Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » dom gen 20, 2019 7:48 pm

Territori islamici e territori cristiani. La folle idea che si fa strada in Francia
Lorenzo Vita
20 gennaio 2019

http://www.occhidellaguerra.it/islam-cr ... -territori

Non è un mistero che la Francia abbia un problema di convivenza con l’islam più radicale. E a dimostrarlo non sono soltanto gli attentati dello Stato islamico, ma tutta una serie di affiliazioni, di gente che li sostiene anche solo dal mondo di internet, e dalla presenza di migliaia di persone potenzialmente arruolabili tra le fila del terrorismo. Li chiamano simpatizzanti: ma quello che è del tutto evidente è che rappresentano un problema di ordine pubblico che la Francia non sa come gestire né risolvere.

Ma c’è un altro sintomo di questo problema di convivenza sempre più evidente fra islamismo e società francese: la nuova frontiera della narrativa d’Oltralpe che, in molti casi, descrive un mondo distopico fatto di scontri etnici, divisioni fra classi, scontri interni al Paese. Come racconta La Verità, “i successi di vendita di saggi scomodi come Destin français, dell’intellettuale ebreo Eric Zemmour o l’uscita del nuovo romanzo di Michel Houllebecq, Sérotonine” danno l’idea di come in Francia molte persone siano effettivamente preoccupate dalla convivenza all’interno della popolazione.

E in molti iniziano a paventare l’ipotesi di una partizione del Paese in aree laiche e cristiane e in altre di matrice musulmana. Un’idea che potrebbe apparire assurda, ma che inizia inesorabilmente a farsi strada in molti segmenti della popolazione. A tal punto che anche uno come François Hollande, non certo un uomo di destra radicale, disse che la partizione in aree si stava già producendo, pur se ha cercato di evitarla in tutti i modi. Un’idea pensata recentemente anche dallo scrittore Christian de Moliner nel libro La guerre de France, “che al seguito di Guérilla di Laurent Obertone, mette in scena una futuristica e per ora romanzata guerra intestina. Che stavolta scoppierebbe tra gli identitari francesi e gli islamici più fanatici e violenti”, spiega sempre La Verità. E rilancia ancora una volta l’idea del separatismo etnico nel Paese.

Si tratta di ipotesi astratte? Sicuramente (almeno per ora). Ma quello che appare interessante è che esiste una parte della cultura francese che, estranea agli ambienti delle élite ma apprezzata dalla popolazione, teorizza idee che all’apparenza possono sembrare irrealizzabili ma che indicano che qualcosa sta cambiando nella percezione del popolo e dell’intellighenzia. Tanto che anche alcuni blogger influenti e vicini al movimento dei gilet gialli cominciano a parlare della possibilità di una Francia divisa al suo interno fra aree islamiche e aree cristiane o, molto più probabilmente, laiche.

Ma per la Francia, queste ipotesi sarebbero in ogni caso una sconfitta. Lo sono per le destre, che da sempre fanno dello Stato e dell’unità nazionale un pilastro della propria cultura politica e che contrastano l’idea che possa esistere un Paese diviso. La Francia unisce: non divide. E il fatto che possano sorgere ghetti etnicamente, culturalmente e anche legalmente a parte rispetto al resto del Paese, viene visto con orrore da chi invece crede che Parigi rappresenti tutti, Ma è vista con terrore anche dalla stessa sinistra, che pur apprezzando la Francia multiculturale, non vuole che il Paese si trasformi in un cosmo di status sociali diversi: l’uguaglianza dei francesi passa anche da questo.

In ogni caso, quello che sta avvenendo in Francia è sotto gli occhi di tutti. Gli ingressi nel Paese superano i 200mila all’anno. I cittadini naturalizzati sono tantissimi e lo Stato arranca di fronte all’evidente flusso di persone che non viene più integrato dal Paese e dalla cultura locale, ma che vivono ai margini della società e con leggi e costumi totalmente propri. Migliaia di moschee, legali e illegali, sorgono ovunque sul territorio francese. E imam provenienti dai Paesi arabi e finanziati dall’estero creano proselitismo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » dom feb 24, 2019 10:10 am

Incitava alla guerra santa, arrestato a Catania un pregiudicato
23 gennaio 2019

https://stream24.ilsole24ore.com/video/ ... o/AEcjlWKH

Roma, (askanews) - È accusato di apologia del terrorismo mediante strumenti telematici Giuseppe D'Ignoti, catanese di 32 anni, nei cui confronti la polizia di Catania ha notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Catania, su richiesta della locale Procura Distrettuale della Repubblica, che ha coordinato le indagini.

L'uomo, dopo essersi convertito all'Islam nel 2011, avrebbe iniziato a usare i social networks per la sua attività di propaganda e diffusione mediatica. Era già in carcere, dall'ottobre 2017, arrestato dalla Digos per reati nei confronti della ex convivente ucraina.

L'indagine si è incentrata sulle dichiarazioni di vari soggetti, in tutta Italia, virtualmente venuti in contatto su Whatsapp con lui e su accertamenti sul suo telefono sequestrato. Dal 2016, a quanto pare, aveva iniziato a svolgere propoganda in vari gruppi, con lo pseudonimo di "Ahmed", e fingendosi egiziano; avrebbe inviato video e immagini ritraenti gesta delle milizie dell'Isis, scene cruente di uccisioni e decapitazioni, canti che inneggiavano all'Isis e alla Jihad, invitando a uccidere gli infedeli e a conquistare l Occidente, sostenendo che quelli che la pensavano come lui erano presenti in modo capillare sul territorio italiano, pronti ad agire. Incitando anche a prendere un fucile o un coltello ed andare ad ammazzare qualcuno:

"Si fa un po' di pulizia, puliamo Milano, la Calabria..."

