Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » lun lug 18, 2016 6:34 pm

Non esiste un Corano pacifista
Cultura - La religione cristiana non è solo fondante dei valori occidentali ma è migliore dell'islam
Francesco Mattioli
18 luglio, 2016

http://www.tusciaweb.eu/2016/07/non-esi ... -pacifista

Viterbo – Non starò qui a disquisire di storia delle religioni, anche se mi sembra che – beffa della storia – dopo un Novecento caratterizzato dal pensiero laico – e talvolta laicista, a dimostrazione che il dogmatismo non sta solo nelle chiese – il nuovo millennio si apra con la lente di ingrandimento proprio sulle religioni.

Sarebbe facile, in un’ottica marxiana, asserire che non siamo di fronte ad una lotta di religioni, ma ad una guerra tra poveri e ricchi, tra nord e sud del mondo, tra etnie dominanti ed etnie dominate.

Come dire che non solo la “guerra” tra occidente cristiano e oriente musulmano, ma anche quella tra sciiti e sunniti, in realtà deriverebbe da evidenti conflitti socioeconomici e geopolitici.

La soluzione sarebbe, se non a portata di mano, almeno facilmente individuata: un bel mix di giustizia e di democrazia; almeno così credevano quelli che hanno favorito il crollo dei rais mediorientali in Irak, in Egitto, in Libia e oggi magari in Siria. Ma non è proprio così.

Innanzitutto, sono costretto a ricorrere a Max Weber per ricordare che i valori, nel vissuto individuale e collettivo, per quanto sorgano da una temperie storica, assumono poi un significato autonomo e possono generare azioni che prescindono dalle differenze politiche e sociali.

Rimuovere semplicemente una situazione di ingiustizia non esclude che il conflitto permanga a livello di rappresentazioni sociali, di concezione del mondo, per estinguersi soltanto quando, nel tempo, il disegno culturale di una maggioranza verrà a prevalere nella comunità fino a diventare “norma” comune.

Inoltre, benché il terrorismo islamico ce l’abbia con i “crociati”, in realtà il suo nemico è quel bagaglio etico di giustizia, libertà, uguaglianza, tolleranza, rispetto e qualità della vita che sta a fondamento della Dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1948.

Certo, sarebbe ingenuo ignorare che la gran parte di questi valori ci provengono storicamente dal cristianesimo, ma ormai si tratta anche di un bagaglio etico di tipo “laico”, che a sua volta è servito a combattere le derive dogmatiche fondamentaliste di ogni religione.

Proprio prendendo questo bagaglio etico come punto di riferimento e unità di misura, tuttavia, è inevitabile prendere atto che non tutte le religioni sono uguali e ce ne sono alcune “migliori” di altre.

Il che è ovvio: se alla luce della Dichiarazione dei diritti dell’uomo, le dittature nazifasciste e comuniste sono state considerate “peggiori” del liberalismo democratico, tanto che oggi si scrivono persino delle leggi contro chi le esalta, non si vede perché non si debba poter distinguere tra una religione pacifica e un religione bellicosa, preferendo quella a questa.

Vediamo, allora, quale religione è “migliore”, cioè quale garantisce fondamenta etiche che esaltino la pace, la non violenza, l’uguaglianza, la democrazia e il rispetto degli altri, cioè quegli ideali che noi riteniamo siano le premesse necessarie di una società civile.

Il cristianesimo si sviluppa (se nasca è oggetto di dibattito) in un mondo ellenistico-romano in crisi di valori, che attendeva con impazienza un forte orizzonte morale e che poteva fornire le basi etiche di una filosofia dell’umanesimo, della dignità e della libertà umana dettata dal pensiero classico.

Ma l’espansione del cristianesimo non è stato indolore: i fanatismi dei primi secoli, le Crociate, le lotte tra protestanti e cattolici, le conversioni coatte durante il colonialismo, una più recente interpretazione ariana del cristianesimo stanno a dimostrare che gli uomini sono ben capaci di sventolare un qualsiasi libro sacro per dare conforto alle proprie turpitudini.

Ma nel cristianesimo c’è uno scarto evidente tra il contenuto morale del Libro (il Vangelo) e certe sue manifestazioni secolari. Nel Vangelo non vi sono parole di guerra: il comandamento nuovo di Gesù è che ci si ami l’un l’altro; che il peccatore venga perdonato; che si porga l’altra guancia all’offensore; che il diverso sia comunque rispettato come essere umano e come fratello (si pensi soprattutto all’episodio della samaritana). E lo stesso apostolato è esplicitamente descritto da Gesù come un’attività propositiva, discorsiva, non certo come una operazione di conquista territoriale o come una conversione coattiva: se non ti accolgono, se non apprezzano la tua parola e il tuo esempio, scuoti la povere dai tuoi piedi e vattene.

Questa la lettera del Vangelo, il punto di riferimento obbligato per valutare le potenzialità etiche della religione cristiana; la sua re-interpretazione secolare, o il richiamo strumentale ad esso per commettere delle nefandezze, non gli appartengono, non ne mettono in discussione i valori morali che propone.

Nell’Islam le cose stanno diversamente. Basta citare alcune parti del Corano, per rendersi conto delle gigantesche diversità etiche dal Vangelo, di certi incitamenti alla guerra e alla violenza che esso contiene (ad esempio, sure 2,4, 5,6, 8, 9, 48, passim), riservando carità e pace solo ai credenti. Il fatto è che l’Islam nasce presso un popolo nomade che, abbandonate le vecchie religioni animistiche tribali, assorbe simboli e stilemi dal vicino mondo ebraico e cristiano, con cui è in stretto, anche se bellicoso, contatto.

Un popolo nomade ha due esigenze: quella di difendere la propria identità e quella di giustificare la conquista di nuovi territori da sfruttare e controllare.

La religione islamica si venne quindi a costruire fornendo tutti i riferimenti etici necessari ad un popolo inevitabilmente predatore ed espansionista: non solo regole di convivenza e di ordine pubblico all’interno della nazione, ma anche la giustificazione della guerra, dell’annessione politica e dell’acculturazione, del privilegio del fedele nei confronti dell’infedele. Con una precoce divisione interna, generata dalla lotta di successione all’indomani della scomparsa del profeta. Le analogie dell’Islam con i principi del cristianesimo sono quindi molto modeste, limitate a questioni di ordine pubblico quali l’assistenza al povero e alla vedova, la composizione delle liti, ecc.

