Veło e Ixlam

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Messaggioda Berto » lun nov 23, 2015 10:21 am

Veło e Ixlam
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2008


Il vero velo di Dio per la donna è i suoi lunghi capelli, il Velo Vello e non certo l'orrida tela con cui le maomettane si coprono, nascondono e rinchiudono come in un sacco o una camicia di forza, una prigione soffocante di tessuto.
Il velo maomettano non è affatto una prescrizione divina ma solo una prescrizione umana che imprigiona e svilisce la donna, un elemento idolatra che viola i diritti umani quando viene imposta con la violenza, la costrizione e la minaccia anche religiosa.

Non vi è alcunché di spirituale nella copertura nascondimento del velo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Veło e Ixlam

Messaggioda Berto » lun nov 23, 2015 10:22 am

Xendal, veło, tagelmust, hijab
viewtopic.php?f=141&t=1776

Velo
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 0147022373


I nostri avi del pałeołetego no łi gheva el veło

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... lahari.jpg


Il velo non è una prescrizione divina come la pelle umana, senza la quale l'uomo morirebbe, il velo è soltanto un elemento del vestiario umano, vestiario che varia da popolo a popolo, da terra a terra, dalla preistoria alla storia, dai deserti ai monti, dal mare alle foreste. Dio non ha mai ordinato un vestito unico per tutti gli uomini della terra e per tutti i tempi a parte la pelle che oltre tutto varia di colore anch'essa come il cielo, l'acqua e la terra.
El veło no łè na prescrision divina come ła pełe omàna, ke sensa l'omo el moraria, el veło lè lomè n'ełemento on cào del vestiario omàn.
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Re: Veło e Ixlam

Messaggioda Berto » lun nov 23, 2015 10:22 am

Apostati e libertà nei paesi islamici
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 0147022373

Stop al velo islamico e all’hijab: il sito delle ex musulmane che lo hanno abbandonato
Hiba Krisht, 25enne originaria dell'Arabia Saudita ora residente negli Stati Uniti, ha aperto un tumblr per "celebrare i corpi che sono sempre stati additati come fonte di vergogna” nella religione islamica
di Stefania Prandi | 20 luglio 2014

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07 ... to/1065951

Da qualche giorno in rete si parla di The ex-hijabi fashion photo journal, un blog (o meglio, un tumblr) che raccoglie le storie e le foto di donne che hanno deciso di rifiutare la religione islamica. A dare il via all’iniziativa è stata Hiba Krisht, 25enne originaria dell’Arabia Saudita ora residente negli Stati Uniti, che ha chiesto alle donne ex-musulmane di condividere impressioni e immagini dei propri corpi “senza i vincoli del velo”.
L’intento della piattaforma, spiega la blogger, non è condannare la religione islamica, o di fare da sponda alle speculazioni di destra, fomentare sentimenti islamofobi – che stanno portano, in Inghilterra, ad un aumento dei casi di aggressione in particolare alle donne che sono più riconoscibili per via dell’abbigliamento – ma dare visibilità a chi la pensa in modo diverso. “L’idea di questo blog mi è venuta un giorno che ero in piscina con una mia amica ex velata – racconta Krisht a ilfattoquotidiano.it – Per noi l’esperienza del bagno in pubblico è sempre un po’ particolare perché è bello sentire il sole, il vento e l’acqua sulla pelle ma è anche strano mostrare i corpi che sono stati coperti così a lungo. Quel giorno, dopo avere nuotato, ci siamo fatte delle foto con i costumi e li abbiamo fatti circolare tra le amiche, discutendo dei colori e dei modelli. Io avevo un bikini rosso anni Cinquanta che esaltava la mia pelle ambrata e mi faceva sentire una Marylin Monroe araba. La mia amica, che indossava un costume intero con una bella scollatura, mi ha detto: non siamo uno schianto? Io allora ho pensato che ogni ragazza ex-velata avrebbe dovuto avere il diritto di sentire quella gioia che provavamo noi verso i nostri corpi. Così mi sono ripromessa di creare un blog per celebrare i corpi che sono sempre stati additati come fonte di vergogna”.

