Striscia di Gaza e i nazi razzisti islamici

Striscia di Gaza e i nazi razzisti islamici

Messaggioda Berto » gio mag 31, 2018 7:46 pm

Gaza: Israele risponde ai colpi di mortaio e bombarda Striscia
29.05.2018
Dopo l'attacco nel sud dello stato, avvenuto stamattina, l'aviazione israeliana colpisce obiettivi della Jihad islamica

http://tg.la7.it/esteri/gaza-israele-ri ... 018-128021

È una giornata di fuoco in medioriente. Per due volte sono suonate le sirene di allarme antimissile nelle comunità israeliane nel Negev, attorno alla Striscia di Gaza. Almeno 27 colpi di mortaio, sono stati sparati dall'interno della Striscia, la maggior parte sono stati intercettati dal sistema Iron Dome. Uno non intercettato è caduto nel cortile di un asilo israeliano, ma senza provocare vittime. E la risposta non si è fatta attendere: l'aviazione con la stella di davide ha colpito obiettivi della Jihad islamica all'interno dell'enclave palestinese, almeno tre basi basi, secondo quanto riferiscono testimoni.

https://www.facebook.com/ynetenglish/vi ... 9276829212



AUTOGOL: La Israeli Electric Company ha annunciato che un razzo lanciato oggi da terroristi palestinesi ha colpito un impianto israeliano che riforniva di elettricità la Striscia di Gaza meridionale. Di conseguenza, tre linee che forniscono elettricità a Gaza sono state interrotte.Secondo le stime preliminari, ci vorranno diversi giorni per riparare l'attrezzatura, al fine di ripristinare forniture regolari.Il ministro dell'Energia Yuval Steinitz ha incaricato la IEC di non mettere in pericolo i propri dipendenti e di risolvere il problema solo dopo che la situazione si sara' calmata.
Le organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza non prendono di mira solo i civili israeliani, ma stanno anche danneggiando gli abitanti di Gaza.
https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 5239623198









Questi nazi maomettani stanno facendo proprio quello che ha fatto Maometto contro ogni diversamente religioso e pensante, costringerli con le cattive a convertirsi all'Islam o andarsene lasciando tutto o combattere per la vita come sta facendo Israele o vivere come dhimmi o paria (inferiori in apartheid soggetti a sopprusi e a pogrom) o se in minoranza ad essere sterminati come è capitato e sta capitando ovunque nel mondo agli ebrei, ai cristiani, agli indù, ai taoisti, agli yazidi, ai zorooastriani e a ogni diversamente religioso e pensante della terra dove sono arrivati i mussulmani. Questo era Maometto e questo è il nazismo maomettano da 1400 anni.

Mi chiedo come facciano Papa Bergoglio e i suoi preti a considerare il criminale Maometto un santo come l'ebreo rabbino Gesù Cristo (se non di più) e il suo nazismo maomettano una religione e una politica che migliora l'umanità, che eleva lo spirito dell'uomo a Dio e che porta amore, pace e fraternità su tutta la terra.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Strika de Gaxa (e i nasirasisti xlameghi)

Messaggioda Berto » gio mag 31, 2018 7:48 pm

Discussione su facebook

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674

Rosa Kamuna
Da indipendentista nn posso che dare ragione ai palestinesi .. Per la palestina . ... Non entro nel discorso religioso xke sono solo distrazioni d massa

Gino Quarelo
I nazi maomettani palestinesi non sono indipendentisti cono solo criminali assassini che vogliono cacciare e sterminare gli ebrei e distruggere Israele. Scusami tanto ma tu non sai quello che dici.

Gino Quarelo
Un vero indipendentista che ama la libertà e i valori/i doveri/i diritti umani universali, non può che solidarizzare con gli ebrei che sono i veri indipendentisti ed il loro paese Israele che si è reso indipendente 70 anni fa.

Le vittime e gli oppressi sono gli ebrei e gli israeliani mentre i carnefici e gli oppressori sono i nazi maomettani palestinesi. Gli ebrei sono benestanti perché lavorano sodo e bene e non rubano/depredano nessuno; i nazi maomettani palestinesi invece sono poveri perché non lavorono, non si impegnano, vivono di demenziali e ingiusti sussidi/aiuti internazionali e meritano tutto il male che arriva a loro.
Anche il loro modello Maometto viveva di rapine, di raid, di scorrerie nel deserto, di omicidi e di sequestri di persona, di spogliazione e di stragi.


Ebrei, Israele, confini, legittima difesa, nazismo maomettano palestinese
viewtopic.php?f=197&t=2756

https://www.facebook.com/even.ooze/vide ... 4469227157


Rosa Kamuna
Si lo sappiamo ke gli ebrei sono sempre compatiti vittime ... Hanno pompato tutto anche nella storia ....... Peccato che son quelli che sono al comando del mondo ... Sempre le stesse lobby

Rosa Kamuna
Fanno gli indipendentisti rubando la terra agli altri ?


Gino Quarelo
Rosa Kamuna
mi dispiace doverti dire che tu sei un ignorante complottaro antisemita e antisareliano e sostenitore complice dei nazi maomettani. Letteralmente un idiota. Chi non ama o non rispetta gli ebrei e Israele non merita alcun rispetto e considerazione. Sei soltanto un fascio-comunista altro che indipendentista.
In ogni caso io che sono un indipendentista veneto non venezianista non posso costruire alcunché con gente come te che se la fa con i nazi maomettani ed è contro gli ebrei e Israele.


Rosa Kamuna
Fai i ritaglietti da iddaliano ? Ahahah ... Ho l impressione ke 6 ebreo ... Nn funziona con me la storia del musulmano o del nazi ... Funziona con gli intortati tricoloriti come te

Rosa Kamuna
Pensa al veneto che gli ebrei navigano nell oro e nn vedono d buon occhio le nuove patrie


Gli ebrei non hanno rubato la terra di nessuno!
Israele (o Palestina come hanno detto spregiativamente i romani) è la terra storica e santa degli ebrei dal almeno 3.500 anni, come il Veneto è terra storica e santa delle genti venete da almeno 3.500 anni.
La terra di Israele è stata invasa militarmente dai romani e poi dagli arabi maomettani che poi hanno cacciato e disperso, ucciso e sterminato una parte degli ebrei o giudei; ebrei che hanno sempre abitato la loro terra senza mai abbandonarla completamente e dove ritornavano ogni tanto anche gli altri per visitare parenti e i luoghi natii e santi raccontati nella tradizione culturale bibblica ebraica.
Nell'800 negli ebrei della diaspora è nata l'idea del ritorno alla loro terra madre o di Sion e così hanno incominciato a ritornare o rientrare da tutto il mondo durante il dominio ottomano e poi durante il dominio britannico del 900 e questo è stato il movimento detto sionismo.
Non è mai esistito un popolo palestinese diverso da quello ebraico; non è mai esistito un popolo palestinese arabo-maomettano avente un suo stato chiamato Palestina.
Gli ebrei tornati nella loro terra hanno occupato le terre semiaride abbandonate disabitate e senza proprietario e comperato le terre di proprietà dei maomettani disposte a vendergliele a caro prezzo.
Poi iniziò il conflitto con i nazi maomettani, vennero le guerre e l'indipendenza e Israele divenne un paradiso in terra e uno stato forte e democratico dove possono vivere e prosperare anche i non ebrei che rispettano e amano gli ebrei.

Storia di Israele di Luciano Tas: 21 domande e risposte
viewtopic.php?f=197&t=2765


Rosa Kamuna
Vai a dirlo ai palestinesi che lottano da millenni che nn esistono .. ... Cmqe x la cronaca son due razze che nn mi piacciono affatto ... T ho dato il mio giudizio in base all indipendentismo ..

Gino Quarelo
Se non fossi aidolo e veneto mi farei volentieri ebreo che per me è molto più umanamente ragionevole che essere un idolatra cristiano che adora un ebreo divinizzato o un nazi maomettano senza ragione che idolatra Allah l'idolo maomettano dell'orrore e del terrore.
I palestinesi nazi maomettani sono invasori di Israele, razzisti e assassini di ebrei e di cristiani, e non hanno alcun diritto sulla terra di Israele e su Gerusalemme.
Se c'è una razza "inculturale, ideologica, incivile e demenziale" che io disprezzo e non sopporto è quella tua e di tutti gli antisemiti e gli antisraeliani.



Israele è stato comprato, non rubato

di Daniel Pipes
25 giugno 2011

Pezzo in lingua originale inglese: Not Stealing Palestine but Purchasing Israel

http://it.danielpipes.org/9941/palestin ... acquistato

"I sionisti hanno rubato la terra dei palestinesi". È questo il mantra che l'Autorità palestinese e Hamas insegnano ai loro bambini e diffondono nei media. Quest'asserzione riveste un'enorme importanza, come spiega Palestinian Media Watch: "Presentare la creazione dello Stato [israeliano] come un atto di ladrocinio e la sua esistenza come un'ingiustizia storica funge da base per il non-riconoscimento da parte dell'Ap del diritto d'Israele ad esistere". L'accusa di furto mina altresì la posizione dello Stato ebraico a livello internazionale.

Ma quest'accusa è fondata?

No, non lo è. Paradossalmente, la costruzione di Israele è l'esempio della più tranquilla ondata di immigrazione e della più pacifica creazione dello Stato della storia. Per comprenderne il motivo, occorre vedere il sionismo nel suo contesto. In poche parole, la conquista è la norma storica. Ovunque, il potere è stabilito con l'invasione e quasi tutti gli Stati sono stati fondati a spese di un altro. Nessuno comanda a tempo indeterminato, le radici di tutti riconducono altrove.

