Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » ven mar 30, 2018 8:33 pm

Bandire l’islam è un dovere che tutti i Governi Europei dovrebbero urgentemente adottare per garantire la sicurezza ed un futuro da uomini liberi agli occidentali
2018/03/25

http://blog.ilgiornale.it/pasini/2018/0 ... ccidentali

L’Isis ha rivendicato il massacro in Francia.
Non è compito nostro scoprire le motivazioni del gesto criminale. Limitiamoci a dire che da qualche anno, da quando i musulmani hanno preso in mano il pallino, degli eccidi non si finisce più di contare i morti.
L’Europa è piena di islamici che comprano chiese cristiane e le trasformano in moschee, impongono le loro regole e trascurano quelle dei Paesi di cui sono ospiti, crudeli e spietati. Se ne infischiano delle leggi democratiche e obbediscono a quelle coraniche. Si comportano da padroni, mentre noi subiamo senza reagire m. Siamo solo capaci di predicare l’accoglienza e non osiamo respingerli perché politicamente scorretto. La Francia e il Belgio, ormai sono schiavi degli islamici. L’Inghilterra è schiava della mezzaluna. E l’Italia è avviata ad essere una colonia marcia degli adoratori di Allah. Non parliamo del Canada, ormai sotto il tallone di Maometto. Gli Stati Uniti da anni sprofondano nell’incubo di estremisti di vario tipo.

Le ideologie politiche da quando sono scomparse hanno lasciato spazio alla religione, peggio della quale c’è soltanto la fede. Certi popoli sono talmente ignoranti ed esaltati da credere alle proprie fantasie sull’ aldilà e da trascurare l’aldiqua.

Aspettando la vita eterna, stroncano quella terrena di coloro che la pensano diversamente. Assurdo ma reale. L’idiozia si sta divorando interi continenti tra l’indifferenza delle nazioni democratiche, convinte erroneamente di riuscire prima o poi a convincere i fanatici che la conquista del paradiso è un affare privato e non un obbligo dell’umanità. In effetti gli assassini seriali che infestano il mondo e trucidano i nostri concittadini agiscono in nome di un Dio ovviamente astratto, al quale si attribuiscono pensieri e intenzioni da capobanda.

Se questa non è una guerra di religione cos’è? Non vogliamo impedire ai mediorientali e agli africani catechizzati di sperare in una esistenza ultraterrena. Ma pretendiamo di rifiutare la conversione alle loro farneticazioni.

Amano Allah al punto da sacrificarsi per lui? Si accomodino. Ma non vengano qui a fare i bulli con l’ambizione di aggregare proseliti. E non si capisce perché i governanti nostrani non si decidano a impedire l’immigrazione in massa di tanti sbandati. Rispediamoli nelle loro tende, nei loro deserti, tra i loro cammelli. La fabbrica dei maledetti terroristi è stata inventata da quelli dell’ Isis e non dagli svizzeri. Smettiamola di candidarci a vittime di questa marmaglia che punta a distruggerci nelle nostre belle città. Che appartengono a noi e non a loro, abituati a campare nella cacca spruzzata di petrolio.

Pochi giorni fa a Trebes, nel Sud della Francia, c’è stato l’ennesimo attentato terroristico islamico. Il bilancio è di 4 morti e 15 feriti. Tra le vittime spicca il Tenente colonnello dei gendarmi Arnaud Beltrame 45 anni, che si era offerto come ostaggio in cambio del rilascio di una donna. È morto per le ferite riportate.
Il terrorista islamico, anche lui ucciso, si chiamava Redouane Lakdim, 26 anni, marocchino con documenti francesi, noto alle forze dell’ordine. Era un pregiudicato per reati comuni e stupefacenti, ed era schedato come “radicalizzato”, ovvero come potenziale terrorista islamico. Nel 2011 era stato arrestato per porto d’armi senza autorizzazione; nell’agosto 2016 si fece un mese di carcere per uso di stupefacenti e resistenza pubblico ufficiale. “Non c’erano però elementi premonitori di un suo passaggio all’azione”, ha detto ieri sera il Procuratore Francois Molins.

L’altro ieri mattina all’improvviso Lakdim ha rubato un’auto, ucciso il passeggero, ha sparato a un gruppo di poliziotti, ha fatto irruzione in un supermercato al grido di “Allah Akhbar”, Allah è il più grande, sostenendo di essere un “soldato dell’Isis”, “pronto a sacrificarsi da martire per la Siria”, ha sparato e ucciso due clienti, ha gravemente ferito il Tenente colonnello Beltrame che è morto poco dopo, infine è stato ucciso dalle teste di cuoio francesi. Poco dopo è arrivata la rivendicazione dell’Isis, la centrale del terrorismo islamico globalizzato.

In Francia ci sono circa 15.000 “radicalizzati” come Lakdim, potenziali terroristi islamici che potrebbero all’improvviso uscire di casa e perpetrare una strage. Tutti noti alle forze dell’ordine. Qualora lo Stato, per prevenire gli attentati, dovesse decidere di farli controllare 24 ore su 24, considerando che ci vorrebbero 4 agenti delle forze dell’ordine per ciascun potenziale terrorista e che i turni di lavoro sono di 6 /8 ore ciascuno, significa che per tenere sotto controllo un potenziale terrorista ci vorrebbero quotidianamente più di un 10 agenti delle forze dell’ordine, mentre per 15.000 potenziali terroristi ci vorrebbero circa 240.000 agenti delle forze dell’ordine. Ebbene nessuno Stato al mondo potrebbe permettersi di tenere mobilitati 240.000 agenti delle forze dell’ordine con l’unico obiettivo di prevenire gli attentati da parte di 15.000 potenziali terroristi islamici. Personalmente penso proprio di no.