Tutti i file che erano stati cancellati sono stati recuperati dalla polizia postale.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » dom feb 24, 2019 10:10 am

Germania: Il numero dei detenuti stranieri ha raggiunto livelli record
Soeren Kern
23 febbraio 2019

https://it.gatestoneinstitute.org/13793 ... -stranieri

Un forte aumento del numero di detenuti stranieri in Germania ha portato al problema del sovraffollamento delle carceri e della carenza di personale. Le prigioni del Baden-Württemberg e del Nord Reno-Westfalia operano attualmente al massimo delle loro capacità. (Fonte dell'immagine: Coltdragoon/Wikimedia Commons)

Il numero dei detenuti stranieri nelle carceri tedesche ha ora raggiunto livelli record, come rilevato da una recente inchiesta condotta sul sistema penitenziario dei 16 Stati federati tedeschi (Länder). A Berlino e Amburgo, ad esempio, oltre il 50 per cento dei reclusi è di origine straniera, secondo il reportage, che ha anche rivelato un aumento del numero degli islamisti nel sistema carcerario tedesco.

I dati, raccolti dal quotidiano Rheinische Post, mostrano che il forte aumento di detenuti stranieri è iniziato nel 2015, quando la cancelliera Angela Merkel permise a più di un milione di migranti per lo più incontrollati e provenienti dall'Africa, Asia e dal Medio Oriente di entrare nel paese.

Secondo il giornale, tutti i Länder tedeschi hanno registrato negli ultimi tre-cinque anni un "fortissimo aumento" di detenuti stranieri e apolidi, sebbene sia difficile da calcolare il loro numero complessivo a livello nazionale a causa delle differenze nel modo in cui gli Stati federati elaborano le statistiche.

Dal 2016, ad esempio, negli Stati federati occidentali la percentuale dei detenuti stranieri è passata ad Amburgo dal 55 per cento al 61 per cento; a Berlino, dal 43 al 51 per cento; nel Baden-Württemberg, dal 44 al 48 per cento; a Brema, dal 35 al 41 per cento; nel Nord Reno-Westfalia, dal 33 al 36 per cento; nello Schleswig-Holstein, dal 28 al 34 per cento; nella Bassa Sassonia, dal 29 al 33 per cento; in Renania-Palatinato, dal 26 al 30 per cento; nel Saarland, dal 24 al 27 per cento. In Assia, la percentuale è cresciuta leggermente dal 44,1 per cento di tre anni fa al 44,6 per cento di oggi. In Baviera, la percentuale è aumentata attestandosi al 45 per cento, rispetto al 31 per cento nel 2012.

Lo stesso fenomeno si riscontra negli Stati federati orientali. In Sassonia, il numero dei detenuti di origine straniera è più che raddoppiato dal 2016. La maggior parte di tali reclusi arriva dalla Polonia, dalla Tunisia, dalla Libia, dalla Repubblica ceca e dalla Georgia. Il Meclemburgo-Pomerania Anteriore conta ora 160 detenuti stranieri provenienti da 66 paesi diversi.

Le autorità tedesche segnalano inoltre un aumento del numero di musulmani presenti nelle carceri tedesche. La percentuale dei musulmani reclusi è ora nettamente superiore alla loro quota di popolazione totale.

Con il recente afflusso massiccio di migranti, la popolazione musulmana della Germania ora conta circa sei milioni di persone, il 7 per cento della popolazione tedesca totale di 82 milioni di abitanti. Al contrario, secondo i dati raccolti dai ministeri della Giustizia dei Länder, circa il 20 per cento dei 65mila detenuti nelle prigioni tedesche è musulmano.

I musulmani costituiscono il 29 per cento dei detenuti a Brema; il 28 per cento, ad Amburgo; il 27 per cento, in Assia (anche se in alcune carceri di questo Land il 40 per cento di tutti i detenuti partecipa alle preghiere del Venerdì); il 26 per cento in Baden-Württemberg; il 21 per cento del Nord Reno-Westfalia; il 20 per cento a Berlino; e il 18 per cento in Baviera.

Secondo i dati forniti dai ministeri della Giustizia dei Länder, almeno 300 islamisti irriducibili stanno scontando la loro pena in un penitenziario tedesco. Altri 350 islamisti hanno dei mandati di cattura pendenti. La maggior parte dei detenuti islamisti si trovano in Assia, in Baviera, nel Nord Reno-Westfalia e a Berlino. Molti sono rinchiusi in strutture detentive separate, ma ci sono preoccupazioni che coloro che non lo sono possano radicalizzare altri detenuti.

In Assia, ad esempio, il numero degli islamisti è più che triplicato dal 2013, mentre nel Baden-Württemberg il numero dei detenuti islamisti è più che raddoppiato dal 2016. "Il numero dei carcerati i cui sentimenti islamisti spiccano è aumentato drasticamente negli ultimi due anni", ha dichiarato Guido Wolf, ministro della Giustizia del Baden-Württemberg. "Questo presenta nuove sfide per i nostri agenti penitenziari, che sono già duramente provati. Stiamo facendo tutto il possibile per rilevare i segni della radicalizzazione islamista in una fase iniziale e per contrastarli con fermezza".

