Striscia di Gaza e i nazi razzisti islamici

Striscia di Gaza e i nazi razzisti islamici

Messaggioda Berto » mar mar 19, 2019 4:55 am

I macabri festeggiamenti di Gaza Caramelle e pasticcini in strada per l’uccisione del soldato Idf
17 marzo 2019
Yair Shalom

http://www.italiaisraeletoday.it/i-maca ... zsuah_H9Es

I sostenitori delle organizzazioni terroristiche di Hamas e della Jihad islamica nella Striscia di Gaza governata da Hamas hanno celebrato la coppia di attacchi terroristici contro israeliani a Samaria lunedì, distribuendo caramelle e pasticcini a Gaza dopo che la Striscia ha attaccato la Striscia.

Pasticcini per tutti per festeggiare la morte di un diciannovenne

Dopo la diffusione dell’attacco, infatti, gli abitanti di Gaza indossando sciarpe con i nomi dei gruppi terroristici di Hamas e della Jihad islamica sono scesi in strada per “festeggiare” neii locali delle città di Khan Yunis e Rafah, nel sud della Striscia di Gaza.

Il gruppo terroristico di Hamas ha ufficialmente appoggiato gli attacchi, definendoli “risposte eroiche” ai crimini dell’occupazione e a quanto sta accadendo a Gerusalemme e ad Al-Aqsa “.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Striscia di Gaza e i nazi razzisti islamici

Messaggioda Berto » gio mar 21, 2019 8:39 pm

Proteste a Gaza. «I figli dei leader di Hamas hanno tutto, il popolo palestinese niente»
20 marzo 2019

https://www.tempi.it/proteste-a-gaza-i- ... ITOLHyj7PU

Centinaia di palestinesi hanno protestato per la mancanza di lavoro e le disastrose condizioni di vita contro il governo guidato dal gruppo terroristico. Che ha risposto con arresti e violenze

Il 70 per cento dei giovani di Gaza è senza lavoro. Non stupisce perciò che i palestinesi scendano in piazza per protestare contro le terribili condizioni di vita. Ma non accade spesso che lo facciano, come negli ultimi giorni, per denunciare le politiche di Hamas.

VOGLIAMO LAVORO, UGUAGLIANZA E LIBERTÀ

A partire da giovedì centinaia di manifestanti riuniti nel collettivo “Movimento della marcia del 14 marzo”, al grido di «Vogliamo vivere», hanno protestato contro il governo guidato dal gruppo terroristico islamico chiedendo «lavoro, uguaglianza, dignità e libertà»: «Non vogliamo cambiare il sistema politico», ha dichiarato su Facebook uno degli organizzatori, Moumen al-Natour, «non siamo un movimento politico. Vogliamo solo il rispetto dei nostri diritti».

Hamas ha risposto attaccando violentemente uomini, donne e bambini, inclusi giornalisti e attivisti per i diritti umani, e sparando in aria per disperdere la folla. Decine di persone, riporta la Bbc, sono state arrestate mentre le loro case sono state perquisite.

ONU DENUNCIA «ARRESTI E VIOLENZE»

Nickolay Mladenov, coordinatore speciale Onu per il processo di pace in Medio Oriente, ha condannato «la campagna di arresti e violenze da parte di Hamas. Il popolo di Gaza soffre da molti anni e protestava per le drammatiche condizioni dell’economia, chiedendo un miglioramento della qualità della vita nella Striscia. È loro diritto farlo senza temere ripercussioni».

Hamas ha accusato l’Autorità palestinese dominata da Fatah per aver fomentato le proteste, oltre che Israele ed Egitto. Tel Aviv e Il Cairo impongono un blocco economico alla Striscia da quando Hamas, dopo essere entrato nel 2006 in un governo di unità nazionale con Fatah, ne ha preso il pieno controllo con la forza nel 2007. Da allora, entrano nella Striscia solo un quarto delle merci e dei beni rispetto a prima. Il gruppo terroristico si è visto costretto ad aumentare tasse e prezzi per gestire il territorio.


«HAMAS HA TUTTO, IL POPOLO NIENTE»

Simbolo della protesta è diventata una donna, ripresa in un video diventato virale su internet. Mentre manifesta nel centro di Gaza, afferma di avere un marito e quattro figli, tutti senza lavoro: «I figli dei leader di Hamas hanno case e jeep e macchine, possono sposarsi, mentre la gente comune non ha niente, neanche un pezzo di pane».

TORTURE E GIUSTIZIA SOMMARIA

Il gruppo terroristico governa la Striscia con il pugno di ferro. Nel 2015 Amnesty International ha pubblicato un rapporto per denunciare i «crimini di guerra» compiuti da Hamas contro i palestinesi nel 2014, durante la guerra con Israele.