L’Europa potrà vincere la guerra scatenata dal terrorismo islamico, ma soprattutto potrà liberarsi della minaccia seria di finire comunque sottomessa all’islam a causa della decadenza della propria civiltà, del tracollo demografico e della proliferazione delle moschee, soltanto prendendo atto che si tratta di un terrorismo islamico autoctono ed endogeno, che la stessa Europa è diventata una “fabbrica del terrorismo islamico”, perché è in Europa che si pratica il lavaggio di cervello che trasforma le persone in robot della morte. La sfida epocale è di prendere atto che il nemico da combattere e sconfiggere non sono singoli potenziali terroristi islamici, che rappresentano solo la punta dell’iceberg, ma è il lavaggio di cervello che attinge a piene mani dall’islam, da ciò che Allah prescrive nel Corano e da ciò che ha detto e ha fatto Maometto.

La vittoria dell’Europa ci sarà solo se si avrà l’onestà intellettuale e il coraggio umano di eliminare il male, cioè l’islam, mettendo fuorilegge l’islam in quanto incompatibile con le leggi laiche dello Stato, con le regole su cui si fonda la civile convivenza, con i valori che sostanziano la nostra civiltà. L’Europa ripristinerebbe così la realtà che c’è stata per 1400 anni, in cui l’islam era il nemico da combattere ed era vietato al proprio interno, mentre con i musulmani come persone sussistevano rapporti basati sul reciproco interesse. La Storia ci insegna che con i musulmani come persone possiamo dialogare e convivere se rispettano le nostre leggi e se ottemperano alle nostre regole, ma che l’islam come religione è del tutto incompatibile con la nostra civiltà.
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » lun mag 21, 2018 8:01 pm

Informazione Corretta

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 05/05/2018, a pag.2 con il titolo "Il cigno nero è tornato. Nassim Taleb contro gli 'intellettuali eppure idioti' " il commento di Giulio Meotti.

Giulio Meott ... Nassim Taleb

http://www.informazionecorretta.com/mai ... 0&id=70473

Roma. Un anno prima del crac di Lehman Brothers che scatenò la pandemia finanziaria globale, Nassim Taleb pubblicò il “Cigno nero”, un libro in cui spiegò che si possono verificare eventi immani con una probabilità statistica minima. Sono i cigni neri che appaiono dopo i tanti cigni bianchi. Da allora, questo trader ed economista di origini libanesi che vive negli Stati Uniti si è fatto una fama mondiale.
Il che non gli ha impedito di tirare fuori un nuovo libro, Skin in the game, per Random House, in cui attacca quello che definisce “IYI”. Intellectual Yet Idiot. Intellettuale eppure idiota.

Su Twitter, Taleb ogni giorno sventra il politicamente corretto e il libro è un manifesto contro l’intellighenzia, “illusa, mentalmente sballata, che non risponde mai per le proprie azioni”.
Ovvero colui che, dopo aver dispensato pessimi consigli, “continua a vivere nella sua casa termoregolata con due auto nel garage, un cane, un’area giochi, un giardino senza pesticidi per i suoi iper protetti 2.2 bambini”.

Questo il consiglio di Taleb: “Non prestate attenzione a ciò che la gente dice, ma solo a quello che fa e a quanto della propria pelle sta mettendo in gioco”.
Skin in the Game. Taleb attacca lo psicologo evoluzionista Steven Pinker (Taleb non è d’accordo sul fatto che la società sia diventata meno violenta) e scortica l’accademia, che sostiene avere una tendenza (in particolare nelle scienze sociali) a “un gioco rituale autoreferenziale”. “Se dici qualcosa di folle, sarai considerato pazzo”, scrive Taleb. “Ma se con ventimila persone crei un’accademia e dici cose folli accettate dal collettivo, ora avrai una peer reviewing e potrai avviare un dipartimento in un’università”.

Eccoci all’Intellectual Yet Idiot: “Ha sbagliato, storicamente, su stalinismo, maoismo, Ogm, Iraq, Libia, Siria, lobotomie, pianificazione urbana, diete a basso contenuto di carboidrati, grassi, freudianesimo, sciroppo di mais ad alto fruttosio, salafismo, progetti abitativi, geni egoisti, modelli di previsione elettorale. Ma è ancora convinto che la sua posizione sia giusta”.

Una sezione del libro è dedicata all’islam.
“Mi trovavo a una cena, del tipo in cui devi scegliere tra il risotto vegetariano e l’opzione non-vegetariana, quando mi sono accorto che il mio vicino aveva il piatto sigillato da un foglio di alluminio. Era ultra-kosher. Non gli dava fastidio sedere con i mangiatori di prosciutto, che mischiavano burro e carne negli stessi piatti. Voleva solo essere lasciato in pace a seguire le proprie preferenze. Per ebrei e minoranze musulmane come sciiti, sufi e (vagamente) drusi e alawiti, l’obiettivo è essere lasciati in pace.
Ma se il mio il vicino fosse stato un salafita sunnita, avrebbe chiesto che fosse l’intera stanza a mangiare halal. Forse l’intero edificio. Forse l’intera città. Forse l’intero paese. Idealmente, l’intero pianeta. Infatti, data la totale mancanza di separazione tra chiesa e stato nella sua religione, per lui haram (l’op - posto di halal) significa letteralmente illegale.

