo dell' enigmatica "rinuncia" di Benedetto XVI, con il tempo, si ingigantisce.
Lo conferma il clamore suscitato, nella rete, dall' esplosiva intervista dell' arcivescovo di Ferrara, Monsignor Luigi Negri.
Le sue parole sulle «pressioni enormi» a cui fu sottoposto il Papa, fino alla sua "rinuncia", hanno suscitato un tale interesse oltreoceano da essere ampiamente riprese, commentate e rilanciate dal famoso sito Breitbart, vicino a Steve Bannon e al neopresidente Trump.
Ma cos'ha detto precisamente l'arcivescovo? Alla vigilia della pensione, tracciando un quadro della situazione della Chiesa, Monsignor Negri, al periodico online Riminiduepuntozero.it, ha ricordato il suo rapporto di «forte amicizia» con Joseph Ratzinger e - dopo varie considerazioni - ha testualmente dichiarato sulla "rinuncia" di Papa Benedetto: «Si è trattato di un gesto inaudito. Negli ultimi incontri l' ho visto infragilito fisicamente, ma lucidissimo nel pensiero. Ho poca conoscenza - per fortuna - dei fatti della Curia romana, ma sono certo che un giorno emergeranno gravi responsabilità dentro e fuori il Vaticano.
Benedetto XVI ha subito pressioni enormi. Non è un caso che in America, anche sulla base di ciò che è stato pubblicato da Wikileaks, alcuni gruppi di cattolici abbiano chiesto al presidente Trump di aprire una commissione d' inchiesta per indagare se l' amministrazione di Barack Obama abbia esercitato pressioni su Benedetto. Resta per ora un mistero gravissimo, ma sono certo che le responsabilità verranno fuori».
Immediatamente è arrivata una reprimenda firmata da Andrea Tornielli della Stampa, coordinatore del sito Vatican Insider che Giuseppe Rusconi definisce «uno dei siti privilegiati da Santa Marta per la diffusione di informazioni delicate in tempi rapidi».
Tornielli - con il tono severo che di solito si coglie in un' autorità ecclesiastica di sorveglianza - ha rimbrottato l' arcivescovo per le sue dichiarazioni e lo ha accostato a presunti «complottisti, i quali vedono proprio in queste pressioni un condizionamento che renderebbe invalida la rinuncia stessa. È ciò che permette» a molti «di considerare ancora Ratzinger come il "vero Papa", anche se a queste conseguenze l' arcivescovo di Ferrara, nell' intervista citata, non arriva».
Tornielli invece arriva addirittura a criticare Benedetto XVI: «Resta aperta la domanda su quanto alcune scelte personali, e mai codificate per iscritto, fatte da Benedetto XVI - come quella di mantenere l' abito bianco e il nome papale, come pure la scelta della figura dell' emeritato - abbiano involontariamente alimentato i seguaci della teoria dei due Papi poi degenerata nella teoria del Papa rinunciatario perché sotto ricatto».
Le enigmatiche scelte di Benedetto XVI - che in effetti sono del tutto inedite nella storia della Chiesa - non suscitano nel giornalista la curiosità di indagarne il motivo, ma provocano in lui solo disappunto (probabilmente pure nella corte bergogliana).
Tornielli poi scrive che il «fanta-thriller» sulle pressioni «va di pari passo con altre affermazioni per certi versi ancora più gravi, le teorie sul "papato condiviso" e sul "ministero petrino" in co-gestione. Teorie che negli ultimi anni hanno annoverato alcuni sostenitori».
Si riferisce - senza nominarlo - al segretario di Benedetto XVI, Monsignor Georg Gaenswein e al prefetto dell' ex Sant' Uffizio, il cardinale Muller che ha ripreso la sua tesi sui «due legittimi papi viventi».
Anche in questo caso Tornielli invece di ritenere giornalisticamente interessanti queste dichiarazioni, le giudica «gravi», come se lui fosse il capo del Sant' Uffizio, ed evita di chiedersi perché due personalità così vicine a Benedetto XVI - e con ruoli tuttora molto importanti - abbiano suggerito che Benedetto stia ancora svolgendo il ministero petrino.
Che peraltro trova conferma nelle parole pronunciate da Benedetto XVI nella sua ultima udienza, il 27 febbraio 2013, a proposito del suo ministero petrino: «Il "sempre" è anche un "per sempre" - non c' è più un ritornare nel privato. La mia decisione di rinunciare all' esercizio attivo del ministero, non revoca questo».
Benedetto XVI non parlò di «rinuncia al papato», ma di rinuncia «all' esercizio attivo del ministero». Un bravo giornalista, mettendo queste parole accanto alla scelta di Benedetto XVI di continuare ad avere il titolo di Papa e accanto alle «gravi» dichiarazioni di personalità così vicine a Benedetto XVI, capirebbe meglio ciò che poi lo stesso Papa emerito afferma pubblicamente sulla spontaneità della sua "rinuncia".
In ogni caso a dare man forte a Tornielli - contro Monsignor Negri - sono scesi in campo altri due nomi importanti dell' entourage bergogliano: padre Federico Lombardi (già portavoce papale) e Luis Badilla (direttore del sito Il Sismografo).
Invece Ettore Gotti Tedeschi, che Benedetto XVI stimava tanto da chiamarlo a guidare lo Ior, in una intervista a Intelligonews, ha difeso Monsignor Negri, aggiungendo una sua interessante analisi: «Il complotto appare essere americano solo perché loro hanno avuto la guida del Nuovo Ordine Mondiale. Vede, il complotto, se così possiamo chiamarlo, fu mirato a cercar di risolvere alcuni problemi causati dal fallimento del famoso Nuovo Ordine Mondiale degli anni '70, gnostico neomalthusiano e ambientalista.