Secondo il rapporto, almeno 23 palestinesi sono stati giustiziati senza processo, decine di altri arrestati e torturati senza motivo. «È scioccante che mentre le forze israeliane infliggevano morte e distruzione al popolo di Gaza, Hamas ne approfittava per regolare i propri conti senza pietà, uccidendo e compiendo altri gravi abusi. (…) Hanno le mani sporche di sangue», ha dichiarato Philip Luther, responsabile di Amnesty per il Medio Oriente e il Nord Africa.
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Re: Striscia di Gaza e i nazi razzisti islamici

Messaggioda Berto » sab nov 30, 2019 5:38 pm

Riprendiamo dal FATTO Quotidiano di oggi, 21/03/2019, a pag.18 con il titolo "Hamas tradisce Gaza: più tasse e aiuti scomparsi", l'articolo di Fabio Scuto.
Informazione Corretta

http://www.informazionecorretta.com/mai ... -LRzeI-VRw

Perfino il Fatto Quotidiano, giornale normalmente scherato contro Israele, riporta la notizia delle violente repressioni da parte dei terroristi di Hamas delle proteste che in questi giorni si svolgono a Gaza. Su quasi tutti i media però questa importante notizia non viene neanche riportata oppure viene relegata a brevi di agenzia di poche righe: è evidente una volta ancora che gli arabi palestinesi interessano ai media e all'opinione pubblica soltanto quando delle loro difficili condizioni si può - a torto - attribuire la responsabilità a Israele. Se Israele non c'entra nulla, come in questo caso, vengono immediatamente dimenticati sia dai media sia dai loro "fratelli arabi".

Ecco l'articolo:
Fabio Scuto

Gerusalemme Per quattro giorni di fila migliaia di giovani della Striscia di Gaza sono scesi in strada per protestare contro le terribili condizioni di vita. Un movimento apolitico, nato sul web sotto il segno #We Want to Live. I ragazzi della Striscia si sono scontrati con una brutalità e una violenza inimmaginabile della polizia di Hamas, del suo Mukkhabat in abiti civili, dei miliziani delle Brigate Ezzedin Al Qassam, il braccio armato del movimento islamista. Le dimostrazioni a Jabalya, a Deir al Balah, a Khan Younis, a Rafah, sono state disperse con i proiettili veri sparati in aria, bastoni, spranghe e spray al peperoncino. Indeterminato il numero dei feriti. I poliziotti di Hamas sono entrati anche in diverse abitazioni per sequestrare e distruggere i video girati con i telefonini dalle finestre che mostravano i mezzi violenti usati per sedare le proteste. Oltre 500 dimostranti sono stati arrestati ed erano talmente tanti che nell'abitato di Shejaya è stata sequestrata la scuola Al Hashimiya e trasformata in posto di polizia.

Una manifestazione contro Hamas a Gaza

I RAGAZZI del movimento We Want to Live respingono ogni affiliazione politica, non stanno prendendo di mira nessun partito in parti colare, ce l'hanno con le politiche disumane di tutte le parti coinvolte a Gaza. La lista comprende al primo posto le nuove tasse di Hamas, la crisi economica e le sanzioni dell'Autorità nazionale palestinese, il blocco di Israele, le divisioni interne palestinesi. I ragazzi hanno semplicemente voluto urlare: ne abbiamo abbastanza, di tutto. We Want to Live è anche una pagina Facebook con decine di migliaia difollower. È piena di testimonianze, foto e video di questi giorni. "Perché il figlio 20enne di un capo di Hamas ha tutto; casa, macchina e soldi e la gente comune nemmeno un pezzo di pane?", chiede Adina nel suo post. "Hamas ha ereditato la politica di oppressione di Israele", chiosa Mohammad. "Tutti hanno il diritto di opporsi a chiunque li punisca, li torturi. Ogni persona ha il diritto di dire "siamo stanchi di tutto questo", scrive Hafez. Negli ultimi 12 anni - da quando comanda Hamas nella Striscia- ci sono state tre guerre devastanti e ogni tipo di commercio si è via via sgretolato per il blocco israeliano. E la crisi economica a preoccupare, nella Striscia vivono 2 milioni di persone, oltre 1 milione dipende per vivere dagli aiuti Onu. "In passato la povertà non ha mai raggiunto il livello della fame - dice Samir Zagout, vicedirettore del Centro Al Mezan per i diritti umani - oggi non posso più dirlo: a Gaza siamo sicuramente alla fame".