Il 10-15 per cento dei detenuti musulmani nelle carceri tedesche è a rischio di radicalizzazione, afferma Husamuddin Meyer, un tedesco convertito all'Islam sufita che ora lavora come chierico nel sistema penitenziario del Nord Reno-Westfalia (NRW). Secondo Meyer, il sistema carcerario tedesco ha bisogno di più imam, per contrastare la radicalizzazione.

Un tempo, negli istituti penitenziari del Nord Reno-Westfalia c'erano 114 imam accreditati, ora però se ne contano soltanto 25. Questa riduzione drastica è la conseguenza dei controlli di sicurezza grazie ai quali le autorità tedesche hanno scoperto che 97 imam erano pagati dal governo di Ankara, essendo dipendenti pubblici turchi. La Turchia ha rifiutato di consentire agli imam di rispondere alle domande dei funzionari tedeschi. "L'obbligo per questi dipendenti di sottoporsi a un nuovo controllo di sicurezza è inappropriato e sbagliato", ha dichiarato il consolato turco. Il ministro della Giustizia del NRW Peter Biesenbach ha replicato: "L'obiettivo a medio termine deve essere quello di organizzare l'assistenza religiosa e la cura pastorale indipendentemente dallo Stato turco".

In Assia, nel frattempo, il ministero della Giustizia ha sospeso un imam autorizzato a entrare in carcere a causa dei suoi legami con i Fratelli Musulmani.

Il forte aumento di detenuti stranieri ha portato al problema del sovraffollamento delle carceri e della carenza di personale. Le prigioni del Baden-Württemberg e del Nord Reno-Westfalia operano attualmente al massimo delle loro capacità. Nel tentativo di mitigare il problema nel NRW, più di 500 detenuti sono stati di recente rilasciati per una "amnistia di Natale". I penitenziari della Baviera, di Berlino e della Renania-Palatinato sono pieni al 90 per cento.

A causa di ciò, nel 2018, il personale degli istituti di pena in NRW ha fatto più di 500mila ore di straordinario, secondo un rapporto giudiziario interno trapelato e finito sulle pagine del Rheinische Post. Il sistema penitenziario del NRW è sotto organico di almeno 500 unità. Nonostante una buona retribuzione e i benefit, ci sono pochi candidati a causa delle tensioni fisiche ed emotive legate a questa attività lavorativa.

Oltre alla carenza di personale, molte carceri sono fatiscenti. Più di 500 detenuti di una prigione di Münster, ad esempio, sono stati evacuati e trasferiti altrove poiché l'edificio rischiava di crollare. A Colonia, sono stati chiusi 100 centri di detenzione a causa dell'esposizione all'amianto. Solo nel Nord Reno-Westfalia, sono necessari almeno tre miliardi di euro per ristrutturare i vecchi penitenziari.

Un articolo del Berliner Morgenpost titolato "Il tedesco diventa una lingua straniera in molte carceri" spiega che il crescente numero di conflitti tra gli agenti penitenziari tedeschi e i detenuti stranieri è dovuto alle barriere linguistiche. "L'esigenza di corsi di lingua e servizi di interpretariato è in aumento e la capacità di confrontarsi con altre culture è necessaria", ha dichiarato Dieter Lauinger, ministro della Giustizia della Turingia.

Il sindacato dei detenuti GG/BO (Gefangenen-Gewerkschaft/Bundesweite Organisation) ha chiesto alle autorità carcerarie di assumere interpreti che possano impartire ordini e istruzioni nella lingua madre dei detenuti stranieri. Sebbene alcuni Länder si avvalgano di interpreti, i costi sono spesso proibitivi.

Le autorità tedesche segnalano inoltre aggressioni al personale penitenziario da parte dei detenuti. Il Sindacato della polizia penitenziaria (Bund der Strafvollzugsbediensteten Deutschlands, BSBD) ha registrato 550 "episodi speciali", nel 2017. Nel Nord Reno-Westfalia, ad esempio, dal 2016 il numero di tali aggressioni è più che raddoppiato.

"I numeri sono un riflesso della nostra società", afferma Peter Brock, presidente del BSBD. "Insulti, minacce e attacchi fanno parte della vita quotidiana".

Soeren Kern è senior fellow al Gatestone Institute di New York.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » mar apr 30, 2019 9:24 am

Allam: "L'Europa deve bandire l'Islam o perirà"
Francesco Curridori - Lun, 29/04/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 85943.html

Magdi Cristiano Allam ne è convinto: "L' unico modo per salvaguardare la nostra civiltà è mettere fuori legge l' Islam, come è stato in Occidente per 1300 anni"

Un'idea chiara, netta e radicale esplicitata diffusamente da Magdi Cristiana Allam nel suo ultimo libro "Stop Islam" nel quale il giornalista di origine egiziana spiega come la religione di Maometto sia "incompatibile con le leggi laiche dello Stato, le regole di civile convivenza e i valori fondamentali della civiltà occidentale".

