L'Iran chiude al dialogo con Trump: «Ritardato mentale». Ira della Casa Bianca
25 giugno 2019
https://www.ilmessaggero.it/mondo/iran_ ... 79931.html
È sempre più duro lo scontro verbale tra Iran e Stati Uniti. All'indomani delle nuove sanzioni americane che hanno preso di mira anche la Guida suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, arriva la secca replica di Teheran, che dopo queste misure «oltraggiose e stupide» dichiara «chiusa in modo permanente la via della diplomazia con l'amministrazione Trump». Alla Casa Bianca, ha detto il presidente Hassan Rohani in diretta tv, sono «affetti da ritardo mentale», usando un'espressione già rivolta in passato contro Trump proprio da Khamenei. «Ogni attacco dall' Iran all'America provocherà il suo annientamento», ha risposto durissimo via Twitter il presidente americano, definendo «ignoranti e offensive» le dichiarazioni di Rohani.
Parole «immature e infantili» anche per il segretario di Stato Mike Pompeo, che ribadisce al contempo la «fermezza» di Washington. Ai faccia a faccia al G20 di Osaka sulla crisi nel Golfo, tra cui quello probabile di Trump con Vladimir Putin, si arriva quindi con la tensione alle stelle. Un monito agli Usa è arrivato proprio da Mosca, che ha definito le nuove sanzioni «sconsiderate» e «destabilizzanti». E anche la Cina sollecita «calma e moderazione», avvisando Washington che «applicare ciecamente la massima pressione non aiuterà a risolvere il problema». La replica iraniana alle nuove sanzioni rivela la crescente diffidenza verso i continui cambi di tono della Casa Bianca. «Non sanno cosa devono fare», è l'accusa di Rohani. «Mentre fate appelli ai negoziati, cercate di sanzionare il ministro degli Esteri? È evidente che state mentendo», ha detto ai vertici americani riguardo alle sanzioni annunciate contro il capo della diplomazia Mohammad Javad Zarif, architetto dell'intesa sul nucleare. Ma i dirigenti iraniani, ha aggiunto, «non sono come quelli degli altri Paesi che hanno miliardi sui conti all'estero» da poter «sanzionare, sequestrare o bloccare».
Sanzioni di Trump all'Iran, Teheran: «Chiusa definitivamente la via diplomatica»
E a Teheran si ironizza in queste ore anche su una gaffe di Trump, che annunciando le sanzioni ha confuso gli ayatollah, attribuendole verbalmente al fondatore della Repubblica islamica Ruhollah Khomeini, morto trent'anni fa, anziché al suo successore Khamenei. Non sembra dunque esserci spazio per il dialogo, nonostante il falco John Bolton, consigliere per la Sicurezza Nazionale, abbia giurato da Gerusalemme che gli Usa restano disponibili ai negoziati e Teheran deve solo «varcare quella porta aperta». Ma subito dopo ha avvisato che «tutte le opzioni restano sul tavolo» se riprenderà ad arricchire l'uranio, come ha minacciato di fare dopo il 7 luglio se i suoi partner europei non agiranno contro «il terrorismo economico degli Usa».
Petrolio in calo dopo annuncio Trump nuove sanzioni a Iran
D'altronde Trump ha ammonito di non avere bisogno del via libera del Congresso per un attacco, via libera che invece è necessario secondo la speaker della Camera Nancy Pelosi. Bolton ha partecipato a un trilaterale con gli omologhi di Israele e Russia. Le loro posizioni sulla condotta della Repubblica islamica rimangono opposte. Mosca continua anzi a sostenere l'alleato di ferro in Siria e lo difende anche sul drone americano abbattuto, sostenendo che in base alle sue indagini aveva violato il suo spazio aereo. Con il passare dei giorni, sale anche la pressione sull'Europa per salvare l'accordo sul nucleare. Il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian ha chiesto all' Iran di non abbandonarlo perché sarebbe «un grave errore», «la risposta sbagliata». Resta in ballo l'ipotesi di una missione di altro livello a Teheran di Francia, Germania e Gran Bretagna, artefici del sistema finanziario Instex per proseguire gli scambi nonostante le sanzioni. Un meccanismo annunciato quasi cinque mesi fa ma che non è mai entrato in funzione
Pino Arlacchi - Trump e l'Iran le prossime mosse
L'antidiplomatico
di Pino Arlacchi (l'antiamericano)
25/06/2019
https://www.lantidiplomatico.it/dettnew ... e/82_29134
Senza saperlo (dati i noti limiti della parte più alta del suo corpo), nei confronti dell’ Iran Trump si muove in perfetta sintonia con la logica dell’ estorsione mafiosa che ha mosso il potere americano negli ultimi decenni: creare un pericolo e poi offrire protezione contro di esso.
