IS o ISIS o EX (estado xlamego) e łe bufałe

IS o ISIS o EX (estado xlamego) e łe bufałe

Messaggioda Berto » mar nov 17, 2015 12:18 pm

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: IS o ISIS o EX (estado xlamego)

Messaggioda Berto » mar nov 17, 2015 12:19 pm

https://it.wikipedia.org/wiki/Stato_Islamico

Lo Stato Islamico[7] (abbreviato IS,[8] in arabo: الدولة الإسلامية‎, al-Dawla al-Islāmiyya) è un gruppo terroristico islamista attivo in Siria e Iraq, il cui attuale capo, Abu Bakr al-Baghdadi, nel giugno 2014 ha unilateralmente proclamato la nascita di un califfato nei territori caduti sotto il suo controllo.[9]
Prima di tale proclamazione, il gruppo si faceva chiamare Stato Islamico dell'Iraq e Siria, o ISIS (in arabo: الدولة الإسلامية في العراق والشام‎, ad-Dawla al-Islāmiyya fī al-ʿIrāq wa l-Shām), il cui acronimo in arabo è داعش, ovvero Dāʿish, vale a dire "ad-Dawla al-Islāmiyya fī al-ʿIrāq wa l-Shām", perfetto corrispettivo quindi dell'inglese Islamic State of Iraq and Syria, o Islamic State of Iraq and al-Sham, ossia Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (abbreviato ISIL, se riferito all'equivalente espressione Islamic State of Iraq and the Levant).[10]

Le origini del gruppo risalgono ad "al-Qāʿida in Iraq" (2004-2006), poi rinominata "Stato Islamico dell'Iraq" (2006-2013), fondata da Abu Mus'ab al-Zarqawi nel 2004 per combattere l’occupazione americana dell’Iraq e il governo iracheno sciita sostenuto dagli USA dopo il rovesciamento di Saddam Hussein. A partire dal 2012 lo Stato Islamico dell’Iraq è intervenuto nella guerra civile siriana contro il governo di Baššār al-Asad e nel 2013, avendo conquistato una parte del territorio siriano e scelto come propria capitale Raqqa, ha cambiato nome in Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (ISIS).

Nel 2014 l'ISIS ha espanso il proprio controllo in territorio iracheno (con la presa in giugno di Mossul), proclamando la nascita del "califfato" il 29 giugno 2014.[11] Le rapide conquiste territoriali dell’ISIS hanno finito per attirare la preoccupazione della comunità internazionale, spingendo gli Stati Uniti d'America e altri Stati occidentali e arabi a intervenire militarmente contro l’ISIS con bombardamenti aerei in Iraq da agosto 2014 e in Siria da settembre 2014.[12]

Dapprima alleato di al-Qāʿida, rappresentata in Siria dal Fronte al-Nusra, l'ISIS se ne è definitivamente distaccato nel febbraio 2014, diventandone il principale concorrente per il primato nel jihad globale. Così, a partire da ottobre 2014, altri gruppi jihadisti esterni all’Iraq e alla Siria hanno dichiarato la loro affiliazione all'ISIS, assumendo il nome di "province" (wilāyāt) dello Stato Islamico: tra queste, si sono particolarmente distinte per le loro attività la provincia del Sinai, attiva nella regione egiziana del Sinai, e le province libiche di Barqa e di Tripoli, che, nel contesto della seconda guerra civile libica, controllano alcune città in Libia.[2]
L'ONU[13] e alcuni singoli Stati hanno esplicitamente fatto riferimento allo Stato Islamico come a un'organizzazione terroristica, così come i mezzi d'informazione in tutto il mondo.
...
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Re: IS o ISIS o EX (estado xlamego)

Messaggioda Berto » mar nov 17, 2015 12:20 pm

Ma xe vero ke l'IS lè na creadura de ła CIA ???


???
l'Isis e' roba nostra ma ci e' sfuggita di mano

Hillary Clinton lo ammette: "l'Isis e' roba nostra ma ci e' sfuggita di mano"
Giovedì, 21 Agosto 2014 09:56

http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/166520

WASHINGTON (IRIB) – L'ex Segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha ammesso che l'Isis sarebbe una creazione americana in funzione anti-Assad che sarebbe uscita di controllo.

"E' stato un fallimento. Abbiamo fallito nel voler creare una guerriglia anti-Assad credibile. Era formata da islamisti, da secolaristi, da gente nel mezzo. Il fallimento di questo progetto ha portato all'orrore a cui stiamo assistendo oggi in Iraq".
La Clinton lo ha detto nell'intervista rilasciata a Jeffrey Goldberg del giornale web "The Atlantic".


???

Dichiarazione bomba di un Generale francese al Senato: “L’Isis è stato creato dagli Stati Uniti”
14 novembre, 2015
http://www.infiltrato.it/inchieste/dich ... tati-uniti

Si parla tanto delle porcate commesse dall’Isis in questi giorni. Ma è passata sotto silenzio la dichiarazione fatta dal Generale francese Vincent Desportes, generale di divisione a riposo e professore associato presso la facoltà di Scienze Politiche di Parigi, che davanti alla commissione per gli Affari Esteri, per la Difesa e per le Forze Armate, ha dichiarato: “L’Isis creato dagli USA.” Ecco tutti i dettagli.
Il 17 dicembre 2014 la commissione per gli Affari Esteri, per la Difesa e per le Forze Armate ha dibattuto in seduta pubblica la proroga dell’operazione “Chammal” in Iraq.
Presieduta da Jean-Pierre Raffarin, la commissione ha sentito − durante la discussione – il generale di seconda sezione Henri Bentégeat, ex capo di stato maggiore delle forze armate, il generale di corpo d’armata Didier Castres, vicecapo operativo di stato maggiore, l’on. Hubert Védrine, ex ministro degli Esteri, il generale di divisione a riposo Vincent Desportes − professore associato presso la facoltà di Scienze Politiche di Parigi − e l’on. Jean-Yves Le Drian, ministro della Difesa.

ISIS CREATO DAGLI USA
Rivediamo in dettaglio l’intervento del generale Vincent Desportes.

Iniziando il suo discorso con una breve presentazione dell’ISIS (Daech), nel mettere soprattutto in evidenza il vero pericolo di questo gruppo terroristico rispetto ai nostri interessi vitali, ha detto senza mezzi termini: “Chi è il dottor Frankenstein che ha creato questo mostro? Diciamolo chiaramente, perché ciò comporta delle conseguenze: sono gli Stati Uniti. Per interessi politici a breve termine, altri soggetti – alcuni dei quali appaiono come amici dell’Occidente − hanno contribuito, per compiacenza o per calcolata volontà, a questa creazione e al suo rafforzamento, ma le responsabilità principali sono degli Stati Uniti. Questo movimento, con la fortissima capacità di attrarre e diffondere violenza, è in espansione. È potente, anche se è caratterizzato da punti profondamente vulnerabili. È potente, ma sarà distrutto. Questo è certo. Non ha altro scopo che quello di scomparire.”