Allam, in un'intervista al quotidiano Libero, fa una netta distinzione tra i musulmani e l'Islam:
"I fedeli possono essere moderati, ma la fede in Allah non lo è, perché prescrive l' odio verso i miscredenti e la loro sottomissione attraverso la violenza". "Pensa - dice rivolgendosi al direttore Pietro Senaldi - agli attentati di Pasqua in Sri Lanka: per noi i ragazzi che si sono fatti esplodere sono terroristi, ma nel loro mondo sono considerati dei buoni musulmani, perché si sono comportati come Maometto, che decapitava personalmente i propri nemici, e hanno ottemperato a quanto prescrive la Sunna, ovverosia il codice di comportamento islamico".
Secondo l'ex vicedirettore del Corriere della Sera "il vero pericolo mortale però non è il terrorismo, che possiamo sconfiggere perché siamo superiori militarmente e come intelligence, ma l' occupazione capillare che l' islam sta facendo del nostro territorio attraverso la proliferazione di moschee, scuole e centri di assistenza islamici finanziati da Paesi che sono nostri nemici".
Esiste una vera e propria sottomissione dell'Occidente nei confronti dell'Islam non solo perché "temiamo la loro reazione violenta e per questo, un pezzo alla volta, ci arrendiamo a essi" ma anche per motivi geopolitici ed economici.
"Noi ci facciamo invadere dalle loro moschee e dalla loro cultura come contropartita per i soldi che ci danno", dice attaccando, poi, direttamente, l'Unione Europea che"punta a eliminare la sovranità degli Stati e le identità localistiche per creare un unico mega soggetto" per "competere con i colossi Usa e Cina".
Una bugia, sostiene Allam, creata ad arte per "spalancare le frontiere a un' immigrazione incontrollata e creare un enorme meticciato".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » mer mag 08, 2019 9:19 pm

La Cina inasprisce la lotta al terrorismo islamico: pugno duro nello Xinjiang
Federico Giuliani
8 maggio 2019

http://www.occhidellaguerra.it/la-cina- ... itti-umani

Continua la lotta della Cina al terrorismo islamico. Fa discutere l’ultima trovata di Pechino per contenere il rischio di possibili attentati nel Paese. I poliziotti dello Xinjiang – regione autonoma dove vivono gli uiguri, la minoranza cinese turcofona – hanno installato sul loro cellulare una particolare applicazione per controllare i cittadini locali. L’intera vita di ogni singolo uiguro finisce nei terminali governativi sotto forma di dati. Se questi combaciano con un profilo tipo a rischio estremismo, il soggetto entra nel mirino delle autorità. Le critiche delle associazioni contro la violazione dei diritti umani degli uiguri non sono mancate. Ma la Cina si difende e rispedisce al mittente ogni accusa.

La app che scheda gli uiguri

La nuova applicazione utilizzata nello Xinjiang è una sorta di Grande Fratello. Necessaria, ci tengono a sottolineare le autorità cinesi, non a spiare i cittadini ma a prevenire eventuali attentati in una regione già focolaio di tensioni religiose. Ogni volta che un poliziotto controlla un cittadino, i dati di quest’ultimo vengono forniti dalla app. Si va dall’etnia all’altezza, da acquisti particolari a donazioni a moschee, da viaggi all’estero a rapporti particolari con il vicinato. Un sofisticato algoritmo elabora i dati ed emette un verdetto in tempo reale. Quando il sospettato rientra in uno dei 36 profili tipo a rischio estremismo, la polizia ha il dovere di seguirne gli spostamenti quotidiani.

Violazione dei diritti umani

Human Rights Watch ha attaccato la pratica cinese dichiarandola illegale. Oltre alla violazione dei diritti individuali, la Cina raccoglierebbe i dati delle persone in modo non conforme alla legge. Dati, tra l’altro, che deriverebbero da comportamenti legali. Ma la app è solo la punta dell’icerberg della ferrea lotta della Cina contro l’estremismo islamico. Secondo le Nazioni Unite oltre un milione di musulmani si troverebbe in campi di rieducazione.

“Gli Stati Uniti smettano di interferire nei nostri affari”

La risposta di Pechino non si è fatta attendere. Come riporta Agenzia Nova, il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Geng Shuang, non si è risparmiato intimando agli Stati Uniti di “smettere di interferire negli affari interni della Cina”. Geng ha poi bollato cme false le affermazioni statunitensi. Quelli accusati di essere centri di detenzione non sarebbero altro che centri di formazione professionale “realizzati per combattere il terrorismo”. Il funzionario cinese ha concluso invitando “gli esponenti delle istituzioni Usa a rispettare i fatti, abbandonare i pregiudizi, esercitare prudenza nelle loro dichiarazioni e condotte”.

Dal 2016 demolite oltre 20 moschee

Intanto un’inchiesta del Guardian sottolinea come dal 2016 a oggi siano stati demoliti – del tutto o in parte – più di 20 siti religiosi islamici nel solo Xinjiang. La Cina è stata chiara anche in materia di religioni. Il Partito tollera soltanto i culti che rientrano nelle associazioni patriottiche. Gli altri sono considerati illegali e quindi repressi. Il motivo è mantenere ordine all’interno del Paese evitando destabilizzazioni da parte di forze straniere. La Cina ha inoltre più volte definito le politiche attuate nello Xinjiang come necessarie per fermare il radicalismo islamico. Una piaga che recentemente è riesplosa con vigore in tutta l’Asia.

Le proteste degli Stati Uniti

Dagli Stati Uniti c’era chi proponeva altre sanzioni alla Cina per punire la repressione musulmana portata avanti da Pechino. Nonostante diversi funzionari del Dipartimento di Stato e del Consiglio alla Sicurezza Nazionale fossero favorevoli al pungo duro, Washington non darà il via libera a nuove sanzioni. Lo afferma il New York Times, secondo cui Trump vorrebbe dedicarsi soltanto alla guerra commerciale. Ma le ultime dichiarazioni del presidente americano potrebbero cambiare le carte in tavola


Alberto Pento
Mi dispiace ma stavolta non sono d'accordo con gli USA, la Cina ha tutto il diritto di difendersi dal nazismo maomettano e non è un diritto umano poter esercitare il nazismo, di qualsiasi nazismo si tratti compreso quello poltico-religioso maomettano.