Sono questi i motivi per cui il terrorismo islamico può trovare in una interpretazione letterale, o arcaica, di alcuni passi coranici le giustificazioni del proprio operato, mentre nessuna interpretazione del vangelo, tanto meno letterale, induce di per sé alla violenza; né le minace millenariste contenute nel vangelo sono attribuite ai fedeli in Cristo.

Ciò non significa che il Corano non possa essere libro fondante di una religione pacifista; ma è un cammino tuttora complicato e contraddittorio.

L’evoluzione etica universale, l’adesione a principi di pace, uguaglianza, giustizia, rispetto per la diversità, insiti in un Dichiarazione dei diritti dell’uomo – che volenti o nolenti nasce dai fondamenti dell’etica giudaico/cristiana – nel mondo musulmano sono tuttora più difficili da assimilare, perché molti di quegli ideali non sono parte del libro o entrano in conflitto con alcuni passi del libro. E questo, nonostante gli sforzi di taluni esegeti islamici più illuminati, di ridimensionare il valore letterale di certi capitoli coranici.

Senza contare che, a colpi di fatwe contrapposte, il mondo islamico alla fine rischia di rimanere teologicamente, eticamente e politicamente disorientato. I cambiamenti da fare, per definire il Corano un libro sacro pacifista e tollerante, insomma, sono ancora parecchi.

Con tutto ciò, non mi sento di condividere l’estremismo antislamico di un Magdi Allam, e per due motivi.

Il primo, perché l’evoluzione storica può essere più forte di ogni conservatorismo politico e ideologico, altrimenti ad esempio varrebbe ancora l’equazione socialismo=rivoluzione comune al pensiero politico e all’immaginario collettivo dei primi decenni dell’800; il secondo, perché la demonizzazione dell’Islam nelle parole di Allam assomiglia troppo a quella che i cristiani sulla base di una errata (e opportunistica) lettura del testo evangelico espressero nei confronti del “popolo deicida”, innescando il pregiudizio antisemita e i conseguenti pogrom. Di questo passo, si finirà per dire, come il generale Custer a proposito dei pellerossa, che l’unico musulmano buono è un musulmano morto. Compreso, per esempio, il povero Aylan sulla maledetta spiaggia di Bodrum.

Ma allo stesso tempo appare demagogico e irrealistico inneggiare ad un Corano pacifista solo per praticare gioiosamente un politicamente corretto e un rispetto della diversità altrui del tutto ritualistici e che, oltre tutto, non trovano neppure una reciprocità entusiasta nella controparte.

Diciamo semplicemente che il colonialismo in Medio Oriente e in Africa ha fatto i suoi bei danni, innescando colpi e contraccolpi e che forse Samuel Huntington, nell’agitare il rischio di una clash of civilizations, non aveva poi tutti i torti e la demonizzazione del suo pensiero è stata un po’ demagogica e codina. D’altronde, per parafrasare l’Humphrey Bogart de L’ultima minaccia, “questa è la storia, bellezza”: una storia che, diversamente da quanto pensava Francis Fukuyama, non solo non è finita, ma propone nuovi conflitti e nuovi rovelli ad un mondo occidentale che nella pratica del politicamente corretto si intestardisce a considerare le vacche tutte nere precludendo non solo un dialogo interculturale consapevole, ma rischiando da un lato di innescare reazioni giustizialiste e populiste e dall’altro, e all’opposto, di mettere in gioco con la propria identità anche il valore universale di certi ideali.
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Messaggioda Berto » mar lug 19, 2016 8:13 am

Germania, 17enne afghano armato di ascia ferisce 4 persone su un treno«Ha urlato Allah Akbar»
Laura De Feudis e Salvatore Frequente

18 luglio 2016 (modifica il 19 luglio 2016 | 01:32)

http://www.corriere.it/esteri/16_luglio ... 27e8.shtml

È accaduto nel sud del paese a Heidingsfeld: dopo l’aggressione l’uomo è stato ucciso dalla polizia. Sono 3 i feriti gravi mentre 14 persone sono illese ma sotto shock

È salito a bordo del treno regionale armato di ascia e coltello e dopo avere urlato «Allah Akbar», Dio è grande, ha attaccato i passeggeri presenti sul convoglio. È un 17 afghano l’autore dell’assalto sul treno diretto a Wurzburga, in Baviera, che ha ferito gravemente tre passeggeri e uno in modo lieve. Mentre 14 persone sono rimaste illese ma sotto shock, secondo la prima ricostruzione fornita dal ministro dell’Interno della Baviera, Joachim Herrmann. L’assalitore, che avrebbe agito da solo, è stato ucciso dalla polizia a colpi d’arma da fuoco, a poca distanza dai binari, mentre tentava di fuggire.

L’assalto è avvenuto intorno alle 22.10 sul treno regionale che era in viaggio da Treuchtlingen a Wurzburga: lanciato l’allarme, il convoglio è stato fermato a Heidingsfeldla e polizia è intervenuta anche con gli elicotteri sorvolando la zona. La linea ferroviaria tra Ochsenfurt e la stazione di Würzburg sono state subito bloccate. Sul posto si sono recati mezzi di soccorso e della polizia. Secondo quanto riporta il giornale tedesco Focus, sul treno regionale viaggiavano 21 persone.
Il giovane in affido a una famiglia

Il giovane aggressore, che sarebbe arrivato in Germania senza i genitori, ha vissuto per un certo periodo nella zona di Wuerzburg. Recentemente era stato affidato ad una famiglia. Le autorità non sanno ancora se abbia avuto contatti con il mondo islamico radicale, ma sono in corso ulteriori indagini. Nel mese di maggio il sedicente portavoce dell’Isis, Abu Muhammad al Adnani, poco prima dell’inizio del mese islamico di Ramadan aveva esortato i «combattenti sulla via del jihad» ad attaccare i «miscredenti» ovunque essi fossero e di ucciderli con qualsiasi mezzo, anche «con un coltello».
Il precedente

Un agguato che ricorda quanto accaduto nella stazione di Grafing, un’altra città della Baviera, lo scorso mese di maggio. All’urlo di «Allah Akbar» un ventisettenne tedesco, poi ricoverato in un ospedale psichiatrico, aveva ucciso un uomo e ne ha feriti altri tre.


Germania, l'afghano con l'ascia era stato accolto da famiglia
Il 17enne afghano che ha attaccato i passeggeri su un treno in Germania era un richiedente asilo accolto da una famiglia. Nella sua camera una bandiera dell'Isis
Chiara Sarra - Mar, 19/07/2016
http://www.ilgiornale.it/news/germania- ... 86213.html

È arrivato due anni fa in Germania come minore non accompagnato. Un anno fa ha richiesto asilo ed è stato prima ospitato in un di Ochsenfurt (piccola località a circa 30 chilometri a Wurzburg, nel sud del Paese) e poi accolto da una famiglia.