Le tribù germaniche, le orde dell'Asia Centrale, gli zar russi e i conquistadores spagnoli e portoghesi hanno ridisegnato le carte geografiche. I greci moderni hanno un debole collegamento con i greci dell'antichità. Chi può contare il numero di volte in cui il Belgio è stato invaso? Gli Stati Uniti sono nati sconfiggendo i Nativi americani. I re hanno razziato l'Africa, gli Ariani hanno invaso l'India. In Giappone, coloro che parlavano Yamato hanno eliminato tutti i piccoli gruppi come gli Ainu.

Il Medio Oriente, grazie alla sua centralità e alla geografia, ha subito un eccessivo numero d'invasioni, tra cui quella greca, romana, araba, dei Crociati, selgiuchide, timuride, mongola e degli europei moderni. In seno alla regione, le lotte dinastiche hanno costretto lo stesso territorio a essere conquistato e riconquistato, come nel caso dell'Egitto, ad esempio.

Gerusalemme ha conosciuto numerose guerre: nel 70 d.C., l'imperatore Tito celebrò la sua vittoria sugli ebrei con la costruzione di un arco di trionfo sul quale sono rappresentati dei soldati romani che trasportano una menorah sottratta dal Monte del Tempio.
La terra su cui ora sorge Israele non ha fatto eccezione. In Jerusalem Besieged: From Ancient Canaan to Modern Israel, Eric H. Cline scrive così di Gerusalemme: "Nessun'altra città è stata più ferocemente contesa nel corso della sua storia". E avvalora quest'affermazione contando "almeno 118 differenti conflitti per e dentro Gerusalemme negli ultimi quattro millenni". Cline calcola che Gerusalemme è stata completamente distrutta almeno due volte, 23 volte assediata, 44 conquistata e 52 attaccata. L'Ap fantastica che i palestinesi di oggi discendono da un'antica tribù cananea, i Gebusiti; però, di fatto, sono nella stragrande maggioranza una progenie di invasori e di immigrati in cerca di opportunità economiche.

Ma in questo quadro di conquiste incessanti, di violenze e di sconfitte, gli sforzi sionisti di stabilire una presenza in Terra Santa fino al 1948 appaiono come sorprendentemente miti, essendo stati i sionisti più mercanti che militari. Due grandi imperi, quello ottomano e britannico, hanno governato Eretz Israel. Al contrario, i sionisti non avevano una forza militare. Non è stato loro possibile diventare uno stato a tutti gli effetti attraverso la conquista.

Piuttosto, hanno acquistato i terreni. L'obiettivo dell'impresa sionista fino al 1948 era di acquisire proprietà dunam dopo dunam, e così per le aziende agricole e le case. Il Fondo nazionale ebraico, istituito nel 1901 per acquistare terreni in Palestina onde "contribuire alla creazione di una nuova comunità di ebrei liberi impegnati in un progetto attivo e tranquillo" era l'istituzione chiave – e non l'Haganà, l'organizzazione clandestina di difesa ebraica fondata nel 1920.

I sionisti hanno focalizzato altresì l'attenzione sul risanamento di ciò che era arido e considerato inutilizzabile. Non solo hanno fatto fiorire il deserto, ma hanno bonificato le paludi e le terre incolte, depurato i canali d'acqua, imboschito le colline spoglie, rimosso le rocce e il sale dal suolo. La bonifica ebraica e le misure igieniche hanno all'improvviso ridotto il numero di decessi per malattie.

Fu solo quando la potenza mandataria britannica rinunciò alla Palestina nel 1948, cui fece subito seguito un ostinato tentativo da parte dei Paesi arabi di annientare ed espellere i sionisti, che questi ultimi impugnarono le armi per difendersi e andarono a procurarsi la terra con la conquista militare. E anche allora, come dimostra lo storico Efraim Karsh in Palestine Betrayed, la maggior parte degli arabi abbandonò le loro terre e solo pochissimi furono costretti ad andarsene.

Questa storia contraddice il racconto palestinese che "le bande sioniste rubarono la Palestina ed espulsero il suo popolo" che ha portato a una catastrofe "senza precedenti nella storia" (secondo un libro di testo dell'Ap per gli alunni di 17-18 anni) o che i sionisti "depredarono la terra palestinese e gli interessi nazionali, fondando il loro stato sulle rovine del popolo arabo palestinese" (scrive un editorialista nel foglio dell'Ap).
Le organizzazioni internazionali, gli editoriali dei quotidiani e le petizioni che circolano negli atenei reiterano questa menzogna in tutto il mondo.

Gli israeliani dovrebbero tenere la testa alta e far rilevare che la costruzione del loro Paese fu basata sul movimento più civilizzato e meno violento che abbia mai avuto qualunque popolo nella storia. Le bande non hanno rubato la Palestina: i mercanti hanno acquistato Israele.

Aggiornamento del 21 giugno 2011: Per altri punti non trattati in questo articolo, si veda il pezzo del mio blog, "Supplemento d'informazione riguardo alla questione che i sionisti hanno acquistato Israele e non hanno rubato la Palestina".

Supplemento d'informazione riguardo alla questione che i sionisti hanno acquistato Israele e non hanno rubato la Palestina
di Daniel Pipes
21 giugno 2011

http://it.danielpipes.org/blog/2011/06/ ... to-israele

Ecco alcuni punti aggiuntivi che non ho trattato nel mio articolo "La Palestina non è stata rubata, ma Israele è stato acquistato":

La giustificazione della presenza ebraica è, naturalmente, l'antico legame e l'amore per Sion, e non i recenti acquisti di terre, anche se tali acquisizioni corroborano la legittimità della migrazione verso Israele.

Oggi la "Palestina" rappresenta il Paese scevro della presenza di Israele, ma nei decenni che hanno preceduto la creazione d'Israele avvenuta nel 1948, il termine rappresentava le aspirazioni sioniste.

L'argomentazione antisionista rileva che, all'epoca del ritiro britannico nel 1948, gli ebrei possedevano solo il 6-10 per cento della superficie del paese. È vero, ma se si tolgono le terre non-coltivate e quelle del demanio pubblico la percentuale diventa molto più alta.
Il governo degli Stati Uniti si è lanciato nella conquista del territorio contro gli Indiani [d'America], ma ha egualmente acquistato porzioni importanti del suo patrimonio, specie l'Acquisto della Louisiana nel 1803 e dell'Alaska nel 1867.

Wall Street Journal ha pubblicato ieri un articolo di Warren Kozak titolato "What If Jews Had Followed the Palestinian Path?" Questo pezzo fa una considerazione simile alla mia: "È poco probabile che ci sia mai stata, dopo la Seconda guerra mondiale, una mancanza di umanità più orribile di quella riservata agli ebrei sopravvissuti. (…) Eppure, in un lasso di tempo molto breve, questa calamità epica è scomparsa tant'è che oggi poche persone si ricordano di quel periodo. Com'è potuto accadere questo in un'epoca in cui i rifugiati palestinesi continuano a essere apolidi da generazioni?"


Demetrio Serraglia
La palestina è come l'Italia uno stato inventato mai esistito.....sei un indipendentista molto confuso
Rosa Kamuna da millenni....i palestinesi esistono come denominazione dal 1964......la storia va studiata
Rosa Kamuna io sono ebreo e sono componente del Veneto Serenissimo Governo


Gino Quarelo
è necessario spiegare che il Veneto serenissimo governo di cui è membro Demetrio Serraglia è soltanto un'associazione politico culturale composta forse da qualche decina di persone che si rifà o si richiama al gruppo independentista dei Serenissimi che 21 anni fa compirono la fantastica azione simbolica della presa militare del campanile di San Marco con il fantasmagorico e inoffensivo tanko.
Essi agirono per resuscitare e ripristinare la continuità della Repubblica Veneta terminata il 12 maggio del 1797 con l'abdicazione del Maggior Consiglio in favore della Municipalità Provvisoria imposta da Napoleone.
Anch'io sono indipendentista ma non condivido affatto il ritorno della Serenissima poiché essa non ha più alcun senso storico e oltretutto è stata la causa che ha portato i veneti prima ad essere sottomessi a Napoleone, poi sottomessi all'Austria e infine sottomessi all'Italia che ci ha fatto tanto ma tanto del male.


Demetrio Serraglia
Gino Quarelo noi siamo lo stesso governo che ha liberato piazza San Marco nel 1997...
Forse per capire meglio chi siamo guarda il nostro sito www.serenissimogoverno.eu
Comunque non siamo un'associazione.


Gino Quarelo
di fatto siete un gruppo o un'associazione, anche se non registrata.
Per me le vostre rivendicazioni Serenissime non hanno alcun senso storico, sociale e politico per i veneti.
Per me ha senso solo la volontà dei veneti per migliorare la loro realtà e che riesce ad incidere sulle cose.
Le vostre rivendicazioni non servono a nulla, fanno solo confusione e sono divisive.


Rosa Kamuna
Demetrio ... D palestina ne parlano i testi sacri d qualke millennio fa .. D italia no .. ... Tu hai la mentalita dell italiano se nn riconosci altri popoli .... e qui chiudo perche francamente son 2 popoli che nn mi entusiasmano

Gino Quarelo
Di Palestina si parla dall'epoca romana e come terra dei giudei non di arabi o maomettani che si sono inseriti con la violenza solo nel VII secolo d.C..

Rosa Kamuna
Gino ..la repubblica serenissima....LA REPUBBLICA DURATA PIU AL MONDO e inglobata illegalmente nei confini talici . .. Sono rivendicazioni storiche e attuali senza senso ? ... Ma la storia vale solo quando fa comodo a te ? Vai a dormire .


Demetrio Serraglia
Rosa Kamuna ti spiego....palestina fu il nome dato a quell'area dell'impero romano. Nei vangeli non si parla di palestina ma giudea....ne tantomeno i quello che i cristiani chiamano antico testamento.....
Se qualcuno parla da italiano sei tu che ti rifai ad b una denominazione data dell'impero romano....

Gino Quarelo
La Repubblica Serenissima non era la repubblica di tutti veneti ma solo dei veneziani che avevano il dominio delle terre venete. Tale Repubblica è stata cancellata dalla storia per inadeguatezza, incapacità, non rispondenza ai tempi nuovi e alle esigenze dei veneti.

