Mussulmani dementi che uccidono gridando Allahu Akbar

Musulmani ensemenii ke łi copa sigando "Alà lè el pì grando"

Messaggioda Berto » gio ago 11, 2016 4:36 am

Sul “fascismo islamico” si consuma il nuovo tradimento dei chierici
Intervista ad Abdel-Samad, politologo egiziano sotto scorta in Germania. Il suo libro è proibito in Francia. “Gli intellettuali non vogliono sporcarsi le mani con l’islam. Per gli applausi bisogna attaccare America e Israele”
di Giulio Meotti | 10 Agosto 2016

http://www.ilfoglio.it/esteri/2016/08/1 ... e_c175.htm

Intervista ad Abdel-Samad, politologo egiziano sotto scorta in Germania. Il suo libro è proibito in Francia. “Gli intellettuali non vogliono sporcarsi le mani con l’islam. Per gli applausi bisogna attaccare America e Israele" – di Giulio Meotti

https://de.wikipedia.org/wiki/Hamed_Abdel-Samad

Hamed Abdel Samad - On Islamic Fascism
https://www.youtube.com/watch?v=zkJGD4bMw8o

Hamed Abdel-Samad bei Maischberger: Feindbild Islam - Wird der Hass geschürt?
https://www.youtube.com/watch?v=m_eBnWZ-8js


"La radice dell'Islam è fascista E i moderati musulmani non esistono"
Le tesi controverse del politologo egiziano che vive sotto scorta Hamed Abdel-Samad. "L’estremismo risale a Maometto, ma non ogni musulmano è un Corano su due gambe e ancor meno un killer"
di Stefano Vastano
16 gennaio 2015
http://espresso.repubblica.it/plus/arti ... o-1.195198

La carneficina a Parigi è il nostro 11 settembre e i terroristi che l’hanno eseguita l’incarnazione del “fascismo islamico”, una deriva che sin dagli inizi fa parte dell’islam... Parla Hamed Abdel-Samad, 42 anni, politologo e storico tedesco nato al Cairo. Non nuovo a tesi estreme e controverse sul fondamentalismo, espresse anche recentemente nel saggio dal titolo “Il fascismo islamico”, Abdel-Samad, figlio di un imam sunnita, è stato oggetto di una fatwa dell’università Al-Azhar del Cairo. E condannato a morte dal gruppo terrorista egiziano Al-Jamaa Al-Islamiya. In Germania, dove abita dal 1995, vive sotto scorta. Nonostante le minacce, rilancia le sue accuse in questa intervista con “l’Espresso”: «L’islam moderato non esiste. Dai tempi di Maometto l’islamista aspira alla teocrazia, lo Stato con Dio come sovrano. Dobbiamo vigiliare affinché la cultura islamo-fascista non pervada la società europea».

Hamed Abdel-Samad, partiamo dagli attentati di Parigi. Qual è stata la sua reazione?
«Uno choc. E questo 11/9 europeo si è verificato a Parigi, culla della rivoluzione e di Voltaire, padre dell’illuminismo. Sono queste due conquiste dell’Occidente, la critica ad ogni dogmatismo e i diritti dell’uomo, il bersaglio che i killer hanno voluto colpire. Non hanno agito a caso, ma eseguendo un preciso comandamento religioso: chi offende il Profeta deve essere punito. Certo, oggi la maggior parte dei musulmani non esige più la vita dell’infedele, ma che il Profeta non sia criticabile né dileggiato in vignette è un dogma. Ripeto, non ogni musulmano è un Corano su due gambe e ancor meno un killer. Solo certi demagoghi di destra diffondono questi cliché. Ma se esistono differenze tra musulmani è anche evidente che non c’è una vera differenza tra l’islam e l’islamismo. È la religione che, sin dalle origini, spinge all’intolleranza. Da qui alla esecuzione fascista a Parigi il passo è breve».

Lei insiste col termine fascista.
«L’odio con cui i terroristi hanno liquidato le vittime, sentendosi autorizzati da al Qaeda o persino da Allah, è uno dei primi elementi che accomuna l’islamismo al fascismo. Noi musulmani per primi siamo chiamati a cogliere la continuità tra islam, islamismo e fascismo. Altrimenti è difficile spiegarsi i successi del cosiddetto Stato islamico. Il Califfato è la sintesi perfetta tra boss della criminalità organizzata al vertice e giovani che s’immolano per la teocrazia. Lo Stato Islamico è il gruppo che porta alle estreme conseguenze la malattia originaria dell’islam».