Questo progetto di Nuovo Ordine, dichiaratamente, si prefiggeva (tra le varie cose) la relativizzazione delle fedi religiose più dogmatiche e manifestamente dimostrò di avversare tanto la fede cattolica da far dichiarare pubblicamente - e dai massimi responsabili Onu, Oms... - che l' etica cristiana non poteva più esser applicata e che si doveva esigere il sincretismo religioso per creare una nuova religione universale (anche grazie ai processi di immigrazione).
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Addirittura il Presidente Usa, Obama appunto, personalmente nel 2009 dichiarò che, essendo la salute benessere psico-bio-sociale, si doveva dare via libera ad aborto senza restrizioni, eutanasia grazie a limitazione delle cure, negazione al diritto di coscienza. Ebbene», conclude Gotti Tedeschi, «non è difficile comprendere che, in questo contesto di avversione alla fede cattolica, il Papa, massima autorità morale al mondo, potesse diventare oggetto di attenzione sulla sua disponibilità o meno a voler "capire le esigenze del mondo globale".
Ora, Papa Benedetto XVI insisteva invece nel riproporre il problema antropologico secondo la visione cattolica (ergo l' uomo creatura di Dio-Creatore), combatteva il relativismo portando Dio al centro del dibattito culturale, soprattutto azzerando le distanze fra fede e ragione, e affermava l' esigenza di tornare ad evangelizzare, spiegando che il fallimento della civiltà occidentale era dovuto al rifiuto del cattolicesimo, etc. Come meravigliarsi», si chiede il banchiere cattolico, «che un tale Papa restauratore non dovesse esser considerato "fuori gioco"?».
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Re: El Papa buxiaro e l'enfernal ałeansa co l'Ixlam

Messaggioda Berto » ven mar 31, 2017 7:52 am

???