La radio del Partito Comunista Cinese ” Senza dubbio la religione islamica è una pericolosa malattia mentale”
11 luglio 2019

http://www.italiaisraeletoday.it/la-rad ... KjRwcGh83Q

La Cina ha dichiarato che la religione islamica è una malattia mentale e che tutti i suoi seguaci devono essere curati e internati in manicomi psichiatrici. La Radio del Partito Comunista Cinese (PCP) descrive i musulmani come infetti da malattie ideologiche e estremismo religioso. Un’ideologia che i media ufficiali parlano a nome del partito di governo descrive come violenta, affermando che i suoi seguaci dovrebbero essere trattati come pazienti in un manicomio psichiatrico.

“I membri del pubblico scelti per la riabilitazione sono stati infettati da una malattia ideologica. Sono infettati dall’estremismo religioso e da un’ideologia terrorista violenta e quindi devono sottoporsi a un trattamento in ospedale come pazienti. Questa ideologia religiosa estremista è una droga velenosa che inganna la gente. Se non eliminiamo alla radice l’estremismo religioso, gli incidenti terroristici violenti si moltiplicheranno e si diffonderanno ovunque come un tumore maligno incurabile “, ha detto la radio del PCC.

La radio che parla del potere nel Paese spiega anche che questa “patologia mentale” è da trattare, anche se i “musulmani” non hanno commesso alcun atto di violenza, il rischio graverebbe ancora sul pubblico e “questo virus Li ha già infettati, da qui la necessità di riabilitazione.

“Anche se un certo numero di persone è stato indottrinato da questa ideologia estremista non hanno commesso crimini, sono già stati infettati dalla malattia. C’è sempre il rischio di vedere la malattia manifestarsi in qualsiasi momento, il che potrebbe danneggiare seriamente il pubblico. Ecco perché devono essere rieducati negli ospedali in tempo per curare e pulire il virus dai loro cervelli e riportarli al loro stato normale “, aggiunge la radio del Partito Comunista Cinese.

Durante questa estate, la Cina ha vietato il digiuno durante il mese del Ramadan ai suoi cittadini e ha persino avviato procedimenti legali contro i musulmani che avevano infranto la legge.





Xinjiang, Nazioni Unite contro la Cina. Pechino risponde: "Non interferite"
Federico Giuliani


https://it.insideover.com/terrorismo/xi ... WAhNB0YDOE

Una lettera firmata da 22 Paesi e indirizzata alle Nazioni Unite per condannare le politiche repressive utilizzate dalla Cina nella regione autonoma dello Xinjiang. Il messaggio è stato recapitato al presidente del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, Coly Seck, e all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet. Gli ambasciatori firmatari hanno puntato il dito contro i metodi adottati da Pechino per controllare gli uiguri, la minoranza etnica turcofona e musulmana che abita l’estremo occidente cinese. A preoccupare la comunità internazionale ci sono pratiche come la detenzione su larga scala, la sorveglianza massiccia e le tante restrizioni cui devono sottostare gli abitanti della regione.


La risposta di Pechino: “Basta diffamare la Cina”

La risposta della Cina non si è certo fatta attendere. Pechino, stanco del giudizio dell’Occidente, non ha esitato a controbattere: “La lettera ignora i fatti. Ha diffamato la Cina con accuse ingiustificate sulla tutela dei diritti umani palesemente politicizzati e interferito gravemente negli affari interno del Paese”. Il messaggio del governo, veicolato dal portavoce del ministro degli Esteri cinese, Geng Shuang, è durissimo e suona come l’ennesimo avvertimento alle potenze straniere di non intromettersi nella politica interna della Cina. Geng ha invitato i firmatari della lettera ad abbandonare i pregiudizi, rispettare la Carta delle Nazioni Unite e non usare il tema dello Xinjiang per interessi personali. “Il governo e il popolo cinese – ha aggiunto il portavoce – hanno l’ultima parola sulle questioni inerenti allo Xinjiang e non possono né devono essere ostacolati da nessun attore esterno”.

La comunità internazionale e i diritti umani

Per dimostrare che il contenuto della lettera è una falsità, la Cina ha invitato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, diplomatici, media e studiosi vari a visitare lo Xinjiang per confrontare le loro accuse con la presunta realtà dei fatti. I Paesi che hanno firmato la missiva hanno invitato il governo cinese a rispettare i diritti umani, la libertà religiosa e gli obblighi internazionali; cosa che Pechino non starebbe facendo a giudicare dal milione di uiguri detenuti in appositi centri di detenzione nello Xinjiang. La Cina ha sempre ribadito come le strutture tirate in ballo non siano campi di prigionia bensì centri di formazione professionale adibiti al recupero di persone entrate in contatto con il virus dell’estremismo islamico. Dopo due rivolte degli uiguri contro il potere centrale, nel 2009 e nel 2014, il Dragone ha scelto di usare il pugno duro per spegnere un pericoloso focolaio che avrebbe potuto estendersi in tutta la Nazione: da allora, in quest’area turbolenta, non si sono più registrati scontri.