Quale malattia?
«Quel che attira i giovani musulmani, europei e no, nelle file dell’Is è la sacralizzazione della violenza. Solo se sei pronto a credere che tagliando la testa all’ infedele stai obbedendo a un ordine divino puoi giubilare su Internet, “Allah Akbar”. Per quei killer le dosi di violenza sono la droga con cui liberarsi dal peso della civiltà e riportare l’orologio della storia al VII secolo, ai tempi di Maometto. La furia con cui i terroristi liquidano le minoranze religiose, schiavizzano donne e bambini, è uno dei lati più razzisti e fascisti del Califfato».

Nel suo libro ricostruisce i paralleli tra i fascismi degli anni Venti e i primi movimenti islamisti come i Fratelli musulmani.
«La prima guerra mondiale portò al crollo degli imperi austro-ungarico e ottomano. Al tramonto degli imperi non seguì solo, in Europa, la nascita dei fascismi, ma anche dei fondamentalismi nei territori dell’ex-impero ottomano. I due radicalismi, fascismo e islamismo, hanno sempre fatto leva su una matrice emotiva. Hanno adescato le masse insistendo sul sentimento di esser stati trattati male dalla storia. È su questi miti che entrambi i movimenti fondano la pretesa di soggiogare il mondo una volta liquidati i nemici».

Per fascisti e nazisti i primi da liquidare erano comunisti ed ebrei. E per gli islamisti?
«I nemici dichiarati sono tre: gli Usa, i valori dell’occidente e Israele».

Su cosa basa la tesi per cui “sin dalle origini nell’Islam vi sono elementi fascistoidi”?
«Sui 14 elementi che, secondo Umberto Eco, caratterizzano l’Ur-fascismo o fascismo eterno. Molti di questi - dal culto del profeta all’idea che la verità sia una e assoluta - li ritroviamo agli albori dell’islam. Con altri tratti fascistoidi come la glorificazione della violenza o la visione manichea del mondo. Comune è anche la percezione della lotta: fascisti e islamisti non lottano per vivere, ma vivono per lottare e nulla li accomuna più dell’estetica della morte. Trasformandosi in martire l’islamista è in una situazione win-win: se muore si avvicina a Dio e riceve in paradiso 72 vergini».

Procedendo con la similitudine, anche il fascismo è una teologia politica?
«Che il fascismo, dal culto del Dux al rifiuto dell’illuminismo e della modernità, sia un movimento religioso non è una novità. Il primo movimento fascista in Europa, l’Action française, nasce nell’alveo della Chiesa e punta a restaurarne il potere. Non è un caso se Mussolini giunge al potere nel 1922 in un Paese di tradizione cattolica».

Qual era il sogno di Hassan al-Banna quando, nel 1928, fondò i Fratelli musulmani?
«Lo stesso di Mussolini. Del Duce ammirava lo stile. Nel suo saggio “Il Signor Mussolini spiega un principio dell’Islam” scrisse però che il militarismo non è un’invenzione del Duce, ma del Profeta».

Quindi la “guerra santa” è implicita nella vita e versi del Profeta?
«Esattamente. E il programma di al-Banna è rifondare il Califfato riconducendo la comunità islamica alle glorie passate. Un’utopia sposata dallo Stato islamico».

Quel programma vale ancora oggi?
«L’utopia di Mohamed Morsi, ex presidente egiziano, è la stessa dei fondatori del movimento come al-Banna o Sayyed Qutb. Identica la scelta del terrorismo: al-Banna organizzò milizie che indossavano camicie brune, come le “SA”di Hitler».

Nel paragone non teme di relativizzare gli orrori del nazismo?
«Confronto le utopie, operazione necessaria per capire i milioni di morti delle guerre tra sunniti e sciiti o i 42mila attentati degli ultimi 15 anni».

Storicamente, quali furono i rapporti tra Fratelli musulmani e nazismo?
«Il movimento di Al-Banna si fece megafono, insieme a Amin al Husseini, il Muftì di Gerusalemme, della propaganda antisemita. Si arrivò alla formazione di battaglioni islamici nelle Waffen SS, con il teschio sul Fez e la scimitarra islamica sul colletto. Una delle più tristi verità è che “Mein Kampf”di Hitler e “I Protocolli dei savi di Sion” (il falso di propaganda antisemita, ndr) sono stati dei best-seller nel mondo arabo».

Ha senso confrontare la cultura islamica con un’ideologia del Novecento?
«Capisco i dubbi. Ma l’idea del Jihad è del Profeta. È stato Maometto a guidare guerre di conquiste proclamando la missione dell’islam. Oggi i combattenti dello Stato islamico si richiamano ad Abu Bakr, il primo Califfo che dopo la morte di Maometto riunì l’islam conducendo le più spietate guerre contro gli apostati».