Papa Francesco accoglierà gli Imam di Londra, mossa per frenare l'ondata di islamofobia
di Franca Giansoldati
Mercoledì 29 Marzo 2017

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/v ... 47885.html

Se da una parte Papa Francesco rafforza (con gesti e discorsi) i rapporti con l'Islam moderato, dall'altra non si stanca a diffondere urbi et orbi messaggi di tolleranza per stemperare le spinte che in diversi Paesi occidentali rischiano di sfociare in ondate di islamofobia. Ogni mercoledì mattina, prima di andare sulla piazza vaticana a tenere la catechesi del mercoledì, da circa un anno dedica una udienza speciale al mondo islamico, per consolidare il cammino interreligioso. Crede fortemente nella comune volontà di costruire ponti.

Stamattina ha ricevuto una delegazione di chierici iracheni - sciiti, sunniti e yazidi - con i quali ha affrontato il tema delle minoranze e delle violenze diffuse nel paese a causa della guerra dell'Isis. Mercoledì prossimo, 5 aprile, invece, offrirà una finestra di dialogo agli imam inglesi. Una decisione altamente significativa specie dopo i fatti di terrorismo avvenuti davanti al parlamento britannico la scorsa settimana. Lo ha annunciato all'agenzia dei vescovi, il cardinale di Londra, Vincent Nichols. «La prossima settimana porterò a Roma con me quattro leader musulmani inglesi. Saranno ricevuti da papa Francesco. Una iniziativa per fare capire che i leader religiosi vogliono e sono impegnati nel costruire rapporti».


Alberto Pento
Questo Papa è un irresponsabile e un invasato demente, un pericolo pubblico: è criminale difendere il nazismo maomettano e il nazista Maometto come è demenziale e anticristiano santificare il nazismo politico-religioso islamico con il suo idolo Allah.



Criminali e irresponsabili difensori dell'Islam o nazismo maomettano
viewtopic.php?f=188&t=2263

Migrare e non migrare, accogliere e non accogliere, diritti e doveri
viewtopic.php?f=194&t=2498

Manipolazione criminale dei valori e dei diritti umani universali, quando il male appare come bene
viewtopic.php?f=25&t=2484

Orrore, terrore, avversione e odio per il nazismo maomettano o sana e naturale islamofobia
viewtopic.php?f=188&t=2523



“L'odio tra le religioni è un'idea dei terroristi. Vanno isolati”
Intervista con Shaykh Ibrahim Mogra, uno dei quattro Imam britannici che incontra il Papa dopo gli attentati di Londra: «Francesco un uomo coraggioso, voglio dirgli “grazie” perché è l'unico ad aver detto che l'islam è una religione di pace»
alvatore cernuzio
2017/04/04

http://www.lastampa.it/2017/04/04/vatic ... agina.html


«Papa Francesco è un uomo coraggioso. È l’unico ad aver avuto il coraggio di dire che l’islam è una religione della pace. Lui è un vero cristiano, perché guarda alla persona umana a prescindere dall’appartenenza religiosa». Shaykh Ibrahim Mogra è uno dei quattro imam inglesi che incontra mercoledì 5 aprile il Papa in Vaticano, a poche settimane dall’attentato che il 22 marzo scorso ha sconvolto Londra e - per una terribile congiuntura - a pochi giorni dall’attacco a San Pietroburgo. Un gesto di forte significato, promosso dal cardinale arcivescovo di Westminster Vincent Nichols, per suggellare la volontà delle religioni di restare unite e contrastare l’ondata di terrore che lacera l’Europa e il mondo. «Qualsiasi attentato è contro l’umanità, ogni persona dovrebbe condannarli», afferma l’imam 50enne, vicepresidente del Christian Muslim Forum ed ex studente di al-Azhar, a Vatican Insider che lo incontra nel Venerabile Collegio inglese, nel centro storico di Roma. «Le cause di questi attacchi sono piuttosto complicate. Non credo tuttavia che la matrice sia religiosa ma provenga piuttosto da un impasse geopolitico».

In che senso?