In uno dei suoi tweet, Trump ha scritto: «La richiesta degli USA all’ Iran è molto semplice: niente armi nucleari e niente ulteriore sostegno al terrorismo».
E questo dopo essere stato lui a 1) spingere l’ Iran verso il programma atomico stracciando l’ accordo concluso da Obama nel 2015 che toglieva di mezzo il pericolo e reintegrava l’ Iran nell’ economia mondiale; 2) infliggere sanzioni volte non a far cambiare rotta al governo ma a distruggere l’ economia di un altro paese; 3) inviare portaerei e bombardieri B-52 nel Golfo Persico; 4) dichiarare il Corpo delle guardie rivoluzionarie, cioè il cuore della forza armata iraniana, una organizzazione terroristica; 5) minacciare un giorno sì e l’ altro pure di radere al suolo il paese.
Nel momento in cui l’ Iran abbatte un drone spia USA che aveva molto probabilmente violato il suo spazio aereo, allora, si grida al pericolo e si minaccia la guerra. Senza rendersi conto di essersi cacciati in un vicolo cieco, perché questa volta nessuno, neppure gli alleati europei ed asiatici più stretti, dichiara di aver bisogno della protezione da un pericolo chiaramente prodotto dallo stesso protettore.
Il resto del mondo sta a guardare incredulo quanto accade in una Casa Bianca dove un Presidente semi-psicopatico, dopo essersi circondato di collaboratori interamente psicopatici, li smentisce all’ ultimo minuto perché in un lampo di lucidità si accorge che un raid militare che sta per partire potrebbe rovinare la sua presidenza e costargli la rielezione.
Visto che solo il 5% degli americani vuole una guerra contro l’ Iran, il Congresso è contrario, e perfino il Pentagono si è pronunciato negativamente.
Con il suo ordine di fermare l’ attacco missilistico all’ Iran, Trump ha segnalato che vuole una pausa nel confronto con quel paese. Ma questo confronto è ormai una guerra ibrida, arrivata al punto che una delle parti deve fare un credibile passo indietro se non si vuole arrivare alla guerra convenzionale.
Ma lo vedete voi l’ Iran di Khamenei, dei Pasdaran e degli Ayatollah, tornati in grande spolvero grazie a Bolton e Pompeo, compiere una retromarcia effettiva?
Per loro, il fatto di avere detto che non vogliono alcuna guerra, di non avere minacciato di rompere ciò che resta del patto atomico, e il fatto di essersi astenuti dall’ abbattere un altro aereo spia americano con 35 persone a bordo, significa aver raggiunto il massimo limite.
La palla, perciò, è nel campo di Trump. C’è chi gli suggerisce di fare qualche vero gesto di pace, come esentare Cina, India, Turchia e ogni altro acquirente dalle sanzioni contro i compratori del petrolio iraniano, ed invitare i leader iraniani ad incontrarsi in un luogo neutrale. Oltre che licenziare Bolton e Pompeo.
Dopotutto Trump ha già chiesto più volte, anche se con toni e termini poco accettabili, di discutere faccia a faccia con gli iraniani del suo accordo nucleare, ovviamente più vincolante di quello di Obama, da presentare all’ elettorato come il maggiore risultato della sua presidenza.
Si tratta di un’eventualità che è possibile, certo. Ma non so dire quanto sia probabile.