Krisht spiega di essersi allontanata dalla religione islamica perché non sopportava più il modo in cui veniva percepito il corpo femminile, come qualcosa da coprire, sempre sotto continuo esame. Con addosso il velo la blogger si sentiva ingabbiata, costretta a doversi adattare a convenzioni che le sembravano misogine e frustranti. “Non rinnego però la mia appartenenza e per questo mi definisco un’atea musulmana, dato che la mia origine culturale è inestricabilmente connessa alle pratiche e alle tradizioni islamiche”.
Per ora sul blog sono state pubblicate una quindicina di storie e altre sono in lavorazione. Tra le varie testimonianze c’è quella di Atiyah, 40 anni, nata a vissuta a Detroit in una famiglia di religione islamica liberale. “Da adolescente sono stata io a diventare radicale, a volere indossare il velo e pregare molto. Poi però ho cambiato idea. Mi definisco una apostata primitiva perché dopo avere disimparato i dettami religiosi e le relative superstizioni mi sono resa conto di cosa mi perdevo quando pensavo che per tutto ci fosse una risposta già pronta”. Sam, che fa parte di un gruppo chiamato Exmna (Ex musulmane del Nord America), racconta di un’adolescenza di osservanza dei dettami religiosi influenzata anche dai gruppi islamici online. Poi è arrivata la messa in discussione che l’ha portata a togliersi il velo anche se il percorso verso la nuova identità ha richiesto molto più tempo.
Tra le storie c’è anche quella di un uomo: Mazen, che vive in Libano e che grazie al trumblr The ex-hijabi photo journal ha iniziato a riflettere sulla cultura che lo circonda e sulle drastiche differenze su come i corpi femminili e maschili vengono percepiti. Alla domanda se sono arrivate delle minacce per le storie pubblicate, Krisht preferisce non rispondere. “E’ una domanda che non mi piace. Fa parte di quella retorica che prevede che ogni volta che un’ex musulmana cerca di esprimere un pensiero libero c’è qualcuno pronto a fargliela pagare. Quando la sento mi chiedo: pensate davvero di conoscere le persone che mi stanno intorno, la mia famiglia, la mia nazione? E credete forse che io non abbia messo in conto una possibile reazione? Se lo sto facendo è perché ritengo che sia importante pur sapendo che ci sono dei rischi e degli inconvenienti. Ma, come ho scritto in un post, non ho scambiato il mio hijab per un giubbotto antiproiettile”.

http://exhijabifashion.tumblr.com
http://www.theexmuslim.com/2014/06/16/j ... photo-blog
http://freethoughtblogs.com/heinous/201 ... -privilege

Done ke łe ga xbandonà l'Ixlam e ke łe se ga xvełà

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... /04/15.jpg
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Re: Veło e Ixlam

Messaggioda Berto » mar nov 24, 2015 9:42 pm

Ticino, burqa vietato per legge.
Multe fino a 10.000 franchi. Il magnate algerino: «Le pago tutte io»
Via libera del parlamento cantonale dopo il referendum popolare votato quasi due anni fa
Martedì 24 novembre 2015

http://www.laprovinciadicomo.it/stories ... 1153170_11

In un Palazzo blindato, con tanto di metal detector e controlli serrati agli ingressi (elevato anche in Ticino il livello di allerta dopo gli attentati di Parigi), il Parlamento ticinese ha imboccato la strada del via libera definitivo alla legge anti-burqa. In sostanza nessuno potrà, nei luoghi pubblici, coprirsi il volto con burqa o niqab (il velo che lascia scoperti solo gli occhi) o qualsiasi altro tipo di indumento, pena il pagamento di una multa variabile tra i 100 e i 10.000 franchi. La norma (chiamata legge sulla “dissimulazione del volto”) si applica ovviamente sia ai residenti che ai turisti, anche se questo aspetto ha suscitato qualche rimostranza dagli operatori del settore.
Il dibattito serrato, iniziato alle 17, si è chiuso nella serata di lunedì. Con alcuni distinguo e con alcune modifiche è dunque arrivata l’approvazione del provvedimento più atteso e discusso degli ultimi mesi oltreconfine. Tanto che da una legge si è passato a un doppio provvedimento, uno relativo all’ordine pubblico (che contempla ad esempio il fenomeno dell’accattonaggio) l’altro - come detto - sul burqa, entrambi portati avanti in aula dalla relatrice Natalia Ferrara Micocci (Partito Liberal Radicale Ticinese). Il Ticino è il primo cantone svizzero a dotarsi di una legge anti-burqa.
«Rispettando la volontà popolare, garantiremo l’entrata in vigore in tempi celeri. Annuncio già una data: il 1° aprile», ha affermato il consigliere di Stato, Norman Gobbi (Lega dei Ticinesi). Già, perché fatta la legge, ora c’è da attivare il regolamento applicativo. Il Parlamento ticinese vorrebbe affidare l’applicazione del provvedimento ai Comuni sul “modello francese”. Circostanza questa che ha creato parecchie frizioni in Parlamento. In molti hanno lamentato l’esiguità degli organici delle polizie comunali.
«Avanti tutta, senza guardare a ripercussioni sul turismo», ha spiegato Gabriele Pinoja (Udc). Il Ticino ha forti legami turistici con diversi Paesi del mondo arabo. Legami che - secondo alcune stime - varrebbero nel medio periodo circa 16 milioni di franchi (circa 15 milioni di euro). Non ha usato mezze misure Gianrico Corti (Partito Socialista): «Chiariamo bene chi deve intervenire per sanzionare chi non rispetta la legge. Non troviamoci nelle condizioni di avere poi situazioni equivoche». Diretto anche Fiorenzo Dadò (Partito Popolare Democratico): «I ticinesi si sono espressi nel settembre 2013 a favore di questa legge. Noi dobbiamo dare risposte concrete alla volontà popolare. In un anno e mezzo si poteva fare di più. E anche se qualche località lacustre è contraria, noi dobbiamo andare avanti». Chiaro, pur senza citarla, il riferimento a Lugano.
Intanto l’imprenditore franco-algerino Rachid Nekkaz ha affermato che è disposto a pagare tutte le multe che le autorità ticinesi infliggeranno alle donne che indossano il burqa, così come ha già fatto in paesi in cui un divieto simile è già stato introdotto, come in Belgio, Francia e Olanda. IL tutto all’indomani dell’approvazione della norma cantonale che pone il divieto di indossare in pubblico indumenti che coprano il viso.
Lo ha affermato lo stesso imprenditore alla Rsi, la radio svizzera italiana: «Due anni fa sono stato a Ginevra e a Locarno e mi sono impegnato pubblicamente a pagare le multe al posto delle donne sanzionate perchè portano volontariamente il velo».
«Dal 2010 tutto il mondo musulmano sa che pago le multe (in quell’anno ha messo a disposizione un fondo di un milione di euro con questo scopo), ho un sito internet con il mio nome e quindi è facile contattarmi», ha concluso spiegando come le donne eventualmente multate potranno farsi pagare l’ammenda.
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Re: Veło e Ixlam

