Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » sab lug 16, 2016 5:52 am

La Francia si riscopre debole e parla apertamente di "terrorismo islamista"
Per la prima volta, il presidente della Repubblica francese, François Hollande, ha nominato chiaramente il nemico che ieri sera, sulla Promenade des Anglais, ha strappato la vita ad almeno 84 persone innocenti: il terrorismo islamista
di Mauro Zanon | 15 Luglio 2016

http://www.ilfoglio.it/esteri/2016/07/1 ... e_c153.htm

Parigi. "Tutta la Francia è minacciata dal terrorismo islamista (...) Dobbiamo fare di tutto per lottare contro il flagello del terrorismo". Per la prima volta, il presidente della Repubblica francese, François Hollande, ha nominato chiaramente il nemico che ieri sera, sulla Promenade des Anglais, ha strappato la vita ad almeno 84 persone innocenti: il terrorismo islamista, non un terrorismo qualsiasi. Stanotte, poco prima delle 4.00, durante la conferenza stampa che ha fatto seguito alla riunione d'emergenza dell'unità di crisi a Place Beauvau, sede del ministero dell'Interno, il capo di stato ha messo quell'aggettivo che aveva fatto fatica a impiegare dopo Charlie Hebdo, il Bataclan, Magnanville e tutti i precedenti attacchi. E lo ha fatto perché non ci si può più nascondere dinanzi a una minaccia islamista che in Francia sta assumendo proporzioni spaventose, che ha mostrato di essere in grado di colpire come e quando vuole, anche nel giorno della grandeur ostentata e della celebrazione delle liberté, nel cuore della fierezza e dell'orgoglio francese, il 14 luglio 1789 data storica della presa di Bastiglia, che tre secoli dopo diventa "nuit d'horreur" e d'"humiliation nationale".

"Sarà prolungato di tre mesi lo stato d'emergenza", ha dichiarato Hollande, rivedendo l'annuncio fatto poche ore prima durante il rituale discorso del 14 luglio, quando si era spinto ad affermare che "l'état d'urgence" sarebbe terminato il prossimo 26 luglio. E si è visto costretto a "fare appello alla riserva operativa", costituita da ex militari e gendarmi, "in particolare per il controllo delle frontiere", per dare supporto ai diecimila soldati del dispositivo "Sentinelle", operazione lanciata lo scorso anno dopo la strage di Charlie Hebdo e dell'Hyper Cacher nel quadro della lotta antiterroristica. In chiusura del suo discorso, il presidente francese ha aggiunto che "nulla ci farà arretrare nella nostra volontà di lottare contro il terrorismo e rafforzeremo le nostre azioni in Siria e in Iraq", promettendo di "colpire nei loro covi quelli che ci attaccano sul nostro suolo".

Il ministro dell'Economia, Emmanuel Macron, è stato il primo membro del governo a reagire all'attacco islamista perpetrato a Nizza: "Con tutto il mio cuore accanto alle vittime dell'odioso attacco di Nizza e ai loro cari. Non arretreremo. Forza". Il primo ministro, Manuel Valls, ha commentato la tragedia tramite Twitter, "La città di Nizza colpita dal terrorismo nel giorno della nostra festa nazionale. Dolore immenso, il paese è in lutto. I francesi reagiranno", così come Ségolène Royal, ministra dell'Ambiente, "Desolazione e solidarietà, rattristata per le vittime di Nizza e tutti gli abitanti della città". "Emozione profonda e tristezza infinita dinanzi all'attacco a Nizza. Solidarietà agli abitanti di Nizza e delle Alpi-Marittime", ha scritto il presidente dei Républicains (Lr), Nicolas Sarkozy, "simbolo dopo simbolo, cercano di abbatterci. Ma la Francia resterà in piedi e fiera", ha twittato Nathalie Kosciusko-Morizet, deputata Lr.

Nell'ondata di reazioni alla strage islamista, il fondatore del Front national, Jean-Marie Le Pen, è stato tra i più duri e i più chiari: "Il linguaggio della guerra non basta più, bisogna dispiegare tutti i mezzi della guerra. L'esistenza della nazione francese è minacciata dal terrorismo islamista. Consideriamoci in stato di legittima difesa! Bisogna agire, se necessario, nella via dell'unione nazionale, nel senso politico e militare". La figlia e attuale leader del Fn, Marine Le Pen, ha rincarato la dose, dicendo che "la lotta contro il fondamentalismo islamista deve cominciare", perché fino a oggi il governo socialista non è stato all'altezza della minaccia, nonostante i numerosi moniti dei vertici della polizia nazionale e dei servizi segreti (non possono non venire in mente i recenti avvertimenti di Patrick Calvar, capo della Dgsi, l'intelligence interna, sulla gravità della situazione francese).