Xinjiang sotto controllo

Tuttavia il prezzo da pagare, per gli abitanti, è stato altissimo. Molti musulmani devono sottostare a limitazioni pesanti e accettare un controllo ossessivo da parte delle autorità, che adottano i classici metodi tradizionali, come le perquisizioni, affiancati dalle più moderne tecnologie. È così che le telecamere dotate di riconoscimento facciale e particolari applicazioni in forza alla polizia consentono a Pechino di monitorare ogni passo, ogni acquisto, ogni intenzione di ciascun cittadino dello Xinjiang. Nelle ultime settimane due ulteriori notizie hanno spinto la comunità internazionale a intervenire con la lettera sopra citata. In particolare ci riferiamo alla scelta della Cina di separare i bambini dalle famiglie per contenere il rischio che i piccoli possano crescere a contatto con valori collegabili all’estremismo islamico, e al collocamento degli stessi in appositi campi di rieducazione.

L’assenza di Italia e Stati Uniti

Tornando alla lettera, tra i 22 Paesi firmatari troviamo, per l’Asia, Giappone, Canada, Australia; per l’Europa, Regno Unito, Svizzera, Francia, Germania. Mancano sia l’Italia che gli Stati Uniti: né Roma né Washington hanno deciso di sollevare il problema della violazione dei diritti umani nello Xinjiang alla Cina. Scelta geopolitica? Probabile, considerando che gli americani stanno cercando di raggiungere la pax commerciale con Pechino, mentre l’Italia ha da pochi mesi firmato un memorandum d’intesa per prender parte alla Nuova Via della Seta voluta da Xi Jinping.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » dom lug 14, 2019 12:38 pm

L'"imam del terrore" torna in libertà. Polemica in Gran Bretagna
Gerry Freda - Lun, 06/05/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/uk- ... FeN7MzR8xk

L’imam è stato scarcerato nonostante l’intelligence di Londra lo consideri ancora un soggetto estremamente pericoloso per la sicurezza nazionale britannica

Nel Regno Unito, Anjem Choudary, soprannominato dai media locali l’“imam del terrore”, è da poco tornato in libertà.

Egli, condannato nel 2016 dalla giustizia britannica a cinque anni e sei mesi di carcere per terrorismo, ha infatti iniziato in questi giorni a godere della libertà vigilata, concessagli dagli stessi magistrati alla fine del 2018. I giudici, accordando allora tale privilegio al cittadino di origini pachistane, erano platealmente andati contro le raccomandazioni dell’intelligence di Londra, che aveva esortato il tribunale a mantenere in carcere Choudary, considerato ancora “estremamente pericoloso” per la sicurezza del Regno.

Per effetto del provvedimento di clemenza adottato dalla giustizia britannica, l’imam, condannato tre anni fa per avere pubblicamente elogiato l’Isis e minacciato di morte diversi Capi di governo occidentali, è tornato ultimamente nel quartiere londinese in cui è cresciuto, Camden, nel nordovest della metropoli. Choudary, ancora soggetto a sanzioni sul piano finanziario decise in passato dalle Nazioni Unite, è stato quindi di recente immortalato dalle telecamere dei principali network britannici mentre fa tranquillamente la spesa in un negozio di alimentari poco distante da casa sua. Ai cronisti che lo incalzavano di domande, il condannato per terrorismo ha concesso poche dichiarazioni, con le quali ha ribadito la sua innocenza e ha rimarcato la natura pacifista dell’islam.

Le immagini dell’imam intento a svolgere commissioni quotidiane, malgrado la sua estrema pericolosità ripetutamente segnalata dai servizi di sicurezza, hanno immediatamente indignato i partiti presenti nel parlamento di Westminster, sia di maggioranza sia di opposizione. Ad esempio, il capogruppo tory ai Comuni, Andrea Leadsom, ha esortato il tribunale che ha deciso la scarcerazione di Choudary a “rivedere al più presto” tale controversa decisione, al fine di scongiurare la costituzione, da parte del soggetto incriminato, di una sigla jihadista. Anche i laburisti, per bocca della deputata Valerie Vaz, hanno auspicato un immediato rientro in carcere dell’individuo in questione, raccomandando contestualmente alle forze dell’ordine di “mantenere alta la guardia” circa le mosse dell’imam.

L’esecutivo May, tramite Susan Williams, vice-ministro dell’Interno con delega al Contrasto all’estremismo, ha quindi assicurato che la polizia monitorerà attentamente la condotta di Choudary, annunciando al tempo stesso una modifica normativa diretta a limitare la discrezionalità dei magistrati riguardo alla permanenza in carcere dei condannati per terrorismo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » mer lug 31, 2019 12:30 pm

Lanciata la "Campagna nazionale contro l'islamizzazione"
Svizzera, 30 luglio 2019

https://www.mattinonline.ch/it/article/ ... -LkqvVMNqQ

Il Comitato di Egerkingen, l'associazione che aveva lanciato l'iniziativa per il divieto di costruzione di minareti e che tre anni fa ha lanciato l'iniziativa per la dissimulazione del volto, ha avviato una "Campagna nazionale contro l'islamizzazione".

In pratica il Comitato di Egerkingen intende sottoporre ai candidati per le elezioni federali di ottobre una serie di domande in merito alla loro posizione rispetto all'Islam, in modo che l'elettorato sia cosciente e informato sulle opinioni dei candidati in questo ambito.

Il Comitato di Egerkingen annuncia inoltre la preparazione della campagna pubblicitaria in vista dell’iniziativa federale “antiburqa” sulla quale il popolo svizzero sarà chiamato a votare verosimilmente nel 2020.