Per lo scrittore franco-tunisino Abdelwahab Meddeb il Profeta è “un Napoleone arabo”...
«Bella immagine. Peccato che dopo i trionfi delle origini il mondo islamico si sia chiuso per secoli nel “veleno del risentimento”, per dirla con Nietzsche».

La terapia d’urto di Nietzsche era l’affermazione “Dio è morto“. Può servire?
«A Nietzsche aggiungerei la cura kantiana del “Sapere aude”, del coraggio di servirsi della ragione per curare la piaga dell’islamismo. Se sei musulmano serve a poco distanziarsi dal Califfo se poi non critichi il nucleo dell’islamismo. Che è il Corano letto non come un testo, ma come verità assoluta. Le norme della Sharia valide per tutti gli uomini, tempi e Paesi. I 23 anni di carriera politica del Profeta visti come utopia. Se non riusciamo a illuminare con la ragione questi nuclei, l’islam continuerà a generare islamismi e killer fascistoidi».

Per lo storico Dan Diner alla società islamica è mancato Dante Alighieri, un poeta che scriva una “Comedia“ in volgare...
«Ha ragione. Ho sempre creduto che per noi arabi sia un vanto leggere in originale testi di 15 secoli fa. Ma la lingua congelata è il nostro vero ritardo. E chi controlla il Corano controlla, con la lingua, la mente della gente».

Questo spiegherebbe perché anche le primavere arabe sono fallite.
«La primavera non è fiorita perché la gente è rinchiusa in una cipolla autoritaria. La prima pelle è quella dei Mubarak, Assad, dei Boss di clan dinastici. Abbatti loro, ecco spuntare i generali. Ma il cuore è il Corano, e a questo nessuno osa avvicinarsi».

Non teme di essere ucciso da killer islamici?
«Se avessi paura non avrei scritto il mio libro. Non voglio diventare un martire, ma vivere in una società libera e non in una mafiosa. Islamismo è mafia e la mia, come quella di Roberto Saviano, è una battaglia contro le cosche mafiose islamiste».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » mer ago 24, 2016 7:06 pm

Uccisa al grido di “Allah Akbar”: arrestato 29enne francese
Alessia Cornali
24 agosto 2016

http://velvetnews.it/2016/08/24/turista ... n-francese

La 21enne è stata accoltellata in un ostello a nord del Queensland al grido di “Allah Akbar”, l’aggressore è stato fermato.

Una giovane turista inglese è stata uccisa, un suo connazionale di 30 anni è rimasto ferito: tutto al grido di “Allah Akbar” Accade in Australia, a Home Hill, una cittadina del Queensland. I giovani sono stati attaccati da un francese di 29 anni munito di visto turistico. L’attacco è avvenuto alle 23.15 (ora locale) in un ostello della gioventù per quello che la polizia del Queensland descrive come “un atto di violenza insensato”. Il vice commissario della polizia del Queensland, Steve Gollschewski, durante la conferenza stampa ha affermato: “Sembra che l’uomo abbia agito da solo”. Le forze dell’ordine hanno però sottolineato che il killer non ha legami noti con gruppi radicali.

La vittima è Mia Ayliffe Chung, una ragazza in visita in Australia, l’aggressore un francese che era già stato arrestato, come riporta il quotidiano britannico The Telegraph. Ferito in modo più lieve anche un australiano di 46 anni, intervenuto per difendere i turisti dall’assalitore. “Le prime indagini indicano elementi di natura estremista”: il grido “Allah Akbar” dell’uomo è stato confermato anche dalle registrazioni delle telecamere poste sugli elmetti degli agenti accorsi sul luogo del delitto. Durante il blitz della polizia l’uomo è stato ferito e si trova ora ricoverato in ospedale e guardato a vista dalla polizia.

L’aggressione è solo l’ultima di una lunga serie: in Virginia, per esempio, Sabato sera, allo stesso grido di “Allah akbar”, un uomo ha accoltellato due passanti. L’aggressore, subito identificato, sarebbe Wasil Farooqui, 20enne nato negli Stati Uniti. Appena arrestato ha chiesto di essere medicato nello stesso ospedale in cui erano stato portate le vittime, mostrando evidenti segni di squilibrio mentale. L’attacco, verificatosi in un complesso di appartamenti della contea di Roanoke, è al vaglio degli investigatori per trovare eventuali connessioni con gruppi terroristici.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » ven ago 26, 2016 9:12 am

Belgio, grida "Allah u Akbar" e colpisce due poliziotte
Nuccia De Lellis
Ven, Agosto 19, 2016

http://primapaginaitaly.com/2016/08/bel ... poliziotte

Poco più di quattro mesi dopo gli attentati che insanguinarono Bruxelles, il Belgio a Charleroi rivive l'incubo del terrorismo.