La Francia è entrata in quella che Pascal Bruckner, intellettuale e filosofo, ha definito la "routine dell'abominevole", quello di Nizza è soltanto un nuovo episodio della guerra che l'islam radicale ha dichiarato all'occidente, anche se alcuni si ostinano a individuare altri nemici. "Quelli che accusano il 'populismo' di minacciare la Francia non osano designare il totalitaismo islamista che semina il terrore", ha scritto Ivan Rioufol, intellettuale, giornalista del Figaro e autore di un saggio più che mai attuale: "La guerre civile qui vient" (Pierre-Guillaume de Roux). "Ciò che descrivete", scrive Rioufol rivolgendosi ai commentatori francesi, "si chiama guerra civile. Può ancora essere evitata se lo stato smette di tremare di paura". Sullo sfondo, le televisioni aggiornano freneticamente le loro notizie, mentre giungono informazioni drammatiche sul bilancio dei morti e dei feriti, e le prime pagine dei giornali francesi sono uno specchio di quelle del 14 novembre.

"Orrore a Nizza", titola il Parisien. "Mattanza a Nizza", scrive Nice-Matin. "14 luglio mortale a Nizza", commenta La Voix du Nord, "Ancora l'orrore", titola Sud-Ouest. Sì, ancora una volta l'orrore. La Francia si riscopre debole e ripiomba nell'incubo del terrorismo.
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » sab lug 16, 2016 5:53 am

"Nazisti islamici", la sinistra si sveglia: la frase choc di un big del governo
15 Luglio 2016

http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... verno.html

"Nazismo islamico". Il sottosegretario agli Affari Europei Sandro Gozi non usa mezzi termini per definire l'attentato di Nizza, dove hanno perso la vita più di 80 persone, fra cui moltissimi bambini. E lo fa dopo un incontro a Villa Farnese, sede dell'Ambasciata francese.

"La risposta di sette governi socialisti europei è che i terroristi non riusciranno. Vinceremo noi la battaglia contro i nazisti islamici", ha detto Gozi, che ha firmato il registro delle condoglianze insieme a sette colleghi di governo di Paesi europei e socialisti. "Abbiamo discusso di una Europa più forte attraverso più cooperazione sulla protezione delle frontiere esterne e tra le forze di intelligence. Vogliamo che si acceleri in questa direzione - riferisce Gozi - perché al vertice di Bratislava si possano prendere decisioni concrete per assicurare la sicurezza dei cittadini. È questa la principale risposta che come europei e democratici socialisti dobbiamo dare".


???


Attentato Nizza, cosa fare per non alimentare il fanatismo islamico - Il Fatto Quotidiano
Shady Hamadi

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/07 ... co/2907910

Sono quasi vent’anni che è in corso la guerra al fondamentalismo islamico. Mi sembra ormai chiaro che la battaglia non si vince con le bombe ma individuando le argomentazioni che possono contrastare un’ideologia radicale – di ideologia si tratta – che si nutre del malessere crescente di una parte della nostra società. Dobbiamo comprendere le motivazioni che spingono un giovane francese musulmano a trasformarsi in terrorista.

Se ci facciamo caso, la generazione degli attentatori, da quelli di Charlie Hebdo in poi, ha dai venti ai trent’anni di età. Hanno avuto tutti, chi più chi meno, problemi con la legge e usciti dal carcere avevano “riscoperto l’Islam”. La religione, interpretata alla loro maniera, è una redenzione da una vita che aveva condotto questi ragazzi al fallimento. In aggiunta a ciò, dobbiamo sommare la ghettizzazione alla quale la comunità islamica è sottoposta in Francia, fin dalle guerre coloniali in nord Africa, e che ha prodotto un malessere che è andato accentuandosi dall’11 settembre in poi. L’attrattiva dell’Isis sta tutta qui: nel malessere identitario di alcuni ragazzi appartenenti a una generazione di europei musulmani cresciuti con la guerra in Medioriente e spettatori del linciaggio mediatico al quale è stato sottoposto l’Islam in questi anni. La loro naturale empatia, in quanto hanno un legame identitario e emotivo, li rende partecipi dei mutamenti in atto nei paesi d’origine dei loro genitori. E’ il loro coinvolgimento nei contrasti in atto fra i due mondi simbolici e identitari, ai quali appartengono, a renderli soggetti che percepiscono più dei loro genitori lo scontro fra l’Europa – la loro Europa – e l’Islam – il loro Islam.