Rosa Kamuna
Chiamala come vuoi ma nn era un deserto .... Sarebbe come dire che la padania non esisteva ma i popoli padani si

Demetrio Serraglia
Gino Quarelo se tu leggi i documenti prodotti dal Veneto Serenissimo Governo capiresti che ciò che descrivi non ci riguarda.... leggiti il nostro piano per la rinascita economica del Veneto e poi ne riparliamo


Demetrio Serraglia
Rosa Kamuna chi parla di deserto....l'unico deserto è quello che hanno creato i popoli arabi....i quali non hanno rispetto per la terra oltre che per l'essere umano.

Demetrio Serraglia
http://www.serenissimogoverno.eu/2017/0 ... iola-2/amp
NUOVO PIANO ECONOMICO (piano Guardiola)
serenissimogoverno.eu

Rosa Kamuna
Gino nn amo parlate con gente che tira fuori cialtronate ... Eravamo talmente inadeguati che la marina serenissima sconfisse l italia nel 1866 due volte ... Nonostante nn ci fosse piu il doge da un pezzo ... Per il passaggio d napoleone

Rosa Kamuna
Allota gino se mi fai un discorso del genere l italia dovrebbe sparite in questo momento .. Visto l inadeguatezza e oltretutto uno pseudopopolo inventato senza identita

Demetrio Serraglia
Comunque il Veneto Serenissimo Governo è un governo......come lo fu il governo di De Gaulle della Francia Libera.....
Senza il Veneto Serenissimo Governo nessuno parlerebbe di indipendenza, nessuno avrebbe sollevato il caso Veneto, nessuno parlerebbe del 1866
Ecco un po di storia https://www.scribd.com/document/5169299 ... -1987-2005

Gino Quarelo
Il vostro Veneto serenissimo governo, continuerebbe quello dei Serenissimi che con la loro azione puramente magica e idolatra hanno inteso resuscitare e dare continuità alla Repubblica Serenessima Veneta di Venezia.
Se la vostra idea è diversa dal voler ripristinare la Repubblica Veneta con al centro Venezia e come variante analoga a quella dell'altro governo veneto che ha espresso il doxe Gardin, con tutti i suoi domini di terra e di mare, mi dispiace tanto ma il mio buon senso mi impedisce di seguirvi e di appoggiarvi.
Un conto è recuperare la storia, la propria storia, quella variegata di tutti i veneti tra cui anche la storia della Serenissima (co tutti i suoi pregi e difetti) e un conto è voler far tornare indietro la storia che è operazione infantile e giocosa e tetralmente simpatica o demenziale come progetto politico.

Rosa Kamuna
E tu invece gino continua a giocare con roma .. T amministrano loro

Gino Quarelo
La marina serenissima non sconfisse nessuno, a Lissa fu la marina austrica di cui faceva parte anche quella veneta a sconfiggere la marina italiana. La guerra era tra l'Austria e l'Italia e non tra Venezia o il Veneto e l'Italia; i veneti erano sudditi dell'Austria e operavano come soldati e marinai dell'esercito austriaco.

Demetrio Serraglia
Gino Quarelo nessuno vuol dar tornare indietro la storia, ma sicuramente dobbiamo tenerne conto, noi vogliamo un Veneto indipendente.
Ma è molto più facile denigrare come stai facendo tu che assumersi le responsabilità storiche e politiche della propria terra.
Il Veneto Serenissimo Governo per rivendicare il diritto del popolo Veneto di autodeterminarsi ha subito la repressione dello Stato occupante italiano, e nulla ha a che vedere con le goliardie di Gardin.
Ti segnalo, dato che affermi di amare Israele, che il governo israeliano ha scritto ripetutamente al Veneto Serenissimo Governo.


Gino Quarelo
Scusami tanto Demetrio, ma per me, attribuirsi la qualifica di Veneto Serenissimo Governo, non è un assummersi alcuna responsabilità storica e politica (per altro non richiesta dai veneti) ma solo pura presunzione per non dire altro.
Io denigro solo la menzogna, l'ipocrisia, la presunzione, l'arroganza, l'ignoranza saccente, i fanfaroni e gli irresponsabili.

Demetrio Serraglia
Gino Quarelo questo è quello che pensi tu.....ma tanto per capire tu che fai per l'indipendenza del Veneto.....io ti ho inviato documenti e molto altro....invitandoti a leggerli per capire meglio....tu critichi dalla tua tastiera.....molto facile....
Quando avrai letto potremmo discutere con cognizione di causa.....ora non ho più niente da dirti.buongiorno

Gino Quarelo
A me farebbe più piacere e avrebbe miglior senso se tu ti rapportassi a me solo come veneto Demetrio Serraglia, del resto non mi interessa se non come attività indiretta che ovviamente è soggetta a valutazioni, apprezzamenti e critiche. Noi ci conosciamo, io ho un altro profilo che ogni tanto mi censurano per un mese quando scrivo contro i crimini degli zingari, dei maomettani e dei clandestini.



Rosa Kamuna
Gino studia ... Non c era neanke un wazmooller nella marina... I nomi di chi ha combattuto li puoi trovare...... Battenti bandiera serenissina ..... L austria poi non aveva la marina ... Si appoggio su quella serenissima ...
Fatto sta che non siamo mai stati italici
Non solo Israele... Anke putin è molto interessato al lombardoveneto



Gino Quarelo
tu Rosa Kamuna come tanti altri, sei una povera vittima presuntuosa, di un certo modo fanfaronesco e truffaldino di raccontare la storia

Battaglia di Lissa
https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Lissa
La battaglia di Lissa fu uno scontro navale nell'ambito della terza guerra d'indipendenza italiana e si svolse il 20 luglio 1866 sul mar Adriatico nelle vicinanze dell'isola omonima (in croato: Vis), tra la Kriegsmarine, la Marina da Guerra dell'Impero austriaco e la Regia Marina del Regno d'Italia. Fu la prima grande battaglia navale tra navi a vapore corazzate e l'ultima nella quale furono eseguite deliberate manovre di speronamento.
La battaglia rientrò nella guerra austro-prussiana, in quanto l'Italia all'epoca era alleata della Prussia a sua volta in guerra contro l'Impero austriaco. L'obiettivo principale italiano era quello di conquistare il Veneto sottraendolo all'Austria e scalzare l'egemonia navale austriaca nell'Adriatico.



Rosa Kamuna
Fatto sta che non siamo mai stati italici
Non solo Israele... Anke putin è molto interessato al lombardoveneto

Demetrio Serraglia
Gino Quarelo citare wikipedia non è una fonte....

Rosa Kamuna
Le conosco ankio le fanfaronate d wikipedia ... Continua a informarti su quelle
Dimmi tutti i nomi d chi ha combattuto chiacchierone

Demetrio Serraglia
Gino Quarelo la marineria era Veneta e gli ufficiali austriaci che davano ordini in Veneto.
Quando fu affondata l'ammiraglia italiana i marinai veneti gridarono viva san Marco.

Rosa Kamuna
Tanto è vero che la serenissima marina ha combattuto con le navi che gli erano rimaste ... ... E dopo la battaglia e la disfatta italica... il capo austriaco disse la famosa frase ...
UOMINI DI FERRO SU NAVI DI LEGNO HANNO SCONFITTO UOMINI DI LEGNO SU NAVI DI FERRO

Demetrio Serraglia
http://www.serenissimogoverno.eu/2006/0 ... azione/amp
Vincendo la Battaglia di Lissa i Veneti conquistano il diritto all’Autodeterminazione - Veneto Serenissimo Governo
serenissimogoverno.eu

Rosa Kamuna
Mi rendo conto che nelle scuole tricolorite nn lo dicano ... Non è colpa d gino ...

Rosa Kamuna
Pero ci vuole un bel coraggio a parlare d storia e riconoscere l italia ... Quella si è colpa di gino anke


Gino Quarelo
Wikipedia è una fonte invidiabile, comoda, piena di dati verificabili e confrontabili. Ottima fonte dove ho contribuito a fare varie voci.
A Lissa i veneti, i friulani, gli istriani e i veneziani combatterono come soldati e marinai asutriaci e le navi erano navi austriache anche se di origine veneziana. Che poi abbiano gridato W San Marco non cambia nulla alla realtà, lo scontro era tra l'Impero Austriaco e il Regno d'Italia e non tra la Repubblica Serenissima e il Regno d'Italia.


Gino Quarelo
A Lissa i veneti e i veneziani non hanno conquistato nulla per loro stessi. I veneti hanno sempre combattuto come sudditi per i loro padroni: per Napoleone e la Francia in Russia, per l'Austria a Lissa e a Custoza, per l'Italia nella prima guerra mondiale, in Africa e pure nella seconda.

Demetrio Serraglia
Gino Quarelo mi rendo conto che non ami molto il tuo popolo....mi dispiace per te

Gino Quarelo
Io amo la verità e non le menzogne. Mentire non è amare, come non è amare avvalorare la menzogna.

Rosa Kamuna
Piu mensogna dell unita d italia
Fammi capire ... Combattevano con l austria ma ERANO VENETI .....le navi erano austriache MA D ORIGINE SERENISSIMA.... Ahahah sei bello confuso ...
Ma perche nn c parli dell italia ? Cosi vediamo le vere mensogne storiche e anke attuali ... E ci facciamo 4 risate
Parla d israele ... La storia degli altri lasciala agli altri



I veneti venesianisti ke łi nega e falba ła storia veneta
viewtopic.php?f=148&t=1831
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Strika de Gaxa (e i nasirasisti xlameghi)

Messaggioda Berto » gio mag 31, 2018 7:50 pm

Noemi Moyal
Purtroppo ci dono state vittime in Israele. Sembra che l ultima invenzione anti. Issilistica non riesca ad intercettare i missili lanciati a breve distanza. E ashkelon è a breve distanza da gaza. Questa non ci voleva. Ma Israele sta rendendo i favori. Gli Scontri. Sono ancora in corso. D. Benefica e protegga Israele

Intanto gli USA di Trump chiedono la convocazione del Consiglio di sicurezza, e intanto le autostrade di Israele sono attraversate da lunghe file di camion che trasportano carri armati
È guerra, evidentemente
https://www.facebook.com/alan.silver.37 ... 1726068225

Udler Lion
Il gabinetto di sicurezza di Israele ha appena deciso di non accettare il cessate il fuoco chiesto dagli arabi, anzi, è stato deciso di colpire ancora più forte, possibilmente anche alti esponenti dei terroristi.