Mentre sto scrivendo queste righe, la gente sta discutendo se la libertà dell’occidente illuminato possa essere indebolita dalle politiche intrusive che sarebbero necessarie per combattere i fondamentalisti salafiti”. Taleb risponde usando la regola della minoranza: “Una minoranza intollerante può controllare e distruggere la democrazia. E alla fine distruggerà il nostro mondo. Quindi, dobbiamo essere più che intolleranti con alcune minoranze intolleranti. L’occidente è attualmente in procinto di suicidarsi”. È questo il nuovo cigno nero di cui gli esperti e gli intellettuali idioti non vogliono sentire mai parlare.



https://it.wikipedia.org/wiki/Nassim_Nicholas_Taleb
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » lun lug 23, 2018 6:46 am

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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » lun lug 23, 2018 6:47 am

Nessuna protezione internazionale, nessun asilo/rifugio ai nazisti maomettani

Ai nazisti maomettani nessuna protezione internazionale, vanno solo respinti ed espulsi il prima possibile. A questi criminali nessuna protezione, nessun asilo/rifugio, nessuna solidarietà, vanno solo respinti, banditi e cacciati.
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674


Milano, già libero il reclutatore di estremisti islamici
Valentina Dardari - Dom, 22/07/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 56451.html

In libertà uno dei più temibili reclutatori di giovani islamici

Paura a Milano, è tornato libero Muhamad Majid, 47enne iracheno conosciuto anche come Mullah Fouad.

Ha appena finito di scontare la pena di 2anni e 6 mesi per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Precedentemente era stato condannato a 10 anni per terrorismo internazionale. La sentenza, emessa nel 2006 dalla Corte d'Assise, era diventata irrevocabile nel 2008. Majid, originario di Baghdad, è ritenuto dalla Digos, uno dei più importanti e attivi reclutatori di estremisti islamici.

Molto vicino all'imam Abu Omar, era tenuto in gran considerazione nel centro di preghiera di viale Jenner. Digos e Ros dei carabinieri hanno seguito per diverso tempo il loro uomo, scoprendo molto materiale interessante su di lui.

Majid era infatti uno dei massimi reclutatori europei di giovani combattenti, per conto dell'organizzazione salafita del nord-est iracheno, Ansar Al Islam. Organizzazione questa, da sempre impegnata a combattere sia il regime di Saddam Hussein che i Curdi. In stretti rapporti sia con l'Isis che con Al Qaeda precedentemente.

Compito principale di Muhamad era quello di cercare nuove reclute da indirizzare ai campi di addestramento per far nascere nuovi giovani combattenti. Il sogno era quello di creare un Kurdistan islamico, sotto la legge della Shari'a, ma vede infrangersi nel 2003, quando la Procura di Milano, grazie al lavoro dei pm Armando Spataro e Elio Ramondini, lo accusa di aver reclutato e mandato in Medio Oriente un notevole numero di futuri combattenti.

La fuga dell'accusato dura poco, dopo circa un anno viene catturato in Siria nel 2005 e poi estradato a inizio 2006. Questa volta è condannato definitivamente a 10 anni di carcere, proprio in fatto della sua nota pericolosità. Nel 2014 esce di prigione ma ci torna nel 2015, dopo essere stato nuovamente fermato a Bari, su indicazione dei pm pugliesi che erano certi di un suo ritorno alla vecchia vita.

Secondo le loro indagini, il 47enne avrebbe riallacciato i rapporti con le conoscenze di un tempo. Condannato infine a soli 2 anni e 6 mesi per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, è tornato in libertà due giorni fa.

In teoria sarebbe obbilagato a lasciare l'Italia entro una settimana, intanto ha però fatto richiesta di protezione internazionale. Vedremo alla fine chi sarà realmente protetto, lui o noi?



Alberto Pento
A questo nazista maomettano nessuna protezione internazionale, va solo espulso il prima possibile. A questi criminali nessuna protezione, nessun asilo/rifugio, nessuna solidarietà, vanno solo banditi e cacciati.
Dovrebbe bastare il sospetto ma in questo caso vi è una condanna che dovrebbe essere più che sufficiente per un'espulsione immediata, via amministrativa e senza sentenza giudiziaria; una condanna definitiva dovrebbe far perdere automaticamente ogni diritto alla protezione e all'asilo e quindi rendere nulla ogni richiesta di protezione o di asilo e quindi inutile ogni esame della domanda medesima, da parte dell'autorità competente.




Islam e islamici dove sta il problema?
viewtopic.php?f=188&t=2709
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » mer set 05, 2018 3:03 am

Belgio, presentata legge per bandire il partito islamista
Jacopo Bongini - Lun, 03/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/bel ... 70958.html

I quattro principali partiti francofoni del Belgio hanno presentato nei giorni scorsi una proposta di modifica costituzionale volta ad impedire la partecipazione alle elezioni ai movimenti liberticidi, con implicito riferimento al parito islamista belga nato nel 2012

Si fanno sempre più pressanti in Belgio le polemiche mediatiche causate dall'islam politico, tanto che ora sono le stesse autorità pubbliche a cercare di mettersi giuridicamente al riparo.