Messaggioda Berto » mar dic 01, 2015 6:44 pm

Il poeta siriano Adonis: "Islam violento, è la sua natura"
In una intervista al Corriere, l'autore di Violenza e Islam Ali Ahmad Sa’id: "L'Islam nasce come una religione di conquista"
Claudio Cartaldo - Lun, 30/11/2015 - 10:31

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/poe ... 99734.html

Non usa mezzi termini Ali Ahmad Sa’id, 85 anni, in arte Adonis. Lui il mondo islamico lo conosce bene, essendo nato e vissuto in quella Siria ora terra di conquista dell'Isis.
Ne è convinto: "Verrà sconfitto". Ma, aggiunge, non sono i radicalisti il problema, piuttosto l'Islam stesso che "nasce come una religione di conquista. E nelle conquiste la violenza è inevitabile". Il suo libro "Violenza e Islam" uscità il 3 dicembre anche nelle librerie italiane e ad oggi è il più venduto in Francia.
L'esistenza di un Islam moderato, dunque, perde consistenza nelle parole di Adonis. E dalla sua bocca escono parole di riconoscimento all'operato di Putin. "Sì, sostengo la politica della Russia, sicuro! Sostengo la Russia, perché colpisce l’Isis".
Nessun dubbio, anche se la Russia sostiene quel Bashar Al-Assad che lui stesso ha combattuto in tempi passati. "Non lo ho mai sostenuto - dice - Ho detto soltanto che il problema non è la persona, quanto il sistema, la mentalità, la cultura. L’Occidente vuole imporre un presidente alla Siria, decidere al posto dei siriani. Io credo che sia il popolo a dover scegliere, a dire sì o no. Un presidente non può essere imposto dall’esterno.
Spetta al popolo, attraverso libere elezioni".
L'accusa principale è contro l'Europa e gli Stati Uniti che "non s’interessano agli esseri umani nei Paesi arabi. Questo potrebbe voler dire che l’Occidente detesta i musulmani, li utilizza e basta. Però io non sono un politico e non voglio parlare di politica". "Prima ancora - aggiunge - gli americani hanno creato Al Qaeda e poi, con la caduta di Saddam Hussein in Iraq, alcuni Paesi arabi hanno finanziato e armato i jihadisti.
Ma neanche gli Stati Uniti sono del tutto estranei". La colpa maggiore dell'Occidente, poi, è quella di essere "stati in silenzio di fronte alla devastazione dell’Iraq e della Siria, due Paesi che sono all’origine della nostra civiltà.
L’errore è di identificare i popoli con i loro regimi e abbandonarli al saccheggio e alla barbarie dei terroristi.
Lo stesso sta accadendo ora in Yemen, e non parliamo della Libia. Senza dimenticare la Turchia e il suo ruolo criminale. La comunità internazionale si è svegliata soltanto ora, dopo quanto accaduto a Parigi.
Con 10 anni di ritardo".
La riflessione si sposta poi sulla violenza espressa dall'Islam: "Esiste anche in altre religioni, certamente: il filosofo René Girard, da poco scomparso, era l’autore più importante su questo tema. Ma oggi il problema è con l’Islam, nel nome del quale Isis e compagni perpetrano i loro attacchi.
Nel seno dell’Islam c’è l’Islam, mentre il Cristianesimo comprende varie confessioni, cattolica, protestante, ortodossa.
Nell’Islam esiste l’ortodossia dei sunniti, che accettano soltanto una lettura letterale del Corano. Senza interpretazioni metaforiche o simboliche.
Per questo non c’è spazio per arte e poesia tra gli ortodossi, c’è soltanto la giurisprudenza.
La cultura del potere e della sua conservazione, a qualunque costo.
L’Islam nasce proprio come religione di conquista. E, nelle conquiste, la violenza è inevitabile".
L'unica soluzione, quindi, è la guerra: "Dietro i kamikaze - dice Adonis - c’è gente ben organizzata e ben pagata. L’Isis è diventato uno Stato, con un budget più importante di quello di molti governi arabi. Alle sue spalle ci sono regimi ben noti a tutto il mondo. L’Europa deve svegliarsi e fare la guerra a questa organizzazione psicopatica finché non avrà sterminato i selvaggi.
Che non vanno confusi con i musulmani: aggredire una donna in metrò perché velata, come è successo, è un tragico errore.
Le donne vanno aiutate a strapparsi il velo, a trovare un lavoro. Perché una donna che trova lavoro è una donna libera".
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Re: Veło e Ixlam