Oltre 70 missili su Israele in un giorno. E c’è chi pensa di riprendere Gaza
Sarah G. Frankl
maggio 30, 2018

https://www.rightsreporter.org/oltre-70 ... ndere-gaza

Liberare Gaza da Hamas in maniera definitiva. Lo hanno chiesto esplicitamente il ministro della giustizia Ayelet Shaked e il ministro dell’Energia e delle risorse idriche Yuval Steinitz dopo che ieri oltre 70 tra missili e colpi di mortaio sparati dalla Striscia di Gaza hanno colpito il sud di Israele.

Quello di ieri è stato l’attacco contro Israele più massiccio dal 2014. Molti dei missili sono stati intercettati dal sistema Iron Dome ma alcuni sono riusciti a passare. Uno di questi ha colpito una scuola materna che per fortuna in quel momento era vuota. Due militari israeliani sono rimasti feriti mentre molte persone sono state trattate a causa dello shock.

«Non siamo interessati a conquistare l’intera striscia di Gaza e speriamo di non essere costretti a portare avanti questa mossa», ha detto il Ministro Steinitz «tuttavia temo che se la nostra risposta non sarà “acuta e dissuasiva” sarà l’unica cosa da fare» ha poi aggiunto. «Hamas non è interessato allo scontro e sa che potrebbe essere letale per la sua sopravvivenza. Quindi bisogna costringere Hamas a intervenire sulla Jihad Islamica responsabile per gli attacchi di ieri» ha infine concluso.

Il ministro della giustizia Ayelet Shaked

Più decisa del suo collega il Ministro Ayelet Shaked. «Israele dovrebbe seriamente prendere in considerazione l’eventualità di riprendere il controllo della Striscia di Gaza» ha detto il Ministro della giustizia. «Oggi abbiamo assistito a un miracolo dato che nessun bambino è stato ferito quando un missile ha centrato una scuola materna, ma non possiamo sempre contare sui miracoli. Se ci fossero state vittime o feriti tra i bambini sarebbe stata guerra» ha poi aggiunto la Shaket prima di concludere affermando che «la risposta deve essere molto severa. Ogni opzione, compresa quella della riconquista della Striscia di Gaza, deve essere sul tavolo».

L’intelligence israeliana ritiene che il massiccio attacco di ieri sia opera della Jihad Islamica, un gruppo terrorista che dipende direttamente dall’Iran. Tuttavia questo non esclude responsabilità da parte di Hamas che controlla la Striscia di Gaza e che è responsabile per ogni fatto che avviene nella Striscia.

Curioso come i media occidentali hanno trattato quello che è senza dubbio il più massiccio attacco a Israele dal 2014. Poche righe dedicate ai missili dei terroristi armati e finanziati dall’Iran e attenzione concentrata invece sulla risposta israeliana. Tutto come sempre insomma.


Gaza in mano ai nazisti maomettani non potrà mai essere un paese pacifico e felice
Giulio Meotti
30/05/2018

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 2316730769

Quando Israele ha lasciato Gaza, nel 2005, il mondo sperava che quella Striscia potesse diventare una Singapore sul Mediterraneo. Non avevano tenuto conto dell'Islam radicale. E Gaza è diventata un Afghanistan. Le serre in cui Israele faceva fiorire il deserto, coltivandoci i pomodori ciliegini, sono tornate subito al deserto, usate da Hamas per il terrorismo. I 160 missili lanciati ieri da Gaza su Israele, come i morti al confine delle scorse settimane, sono l'ennesima prova del fallimento di quel "disimpegno", il ritiro di Israele, l'idea stessa di "terra in cambio di pace". Più che su una falsa "pace", il mondo occidentale dovrebbe costringere i palestinesi ad accettare libertà, progresso, diritti, democrazia. Allora forse ci sarà la "pace" con Israele. Ma l'Europa che non crede più a niente ne è ancora capace?



Nikki Haley ha accusato l'ONU e la comunità internazionale per la mancanza di condanna contro l'organizzazione terrorista Hamas.
31/05/2018
https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 4252811630

"Ieri Hamas ha lanciato piu' di 100 missili in Israele, chi tra di noi accetterebbe 100 missili lanciati nel suo paese?" Tutti noi sappiamo la risposta, nessuno lo farebbe.Non dovrebbe esserci alcun dibattito su questo. Ma naturalmente, poiché questo attacco coinvolge Israele, lo standard è diverso. Permettere a Hamas di continuare a cavarsela con i suoi atti terroristici, e in qualche modo aspettarsi che Israele si sieda con le mani in mano quando viene attaccato, è l'apice dell'ipocrisia".

L’ambasciatore d’Israele all’Onu, Danny Danon, ha esortato il Consiglio di Sicurezza a riconoscere Hamas come organizzazione terroristica." Chiedo al Consiglio di Sicurezza di riconoscere formalmente Hamas come organizzazione terroristica: è ora di combattere i capi del terrorismo palestinese come abbiamo combattuto i capi di al-Qaeda e ISIS”.


???

Israele e i gruppi armati palestinesi della Striscia di Gaza si sono accordati per una tregua
mercoledì 30 maggio 2018

https://www.ilpost.it/2018/05/30/israel ... aza-tregua

Da mercoledì mattina è in vigore una specie di cessate il fuoco tra Israele e i gruppi armati palestinesi della Striscia di Gaza: il lancio di razzi da parte del gruppo palestinese “Jihad islamico” – dal territorio della Striscia verso il sud di Israele – si è interrotto, così come si sono fermati gli attacchi aerei israeliani su Gaza. Il quotidiano israeliano Haaretz ha scritto che quella in vigore non è una tregua ufficiale: politici e militari israeliani hanno detto infatti di non avere firmato alcun accordo con Hamas, gruppo che secondo diversi analisti aveva dato il via libera al lancio di razzi da parte del Jihad islamico.

La crisi, durata poco meno di 24 ore, era iniziata martedì mattina con il lancio di diversi razzi verso il territorio israeliano. Israele aveva risposto colpendo una trentina di obiettivi nella Striscia, e tra il pomeriggio e la sera c’erano state altre due ondate di lanci di razzi da parte del Jihad islamico. Con il cessate il fuoco di mercoledì, sembra che il governo israeliano abbia ripensato le sue iniziali promesse di reagire duramente contro i gruppi palestinesi della Striscia.
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Re: Strika de Gaxa (e i nasirasisti xlameghi)

Messaggioda Berto » gio mag 31, 2018 7:51 pm

Ecco il commento di un ebreo italiano sinistro
https://www.facebook.com/emanuele.fiano ... 0309409735

Fanno male questi morti, nel giorno in cui si festeggiavano i 70 anni della nascita di Israele. Tra i morti di ieri ci sono tanti che innocenti lo sono per definizione, come i bambini o i neonati, o comunque i civili. Nessuna spiegazione razionale può lenire la realtà di una morte innocente. La razionalità può solo cercare di spiegare il meccanismo che ha portato a quelle morti. (???)
Hamas è un’organizzazione terroristica, lo stabiliscono tutte le istituzioni internazionali. I morti innocenti rimangono però morti innocenti. Chi spera come me nella pace deve indignarsi come lo sono io per i morti innocenti, sempre, non solo per questi. (???)
Hamas ha programmato per le settimane che quest’anno precedevano il 70° della fondazione di Israele o della Naqba, La Tragedia, com’è proclamata dai palestinesi, di organizzare masse di cittadini di Gaza, lungo il confine, con lo scopo di sfondare il medesimo.
In parte erano civili e in parte uomini armati, in parte manifestavano con la sola presenza, in parte tentavano lo sfondamento del confine. In un Medio Oriente dove il baricentro è spostato a nord verso Siria e Iran, una mossa di tattica comunicativa efficace per rispostare il baricentro. Una mossa consapevole del rischio di vite umane innocenti che avrebbe comportato. (???)

Le contraddizioni in Medio Oriente convivono e producono tragedie; a Gaza si può vivere una vita decente ? no, certo che no. Oggi quella condizione è responsabilità degli israeliani ? Non direi, gli israeliani hanno abbandonato l’area da anni sia come insediamenti militari che civili. Essa è comunque una condizione difficilissima. Ma d’altra parte, il governo di Israele, sta facendo tutto quanto possibile, perché venga ripresa la strada del dialogo di pace ? no, io non lo credo. (???) Le politiche dei governi di Israele a favore di nuovi insediamenti in Cisgiordania sono giuste ? Per me certamente no, esse contrastano la pace come esito di uno scambio territoriale. (???)
La dirigenza palestinese di Ramallah, Abu Mazen invece, sta lavorando in quella direzione ? Non direi. Cosa ha voluto dimostrare con il discorso antisemita sulle responsabilità degli ebrei in ordine allo Shoah di qualche giorno fa ? Forse la necessità di rafforzare la propria leadership in vista degli avvenimenti di questi giorni ?
Il conflitto mediorientale ha ancora il suo centro irrisolto nel conflitto territoriale israelo/palestinese ?
Io non lo credo più, da molti anni. Non ha conflitti territoriali da risolvere con Israele, l’Iran di oggi, che afferma la volontà di annientamento di Israele, che arma la Siria contro Israele, che arma Hezbollah e Hamas.
Le contraddizioni si sprecano, Putin riceve Netanyahu con tutti gli onori al Cremlino e intanto arma i suoi nemici, la Turchia di Erdogan che della libertà e della democrazia nel suo paese fa strame e che dei Curdi fa strage, impartisce lezioni di etica a Israele, richiama l’ambasciatore, si allea con Iran e Siria, mentre rimane interlocutore dell’occidente. L’Arabia Saudita, nemico giurato dell’Iran sciita nella competizione per la leadership islamica, pare più vicino a Israele di molti paesi occidentali, Gli Stati Uniti di Trump, consapevoli dell’egemonia russa nella zona, si giocano molto del ruolo nell’unilaterale spostamento dell’ambasciata a Gerusalemme.