Due poliziotte sono state colpite da un uomo armato di machete a Charleroi, in Belgio. La polizia ha transennato la zona dell'attacco. L'attentatore è stato colpito con almeno nove colpi di pistola ed è morto in sala operatoria. Tutto il mio sostegno ai due poliziotti feriti, ai loro colleghi e alle famiglie. Fuori pericolo le due agenti ferite.

Anche questa volta è stata immediata la reazione delle istituzioni, che parlano di "connotazione terrorista".

Anche il vicepremier e ministro della Sicurezza e dell'Interno belga, Jan Jambon si è pronunciato sull'attacco: "Un atto ignobile a Charleroi".

Per motivi di intelligence, non è stato ancora resa nota l'identità dell'assalitore.

L'Isis ha rivendicato l'attacco di ieri a Charleroi attraverso la sua agenzia Amaq: "Una fonte interna ha confermato all'agenzia che l'attacco di ieri a Charleroi, in Belgio, è stato effettuato da uno dei soldati dello Stato islamico", si legge sull'agenzia diffusa da diversi media su twitter.L'attacco di Charleroi, si legge nel testo diffuso dall'agenzia Amaq, è stato compiuto "in risposta agli appelli a colpire i cittadini dei Paesi che appartengono alla coalizione crociata".L'autore dell'attacco con machete a Charleroi è un algerino di 33 anni, K.B., che soggiorna in Belgio dal 2012 e noto alla polizia solo per criminalità comune, non per terrorismo: lo ha indicato la procura federale in un comunicato.

Ha gridato "Allah u Akbar" e poi ha aggredito due poliziotte in Belgio, colpendole con un Machete. Secondo quanto riferito da RTL un terzo poliziotto ha sparato contro l'aggressore, ferendolo in modo grave. Una delle agenti ha riportato lesioni profonde al volto.

Convocato d'urgenza dal ministro dell'Interno l'Ocam, l'organo antiterrorismo, si è riunito subito dopo per valutare le nuove informazioni e fare il punto sull'allerta che, dagli attentati di marzo, resta comunque a livello 3 su 4. "Dalle prime indicazioni emerge una pista terroristica - ha spiegato ancora Michel -".
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Messaggioda Berto » sab set 10, 2016 9:13 pm

"Allahu Akbar". Poi l'assalto: poliziotti aggrediti col machete in Serbia
Come a Charleroi, un salafita ha attaccato alcuni poliziotti in Serbia. L'urlo "Allahu Akbar", poi l'attacco con un machete
Giovanni Giacalone - Sab, 10/09/2016

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/all ... tect=false

Attentato con machete al grido "Allahu Akbar". È accaduto venerdì a Raska, città della Serbia meridionale vicina al confine col Kosovo e con il Sangiaccato.

L’attentatore, identificato come Bojan Nikolic, un salafita della zona, ha aggredito alcuni agenti all'interno della stazione di polizia con il machete e al grido "Allah è grande". L’uomo è poi fuggito per correre a casa dove si è barricato.

All'arrivo degli agenti, Nikolic ha nuovamente tentato di scagliarvisi contro, rimanendo ferito a una gamba da un colpo sparato dai poliziotti. Fonti locali rendono noto che dopo l’arresto l’uomo è stato ricoverato all’ospedali di Novi Pazar. Bojan Nikolic era già noto alle autorità locali per precedenti reati tra cui attacchi ad agenti di polizia e disturbo della quiete pubblica; da una decina d’anni si era convertito al salafismo.

L’episodio è del tutto simile a quello avvenuto a Charleroi lo scorso 6 agosto, quando due agenti di polizia erano state ferite in un’aggressione con machete da un uomo sempre al grido Allahu Akbar che era poi stato ferito da un terzo agente e immediatamente arrestato. L’attacco era stato rivendicato il giorno successivo dall’Isis tramite la sua agenzia di stampa “Amaq”.

Ad agosto a Mosca due agenti di polizia erano stati feriti da due terroristi ceceni armati di accette mentre un altro agente era stato accoltellato a Tolosa il 30 dello stesso mese.