È degli scorsi giorni la notizia che i quattro principali partiti francofoni hanno presentato in parlamento una proposta di revisione costituzionale per impedire la partecipazione alle elezioni di quei movimenti che mettono in discussione le libertà pubbliche. Pur senza essere mai esplicitamente citato, è chiaro che il riferimento è diretto nei confronti del partito "Islam" - acronimo di integrità, solidarietà, libertà, autenticità e moralità - fondato nel 2012 dall'ex autista di autobus Redouane Ahrouch e che si propone di instaurare la repubblica islamica in Belgio, con la conseguente adozione della Sharia. Islam, considerato vicino agli ambienti dello sciismo iraniano, aveva già dato modo di far parlare di se nell'aprile di quest'anno, quando il suo fondatore aveva proposto mezzi pubblici separati per uomini e donne allo scopo di proteggere queste ultime dai pericoli delle molestie sessuali: "Nelle ore di punta, alcune persone, soprattutto di origine straniera, approfittano del fatto che i veicoli siano pieni per appiccicarsi alle donne. Non sono solo le donne musulmane che si sentono umiliate. È la ragione per cui chiedo che gli uomini salgano davanti e le donne dietro". Durante questi sei anni di esistenza tuttavia, il partito non è riuscito a sfondare tra la popolazione belga di fede musulmana, racimolando solo due consiglieri comunali alle elezioni amministrative del 2012 e rimanendo al di sotto della soglia di sbarramento nelle successive tornate elettorali.

La proposta di legge, che mira al bando degli islamisti è stata portata avanti principalmente dai partiti dell'area francofona del paese: il Movimento Riformatore del Primo Ministro Charles Michel, il Partito Socialista dell'ex premier Elio di Rupo, i democristiani del Centro Democratico Umanista ed i regionalisti di DéFI (Democratici, Federalisti e Indipendenti). Una scelta che riflette le preoccupazioni dovute al maggiore radicamento che il partito Islam ha nella regione di Bruxelles Capitale, dove pur non raggiungendo risultati significativi un sondaggio Ipsos del giugno scorso lo dava a circa il due per cento delle preferenze, rimanendo invece irrilevante in Vallonia e nelle Fiandre.

Plausi all'iniziativa dei francofoni arrivano però anche da parte dei partiti di area fiamminga. Peter De Roover, capogruppo alla Camera dei Rappresentanti del partito conservatore Nuova Alleanza Fiamminga, ha infatti sottolineato: "Accogliamo favorevolmente la nuova convergenza nata tra i partiti francofoni ed auspichiamo una collaborazione costruttiva. La Sharia non è uno dei tanti modi di esercitare il potere all'interno del nostro sistema democratico, ma è un cambiamento del sistema stesso, sul quale non possiamo retrocedere". Secondo De Roover inoltre, l'interdizione del partito Islam a partecipare alle elezioni sarebbe possibile facendo riferimento ad una sentenza del 2003 emessa dalla Corte Europea del Diritti dell'Uomo, che sostiene l'incompatibilità della legge islamica con l'ordinamento democratico.

Nonostante le previsioni tuttavia, la proposta di legge rischia di non essere discussa ed eventualmente approvata in tempo per le prossime elezioni comunali del 14 ottobre, nelle quali secondo alcune rilevazioni il partito Islam potrebbe riuscire a far eleggere alcuni consiglieri.
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » mer set 26, 2018 6:20 am

La Divina Commedia è razzista, via dalla scuola
Proposta choc di 'Gherush92', organizzazione di ricercatori e professionisti delle Nazioni Unite: "Contenuti islamofobici e antisemiti."
13 marzo 2012

https://www.globalist.it/culture/2016/0 ... -8707.html

Stereotipi, luoghi comuni, contenuti e frasi offensive, razziste, islamofobiche e antisemite che difficilmente possono essere comprese e che raramente vengono evidenziate e spiegate nel modo corretto. E' il contenuto di alcune terzine della Divina Commedia che, secondo 'Gherush92', organizzazione di ricercatori e professionisti che gode dello status di consulente speciale con il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite e che svolge progetti di educazione allo sviluppo, diritti umani, risoluzione dei conflitti, razzismo, antisemitismo, islamofobia, andrebbe eliminata dai programmi scolastici o, quanto meno, letta con le dovute accortezze.

''La Divina Commedia - spiega Valentina Sereni, presidente di Gherush92 - pilastro della letteratura italiana e pietra miliare della formazione degli studenti italiani presenta contenuti offensivi e discriminatori sia nel lessico che nella sostanza e viene proposta senza che via sia alcun filtro o che vengano fornite considerazioni critiche rispetto all'antisemitismo e al razzismo''.

Sotto la lente di ingrandimento in particolare i canti XXXIV, XXIII, XXVIII, XIV. Il canto XXXIV, spiega l'organizzazione, è una tappa obbligata di studio. Il personaggio e il termine Giuda e giudeo sono parte integrante della cultura cristiana: ''Giuda per antonomasia è persona falsa, traditore (da Giuda, nome dell'apostolo che tradì Gesù)''; ''giudeo è termine comune dispregiativo secondo un antico pregiudizio antisemita che indica chi è avido di denaro, usuraio, persona infida, traditore'' (De Mauro, Il dizionario della lingua italiana). Il significato negativo di giudeo è esteso a tutto il popolo ebraico. Il Giuda dantesco è la rappresentazione del Giuda dei Vangeli, fonte dell'antisemitismo.

"Studiando la Divina Commedia - sostiene Gherush92 - i giovani sono costretti, senza filtri e spiegazioni, ad apprezzare un'opera che calunnia il popolo ebraico, imparano a convalidarne il messaggio di condanna antisemita, reiterato ancora oggi nelle messe, nelle omelie, nei sermoni e nelle prediche e costato al popolo ebraico dolori e lutti''.