Ma il giovane 17enne afghano ha ripagato l'accoglienza tedesca salendo su un treno regionale e cercando di fare a pezzi i passeggeri.

È quello che è successo ieri sera quando, intorno alle 22,10, il ragazzo è salito sul convoglio armato di accetta e si è scagliato contro i passeggeri, al grido di "Allah Akbar". Poi ha cercato di scappare, ma nella zona si trovavano alcuni agenti delle forze speciali che hanno sparato e lo hanno ucciso. Nella sua camera è stata torvata una bandiera dell’Isis dipinta a mano. Finora, assicurano gli investigatori, non aveva mai avuto comportamenti tali da richiamare l'attenzione degli apparati di sicurezza. "Stiamo cercando di capire cosa è successo negli ultimi mesi o nelle ultime settimane", ha spiegato il ministro della Baviera.

Quattro i feriti, tutti cittadini di Hong Kong, ora in gravi condizioni: si tratta di un uomo di 62 anni, la moglie 58enne, la figlia di 27 e il fidanzato 31enne della giovane. Salvo invece il figlio 17enne. Altre 14 persone sono state trovate in stato di choc. "C'era sangue ovunque", raccontano i testimoni, "Sembrava un macello".
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » mar lug 19, 2016 6:36 pm

Francia: uomo aggredisce col coltello una mamma e le sue tre figlie. Grave una bambina
Paura nel villaggio vacanze nelle Hautes-Alpes. L'aggressore, arrestato dopo un tentativo di fuga, è un cittadino di origine marocchina che era in vacanza con la famiglia nella stessa struttura. I media locali ipotizzano un collegamento tra l'aggressione e l'abbigliamento delle vittime
19 luglio 2016

http://www.repubblica.it/esteri/2016/07 ... -144436077

Panico in un villaggio vacanze in Francia. Un uomo di 37 anni ha aggredito a colpi di coltello questa mattina una donna e le sue tre figlie a Laragne, nelle Hautes-Alpes. Poi è stato arrestato. Il motivo dell'aggressione al momento non è chiaro. La madre, 46 anni, e le figlie di 9, 12 e 14 anni sono state portate immediatamente in ospedale. La bambina di 9 anni è in condizioni molto gravi ed è stata trasferita in elicottero all'ospedale di Grenoble. Il marito della donna e padre delle tre giovani risulta illeso.

Chi è l'aggressore? Una fonte contattata dall'emittente iTele ha raccontato che il fermato è un uomo di origine marocchina, musulmano praticante che alloggiava in un bungalow vicino a quello occupato dalle donne. Secondo La Provence, l'aggressore proviene dalla regione di Parigi ed era anch'egli in vacanza con la famiglia. L'uomo ha anche precedenti per atti violenti che risalgono a una decina di anni fa. iTele ha avanzato l'ipotesi di una relazione tra l'aggressione e l'abbigliamento delle vittime, ma su un possibile movente del genere non ci sono conferme da parte delle autorità.

"Il motivo dell'aggressione non è chiaro", ha infatti
dichiarato Raphael Balland, procuratore della Repubblica di Gap. Pare che le due famiglie si trovassero vicino. Il sindaco di Laragne, Edmond Francou, ha dichiarato che l'auto dell'assalitore era pronta a ripartire e l'uomo ha provato a fuggire ma è stato fermato dagli agenti.
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » mar lug 19, 2016 7:27 pm

Informazione Corretta - Roberto Ramella

http://www.informazionecorretta.com/mai ... o.facebook

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 18/07/2016, a pag. 8, con il titolo "Il giallo dei 100mila euro spediti dal killer alla famiglia in Tunisia", la cronaca di Marco Menduni; con il titolo "Il padre, un estremista maghrebino che ha allevato i figli a pane e jihad", la cronaca di Massimo Numa; dal CORRIERE della SERA, a pag. 41, con il titolo "Il 'depresso' di Nizza e i fanatici dell'Apocalisse", il commento di Pierluigi Battista.

A destra: la Francia si immola con il "politicamente corretto"

Ecco gli articoli:

LA STAMPA - Marco Menduni: "Il giallo dei 100mila euro spediti dal killer alla famiglia in Tunisia"
Il killer di Nizza

Una fortuna, un sacco di soldi in contanti». Racconta proprio così, uno dei fratelli di Mohamed Lahouaiej Bouhlel, il massacratore di Nizza.
Vive in Tunisia e quantifica la somma: 100 mila euro. Li ha ricevuti, da Bouhlel, pochi giorni prima della strage. Per i superpoliziotti seduti nei loro uffici della Caserne d’Auvare, il quartier generale della polizia nizzarda, non è una sorpresa. Qualcuno ha avvicinato il terrorista, l’ha esaltato e stordito, facendogli balenare il sogno del riscatto da una vita modesta con un’azione eclatante. Nessuno l’avrebbe mai dimenticata. Un pressing su quella mente confusa, ricompensato persino dai dei soldi, tanti. Con quelli, avrebbe sistemato la sua famiglia in patria. Un emissario del Califfato islamico, arrivato a Nizza qualche settimana fa, ha coordinato l’operazione, ma Bouhlel era già il candidato, il prescelto.

La radicalizzazione
Non più di un mese di lavaggio del cervello. Quella «radicalizzazione rapida» di cui parla il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve. L’intelligence lavora su una pista: un piano ideato da Moez Fezzani, detenuto a Guantanamo, poi in Italia, infine riparato in Libia, autore del video di propaganda jihadista con cui l’Isis ha rivendicato il massacro di Bruxelles, sospettato di esser coinvolto nella strage del Museo del Bardo in Egitto e nel sequestro di quattro operai italiani in Libia.

E’ una grossa cifra, quella spedita al fratello da Bouhlel, inconciliabile con otto anni di lavoro a mille euro al mese, una famiglia con tre figli da mantenere. Inconciliabile con la descrizione che ne fa chi lo conosceva: al verde, disperato per la sua situazione economica, ormai rovinato dopo la separazione. Gli incontri decisivi avvengono all’Ariane, il quartiere dove il massacratore si era trasferito da pochissimo tempo, attirato nella trappola di una delle banlieue più radicalizzate. Non è stato solo, nella preparazione e nella realizzazione dell’attentato. Si disfa dei suoi averi. Vende la macchina, svuota il conto in banca. Il 6 luglio un acquisto on-line da 24 euro, annotato con la voce “Islam”. Va pure a saldare la retta scolastica dei tre figli. Il 4 luglio prenota il camion poi utilizzato come arma contro la folla. L’11 lo ritira, il 12 e il 13 viene ripreso dalle telecamere mentre fa due sopralluoghi. Arriva il 14 e poche ore prima il killer è già lì, tra la folla che festeggia la Repubblica. Invia una foto al fratello Jabeur, che racconta: «Ha detto che era a Nizza con i suoi amici europei per celebrare la festa nazionale. Era molto felice e contento, rideva».

I messaggi al telefono
Invece sta per scattare il piano folle. Bouhlel si dirige verso il camion. Sono le 22.27 quando inizia uno scambio di sms. Scrive al suo interlocutore di essere contento per la 7.65 che gli ha procurato, ma servono ancora armi, «almeno altre 5 armi». La risposta: «Armi trovate, consegnare – 5»: gli verranno portate in meno di 5 minuti. Lui risponde: «Ora ho l’attrezzatura». Ma sono quasi tutte armi finte. Un’altra semiautomatica che è poco più di un giocattolo, due repliche di fucili d’assalto, kalashnikov e M16 finti anch’essi, una granata che non può esplodere. Il dubbio degli inquirenti è che anche Bouhlel sia stato beffato: per non fermarlo, per non correre il rischio di ripensamenti, gli è stata consegnata una partita di armi inefficaci. I proprietari dell’arma? Due coniugi albanesi, fermati. Ma in realtà il corriere è una terza persona, che ha fatto da collegamento. Viene fermato anche lui. A sera, dopo che la moglie del terrorista è stata rilasciata,il conto si ferma a 7. E questi sette fermati sono stati trasferiti nei locali dell’antiterrorismo di Levallois-Perret, alle porte di Parigi.

LA STAMPA - Massimo Numa: "Il padre, un estremista maghrebino che ha allevato i figli a pane e jihad"
Massimo Numa

Cresciuto a pane e jihad. Mohamed Lahouajej Bouhlel, 31 anni, il camionista assassino di Nizza, originario di Mseken, in Tunisia, era figlio di un noto estremista islamico che fa parte del partito islamico Ennahda, che, rispetto ai vecchi gruppi combattenti salafiti, radicati da sempre nel distretto di Sousse, sta come il Sinn Fein all’Ira. C’è un filo rosso che unisce i terroristi di oggi, di seconda o terza generazione (come i cittadini inglesi di origine pakistana che fecero saltare nel luglio 2006 il metro di Londra), con i fanatici coinvolti nelle vecchie inchieste sui Gruppi Salafiti di Combattimento, germinati negli Anni 80 e 90 fra Tunisia e Algeria, e altri gruppi minori poi diffusi nel Sud della Francia e pure in Italia. Nella sua comunità Mohamed è già un «martyr». Lo seppelliranno presto nel suo paese, non lontano dalla spiaggia dove un commando Isis trucidò decine di turisti, in un clima di complicità e di rispetto per il suo «sacrificio». Nato e vissuto «in un contesto familiare - osserva il sito tunisino TunisieSecret.com - favorevole alla violenza e al radicalismo». In un continuo interscambio di contatti e coperture.

Questi assassini-suicidi sono figli, fratelli o amici delle famiglie dei terroristi attivi dieci o vent’anni fa. In percentuale altissima. Scorrendo le pagine degli atti giudiziari dell’epoca emergono fantasmi dimenticati. Allora il brand era quello di Al Qaeda, oggi il faro è il Califfato. Ma il bacino di reclutamento è lo stesso. Sigle dimenticate: il Gia, Gruppo Salafiti per la predicazione e il combattimento, con i suoi cloni diffusi in Italia, Tunisia, Marocco e nel Corno d’Africa. Il Gspc, tra il ’95 e il 2008 predicava l’odio contro l’Occidente ma soprattutto contro la Francia. A Milano fu catturato il pianificatore degli attentati di Madrid del marzo 2004, con decine di morti. A Torino la Digos fermò l’uomo che con i camion-bomba aveva fatto saltare le ambasciate Usa in Kenya e Tanzania. Gli investigatori della ex Ucigos (ora Dcpp, Direzione centrale polizia di prevenzione) e i colleghi francesi scoprirono solo una parte delle rete logistica. Solo una percentuale era stata oggetto di arresti o semplicemente di un censimento uomo per uomo. In quelle case si respirava l’odio religioso e l’odio anti-francese. I loro ragazzi vanno a scuola, istruiti a non far trapelare nulla della loro formazione, a proteggere dalla polizia familiari e amici ricercati o in fuga.

I profili degli attentatori belgi e francesi sono straordinariamente simili. Anonimi, invisibili, indecifrabili attraverso un’attività routinaria di Intelligence. Da qui lo stupore dei media (se non degli inquirenti) per le loro vite normali o contraddittorie rispetto agli stereotipi del radicalismo. Vanno in discoteca, non osservano il Ramadan, hanno pure precedenti per piccoli reati, vestono e vivono come i loro coetanei, bevono alcol e altro ancora. Chi ricorda, oggi, il nome di Khaled Kelkal? Ucciso a Lione dalla polizia, aveva fatto esplodere una bomba artigianale nel luglio 1995 in una stazione ferroviaria a Saint Michel. Dieci morti e decine di feriti. Dice il questore Giuseppe Petronzi, ex capo della Digos: «Attenzione a non categorizzare in modo rigido gli ultimi episodi, dagli Usa alla Turchia, ma i collegamenti col passato ci sono, vanno interpretati alla luce dei continui cambiamenti».

Nel marzo 2012 il primo atto della «guerra per tutti». Quella di oggi. Senza logistica, quasi a costo zero, senza pietà. Mohammed Merah, 24 anni, rapper ma radicale islamico undercover, indottrinato anche in famiglia, fa irruzione nella scuola ebraica Eleves Ozah Hatorah di Tolosa e uccide un maestro e tre bambini. Tante stragi, lo stesso rituale: i video di auto-presentazione sui siti Isis, ma anche foto su Facebook di assassini con la maglia dei campioni di calcio, le sere in discoteca, la passione per auto o moto, i «mi piace» sui profili Fb di star della musica o del cinema. Le interviste del dopo-strage, ad amici, familiari e conoscenti, iniziano, molto spesso, così: «No, non avremmo mai pensato...».



CORRIERE della SERA - Pierluigi Battista: "Il 'depresso' di Nizza e i fanatici dell'Apocalisse"
Pierluigi Battista

Da più parti, nei giornali e tra i commentatori solitamente più inclini a separare il terrorismo dalla sua matrice religiosa islamica, si sottolinea con malcelato sollievo che lo stragista jihadista di Nizza pare fosse un «depresso», un asociale, un folle insomma. Come se fosse più rassicurante attribuire la carneficina al gesto di uno psicopatico. Come se, soprattutto, una personalità disturbata, clinicamente incline alla depressione nientemeno, contribuisse ad annullare, o comunque a lasciar sbiadire, la matrice ideologico-religiosa di un atto terroristico così infame. Come se il fanatismo assoluto, la consacrazione di sé a una Causa santa che prevede il martirio e lo sradicamento del Male attraverso il sacrificio di innumerevoli esseri umani non fosse, appunto, una formidabile e sanguinaria risposta al banalissimo male di vivere, all’insignificanza della vita, al vuoto dell’esistenza, a un’umanità affamata di significati da servire con dedizione intransigente.

Come se nella storia i «fanatici dell’Apocalisse», come li definì il grande studioso Norman Cohn in un libro straordinario del 1957, The Pursuit of the Millennium , non abbiano ripetutamente trovato nei miti della rigenerazione apocalittica, nel febbrile millenarismo ideologico a sfondo religioso, un formidabile rimedio persino ai loro «problemi quotidiani». Erano tutti sani di mente, estranei a ogni forma di psicopatologia i forsennati seguaci di Pol Pot che svuotarono le città cambogiane per riempire i campi di sterminio in cui gli assassini invasati erano i bambini che uccidevano i loro genitori?

Il fanatismo islamista fornisce appunto il vocabolario cui attingono senza requie i «lupi solitari» che oggi vorremmo raccontare come se fossero tanti sociopatici somiglianti al Robert De Niro che in Taxi driver usciva di testa per purificare la città corrotta. Anzi, il «depresso» trova nel manicheismo estremo dello jihadismo un ricco repertorio di motivi per annientare le città peccaminose, punire gli infedeli, depurare il mondo da tutto lo sporco che impedisce la via della santità e della purezza e così trovare un senso mistico di appartenenza al partito dei puri e dei santi disposti a morire per guadagnare il vero paradiso. Una terapia efficacissima per la «depressione» dei singoli. E la storia dimostra che il fanatismo apocalittico ha richiamato a sé molti più pazienti di qualunque psichiatra.
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » mar lug 19, 2016 8:21 pm

Contro il nazismo islamico così si ha da fare!

https://www.facebook.com/histoiresbelge ... 4899683635
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » mar lug 19, 2016 9:39 pm

Canada: Three Muslim stabbings of random people within 30-hours in Ottawa
Evelyn Harford, Ottawa Citizen
Shaamini Yogaretnam, Ottawa Citizen
July 18, 2016

https://themuslimissue.wordpress.com/20 ... -in-ottawa

This is the third Muslim stabbing of infidels in Ottawa in less than 30-hours. Six people were injured in two separate stabbings in the ByWard Market over the weekend. But police ‘can’t understand’ why the Muslims stabbed these random people. The media is no more enlightened. Things probably ‘became heated’ because the partygoers unknowingly entered a Sharia zone.

Meanwhile, Justin Trudeau has appointed a SAUDI foreign policy adviser to his cabinet… how many Muslims has this adviser proposed should be granted residency in Canada?

Ottawa police are investigating an early Monday morning stabbing on Slater Street that sent one man to hospital.

Officers said they were called to a bar on Slater Street between Bank and O’Connor streets at 2:45 a.m.

A man was found by police with stab wounds in his stomach.

Paramedics took the victim to hospital with non-life threatening injuries and police said he is currently at home resting with “minor injuries.”

Police said no suspects have been arrested.

This was the third stabbing the city had seen in less than 30 hours. Six people were injured in two separate stabbings in the ByWard Market over the weekend.

Police were alerted to the second set of stabbings after a fight broke out at McDonald’s on George Street.

Investigators discovered a protracted dispute that spanned the ByWard Market, beginning with a verbal argument between two groups of people near Tequila Jacks on Clarence Street. A man was hit in the face before the groups went their separate ways.

They ultimately met again near William and York streets where police believe a knife fight took place. One man was stabbed and collapsed with a knife wound to the stomach. Another collapsed near the BeaverTails’ stand on the corner of William and George streets. The most seriously injured man also collapsed a short distance away. All of the victims knew each other but did not know their alleged attackers until things became heated between the two groups of partygoers.

Police have charged both Mohamed Hamed Mohamed, 26, and Ali Abbari, 21, in connection to those stabbings. They face charges of aggravated assault, assault with a weapon and failure to comply. Both are from Ottawa.

A third suspect, a female, was released without charges.

Canada Three Muslim stabbings in less than 30 hours in OttowaCanada Three Muslim stabbings in less than 30 hours in Ottowa 2
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » mer lug 20, 2016 3:31 am

80% DEI FRANCESI VUOLE IL PUGNO DI FERRO CONTRO GLI ISLAMICI: ARRESTI, ESPULSIONI DI MASSA E CHIUSURA DELLE MOSCHEE

http://www.ilnord.it/c-4960_PUGNO_DI_FE ... LE_MOSCHEE


Le destre francesi vanno all’attacco del governo socialista del duo Hollande-Valls all’indomani della strage terroristica di Nizza e il via lo ha dato ieri sera Nicolas Sarkozy, intervistato al notiziario delle 20.00 dalla piu’ seguita rete televisiva del paese, Tf1. L’ex presidente ha scandito: “Negli ultimi diciotto mesi non si e’ fatto nulla di quello che si doveva fare” nella lotta al terrorismo islamista. L’attuale leader de I Repubblicani (L’ex Ump gollista) ha poi presentato le misure che a suo parere sono indispensabili e vanno attuate immediatamente: espellere tutti gli stranieri sospetti di estremismo islamico, controllare quelli di cittadinanza francese con braccialetti elettronici o rinchiuderli in centri di detenzione amministrativa, ovvero in prigione, chiudere moschee e luoghi di culto musulmani che abbiano legami con l’ideologia salafita ed espellerne gli imam.

Sarkozy infine ha fatto appello agli alleati della Francia in Medio Oriente perche’ impegnino le loro truppe di terra contro lo Stato islamico ed ha affermato che in questa “guerra totale” e’ necessario allearsi con la Russia. L’approssimarsi delle primarie della destra “classica” in calendario alla fine del prossimo mese di novembre e l’orizzonte delle elezioni presidenziali e parlamentari del 2017 del resto, scrive il quotidiano progressista “Le Monde”, stanno innescando una corsa a chi alza piu’ la voce tra i differenti contendenti a diventare candidato ufficiale de I Repubbliani alla corsa all’Eliseo, mentre tutti costoro peraltro vengono incalzati ancora piu’ a destra dal Front national di Marine Le Pen.

Tutte e due le destre francesi tentano di ergersi a paladini della “rabbia” dei francesi per i fatti abominevoli di Nizza e in risposta a Sarkozy, il primo ministro Manuel Valls ed il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve in tarda serata hanno pubblicato un lungo comunicato comune: “Nessun governo finora ha fatto tanto per lottare contro i terrorismo”, hanno affermato; per poi enumerare tutte le misure decise nell’ultimo anno e mezzo dall’esecutivo socialista ed infine richiamando “la necessita’ dell’unita’ nazionale”.

Tuttavia, secondo il quotidiano economico “Les Echos”, il governo socialista in realtà non riesce a trovare una risposta adeguata alla carneficina di Nizza: e’ vero che mercoledi’ 20 luglio il Parlamento dovrebbe approvare un ulteriore prolungamento dello stato di emergenza e che il presidente Hollande ha deciso di richiamare i riservisti della Gendarmeria nazionale per spalleggiare le esauste forze dell’ordine, ma in vista non c’e’ nessun giro di vite sulla sicurezza.

E questo non puo’ certo placare la rabbia dei francesi contro gli islamici terroristi che in Francia pullulano e sono liberi organizzare tutti i massacri che vogliono: secondo un sondaggio realizzato dalla societa’ di rilevazioni demografiche Ifop per il quotidiano “Le Figaro”, ben il 67 per cento dei francesi all’indomani del massacro di Nizza affermano di “non avere alcuna fiducia nel presidente Hollande e nel suo governo per fronteggiare e lottare contro il terrorismo”.

La totale perdita di credibilita’ dell’esecutivo socialista francese su questo tema cruciale e’ ancora piu’ bruciante perche’ nei quattro precedenti sondaggi realizzati dall’Ifop tra l’8 gennaio 2015 (all’indomani dell’attentato alla redazione di “Charlie Hebdo” e dell’uccisione degli ostaggi nel supermercato ebraico di Parigi) ed il 5 gennaio di quest’anno, la fiducia dei francesi oscillava tra il 49 ed il 51 per cento: in sei mesi dunque il governo ha perso ben 16 punti percentuali.

Il sondaggio ha rivelato anche come meta’ degli intervistati ritiene che la Francia sia in guerra, e che addirittura l’81 per cento dei francesi sarebbero pronti ad accettare maggiori controlli di sicurezza ed anche limitazioni delle loro liberta’ per sradicare una volta per tutte e qualsiasi prezzo la minaccia stragista islamica dalla Francia.
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » mer lug 20, 2016 7:05 am

???

L'imam di Nizza: "La laicità francese è responsabile per gli attentati"
Luca Steinmann - Mar, 19/07/2016


http://www.ilgiornale.it/news/mondo/lim ... 86470.html

La Avenue Jean-Mèdecin il viale centrale di Nizza che dalla stazione conduce fin sulla Promenade des Anglais è molto affollata. I turisti passeggiano armati di asciugamani e ombrelloni dirigendosi verso il mare, molti nizzardi ne approfittano vagano di negozio in negozio alla ricerca di qualche offerta in tempo di saldi.

I bar e i ristoranti sono pieni e nulla farebbe presagire che in queste ore nella città sia stato dichiarato lo stato di emergenza. Di fronte alla Basilica di Notre Dame, che si affaccia sulla Avenue, si concentrano diversi turisti che ne fotografano la bellissima facciata in stile gotico. Costruita a partire dal 1864 poco tempo dopo l’annessione della regione della Costa Azzurra alla Francia ai danni dell’Italia, la basilica è il simbolo della Nizza moderna. Essa venne edificata appositamente con il fine di francesizzare la città dal suo tocco italiano.

Di fianco alla basilica inizia la rue de Suisse una piccola via laterale che, se imboccata, porta esattamente sul retro della chiesa. Dove l’atmosfera è decisamente diversa. Esattamente sulla parte posteriore di Notre Dame è stata costruita una moschea, che è il cuore dell’Ipercentre, un vecchio quartiere popolare del centro storico formato da tante piccole strette vie che negli ultimi 20 anni sono state trasformate in un quartiere islamico. Per le strade si incrociano continuamente persone con la barba lunga che indossano sandali e lunghe tuniche bianche e svolazzanti. Tutti i negozi di alimentari vendono prodotti Halal, le vecchie botteghe sono state trasformate in centri di associazioni islamiche e librerie coraniche. Esattamente a lato della moschea il marciapiede è occupato da una fila di manichini che indossano ampi abiti, sia per uomo che per donna, tipici del mondo islamico. Dietro di essi si intravedono le vetrine di un negozio nelle sono esposte diverse copie del Corano e dei libri per bambini intitolati: “Perché Allah è buono”.

Questa bottega è di proprietà di Abdelkader Sadouni, imam sunnita malakita di origini algerine che ormai da diversi anni predica la legge di Allah in Francia. Nel suo negozio entrano continuamente dei gruppi di fedeli per acquistare qualche prodotto, rigorosamente islamico, o per chiedere consiglio. Sono giorni in cui la comunità musulmana di Nizza è sotto pressione e in molti si consigliano con l’imam su come comportarsi. Il quale risponde di stare calmi e di continuare ad impegnarsi per diffondere la parola di Maometto. “Noi non c’entriamo nulla per quanto successo, i responsabili sono altri” dice lui.

Abdelkader Sadouni è uno dei predicatori più ascoltati a Nizza. La sia popolarità è dovuta alle sue prediche in moschea, alla sua bottega che è il cuore dell’Ipercentre ma anche ai rapporti privilegiati che vanta con Christian Estrosi, ex sindaco della città e oggi presidente regionale. Sulla sua pagina facebook pubblica foto un cui lui e l’ex sindaco sono uno di fianco all’altro in occasione della festa della fine del Ramadan. In questi giorni Estrosi sta venendo attaccato per i suoi rapporti ambigui con i musulmani radicali, per Sadouni sono però solo polemiche sterili. La politica, dice, deve dialogare con i musulmani. Se non lo farà non ci sarà modo di fermare le violenze.

La Nizza è la capitale europea dei foreign fighters. Sono oltre 100 i ragazzi della comunità musulmana nizzarda che sono partiti per la Siria. Lei è uno dei punti di riferimento di questa comunità, come si spiega questo fenomeno?

Negli ultimi anni abbiamo assistito regolarmente alla partenza verso la Siria di molti giovani musulmani di Nizza, che spesso portano con sé anche le proprie mogli e i propri figli. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone che hanno tutti i comfort e la nazionalità francese, eppure decidono di lasciare la Costa Azzurra per prendere parte ad un conflitto armato, mettendo a rischio la vita propria e della propria famiglia. Ciò testimonia il fallimento delle politiche francesi nei confronti dell’Islam. La discriminazione dei musulmani in Francia, gli attacchi islamofobi e il divieto dell’utilizzo pubblico di simboli religiosi sono il motivo che spinge questi giovani a non sentirsi parte della comunità nazionale e a decidere di partire per riunirsi con chi ritengono essere il proprio simile. Secondo me la situazione dei musulmani in Francia è il primo fattore che spinge molti ragazzi al combattimento. Finché le moschee saranno così poco numerose, fino a quando la loro costruzione causerà proteste, finché i musulmani saranno discriminati allora queste reazioni ci saranno. Reazioni certamente sbagliate, ma reali e di fronte alle quali bisogna estirpando il fenomeno che le genera.

Lei accusa dunque il sistema francese di essere responsabile dell’esplosione dello jihadismo armato. Non ritiene vi siano anche delle responsabilità interne alla comunità musulmana?

Il problema della comunità musulmana è che essa non trova spazio all’interno della società francese. La Francia è un Paese laico, che si oppone alla promozione della religione e delle sue manifestazione. Così facendo l’Islam viene messo nell’angolo, i musulmani discriminati e attaccati solo per il fatto di volere praticare la propria fede. Il problema non è la comunità musulmana ma il fatto che manca la volontà di darle più spazio nella società.

La laicità è però il valore fondante della Repubblica francese e dei valori che si sono affermati con la Rivoluzione e con l’Illuminismo. Essa viene applicata anche ai cristiani e a tutte le religioni, non solo ai musulmani…

La laicità sarebbe un principio giusto se garantisse la libertà di culto a tutti. Non è quello che avviene in questo momento. La laicità odierna è un estremismo che tenta di sradicare tutte le religioni. I cristiani si sono adattati, i musulmani non lo faranno perché sarebbe un ingiustizia. Se la laicità continuerà a venire applicata come lo è oggi allora il desiderio di unirsi ai musulmani che combattono in Siria rimarrà forte in molti giovani.

Lei dunque comprende le ragioni di chi parte per il jihad?

Sì, le comprendo ma non le giustifico. Daesh rappresenta una identità violenta e forte, che per questo attrae molti giovani. Persone che non si sentono parte dell’Europa, sono attirati invece dalle proprie origini e dalle proprie radici religiose.

Lei è un imam molto conosciuto a Nizza e sicuramente sarà stato avvicinato da tanti giovani che Le manifestavano la volontà di unirsi a Daesh. Lei cosa risponde loro?

Rispondo che Daesh non è l’Islam e che il sostegno che viene loro dato non è giustificabile. Li invito a seguirmi in moschea, dove possono capire veramente il messaggio del Profeta e non farsi coinvolgere da interpretazioni sbagliate del Corano, che spesso apprendono su internet.

I dati della Gendarmerie mostrano però che la quasi totalità di chi è partito si è radicalizzato in moschea, spesso attraverso le prediche di imam radicali. Se Lei vuole combattere Daesh dovrebbe cercare di impedire che certi tipi di messaggi vengano veicolati nei luoghi di culto.

Sono d’accordo. Dobbiamo impedire che alcune interpretazioni sbagliate abbiano spazio. A Nizza ci sono molti gruppi diversi di musulmani, come i salafiti e i Fratelli Musulmani, dei quali io non faccio parte. Bisogna fare attenzione perché le leggi dell’Islam trovino spazio nelle moschee come nella società senza passare attraverso il terrorismo. Che non fa altro che aumentare gli attacchi che noi musulmani subiamo.

Lei dice che i musulmani non sono tutti uguali e che Daesh è un nemico. Pensa quindi sia necessario sostenere quelle forze musulmane, come la Siria di Assad, che combattono i terroristi?

No, non lo penso. Penso che sarebbe invece necessario colpire chi finanzia i terroristi. Ormai tutti sanno che il Qatar e l’Arabia saudita hanno finanziato Daesh, bisognerebbe evitare che i finanziamenti e i rifornimenti arrivino ai guerriglieri. Come bisognerebbe tagliare i finanziamenti agli altri gruppi terroristici che seminano il terrore in medio oriente pur combattendo contro Daesh. Sarebbe necessario per esempio evitare che l’Iran continui a finanziare Hezbollah, che è a sua volta una compagine terroristica.

Lei condanna la costituzione e le leggi francesi. Con quali altre leggi andrebbero sostituite? Con quelle del Corano?

La sharia è la legge di Dio, non la legge dello Stato. Io mi identifico nella nazione francese e vorrei che essa promuovesse leggi che permettano ai fedeli di vivere in modo pubblico e privato la legge divina.


La Sharia non è la legge di D-o ma è la legge dell'idolo Allah che è soltanto l'interpretazioe di D-o data da Maometto, la legge di D-o è universale e non bisogno di "profeti" e di essere imposta con la violenza il terrore e l'orrore. Questo imam va espluso.
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » ven lug 22, 2016 7:05 pm

Germania, panico a Monaco. Spari in centro commerciale
Colpi d'arma da fuoco avvertiti in un centro commerciale di Monaco nella zona dell'ex villaggio olimpico. Ci sarebbero diversi morti
Luca Romano - Ven, 22/07/2016

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ger ... 88230.html

Colpi d'arma da fuoco sono stati avvertiti in un centro commerciale di Monaco di Baviera dove la polizia tedesca è intervenuta in forza.

Teatro della sparatoria, la cui natura non è stata anccora accertata, il quartiere di Moosach che è stato isolato. Pare che a sparare sia stata una sola persona.

Il centro commerciale si trova nella zona dell'ex villaggio olimpico (1972). Una portavoce della polizia alla domanda se risultino feriti o morti ha dichiarato di non poter parlare, aggiungendo però che "si tratta di probabilmente di qualcosa di grande". Sul posto si trovano diversi elicotteri ed è in corso una vasta operazione di polizia.

Le forze di sicurezza in Baviera sono in stato di massima allerta dopo l'accoltellamento su un treno vicino Wurzburg di 4 persone da parte di un giovane profugo afghano.




