Svizzera, al referendum vince la proibizione di burqa o niqab in luoghi pubblici
Lino Terlizzi
7 marzo 2021
https://www.ilsole24ore.com/art/svizzer ... i-ADlZhWOB
Lugano - Passa in Svizzera la proibizione per burqa o niqab in luoghi pubblici. All'iniziativa “Sì al divieto di dissimulare il proprio viso” la maggioranza dei votanti ha infatti risposto affermativamente. Stando ai risultati definitivi, il testo di modifica costituzionale promosso dalla destra conservatrice e combattuto dal governo ha ottenuto il 51,2% dei consensi degli elettori e l'adesione di 20 dei 26 cantoni, ha riferito l'agenzia di stampa Keystone-Ats. Il raggiungimento della maggioranza dei Cantoni era necessaria, visto che il quesito tocca la Costituzione federale.
L'iniziativa è stata promossa dalla destra conservatrice elvetica, per la gran parte raccolta attorno al partito Udc; ma, come mostrano i dati, la proposta ha conquistato consensi in modo trasversale, andando a pescare decisamente anche nell'elettorato di centro e in parte anche in quello di sinistra. I sondaggi indicavano un testa a testa e così in sostanza è stato, con la prevalenza alla fine del sì.
L'ironia della sorte ha voluto che si votasse in questa fase di coronavirus, con le mascherine sanitarie ampiamente utilizzate. Ma così è stato per via dei tempi tecnici, in realtà i promotori dell'iniziativa si erano mossi già negli anni scorsi, su questo tema e su altri analoghi. Una parte di loro aveva già avuto successo nel 2009, con il sì (al 57%) al divieto di costruzione di nuovi minareti in Svizzera (sono rimasti i quattro già esistenti). I promotori del sì al divieto di dissimulazione hanno peraltro precisato che l'iniziativa prevede eccezioni per motivi di salute, di condizioni climatiche (sport invernali), di usanze locali (carnevali).
Per Governo e Parlamento referendum era eccessivo
Il Governo e la maggioranza del Parlamento federale si erano opposti a questa iniziativa e l'avevano definita eccessiva, visto il numero molto esiguo di casi di burqa o niqab in Svizzera. Il no è stato poi motivato con altri due ragioni: per la tutela delle donne occorre certo lavorare, ma con altri percorsi; la competenza in materia è soprattutto dei Cantoni (sinora il divieto per burqa e niqab vigeva solo in Ticino e in San Gallo). Governo e Parlamento hanno sostenuto un controprogetto, che prevedeva l'obbligo di mostrare il viso alle autorità solo nei casi necessari ad accertare l'identità.
Il voto è certo contro tutte le forme di dissimulazione del volto in pubblico – anche durante manifestazioni politiche o eventi sportivi - ma è chiaro che di fatto è rivolto soprattutto contro l'abbigliamento prescritto per le donne nelle parti più tradizionaliste, o direttamente integraliste, dell'Islam. Il burqa è il velo che copre interamente il volto delle donne, con solo una rete all'altezza degli occhi per vedere; il niqab è il velo che copre il volto femminile lasciando gli occhi scoperti.
Svizzera vieta il burqa, è rivolta islamica contro la democrazia: “Non lo rispetteremo”
7 marzo 2021
https://voxnews.info/2021/03/07/svizzer ... petteremo/
Islamici:
«Islamofobia ancorata nella Costituzione» – Di tutto altro parere è il Consiglio centrale islamico della Svizzera (CCIS) che ritiene Il divieto del velo integrale «una grande delusione per i musulmani che sono nati e cresciuti in Svizzera». Secondo il CCIS cui gli iniziativisti sono riusciti ad «ancorare l’islamofobia nella Costituzione federale». Spetta al Consiglio federale prendere ore le misure necessarie affinché i musulmani siano protetti dalla discriminazione, ha indicato a Keystone-ATS la segretaria centrale Ferah Ulucay. A suo avviso l’iniziativa non servirà a nulla. Nessuna multa è stata finora inflitta nel canton San Gallo, otto anni dopo la votazione sul divieto del burqa. I promotori hanno giocato sulle paure della popolazione, ha proseguito. Hanno dipinto scenari «come se fossimo a Kabul o in Iran», critica Ulucay. La CCIS promette che sarà al fianco delle donne che portano il niqab. «Le sosterremo e pagheremo le multe finché avremo le risorse per farlo: se necessario, andremo fino alla Corte europea dei diritti dell’uomo a Strasburgo», ha concluso.
Utili idioti:
«Dopo il divieto di costruire minareti, abbiamo un secondo articolo costituzionale esplicitamente diretto contro una comunità religiosa in Svizzera». È con queste parole che le Giovani Verdi svizzere descrivono il risultato alle urne di oggi. Julia Küng, co-presidentessa delle Giovani Verdi nazionali ritiene «molto problematico quando la comunità limita i diritti fondamentali di una minoranza per mezzo di un referendum». L’iniziativa “Sì al divieto di dissimulare il viso” viene definita come «un’intrusione nella libertà personale, nella libertà di fede e di coscienza, nell’uguaglianza dei diritti e nel divieto alla discriminazione».
Le Giovani Verdi sono pronte a intraprendere azioni legali contro l’applicazione di tale nuova legge. In collaborazione con l’avvocato dei diritti umani Philip Stolkin, sono «preparate a sostenere le donne colpite dalla repressione nell’affermare i loro diritti personali e il diritto alla libertà di credo». Se fosse necessario, anche attraverso tutte le istanze, «fino alla Corte europea dei diritti umani a Strasburgo».
Amnesty:
L’accettazione dell’iniziativa anti burqa rappresenta una nuova discriminazione di una determinata comunità religiosa: lo sostiene Amnesty International (AI), secondo cui il mandato costituzionale alimenta inutilmente le divisioni e le paure.
Il divieto del velo integrale non è una misura volta alla liberazione delle donne: al contrario, viola la libertà di espressione e di religione, afferma Cyrielle Huguenot, responsabile dei diritti delle donne di AI Svizzera, citata in un comunicato.
Islamica lascia la Svizzera perché non può più portare il burqa: se ne va in Africa
13 marzo 2021
https://metronews24.altervista.org/isla ... in-africa/
È nata e cresciuta a Lucerna. Ma non intende mettere mai più piede in Svizzera. Umm Rufayda, al secolo Valentina Weiss, è una cittadina elvetica sposatasi con un egiziano e convertitasi all’islam. Durante la campagna che ha preceduto la votazione del 7 marzo sull’iniziativa contro la dissimulazione del volto, la donna si è battuta per difendere il suo diritto a indossare il niqab. Mattino Online
La maggioranza della popolazione ha però deciso altrimenti. E quindi ora Umm Rufayda ha deciso di dire addio alla Svizzera. “Ho pianto tanto dopo il voto, sono ancora in lacrime” ha detto la donna in un’intervista a Blick TV. “Io sono come sono. Il niqab fa parte di me. È estremamente doloroso ma non voglio tornare in un paese che non mi accetta per come sono”. La donna, domiciliata a Zugo, era già volata in Egitto poco prima del voto. Ora intende quindi trasferirsi definitivamente nel paese africano, onde poter indossare liberamente il suo amato copricapo.