E ancora, prosegue l'organizzazione, ''nel canto XXIII Dante punisce il Sinedrio che, secondo i cristiani, complottò contro Gesù; i cospiratori, Caifas sommo sacerdote, Anna e i Farisei, subiscono tutti la stessa pena, diversa però da quella del resto degli ipocriti: per contrappasso Caifas è nudo e crocefisso a terra, in modo che ogni altro dannato fra gli ipocriti lo calpesti''.

''Nel canto XXVIII dell'Inferno - spiega ancora Sereni - Dante descrive le orrende pene che soffrono i seminatori di discordie, cioè coloro che in vita hanno operato lacerazioni politiche, religiose e familiari. Maometto è rappresentato come uno scismatico e l'Islam come una eresia. Al Profeta è riservata una pena atroce: il suo corpo è spaccato dal mento al deretano in modo che le budella gli pendono dalle gambe, immagine che insulta la cultura islamica. Alì, successore di Maometto, invece, ha la testa spaccata dal mento ai capelli. L'offesa - aggiunge - è resa più evidente perché il corpo ''rotto'' e ''storpiato'' di Maometto è paragonato ad una botte rotta, oggetto che contiene il vino, interdetto dalla tradizione islamica. Nella descrizione di Maometto vengono impiegati termini volgari e immagini raccapriccianti tanto che nella traduzione in arabo della Commedia del filologo Hassan Osman sono stati omessi i versi considerati un'offesa''.

Anche i sodomiti, cioè coloro che ebbero rapporti "contro natura", sono puniti nell'Inferno: I sodomiti, i peccatori più numerosi del girone, sono descritti mentre corrono sotto una pioggia di fuoco, condannati a non fermarsi. Nel Purgatorio i sodomiti riappaiono, nel canto XXVI, insieme ai lussuriosi eterosessuali.

''Non invochiamo né censure né roghi - precisa Sereni - ma vorremmo che si riconoscesse, in maniera chiara e senza ambiguità che nella Commedia vi sono contenuti razzisti, islamofobici e antisemiti. L'arte non può essere al di sopra di qualsiasi giudizio critico. L'arte è fatta di forma e di contenuto e anche ammettendo che nella Commedia esistano diversi livelli di interpretazione, simbolico, metaforico, iconografico, estetico, ciò non autorizza a rimuovere il significato testuale dell'opera, il cui contenuto denigratorio è evidente e contribuisce, oggi come ieri, a diffondere false accuse costate nei secoli milioni e milioni di morti. Persecuzioni, discriminazioni, espulsioni, roghi hanno subito da parte dei cristiani ebrei, omosessuali, mori, popoli infedeli, eretici e pagani, gli stessi che Dante colloca nei gironi dell'inferno e del purgatorio. Questo è razzismo che letture simboliche, metaforiche ed estetiche dell'opera, evidentemente, non rimuovono''.

''Oggi - conclude Sereni - il razzismo è considerato un crimine ed esistono leggi e convenzioni internazionali che tutelano la diversità culturale e preservano dalla discriminazione, dall'odio o dalla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, e a queste bisogna riferirsi; quindi questi contenuti, se insegnati nelle scuole o declamati in pubblico, contravvengono a queste leggi, soprattutto se in presenza di una delle categorie discriminate. E' nostro dovere segnalare alle autorità competenti, anche giudiziarie, che la Commedia presenta contenuti offensivi e razzisti che vanno approfonditi e conosciuti. Chiediamo, quindi, di espungere la Divina Commedia dai programmi scolastici ministeriali o, almeno, di inserire i necessari commenti e chiarimenti''.



Alberto Pento
Il Corano è il libro più razzista del mondo. Maometto è stato un criminale assassino e se vi è un inferno giustamente è là dove si può trovare questa mostruosità criminale. Il Corano è peggio del Mein Kampf e incita al disprezzo e all'odio di ogni diversamente religioso e pensante, andrebbe sequestrato, chiuse tutte le moschee e bandito assieme al suo culto nazista maomettano.
L'antisemitismo è ingiusto e non mi piace ma fa parte della storia dei cristiani e quindi non ha alcun senso cancellare le parti della Divina Commedia che lo documentano.
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » mar ott 30, 2018 9:47 pm

La Cina imprigiona un milione di musulmani. Costruiti 44 campi di detenzione
Contro la comunità islamica cinese compiuta una delle repressioni più feroci degli ultimi tempi. Il Partito al Governo vuole eliminare ogni diversità culturale.
di Vito Nicola Lacerenza

https://thedailycases.com/la-cina-impri ... M3ROfldlrk

Negli ultimi mesi la Cina è stata accusata di violazione dei diritti umani per aver imprigionato “senza regolare processo” un milione di cittadini appartenenti all’etnia degli Uighurs, i musulmani cinesi. Questi ultimi, oltre a non essere buddisti come la stragrande maggioranza dei connazionali cinesi, hanno usi e costumi molto vicini alla cultura mediorientale, presentano tratti somatici tipici dell’Asia centrale, hanno una carnagione leggermente scura, e comunicano attraverso una propria lingua, il “Turkic”, mentre il cinese lo parlano appena. In uno Stato dittatoriale come la Cina, l’esistenza di una cultura alternativa a quella “autorizzata dal Partito Comunista” è inaccettabile. Per questo il governo ha fatto costruire 44 “centri di rieducazione” nella regione cinese dello Xinjang”, la terra degli Uighurs. Si tratta di complessi edilizi con un’estensione di diverse migliaia di chilometri quadrati, costituiti per lo più da dormitori, aule e ampi cortili.