Messaggioda Berto » gio dic 03, 2015 7:05 pm

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Re: Veło e Ixlam

Messaggioda Berto » sab dic 05, 2015 9:09 pm

Terrorismo, stretta sui controlli
Niente burqa né maschere nei musei

04 dicembre 2015
http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... F020103COR

La misura annunciata dal prefetto Cuttaia al termine del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica di venerdì.

VENEZIA Nei musei veneziani non si può più entrare a volto coperto. Niente burqa, niente niqab, casco o maschera di Carnevale. O si acconsente a scoprire il volto e a rendersi riconoscibili oppure si resta fuori. Lo ha deciso il prefetto veneziano Domenico Cuttaia d’accordo con il procuratore antiterrorismo Adelchi D’Ippolito venerdì mattina nella riunione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza a cui hanno partecipato anche rappresentanti delle Soprintendenze, dei Musei Statali e dei Musei civici.

Il divieto diventerà operativo a giorni per i musei statali e per i musei civici. Del resto il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro aveva già annunciato qualche giorno fa che nei musei civici ci sarebbero state restrizioni all’accesso per chi si fosse presentato con il velo integrale. La stretta sulla sicurezza nasce dall’inasprimento delle misure antiterrorismo, per garantire la sicurezza dei dipendenti e dei visitatori dei musei. A breve nei musei arriveranno anche metal detector portatili: sono già stati finanziati dal Ministero per i Beni e le Attività culturali.
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Re: Veło e Ixlam

Messaggioda Berto » lun dic 07, 2015 7:05 pm

Ençeveltà xlamega

تفاوت بین زن با حجاب و بی حجاب

https://www.facebook.com/AllAfghanNews/ ... 5048871284

Inciviltà islamica o mussulmana che discrimina la donna senza velo. La donna va rispettata con il velo e senza velo. Da questo filmato si capisce che Allah non è Dio ma un idolo. Le donne vanno rispettate sia senza velo che con il velo e chi si permette di discriminare e insultare una donna perché è senza velo magari chiamandola puttana o donna di facili costumi, va perseguito e condannato come anche l'ideologia o la dottrina morale che sta dietro. Le donne con il velo non sono affatto migliori delle donne senza velo e insegnare ai propri figli che la donna senza velo è una poco di buono o una donna inferiore è un crimine. Come non esiste una discriminazione di valore morale e di civiltà legato alla diversità del colore della pelle così non esiste alcuna differenza morale e di civiltà tra la donna con il velo e la donna senza velo, la differenza è soltanto relativa alla diversità di costumi e di tradizioni, null'altro. Nessuna religione al mondo rende un uomo superiore o migliore degli altri, sono soltanto i suoi atti, il suo rispetto e il suo amore per l'umanità a renderlo migliore o peggiore. In questo periodo ricorre il triste giorno in cui il regista olandese Theo Van Gogh è stato assassinato da un "fanatico e malvagio mussulmano" per aver mostrato le immagini delle donne mussulmane maltrattate dalle leggi islamiche nel suo film "sottomissione".


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Re: Veło e Ixlam

Messaggioda Berto » sab dic 12, 2015 10:43 am

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Re: Veło e Ixlam

Messaggioda Sixara » sab dic 12, 2015 6:50 pm

Ke senso ga-la sta oltema foto cuà? Altro ke cueo de vanificare ogni discorso serio ca se pòe fare so velo-nò velo.
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