È da sciocchi continuare a pensare che paragonare l’Islam a una religione di terroristi, fare dibattiti in cui alla gogna mediatica viene messa un’intera comunità di fedeli, senza credere che ciò non produca effetti. Il risultato non può che essere il seguente: fornire ai fondamentalisti gli argomenti giusti per il proselitismo. Ma è un cane che si morde la coda perché man mano che il fondamentalismo trova adepti, dall’altra parte ci sono gli imprenditori della paura (alcuni politici e giornalisti) che lucrano in consenso elettorale attizzando il fuoco dell’odio. Così, si alimenta un circolo vizioso che incrementa il disagio: all’aumentare dell’islamofobia cresce di pari passo il fanatismo islamico. Da una parte e dall’altra, le voci moderate vengono messe in disparte, accusate di buonismo, e man mano isolate così da lasciare terreno libero solo agli intransigenti. A questi problemi, qualcuno continua a pensare che per fermare l’Isis basta bombardare la Siria o l’Iraq; rimettere in sella vecchie dittature colpevoli di crimini contro l’umanità, che rappresentano per qualcuno il male minore (perché Gheddafi ci dava stabilità – negli appalti petroliferi), non immaginando che è anche questo uno degli elementi usati dalla propaganda fondamentalista che dice: avete visto, è l’Occidente a imporre le dittature che tradiscono l’Islam, quello vero!

La vera battaglia è ideologica e la dobbiamo compiere prima di tutto nelle nostre società. La devono fare gli europei , tutti, di qualsiasi fede. La prima questione è smettere di rappresentare l’Islam come una religione retrograda; separare la responsabilità dei singoli da quella della comunità ( mi riferisco che in molti hanno detto che era colpa dei musulmani – in generale – e che tutti loro, uno a uno, in fila, dovevano condannare) e comprendere che il fondamentalismo nel mondo arabo- islamico è nato come risposta al malessere che le dittature hanno creato nelle società.

Oggi gli arabi non hanno bisogno di democrazia ma di libertà, quando questa ci sarà allora si taglieranno le gambe al radicalismo che nasce in Europa.

E’ altrettanto chiaro che serve un impegno delle comunità islamiche a vigilare affinché le guide religiose predichino per quello che l’Islam è: pace. C’è la necessità di rendere le moschee, quando le faranno in Italia, luoghi aperti al dibattito culturale e sociali, trasformandole in luoghi di aggregazione della comunità cittadina e non solo musulmana. Oggi più che mai, l’Islam europeo deve sconfiggere la paura dilagante parlando della sua storia, della convivenza possibile che c’è stata e continua ad esserci. Per fare questo servono guide religiose preparate e non Imam fai da te. Su questo ultimo punto serve un’alleanza fra l’Islam europeo, a volte privato di qualsiasi spiritualità, tradizione e relegato a religione di simboli, e l’Islam locale, in particolare levantino, che ha nei suoi 1400 anni gli anticorpi contro il fondamentalismo e che ha nella sua storia la convivialità con le altre fedi.

Se ci abbandoneremo alla paura non faremo altro che prestare il fianco agli imprenditori dell’odio che già oggi scalpitano mentre i corpi dei morti di Nizza non sono ancora stati seppelliti.
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » sab lug 16, 2016 5:54 am

L’attentato a Nizza e il futuro del Jihad in Europa
15 luglio 2016

http://www.progettodreyfus.com/lattenta ... -in-europa

L’attentato, tra i più efferati compiuti in Europa dal jihad, quello della sera del 14 Luglio a Nizza è particolarmente interessante da studiare. E’ stato scelto un luogo di divertimento, come nel caso del Bataclan parigino, ma all’aperto e senza una specifica indicazione della identità religiosa dei presenti. I proprietari del locale di Parigi erano, si ricorderà, di religione ebraica, e l’atto terroristico avveniva dopo una sequenza di eccidi islamisti in luoghi ad alta presenza di cittadini francesi ed ebrei.

Nel caso dell’eccidio di Nizza, non c’è nessuna differenza di bersaglio tra ebrei, cristiani o addirittura islamici presenti tra l’immensa folla che si raduna sulla Promenade des Anglais per festeggiare l’inizio della Francia repubblicana. Si colpisce la nazione, il simbolo, la gente comune. Tutti, insomma.Qui, allora, i dati da studiare sono diversi e, forse, più pericolosi di quanto non si possa oggi immaginare: il camion era guidato da un cittadino francese di origine tunisina, cittadino di Nizza.

Poi, il camion. Chi l’ha comprato, o rubato, ha una rete di copertura ampia che sconfina molto probabilmente con la malavita, anche con quella non jihadista. Infatti, il pilota del TIR criminale era un jihadista con precedenti penali per reati comuni. Non è da escludere quindi l’inizio di un legame tra la tradizionale “mala” e il jihad. Fornire armi al jihad (anche se quelle trovate sul camion erano non utilizzabili) e le connessioni con le reti del contrabbando, di armi o di altro, potrebbe essere il nuovo business delle reti criminali tradizionali.
Sul piano teorico, della dottrina del jihad, l’attacco all’Europa è stato largamente previsto e stimolato dai proclami di Isis e Al Qaeda. Quando lo “stato” iraqeno-siriano si sgretola, le due organizzazioni rivali del jihad si ritrovano sulla stessa linea, quella degli attentati terroristici tra i “crociati e gli ebrei”.