La loro struttura ricorderebbe quella di un college americano se non fosse per le alte mura che circondano il campo e numerose torri di guardia che si ergono dietro la recinzione, al di fuori della quale si estende il deserto. È in questi luoghi che si ritiene siano rinchiusi gli Uighurs. Le Nazioni Unite, insieme a diverse associazioni per la difesa dei diritti umani, hanno chiesto, senza successo, alle autorità cinesi la possibilità di ispezionare i cosiddetti “centri di rieducazione”, le cui immagini sono state ricavate via satellite. Queste strutture, secondo gli esperti, non sono altro che enormi campi di detenzione in grado di contenere dagli 11 mila ai 130 mila detenuti. Ma la Cina si difende dichiarando che per gli Uighurs è facoltativo sottoporsi al “percorsi rieducativi” e ha descritto le strutture come luoghi in cui gli Uighurs hanno l’opportunità di imparare il cinese, le “leggi dello Stato e i costumi laici”. Tale descrizione però stride con la realtà dello Xinjang, zona esposta al fenomeno del terrorismo islamico. La regione confina con la Mongolia, il Kazakistan e il Kirghizistan, tre Paesi musulmani in cui sono attive diverse organizzazioni jihadiste. Per scongiurare il rischio di attentati terroristici sul territorio nazionale, le autorità hanno deciso di “eliminare l’islam dalla Cina” distruggendo le antiche tradizioni degli Uighurs.

La creazione dei “centri di rieducazione” fanno parte di un’ampia strategia politica incentrata sulla repressione, che basa la sua efficacia anche sui rastrellamenti della polizia. Gli agenti sono ovunque nelle città dello Xinjang e nel compiere i loro controlli utilizzano sofisticate tecnologie: videocamere per il riconoscimento facciale e apparecchi capaci di controllare in pochi minuti i dati personali contenuti all’interno di computer e cellulari. Ai musulmani non è concesso protestare, perché secondo la legge cinese la polizia è libera di ricorrere ad ogni metodo necessario per impedire agli Uighurs di praticare la loro religione. Recitare un verso del Corano, recarsi in moschea, farsi crescere la barba, frequentare scuole di religione e persino avere un nome musulmano sono considerati reati punibili con la reclusione nel “centro rieducativo”.

Il luogo in cui le autorità tentano, attraverso torture fisiche e psicologiche, di cancellare la fede dai cuori degli Uighurs. «Ci costringevano ad alzarci un’ora prima del sorgere del sole- ha raccontato Ablet Tursun Tohti, Uighurs ed ex detenuto di un “centro rieducativo”, attualmente in esilio in Turchia- avevamo soltanto un minuto per prepararci e radunarci in cortile. Una volta lì le guardie ci facevano correre più veloce che potevamo gridando, contemporaneamente, “le leggi dello Stato cinese”. Dopodiché, sempre correndo, dovevamo cantare a squarciagola una canzone intitolata: “Senza il Partito Comunista non può esserci una nuova Cina”. Ricordo che per la stanchezza qualcuno andava in affanno, altri sbagliavano a recitare le leggi, altri ancora confondevano le parole della canzone. Tutti questi erano frustati con una cinta o presi a calci».
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » lun dic 17, 2018 9:59 pm

LA COMUNITA' ISLAMICA DI CINISELLO BALSAMO HA OSPITATO L'IMAM CHE ODIA DONNE E EBREI, E DEFINISCE L'11 SETTEMBRE UNA COMMEDIA.

https://www.facebook.com/drdamicodavid/ ... on_generic

«La donna che mostra i capelli al mondo intero, avrà commesso un peccato che merita il castigo della tomba» è solo una delle frasi per cui l’imam egiziano Omar Abdelkafi è noto ai media. Ma ci sono altre "perle" nella sua collana di odio verso tutto e tutti. Come dimenticare le sue affermazioni sugli attentati di Parigi che sarebbero la seconda puntata delle comiche dell'11 settembre? Per non parlare di altre sue frasi prive di umanità come quando aveva giudicato gli attacchi contro Charlie Hebdo e il negozio ebraico come «la commedia alla quale i musulmani sono assoggettati fino alla nausea in tutto il mondo». Naturalmente non potevano mancare gli attacchi agli ebrei cui dedica un video intitolato “Caratteristiche degli ebrei codardi”.
Non credo ci sia molto da aggiungere. Se non che in passato questo signore è stato bloccato dalle autorità di altre città, come Verona. A una settimana dal 25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne, mi pare inaccettabile che una Comunità Islamica inviti una persona del genere. Un centro religioso che invita un predicatore di odio è doppiamente pericoloso: da un lato perché legittima chi semina rancore. E dall'altro perché evidentemente la dirigenza di quel centro condivide tali idee.
Mi pare doveroso chiedere formalmente che in nome del rispetto della donna e della pacifica convivenza tra tutte le religioni, la Comunità Islamica di Cinisello Balsamo prenda le distanze da Abdelkafi e dalle sue parole. E altrettanto faccia la politica, di destra e di sinistra. Non sono temi su cui dovrebbero esserci divisioni.



Gino Quarelo
Perseguirlo con la Legge Mancino altro che consentirgli di essere ospitato e perseguire con la stessa legge anche l'associazione nazi maomettana che l'ha invitato e ospitato.
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » lun dic 17, 2018 10:00 pm

Invece di denunciare il nazismo maomettano, si autocensurano e nemmeno lo nominano.