LA GUERRA LAMPO NON ESISTE
Mettendo in guardia i membri della commissione sulle implicazioni di una guerra in un contesto di ridimensionamento delle nostre forze, il generale Desportes ha aggiunto: “In bilancio, di qualsiasi esercito si tratti, ci siamo impegnati oltre situazioni operative standard, nel senso che ogni esercito sta usando le proprie risorse senza avere il tempo di rigenerarle. In termini reali abbiamo forze insufficienti: per compensare, a livello sia tattico che bellico, le facciamo girare a un elevatissimo ritmo di utilizzo. Vale a dire che, se continua questo sovraccarico di impiego, l’esercito francese si troverà nella situazione dell’usurato esercito britannico in Iraq e in Afghanistan, costretto da alcuni anni a interrompere gli interventi e rigenerare le proprie risorse “a casa”. Il notevole sforzo prodotto ora a favore degli interventi avrà ripercussioni forti e quantificabili sulle forze nel nostro Paese, in particolare in termini di prontezza operativa. Il senso di responsabilità impone di sfatare definitivamente il mito della guerra breve”.

I CINQUE PRINCIPI PER LA STRATEGIA MILITARE
Dopo alcuni cenni sulle basi della strategia militare, il generale Desportes ha delineato una serie di cinque principi che dovranno guidare qualsiasi decisione di intervento.
Secondo il primo principio, ci si deve impegnare solo se si può controllare il livello strategico. Se questo precetto non è rispettato, è evidenziato il rischio di usare le proprie forze armate col discredito e la perdita d’immagine che ne conseguono.
“È il caso della Francia in Afghanistan: ha fatto una “guerra americana” senza un controllo strategico d’insieme, senza controllo sullo svolgimento delle operazioni e senza controllo sulla direzione della coalizione.”
Il secondo principio dice che si deve intervenire solo laddove ci sia “senso strategico”.
“La Francia è grande nel mondo, in particolare per il suo posto nel Consiglio di sicurezza dell’ONU, ma poiché questo posto le viene contestato ogni giorno, deve difenderlo e legittimarlo ogni giorno. E può farlo solo attraverso la sua capacità di gestione utile dei focolai di tensione del mondo. Il che, tra l’altro, richiede assolutamente la necessità di rafforzare la nostra capacità di agire come “nazione guida” e di “entrare per primi”. Non ci sono dubbi: il nostro posto tra i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU e la nostra influenza nelle questioni mondiali si basano in primo luogo sulla nostra capacità di agire concretamente nelle situazioni di crisi (capacità e credibilità).”
Terzo principio: occorre definire obiettivi raggiungibili. Prendendo l’esempio dell’Afghanistan, Desportes dice che«gli obiettivi hanno assai rapidamente deviato e superato i mezzi di cui disponeva la coalizione (soprattutto in termini di tempi e di capacità di controllo dello spazio terrestre)».
Quarto principio: intervenire solo quando l’azione considerata è compatibile con i mezzi a disposizione, immediatamente e nel lungo termine.
Essendo uno dei primi ad avere criticato pubblicamente il Libro bianco sulla difesa del 2013, il generale Desportes ha dichiarato: “Il Libro bianco 2013 parla di «volume di forze sufficienti». In effetti, come è noto, l’operazione “Serval” è stata una scommessa estremamente rischiosa, a causa del basso volume di forze dispiegate combinato con la grande obsolescenza della maggior parte delle attrezzature impiegate. L’operazione “Sangaris” un azzardo finito male, poiché la scommessa fatta sulla “sorpresa iniziale” non è stata vinta. Poi la negazione della realtà unita alla nostra mancanza di risorse ha impedito l’adattamento della forza alla reale situazione sul campo e allo schieramento immediato dei cinquemila uomini che erano indispensabili.”
Quinto principio: non fare il primo passo senza considerare l’ultimo.
“Ciò significa che si devono valutare − senza condizionamenti ideologici, senza essere ciechi − le conseguenze di un intervento, soprattutto se non si intende arrivare fino in fondo”.

LA GRANDEUR FRANCESE È FINITA
Al termine del suo discorso, il generale Desportes ha continuato a mettere sull’avviso i membri della Commissione sul decadimento delle forze armate francesi.
“L’evidente sottodimensionamento della spesa operativa produce significativi effetti negativi di cui deve essere consapevole chi decide. Anzitutto, apprendere dai media − senza una chiara smentita − che i corpi militari spendono ingiustificatamente il magro bilancio francese evidenzia il fallimento morale, dal momento che i nostri soldati combattono su tutti i fronti, per la Francia e ai suoi ordini, con risorse veramente troppo scarse. Inoltre c’è che siamo sempre sotto il livello della “massa critica”: questo sottodimensionamento del budget ha un impatto diretto sia sul successo delle operazioni sia sulla sicurezza dei nostri soldati, che finiscono per ritrovarsi messi in pericolo”.

L’OPERAZIONE CHAMMAL UN FALLIMENTO
A proposito dell’operazione “Chammal”, il generale dichiara: “Giungo a Chammal dopo un paio di giri, lo ammetto, ma non si perde mai tempo a prendere un momento di distanza strategica, in un’epoca in cui la tendenza è proprio quella di ragionare in fretta, in termini di spese di cassa, su problemi che richiedono tempi lunghi e investimenti pesanti. Non mi trattengo sull’attuale sconcertante contraddizione tra, da un lato, il conflitto del mondo alle nostre porte, nel nostro est, nel nostro sud-est, nel nostro sud, la moltiplicazione dei nostri interventi e, dall’altro lato, il deterioramento rapido e profondo delle nostre capacità di bilancio con, a valle, quello delle nostre capacità militari. A destra e a sinistra lo sanno tutti; alcuni, troppo pochi, lo dicono. […] E allora? Atteniamoci al ben noto principio della guerra, il principio di concentrazione… o alla sua versione popolare: “chi troppo vuole nulla stringe”. Smettiamo di espanderci! Guardiamo in faccia la realtà. Stato islamico. “ISIS delenda est”: certamente! Siamo profondamente solidali, ma non siamo in alcun modo responsabili. I nostri interessi esistono, ma sono indiretti. Da quelle parti le nostre capacità sono limitate e irrisorie, rispetto agli Stati Uniti, e la nostra influenza strategica è estremamente limitata”.
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Re: IS o ISIS o EX (estado xlamego)

Messaggioda Berto » mar nov 17, 2015 2:15 pm

???
Isis: Una creazione della CIA per giustificare la guerra all’estero e repressione in territorio americano

http://www.disinformazione.it/ISIS_creatura_cia.htm

24 ottobre 2014 - tratto da neovitruvian.wordpress.com

Attraverso titoli terrificanti e video scioccanti, l’ISIS viene utilizzata come strumento per giustificare la guerra in Medio Oriente e per provocare paura e panico in tutto il mondo. No, questa non è una “teoria della cospirazione”, è semplicemente il più vecchio trucco utilizzato dall’elite. L’ISIS è stata creata dalle forze che la combattono.
Fin dalla creazione delle nazioni democratiche – quando ancora l’opinione pubblica contava – la classe politica era posta di fronte ad un dilemma: La guerra è necessaria per ottenere il potere, la ricchezza, e il controllo, ma il pubblico ha la tendenza ad essere contrario ad essa. Cosa fare? La risposta è stata trovata decenni fa ed è ancora utilizzata con successo oggi: Creare un nemico così terrificante che le masse implorino il governo di andare in guerra.