Monaco, attentato al centro commerciale: dieci morti, il killer è un 18enne tedesco-iraniano
di Andrea Andrei
22/07/2016

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/e ... 71041.html

Attentato a Monaco in un centro commerciale verso le 18 di venerdì: sono dieci le vittime dell'attacco e 21 i feriti, tre dei quali in pericolo di vita. Tra i feriti anche bambini. Le esplosioni dei colpi di arma da fuoco si sentono chiaramente in vari video amatoriali pubblicati sul web in cui si vede la gente scappare dal centro Olympia, nella zona del villaggio olimpico costruito per i Giochi del 1972. Fra i morti l'attentatore, «un 18enne nato in Germania da famiglia con origini iraniane, che ha agito solo e che si è tolto la vita a un chilometro dal luogo della strage. Non era noto alle forze dell'ordine» ha detto il comandante della polizia di Monaco, Hubertus Andrae, in una conferenza stampa iniziato poco dopo le 2.

Il killer aveva una «doppia cittadinanza, non era un profugo e abitava in città», ha riferito il capo della polizia di Monaco precisando che il giovane ha usato una pistola e che nessun esplosivo è stato rinvenuto nel suo zaino. Non c'è alcun elemento che indichi una matrice islamica dell'attacco o «parallelismo» con l'attacco con ascia sul treno a Wuerzburg, ha detto Andrae avvertendo però che questi aspetti verranno chiariti da un'inchiesta. Forse il giovane lavorava nel centro commerciale oppure aveva legami con le attività dell'Olympia.

Le prime persone colpite dal giovane, fra le quali tre vittime, erano nel centro commerciale: le altre cinque sono state uccise nei pressi di un McDonald's al cui interno il 18enne avrebbe ricaricato la pistola che non è stata ancora trovata. La polizia non ha spiegato se il giovane possa avere avuto dei complici, magari anche solo per raggiungere o fuggire dal luogo della strada. Non ci sono elementi che possano far pensare al terrorismo islamico anche se le indagini sono ancora in corso per ricostruire parentele e amicizie del ragazzo del quale è stata trovata la carta d'identità. Gli agenti hanno anche trovato la sua vettura.

Tutta la città di Monaco è restata paralizzata fino all'una odierna: nessuno poteva uscire, nessuno poteva entrare. Le ferrovie hanno messo a disposizione vagoni per ospitare le persone bloccate in città. Verso le 2 la situazione è tornata tuttavia normale ed è stato revocato l'invito ai cittadini a non uscire di casa.

La polizia ha inoltre affermato di non potere ancora garantire che il video girato da un terrazzo con un dialogo con un giovane sia effettivamente legato alla strage. Il video è quello in cui la persona armata in un parcheggio sopraelevato dice di essere tedesco e di essere stato in cura in una clinica per disturbi mentali, una risposta a chi stava girando il video da un terrazzo e che l'aveva invitato a farsi curare.

Gli investigatori hanno comunque detto di avere raccolto e visto molti video utili alle indagini. Alcuni testimoni hanno riferito di averlo sentito insultare i turchi mentre non è stato confermato che abbia urlato "Allah Akbar" come ha riferito una turista kosovara. Un'altra conferenza stampa della polizia è stata annunciata per le 13 odierne.

Dopo i primi spari è subito scattata un'intensa caccia all'uomo, con posti di blocco e reparti speciali schierati. La stazione ferroviaria è stata evacuata e sono stati bloccati tutti i treni in partenza; bloccata anche la metropolitana ed interdetto l'ingresso in città alle auto dalle autostrade, con code chilometriche in entrata sulle autobahn. Intensificati anche i controlli al confine con l'Austria e la Repubblica Ceca.

Il corpo senza vita dell'attentatore è stato infine trovato alle 20.13 nelle vicinanze del centro commerciale.

La strage è avvenuta a pochi giorni dall'assalto di un diciassettenne su un treno, sempre in Baviera, in cui sono rimaste ferite cinque persone a colpi di ascia. Questa volta l'attentatore entra in scena nel tardo pomeriggio in un centro commerciale pieno di gente di venerdì sera, con uffici appena chiusi, vacanze scolastiche appena iniziate e i saldi nel loro pieno. La Polizia ha subito lanciato un appello alla gente via twitter in tedesco, inglese e francese: state in casa, evitate le piazze ed i luoghi affollati. E non postate su internet video e foto dell'operazione di polizia in corso: finireste per aiutare gli attentatori in fuga.

È il panico. La gente scappa dal centro commerciale urlando e piangendo. La metropolitana viene completamente chiusa in tutta la città. Si sparge la voce di una seconda sparatoria in una piazza al centro, che però viene poco dopo seccamente smentita dalle forze dell'ordine. Ma il terrore si sparge pure nelle zone centrali, dove ad alcuni clienti è stato impedito di uscire dai negozi in cui si trovavano a fare acquisti. Gli ospedali accolgono intanto i feriti. Ed è allarme in tutto il Paese, mentre alla cancelliera Angela Merkel arrivano messaggi di solidarietà dall'Europa e dalla Casa Bianca. Una testimone avrebbe sentito l'attentatore gridare «stranieri di merda».

Gli abitanti di Monaco sono stati invitati a rimanere chiusi in casa tramite un sistema di allarme che invia sms a tutti i cittadini. «Per la sua sicurezza eviti le strade e le piazze, gli aggressori si sono dati alla fuga, ascolti la radio e la televisione», si legge nel messaggio. Scene di panico si sono registrate attorno alla stazione centrale dopo che questa è stata evacuata, con la gente che correva in varie direzioni.

La sparatoria è avvenuta nella zona dove c'era il villaggio olimpico ai Giochi di Monaco del '72 e dove un commando di terroristi palestinesi uccise 11 atleti della squadra israeliana (nell'assalto morirono anche 5 attentatori e un poliziotto).
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » ven lug 22, 2016 8:15 pm

https://www.facebook.com/Zweilawyer?fref=nf

Il Prof. Bernard Lewis, emerito della Prince ton University, orientalista e massimo esperto mondiale di Impero Ottomano, scrisse:
"per quelli che accettano le parole di Allah, lottare incessantemente per convertire o soggiogare gli infedeli è un dovere. Questo dovere non ha limiti di tempo o di spazio. Continuerà finché il mondo intero non avrà accettato l’Islam o si sia sottomesso al potere dello stato islamico."
Oggi, sulle cattedre universitarie di studi orientali troneggiano cialtroni incompetenti e conniventi.
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