Gli attacchi individuali, spontanei (che non seguono una precisa catena di comando), messi in atto da lupi solitari con armi bianche fanno parte di una precisa strategia invocata dall’Isis per colpire i “miscredenti” a casa propria: “Condanniamo ogni musulmano che abbia la possibilità di versare una singola goccia di sangue crociato– e che non lo faccia con un ordigno esplosivo, un proiettile, un coltello, un’auto, una pietra o anche uno stivale o un pugno”, annunciava Muhammad al-Adnani a metà agosto scorso. L’ex portavoce dell’Isis è stato eliminato lo scorso 30 agosto in un raid aereo nei pressi di Aleppo.

Gli agenti di polizia sono un target prediletto dei jihadisti in quanto rappresentano le istituzioni e questo era già noto da tempo nel Caucaso settentrionale: Daghestan, Cecenia, Inguscezia e Kabardino-Balkaria, dove agenti di polizia sono da anni bersaglio del sottobosco jihadista legato all’Emirato del Caucaso e ora all’Isis. Una strategia che sta prendendo piede anche in Europa.
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Messaggioda Berto » dom set 18, 2016 10:15 am

Minnesota, prega Allah e attacca i passanti: orrore al centro commerciale
Nuovo attacco terroristico negli Stati Uniti. Un uomo ha ferito otto persone a coltellate al grido "Allahu akbar". È stato ucciso dalla polizia
Sergio Rame - Dom, 18/09/2016

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/min ... 07988.html

Un nuovo attacco terroristico lascia sgomenti gli amricani. Mentre New York viene dilaniata da una forte esplosione che ferisce 29 persone, Saint Cloud, città di 66mila abitanti nello stato del Minnesota, fa i conti con l'ennesimo lupo solitario che all'urlo "Allahu akbar" accoltella i passanti.

L'attacco è avvenuto la scorsa notte. Secondo l’account Twitter @TerrorEvents, che cita fonti della polizia locale, l'attentatore, che indossava una uniforme da guardia giurata di una società privata, avrebbe chiesto se nel centro commerciale "Crossroads" di Saint Cloud ci fossero musulmani. Poi, dopo aver inneggiato ad Allah, si è avventato sulle persone che si trovavano all'interno del centro commerciale. Ne ha ferite ben otto prima che le forze dell'ordine riuscissero a fermarlo sparandogli addosso e ammazzandolo.

"All'improvviso - racconta un testimone al Saint Cloud Times - abbiamo sentito dei rumori e abbiamo pensato che qualcuno fosse caduto su uno scaffale. Tutti hanno iniziato a correre, e abbiamo visto tutti venire nella nostra direzione". Gli otto feriti sono stati trasportati in ospedale. Nessuno di loro sarebbe in pericolo di vita. L'aggressore non le ha colpite a caso, ma prima di affondare il coltello chiedeva loro se fossero di fede islamica.
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Messaggioda Berto » ven set 30, 2016 9:06 pm

Vienna, lancia auto sulla folla al grido di "Allahu Akbar"
Un ventunenne di origini turche ha cercato di falciare i passanti nel centro di Vienna ieri mattina: per fortuna nessuno è rimasto ferito
Ivan Francese - Ven, 30/09/2016

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/vie ... 12900.html

Ieri mattina sono stati momenti di panico a Vienna, quando un ventunenne di origini turche ha cercato di investire i pedoni con la propria auto al grido di "Allahu Akbar".
Fortunatamente nessuno è stato colpito.

Erano circa le 11 del mattino, racconta il tabloid austriaco Krone, quando nel distrtto di Favoriten un uomo ha puntato la propria automobile contro i pedoni accellerando con il deliberato proposito di investirli. Per fortuna i presenti sono riusciti a farsi da parte senza riportare lesioni. "Al volante della sua Peugeot mirava direttamente ai passanti", spiega il portavoce della polizia di Vienna Thomas Keiblinger.

Secondo diversi testimoni l'uomo, abbassato il finestrino, avrebbe ripetutamente inneggiato al dio islamico. Sul sedile posteriore dell'auto è inoltre stata ritrovata una copia del Corano.

L'uomo è poi stato arrestato dalla polizia, ma per il momento non ha ancora voluto parlare, nonostante abbia continuato ad inneggiare ad Allah anche al momento del fermo.

Questa settimana un tribunale di Graz ha condannato all'ergastolo il ventisettenne conosciuto come Alen R. che a giugno aveva lanciato il proprio Suv contro la folla nelle strade della capitale della Stiria. All'epoca, dopo aver perso il controllo dell'auto, l'uomo si era avventato contro i pedoni con un coltello: il bilancio era stato di tre morti e oltre trenta feriti.