«Si gioca sulla contrapposizione tra l’Occidente visto come prevalentemente cristiano e l’Oriente prevalentemente musulmano. Ma, insisto, non è una sfida di religione. Anzi, ogni religione è contro la violenza, insegna a vivere pacificamente come cittadini rispettosi della legge. Il fatto è che noi come governi dell’Occidente abbiamo mostrato un “doppio standard” nel trattamento dei Paesi a maggioranza musulmana. Per esempio, abbiamo l’Iraq e Saddam Hussein minacciato dalle risoluzioni dell’Onu che ha attaccato il Paese perché non aveva aderito a queste indicazioni. Invece l’Arabia Saudita viola continuamente i diritti umani, però noi continuiamo a vendere armi e intrattenere rapporti commerciali. In Egitto, gli Stati Uniti hanno permesso che l’esercito prendesse il potere nonostante ci fosse il governo democraticamente eletto dei Fratelli Musulmani. Sono tutti esempi per dimostrare che il trattamento dell’Occidente verso i Paesi musulmani varia di luogo in luogo… Tutto ciò ha creato molta rabbia, perciò credo che una soluzione potrebbe essere intanto quella di trattare ogni Paese allo stesso modo, con giustizia ed equità».

Quindi questa rabbia giustifica certe stragi?

«No, mai. La violenza contro l’umanità è deprecabile. Sempre e in ogni caso. Non ha mai una giustificazione. Però bisogna capire da dove trae origine, osservare cosa accade nel mondo politico e tenere conto di questa rabbia… Una rabbia politica, dove non c’entra nulla la fede».

Però gli attentati vengono compiuti al grido di “Allahu Akbar” e contro i “miscredenti”…

«Quando ci sono persone cattive che fanno del male e vogliono farlo, una delle giustificazioni è tirare in ballo la religione. È facile urlare “Allahu Akbar”: dà un pretesto per compiere gesti orribili che non hanno nulla a che fare con la religione. Questi non agiscono in nome dell’islam. Faccio un esempio: lei di che squadra è…?».

Non tifo, ma simpatizzo per la Roma…

«Ecco, diciamo che un tifoso della Roma prende un mattone e lo lancia contro le finestre di una Chiesa gridando: “Roma, Roma”, non vuol dire che lo fa a nome della squadra o che la Roma approvi questo scempio. Lo scorso anno hanno ucciso in Gran Bretagna Jo Cox (politica britannica ndr). Il suo assassino era un uomo del movimento neonazista che, accoltellandola, ha gridato: “Britain first”. Questo cosa significa, che l’ha fatto a nome della Gran Bretagna? Assolutamente no! Nessun giornalista ha parlato di terrorismo britannico».

Tuttavia il Papa, come anche altri rappresentanti delle diverse fedi, propongono il dialogo interreligioso come antidoto al terrorismo. Se le religioni non c’entrano, in che modo il dialogo può contribuire a debellare questa piaga del mondo di oggi?

«L’odio tra le religioni è un'idea dei terroristi. In questo senso vanno isolati, dobbiamo togliere forza a questa argomentazione dimostrando che le religioni non hanno problemi tra loro, sono unite. Ci sono cristiani e musulmani che vivono insieme, lavorano insieme, collaborano in tantissime parti del mondo. Il Papa ha ragione: il dialogo è il primo passo».

Come vive l’ondata di islamofobia che si sta radicalizzando sempre di più in Europa?

«È un grosso problema. Ad ogni attacco si rinfocola l’odio contro i musulmani e si moltiplicano attacchi anche razziali, contro le moschee ad esempio. Spesso nei rapporti della polizia britannica vengono registrati “crimini contro l’islam”, proprio con questa dicitura. Da parte nostra, incoraggiamo la comunità musulmana a non reagire, non vendicarsi, ma a mantenere la pace, partecipare a manifestazioni contro la violenza e, se necessario, collaborare con la polizia».

Parlavamo del Papa, che significato ha per lei l’incontro di domani?