Per finanziare queste due operazioni il Comitato di Egerkingen sta cercando contributi, che possono essere versati sul conto corrente postale n° 65-67871-6 , intestato a Movimento politico “Il Guastafeste” - 6616 Losone (N° IBAN : CH6209000000650678716), avendo cura di scrivere “Contributo per Comitato Egerkingen” nello spazio riservato ai motivi del versamento. Giorgio Ghiringhelli de "Il Guastafeste", che a sua volta provvederà poi a riversare al Comitato tutti i contributi pervenuti sul conto del suo movimento politico.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » gio nov 21, 2019 8:20 pm

Il governo francese chiude moschee e scuole legate all'Islam in 15 distretti
21 novembre 2019

https://www.islamnograzie.com/il-govern ... KYHp-CopUs


Il governo francese ha chiuso moschee, scuole, e una varietà di associazioni legate alla proliferazione dell’idologia politica radicale islamista dislocati in quindici distretti.

Venerdì scorso, il Segretario di Stato agli Interni Laurent Nuñez ha annunciato che le autorità avevano chiuso 129 stabilimenti, 12 moschee, quattro scuole, nove associazioni in 15 distretti colpiti da ‘l’Islam politico e comunitarismo‘. Fonte: Le Figaro

“Noi combattiamo contro l’islamismo politico che suggerisce che la legge di Dio è superiore a quella della Repubblica”, ha dichiarato Nuñez alla stampa francese, aggiungendo che ‘l’islamismo politico‘ non dovrebbe mai essere confuso con l’Islam religioso.

Il ministero dell’Interno ha dichiarato che le chiusure di siti islamici radicali sono iniziate a febbraio 2018 e sono parte del Piano nazionale per la prevenzione della radicalizzazione (PNPR).

La scorsa primavera, il presidente francese Emmanuel Macron ha promesso di affrontare il crescente problema dell’Islam politico e comunitarismo.

“La laicità è la possibilità di credere in Dio o non credere in Lui … di non imporre alla società una religione o sminuire le regole della Repubblica. Quando si parla di laicità, in realtà non parliamo di laicità, parliamo del comunitarismo che ha sposato in alcuni ambienti, un Islam politico che vuole separarsi dalla nostra Repubblica “, ha detto Macron.

La radicalizzazione è diventato così diffusa in Francia, che il protocollo è stato messo in atto in modo che i dipendenti pubblici possano avvertire adeguatamente i loro superiori di colleghi potenzialmente radicalizzati.

Nel mese di ottobre, il governo francese ha annunciato che 27 agenti di polizia della prefettura di Parigi e dozzine di insegnati della scuola pubblica di tutto il paese sono stati segnalati per la loro radicalizzazione islamica.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » dom dic 08, 2019 9:35 am

I deliri di Usman Khan, l'aspirante martire: «Hitler uno di noi, odiava gli ebrei»
Cristina Marconi
1 dicembre 2019

https://www.ilgazzettino.it/esteri/lond ... xFwqhQIXWo


Ai giudici che lo condannarono nel 2012, la pericolosità di Usman Khan era apparsa in modo evidente. Non solo all'epoca il ragazzo, appena ventunenne, era già parte di una cellula di nove persone, i «nove leoni», con una lista di obiettivi lunga e variegata, dalla creazione di una madrassa in Kashmir per addestrare terroristi da finanziarsi con i sussidi di disoccupazione britannici all'uccisione dell'allora sindaco di Londra Boris Johnson, di cui avevano l'indirizzo personale, ma in questa distinta comitiva Khan era subito apparso come uno degli elementi più aggressivi e ambiziosi. Tanto che il giudice non vedeva di buon occhio una sua possibile uscita dal carcere.

IL PERICOLO
«A mio giudizio, questi criminali rimarrebbero, anche dopo un periodo lungo di detenzione, un tale pericolo che il pubblico non può essere adeguatamente protetto qualora gli dovesse essere data una licenza nella comunità, soggetta a condizioni, con riferimento a una data prestabilita di rilascio», aveva scritto, aggiungendo che «la sicurezza del pubblico rispetto a questi criminali può essere protetta adeguatamente solo se la loro uscita su licenza è decisa, al massimo, alla fine del periodo minimo che stabilisco oggi». Ossia otto dei sedici anni di condanna. E invece nel dicembre del 2018 è uscito, grazie a un appello del 2013 in cui l'avvocato cercò di insistere sulla natura velleitaria e giovanilistica delle attività di Khan.

A PIEDE LIBERO
E quindi l'attentatore di London Bridge, uno che aveva progettato di far saltare in aria il London Stock Exchange mettendo una bomba nei bagni e che sognava attentati su larga scala sul modello di quelli a Mumbai, poteva girare a piede libero, ma con l'obbligo di portare una cavigliera elettronica per essere controllato. Sebbene anche un altro dei «nove leoni», appena uscito dal carcere fosse stato subito ripescato a ordire trame terroristiche, a riprova che il programma di deradicalizzazione non aveva funzionato. Quello seguito da Usman Khan si intitolava «desistenza e disimpegno» - in una lettera alle autorità chiedeva aiuto per diventare «un buon cittadino britannico» - ma poco aveva potuto contro l'influenza del noto imam radicale Anjem Choudary, a cui il ventottenne era vicino da anni tanto da avere il suo numero di cellulare ai tempi dell'arresto.

IL PROSELITISMO
A Stoke-on-Trent, dove era nato, faceva proselitismo per al-Muhajiroun, il gruppo ispirato ad al Qaeda e vicino a Choudary da cui, negli anni, sono arrivate varie persone che hanno compiuto attacchi nel Regno Unito, tra cui gli attentatori del 7 luglio del 2005. Nel 2008, in un'intervista alla BBC, il giovanissimo Usman, con una kefiah in testa, rassicurava il pubblico: «Sono nato e cresciuto in Inghilterra», «la comunità mi conosce», «non sono un terrorista». Dalle intercettazioni nella casa di Usman erano emersi elogi a Adolf Hitler, considerato dalla stessa parte dei musulmani per il suo odio antisemita.