L’attacco indiscriminato, che alcuni analisti avevano ritenuto “superato” da parte di Al Qaeda, o dell’Isis, è oggi necessario per la sopravvivenza del jihad. Serve per manifestare potenza, e quindi richiamare la simpatia dei numerosi islamisti in fase di radicalizzazione, dimostrare forza per “proteggere” le minoranze islamiche presenti sul territorio degli “infedeli”, serve inoltre per spaventare la pubblica opinione e i governi occidentali, è utile infine per bloccare le attività della polizia e dei Servizi. E questo accade, deve accadere secondo i jihadisti, proprio nel momento in cui lo “stato” sirio-iraqeno sta fallendo.

Sembra poi che la qualità delle forze dell’ordine e dell’intelligence sia un criterio di selezione da parte dei terroristi del jihad. Quanto meno efficienti, tanto più il loro Paese diventa un bersaglio. Prima il Belgio, in cui la polizia vallona non comunica con quella fiamminga, con Servizi di carattere, come dire? casalingo; poi la Francia, che ha subito anch’essa una riforma dei Servizi disfunzionale e cervellotica, sia per la loro attività estera che per quella interna. Non citiamo qui, per carità di Patria, quella del 2007 italiana. Detto tra parentesi, sembra proprio che le democrazie europee, oggi, non capiscano niente di intelligence.

Le democrazie europee, devono quindi decidersi: o sacrificano una parte dei “diritti” e della privacy della cittadinanza per proteggerla dal jihad, o, seguendo il mito della democrazia di massa, dovranno accettare attentati sempre più efferati.C’è poi il problema dei dati su cui lavorare: tutti i Servizi e le Polizie operano oggi troppo ex post. Si ritiene, erroneamente, che il jihad generi reati che vanno colpiti singolarmente, mentre la predicazione della “guerra santa” rientra nelle libertà, appunto, garantite fin dai tempi della Rivoluzione Francese, ma con qualche parentesi storica. Falso. Il jihad è una strategia specifica di una guerra che è totalmente diversa da quella clausewitziana.

Occorre che le forze di polizia passino dalla (scarsa) repressione di alcuni reati connessi o derivanti dal jihad al contrasto nettissimo e strutturale con la stessa “guerra santa”. Un po’ come fecero Falcone e Borsellino con la mafia. Quindi occorrerà delineare una strategia contro l’islamismo in guerra, che riconnette insieme pressioni durissime contro gli stati finanziatori, azioni di guerra psicologica in Europa e fuori, repressione preventiva di focolai di jihad. Imitare noi la pratica del jihad per contrastarlo: sono le tecniche opfore di “guerra ibrida” che oggi una la Federazione Russa in Ucraina, per esempio. Lavorare dopo il fatto è quindi duro, ma inevitabile oggi per le Polizie europee. Occorre fare il contrario, e stabilmente.

E ciò accade per vari motivi. Il primo è quello che i jihadisti hanno un uso rapido e efficiente dei social media e del crittaggio da usare in essi. Kik, Surespot, Telegram, Wikr, Detect, Tor, sono tutte applicazioni del tutto legali che servono per il crittaggio dei messaggi jihadisti, o per andare nel deep internet, quello che non risulta dai motori di ricerca. Isis ha sviluppato da tempo dei siti per addestrare alla encryption. Sono anch’essi tendenzialmente privi di segnali operativi, ma delineano, al momento buono, e solo a chi lo deve compiere, il posto e il tempo dell’attentato.

Una spoculazione delle fonti che rende quindi difficile per qualsiasi intelligence seguire il jihad, che è fatto di reti occulte, in gran parte non ancora esplorate, che vivono secondo la regola “da bocca a orecchio” o della comunicazione verbale immediata, ma che si sovrappongono e comandano la comunicazione on line. Peraltro, è duro dirlo, le intelligence europee operano su due criteri di difficile verifica operativa. O il “grande vecchio” che decide tutto magari da qualche caverna nei Territori tribali del Pakistan, come era il caso di Osama Bin Laden, o il free rider, il giovane emarginato e radicalizzato che fa tutto da solo.