Questo è il motivo dell’esistenza dell’ISIS. Questo è il motivo per cui i video delle decapitazioni sono così “ben prodotti” e pubblicizzati in tutto il mondo attraverso i media mainstream. Questo è il motivo per cui le fonti di notizie riportano regolarmente titoli allarmistici circa l’ISIS. Essi sono utilizzati per servire al meglio gli interessi delle élite mondo. Gli obiettivi sono: influenzare l’opinione pubblica per favorire l’invasione dei paesi del Medio Oriente, fornire un pretesto per l’intervento di una “coalizione” internazionale e produrre una minaccia nazionale che verrà utilizzata per togliere i diritti e aumentare la sorveglianza. In breve, l’ISIS è un altro esempio della tattica secolare utilizzata per creare un nemico terribile in modo spaventare le masse.
“Inoltre, mentre l’America diventa una società sempre più multi-culturale, potrebbe essere più difficile costruire un consenso su questioni di politica estera, tranne in circostanze di una minaccia esterna diretta.” Zbigniew Brzezinski, La Grande Scacchiera

Circa un decennio dopo l’invasione dell’Iraq (che è ancora una zona pericolosamente caotica), la maggior parte concorda sul fatto che la guerra si basò su false premesse. Il pubblico alla fine riconobbe che le “armi di distruzione di massa” abbondantemente propagandate da George W. Bush e Donald Rumsfeld erano una totale invenzione. Nonostante questo fatto, gli Stati Uniti ed i suoi alleati (insieme con il Consiglio delle Relazioni Estere e ad altri gruppi di opinione internazionali elitari) stanno ancora cercando di spingere la guerra in Medio Oriente, con la Siria come uno degli obiettivi primari. Mentre il pubblico in tutto il mondo occidentale fosse decisamente contro l’invasione non provocata della Siria, un unico evento mediatico ha cambiato completamente le carte in gioco: un breve video in cui un jihadista mascherato decapita un giornalista americano.

La protesta è stata immediata. Come potrebbe non esserlo stato? Girato in alta definizione, con una perfetta illuminazione cinematografica, i video delle decapitazioni sono messi a punto per generare una sensazione viscerale di orrore e terrore. Vestito con un abito arancione che ricorda quelli utilizzati nelle prigioni di Guantanamo Bay, un giornalista occidentale indifeso viene giustiziato da un fanatico barbaro vestito di nero, mentre agita in aria un coltello. Non esiste idea migliore per manipolare l’opinione pubblica al fine di scatenare una guerra. Come effetto “bonus”, il video suscita isteria anti-islamica in tutto il mondo, un sentimento che viene costantemente sfruttato dall’élite mondiale.

Poco dopo, viene dichiarata guerra all’ISIS, quasi come se fosse stato pianificato da mesi. In un’intervista con USA Today, l’ex direttore della CIA Leon Panetta ha dichiarato che gli americani stessi dovrebbero prepararsi per una guerra di 30 anni che si estenderà ben oltre la Siria:
“Penso che ci troviamo davanti ad una guerra di 30 anni,” , che dovrà estendersi oltre lo Stato islamico per includere minacce emergenti in Nigeria, Somalia, Yemen, Libia e altrove. USA Today, Panetta: ’30-year war’ and a leadership test for Obama
In sostanza, nel giro di pochi mesi, un gruppo terroristico letteralmente spuntato fuori dal nulla, causando caos nelle regioni che gli Stati Uniti e i loro alleati cercano di attaccare da anni. Il suo nome: Stato islamico siriano, o ISIS. Il nome stesso è simbolico e rivelatore. Perché un gruppo “islamico”, prende il nome da un’antica dea egizia? Forse perché è una delle figure preferite dell’elite occulte – i veri colpevoli dietro gli orrori del’ISIS.