L'episodio di ieri, però, ha naturalmente richiamato alla memoria la strage di Nizza del 14 luglio, quando un terrorista islamico aveva lanciato un tir contro la folla assiepata sulla Promenade des Anglais per assistere ai festeggiamenti per l'anniversario della presa della Bastiglia.
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Messaggioda Berto » lun dic 19, 2016 9:24 pm

"Il video dell'uccisione dell'ambasciatore russo ad Ankara. Alcune fonti sostengono che l'assassino sia un ufficiale di polizia. Non ci crederete, ma colpisce al grido di Allahu Akbar."
Ascoltate.
https://www.facebook.com/67390272609196 ... 6202703951



Turchia, ambasciatore russo ad Ankara ucciso in attentato
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/e ... 50460.html

Una raffica di spari alle spalle, poi le urla inneggianti ad Allah: «Noi moriamo ad Aleppo, tu muori qui». L'ambasciatore russo in Turchia, Andrei Karlov, viene ucciso da almeno 8 colpi di pistola, sparati da un poliziotto turco di 22 anni, Mevlut Mert Altintas, durante l'inaugurazione di una mostra fotografica ad Ankara, dove era entrato mostrando il suo regolare tesserino di agente. Nella sparatoria, vengono ferite almeno altre 3 persone. Le forze speciali turche intervengono con un blitz, in cui il killer viene ucciso a sua volta.

Un clamoroso omicidio in diretta, davanti alle telecamere e agli occhi di decine di invitati, che rischia di avere pesanti ripercussioni sui rapporti tra Turchia e Russia, da poco ricuciti dopo l'abbattimento del jet di Mosca al confine siriano nel novembre 2015. Dopo l'agguato, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha subito chiamato il suo omologo russo Vladimir Putin. Ankara condanna il «vile atto terroristico». «Non permetteremo che questo attacco oscuri l'amicizia tra Turchia e Russia», assicura il ministero degli Esteri. Poco prima, confermando la morte dell'ambasciatore, Mosca aveva parlato di «un giorno tragico per la diplomazia russa».

Sono circa le 19 ad Ankara quando Karlov sta tenendo il suo discorso inaugurale alla mostra 'La Russia attraverso gli occhi dei turchì alla Galleria d'arte contemporanea nel centro di Ankara, uno dei primi eventi pubblici a cui aveva deciso di partecipare dopo la normalizzazione dei rapporti diplomatici. Giacca e cravatta nere, impeccabile camicia bianca, il killer tira improvvisamente fuori la pistola e comincia a sparare. Nella sala è il panico, i presenti si danno alla fuga. «Non dimenticatevi di Aleppo, non dimenticatevi della Siria», urla Altintas, diplomatosi nel 2014 all'accademica di polizia Rustu Unsal di Smirne e da allora in servizio nei reparti antisommossa. Il blitz delle teste di cuoio non gli lascia scampo. Ma per la credibilità della sicurezza turca è un colpo letale.

Le ipotesi sono molte, dal lupo solitario all'agguato pianificato da una cellula estremista all'interno delle stesse forze di sicurezza, lo 'Stato profondò spesso evocato in Turchia. Si indaga anche su un possibile 'sabotaggiò della presunta rete golpista di Fethullah Gulen. Ma il giovane poliziotto era ancora in servizio, nonostante le purghe di migliaia di agenti dopo il fallito colpo di stato. L'attentato è giunto dopo giorni di proteste di massa ad Ankara e Istanbul contro le rappresentanze diplomatiche di Russia e Iran, accusate dai manifestanti anche di essere responsabili della mancata evacuazione di civili nei giorni scorsi da Aleppo est. Sposato con un figlio, il 62enne Karlov era un diplomatico di carriera, alla guida dell'ambasciata ad Ankara dal luglio 2013. La sua tragica morte rischia anche di complicare la già fragile tregua ad Aleppo. Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha appreso dell'omicidio mentre era in volo proprio per Mosca, dove domani è in programma un vertice trilaterale sulla Siria tra Russia, Turchia e Iran.
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Messaggioda Berto » mer dic 21, 2016 8:16 pm

Islamico irrompe alla festa di Natale e indottrina i bimbi col Corano
Un richiedente asilo somalo sale sul palco di una festa di Natale in Svizzera per predicare l'islam. Bloccato dai genitori, è stato arrestato dalla polizia locale
Claudio Cartaldo - Mer, 21/12/2016 - 10:26

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/isl ... 44754.html

L'irruzione di un islamico durante una festa per l'Avvento di una scuola materna ha scosso la comunità di Oberdorf vicino a Schwanenstadt, in Svizzera.