Dunque ? La reazione del governo di Netanyahu è stata commisurata ? No, io non lo credo, bisognava riuscire a sventare la provocazione di Hamas, senza questo numero tragico di morti. (???)

Potrà Israele, risolvere la sua quasi impossibile convivenza con il popolo palestinese, potrà acquisire una vera sicurezza, unicamente perseverando in una politica di forza, o di proseguimento degli insediamenti ? No per me no. Qualcuno in sede internazionale fermerà il progetto iraniano di annientamento di Israele, di armamanto di Hezbollah e Hamas e della Siria in funzione antisraeliana. Saprà la dirigenza palestinese separare se stessa da ogni rigurgito antisemita ? avrebbe permesso qualsiasi altro paese al mondo uno sconfinamento improvviso anche con uomini armati di 50.000 persone verso il suo interno ?
Quante domande difficilissime. La tragedia è anche che ad una domanda sul Medio Oriente che vada in una certa direzione, quasi sempre un’altra di segno contrario ne sorge.

Nelle tragedie la mia idea non è mai cambiata. Si è solo molto, affievolita la speranza.
La pace si fa tra nemici, si fa con un compromesso. Ci sono due diritti da difendere, di Israele e dei palestinesi, non un diritto e un torto; in un quadro molto più complesso di un tempo dove aumentano di forza i nemici di Israele, io rimango fedele all’antica ricetta di due popoli per due stati e due democrazie. Una speranza flebile di cui conosco solo il desiderio. (???)
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Re: Strika de Gaxa (e i nasirasisti xlameghi)

Messaggioda Berto » gio mag 31, 2018 7:51 pm

Il piano di Kuwait e Turchia per trasformare Gaza in un “Libano del sud”
Paola P. Goldberger maggio 31, 2018

https://www.rightsreporter.org/il-piano ... o-del-sud/

Il Kuwait, in qualità di membro non permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ha pronta una risoluzione da presentare questa settimana, o al più tardi la prossima, che prevede un “piano di protezione della popolazione palestinese” della Striscia di Gaza.

Il piano, già appoggiato da Erdogan, prevede lo schieramento di una forza militare “di pace e interdizione” nella striscia di Gaza, che in sostanza vuol dire posizionare militari stranieri al confine tra Gaza e Israele e nei punti strategici della Striscia, militari che come avviene in Libano facciano da scudo ai terroristi con la scusa di proteggere la popolazione.

Non solo, nel piano che hanno in mente Turchia e Kuwait c’è una condizione all’apparenza innocua ma che nasconde una insidia di non poco conto per Israele: la forza di pace e interdizione dovrebbe essere composta da militari musulmani non necessariamente arabi. Quel “non necessariamente arabi” è la porta di ingresso della Turchia nella Striscia di Gaza.

Opposizione americana

Il popolo di Gaza non ha bisogno di protezione da una fonte esterna. Il popolo di Gaza ha bisogno di protezione da Hamas Nikki Haley

Gli stati Uniti attraverso la loro ambasciatrice al Palazzo di Vetro, Nikki Haley, hanno già fatto sapere che useranno il loro potere di veto per impedire che la risoluzione presentata dal Kuwait venga approvata dal Consiglio di Sicurezza. «Il popolo di Gaza non ha bisogno di protezione da una fonte esterna. Il popolo di Gaza ha bisogno di protezione da Hamas», ha detto la Haley che ieri ha attaccato duramente l’Onu anche sul silenzio in merito al massiccio attacco che ha subito Israele nelle ultime ore.

«È scandaloso che il Consiglio di sicurezza non condanni gli attacchi missilistici di Hamas contro i cittadini israeliani, mentre il Consiglio dei diritti umani approva l’invio di una squadra per indagare sulle azioni intraprese da Israele per autodifesa» ha detto una Haley davvero infuriata prima della riunione del Consiglio di Sicurezza che si doveva interessare dell’escalation lungo il confine tra Israele e la Striscia di Gaza.

Gaza come il Libano del sud

La risoluzione che presenterà il Kuwait (a meno che non rinuncino sapendo in partenza del veto USA, ma ne dubito) prevede uno scenario che ricalca molto da vicino, troppo da vicino, quello già visto nel Libano del sud dove la missione UNIFIL che doveva vigilare affinché Hezbollah non si riarmasse è finita per diventare un imponente scudo umano posto a difesa dei capisaldi dei terroristi e comunque non è riuscita (se mai ci ha provato) a impedire agli Hezbollah libanesi di ricevere un gran numero di missili e armi. Con uno scudo del genere chi impedirebbe ad Hamas e soprattutto alla Jihad Islamica di ricevere armi dall’Iran?

Strane coincidenze

Bisogna dire che la tempistica degli attacchi palestinesi a Israele è stata perfetta per favorire la discussione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu della risoluzione pensata da Kuwait e Turchia. La Jihad Islamica, sicuramente con l’approvazione di Hamas, ha scatenato l’inferno contro Israele nella speranza che la reazione israeliana fosse stata così imponente e distruttiva da provocare anche morti tra i civili, il che sarebbe stato perfetto per rivendicare davanti al Consiglio di Sicurezza il Diritto a difendere gli abitanti di Gaza. Ma Israele non è caduto nel tranello. La reazione c’è stata ma è stata così mirata e precisa da non provocare vittime civili distruggendo invece depositi e fabbriche di armi.

Coincidenze? No, nessuna coincidenza. La risoluzione ideata da Kuwait e Turchia circola ormai da settimane ma aveva bisogno di una spinta “emotiva”. E quale miglior spinta emotiva di qualche decine di vittime civili frutto della reazione israeliana?


Nazioni Unite: da mezzo di pace a scimitarra dell’Islam
2 giugno 2018

https://www.rightsreporter.org/nazioni- ... -dellislam

C’è voluto il veto americano per bloccare una risoluzione presentata dal Kuwait al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che se fosse passata avrebbe portato truppe straniere (turche o pakistane) nella Striscia di Gaza con inimmaginabili conseguenze sugli equilibri regionali. Contemporaneamente lo stesso Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite respingeva una risoluzione americana che chiedeva di condannare le decine e decine di missili sparati nei giorni scorsi da Hamas e Jihad Islamica contro i civili israeliani.

Questa è la cronaca sintetica di una normale giornata alle Nazioni Unite targate Islam, quelle che danno la direzione del Consiglio dei Diritti Umani a un saudita, che inseriscono l’Iran nella Commissione che dovrebbe tutelare i Diritti delle donne e che ogni giorno producono altre amenità del genere (la lista è lunghissima).

Nate come un mezzo per promuovere la pace e risolvere pacificamente le divergenze tra Stati (art.1 dell’atto fondante) le Nazioni Unite negli ultimi anni si sono prestate in molte occasioni a fungere da maschera dietro la quale nascondere i peggiori crimini dell’umanità. E non parlo solo delle innumerevoli volte in cui l’Onu islamizzato ha condannato a senso unico un Paese come Israele e così facendo ha ammantato di legittimità i peggiori gruppi terroristici dando nel contempo copertura legale ai peggiori regimi islamici che quei gruppi terroristici sostengono, parlo anche dei tanti, troppi silenzi sugli immani massacri visti negli ultimi anni, da quello del Congo fino a quello siriano.

Solo per fare un esempio d’attualità, l’altro ieri per l’ennesima volta in Nicaragua il regime ha sparato direttamente sui pacifici manifestanti facendo più di cento morti. Alle Nazioni Unite la cosa è passata del tutto inosservata forse perché erano così impegnati a cercare di condannare Israele che i fatti di Managua nemmeno li hanno visti. Oppure più semplicemente perché il Nicaragua fa parte di quei regimi centro-sudamericani “non ostili” alla scimitarra islamica e utili per portare avanti la loro narrazione della storia contemporanea che tende a difendere i regimi e a mettere sotto accusa le democrazie.

Se qualcuno seguisse giornalmente quanto avviene alle Nazioni Unite si renderebbe conto di quanto questo organismo si sia trasformato, giorno dopo giorno, in un mezzo per promuovere i peggiori regimi della terra invece di essere un organismo indipendente e sopra le parti. E’ diventato la copertura legale dietro la quale promuovere le peggiori e più assurde risoluzioni e renderle così “legali”. Si disinteressa completamente delle vere tragedie per puntare unicamente a quello che è utile alla causa della scimitarra islamica, il tutto con il tacito assenso delle potenze occidentali con la sola lodevole eccezione degli Stati Uniti.

Continuare a tacere sulla condizione in cui versano le Nazioni Unite non è utile a nessuno se non alle teocrazie islamiche che le usano abilmente come paravento delle loro mire di conquista. Ormai siamo al fatto assurdo secondo il quale le Nazioni Unite sono diventate un’arma più pericolosa delle armi stesse perché attraverso loro si legalizzano regimi e si demonizzano democrazie. Pensiamoci.
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Re: Strika de Gaxa (e i nasirasisti xlameghi)

Messaggioda Berto » lun dic 24, 2018 8:00 am

Le Uova del Serpente: La decisione di Trump di lasciare la Siria
Niram Ferretti
23 dicembre 2018

http://www.linformale.eu/le-uova-del-se ... e-la-siria

L’Autorità palestinese (Ap) è in vita artificialmente, in gran parte a causa di decenni di intransigenza politica e corruzione sistematica. Israele (che, occorre ricordare ha creato l’Ap) è il medico che si chiede se staccare la spina. L’amministrazione statunitense sta gradualmente soffocando gli aiuti nel tentativo di incentivare Mahmoud Abbas a tornare al tavolo dei negoziati, che ha lasciato dieci anni fa. Immemore del suo precedente, Abbas ha rilanciato pretendendo la sostituzione dell’inviato speciale degli Stati Uniti in Medio Oriente, Jason Greenblatt, prima dell’inizio dei colloqui.