CONTINUAZIONE DELLA STORIA
L’idea della CIA che finanzia un gruppo islamico per favorire i propri interessi politici non è esattamente “inverosimile”. In realtà, ci sono diversi casi evidenti nella storia recente in cui gli Stati Uniti hanno apertamente sostenuto i gruppi islamici estremisti (soprannominati “combattenti per la libertà” nei mass media). L’esempio più flagrante e ben documentato è la creazione dei mujaheddin in Afghanistan, un gruppo che è stato creato dalla CIA per attirare l’URSS in una “trappola afghana”. Il termine mujaheddin descrive “musulmani che lottano sul sentiero di Allah” e deriva dalla parola “jihad”. Il “grande nemico” di oggi era l’amico del passato. Un importante architetto di questa politica fu Zbigniew Brzezinski uno degli statisti più influenti nella storia degli Stati Uniti. Da JFK a Obama, Brzezinski è stato una figura importante che ha plasmato la politica degli Stati Uniti in tutto il mondo. Creò anche la Commissione Trilaterale con David Rockefeller. Nel seguente estratto da un’intervista del 1998, Brzezinski spiega come i mujaheddin sono stati utilizzati in Afghanistan:
Domanda: L’ex direttore della CIA, Robert Gates, ha dichiarato nelle sue memorie ["From the Shadows"], che i servizi segreti americani cominciarono ad aiutare i Mujahadeen in Afghanistan sei mesi prima dell’intervento sovietico. In questo periodo tu eri il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Carter. Hai quindi giocato un ruolo in questa vicenda. E ‘corretto?
Brzezinski: Sì. Secondo la versione ufficiale della storia, l’aiuto della CIA nei confronti dei Mujahadeen è iniziato nel corso del 1980, vale a dire, dopo che l’esercito sovietico invase l’Afghanistan, il 24 dicembre 1979. La realtà, segretamente custodita fino ad ora, è completamente diversa, infatti, fu il 3 luglio del 1979 la data in cui il presidente Carter firmò la prima direttiva per aiutare segretamente gli oppositori del regime filo-sovietico di Kabul. E quel giorno, ho scritto una nota al presidente in cui spiegai che a mio parere questi aiuti avrebbero provocato un intervento militare sovietico. Le Nouvel Observateur, l’intervento della CIA in Afghanistan
Pochi decenni dopo, questi “combattenti per la libertà” si sono trasformati in terroristi talebani, tra i quali Osama bin-Laden, inizialmente un agente della CIA e successivamente nemico pubblico n ° 1. Il gruppo è stato poi usato per giustificare la guerra in Afghanistan. Si tratta di uno dei numerosi esempi in cui è stato creato un gruppo islamico, finanziato e utilizzato per promuovere gli interessi degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti hanno anche sostenuto la Fratellanza Musulmana in Egitto, il Sarekat Islam in Indonesia, il Jamaat-e-Islami in Pakistan, e il regime islamico di Arabia Saudita per contrastare la Russia.
“L’America non ha amici o nemici permanenti, solo interessi”. Henry Kissinger
DETTAGLI DISCUTIBILI DELL’ISIS
L’ISIS è la nuova Al-Qaeda, completamente adattata ai tempi moderni. Spuntando dal nulla nel giro di pochi mesi, l’ISIS apparentemente si è assicurata un gran numero di risorse, armi, attrezzature multimediali high-tech e specialisti in propaganda. Da dove provengono i soldi e il know-how?
La storia del leader dell’ISIS, Abu Bakr al Baghdadi, è estremamente torbida. Secondo alcuni rapporti, al Baghdadi è stato arrestato dagli americani a Camp Bucca in Iraq per un certo numero di anni. Alcuni ipotizzano che è durante questo periodo che iniziò a collaborare con la CIA.
“Fu catturato dagli americani nel 2005 e venne trattenuto a Camp Bucca nel soffocante sud dell’Iraq per anni, anche se è difficile individuare le circostanze e la tempistica della sua liberazione. In ogni caso, fu libero dal 2010 e fu talmente attivo nel movimento jihadista che assunse il controllo del ramo iracheno di al Qaida dopo la morte dei due superiori “. Miami Herald, Who is Iraq’s Abu Bakr al Baghdadi, world’s new top terrorist?
Poco dopo il suo rilascio, al Baghdadi salì rapidamente tra i ranghi di Al-Qaeda, accumulò una fortuna, fu espulso da Al-Qaeda, e ora conduce l’ISIS. Venne supportato da forze esterne? Durante la sua prima apparizione pubblica come capo dell’ISIS, al Baghdadi ha ordinato ai musulmani di obbedire a lui come “il leader al vostro comando.” E’ stato anche visto indossare un orologio costoso, probabilmente un Rolex, un Sekonda o un Omega Seamaster – tutti costano un paio di migliaia di dollari. Una scelta di moda strana per un leader che ha giurato di comabattere la “decadenza occidentale”
Configurati per il massimo effetto teatrale, i video hanno dettagli discutibili. In primo luogo, perché le vittime prossime alla decapitazione sono così calme e tranquille? Inutile dire che una persona in procinto di essere sgozzata è in stato di panico e terrore. Perché non sgorgava sangue quando il coltello ha tagliato la gola della vittima? E, infine, perché il boia è mascherato? Perché si è preoccupato di indossarla? Perché, inoltre, parla con un accento inglese? Soprannominato “Jihadist John” dai giornali di scarsa qualità occidentali, è un modo per dire al pubblico che gli estremisti possono provenire da occidente in modo da essere dubbiosi anche del proprio vicino di casa.
Il materiale di propaganda utilizzato dall’ISIS è moderno e prodotto con attrezzature sofisticate e realizzato da produttori stagionati. La loro qualità è un gradino sopra la solita “propaganda islamica” che si trova in circolazione nel Medio-Oriente.
Naomi Wolf, l’autore ed ex consigliere di Bill Clinton ha attirato una valanga di critiche, quando ha espresso scetticismo riguardo l’ISIS chiedendo rigore giornalistico.
Il post venne cancellato.
Naomi Wolf ha buone ragioni per parlare dell’ISIS. Nel suo libro del 2007, “The End of America”, la Wolf ha delineato 10 passi necessari ad un gruppo fascista (o governo) per distruggere il carattere democratico di uno stato-nazione e sovvertire le libertà sociali e politiche precedentemente esercitate dai suoi cittadini.
Creare un nemico interno ed esterno terrificante
Creare prigioni segrete in cui ha luogo la tortura
Sviluppare una casta delinquente o forza paramilitare che non risponde ai cittadini
Impostare un sistema di sorveglianza interno
Molestare gruppi di cittadini
Impegnarsi nella detenzione arbitraria e nel rilascio
Avere come obiettivo individui chiave
Controllare la stampa
Trattare tutti i dissidenti politici come traditori
Sospendere lo Stato di diritto
Mentre il pubblico nel mondo occidentale si affretta a etichettare chiunque metta in discussione una storia ufficiale come un “teorico della cospirazione”, il pubblico in Medio Oriente è molto scettico sull’ISIS e sulla sua cosiddetta “Jihad”. Ad esempio, in Libano e in Egitto, l’idea che l’ISIS sia una creazione degli Stati Uniti era così diffusa (funzionari di alto grado lo sostengono), che l’ambasciata americana a Beirut dovette negare tali voci.
Per molti abitanti del Medio Oriente, le azioni e il modus operandi dell’ISIS sono sospetti. Il gruppo infatti sembra essere fatto su misura per aiutare gli Stati Uniti e la coalizione a raggiungere i suoi obiettivi militari in Medio Oriente.
Questa mappa mostra le attuali roccaforti ISIS. Come potete vedere, si trovano esattamente dove la coalizione ha cercato per anni di mettere le sue sporche mani.
Quando la minaccia ISIS si diffonderà ai paesi vicini, ciò consentirà attacchi militari non provocati contro varie nazioni. E’ solo una questione di tempo prima che gli attacchi aerei saranno considerati inefficaci e le truppe di terra diverranno necessarie. Alla fine, queste operazioni potranno completare un piano a lungo termine per ri-organizzare il Medio Oriente, eliminando eventuali minacce per Israele e aumentando significativamente la pressione sull’Iran, rimanendo l’unica forza islamica della regione.
L’ISIS UTILIZZATO PER LA REPRESSIONE INTERNA
Disgustati dai video delle decapitazioni, la maggior parte degli occidentali è a favore dell’annientamento dell’ISIS. Naturalmente, non si rendono conto che questo stesso fervore li porterà a diventare vittime dei loro stessi governi.
Nelle ultime settimane, l’ISIS ha emesso diverse minacce a paesi specifici, causando il panico in ogni uno di loro, spingendo i governi ad “agire”. Purtroppo, “agire” significa ridurre la libertà di parola aumentando la sorveglianza. Il Canada sta già utilizzando l’ISIS come un motivo per spiare i cittadini e sta lavorando su nuove leggi che permettono una maggiore sorveglianza.
“Il capo della agenzia di spionaggio del Canada ha detto che non ci sono segni di un attacco terroristico imminente contro il paese, ma le autorità stanno monitorando 80 sospetti terroristi canadesi che sono tornati a casa da violenti hot spot in tutto il mondo.
Coulombe ha detto che gli 80 sospetti non sono stati imputati a causa della difficoltà in corso nel raccogliere prove concrete contro di loro.
Il Ministro della Pubblica Sicurezza Steven Blaney ha detto che introdurrà nuovi strumenti legislativi nelle prossime settimane per aiutare le forze dell’ordine nel rintracciare i terroristi”
Blaney non ha fornito dettagli su ciò che queste nuove misure comporteranno.
– Toronto Sun, CSIS keeping watch on 80 Canadian terror suspects nationwide
Nel Regno Unito, i conservatori hanno presentato l'”Extremist Disruption Orders”, un elenco di regole senza precedenti che avranno gravi implicazioni sulla libertà di parola.
“I messaggi degli estremisti su Facebook e Twitter dovranno essere approvati preventivamente dalla polizia in base alle regole radicali previste dai conservatori.
Potrà essere impedito loro anche di parlare in occasione di eventi pubblici se rappresentano una minaccia per “il funzionamento della democrazia”.
Theresa May, il ministro degli Interni, getterà i piani per permettere ai giudici di vietare trasmissioni o proteste in alcuni luoghi, così come l’associazione a persone specifiche. “
– The Telegraph, Extremists to have Facebook and Twitter vetted by anti-terror police
CONCLUDENDO
L’ISIS ha tutte le caratteristiche di un gruppo jihadista sponsorizzato dalla CIA, creato per facilitare la guerra all’estero e la repressione in patria. Se guardiamo la storia del “divide et impera” nel Medio-Oriente o i dettagli sospetti riguardanti l’ISIS e le ripercussioni della sua esistenza nel mondo occidentale, si può facilmente vedere come l’ISIS è la continuazione di un modello evidente. La domanda più importante da porsi è questa: Chi trae vantaggio dalla presenza dell’ISIS e del terrore che genera? Che cosa ci guadagna l’ISIS creando un video che provoca i più potenti eserciti del mondo? Gli attacchi aerei? D’altra parte, che cosa la classe dominante del mondo occidentale ha da guadagnarci? Ovviamente il denaro da guerra ed armi, il controllo del Medio Oriente, il sostegno ad Israele, l’aumento dell’oppressione e la sorveglianza sulle popolazioni nazionali e, infine, il mantenimento delle masse in un costante stato di terrore.
In breve, è stato ritenuto necessario alimentare il panico in tutto il mondo, attraverso il caos in Medio Oriente per arrivare ad un nuovo ordine mondiale. ‘Iside’, la dea egizia e madre di Horus, è il nome di una delle figure più importanti per l’elite massonica. Il loro motto? Ordo ab Chao … ordine dal caos
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Re: IS o ISIS o EX (estado xlamego)

Messaggioda Berto » mar nov 17, 2015 2:18 pm

???