L'IDEOLOGIA RADICALE
I «nove leoni» non volevano però fermarsi agli insegnamenti del loro maestro, che nel frattempo nell'ottobre scorso è uscito dal carcere dopo una condanna a cinque anni e sei mesi per aver incoraggiato musulmani a unirsi ai ranghi di Isis. Ritenevano al-Muhajiroun poco radicale, non abbastanza estremista. E avevano scelto la strada della violenza rispetto a quella dell'ideologia radicale. Dopo il fallimento dei grandi piani del decennio passato - assassinii mirati, bombe, progetti all'estero - la parabola nera di Usman è finita con un piano omicida di piccolo cabotaggio e facile organizzazione: due coltelli e una cintura esplosiva finta indossata, forse, per assicurarsi il martirio per mano degli agenti britannici.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

Messaggioda Berto » dom dic 08, 2019 9:36 am

Contro il terrorismo islamico servono leggi ad hoc, non corsi di recupero
Franco Londei·Editoriali·Dicembre 1, 2019·

https://www.rightsreporter.org/contro-i ... 5XBZWgMqGY

Il terrorista islamico che l’altro ieri a Londra ha ucciso due persone e ne ha ferite diverse altre, era stato scarcerato da qualche mese e posto agli arresti domiciliari dopo che nel 2012 era stato condannato e incarcerato per reati connessi al terrorismo islamico legato ad Al Qaeda.

Usman Khan, questo era il suo nome, aveva 28 anni ed era quindi perfettamente noto sia alla polizia che ai servizi segreti inglesi, non era quindi uno sconosciuto. Eppure è riuscito ad uccidere.

Famiglia originaria del Kashmir, Usman Khan era cittadino britannico a tutti gli effetti.

Questo pone più di qualche quesito sia sulla facilità con cui si concede la cittadinanza che, soprattutto, sul trattamento giudiziario riservato ai terroristi islamici equiparato alla legislazione corrente che non prevede per questo tipo di reato una diversa legislazione ad hoc.

Sulla concessione della cittadinanza, anche se diversa per ogni Stato, è difficile intervenire in maniera selettiva. Si rischierebbe infatti di creare una forma di discrimine su base religiosa del tutto intollerabile.

Diverso è invece il discorso sul reato di terrorismo islamico. Su questo si può e si deve agire separandolo in modo netto persino dalle leggi speciali sul terrorismo che sia in Gran Bretagna che nel resto dell’Europa esistono già.

Il terrorista islamico non può essere equiparato ad un terrorista politico. Il terrorista islamico non si pente, anzi, una volta imprigionato tende a radicalizzarsi ancora di più.

Il terrorista islamico è convinto di avere una missione divina per la quale è pronto anche a morire. Non è recuperabile, non puoi metterlo in libertà vigilata e costringerlo a frequentare “corsi di recupero”, come è stato fatto con Usman Khan, credendo di poterlo reinserire nella società.

Quando lo hanno messo in libertà (vigilata) cosa pensavano? Che non credesse più nell’islam radicale? Che in carcere si fosse ravveduto?

E questo crea un nuovo problema: esiste da qualche parte il reato di terrorismo islamico? Non conosco tutte le legislazioni europee ma ad occhio credo che non esista da nessuna parte.

Ora, con l’ISIS in rotta, da mesi si lanciano allarmi sul possibile rientro di migliaia di foreign fighter dalla Siria e dall’Iraq e sul pericolo che rappresentano. Cosa pensano di fare i governi europei con questi estremisti? Pensano forse di convincerli a lasciare l’estremismo islamico? Pensano di trasformarli in “moderati”, ammesso che esista un Islam moderato? Pensano di fargli fare dei corsi di recupero?

Non sarebbe forse il caso di pensare a delle leggi speciali contro il terrorismo islamico? D’altra parte legiferare per specifici pericoli non è una novità. In Italia il terrorismo politico e la mafia si combattono con leggi ad hoc. In Gran Bretagna il terrorismo nord-irlandese venne combattuto con leggi speciali. Non sarebbe quindi il caso di pensare anche nel caso del terrorismo islamico a leggi specifiche?

Non facciamoci ingannare dal periodo di relativa calma vissuto negli ultimi mesi in Europa. Non facciamoci ingannare dalla sconfitta dell’ISIS o dalla apparente inattività di Al Qaeda. Ad un terrorista islamico basta un coltello da cucina per fare una strage e chissà quanti sono i “lupi solitari” pronti ad agire. Chissà quante sono le cellule organizzate ancora attive.

Il terrorismo islamico è un pericolo specifico che si differenzia completamente da qualsiasi altro pericolo. Non puoi pensare di combatterlo con corsi di recupero o con scarcerazioni premio.



Alberto Pento

... Sulla concessione della cittadinanza, anche se diversa per ogni Stato, è difficile intervenire in maniera selettiva. Si rischierebbe infatti di creare una forma di discrimine su base religiosa del tutto intollerabile. ...
Basta considerare l'Islam non solo una religione (che si occupa dello spirito e dell'aldilà) ma anche una ideologia politica (che si occupa dell'aldiqua ispirata dall'ideologia o teologia religiosa) e come tale corrispondente al nazzismo maomettano e pertanto pericolosa e in contrasto co le costituzioni liberali e repubblicane e con i diritti umani universali.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Islam

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron