Basta finanziare il terrorismo nazi maomettano palestinese

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Messaggioda Berto » mer feb 17, 2016 4:07 pm

Angela Merkel frena sul riconoscimento di uno Stato palestinese
17 febbraio 2016
Mario Del Monte

http://www.progettodreyfus.com/angela-m ... alestinese

La Cancelliera tedesca Angela Merkel condivide il pensiero di Netanyahu sulla momentanea impossibilità a fare grandi passi avanti verso la creazione di uno Stato palestinese. Lo ha dichiarato in una conferenza stampa congiunta con il Primo Ministro israeliano che ha avuto luogo ieri a Berlino. Un vero e proprio assist a Bibi che ha definito "bizzarra" la recente proposta francese di istituire un'apposita conferenza di pace e, nel caso in cui questa fallisse, di un diretto riconoscimento della Palestina da parte del governo di Parigi.

"L'Unione Europea, e la Germania come Stato Membro, cercano di vedere le cose in maniera realistica" ha dichiarato Angela Merkel, "riconosciamo la minaccia terroristica con cui Israele deve confrontarsi. Crediamo però che bisogna promuovere la pacifica coesistenza basata sui due Stati per due popoli". La Merkel ha comunicato di aver discusso con Netanyahu dei prossimi possibili passi da intraprendere riconoscendo che "non è il momento adatto per grandi cambiamenti" sebbene sia possibile "migliorare le cose in alcune aree in particolare sotto il profilo economico".

Netanyahu ha accolto positivamente i commenti della Merkel ed ha evidenziato che negli ultimi tempi gli stessi concetti sono stati espressi dal Presidente americano Barack Obama e dal leader dell'opposizione israeliana Isaac Herzog. Per quanto riguarda la proposta francese Netanyahu ha detto di ritenerla bizzarra perché non considerando le legittime richieste di sicurezza dello Stato Ebraico è destinata a fallire e perciò a condurre direttamente al riconoscimento ufficiale. "Così i palestinesi sapranno che le loro condizioni saranno accettate a priori e non dovranno scendere a compromessi su nulla" è stato il giudizio del Primo Ministro israeliano che ha ribadito la necessità di negoziati bilaterali senza precondizioni, l'unica strada per un negoziato credibile.

Il piano francese, presentato poche ore prima dall'ambasciatore francese Patrick Maisonnave, prevede una conferenza di pace a Parigi durante l'estate che sarà preceduta da un'ulteriore incontro fra i rappresentanti di un gruppo di supporto internazionale a cui sarà vietata la partecipazione sia alla delegazione israeliana che a quella palestinese. Pierre Vimont si occuperà della vicenda e nei prossimi giorni saranno organizzati incontri con il governo israeliano per trovare un compromesso.

Riguardo ai rapporti con l'Unione Europea Netanyahu ha specificato che per riprendere discorsi costruttivi "Israele deve essere trattato equamente". "Non siamo il problema del Medio Oriente ma parte della soluzione. Senza Israele il Medio Oriente sarebbe inondato di estremisti islamici radicali che potrebbero poi puntare all'Europa. Siamo lo scudo della civiltà Occidentale proprio nel cuore del Medio Oriente" sono state le parole del Primo Ministro israeliano al riguardo.

Infine Angela Merkel ha dichiarato che la Germania non normalizzerà i rapporti con l'Iran a meno che la Repubblica Islamica non riconosca Israele. Ora che le sanzioni economiche imposte al regime degli ayatollah sono state rimosse molti paesi Occidentali si apprestano a chiudere con l'Iran contratti multi-miliardari. Allo stesso tempo la donna più potente d'Europa, andando contro gli interessi del suo paese, vincola la normalizzazione dei rapporti fra Germania e Iran al riconoscimento d'Israele da parte del suon nemico esistenziale. Un gesto che riempie di significato la frase "Israele, l'Europa e la Germania stanno affrontando le stesse sfide e dobbiamo discutere insieme come combattere fermare la minaccia terroristica" pronunciata dalla Merkel durante la conferenza stampa congiunta.
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Messaggioda Berto » mer feb 17, 2016 4:09 pm

INTERVISTA A RUTH DUREGHELLO: "PROF NEGAZIONISTA SEGNALE PREOCCUPANTE, GIUSTO ESCLUDERLO"
di Alessandro Capponi

https://www.facebook.com/corrieredellasera

«Bene, è un segnale importante: non per la comunità ebraica ma per tutta la società». Ruth Dureghello, il presidente della comunità ebraica di Roma, accoglie con sollievo la notizia dell’esclusione dalle cosiddette «comunarie M5S» di Antonio Caracciolo, il ricercatore di Filosofia del diritto della Sapienza che nel 2009 definì la Shoah «una leggenda» prima di finire davanti al Consiglio universitario nazionale per un procedimento disciplinare. Nel presentare la candidatura, l’altro giorno, ha detto di «essere stato prosciolto con formula piena»: evidentemente, non gli è bastato. «La libertà di opinione è importante - hanno spiegato dal M5S - ma ci sono drammi nella nostra storia su cui non si possono avere dubbi. L’olocausto è uno di questi».

Ruth Dureghello, ma la scelta non è tardiva? Fino a metà giornata di oggi, quindi, il Movimento cinque stelle non sapeva chi fossero i candidati?

«Possiamo anche ammettere che non lo sapessero fino a oggi... Ciò che è certo è che i giornali prima e i social dopo, da Facebook a Twitter, ne hanno parlato moltissimo: ecco, diciamo che le nuove tecnologie hanno fatto ricordare ai vertici del movimento chi fosse questo signore...».


L’Orientale di Napoli: un breve sguardo al cuore del boicottaggio anti-israeliano in Italia
17 febbraio 2016
Gabriele Zweilawyer

http://www.progettodreyfus.com/oriental ... -in-italia

Il recente boicottaggio accademico nei confronti degli istituti universitari israeliani ha raccolto circa trecento consensi. A prescindere dall'indegna barbarie culturale che è alla base di iniziative del genere, in questa sede mi preme sottolineare la massiccia partecipazione di professori, ricercatori e dottorandi provenienti dall'Università L'Orientale di Napoli.

In altre occasioni diversi accademici di questo ateneo avevano deciso di mostrarsi apertamente anti-israeliani e filoislamici. Sono passati alcuni anni, ma ricordo bene l'occupazione de L'Orientale in segno di solidarietà alla Freedom Flotilla, poi dimostratasi essere un covo di terroristi e sostenitori del terrorismo; è inoltre ancora disponibile su Youtube un video del 2011, dove centinaia di studenti del medesimo ateneo esplodono al grido "Palestina Libera. Palestina rossa".

Fino a pochi giorni fa, lo stesso sito dell'università presentava una pagina dedicata al BDS, il movimento creato dal cittadino del Qatar Omar Barghouti che ha, come fine ultimo, l'annientamento di Israele tramite la distruzione del suo sistema economico.

Nonostante la pagina sia stata chiusa in seguito alle proteste piovute da ogni angolo del paese, i boicottatori hanno continuato a lavorare indisturbati.

Molti dei firmatari del boicottaggio accademico de L'Orientale (ben venticinque in tutto) sono passati per gli insegnamenti del professore inglese Iain Chambers, fondatore del Centro per gli Studi Postcoloniali. Da storico, non posso fare a meno di sottolineare come questi studi siano pesantemente politicizzati e volti a far apparire la civiltà occidentale come una fucina di carnefici e conquistatori cui si contrappone, come insegna il mito del buon selvaggio, la bontà e ingenuità delle culture extraeuropee. D'altronde, Chambers proviene alla scuola di Stuart McPhail Hall, il sociologo anglo-giamaicano (di formazione marxista) che diede vita ai controversi Cultural Studies presso l'Università di Birmingham nel 1964. Insomma, poca storia e molta politica.

Adottando una contestualizzazione del genere, e privilegiando le opinioni politiche rispetto agli eventi storici, Chambers insegna che il Sionismo è un movimento colonialista basato sulla violenza, e non, come la storia ha dimostrato, un movimento volto stabilire uno stato ebraico, pacifico e democratico, nella zona in cui prosperò il Regno di Giuda. Fermo sostenitore del BDS fin dalla sua fondazione, Chambers è stato anche relatore nelle campagne anti-israeliane dell'International Solidarety Movement (ISM). Il movimento è stato accusato più volte di essere legato al terrorismo di Hamas, specie in seguito all'arresto, nel 2003, del jihadista Shadi Sukiya, trovato nascosto nell'ufficio dell'ISM di Jenin e aiutato da due attivisti dell'ISM, e all'incarcerazione negli USA (2008), del membro dell'ISM Richard David Hupper, che aveva consegnato $20,000 ad Hamas mentre lavorava in Israele per l'ISM.

Una review dell'intera, e storicamente poco consistente, bibliografia di Chambers potrebbe aiutare a comprendere quali siano le sue convinzioni politiche e sociali, ma qui devo limitarmi a una sua opera abbastanza recente: Mediterranean Crossings: The Politics of an Interrupted Modernity, del 2008.

Come scritto in un'autorevole recensione di The American Historical Review, si tratta di un libro che meriterebbe la derisione ("easy to mock") di ogni storico, e che "è retto da una fastidiosa infrastruttura di opinioni politiche". Nelle pagine dedicate a Israele, "Quello che si sta facendo in Israele oggi con grande violenza, nell'inquietante anacronismo di voler realizzare la promessa redentoria di uno stato etnico esclusivo (se non proprio la purezza assoluta desiderata dai fondamentalisti di Heretz Israel) dello stato religioso della Medinat Halakah, è anche un ulteriore, contorto, capitolo della storia coloniale, comprensiva di segregazione razziale, coloni, incidenti di frontiera." Agli europei va ancora peggio, tanto che li etichetta solo con aggettivi o epiteti negativi. Leggendo il testo, si scopre che gli unici occidentali a meritare una menzione positiva sono, in pratica, i componenti del gruppo 99 Posse (!).

Si dice che la mela non cada mai troppo lontana dall'albero; un motto particolarmente adatto agli studenti di Chambers, ma anche ad alcuni professori che cercano di tenere il passo dell'inglese.

Fra i firmatari del boicottaggio troviamo infatti la Prof.ssa Silvana Carotenuto, Presidente del Centro per gli Studi Postcoloniali dal 2009 al 2012. Nel 2010 firma (assieme a una ventina di altri accademici de L’Orientale) la Lettera aperta alla comunità accademica sul divieto di ingresso in Palestina notificato a Noam Chomsky, in cui si legge: “Ma il divieto di ingresso a Chomsky palesa come la figura del censore si addica alla perfezione allo stato israeliano. “Israele stesso è uno dei più prolifici "boicottatori" del mondo”, avendo “imposto un boicottaggio culturale, accademico, politico, economico e militare sui territori occupati.”

In prima fila contro Israele c'è anche la Prof.ssa Tiziana Terranova (Sociologia delle Comunicazioni), che nel 2009 aveva partecipato a una conferenza Pro-Palestina (parlando di una fantomatica Architettura dell’Occupazione), firmato per il boicottaggio accademico di Israele anche nel 2010 e, soprattutto, appoggiato la grottesca richiesta (2012) volta ad annullare la sezione del Teatro Napoli Festival dedicata a Israele. Quest'ultimo appello non menzionava mai il terrorismo islamico, Hamas o Hezbollah, ma chiariva la posizione dei firmatari su chi fosse il vero responsabile dei problemi mediorientali:

"Sta come sempre alla società civile, agli intellettuali, alla sensibilità di chi non vuole dimenticare la resistenza palestinese fare qualcosa, non semplicemente proponendo spazi eguali per la Palestina, ma finalmente boicottando iniziative come questa, che avallano l’idea di Israele come di uno Stato “normale” quando in realtà le sue politiche stanno sistematicamente distruggendo ogni aspirazione alla pace in Medio Oriente. "

Un'altra Professoressa che ha dato il suo consenso alla campagna per la distruzione economica di Israele è Daniela Pioppi, insegnante di Storia Islamica. Ospite di Unomattina all'indomani della strage di Charlie Hebdo, pronunciò una frase discutibile: “il terrorismo non è una causa della violenza, ma una conseguenza della violenza”, e l'inaccettabile: “un atteggiamento islamofobico può essere razzista e nazista come l’ideologia proposta dai terroristi”. Sarebbe interessante chiedere alla Pioppi come l'islamofobia possa essere paragonata a una raffica di ak-47 nella schiena, ma forse scrivere per Al-Jazeera le fa vedere le cose in modo differente dal resto delle persone. Anche quando parla del conflitto israelo-palestinese, la Pioppi attribuisce tutte le responsabilità a Israele, sintetizzando così la "questione Gaza": "... Striscia di Gaza, ormai trasformata in una prigione a cielo aperto, dove i continui attacchi Israeliani hanno provocato un crescente numero di morti e la privazione di beni essenziali(cibo, acqua, elettricità)".

Affermazioni che non devono meravigliare, poiché anche dottorandi, studenti e ricercatori passati o influenzati dal Centro per gli Studi Postcoloniali propongono idee simili. Raffaele Urselli, dottorando in Africanistica, scrive abitualmente per il portale comunista Dazeba News e, ad esempio, ha difinito così i tunnel dei terroristi islamici: “Lungo la linea di confine egiziano-palestinese, il noto groviglio di tunnel e canals sotterranei permette alla popolazione di Gaza di sopravvivere a stento allo stringente assedio militare e al blocco totale dei generi di prima necessità. La chiusura del “Tunnel della sopravvivenza” interromperà l’unico rifornimento possibile per i palestinesi, di carburante e generi alimentari". Un suo articolo del 1° aprile 2011 titolava addirittura: "Palestina, tra raid e assedi mentre Israele approva leggi razziste"

Urselli parlava inoltre in termini entusiastici anche della fallimentare primavera araba, scrivendo: “L’instabilità politica dell’Egitto e la minaccia dei “Fratelli musulmani” preoccupa enormemente Israele (cui non interessa la dimensione popolare e democratica della protesta che sta abbattendo i sultanati filo-occidentali corrotti e dispotici)”, e anche: “E’ ben noto come il vento delle rivolte nordafricane faccia paura ad Israele, che aumenta allerta e repressione anziché rallegrarsi della nuova euforia democratica di massa. Lo spirito democratico ci insegna che quando il coraggio dei molti si manifesta per decidere della sorte dei suoi governanti è un momento di festa, come le elezioni. Ma Israele ha paura perché sa bene cosa ha perso (un presidente egiziano ormai accomodante e complice), ma non sa cosà verrà. I Giovani Turchi sono una minaccia. Ma è il momento che Israele cominci a confrontarsi con una nuova consapevolezza che si fa largo tra i giovani nordafricani ed arabi”;

A firmare l'appello c'è anche un ex studente de L'Orientale, Francesco Amoruso, ora dottorando alla University of Exeter. Parliamo di uno degli otto atenei che, negli ultimi anni, sono stati destinatari di oltre 250 milioni di sterline da governanti arabi e altri governi islamici, suscitando uno scandalo. Amoruso è molto attivo nel BDS ed stato anche organizzatore, il 2-4 ottobre 2015, della Settler Colonialism in Palestine Conference, di cui ha aperto i lavori assieme a Ilan Pappè. Un anno fa si è addirittura scomodato per firmare l’appello all’Università di Sydney perché non fossero puniti i violenti contestatori pro-palestina del colonnello Richard Kemp e il suo profilo twitter trabocca di appelli al boicottaggio e affermazioni bizzarre quali "dopo le terre, Israele ruba anche il cibo palestinese."

Non è da meno la dottoranda in Studi Postcoloniali Celeste Ianniciello, che in un articolo scrive: “Palestinian homes, institutions, and libraries, looted by Israel in 1948” e “Interlacingpast and present experiences of siege and destruction(perpetuated by the United States and Israel)”. Nel 2011 firmò addirittura la richiesta di apposizione di una targa dedicata a Vittorio Arrigoni presso L'Orientale, e il suo profilo Facebook è letteralmente sommerso di propaganda a favore del BDS e pro-palestina, dove ritiene sia in corso un genocidio. Verrebbe da dire che quello israeliano è un modo davvero mediocre di attuare un genocidio, visto che i palestinesi di Gaza e West-bank sono passati da 1 milione nel 1970 a 4.1 milioni nel 2010. Quadruplicati in quaranta anni.

Firmataria e dottoranda in Studi Postcoloniali è anche Olga Solombrino, che dal 2011 al 2012 ha lavorato all'interno dell’International Relations Office di Ramallah, città gestita dall'Autorità Palestinese. E poi ci sono Sara de Simone, dottoranda in Studi Postcoloniali; Adele Del Guercio, ricercatrice di Diritto Internazionale, che aveva firmato per il BDS accademico già nel 2012 ed è attiva nel BDS campania dal 2014 ... Insomma, i nomi sono disponibili sul sito ufficiale del Boicottaggio, quindi è superfluo andare oltre.

Mi domando però, fino a che punto lo Stato Italiano possa permettersi di finanziare un'Università (quasi 100 milioni di euro ricevuti dal MIUR nel triennio 2013-2015) in cui c'è una massiccia presenza di anti-israeliani e filo-islamici, dove gli studenti vengono indottrinati politicamente con gli insegnamenti di Edward Said e altri sostenitori della sovrapponibilità della dicotomia male-bene a quella occidente-oriente, impedendo loro un'adeguata conoscenza della storia, seppellita sotto tonnellate di ideologia.

C'è stato anche un tentativo, da parte della Comunità Ebraica di Napoli, di ottenere un incontro con la rettrice de L'Orientale, Elda Morlicchio, per far comprendere alla massima carica dell'ateneo i pericoli insiti al movimento BDS e l'apprezzamento che queste campagne ricevono dai terroristi di Hamas. Purtroppo la rettrice non ha accettato, motivando il suo rifiuto prima con impegni all'estero e poi con generici "impegni".

Impegnatissima dunque, eppure era stata estremamente solerte, appena dopo gli attentati di Parigi del novembre scorso, nel dichiarare: "Ho letto in questi giorni moltissimi commenti, provenienti da vari esponenti anche dello stesso mondo islamico, che ci ricordano che questo non è Islam. Ci teniamo moltissimo a ricordarlo." E allo stesso modo, nel marzo 2015, aveva fatto passare solo poche ore prima di smentire che il manuale per affiliarsi all'ISIS redatto in italiano fosse stato scritto da uno studente algerino della sua Università.

Insomma, c’è sempre tempo per negare l’esistenza del terrorismo islamico, mentre manca quello per dichiarare, senza pericolo di fraintendimenti, che il BDS è un movimento votato alla distruzione dell’unica democrazia mediorientale.


Una cinica replica di Weimar
16 febbraio 2016
Sen. Luigi Compagna

http://www.progettodreyfus.com/una-cini ... -di-weimar

Harold James, professore a Princeton, specialista dell'integrazione europea ha scritto un saggio, "Gli ebrei europei hanno buone ragioni per essere preoccupati", che Giulio Meotti segnalava su "Il Foglio" del 13 febbraio scorso. James si concentra su Weimar. Ma più che su quella sfortunata "società permissiva", il discorso sembra volgersi all'Unione Europea dei nostri giorni.

Come allora, secondo James, "oggi l'establishment cerca di rassicurare gli ebrei con argomenti simili a quelli del 1933. Le istituzioni politiche di Weimar erano abilmente progettate per essere le più rappresentative possibile. La maggior parte dei tedeschi vedeva la loro società come straordinariamente tollerante. E gli ebrei tedeschi vivevano in una società inclusiva".

Weimar lo era e intendeva esserlo davvero. In pochissimo tempo però tutto cambiò: divenne cancelliere l'autore del Mein Kampf e al fratello di Amoz Oz, accademico tedesco che amava la Germania come propria irrinunciabile patria, parve giusto e lecito rifiutare la sollecitazione familiare ad andarsene. Dall'aprile del 1933 era stato teorizzato un "boicottaggio degli ebrei" di cui era però più che comprensibile al momento rifiutarsi di comprenderne quali implicazioni e quali tragedie ne sarebbero scaturite.

L'Unione Europea, che alla marchiatura dei prodotti israeliani è pervenuta mesi addietro con tanta disinvoltura, sembra prestarsi ad una sorta di cinica replica di Weimar. Magari senza accorgersene, avvinghiata ad un rispettabile sogno costituzionale slegato dalla realtà quotidiana. Alla marchiatura dei prodotti israeliani (dell'Unione Europea, non a Weimar) è seguita una indignazione davvero troppo flebile: quasi che questioni di principio possano essere solo quelle di bilanci e flessibilità nazionali; quasi che di "boicottaggio degli ebrei" nessuno realmente abbia intenzione; quasi che tanto anti-semitismo (islamico soprattutto, ma non solo) non sia di nuovo tornato ad abitare in Europa!




ANTISEMITISMO: PG CASSAZIONE,CONFERMARE CONDANNE STORMFRONT'

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfus

(ANSA) - ROMA, 16 FEB - Il Sostituto procuratore generale della Cassazione Antonio Gialanella ha chiesto - ai giudici della Prima sezione penale della Suprema Corte - di confermare le condanne ai quattro promotori del forum 'Stormfront' dove propagavano sul web l'ideologia neonazista e incitavano all'antisemitismo, all'odio etnico e razziale. In Cassazione hanno confermato la costituzione di parte civile i legali della
Comunità ebraica, del Ministero dell'Interno e dello scrittore Roberto Saviano. I supremi giudici - presieduti da Maria Cristina Siotto - dovranno decidere, tra stasera e domani, se confermare o meno il verdetto emesso dalla Corte di Appello di Roma, il 13 febbraio del 2014, che aveva ridotto le pene per l'ideologo del gruppo Daniele Scarpino portandola da tre a due anni e sei mesi, e per Diego Masi (aveva due anni e sei mesi), Mirko Viola (aveva due anni e otto mesi) e Luca Ciampaglia (due anni e sei mesi), tutti condannati a due anni e due mesi.
I quattro imputati sono accusati di essersi associati in quanto «accomunati da una vocazione ideologica d'estrema destra nazionalsocialista» al fine «di commettere più delitti di diffusione d'idee online e tramite volantinaggio, fondati sulla superiorità della razza bianca, sull'odio razziale, etnico e d'incitamento a commettere atti di discriminazione e di violenza per motivi razziali e etnici». Secondo l'accusa, tra il 2011 e
il 2012, sul forum 'Stormfront', attraverso l'uso di pseudonimi, avrebbero diffuso «messaggi, volantini, immagini, video e registrazioni audio, inerenti a tematiche identitarie, al negazionismo dell'olocausto e alle adozioni internazionali, caratterizzati dalla superiorità della razza bianca, dal rancore nei confronti di chi aiuta gli immigrati, dei giornalisti che criticano coloro che plaudono alle SS, degli ebrei, dei negri, dei rom, dei nomadi, degli appartenenti alle forze dell'ordine e alla magistratura, nonché degli esponenti politici di sinistra sensibili alle esigenze degli immigrati e delle persone di altre razze». (ANSA).



Il M5S sospende Caracciolo, candidato negazionista
Si era presentato per le 'comunarie' di Roma. Riceverà una lettera ufficiale
Antonio Caracciolo, aspirante sindaco a Roma per il Movimento 5 Stelle, sospeso © Ansa
17 febbraio 20-16-09

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca ... 6fc41.html

Uno degli aspiranti candidati sindaco di Roma del Movimento 5 Stelle, Antonio Caracciolo, verrà sospeso. Riceverà una comunicazione ufficiale di sospensione dalla competizione interna per le candidature pentastellate al Comune di Roma. Il motivo - viene spiegato - è "il principio secondo cui la libertà di espressione è imprescindibile ma è altrettanto inderogabile la memoria di una delle pagine più buie e drammatiche della storia dell'umanità: l'Olocausto". Poco prima, su Twitter il deputato del Pd, Andrea Romano aveva scritto: "Complimenti al M5S: a Roma (Roma!) riescono a candidare il professore Antonio Caracciolo, che definì Priebke 'una vittima di vendetta'". Aggiungendo: "Il negazionismo è la nuova frontiera grillina?".

Caracciolo, professore di filosofia del diritto all'università La Sapienza di Roma, aveva definito nel 2009 l’Olocausto una “leggenda” sulla quale esistono “solo verità ufficiali non soggette a verifica storica e contraddittorio”. Una “leggenda” usata “per colpevolizzare moralmente i popoli vinti”. Anche le camere a gas, “ammesso e non concesso che queste siano mai veramente esistite”, sono una delle tante verità “da verificare”.

In una intervista al sito Disinformazione.it, caracciolo aveva detto: "La forma di potere dominante che si spaccia per democrazia, richiede una fascia di consenso, ma anziché essere libero, questo consenso, viene prodotto e manipolato tramite i canali mediatici ed il controllo della carta stampata rigida. Abbiamo, a parole, tutti gli stessi diritti e, sempre a parole, siamo tutti uguali, ma poi, io, ho più diritti e sono più eguale di te.
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Messaggioda Berto » mer feb 17, 2016 4:44 pm

In Gran Bretagna sarà reato boicottare i prodotti israeliani
Il governo di David Cameron si prepara a mettere al bando il boicottaggio di beni e servizi di Tel Aviv. Proteste della società civile e dei laburisti: "Il governo impone le sue politiche anche agli enti locali"
Giovanni Masini - Lun, 15/02/2016

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/gra ... 24862.html

Boicottare i prodotti israeliani diventerà reato penale: lo avrebbe deciso il governo britannico, secondo le indiscrezioni che stanno trapelando in queste ore sulla stampa britannica ed israeliana.

Nel dettaglio, la discriminazione contro i prodotti di Tel Aviv sarà vietata per tutti quegli enti pubblici, gli organi amministrativi locali e perfino quelle associazioni di studenti universitari che ricevono finanziamenti pubblici. Secondo fonti governative, la scelta di non acquistare o di favorire attivamente il boicottaggio di beni e servizi israeliani potrebbe "minare le relazioni tra comunità, avvelenare e polarizzare il dibattito ed alimentare l'antisemitismo".

La campagna di boicottaggio, rivolta soprattutto contro i prodotti di aziende coinvolte nel commercio di armi, carburanti fossili e tabacco, ha conosciuto grande successo in tutta la Gran Bretagna, con adesioni che hanno avuto del clamoroso. Nel 2014, ad esempio, il consiglio comunale della città di Leicester - dove oltre il 15% della popolazione è di fede musulmana - aveva messo al bando tutti i prodotti "made in Israel".

La decisione del governo, però, ha incontrato le critiche durissime delle associazioni che aderiscono al boicottaggio e del partito laburista. Il leader dei labour, Jeremy Corbyn ha criticato la decisione di Downing Street spiegando che "i cittadini hanno il diritto di eleggere rappresentanze locali in grado di prendere decisioni autonome dalle scelte del governo centrale, comprese quelle che riguardano gli investimenti o l'acquisto di beni e servizi considerati non etici."

"Il bando che il governo di Londra si prepara ad approvare - conclude Corbyn - avrebbe messo fuori legge tutte le proteste della società civile contro il Sudafrica dell'apartheid. Il governo impone le politiche del Partito conservatore agli organi amministrativi locali."

Secondo il quotidiano londinese The Independent, l'annuncio formale della nuova misura di legge verrà ufficializzato in settimana durante la visita in Israele di Matt Hancock, ministro per il Cabinet Office di David Cameron.
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Re: Basta finansiar el terorixmo ixlamego pałestinexe antieb

Messaggioda Berto » ven feb 19, 2016 8:25 am

Un arresto e nuove prove collegano Fatah all’intifada dei coltelli. I numeri dello Shin Bet
Catturato il capo di un’organizzazione terroristica vicina ad Abu Mazen, coordinava attacchi contro gli ebrei. Quasi metà degli assalitori palestinesi ha vent’anni o meno
di Gabriele Carrer | 16 Febbraio 2016

http://www.ilfoglio.it/esteri/2016/02/1 ... e_c803.htm

Il servizio di sicurezza interno di Gerusalemme, lo Shin Bet, ha arrestato lunedì Jamal Abu Lel, il capo del gruppo terroristico palestinese Tanzim, organizzazione vicina e alleata al presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen e a Fatah e adesso accusata di aver organizzato attacchi con arma da fuoco contro ebrei e di aver finanziato il terrorismo legato alla cosiddetta intifada dei coltelli.
Jamal Abu Lel era un cittadino legale di Gerusalemme est, ma gestiva le operazioni terroristiche dal campo profughi di Qalandiya fuori Ramallah, dove si sono verificati scontri e attacchi contro la polizia. L’arresto è solo l’ultima delle prove che collegano il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen alle violenze omicide contro gli ebrei. Il mese scorso il Foglio ha rivelato come gli ufficiali della sua guardia presidenziale usino le piattaforme social per organizzare e coordinare gli attacchi con coltello, dando un nome e un volto ai principali burattinai di questa terza intifada.

Lo Shin Bet ha inoltre pubblicato nuovi dati su questa nuova ondata di violenze contro gli ebrei, che mostrano come circa la metà dei terroristi palestinesi autori di attacchi da ottobre a oggi aveva 20 anni o meno e più di uno su 10 era di sesso femminile. Gli uomini dell'intelligence hanno preso in esame 228 attacchi e tentativi di attacco verificatisi tra il 1 ottobre 2015 ed il 10 febbraio 2016, limitatamente a quelli ritenuti “significativi”. Il 37 per cento dei terroristi aveva un età compresa era tra i 16 ed i 20 anni; questi si aggiunge un ulteriore 10 per cento di attentatori minori di 16 anni. Si nota così che il 47 per cento dei terroristi è costituito da giovani di 20 anni o meno. Inoltre, un terzo degli assalitori era nella fascia di età 21-25 anni mentre un altro 10 per cento aveva 30 o più anni. Vagliando le statistiche secondo il sesso, si nota una significativa partecipazione femminile: 24 assalitori, ossia l'undici per cento del totale, era infatti di sesso femminile.

Dall'inizio di questa nuova intifada, originata dalla morte della giovane coppia Na'ama ed Eitam Henkin per mano di una cellula di cinque uomini di Hamas, sono morti almeno 30 israeliani ed oltre 170 palestinesi, la stragrande maggioranza dei quali durante attacchi o tentativi di attacco contro israeliani ed ebrei, documentano i servizi segreti. Lo Shin Bet la scorsa settimana aveva documentato 169 attacchi terroristici da parte di palestinesi contro gli israeliani nel mese di gennaio, a fronte dei 246 del mese precedente. Da settembre a novembre erano stati registrati rispettivamente 223, 620 e 326 attacchi. Tra dicembre e gennaio si è verificata una diminuzione del 32 per cento che riporta ai livelli del periodo precedente l'escalation di violenze di settembre.

Analizzando i dati secondo la logica geografica si scopre invece che circa tre quarti degli attacchi (174) sono avvenuti in Cisgiordania, dalla quale proveniva circa l'80 per cento degli assalitori. Le principali fucine di terroristi sono state la regione di Hebron e Yattir (il 40 per cento proveniva da quell'area) e di Ramallah e Binyamin (circa il 25 per cento). 36 assalitori provenivano dalla capitale Gerusalemme, presa di mira dal 16 per cento degli attacchi. Le violenze entro la Linea verde hanno invece riguardano il 10 per cento del totale: 21 terroristi si trovavano all'interno illegalmente, mentre solo due erano in Israele legalmente. Uno di questi era un rifugiato sudanese residente ad Ashkelon e, secondo quanto riferito dal rappresentante della comunità sudanese Kamel Hassan, aveva problemi mentali.

Oltre all’arresto di Jamal Abu Lel, lunedì inoltre sono emerse nuove prove che collegano Fatah all’intifada dei coltelli. Sono particolari di primo piano dell'attacco di domenica contro le forze di polizia alla Porta di Damasco, l'entrata della città vecchia di Gerusalemme. Uno dei due assalitori, ucciso della guardie prima che potesse seminare morte, è stato riconosciuto come un agente di polizia dell'Autorità palestinese. Omar Ahmed Amru, questo il suo nome, è stato addestrato in Giordania nel programma americano di training per il personale di sicurezza della PA. Non è che l'ultimo caso di poliziotti dell'Autorità coinvolti nell'intifada contro gli israeliani: il 31 gennaio, a Bet Eil in Samaria, Amjad Abu-Omar, ufficiale di sicurezza con un passato da guardia del corpo del procuratore generale della PA, ha aperto il fuoco contro tre agenti israeliani ferendoli dopo aver annunciato via Facebook il suo martirio: “Buongiorno, diventerà uno shahid (testimone della fede o martire, ndr) e mi unirò ad Allah e al suo messaggero Maometto. Questa è una mattina di vittoria”, scriveva.
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Messaggioda Berto » gio feb 25, 2016 7:10 pm

IL PARLAMENTO CANADESE HA APPROVATO UNA MOZIONE CHE CONDANNA FORMALMENTE IL BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro Israele).

https://www.facebook.com/noicheamiamoisraele
https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 6296833100

Il Parlamento canadese ha approvato una bozza di risoluzione che invita il governo a condannare qualsiasi tentativo da parte di individui o gruppi canadesi che promuovono il boicottaggio o le sanzioni contro Israele.

La decisione è stata approvata a larga maggioranza da 229 sostenitori, tra cui il primo ministro Justin Trudeau, contro 51 avversari.

La mozione spiega che il movimento BDS "promuove la demonizzazione e delegittimazione dello Stato di Israele". Parlando a favore della mozione la scorsa settimana, il ministro degli esteri Stephane Dion ,ha detto che "il mondo non vincerà nulla boicottando Israele, ma si privera' solo dei talenti della sua inventiva."

Grazie Canada!
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Messaggioda Berto » ven feb 26, 2016 4:44 pm

GIOVANI PALESTINESI DENUNCIANO LA CORRUZIONE DELLA DIRIGENZA PALESTINESE
In questo video tre giovani palestinesi denunciano la corruzione delle loro dirigenze, e chiedono all'Occidente di non finanziare quei governi che utilizzano cinicamente la sofferenza umana per i loro interessi.
https://www.facebook.com/60739435941801 ... 4085939706

In questo video tre giovani palestinesi denunciano la corruzione delle loro dirigenze, e chiedono all'Occidente di non finanziare quei governi che utilizzano cinicamente la sofferenza umana per i loro propri interessi.
L'Autorità Nazionale Palestinese, Hamas e altri innumerevoli enti locali hanno rubato nel corso degli anni miliardi di dollari destinati al progresso sociale.
Gli Stati Uniti, l'Europa e una lunga lista di organizzazioni per i diritti umani investono ciecamente denaro che finisce nelle tasche di leader totalmente disinteressati al benessere del loro stesso popolo.
In questo modo viene perpetrata la sofferenza della popolazione palestinese, e vengono annullati gli incentivi per la ripresa di un processo di Pace con Israele.
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Messaggioda Berto » dom feb 28, 2016 7:43 pm

Terrorista palestinese aggredisce con un’ascia civile israeliano
28 febbraio 2016 Riccardo Ghezzi
http://www.linformale.eu/terrorista-pal ... o-il-video

Venerdì scorso, presso l’insediamento israeliano di Ma’ale Adumim, un terrorista palestinese ha massacrato con un’ascia un civile israeliano che gli implorava di non ucciderlo. Il terrorista è stato fermato oggi.
La vittima lotta ancora per la sua vita.

Nel video le angoscianti immagini di Saadi Ali Abu Hammad, 21 anni, impiegato del centro commerciale, che sferra il suo attacco contro Tzvika Cohen, 48 anni, guardia giurata, padre di quattro figli.

Il video è stato diffuso oggi, dopo che le guardie di sicurezza israeliane hanno catturato l’aggressore.
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Messaggioda Berto » gio mar 03, 2016 5:50 am

Basta darghe skei a sti asasini!

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 6136377116

La Commissione Europea ha annunciato ieri l’approvazione di un nuovo pacchetto di aiuti ai palestinesi del valore di 252,5 milioni di euro. Nel comunicato la Commissione spiega che si tratta della prima parte del pacchetto 2016, di cui 170,5 milioni verranno versati direttamente all’Autorità Palestinese mentre i restanti 82 andranno all’agenzia Onu per i profughi palestinesi Unrwa. Un secondo pacchetto sarà annunciato nel corso dell’anno. A dare la notizia e' stata l'alto rappresentante UE per gli affari esteri Federica Mogherini.
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Messaggioda Berto » gio mar 03, 2016 5:56 am

ASIA/TERRA SANTA - Sempre meno cristiani nella Striscia di Gaza
lunedì, 29 febbraio 2016

http://www.fides.org/it/news/59512-ASIA ... tRQAMZ_NHw

Gaza (Agenzia Fides) - La piccola realtà cristiana della Striscia di Gaza continua ad assottigliarsi: nell'arco degli ultimi mesi, sono almeno trenta i giovani che hanno lasciato la terra in cui erano nati per emigrare, mentre nelle chiese si celebrano spesso i funerali degli anziani che terminano la loro vita terrena. Lo racconta padre Mario da Silva IVI, parroco della chiesa latina dedicata alla Sacra Famigia, in un reportage raccolto da Andres Bergamini e diffuso dai media ufficiali del Patriarcato Latino di Gerusalemme. Le partenze – viene annotato nel report – sono un sintomo che nessuno crede in un cambiamento vicino, rispetto a una condizione collettiva segnata dall’isolamento internazionale, dalla mancanza di lavoro e dalla minaccia mai sopita di nuove guerre.
I cristiani nella Striscia di Gaza sono ormai poco più di un migliaio. E la condizione in cui vivono forse li rende più pronti a riconoscere ciò che può custodire e far crescere, in ogni situazione, la speranza cristiana. Insieme al parroco, che appartiene all'Istituto del Verbo Incarnato, i ragazzi e le suore si recano periodicamente a distribuire aiuti in cibo alle famiglie più povere. Racconta suor Milagro, dopo una giornata trascorsa a offrire quel servizio di carità: “Abbiamo sentito i racconti strazianti di persone disperate e affamate: nessuno lavora, i bambini sono numerosi, spesso ci sono malati gravi che necessitano di cure. Le abitazioni sono fatiscenti perché le pareti e il tetto sono di lamiera, e senza energia elettrica. Il freddo dell’inverno penetra dappertutto”.
La parrocchia latina sta portando avanti 12 progetti per creare spazi e avviare servizi a vantaggio della popolazione. Nel salone polivalente, inaugurato prima di Natale (vedi Fides 30/11/2015), cominciano a svolgersi regolarmente anche le attività tipiche di ogni oratorio: momenti di preghiera, catechismo, giochi in comune. Mentre il parroco spera che almeno 5 ragazzi cristiani di Gaza possano partecipare insieme a Papa Francesco alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù, in programma a Cracovia per il prossimo luglio. Padre Mario da Silva si augura anche che le autorità israeliane concedano l'ingresso a Gerusalemme per i riti della prossima Pasqua anche ai giovani cristiani di Gaza della fascia di età 16-35 anni, normalmente esclusa nella concessione dei permessi. (GV) (Agenzia Fides 29/2/2016).


Strika de Gaxa (e i nasirasisti xlameghi co łi so sostenidori e conpliçi cristiani)
viewtopic.php?f=188&t=2142

Immagine
https://it.wikipedia.org/wiki/Striscia_ ... _-_ITA.svg
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Messaggioda Berto » ven mar 04, 2016 7:44 am

Pioggia di Milioni dalla UE alla Palestina. Così si finanzia il terrorismo
Mar 3, 2016
Scritto da Maurizia De Groot Vos

http://www.rightsreporter.org/pioggia-d ... terrorismo

Ieri la Commissione Europea ha autorizzato il trasferimento della prima rata di aiuti alla Palestina per un equivalente di 252,5 milioni di Euro, denaro che a detta della Mogherini andrà «a sostenere la vita quotidiana dei palestinesi in particolare nei campi della istruzione e della sanità».

Secondo il capo della diplomazia europea questo primo pacchetto di aiuti «rappresenta un notevole impulso per il miglioramento della vita dei palestinesi» il che potrebbe essere pure vero se qualcuno controllasse che veramente questo fiume di denaro a fondo perduto finisse veramente a beneficio dei palestinesi e venisse impiegato per il miglioramento della loro vita. In realtà è lo stesso discorso che alla UE fanno ogni volta che regalano soldi dei contribuenti europei ai boss mafiosi palestinesi senza che ci sia uno straccio di controllo sull’utilizzo di questi fondi. Ancora alla UE devono capire che fine abbiano fatto i miliardi di dollari donati alla Palestina e letteralmente spariti nel nulla senza che siano mai stati usati per progetti di sviluppo, che non appena possibile elargiscono di nuovo fondi a pioggia i quali come in passato finiranno per rimpinguare i conti correnti dei boss mafiosi palestinesi invece che essere impiegati in progetti umanitari o di sviluppo. Anzi, il rischio più serio e concreto è che quei soldi finiscano in parte per finanziare direttamente o indirettamente il terrorismo palestinese anche con rimborsi mensili alle famiglie dei terroristi palestinesi che compiono attentati in Israele.

Questi dubbi li avevamo già sollevati in passato con una richiesta di chiarimento inviata alla Commissione Europea la quale ci aveva risposto senza però chiarire alcuni punti fondamentali spiegandoci solo quello che già sapevamo, cioè che il denaro a supporto della Autorità Nazionale Palestinese viene veicolato attraverso PEGASE che però, a quanto sembra, non si cura di verificare il loro utilizzo. Parte di quel denaro (82 milioni di euro) andrà anche alla UNRWA in teoria per essere impiegato nel sistema scolastico palestinese il quale però è diventato letteralmente una fucina di martiri essendo impostato quasi unicamente sulla istigazione all’odio anti-ebraico/anti-israeliano basato su una massa impressionante di menzogne storiche.

Da parte europea si vuol far passare l’idea che quel fiume di denaro servirà a migliorare le condizioni dei palestinesi, a creare uno Stato palestinese e a incentivare la pace con Israele, quando invece servono all’esatto contrario, prima di tutto perché sono come sempre soldi elargiti a fondo perduto, senza cioè obbligo di restituzione, e questo spinge la leadership palestinese a guardarsi bene dal creare uno Stato indipendente che quel denaro lo dovrebbe invece restituire. In secondo luogo la mancanza totale di controllo sulla destinazione finale di quei fondi permette ai boss mafiosi palestinesi di continuare imperterriti a gestire i soldi degli aiuti a loro piacimento intascandone una buona parte e dirottando il resto al sostegno della lotta armata e non della pace con Israele.

Sostanzialmente la UE finanzia tutto meno che lo sviluppo palestinese e la pace. E’ sbagliato quindi affermare che con questa ulteriore elargizione di denaro ai boss palestinesi la UE finanzia il terrorismo e non la pace? Noi pensiamo di no e per questo sin dai prossimi giorni torneremo a chiedere conto alla Commissione Europea sull’utilizzo di quei soldi, che è denaro del contribuente europeo, chiedendo anche come mai mentre gli Stati Uniti tagliano gli aiuti ai palestinesi per l’incitamento alla violenza perpetrato dai loro leader e persino i Paesi arabi diminuiscono drasticamente gli aiuti alla Palestina, l’Unione Europea li aumenta. Qualcuno ce lo dovrà pur spiegare.



Abu Mazen incassa i soldi europei e torna a incitare alla violenza
Mar 4, 2016
Scritto da Sarah F.

http://www.rightsreporter.org/abu-mazen ... a-violenza

Dopo aver incassato una pioggia di milioni dalla miope Europa Abu Mazen torna a incitare all’odio contro Israele e a fomentare la violenza. Come sempre lo fa in maniera subdola condendo il tutto con una serie di bugie trite e ritrite che però hanno il “pregio” di far presa sulle menti deboli dei giovani palestinesi.

Parlando ieri sera alla 16esima sessione del Consiglio Rivoluzionario di Fatah, Abu Mazen ha detto che gli attacchi terroristici palestinesi contro Israele sono un «pacifico risveglio popolare» e che si tratta di «una risposta alle azioni della occupazione e alla violazione dei luoghi sacri per i musulmani e per i cristiani a Gerusalemme» rimettendo quindi sul piatto la fasulla questione religiosa ben sapendo che è l’unica in grado di far presa nelle deboli menti dei giovani palestinesi e incitarli così a compiere atti di violenza contro cittadini israeliani. Poi ha salutato con favore l’iniziativa francese che nei fatti è un ultimatum a Israele nel quale si vorrebbe imporre allo Stato Ebraico di cedere alle richieste palestinesi senza alcuna trattativa. Subito dopo Abu Mazen ha quindi “minacciato” di interrompere qualsiasi accordo con Israele fino a quando lo Stato Ebraico non cederà alle richieste palestinesi.

La massiccia iniezione di soldi dei contribuenti europei nella casse dei mafiosi palestinesi ha rinvigorito Abu Mazen tanto da fargli annunciare una iniziativa alle Nazioni Unite volta a interrompere la costruzione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania e a imporre a Israele il ritiro entro i confini del 67.

Vorremmo ora sapere cosa ne pensa di tutto questo Federica Mogherini, vorremmo sapere cosa ne pensa del cosiddetto “pacifico risveglio popolare” palestinese che produce attentati a raffica contro inermi cittadini israeliani e provoca la morte di tanti israeliani e di attentatori palestinesi, vorremmo sapere se adesso che ha elargito per l’ennesima volta una pioggia di milioni dei contribuenti europei ai mafiosi palestinesi è contenta oppure nutre qualche riserva sule vere intenzioni di Abu Mazen che non sono certo quelle di creare uno Stato palestinese. Ma purtroppo crediamo che la sig.ra Mogherini sia perfettamente cosciente della malafede di Abu Mazen e che sia solo una complice attiva del terrorismo palestinese.
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