"Gli Stati Uniti ci finanziano". La rivelazione di un guerrigliero dell'Isis
Un comandante pakistano del Califfato, Yousaf al Salafi, racconta di ricevere soldi dall’America per reclutare giovani terroristi. Sostieni il reportage
Fabio Franchini - Gio, 29/01/2015

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/sta ... 87098.html

Il Califfato è finanziato dagli Usa. A dirlo è Yousaf al Salafi, comandante pakistano dell’Isis.

In tutta Europa lotta alla jihad: da noi decreto rinviato
La rivelazione, portata alla luce dal The Express Tribune, è arrivata nel corso di un interrogatorio: lo jihadista è stato arrestato dalle forze di sicurezza pakistane – insieme ad altri due guerriglieri – in seguito a un operazione militare a Lahore contro i terroristi.
Si legge: “Nel corso delle indagini l’uomo ha ammesso di ricevere fondi attraverso l’America per far funzionare l’organizzazione e reclutare giovani pakistani da impiegare al fronte in Siria.
La fonte anonima della scioccante confessione racconta inoltre che sia il segretario di Stato americano John Kerry , sia il generale Lyod Austin (a capo del Centcom, Comando centrale delle forze armate a stelle e strisce), sono stati informati di quanto raccontato dal fondamentalista islamico nel corso della loro recente visita a Islamabad, capitale del Paese.
E ancora: “Gli Stati Uniti condannano l’Isis, ma purtroppo non sono in grado di fermare il finanziamento di cui gode il Califfato. Soldi che arrivano proprio dagli yankees. Gli Usa hanno dovuto fugare l’impressione di sostenere economicamente il gruppo per perseguire i propri interessi; per questo hanno lanciato un’offensiva in Iraq, ma non in Siria”.
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Re: IS o ISIS o EX (estado xlamego)

Messaggioda Berto » mar nov 17, 2015 3:06 pm

Le bufale sull’Isis ormai non si contano più, ma ciò non é certo colpa dei debunker, ma di un curioso modo di fare informazione.

http://montaigne.altervista.org/isis-tu ... ori-bufale

Oggi recuperiamo un po’ di morale con una storia forse vecchia ma che non manca mai di far discutere, ovvero le oscure origini dell’ Isis, il temibile califfato di Al Baghdadi. In un articolo di qualche mese fa sono state minuziosamente elencate tutte le prove a supporto di questa tesi che ormai va per la maggiore, con tanto di fonti e di eloquentissime fotografie; da antologia l’intro al pezzo: “prima di gridare al complotto state fermi, é tutto vero”.

Si parte con le “confessioni” del segretario di Stato americano, Hillary Clinton, rilasciate a Jeffrey Goldberg del giornale online “The Atlantic”; la prima frase incriminata sarebbe questa:
«Failure’ to Help Syrian Rebels Led to the Rise of ISIS».
Che tradotta diventerebbe:
«Il nostro fallimento nell’aiutare i ribelli ha portato all’ascesa dell’ISIS».
Che appare ben diversa dal: “L’Isis è roba nostra, ma ci è sfuggita di mano” che viene da tanti riportata come prova del coinvolgimento diretto degli USA. Anche le parti in cui la Clinton criticherebbe l’atteggiamento troppo cauto nella politica estera di Barack Obama, e affermerebbe che Israele ha tutto il diritto di piallare i palestinesi sono state completamente distorte, e altre parti tipo “ all’epoca non capii, ora mi è tutto chiaro” è totalmente inventata, al seguente link troverete l’analisi con tutti i dettagli.

Perla rara è invece l’immagine che ritrarrebbe Condoleeza Rice, segretario di Stato dell’amministrazione Bush, sorridente al fianco di Osama Bin Laden. Basta un colpo d’occhio, anche poco esperto, per rilevare “qualche anomalia”; l’ombra dietro la testa di Osama pare non contemplare minimamente i più elementari concetti di prospettiva, infatti non c’è la minima collimazione con l’ambiente circostante. Inoltre, secondo alcune analisi, la barba di Osama sarebbe troppo grigia per essere pre 11/9, quindi la faccenda si ingarbuglia ancor di più. Inoltre doveva essere una grande occasione visto il completo sfoggiato, peccato il turbante decisamente fuori contesto, qualcuno avrebbe anche potuto riconoscerlo, con il fior di segugi che oggi albergano ovunque, specie sul web.

Ma andiamo avanti.
– Edward Snowden ha documentato che l’Isis è una creatura degli USA. Avrebbe affermato che anche le scie chimiche lo sono, vabbé…
– anche il Qatar sarebbe un finanziatore dell’Isis; domanda, di cosa campa il Qatar? Di petrolio, e come si finanzia l’Isis? Vendendo petrolio, specie quello iracheno; ebbene se il califfato si stabilizzasse diventando un vero stato, già sarebbe un concorrente, e se decidesse di utilizzare l’euro invece del dollaro per le transazioni così come voleva fare Saddam Hussein potrebbe diventare un concorrente assai pericoloso. E qui torniamo al nodo principale, gli USA che imbastiscono una guerra decennale per il petrolio iracheno e poi se lo fanno soffiare da quattro plotoni di truppe cammellate da loro sostenute e foraggiate. Non sembra avere molto senso tutto ciò. E’ vero che Arabia Saudita, Giordania ed Emirati Arabi Uniti avrebbero ammonito la Casa Bianca per presunti fondi qatarioti allo stato islamico, ma si tratterebbe di fonti anonime citate nel Wall Street Journal, così riporta l’Ansa al riguardo.
– L’ex analista dell’NSA pare che abbia confermato tutto quello che aveva bisogno di conferme, e dal batti e ribatti che ogni rilascio di tali notizie provoca viene da chiedersi se sia un cazzaro o se, per uno strano caso, non gli vengano attribuite dichiarazioni del tutto travisate o inventate di sana pianta, ne pubblichiamo una carrellata:
– Snowden ha confermato l’esistenza delle scie chimiche; ovviamente non è così, per il semplice fatto che la notizia, tradotta malissimo, è attribuita ad un sito, chronicle.su, chiaramente satirico; nello stesso sito altri articoli affermerebbero che Snowden avrebbe confermato l’esistenza degli UFO, che secondo il Papa Snowden è il Messia e che gli USA stiano mettendo a punto Sauron, un sistema di satelliti per la sorveglianza ravvicinata dei cittadini.

– Sempre dallo stesso sito chronicle.su derivano le notizie divulgate da Snowden sulle distruttive eruzioni solari del settembre 2013, che David Icke sarebbe un rettiliano e che Beyoncé si sarebbe suicidata all’età di 31 anni, salvo poi allegare all’articolo un’immagine di Whitney Houston.