In parte, i giovani del jihad possono fare molto da soli, perché le indicazioni dal vertice sono sempre generiche, e sta a chi opera sul terreno vedere, verificare, programmare. Ma questo non accade mai senza un via da parte di uno dei molteplici centri di comando, che poi devono giustificare e ampliare l’effetto dell’atto terroristico. Ritengo che l’Europa sarà quindi il prossimo campo di azione del jihad. Per molti motivi: il primo è che la massa di immigrati è tale da poter servire come rete di protezione, reclutamento, finanziamento per un buon numero di jihadisti. Lo disse il vecchio capo della Fratellanza Musulmana Mohammed Badie, pochi anni fa: “l’Europa non la invaderemo con il jihad, basterà la demografia”. È proprio quello che sostengono, senza saperlo, molte anime belle del multiculturalismo.
Il secondo motivo è che, come il jihad ha proclamato poco tempo fa, l’Europa verrà rapidamente islamizzata e la bandiera nera dell’Isis batterà, come mostrava una copertina della rivista teorica del gruppo siriano-iraqeno, sul Vaticano.

Quello che dicono fanno, ma non sappiamo mai come. È il momento, allora, di ripensare le strategie di intelligence in tutta Europa, senza creare una inutile “agenzia unica” ma ripensando in modo nuovo e creativo la minaccia jihadista.
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » sab lug 16, 2016 5:55 am

Il solo modo che abbiamo, per aiutare noi stessi e i mussulmani vittime del credo islamico idolatra e del suo orrore/terrore è quello di dire la verità sull'Islam, su Allah, Maometto, il Corano e su tutta la loro storia.
Negare la violenza originaria e strutturale islamica, il suo orrore teologico e il suo terrore etico politico religioso, facendo passare questo credo agli occhi del mondo come credo di pace, amore, giustizia, fraternità e libertà, Maometto come un Santo e Allah come vero D-o è di fatto un crimine contro l'umanità a danno dei mussulmani stessi e del mondo intero.
La menzogna danna e la verità salva, sempre.


Sì, interroghiamoci, ma da dove arriva la violenza islamica?
Beh il Corano, la Sira e la storia dell'Islam parlano chiaro e ci raccontano che la violenza arriva direttamente dall'idolo Allah,
attraverso la bocca del Profeta invasato e le parole del Corano, incarnate nel comportamento di Maometto e raccontate nella Sira (vita del "Profeta"), dove Maometto appare come il primo fondamentalista, terrorista, assassino islamico, modello esemplare per tutti i veri mussulmani da sempre, per sempre e ovunque; ed è ben evidente nell'espansione imperiale dell'Islam attraverso l'orrore e il terrore, espansione che inizia con Maometto e continua da allora sino ai giorni nostri.
La violenza è in Allah, in Maometto, nel Corano, nella Sira, nella Sharia e in tutta la storia dell'Islam e nel nome stesso di Islam, sottomissione all'idolo Allah e al suo ordine assoluto di sottomettergli tutta l'umanità con le buone o con le cattive.


“È arrivato il momento di denunciare la radice del male, l’islam, e di mettere fuorilegge l’islam”
Magdi Cristiano Allam
https://www.youtube.com/watch?v=w-X-2Sm ... e=youtu.be
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » sab lug 16, 2016 9:06 am

Mentana contro l'Islam "Che religione è se dà il Paradiso a chi uccide dei bambini?”
Enrico Mentana, direttore del tg La7, attacca i musulmani: "Muoiono per uccidere, e noi non lo capiamo: cosa c'è di meglio della vita? La risposta terribile che si danno è fatta di vergini e di Paradiso".
Francesco Curridori - Ven, 15/07/

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 84844.html

“Muoiono per uccidere, e noi non lo capiamo: cosa c'è di meglio della vita? La risposta terribile che si danno è fatta di vergini e di Paradiso.

Ma è possibile che esista una religione che garantisce il Paradiso a chi uccide dei bambini in suo nome?”. Se lo domanda il direttore del Tg La7, Enrico Mentana, che, dal suo profilo Facebook, commenta così l’attentato di Nizza e paragona il tragico momento storico che stiamo vivendo ai più grandi orrori del Novecento: le due guerre mondiali e la shoah.

“Ora la storia ci risbatte davanti agli occhi l'orrore, - scrive ancora Mentana - ogni volta con forme diverse, ma con la costante di azioni compiute contro gente comune: che volta a volta sta lavorando, facendo la spesa, guardando una partita, ascoltando un concerto, bevendo al tavolo di un bar, visitando un museo, prendendo il sole in spiaggia, cenando con gli amici, uscendo dalla metropolitana, entrando in aeroporto o aspettando i fuochi d'artificio coi bambini nel giorno della festa nazionale”.
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » sab lug 16, 2016 10:03 pm

Un parroco sfida Bergoglio: “Stop alla tolleranza, dell’islam non se ne può più”
15 luglio 2016

http://francescovozza.net/2016/07/15/pa ... anza-islam

“Con questi islamici non se ne può più, per dovere di ufficio ho sempre dovuto parlare di tolleranza ma ora mi sono stufato. Questi non li sopporto, mi sono intollerabili. Dite pure che sono razzista, sono felice di essere definito tale.”. Sono queste le parole durissime espresse dal parroco di Forlì del Sannio (Isernia), don Pasquale Giampaglia, subito dopo la strage di Nizza, e riportate da Matteo Salvini sulla sua pagina Facebook. Frasi pesanti che testimoniano come la linea di sostegno al dialogo ad ogni costo con il mondo islamico, sostenuta da Papa Bergoglio, non sia condivisa da tutto il mondo cattolico. Anzi, lo sfogo di questo prete coraggioso dimostra, forse, che esista ormai una vera e propria insofferenza tra una parte dei prelati verso la retorica buonista.
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » sab lug 16, 2016 10:03 pm

L'allarme dei servizi segreti francesi: "I migranti provocheranno una guerra civile"
Patrick Calvar, il capo dei servizi segreti transalpini, ha detto chiaramente che "la Francia è sull'orlo di una guerra civile che potrebbe essere innescata dai migranti
Claudio Cartaldo - Sab, 16/07/2016

http://www.ilgiornale.it/news/lallarme- ... 82835.html

L'immigrazione incontrollata, le violenze dei profughi che hanno sconvolto l'Europa, il difficile rapporto tra cultura occidentale e nuovi flussi migratori.

Sono questi i temi che preoccupano tutti i Paesi Ue. Alcuni più di altri. O forse, la cosa che cambia tra uno Stato e l'altro è la consapevolezza di quanto possa essere pericolosa la miccia che ci sta per esplodere in mano.
Il rischio di una guerra civile tra europei e immigrati

In Francia lo sanno. Tanto che Patrick Calvar, il capo dei servizi segreti transalpini, nei giorni scorsi ha detto chiaramente che "la Francia è sull'orlo di una guerra civile che potrebbe essere innescata dalle violenze sessuali di massa nei confronti delle donne da parte dei migranti, come successo a Colonia a Capodanno".

L'idea di fondo è che se ci dovesse essere un nuovo attacco terroristico o una nuova violenza di massa da parte dei migranti, i movimenti di destra potrebbero far scattare la "guerra cvile". I numeri del rapporto sulle violenze di Colonia fanno impressione: ben 1200 donne assalite da 2000 migranti, 600 violenze sessuali e solo 120 immigrati identificati.

"Questo confronto credo che avrà luogo - ha aggiunto Calvar davanti ad una commissione parlamentare, riportato dal DailyMail - Ci conviene quindi anticipare e bloccare tutti questi gruppi".

La situzione è esplosiova. di certo non può essere sottovalutata nemmeno l'influenza che potrebbero avere gli ultimi attentati terroristici. Intanto, anche dalle parti di Angela Merkel ora sembrano ammetterlo e il governo tedesco sta cercando di porre rimedio. Lo stesso chiedono di fare i servizi segreti francesi. L'Italia non è da meno, con una situazione migratoria al collasso e dagli scenari imprevedibili. Di certo l'ipotesi che l'Europa possa cadere in una guarra civile a causa degli immigrati fa paura.


https://www.facebook.com/LucaDofficial/ ... 1587005933
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » dom lug 17, 2016 7:03 am

Se i musulmani moderati non li fermano bisogna espellerli tutti. È un epilogo politicamente scorretto, ma inevitabile
Paolo Guzzanti - Sab, 16/07/

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/isl ... 85137.html

Non ci raccontino balle, possono macellarci quando e come vogliono. È impossibile proteggere una società da nemici che disprezzano la propria vita e che considerano un successo la mattanza degli inermi, delle donne, dei bambini.

Per loro ogni bagno di sangue è una vittoria. Per noi ogni strage subita è un'esperienza inutile: se corri a proteggere i teatri, colpiscono gli aeroporti, se blindi le stazioni ferroviarie colpiscono le università o la gente a passeggio in un giorno di festa.

I governi, compreso il nostro, per sedare l'ansia, schierano accaldati soldati in mimetica che non servono a nulla, esposti come bersagli umani. Sul piano militare non c'è soluzione. L'uomo della strage di Nizza, il signor Mohamed Lahouaiej Bouhlel, era un cittadino franco-tunisino. Un balordo con precedenti per violenza domestica, che giovedì 14 luglio ha preso in affitto un camion frigorifero ed ha percorso due chilometri della Promenade des Anglais falciando ogni essere umano riducendolo a un fantoccio intriso di sangue. Un'ottantina per ora sono i morti e oltre duecento i feriti, fra cui cinquanta bambini colpiti con accuratezza da moderno Erode. Perché inventare serie televisive su improbabili invasioni aliene, quando gli alieni sono già fra noi? Simili a noi, ma, per loro scelta, nostri nemici.

A questo punto in genere si apre la diatriba sull'islam «moderato» (che gira la testa dall'altra parte) e quello jihadista, che facciamo finta sia composto da una esagitata minoranza di brutti sporchi e cattivi. Questa finzione avviene anche con l'avallo del presidente Obama, al quale non riesci a fare pronunciare l'aggettivo «islamico» neanche sotto tortura. Si tratta di puro negazionismo per tenere in piedi questa falsa scena teatrale dei due islam contrapposti che, se fosse vera, avrebbe già prodotto gli anticorpi necessari. La sinistra di tutto il mondo insorge contro Donald Trump che ha chiesto di sospendere l'ingresso nel suo Paese di cittadini provenienti da Stati in cui prospera il terrorismo dopo la strage di San Bernardino, California, quando un cittadino americano di origine pakistana, raggiunto da una moglie pakistana di fede terrorista, ha fatto una mattanza in un centro sociale per disabili.

Accadde anche ai contadini calabresi e siciliani, assunti per due dollari al giorno per lavorare nei campi di cotone lasciati dagli schiavi liberati. Ma quei primi emigranti commisero a New Orleans reati mafiosi, furono inseguiti dalla folla inferocita, giustiziati e rimpatriati.

Bisogna usare l'intelligence, si dice. È diventato un mantra di sinistra. Ma è una vuota sciocchezza. L'intelligence lavora con agenti sotto copertura, non può fare quasi nulla perché il grosso dei cittadini di origine islamica non ne vuole sapere, come se non fosse anche la sua guerra. Lì c'è il buco: il mondo islamico moderato non si schiera e non combatte. Assiste però con aria compunta e partecipa ai funerali.

E allora ci torna in mente la cacciata in massa dei musulmani dalla Spagna mentre Cristoforo Colombo partiva per la sua scoperta. Purtroppo i cattolicissimi re di Spagna, per motivi religiosi, espulsero anche tutta la comunità ebraica che custodiva tesori di cultura. Ma avvenne con l'islam un taglio netto. Si può fare anche oggi? Le nostre leggi e la nostra morale per ora lo vietano, il senso comune lo aborre, figuriamoci Sua Santità, chiuso fra le sue alte mura. Ma oggi non abbiamo soltanto memoria della cupa lezione spagnola (Torquemada, l'inquisizione, gli auto da fé). Abbiamo anche l'esempio della Brexit a dimostrare in linea di diritto che i popoli si separano. I cechi e gli slovacchi l'hanno fatto pacificamente. Ora la formula va cercata, discussa e affrontata. Basta con le sciocchezze rassicuranti perché le carneficine di questa guerra che insanguina l'Europa, l'America, il Medio e l'Estremo Oriente non sono in alcun modo evitabili soltanto con operazioni militari e di polizia, che pure servono. Bisogna agire su altre leve.

Far capire agli islamici moderati che i casi sono due: o si accollano loro il fardello dell'eliminazione dei confratelli jihadisti, oppure la logica produrrà inevitabilmente una separazione con l'uso della forza: un «Islamexit» a furor di popolo, che è sempre bene evitare.

Sarebbe un epilogo politicamente scorrettissimo, ma non si vedono altre vie d'uscita se vogliamo salvare la pelle nostra, dei nostri figli e di quel che resta della nostra civiltà.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » dom lug 17, 2016 8:13 am

"I 32 italiani che verranno uccisi". Toni Capuozzo, scoperta mortale: la lista con tutti i nomi
Toni Capuozzo
12 Luglio 2016

http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... -nomi.html

Mentre perde terreno in Siria, in Iraq e in Libia schiacciato dalle forze governative, lo Stato islamico si espande sul web. È in rete che Isis cresce e arruola adepti. Come riporta ItaliaOggi, Toni Capuozzo, già vicedirettore del Tg5 e conduttore di Terra! nel suo blog su Youtube Cronache randagie racconta di aver scoperto un inquietante gruppo che si chiama Islamic cyber army.

Questi estremisti islamici attivi su Internet hanno steso una lista di possibili obiettivi con tanto di nome e cognome, professione, indirizzo di posta elettronica, talvolta persino domicilio e numero di cellulare e si sono rivolti ai lupi solitari dell'Isis annidati ovunque, con l'ordine preciso di eliminare questi obiettivi: "Sparategli, accoltellateli, fateli saltare in aria, investiteli con l'auto, tirate loro sassi, intossicateli con il veleno, colpiteli con il bastone". E ancora: "Colpite in mezzo alla folla".