Ma c’è la sensazione che il mondo intero, compresi i palestinesi delle aree A e B, sia adesso in attesa della scomparsa dell’Autorità palestinese. Molti credono che il momento arriverà presto dopo la morte di Abbas. Tuttavia, con la possibile eccezione delle valutazioni dell’intelligence interna israeliana, nessuno sembra aver formulato i probabili scenari di ciò che accadrà in seguito al crollo.

Frammentazione

Mentre tutti i sistemi politici soffrono di un certo grado di disgregazione, gli estremi livelli di antipatia e ostilità di parte in seno all’Ap sono sconcertanti. Non solo si registra un baratro a quanto pare incolmabile tra Fatah e Hamas, ma le rivalità all’interno della leadership di Fatah e le loro manifestazioni armate sul terreno (Dahlan, Barghouti, Rajoub etc.), nelle città e nei villaggi della Cisgiordania, sono evidenti a chiunque segua la scena lì. Se state pensando alla “mafia” avete colpito nel segno. Esistono interi quartieri a Nablus, ad esempio, che prendono ordini direttamente da Gaza, anche se la città è teoricamente sotto il controllo di Ramallah. Al di fuori di queste aree, alcune strade sono controllate dal Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp), mentre altre sono nelle mani di uomini che hanno giurato fedeltà all’Isis. Il livello di ostilità fra queste fazioni è confermato dal fatto che tutti quanti sono più inclini a trattare con gli israeliani che tra di loro.

Fuori dalle città, interi villaggi arabi appoggiano apertamente Hamas, mentre altri sostengono Fatah e altri ancora il Fplp. Questo appoggio è evidente nei graffiti presenti nelle piazze dei villaggi. Se non si ha accesso ai villaggi o alle capacità di raccolta delle informazioni da parte di Israele, il modo migliore per indovinare chi domina una data città è riuscire a collegare quanti atti terroristici rivendicati da Hamas (o da altri gruppi) sono perpetrati da individui provenienti da una determinata località. Se, ad esempio, ci sono due o più episodi di accoltellamento che sono rivendicati da un gruppo terroristico, si può tranquillamente dedurre che il villaggio è controllato da quel dato gruppo.

Disintegrazione

Non appena si aprirà ufficialmente la lotta alla successione di Abbas, ci saranno delle manovre immediate per ricoprire la posizione e consolidare il potere – non solo negli uffici del partito a Ramallah e Doha, ma anche nelle strade di Jenin, Tulkarem, Nablus e Salfit. Anche senza spargimento di sangue, le aree A e B perderanno rapidamente l’ultima parvenza di controllo amministrativo coeso. Subito, potrebbe accadere quanto segue:

I residenti avranno maggiori difficoltà a spostarsi in Israele e a volte sarà per loro impossibile farlo.
Gli spostamenti in seno alle zone arabe saranno rallentati perché vacilla la sicurezza di coloro che appartengono a gruppi rivali. Basterebbe che un poliziotto dell’Ap venga malmenato dai seguaci armati di Hamas per fermare il traffico fra le rispettive aree.
Di conseguenza, le forniture di beni, come cibo e medicine, così come la fornitura dei servizi municipali di base, diventeranno altamente inaffidabili e potrebbero cessare del tutto.

Pertanto, in tempi brevissimi e prima che venga versato del sangue, le condizioni di vita di molte comunità della Cisgiordania si deterioreranno bruscamente. Com’è normale, chi può permettersi di andarsene lo farà immediatamente, spostandosi soprattutto in Giordania. I benestanti avranno case e appartamenti ad Amman, mentre i meno abbienti dovranno farsi ospitare dai parenti. Decine di migliaia di persone in grado di assorbire i costi di interruzione della loro vita in Cisgiordania si dirigeranno verso est nella speranza di uscire dalla crisi nella sicurezza del Regno hashemita.

Tutta questa dislocazione accadrà prima che venga sparato un solo colpo. Quindi, il più ottimistico scenario post-Abbas per i palestinesi della Cisgiordania sarà quello di una situazione di stallo difficile, paralizzante e temporaneo che indurrà le classi abbienti a scappare a est verso il fiume.

La guerra

Le crescenti restrizioni e tensioni renderanno insostenibile questo impasse iniziale. Man mano che gli approvvigionamenti essenziali diminuiranno e le condizioni di vita peggioreranno, i gruppi armati più disperati inizieranno a correre dei rischi attaccando quelli che li incastrano. Tuttavia, la violenza che inevitabilmente esploderà non comporterà una netta vittoria per nessuna fazione, come l’ottenne Hamas, a Gaza, nel 2006. Eventuali vittorie saranno locali e limitate. Questo perché le aree A e B non possiedono né la contiguità territoriale né la duplice politica di Gaza. Piuttosto, una città andrà a Hamas e un’altra a Fatah. In un quartiere, il Fplp rimarrà dominante; in un altro, i fedelissimi dell’Isis continueranno a tenere la situazione sotto controllo.

In tali circostanze, gli abitanti prudenti fuggiranno disperati. La Giordania dovrà far fronte a un afflusso di profughi che potrebbero rapidamente passare da decine di migliaia a centinaia di migliaia. Oltre al peso che un simile afflusso potrebbe avere sui servizi municipali giordani e sui prezzi dei carburanti e dei prodotti alimentari nel regno, va rilevato che questi profughi saranno diversi dagli iracheni, dai siriani e dagli altri rifugiati che la Giordania ha ospitato in passato, perché si tratta di profughi giordani.

Il diliemma della Giordania

Come da me scritto in una precedente analisi, le vite dei palestinesi che abitano su entrambe le sponde del fiume Giordano sono inestricabilmente legate, sia a livello personale sia dal punto di vista istituzionale. La maggior parte dei residenti della Cisgiordania sono cittadini giordani. Molti hanno un passaporto valido giordano e ricevono salari e pensioni da Amman. La maggior parte ha parenti di primo e secondo grado oltre il fiume. Una minoranza considerevole possiede proprietà immobiliari su entrambe le sponde. In sostanza, le vite degli abitanti palestinesi in entrambi i lati del Giordano si intrecciano, come quelle degli egiziani residenti su entrambe le sponde del Nilo o degli americani che abitano su entrambe le rive del Mississippi. Le comunità di tutto il mondo sono unite dai fiumi e non separate dai corsi d’acqua.

Quelli che sfuggiranno alla violenza post-crollo dell’Ap saranno tecnicamente cittadini giordani che lasceranno città e i villaggi che erano giordani fino al giugno 1967. Infatti, sino a quando re Hussein, sotto la schiacciante pressione politica dei governi arabi, non annunciò il suo “disimpegno” dalla Cisgiordania, alla fine dell’estate del 1988, pressoché tutti nel mondo consideravano di fatto tali città e villaggi come territori giordani occupati.

Per tale motivo, le conseguenze del caos in quei territori ricadranno in gran parte sulla Giordania, anche se le aree sono sotto il controllo congiunto di Israele e dell’Ap.

Israele non prende parte alla crisi

Ci si può aspettare che Israele subirà immediatamente delle pressioni per colmare le lacune amministrative e di sicurezza lasciate dall’Ap. Tali pressioni saranno bilanciate dalla giustificata paura di Israele che un intervento di qualsiasi tipo lo esporrebbe al rischio di essere accusato di complicità nella fuga dei residenti palestinesi. Pertanto, è probabile che la risposta israeliana sarà misurata, incompleta e insufficiente per impedire che la situazione si deteriori ulteriormente.

L’Idf farà tutto il possibile per proteggere le comunità ebraiche sparse in tutta l’area C, ma è probabile che si fermerà prima di entrare nelle città per porre fine alle sparatorie tra le fazioni palestinesi. L’ingresso dell’Idf nelle aree A e B per arginare lo spargimento di sangue o per fornire aiuti sarebbe visto come una “invasione” e potrebbe incontrare una resistenza armata.

In poche parole, Israele sarà poco incentivato a rischiare tutto per l’ingrato compito di assistere i palestinesi rimasti nell’area. Se Israele finisse per inviare forze armate nelle città e nei villaggi palestinesi per fermare i lanci di razzi o di colpi di mortaio sulle città e sui villaggi (come è successo a Gaza), le operazioni militari dell’Idf sarebbero probabilmente limitate. Tali operazioni costituirebbero dunque un incremento bellico in quelle aree, il che non allevierebbe le difficoltà di tali zone.

La Giordania pondera una risposta

Con eventuali variazioni dello scenario descritto sopra, la Giordania dovrà scegliere fra l’ospitare passivamente ( e a tempo indeterminato) le centinaia di migliaia di profughi che fuggirebbero dalla violenza dell’Ap e l’opzione di intervenire attivamente per fermare il deterioramento della situazione di sicurezza all’interno dei territori e impedire l’esodo.

Di certo, un intervento giordano non riscuoterebbe consensi.

In Giordania, ci sono potenti forze politiche che si oppongono all’idea di essere coinvolte nei problemi della Cisgiordania, per non parlare della possibilità di ristabilire una unione politica con i palestinesi cisgiordani. Le tribù locali lealiste della Transgiordania temono ragionevolmente che la loro posizione privilegiata nella società e nel governo sia compromessa per facilitare la piena integrazione dei giordani della West Bank in un unico Stato.