– Snowden avrebbe rivelato la vera identità del califfo Al-Baghdadi, un attore o un agente del Mossad di nome Elliot Shimon, Simon Elliot e simili. Mettiamo che sia così, magari che sia lui che la sua intera catena di comando siano al soldo degli USA, ma tutti gli altri, fanatici che combattono e sgozzano in nome di Allah e che hanno dimostrato di avere una certa dimestichezza nell’uso di internet, con una notizia del genere qualche domanda se la saranno pur fatta. Come possa poi il Mossad lasciare come bersaglio un agente con una capacità simile, sarebbe già stato ferito in un raid, è curioso, alcuni non considerano quanto possa costare addestrare un agente con capacità simili. Tali voci sono state smentite dall’Huffington Post che definisce “bizzarre” le teorie rilasciate dal sito “Veterans Today” riportante notizie da parte di network arabi tutte da verificare. Inoltre due persone assai vicine all’ex NSA, ovvero Glenn Greenwald, cronista del Guardian che divulgò le rivelazioni di Snowden, sia il consulente legale di questi, Ben Wizner, hanno dichiarato che Snowden non ha mai detto nulla del genere. E’ naturale del resto, visto che Snowden é solo un informatico, non un hacker o un agente segreto, che si é “limitato” a far sapere che negli USA esistono programmi segreti dediti alla sorveglianza di massa; attribuirgli questa montagna di boiate può avere solo un effetto, evitare che in futuro si possano affacciare altri potenziali “Snowden”.

Ultimo elemento, il senatore repubblicano John McCain che poserebbe in alcune foto con sedicenti membri dell’Isis! In realtà quelle immagini immortalano il senatore a colloquio con membri dell’FSA, l’esercito della Siria libera, in un incontro avvenuto a settembre 2013 sui cui dettagli si rimanda al seguente link. Oltretutto ci si chiede perché l’addetto stampa dell’Isis Abu Mosa, che sarebbe presente in quelle immagini, abbia definito “l’amicone” McCain un crociato che si lagna per ciò che l’Isis ha fatto in Iraq dimenticando ciò che ci fecero gli americani.

Come concludere questa amabile carrellata? Poco da dire, nessuno dice che i complotti non esistono, tutto sta nel dimostrarli in modo preciso e circostanziato, ed è piuttosto palese, vedi il caso Charlie Hebdo o quello Germanwings, che pubblicare notizie sensazionali anche false deve rendere assai di più di quelle verificate, basta guardare i dati di condivisione per capirlo; e non disturbatevi a chiedere all’autore “chi ti paga”, chiedetelo piuttosto a chi confeziona e divulga panzane, e per avere la risposta non c’è che da guardarsi allo specchio.
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Re: IS o ISIS o EX (estado xlamego)

Messaggioda Berto » mar nov 17, 2015 3:06 pm

G20, Obama: "Is è il volto del male, dobbiamo distruggerlo"

La risposta agli attentati di Parigi dai Grandi riuniti ad Antalya. Tra le misure il rafforzamento della sicurezza aerea e il blocco della propaganda via web. Bashar al Assad non si candiderà a elezioni in Siria
16 novembre 2015

http://www.repubblica.it/esteri/2015/11 ... -127458286

ANTALYA. Più sicurezza nel settore dell'aviazione, lotta contro chi finanzia i terroristi e blocco a propaganda sul web: sono alcuni dei punti della bozza del documento in 9 punti dedicato al terrorismo che è allegato alle conclusioni del G20 in Turchia. La voce è unanime: combattere uniti per sconfiggere il terrore che, con gli attacchi di Ankara e Parigi, ha messo in atto "un inaccettabile affronto contro a tutta l'umanità".
Il volto del male. "L'Is è il volto del male. Dobbiamo distruggerlo", ha detto Barack Obama nella conferenza stampa al termine del vertice, chiarendo che l'attacco di Parigi è arrivato senza che fossero stati segni o dati di Intelligence che potessero far prevenire quanto avvenuto. La strada intrapresa, è quella da perseguire, ha detto il capo della Casa Bianca, aggiungendo che è fondamentale continuare a ingrandire la coalizione internazionale e allo stesso tempo portare avanti i raid aerei, ma anche l'arma della diplomazia per porre fine alla guerra civile in Siria, mentre inviare truppe di terra "sarebbe un errore".
Bashar al Assad non si candiderà. E, proprio mentre il presidente americano parlava, il ministro degli esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha annunciato che l'attuale presidente siriano Bashar al Assad non si candiderà alle elezioni che dovranno seguire al periodo di transizione in Siria. "Assad lascerà entro sei mesi in un modo e una data concordati dopo che il nuovo governo di transizione sarà creato e assumerà i poteri esecutivi", ha aggiunto il ministro degli Esteri turco, Feridun Sinirlioglu. "Assad, che ha massacrato il suo popolo, non ha un posto nel futuro della Siria né lo avrà mai", ha detto il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.
Più forti del terrore. "Dal G20 arriva il segnale che siamo più forti del terrorismo", ha ribadito la cancelliera Angela Merkel, che ha annunciato che nel 2017 il G20 sarà in Germania. E ha aggiunto che una conferenza internazionale sull'immigrazione si svolgerà a Londra il prossimo 4 febbraio: "Ho deciso insieme David Cameron, al capo del governo norvegese (Erna Solberg) e all'emiro del Kuwait (Sabah al Sabah) di tenere il 4 febbraio a Londra una conferenza sui rifugiati, sull'assistenza umanitaria ai rifugiati" ma anche sugli "aiuti finanziari ai paesi che li accolgono".
Combattere uniti."Spero che anche il G20 faccia fare un passo avanti in direzione di quanto fatto al tavolo di Vienna: c'è la necessità di un accordo ampio con protagonisti gli Usa assieme a Europa e Russia e con il coinvolgimento dei paesi arabi...Abbiamo bisogno di mostrare l'unità. E prima di tutto, questa unità, deve essere mostrata nella lotta contro il terrorismo". È il messaggio di Matteo Renzi al termine di un colloquio bilaterale con il presidente russo Vladimir Putin al vertice. "Sul terrorismo bisogna parlare chiaro: è un problema che non si risolve con uno schiocco delle dita, è il più grande tema del nostro tempo, occorre approccio comprensivo. In questo senso il principio italiano, riportiamo la Russia al tavolo della discussione, sta finalmente portando risultati". Poi assicura che il nostro Paese, che ha dimostrato di essere in grado di crescere, è pronto all'accoglienza, ma non si farà intimorire: "Ovviamente ci vuole il pugno non duro, durissimo, contro chi delinque e non rispetta le regole del nostro Paese".
Oltre a Renzi, il presidente Russo ha incontrato il premier britannico David Cameron e, a quanto pare, quest'ultimo ha teso la mano al capo del Cremlino: il premier britannico si dice oggi pronto a fare "compromessi" con la Russia per contrastare insieme l'Is. L'apertura appare confermata in qualche modo dallo stesso Putin, il quale, pur notando come i rapporti russo-britannici "non siano proprio al meglio", ha dato atto a Cameron d'aver condiviso con lui dati dell'intelligence di Londra dopo lo schianto dell'aereo russo nel Sinai.