Domenica sera i bambini insieme ai genitori stavano festeggiando il Natale con la classica rappresentazione natalizia, quando un uomo - "in evidente stato confusionale" -, vestito con gli abiti islamici e armato con il Corano ha bloccato tutto e urlato "Allah" (guarda il video).

A riportare i fatti, pubblicando anche un video dell'irruzione, è stato il quotidiano austriaco "Heute". Nelle immagini si vede un giovane immigrato con uno zaino e una busta di plastica in mano salire sul palco della scuola materna di fianco ai bambini. A quel punto ha chiesto silenzio nella sala, ha cacciato i bimbi dal palco ed ha iniziato a predicare e a gridare "Allahu Akbar". L'uomo, un 24enne richiedente asilo somalo, vestiva con l'abito tradizionale islamico e non era mai stato visto nella zona. Alcuni uomini sono saliti sul palco per bloccare una predicazione che, durante una festa per il Natale cristiano, sembrava più che inopprtuna.

Un testimone ha detto: "I bambini erano totalmente pietrificati, siamo stati terribilmente in ansia per i nostri figli". Alcuni genitori sono allora saliti sul palco per bloccare il somalo e trattenerlo fino all'arrivo della polizia. A confermare la notizia è stato anche il sindaco della comunità, Rupert Imlinger. Una delle madri ha aggiunto: "Ero terrorizzata per nostra figlia, non si sa mai quello che una persona del genere potrebbe fare". Dopo l'arrivo delle forze dell'ordine il migrante è stato arrestato e tradotto in carcere per maggiori indagini. Nello zaino aveva solo dei vestiti.
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Messaggioda Berto » ven dic 23, 2016 1:12 pm

L'attentatore di Berlino Anis Amri ucciso a Sesto: ha urlato "Allah Akbar"
Era appena arrivato in treno dalla Francia. Ha sparato agli agenti non appena gli hanno chiesto i documenti. Un agente è rimasto ferito a una spalla
di CARLO BONINI, MASSIMO PISA e FRANCO VANNI
23 dicembre 2016

http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... -154711759

L'hanno identificato dalle impronte digitali e dalla misura del volto: Anis Amri, l'attentatore di Berlino era in Italia, a Sesto San Giovanni. Che si tratti di lui, "senza ombra di dubbio", lo dice il ministro dell'Interno Marco Minniti, lo dicono, prima di lui, gli esperti dell'antiterrorismo della digos di Milano. Armi cercava un nascondiglio? Aveva una rete? A queste domande dovranno rispondere ora gli esperti dell'antiterrorismo italiani. "La cosa può portare anche a sviluppi futuri" aggiunge, infatti, il ministro.

In treno dalla Francia. Di certo Amri era arrivato in treno dalla Francia ma, appena uscito dalla stazione ferroviaria, è incappato in un controllo di polizia. Quando l'hanno fermato ha urlato "Allah Akbar" poi ha sparato contro gli agenti: ne ha colpito uno alla spalla. Loro hanno risposto: lui è morto sul colpo.

Il film delle ultime ore. Il riconoscimento del cadavere è avvenuto grazie ai dati della misura del volto e al successivo rilievo delle impronte digitali. In tasca aveva alcuni biglietti delle ferrovie francesi, che hanno consentito di ricostruire il tragitto che aveva compiuto. L'uomo in treno aveva viaggiato da Chambery, in Savoia, fino a Torino. Da lì aveva raggiunto la stazione Centrale di Milano dove è arrivato all'una di notte. Infine, dalla stazione Centrale si è spostato a Sesto, dove intorno alle tre di notte ha incrociato gli agenti in pattuglia del commissariato locale.

La pistola. Gli investigatori lavorano ora per capire se la pistola di cui l'uomo era in possesso fosse la medesima utilizzata per rubare il camion con cui è stato compiuto l'attentato di Berlino. Sulla sparatoria di Sesto San Giovanni - per competenza territoriale - ha acquisito notizia di reato la procura di Monza, che nelle prossime ore però trasferire gli atti a chi indaga sulla presenza in Italia del terrorista, prima e dopo l'attentato di Berlino.

Il ministro: "L'Italia sia orgogliosa". In Italia esiste un "livello elevato di controllo del territorio che consente, nell'imminenza dell'ingresso di un uomo in fuga perchè ricercato, di identificarlo e neutralizzarlo. Questo vuol dire che c'è un sistema di sicurezza che funziona. L'Italia sia orgogliosa".