«Intanto voglio dire che sono davvero emozionato. È un momento davvero storico perché non era mai accaduto che quattro imam della Gran Bretagna incontrassero il Papa. Siamo davvero onorati ed è un modo per stabilire un impegno congiunto per i rifugiati, i senzatetto, i poveri e per altre attività di carità. Ognuno di noi condividerà con il Papa le proprie storie di convivenza pacifica tra cristiani e musulmani».

Lei personalmente cosa dirà a Papa Francesco?

«(Sorride) Voglio dirgli “grazie” per aver difeso i musulmani. È stato l’unico leader a dire che l’islam è una religione di pace. Questo ci ha rincuorato tantissimo…».

…ma ha suscitato anche alcune critiche, dentro e fuori la Chiesa…

«Lo so. Ma Papa Francesco è un uomo coraggioso. Soprattutto è un vero cristiano, perché guarda alla persona umana a prescindere dalla sua appartenenza religiosa. Siamo prima umani e poi musulmani. O cristiani. Voglio dirgli allora “grazie” e dirgli anche che la comunità musulmana britannica lo apprezza molto».

Il Papa parla spesso di una “terza guerra mondiale a pezzi”. Cosa ne pensa?

«Penso che sia un’analisi precisa della realtà internazionale di oggi che vede i conflitti intensificarsi giorno dopo giorno. Rischiamo di arrivare ad una guerra mondiale: è accaduto in passato, può succedere anche adesso».
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Re: El Papa buxiaro e l'enfernal ałeansa co l'Ixlam

Messaggioda Berto » ven apr 07, 2017 4:14 pm

L'esperto speciale di Ratzinger sull'islam: "Il papa non sa niente di musulmani"
06 Aprile 2017

http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... islam.html

In tanti dentro e fuori il Vaticano hanno sollevato dubbi sull'opportunità del prossimo viaggio di Papa Francesco in Egitto. In pochi però possono parlare liberamente e con grande conoscenza del mondo islamico come padre Samir Khalil Samir, nato al Cairo, islamologo, gesuita, docente al pontificio istituto orientale e già consigliere speciale di Benedetto XVI sull'Islam. Ed è proprio lui a bacchettare il Papa che "non conosce l'Islam".

A più riprese Bergoglio ha sostenuto quanto l'islamismo sia una religione di pace, sul Giorno padre Samir ribadisce quanto il Papa si sbagli: "Questo è un errore, sicuramente in molti musulmani c'è volontà di pace, ma non posso leggere il Corano e pretendere che sia un libro il cui orientamento è la pace. E neppure la Sunna, il libro dei detti e delle gesta di Maometto".

Nel suo viaggio al Cairo, Bergoglio incontrerà l'imam di Al-Azhar, una università confessionale che è anche il più grande centro teologico dell'islam sunnita. Non un posto a caso e non un uomo qualunque, ricorda padre Samir: "Quell'imam aveva interroto il dialogo con il Vaticano per sei anni con motivazioni ridicole. Per due volte emissari della Santa Sede non erano stati neanche ricevuti. Grazie all'atteggiamento aperto di Bergoglio, l'imam ha cambiato le sue posizioni e ore è pronto ad accoglierlo al Cairo".

Padre Samir non nega che il dovere del Papa sia cercare il dialogo con il mondo islamico. È anche vero però che parlare con l'imam di al-Azhar non servirà a moltissimo: "Il grande problema oggi dell'islam è proprio la divisione tra sunniti e sciiti. Inoltre al-Azhar non è un'università generalista, ma un centro teologico e di diritto islamico con un insegnamento che si limita alla lettera dei testi senza analisi critica e un'interpretazione aggiornata. Su molte cose è ferma a concetti medievali".

Papa Francesco e padre Samir hanno anche avuto un breve faccia a faccia, Bergoglio ha provato a spiegare le sue ragioni: "dovute alla riconciliazione con lui dopo la rottura dei rapporti innescata dal discorso sull'islam a Ratisbona di Joseph Ratzinger. Questo è necessario - dice padre Samir - è vero ma penso anche che lui non sa molto dell'islam né di al-Azhar e proietta su di loro dei buoni intenti".
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