Rafforzamento sicurezza aerea.
I leader del G20 sono "preoccupati per il notevole e crescente flusso dei 'foreign terrorist fighters' per la minaccia che rappresentano per tutti gli stati, includendo le nazioni di origine, di transito e di destinazione". È quanto si legge nella bozza del comunicato che il G20 di Antalya dedicherà alla lotta al terrorismo. "Siamo determinati ad affrontare questa minaccia rafforzando la nostra cooperazione e sviluppando misure significative per prevenire e contrastare questo fenomeno, comprese la condivisione di informazioni, il controllo delle frontiere per tracciare gli spostamenti, misure di prevenzione ed una appropriata risposta della giustizia penale". Inoltre "lavoreremo insieme per rafforzare la sicurezza dell'aviazione globale".

Congelamento flusso finanziario a terrorismo.
Il G20 si era aperto con minuto di silenzio per le vittime dei tragici attacchi a Parigi. La lotta al terrorismo riguarda anche gli "asset finanziari", il contrasto alle risorse che lo sostengono, ha detto il presidente turco Recyp Erdogan nel discorso di apertura. "Rimaniamo impegnati a fronteggiare i canali di finanziamento del terrorismo, in particolare implementando la cooperazione e lo scambio di informazioni e il congelamento degli asset del terrorismo e di finanziamento alla criminalità" si legge nella bozza della Dichiarazione finale del G20 in cui si parla anche di "sanzioni finanziarie ai regimi collegati al terrorismo o che finanziano i terroristi". Nel documento, tra le altre cose, si prevede l'impegno per bloccare "il flusso di foreign fighter" con un'implementazione "della cooperazione e lo sviluppo di rilevanti misure per prevenire e combattere questo fenomeno". Secondo Putin, che ha detto di aver condiviso con i colleghi del summit i dati a disposizione della Russia sul finanziamento ai terroristi, i jihadisti dell'Is sono finanziati da persone fisiche provenienti da 40 Paesi, tra cui anche membri del G20.

Blocco a propaganda su web.
Occorre, poi, "contrastare la propaganda terrorista e impedire ai terroristi di sfruttare la tecnologia, le comunicazioni e le risorse per incitare d atti di terrorismo, anche attraverso internet", si legge ancora nella bozza del documento. "Devono essere prevenuti gli incoraggiamenti del terrorismo, l'incitamento ad atti di terrorismo e la glorificazione della violenza. Riconosciamo il bisogno a tutti i livelli di lavorare attivamente per prevenire l'estremismo violento e sostenere la società civile nel coinvolgere i giovani e promuovere l'inclusione di tutti i membri della società".
Obama-Putin: "Necessaria transizione politica". Ma soprattutto i lavori sono stati aperti dal colloquio tra il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ed il presidente russo Vladimir Putin: "Risolvere il conflitto in Siria è più che mai un imperativo alla luce degli attacchi di Parigi", hanno concordato i due leader

Migrazione.
I capi di Stato e di governo del G20 hanno chiesto a tutti i Paesi del mondo impegno facciano la loro parte nella gestione della crisi migratoria. L'appello figura nel comunicato finale della riunione: "Facciamo appello a tutti gli stati, tutti devono contribuire a dare una risposta a questa crisi e a condividere il fardello connesso, in particolare con il ricollocamento dei rifugiati, i diritti di ingresso umanitario, l'aiuto umanitario", si legge nella dichiarazione. Obama ha voluto "ricordare che molti dei rifugiati sono vittime del terrorismo. Chiudere la porta sarebbe tradire i nostri ideali. Negare un accesso sarebbe come violare i valori della comunità internazionale", ha aggiunto il capo della Casa Bianca. Gli Stati Uniti devono fare la loro parte nella crisi dei rifugiati. Ed è "vergognoso" che qualcuno ipotizzi test di religione per l'ammissione dei rifugiati, con l'ingresso dei cristiani, ha concluso.
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Re: IS o ISIS o EX (estado xlamego) e łe bufałe

Messaggioda Berto » mar nov 17, 2015 8:01 pm

???

Russia, leader musulmani: "Il terrorismo non rappresenta l'islam"
Anche in Russia i musulmani condannano gli attacchi terroristici avvenuti a Beirut e a Parigi: “L’obiettivo dei terroristi è solo quello di distruggere la nostra unità”
Fabio Polese - Mar, 17/11/2015

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/rus ... 95318.html

Le due più grandi organizzazioni dei musulmani in Russia, l’Amministrazione spirituale dei musulmani (DUM) e il Consiglio dei muftì di Russia (SMR), hanno condannato i terribili attentati di Beirut e Parigi e hanno invitato “tutte le forze sane della società ad unirsi nella lotta al terrorismo, una minaccia che ha ormai un carattere globale”.
“Esprimo le mie più sentite condoglianze in relazione ai terribili attentati terroristici che hanno sconvolto Beirut e a Parigi”. Ha detto il muftì Ravil Gainutdin Sheikh, leader spirituale dei musulmani in Russia.
???“Le organizzazioni terroristiche responsabili di attentati non rappresentano l’islam” e i gruppi terroristici come l’ISIS, “sono stati fondati per la lotta contro l’islam, contro i musulmani” e servono “per creare conflitti all’interno dell’islam e provocare guerre interreligiose”. ???

“Tutto il mondo musulmano condanna la violenza e l’uccisione di persone innocenti”, ha aggiunto Rushan Hazrat Abbyasov, vice presidente delle due organizzazioni. Sottolineando che “non c’è nessuna giustificazione al terrorismo che colpisce persone di diverse nazionalità, religione e status sociale”. E’ chiaro, spiega, che “l’obiettivo dei terroristi è solo quello di distruggere la nostra unità, per portare discordia e conflitti”.
Il vice presidente della DUM e del SMR, per prevenire l’estremismo, ha anche invitato le famiglie ad educare i propri figli nel modo corretto e gli stessi capi religiosi a diffondere la giusta conoscenza dell’islam.
Dello stesso parere il patriarca ortodosso di Mosca Kirill, che ha invitato a combattere il terrorismo anche a livello culturale. “La lotta contro il terrorismo non dovrebbe essere solo militare. Non solo i servizi speciali, ma anche la gente comune dovrebbe superare questa terribile disgrazia del nostro tempo attraverso l’educazione, la cultura e forse, la cosa più importante, anche attraverso la preghiera e la crescita della propria fede”.
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Re: IS o ISIS o EX (estado xlamego) e łe bufałe

Messaggioda Berto » mar nov 17, 2015 10:54 pm

La paura dei figli dei migranti: “L’Isis può arrivare fin qui”
Le riflessioni degli studenti di una quarta elementare di Torino
Maria Teresa Martinengo
17/11/2015
http://www.lastampa.it/2015/11/17/itali ... agina.html

In classe sono arrivati preparati, ieri mattina, i bambini della quarta B dell’elementare Aristide Gabelli, informati sull’orrore che Parigi ha vissuto venerdì sera. In tivù hanno sentito e visto, filtrando tutto con la saggezza dei loro 9 anni. E con quel pizzico di esperienza del mondo che puoi avere in più se tua nonna vive in Nigeria e quando l’Isis uccide laggiù pensi a lei.