La maledetta autocensura politicamente corretta
di Pierluigi Battista
17 dicembre 2018
articolo tratto dal Corriere della Sera


http://www.italiaisraeletoday.it/la-mal ... e-corretta

Abbiamo persino abolito nella nostra lingua, e forse persino nella nostra mente, il nome di quella religione che ha armato il terrorista responsabile della strage al mercatino di Natale di Strasburgo. Non c’è più, abrogata dal linguaggio, dai servizi dei media, dal discorso pubblico. Chi fa quel nome viene deplorato come un irresponsabile fomentatore di una guerra di religione. Ed è obbligatorio non voler credere alle invocazioni rituali gridate da chi sta per spargere la morte in nome della sua religione.

Si dice: non tutti quelli che professano quella religione sono terroristi, ci mancherebbe. Però devono spiegare perché questo tipo di terrorismo viene sempre motivato da chi ne è seguace con parole, dogmi, passaggi ideologici, rivendicazioni che in quell’universo religioso traggono alimento e coerenza.

Non bisogna pensare che hanno compiuto il massacro di Charlie Hebdo perché in quel giornale satirico alcune vignette colpivano il profeta di cui neanche io, per paura e opportunismo, farò il nome. Non bisogna pensare che siano convinti che i loro atti servano a sterminare gli infedeli, i blasfemi, gli apostati.

Gilles Kepel, politologue, spécialiste de l'islam et du monde arabe contemporain, professeur à Sciences Po, et membre de l'Institut universitaire de France, vient de publier "Passion arabe, Passion française. Les voix des cités", aux éditions Gallimard. A cette occasion, nous l'avons rencontré.

Non bisogna dar retta a chi, come Gilles Kepel su Le Figaro, sostiene che per quella religione, che io mi guarderò bene dal nominare, la festa di Natale ha qualcosa di intollerabilmente «empio»: dobbiamo piuttosto inventarci un inverosimile attentato «anti-europeo» pur di non nominare l’innominabile.

È la prima guerra, costellata di decine e centinaia di attentati terroristici contro aeroporti, stazioni, metropolitane, stadi, corse podistiche, musei, spiagge, treni, chiese, monumenti, ponti, strade con molti pedoni da asfaltare, pub, ristoranti, teatri, di cui non vogliamo vedere il nemico.

Non possiamo nemmeno definirli «nemici», per fare in modo che non si offendano. Ci balocchiamo con la categoria psichiatrica e non religiosa dei «lupi solitari», anche se poi scopriamo che solitari quei lupi non lo sono mai del tutto, anzi, è vero il contrario.

Non dobbiamo credere alle rivendicazioni di un’entità terroristica che aveva messo quel nome nella sigla di uno Stato. Non dobbiamo sentire quello che i «nemici» dicono, perché lo dicono, cosa hanno in testa. Dobbiamo negare, chiudere gli occhi, voltarci dall’altra parte. E non pronunciare più quel nome, che qui mi guardo bene dall’indicare apertamente. Mica per paura, beninteso.


Alberto Pento
Più che una religione è una ideologia e una prassi politico religiosa che dura da 1400 anni e che da 1400 anni nuoce all'intera umanità
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » mar dic 18, 2018 1:57 am

Terrorismo islamico: un fenomeno che non va minimizzato
Ugo Volli
16 dicembre 2018

https://www.progettodreyfus.com/terrori ... -attentati

Stiamo dando tutti troppo per scontato il terrorismo islamico, come se fosse un fenomeno naturale, che magari è meglio non nominare neppure, secondo il costume dei giornali e della maggior parte dei politici, come se a non parlare del male esso scomparisse. Eppure il terrorismo non è una fatalità. Fino agli anni Settanta, con l’esplodere del terrorismo rosso e di quello palestinista anche sul suolo europeo, nel nostro continente questo problema era limitato a territori particolari come i paesi baschi o l’Irlanda. Oggi invece è generale e si ripresenta spesso, anche se la censura sistematica dei media cerca di non farci pensare a questo fenomeno. E invece riflettervi è importante, perché solo comprendendo di che cosa si tratta è possibile prevenirlo.

Partiamo dunque da Strasburgo. L’assassino, Cherif Chekatt, come spiega Maurizio Molinari in un editoriale sulla Stampa:

“era un immigrato di seconda generazione divenuto «gangster jihadista» perché trovava nel mondo del crimine la propria dimensione, affiancandole la versione più estrema dell’Islam che lo ha portato a gridare «Allah hu-Akbar» mentre sparava su ignari passanti. Prima di lui «gangster jihadisti» sono stati Mohammed Merah, che attaccò nel 2012 una scuola ebraica a Tolosa, Said e Cherif Kouachi membri del commando del Bataclan nel 2015, Amedy Coulibaly che sempre nel 2015 fece fuoco in un supermercato kosher parigino, Zied Ben Belgacem e Karim Cheurfi che nel 2017 tentarono gravi attacchi, e Redouane Lakim che nel marzo scorso ha ucciso un agente francese.”

In primo luogo dunque Chekatt era musulmano. Non tutti i musulmani sono terroristi, neppure tutti i terroristi sono musulmani (basta pensare al nazista Anders Behring Breivik responsabile della strage di Utoya in Norvegia sette anni fa). Ma la stragrande maggioranza dei terroristi attivi in Europa negli ultimi vent’anni sono proprio musulmani. Ed è vero che il terrorismo islamico è un fenomeno mondiale, che si estende dalla Nigeria alla Cina, dall’India al Caucaso, dagli Stati Uniti naturalmente a Israele e anche all’interno dei paesi musulmani. C’è chi giustifica questo fatto parlando di reazione al colonialismo, ma non risulta che gli induisti o i buddhisti e i membri di altre religioni, che pure sono stati almeno altrettanto oppressi e in parte lo sono ancora proprio dai musulmani, facciano altrettanto.

In secondo luogo è “un immigrato di seconda generazione”, cioè un cittadino francese grazie alla legge dello ius soli vigente in Francia. “Cherif è uno dei 26.000 individui considerati una potenziale minaccia per la sicurezza nazionale in Francia, diecimila circa di questi si considera siano i radicalizzati, ovvero i più pericolosi del gruppo, monitorati dalla DGSI”. In Italia gente così viene immediatamente espulsa, dato che per fortuna la sinistra non è riuscita a far passare lo ius soli. Per questo vi sono molti meno attentati da noi che in Francia o in Belgio. Ricordiamocene quando si tratterà di votare, perché l’idea dello ius soli alberga ancora nei pensieri della sinistra (compresa quelle dei 5s). Un’altra ragione connessa, che spesso è taciuta ma è nota alle autorità, è che anche fra le forze dell’ordine non mancano gli islamisti che proteggono il terrorismo. È vero che anche in Italia il contrasto al terrorismo è talvolta intralciato da magistrati ipergarantisti, ma è un’altra cosa.

La terza cosa su cui riflettere è la categoria dei terroristi gangster. Se sono gangster, cioè criminali che compiono reati per avvantaggiarsi illegalmente con la forza, perché allora tutti costoro vanno a farsi ammazzare, o quanto meno imprigionare, gratis? Questa è chiaramente la sorte dei terroristi. Perché lo fanno? Qual è la ragione di gesti come quelli di Chekatt? Se sono stati “radicalizzati”, come si dice con un eufemismo che non mi piace affatto e vogliono partecipare alla guerra mondiale dell’Islam, perché non vanno nei luoghi che non sono pochi dove questa guerra si svolge davvero al confine fra mondo islamico e altre religioni (Il Caucaso e il Sinkiang e Cipro e la Bosnia e il Kashmir…) e possono contribuire allo scontro militare? Che contributo è investire con un camion o sparare addosso a gente che fa shopping nei mercatini natalizi o fa festa sulle Ramblkas o nella passeggiata di Nizza?

Questo è il problema principale, che il terrorismo non ha una razionalità militare, ma un altro senso, è fine a se stesso, non serve a nulla, se non a terrorizzare, a umiliare a distruggere delle persone che hanno il torto di essere “miscredenti”. Ma questo non è un caso, perché è uno dei pilastri dell’Islam, ciò che rende più pericolosa di qualunque altra questa religione (che non è solo una fede ma una legge, una forma di vita, una politica).

Per capirlo, basta citare qualche frase dal Corano: Circa gli infedeli (coloro che non si sottomettono all’Islam), costoro sono «gli inveterati nemici» dei musulmani \[Sura 4:101\]. I musulmani devono «arrestarli, assediarli e preparare imboscate in ogni dove» \[Sura 9:95\]. I musulmani devono anche «circondarli e metterli a morte ovunque li troviate, uccideteli ogni dove li troviate, cercate i nemici dell’Islam senza sosta» \[Sura 4:90\]. «Combatteteli finché l’Islam non regni sovrano» \[Sura 2:193\]. «Tagliate loro le mani e la punta delle loro dita» \[Sura 8:12\] I musulmani devono essere «brutali con gli infedeli» \[Sura 48:29\] «Instillerò il terrore nel cuore dei non credenti, colpite sopra il loro collo e tagliate loro la punta di tutte le dita» \[Sura 8:12\] * «Essi (gli infedeli ndr) devono essere uccisi o crocefissi e le loro mani ed i loro piedi tagliati dalla parte opposta» \[Sura 5:33\] (Questa selezione viene da qui).

Infine, voglio fare ancora una riflessione. I media e i politici europei cercano di minimizzare il terrorismo islamico, le polizie hanno regole che le obbligano a non dare informazioni sulla provenienza degli assassini o sulle loro motivazioni, la locuzione “terrorismo islamico” fu proibita dall’Amministrazione Obama e ancora tutti subiscono questo ricatto del silenzio. Ma quando si parla delle vittime, esse almeno sono trattate come persone e compiante. Finché si tratta di attentati rivolti contro cittadini europei e sul suolo del nostro continente. Quando gli stessi assassini con la stessa motivazione ammazzano degli ebrei o dei cittadini israeliani, questa pietà scompare. Nessuno condanna l’assassinio di un neonato, l’attacco a una donna incinta, lo sparo o l’investimento automobilistico nel mucchio. Le vittime sono segnate col marchio di infamia dei “coloni” – paradossale atteggiamento da parte di paesi come quelli europei che sono stati davvero a lungo coloniali, cioè hanno sfruttato le risorse e la mano d’opera di paesi lontani con cui non avevano nessun rapporto, il che certo non è il caso degli israeliani che sono indigeni della Terra di Israele e non hanno mai sfruttato la mano d’opera araba neppure lontanamente come gli Europei hanno fatto con gli africani.

E qui dunque viene fuori un’altra contraddizione dell’atteggiamento diffuso in Europa rispetto al terrorismo: non bisogna parlarne, bisogna fingere che non ci sia, bisogna ignorare la sua natura islamica, ma soprattutto si può condannare e compiangere le vittime purché esse non siano quegli ebrei che l’Europa ha perseguitato per due millenni, fino al culmine della Shoah. Solo quando i media e i politici faranno i conti con queste storture e diranno le cose come stanno, il terrorismo si potrà combattere efficacemente.
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