La stessa Autorità palestinese resisterebbe di certo alla propria dissoluzione o sarebbe messa fuori gioco dall’assunzione di responsabilità da parte di Amman nei confronti dei palestinesi cisgiordani. La costruzione in gran parte politica dell’identità palestinese non sarà pacificamente abbandonata semplicemente perché non ha funzionato e/o non ha migliorato la vita dei suoi richiedenti.

Tuttavia, queste resistenze saranno probabilmente spazzate via dalle pressioni del momento e dalla realtà di una acuta crisi umanitaria che comporterà un afflusso di profughi. Il governo giordano sarà indubbiamente costretto a intervenire in qualche modo per fermare il deterioramento della situazione umanitaria nelle aree A e B. La sua massima priorità sarà quella di bloccare la nuova ondata di profughi. Politicamente, ciò corrisponde alla richiesta nazionalista di impedire la “scomparsa” dei palestinesi dalla Cisgiordania. Tale ragionamento riscuoterà subito il consenso anche da parte dell’opposizione islamista e dai politici tradizionali.

In effetti, il governo giordano può persino ricevere inviti a intervenire sotto forma di esplicite richieste dei dignitari locali. Nessun arabo in Cisgiordania oserà invitare “gli ebrei” a ristabilire l’ordine, perché ciò sarebbe universalmente considerato un tradimento. Tuttavia, sono già stati rivolti appelli alla Giordania, e al Re in particolare, a fornire aiuti, e tali appelli hanno ricevuto una risposta positiva.

Infine, vi è una eco storica nella convinzione che re Abdullah II bisserà l’operato del suo bisnonno re Abdullah I come salvatore (munqidh) dei palestinesi della Cisgiordania. Di fatto, molti palestinesi residenti in Giordania, i quali hanno assistito da lontano alla inettitudine e alla corruzione dell’Ap, hanno ravvivato l’idea del “Regno Unito” che precedette l’annuncio del disimpegno fatto da re Hussein nel 1988.

La posizione del governo israeliano rispetto all’intervento di Amman è facile da prevedere. Israele accoglierà con favore l’aiuto della mano ferma e responsabile offerto dai giordani per occuparsi della questione delle aree A e B. Dopotutto, per Israele, l’unico risultato positivo del disastro di Oslo è stata la separazione formale delle aree densamente abitate dai palestinesi dal resto della Cisgiordania (o area C), dove risiedono tutte le comunità ebraiche. Con l’intervento della Giordania, le aree A e B inizieranno di fatto la loro trasformazione nel territorio giordano. A dire il vero, questa non sarebbe la forma definitiva di un accordo tra Israele e la Giordania, ma sarebbe un primo passo verso la fine della violenza persistente che affligge i territori e la risultante miseria cronica dei loro residenti palestinesi.

Le conseguenze

Nella situazione descritta sopra, alcune delle parti coinvolte potranno presumibilmente beneficiare di un intervento giordano. I residenti palestinesi apprezzerebbero tale intervento perché ripristinerebbe l’ordine e le condizioni vivibili. Israele lo accoglierebbe con favore perché stabilizzerebbe la situazione generale nelle aree sotto il controllo dell’Ap e imporrebbe delle condizioni di sicurezza più rigorose contro gli atti di violenza armata. Per Amman, almeno a breve termine, questi sviluppi comporteranno problemi e crescenti rischi. Tuttavia, ci sono sostanziali vantaggi a medio e a lungo termine per la Giordania.

Israele, gli Stati Uniti e alcuni dei paesi arabi circostanti possono fare molto per segnalare alla Giordania la loro volontà di offrire e proteggere tali benefici, quali:

La temporanea custodia amministrativa da parte della Giordania delle aree A e B riporterebbe l’ordine e assicurerebbe condizioni vivibili alla popolazione e contrasterebbe (e probabilmente invertirebbe) l’esodo dei residenti palestinesi.
Gli attori regionali, tra cui gli Stati Uniti, forniranno un considerevole sostegno finanziario, diplomatico e militare alla Giordania, nel tentativo di quest’ultima di gestire la crisi.
Sarà raggiunta una riduzione a lungo termine delle tensioni fra la Giordania e Israele. Queste tensioni sono una piaga periodica derivante dall’approccio conflittuale assunto dall’Ap nei confronti di Israele. La cooperazione israelo-giordana è di fondamentale importanza per la sopravvivenza del regno. Da decenni, l’Autorità palestinesi ha un ruolo corrosivo tra i due governi. La sua rimozione porrà questa relazione vitale su un piano molto più sicuro.
Ultimo ma non meno importante, la Giordania non può permettersi di cedere l’affiliazione politica o la lealtà di una parte sostanziale della sua cittadinanza a un governo a Ramallah. Se, come alcuni sostengono, la maggior parte dei cittadini giordani si auto-identificano come palestinesi, un sistema politico palestinese sotto forma di uno Stato sovrano a pieno titolo (o anche una regione autonoma) concretizzerà una divisione fatale nella composizione del regno.

Tempistica

Vi sono segnali che indicano che ci stiamo rapidamente dirigendo verso uno scenario del genere. Israele potrebbe impedirlo, ma non ha interesse a lungo termine a sostenere questa smisurata fonte di insicurezza e di grattacapi diplomatici. Eppure, Gerusalemme ha un chiaro interesse a non figurare come la causa del crollo dell’Ap. Il suicidio dell’Autorità palestinese potrebbe facilmente essere interpretato dai detrattori di Israele come un politicidio, pertanto, il governo israeliano farà del suo meglio per tenersi a distanza di sicurezza quando arriverà la fine.

Altri fattori oltre alla morte di Abbas potrebbero innescare questa cascata di eventi che porteranno al caos. Ad esempio, una chiusura generalizzata delle scuole e dei servizi dell’UNRWA provocherebbe quasi certamente una esplosione di proteste da parte dei residenti più poveri dell’Ap. Inoltre, una grave carenza di fondi per pagare gli stipendi degli impiegati civili dell’Autorità palestinese porterebbe rapidamente allo stato di emergenza, poiché questi sono tra i più fedeli elettori di Abbas e quelli che tengono insieme la consunta Ap. Un fattore ancora più rilevante è che il mancato pagamento delle retribuzioni ai membri dei sei diversi servizi di sicurezza di Abbas potrebbe rendere ingovernabili le stesse aree controllate dall’Autorità palestinese. Questi uomini cercheranno di sostenere le loro famiglie lavorando per conto di chi paga loro gli stipendi. Non avendo un lavoro regolare, è probabile che provvedano a procurarsi in proprio il denaro per proteggere gli sfortunati abitanti di qualunque territorio sia sotto il loro controllo.

Riassumendo, una volta che il crollo dell’ordine pubblico sarà in atto, ben difficilmente le cose potranno tornare alla normalità e sarà pressoché impossibile impedire ai palestinesi della Cisgiordania di precipitarsi in massa ai punti di sicurezza. La contiguità della Giordania e la familiarità demografica delle comunità palestinesi su entrambe le sponde del fiume, faranno della Giordania la meta predefinita per la maggior parte di coloro che sfuggono alla violenza.

Il governo di Amman avrà soltanto due opzioni: occuparsi di quelle persone che attraversano il fiume verso est, oppure, offrire loro aiuto in loco, con la benedizione di Israele. È difficile immaginare che la Giordania sceglierà la prima alternativa, la più ardua.
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Re: Strika de Gaxa (e i nasirasisti xlameghi)

Messaggioda Berto » gio mar 07, 2019 9:24 am

GAZA, GIORNALISTA DENUNCIA CORRUZIONE HAMAS: CONDANNATA AL CARCERE
Progetto Dreyfus
8 marzo 2019

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 3210065696

A volte nonostante la censura imperante nella Striscia di Gaza per mano di Hamas, e nonostante la complicità della maggior parte dei media che preferiscono riportare la verità imposta dal regime del terrore che vige in quella regione dopo il golpe del 2005 piuttosto che raccontare i fatti, qualcosa sfugge al controllo e arriva a disposizione di chi vuole ascoltare: è il caso che riguarda la storia di Hajar Harb, una giornalista palestinese che ha cercato di fare il suo lavoro a Gaza, denunciando la corruzione di Hamas, e che per questo rischia il carcere..

La storia inizia il 25 giugno 2016, quando l’emittente al-Masira Yemeni Tv manda in onda un’inchiesta di Harb nella quale si denuncia che alcune famiglie facoltose di Gaza hanno distribuito mazzette all’interno del ministero della Salute controllato da Hamas per ottenere certificati di ricovero fuori dalla Striscia, aggirando in questo modo i controlli delle autorità israeliane, causati lo ricordiamo dagli attentati terroristici palestinesi di cui Hamas e le varie sigle sotto le quali si nascondono i vigliacchi e gli assassini palestinesi che causano morti e feriti tra la popolazione israeliana. Ovviamente i beneficiari di questi certificati non erano affatto in condizioni gravi di salute.

In seguito all'inchiesta due medici querelarono la Harb per diffamazione e diffusione di notizie false. Nel giro di un mese, Harb viene convocata quattro volte per lunghi interrogatori. Viene insultata e minacciata, anche da medici che non erano stati minimamente sfiorati dalla sua inchiesta. Il processo inizia nell’ottobre 2016 e termina il 4 giugno 2017 con una condanna in contumacia – in quel periodo Harb è in Giordania per l’asportazione di un tumore al seno – a sei mesi di carcere e a una multa.

Harb presenta appello, chiedendo lo svolgimento di un processo alla sua presenza. La richiesta è accolta. A febbraio si sono svolte tre udienze, l’ultima delle quali lunedì 25. La quarta è prevista oggi

Ricordiamo che a Gaza nel 2018 ben 37 colleghi della Harb hanno subito attacchi e procedimenti giudiziari (fonte il Centro palestinese per lo sviluppo e la libertà dei mezzi d’informazione) e che, per completare il quadro, sempre nel 2018 sono stati 40 gli attacchi contro operatori di stampa nelle aree della cosiddetta Cisgiordania controllate dalle autorità palestinesi di Ramallah.
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Re: Strika de Gaxa (e i nasirasisti xlameghi)

Messaggioda Berto » gio mar 07, 2019 9:28 am

Calunnie e falsità nazi-palestinesi contro Israele e gli ebrei
viewtopic.php?f=196&t=2824


???