La Gabelli è nel cuore della popolare Barriera di Milano. Dagli anni 90 l’appello fa il giro del mondo. In quarta B tocca Cina, Marocco, Albania, Nigeria, Romania, Perù, Egitto, Ecuador. «I bambini sono arrivati con voglia di parlare - dice la maestra Loredana Fulginiti -, sanno tutto. Qui siamo abituati a ragionare insieme quando capita qualcosa». Alla campanella di mezzogiorno bambini e maestra si mettono in cerchio, tenendosi per mano, occhi a terra, immobili nel silenzio. Al secondo driiiin si apre il dibattito. La prima manina alzata è di Samuel: «Una nostra ex compagna ora vive a Parigi. Abbiamo paura per lei». Ma è Adam a introdurre il tema: «Sono preoccupato, triste, mi fa paura che l’Isis possa arrivare qui e uccidere persone che non hanno fatto niente di male. Usano anche il coltello, l’ho visto sulla Rai». È allora che Kester dice convinto: «L’Isis c’è anche in Nigeria, dove vive mia nonna».

Dal primo banco Samuel puntualizza: «So che nel teatro, dove hanno ucciso tante persone, c’era una ragazza italiana. Il presidente Mattarella ha scritto ai suoi genitori». La piccola Ikram spiega seriamente di aver temuto per un’amica che vive a Parigi. «Per fortuna - riflette - non c’erano bambini in giro perché è capitato di notte». Samuel C., uno dei due alunni italiani, riferisce le ansie colte in casa: «A Parigi abita un amico di mia mamma, lei l’ha cercato ma non ha mai risposto». E Sara: «Io sono preoccupata perché a Parigi vivono i genitori di mia mamma».

Klea sa che «sono tre i posti dove è morta la gente: allo stadio, al concerto e al ristorante». Samuel teme per il futuro: «Possono colpire anche in banca, in tutti i posti pubblici». Adam lo rassicura: «Dopo l’attacco hanno messo vigili e polizia dappertutto. Io sono stato a Parigi l’estate scorsa, sono andato a trovare una mia bis-zia, una zia di mia mamma, quando siamo tornati dal Marocco...». Gretell torna ai racconti ascoltati in tivù, alle immagini da incubo. «La gente si è fermata a dormire nello stadio - racconta - perché non poteva uscire, aveva paura. Nel teatro la gente si fingeva morta per non essere colpita, nel ristorante tutti piangevano tantissimo. C’era grande dolore». Giulia non accetta tanta crudeltà: «Ma all’Isis non dispiace di far male alla gente?». Risponde Samuel, categorico: «Quelli sono senza pietà». Alessandra, qualche banco indietro, sospira: «Parigi, la città degli innamorati, ora è la città della guerra». Adam non ci sta: «Ma con la violenza non si arriva a niente». «Si devono vergognare», aggiunge Gretell. Samuel: «Un giorno o l’altro li piglieranno». Ahmed: «L’Isis pensa di vincere ma non vince proprio niente». Kester: «Vogliono il petrolio per diventare ricchi».

Martina è convinta che «se tutti ci uniamo li possiamo battere». Riflette: «In questa storia forse c’entra la religione o forse no. Sabato, al mercato, un signore marocchino che parlava con mia mamma ha detto che la religione non c’entra». Sabrina disegna lo scenario più apocalittico: «Se vanno in Vaticano, dove c’è il Papa che rappresenta tutto il mondo, allora ci sarà la guerra mondiale». Martina interviene: «Magari ci sono assassini anche in Italia e possono saltare fuori». «Ma a combattere così cosa vinci?», chiede Sara. Giulia lo sa: «Vinci un regno, puoi comandarlo e hai i tesori che ci sono dentro. Ma non sei contento, perché hai fatto tutto senza rispetto».
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Re: IS o ISIS o EX (estado xlamego) e łe bufałe

Messaggioda Berto » mar nov 17, 2015 11:14 pm

La verità scomoda di Putin: «Isis è finanziato da individui di 40 Paesi, inclusi alcuni membri del G20»
17 novembre 2015

https://www.lastampa.it/2015/11/17/este ... agina.html
http://www.piovegovernoladro.info/2015/ ... ri-del-g20

«Isis è finanziato da individui di 40 Paesi, inclusi alcuni membri del G20»: Vladimir Putin sceglie la chiusura del summit di Antalya per far sapere ai leader attorno al tavolo che la forza dello Stato Islamico è anche in una zona grigia di complicità finanziarie che include cittadini di molti Stati. Con un colpo di teatro, sono gli sherpa russi a consegnare alle altre delegazioni i «dati a nostra disposizione sul finanziamento dei terroristi». Si tratta di informazioni che il Dipartimento del Tesoro di Washington raccoglie dal 2013 ed hanno portato, nella primavera 2014, a pubblicare un rapporto che chiama in causa «donazioni private» da parte di cittadini del Qatar e dell’Arabia Saudita trasferite a Isis «attraverso il sistema bancario del Kuwait».

IL RAPPORTO: Un rapporto della «Brookings Institution» di Washington indica nei carenti controlli delle istituzioni finanziarie del Kuwait il vulnus che consente a tali fondi «privati» di arrivare a destinazione «nonostante i provvedimenti dei governi kuwaitiano, saudita e qatarino per bloccarli». Fuad Hussein, capo di gabinetto di Massoud Barzani leader del Kurdistan iracheno, ritiene che «molti Stati arabi del Golfo in passato hanno finanziato gruppi sunniti in Siria ed Iraq che sono confluiti in Isis o in Al Nusra consentendogli di acquistare armi e pagare stipendi». «Una delle ragioni per cui i Paesi del Golfo consentono tali donazioni private – aggiunge Mahmud Othman, ex deputato curdo a Baghdad – è per tenere questi terroristi lontani il più possibile da loro». David Phillips, ex alto funzionario del Dipartimento di Stato Usa ora alla Columbia University di New York, assicura: «Sono molti i ricchi arabi che giocano sporco, i loro governi affermano di combattere Isis mentre loro lo finanziano». L’ammiraglio James Stavridis, ex comandante supremo della Nato, li chiama «angeli investitori» i cui fondi «sono semi da cui germogliano i gruppi jihadisti» ed arrivano da «Arabia Saudita, Qatar ed Emirati».

ARABIA SAUDITA: L’Arabia Saudita appartiene al G20 ed è dunque probabile che la mossa di Putin abbia voluto mettere in imbarazzo il re Salman protagonista di una dichiarazione pubblica dai toni accesi contro i «terroristi diabolici da sconfiggere». Ma non è tutto perché fra i «singoli finanziatori di Isis» nelle liste del Cremlino c’è anche un cospicuo numero di turchi: sono nomi che in parte coincidono con quelli che le forze speciali Usa hanno trovato nella casa-bunker di Abu Sayyaf, il capo delle finanze di Isis ucciso in un raid avvenuto lo scorso maggio. Abu Sayyaf gestiva la vendita illegale di greggio e gas estratti nei territori dello Stato Islamico – con entrate stimate in 10 milioni al mese – e i trafficanti che la rendono possibile operano quasi sempre dal lato turco del confine siriano.

LA TURCHIA: Ankara assicura di aver rafforzato i controlli lungo la frontiera ma un alto ufficiale d’intelligence occidentale spiega che «la Turchia del Sud resta la maggior fonte di rifornimenti per Isis». «Ci sono oramai troppe persone coinvolte nel business nel sostegno agli estremisti in Turchia – conclude Jonathan Shanzer, ex analista di anti-terrorismo del Dipartimento del Tesoro Usa – e tornare completamente indietro è diventato assai difficile, esporrebbe Ankara a gravi rischi interni». Lo sgambetto di Putin è stato dunque anche a Recep Tayyp Erdogan, anfitrione del summit.
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