La sparatoria. Le tre di notte in piazza I Maggio, zona stazione. Una volante del commissariato viene inviata dopo una chiamata: qualcuno ha udito degli spari. I poliziotti arrivano e trovano un uomo, un maghrebino. E' a piedi, solo. Alla richiesta del capopattuglia di far vedere i documenti, estrae una pistola calibro 22 dallo zaino e spara, poi si nasconde dietro un'auto. Gli agenti rispondono al fuoco, sarebbe un colpo partito dalla pistola dell'autista a ucciderlo.



"Sei cristiano, ti taglio la testa" Le minacce di Anis in carcere
A Berlino è ancora caccia all'uomo. Anis Amri, il tunisino ricercato per la strage al mercatino di Natale, è ancora "armato" e a piede libero
Franco Grilli - Gio, 22/12/2016

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 45376.html

Sul suo passato continuano ad emergere alcuni particolari inquietanti, soprattutto sulla sua reclusione in Italia durata 4 anni. E un episodio particolare emerge da un racconto di un detenuto nel carcere di Agrigento che avrebbe subito alcune minacce dal tunisino durante la sua permanenza in cella. "Ti taglio la testa", avrebbe detto Anis nel 2014 al suo compagno di cella cristiano. E questo episodio ha portato il Dap a segnalare Amri al Casa, l Comitato analisi strategica antiterrorismo, comportamenti sospetti tenuti durante la detenzione in Italia dall'uomo attualmente ricercato per l'attentato a Berlino. Come riporta Repubblica, nel penitenziario di Agrigento, un detenuto avrebbe raccontato di essere stato inseguito da Anis con la minaccia di tagliargli la testa perché cristiano. E così da quel momento, dopo quelle terribili minacce, Amri sarebe stato attenzionato dal Dap. Poi dopo la scarcerazione al termine dei 4 anni di Anis si sono perse le tracce e qui sarebbe scattata la fuga in Germania dove avrebbe chiesto asilo. Domanda poi rifiutata dalle autorità tedesche la scorsa estate. Adesso Anis Amri è l'uomo più ricercato d'Europa e su di lui pende l'accusa di essere l'autore della terribile strage che ha insanguinato il Natale di Berlino.



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Messaggioda Berto » mar gen 17, 2017 7:06 pm

Sfregio in chiesa: "Allah è grande"
La frase incisa sulla porta del Sacro Cuore di Bellaria e sull’auto del prete
16 gennaio 2017

http://www.ilrestodelcarlino.it/rimini/ ... -1.2819427

Rimini, 16 gennaio 2017 - «Allah è grande». È la scritta trovata incisa l’altra sera sulla porta della chiesa del Sacro Cuore in via Pascoli, a Igea Marina. Con la stessa frase hanno sfregiato anche l’auto del parroco. I carabinieri della Stazione di Bellaria stanno svolgendo le indagini, ma per il momento l’ipotesi più accreditata non è quella dello sfregio religioso, ma di una bravata.

Don Giorgio Budellini e don Claudio Comanducci, i sacerdoti che reggono la parrocchia, si sono accorti l’altra sera di quello che era accaduto. Sulla porta della chiesa qualcuno aveva inciso, quasi certamente con un chiodo, la frase «Allah è grande» con un paio di errori di scrittura. La stessa cosa era stata fatta sul cofano della macchina di don Claudio, una Fiat Panda nuova che era parcheggiata fuori.

Soltanto ieri pomeriggio, i sacerdoti sono andati a fare denuncia in caserma. I carabinieri si sono attivati subito, cercando di scoprire se c’era stato qualche testimone che avesse visto qualcuno aggirarsi intorno alla chiesa e che potesse aiutarli a dare un volto all’ignoto vandalo, ma sembra che nessuno abbia visto niente. Ma gli indizi più importanti arriveranno sicuramente dalle telecamere mobili della zona, i cui filmati sono già stati sequestrati dagli investigatori. La speranza dei militari è che abbiano ripreso il colpevole abbastanza chiaramente da poterlo identificare.

Per ora si tende però a escludere che si tratti di uno sfregio religioso. Il primo a non crederci è proprio don Giorgio Budellini, il quale ha escluso categoricamente di avere mai ricevuto minacce o di avere avuto contrasti con extracomunitari. «Credo che si tratti solo della bravata di un ragazzino – dice don Giorgio – non c’è niente di cui preoccuparsi o di cui avere paura. Non abbiamo mai avuto problemi con profughi o immigrati».
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