ONU: Israele ha fucilato bambini, donne e palestinesi disabili
Gaza, l’ONU ammette: Israele ha commesso crimini contro l’umanità
Natale Salvo

https://informarexresistere.fr/gaza-onu ... ro-umanita

Una Commissione d’inchiesta del “Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite” ha dichiarato lo scorso 28 febbraio, nel corso di una conferenza stampa tenutasi al Palazzo delle Nazioni Unite di New York, che la risposta di Israele alle manifestazioni a Gaza nel 2018 «può costituire crimini di guerra o crimini contro l’umanità». La notizia è riportata sul sito dell’ONU.

Il rapporto della Commissione ONU, di ventidue pagine, oltre che a raccontare fatti e antefatti degli accadimenti, elencare le statistiche, e prima di concludere con una serie di raccomandazioni, descrive diversi casi delle vere e proprie fucilazioni compiute dai militari di Israele, individuando le vittime, le loro età, narrando le modalità di svolgimento delle esecuzioni e le conseguenze (morte, amputazioni, ecc).

Il rapporto, col numero A/HRC/40/78, si trova all’attenzione del nutrito programma di lavoro della “Consiglio dei Diritti Umani” in corso di svolgimento a Ginevra, per la quarantesima sessione, fino al prossimo 22 marzo.

Leggere il rapporto finale della Commissione d’inchiesta, presieduta dall’argentino Santiago Canton e composta, altresì, da Sara Hossain (Bangladesh) e da Kaari Betty Murungi (Kenya) è devastante.

Il rapporto precisa la condizione iniziale degli accadimenti: «la “grande marcia” ha comportato manifestazioni settimanali di palestinesi vicino alla recinzione che dal 1996 separa Gaza e Israele (lungo la linea verde tracciata dagli accordi di armistizio del 1949), chiedendo la revoca del blocco imposto a Gaza e il ritorno dei profughi palestinesi».

«Secondo la Commissione, le manifestazioni erano di natura civile, avevano obiettivi politici chiaramente definiti e, nonostante alcuni atti di violenza significativa, non costituivano né un combattimento né una campagna militare».

A riprova di ciò, «non sono stati riportati morti o feriti civili israeliani durante o a seguito delle dimostrazioni», si contano solo quattro militari israeliani feriti.
Israele utilizza le armi illegalmente

Quindi, ha sottolineato come «i gruppi armati organizzati israeliani e palestinesi […] in quanto parti del conflitto armato, sono vincolati dal diritto umanitario internazionale.

In quanto potenza occupante, Israele è anche vincolato dalle regole sull’occupazione ai sensi dei trattati internazionali e del diritto consuetudinario».

Precisato il contorno, e dopo centinaia d’interviste e l’esame di migliaia di documenti, la Commissione ha stabilito che «prima della prima dimostrazione, le forze israeliane hanno rafforzato le loro posizioni sulla recinzione con truppe aggiuntive, tra cui più di 100 tiratori scelti».

Per la Commissione ONU, «l’uso di munizioni vere contro i dimostranti da parte delle forze di sicurezza israeliane era illegale».

Il rapporto spiega come: «Le forze di sicurezza israeliane hanno ucciso e mutilato i dimostranti palestinesi che non hanno rappresentato una minaccia imminente di morte. Giornalisti e personale medico chiaramente contrassegnati come tali sono stati fucilati, così come bambini, donne e persone con disabilità».

Al termine dell’indagine, fino al 31 dicembre, tra i palestinesi si sono contati 189 morti e oltre 6.000 feriti.

Dei feriti, 122 manifestanti hanno subito amputazioni, tra cui 20 bambini e donne; di questi, 98 erano amputazioni agli arti inferiori.

Il rapporto precisa che 70 vittime era state uccise con un colpo in testa o al collo, 101 con un colpo al petto.
Conclusione

La Commissione è dell’avviso che, in maniera evidente, sono colpevoli di questi «crimini internazionali» tanto «coloro che hanno impiegato la forza letale, l’hanno assistita o autorizzato a dispiegarla in casi specifici, in assenza di una minaccia imminente alla vita o quando la vittima non partecipava direttamente alle ostilità; ciò include cecchini, osservatori e/o comandanti sul posto», quanto «coloro che hanno redatto e approvato le regole di ingaggio».

Queste persone, secondo le “raccomandazioni finali” della Commissione, vanno chiaramente individuate dal governo di Israele (!) estradate e imputate anche difronte alla Corte penale internazionale, mentre le vittime vanno curate e risarcite.

Nelle proprie conclusioni, infine, la Commissione non esita a criticare il governo palestinese di Hamas per «non aver adottato misure adeguate per impedire che aquiloni e palloncini incendiari raggiungano Israele, diffondendo la paura tra i civili in Israele e infliggendo danni a parchi, campi e proprietà». Fonte Pressenza



La vera centrale dell’antisemitismo odierno? L'Onu
Giovanni Sallusti
1 marzo 2019

https://www.nicolaporro.it/la-vera-cent ... ierno-lonu

Né quei pochi dementi dei nostalgici nazi, né i barbari populisti additati dall’establishment, e nemmeno solo l’islamo-gauchisme delle banlieu francesi, che è piuttosto un derivato. Se volete trovare la vera centrale dell’antisemitismo contemporaneo, dovete recarvi al 760 United Nations Plaza, New York, Palazzo di Vetro.

Un carrozzone multiculti ormai saldamente in mano a teocrazie islamiste e autoritarismi vari, che ha accusato Israele di “crimini contro l’umanità”, per la risposta militare ai reiterati tentativi di violare la frontiera con la forza durante le proteste nella striscia di Gaza del maggio scorso. Molti dei morti furono riconosciuti come propri membri da Hamas, il gruppo terrorista che ha nel proprio statuto costitutivo la distruzione dello Stato ebraico, e che in quei giorni spingeva i palestinesi ad invadere il suolo israeliano, immaginiamo non per impostare un dibattito sul pluralismo religioso. La commissione che accusa Tel Aviv, “indipendente” secondo la dicitura prestampata dei giornaloni nostrani, è stata incaricata dal Consiglio per i diritti umani dell’Onu, un grazioso ossimoro per indicare un consesso dove 27 Paesi su 45 sono dittature, tra cui storiche patrie del diritto come il Qatar, la Cina, l’Arabia Saudita (che ha persino avuto la presidenza!).

Gli Stati Uniti ne sono recentemente usciti, in quanto ormai “fogna della faziosità politica”, secondo le parole dell’ex ambasciatrice Nikki Haley. Dove la faziosità è ovviamente antioccidentale, e anzitutto anti-israeliana. Per darle il peso oggettivo dei numeri: 70 risoluzioni approvate contro l’unica democrazia del Medio Oriente, 7 contro il regime liberticida degli ayatollah iraniani, una contro i tagliateste dello Stato islamico. Forse, un lieve pregiudizio antisemita circola, nel prestigioso foro.

Del resto, parliamo dello stesso Onu che sotto la voce ipocrita di “fondi per lo sviluppo dei Territori palestinesi” da anni finanzia Hamas, e quindi de facto i tunnel scavati per portare attentati e morte nelle viscere d’Israele e i razzi lanciati a getto continuo sui suoi civili (spesso più di 100 al giorno, ma non li trovate mai nei giornali e nei tiggì mainstream). Lo stesso Onu che tramite la sua agenzia Unesco arrivò a stabilire che il Muro del Pianto è un sito sacro solamente musulmano, che non c’entra nulla con l’ebraismo, una rilettura storica di cui andrebbe fiero il dottor Goebbels. Eccoli, i nuovi antisemiti.
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Re: Strika de Gaxa (e i nasirasisti xlameghi)

Messaggioda Berto » gio mar 07, 2019 9:28 am

Gli ebrei d'Israele non hanno rubato e occupato alcuna terra altrui
viewtopic.php?f=205&t=2825
Gli ebrei d'Israele non hanno rubato e non hanno occupato nessuna terra altrui, nessuna terra palestinese poiché tutta Israele è la loro terra da 3mila anni e la Palestina è Israele e i veri palestinesi sono gli ebrei più che quel miscuglio di etnie legate dalla matrice nazi maomettana abusivamente definito "palestinesi" e tenute insieme dall'odio per gli ebrei e dai finanziamenti internazionali.
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Re: Strika de Gaxa (e i nasirasisti xlameghi)

Messaggioda Berto » sab mar 16, 2019 11:26 pm

L'aviazione israeliana ha bombardato Gaza: più di cento gli obiettivi colpiti
15/03/2019

https://it.euronews.com/2019/03/15/l-av ... 1552637351

L'aviazione israeliana ha bombardato nella notte diverse strutture di Hamas nella striscia di Gaza. Più di cento, secondo il portavoce militare, gli obiettivi colpiti.

L'offensiva è una rappresaglia contro i due razzi lanciati poche ore prima su Tel Aviv dalla Striscia.

Tra gli obiettivi colpiti, oltre al quartier generale di Hamas a Gaza, ci sarebbero anche una postazione navale e un sito sotterraneo per la produzione di razzi.

Secondo il Ministero della sanità di Gaza almeno due persone sarebbe rimaste ferite nei bombardamenti. Stando ai media locali Hamas aveva già ritirato i propri uomini da molte delle sue basi prima della rappresaglia israeliana.

Terminata l'offensiva, all'alba di venerdì almeno altri sei razzi sono stati lanciati da Gaza, cinque dei quali sono stati intercettati da Iron Dome, il sistema antimissilistico di Israele.
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