La lista di morte, che nel solo Canada segnala ben 12.000 nomi, comprende 2.168 americani, 214 inglesi, 55 belgi e anche 32 italiani. Fra gli "infedeli" di casa nostra, da "sgozzare senza pietà" ci sono A.C., ragioniere della provincia di Vicenza; L.U., ingegnere di Roma; A.M., che lavora al Cnr; G.L. e R.S., dipendenti della Banca d' Italia; R.P., docente universitario a Lecce; F.C., che vive in Valtellina; B.B., manager in una società di servizi del settore bancario; S.P., una donna dirigente; A.P., che opera nel campo dei nuovi media.
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Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » lun lug 18, 2016 4:39 am

Il terrorismo islamico segna la fine della modernità
2016/07/17

http://formiche.net/2016/07/17/terroris ... -modernita


Le tranquille città europee non esistono più. Prendiamone atto. Nizza è come Beirut o una qualsiasi città del Medio Oriente. Il nemico è dietro l’angolo, gira fra di noi, inafferrabile perché si confonde con noi ed è imprevedibile. È la fine della modernità, con la divisione lineare fra un esterno e un interno, fra nemici e amici. A poco servono le attività di intelligence e di prevenzione dove ci sono organizzazioni senza struttura, senza logica, con uomini non solo disposti a morire ma che più radicalmente cercano la morte, con azioni improvvisate o comunque imprevedibili.

Con la modernità muore soprattutto il “progetto illuministico”, la credenza cioè che tutte le civiltà, anche quella diverse dalla nostra, avrebbero fatalmente ripercorso il tragitto che porta dalla religione, identificata con il mito o la superstizione, al pieno dispiegamento della ragione. La convinzione, anzi, che civiltà diverse dalla nostra potessero in qualche modo percorrere il cammino di “laicizzazione” e secolarizzazione, o se si preferisce di “disincanto” o “morte di Dio”, in modo più rapido o accelerato, per semplice contatto e contaminazione emulativa con la nostra civiltà.

Lo schema illuministico lo vediamo oggi all’opera in chi pretende di dialogare e essere “inclusivo” nella fede non espressa che la Ragione si dispiegherà da sola. Ma è possibile dialogare con chi non vuole essere incluso e che, soprattutto, è in schiacciante predominio numerico e forse finanziario? Come dice giustamente Ernesto Galli Della Loggia, in un riuscito e a suo modo “definitivo” articolo ieri sul Corriere della Sera, il problema è culturale. E chiama in causa, rima di tutti, i cosiddetti “intellettuali”. Ciò che prima di tutto era sbagliato nello schema illuministico o moderno, di cui il marxismo ha rappresentato la sottospecie “rivoluzionaria”, era proprio l”idea che la civiltà moderna e liberale nascesse come e in antitesi a quella precedente, medievale e cristiana, e non come una sua naturale, per quanto non predeterminata e non predeterminabile, evoluzione.

La lotta contro l’infame, per dirla con la nota espressione usata dagli illuministi, in questo senso, era da una parte una sorta di masochismo, un segare i piedi della sedia su cui si stava seduti; dall’altra, serviva ad equiparare, sotto l’etichetta di mito o superstizione, religioni diversissime e niente affatto equiparabili tanto, meno sotto l’astratta etichetta di monoteismo (che sarebbe per ciò stesso un indice di tendenziale autoritarismo). Fondamentale è, ad esempio, la differenza, che si è voluta per troppo dimenticare, fra una religione di guerra, funzionale alla vita di popoli bellicosi, come quella islamica, e una religione basata sui concetti dell’amore e della carità, quale quella cristiana.

Si è voluto non considerare il fatto che la violenza, di cui il cristianesimo storico e istituzionalizzato si è sicuramente macchiato nel corso della sua bimillenari a storia, poteva essere considerata una deviazione dal centro o concetto ideale della religione cristiana, un errore che la storia avrebbe potuto almeno in parte (come in effetti è avvenuto) emendare. Non così potrà mai accadere per l’Islam, il quale inserisce con tutta evidenza la violenza nel proprio ordine di possibilità (e questo spiega a mio avviso la difficoltà che hanno molti islamici niente affatto terroristi a pronunciare una parola di seria condanna del radicalismo terroristico islamico).

È evidente che il superamento che la trasformazione delle società islamiche in senso laico e secolarizzato potrà avvenire solo per mezzo di una netta cesura, della prima in un ordine laico e secolare che inserisce la violenza nel proprio ordine di possibilità (e questo spiega la difficoltà di molti islamici niente affatto terroristi a pronunciare una seria condanna dell’islamismo politico e terroristico), può avvenire solo attraverso l’abiura, la rottura netta, la cesura. Non sapere e non fingere di sapere questo non aiuta né noi né chi suo malgrado è costretto a vivere in universi comunitari ove religione e politica si intrecciano in modo strutturalmente indissolubile.
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