I LEADER, i funzionari e gli attivisti di Hamas hanno deliberatamente propagandato fake news: le proteste sono spinte dall'esterno, "controllate da Israele e l'intelligence dell'Anp" per far cadere la "resistenza palestinese". I manifestanti sono stati bollati come suicidi, drogati, traditori e i "loro complici delle Ong per i diritti umani" come "spie pagate dal nemico". Non è la prima volta che a Gaza si protesta contro il carovita e la crisi economica che lascia a casa il 56% della forza lavoro (il 70% degli abitanti di Gaza ha meno di 18 anni), e coloro che uno stipendio ce l'avrebbero lo prendono a rate perché le casse delle banche sono vuote. Ufficialmente i 15 milioni di dollari al mese mandati dal Qatar come aiuto umanitario - di cui Israele consente il passaggio - non è chiaro che fine facciano, certamente Hamas paga prima i suoi uomini e poi i dipendenti pubblici. La natura della protesta è la prova delle crepe nel regime e Hamas ha timore che il suo potere stia gradualmente svanendo. Il gruppo islamista non è del tutto sicuro che dopo la dura repressione sarà ancora in grado di arruolare le masse per le marce di protesta che si svolgono da 40 settimane ogni venerdì lungo la barriera di confine con Israele. L'invito via web a tutti i sostenitori di We Want to Live è di disertare le proteste contro Israele il venerdì lungo il confine e lasciare soltanto gli attivisti di Hamas a vedersela con l'IDF. Il paradosso di Gaza è che in altre circostanze, Israele sarebbe soddisfatto di questa situazione e la vedrebbe come una prova del successo del blocco che potrebbe portare alla caduta degli islamisti. La crisi che Hamas sta vivendo preoccupa invece Israele e il suo premier Benjamin Netanyahu. C'è bisogno di un partner che si assuma la responsabilità di gestire la Striscia, fermare una disintegrazione che potrebbe portare a un conflitto armato su larga scala alla vigilia delle elezioni con il caos di milizie che si contendono queste sabbie. All'improvviso si scopre che gli scontri alla barriera di Gaza ogni venerdì rappresentano una minaccia marginale, rispetto al rischio di default del governo di Hamas e le sue conseguenze.
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Re: Striscia di Gaza e i nazi razzisti islamici

Messaggioda Berto » sab nov 30, 2019 5:39 pm

Il nuovo governo di Israele dovrà decidere cosa fare di Gaza
Maurizia De Groot Vos· Novembre 30, 2019·

https://www.rightsreporter.org/il-nuovo ... x3dzx2kbUk

Continuano le provocazione dalla Striscia di Gaza. Ieri sera intorno alle 23:00 le sirene hanno suonato nella zona di Ashkelon e nei kibbutzim di Karmia e Zikim vicino al confine con la Striscia di Gaza.

Il lancio di un razzo e probabilmente anche di alcuni colpi di mortaio dalla Striscia hanno fatto scattare il sistema di allarme e hanno innescato il sistema di difesa Iron Dome che ha lanciato uno dei vettori.

Due ore dopo per risposta i caccia israeliani hanno colpito e distrutto un compound di Hamas e altri obiettivi terroristici a Gaza.

Sembra di essere in un loop infinito che però continua a tenere milioni di abitanti del sud di Israele continuamente sotto pressione mettendo non solo a rischio le vite dei civili ma interrompendo spesso scuole e attività commerciali.

Il nuovo governo di Israele, qualunque esso sia, non potrà certamente permettere ancora che la popolazione del sud di Israele sia ostaggio di Hamas o della Jihad Islamica dopo anni che gli attacchi si ripetono in modo pressoché ciclico.

Attacchi e risposte alle quali seguono regolarmente dichiarazioni minacciose da ambo le parti in quella che ormai è diventata la “normalità” e non l’eccezionalità.

Prima o poi a Gerusalemme dovranno decidere cosa fare di Gaza vista l’impossibilità reale di contrattare una tregua di lungo periodo e comunque di programmare un futuro per la Striscia di Gaza con Hamas e gli altri gruppi terroristici che infestano l’enclave araba.

Nella recente campagna elettorale (sperando che non ce ne sia una terza) la questione di Gaza così come la questione palestinese, sono state poste decisamente in secondo piano dimenticando però che il problema riguarda centinaia di migliaia di abitanti del sud di Israele.

Dopo l’ultima escalation con la Jihad Islamica seguita all’uccisione di Bahaa Abu al-Atta si credeva che il problema sarebbe prepotentemente tornato alla ribalta e messo in primo piano nell’agenda della politica israeliana.

Questo purtroppo non solo non è successo, ma il pericolo reale rappresentato dalle centinaia di missili in possesso di Hamas e della Jihad Islamica (armata e finanziata dall’Iran) non è riuscito nemmeno a compattare la politica israeliana lasciando il Paese con un Governo provvisorio che non è in grado di prendere quelle decisioni che sarebbero necessarie.

Ma la vera domanda è: esiste qualcuno che ha un vero piano per Gaza? Esiste da qualche parte una proposta definitiva o anche solo un teorema per risolvere la questione in maniera definitiva?

Non possiamo più lasciare 1,5 milioni di cittadini israeliani alla mercé delle alzate di ingegno di Hamas o della Jihad Islamica che prende ordini direttamente da Teheran. Una soluzione definitiva per Gaza deve tornare ad essere la priorità per il nuovo governo, a prescindere dal fronte nord e da tutte le minacce che incombono su Israele.
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