Straje xlamega de Parixi e de l'aereo ruso sol Sinai

Straje xlamega de Parixi e de l'aereo ruso sol Sinai

Messaggioda Berto » sab nov 14, 2015 3:22 pm

Straje xlamega de Parixi
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Na parte de ła banda de sasini - bastardi xlameghi
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???
Denunciare subito il terrorista del giornale accanto. Qui il modello.
https://www.facebook.com/permalink.php? ... ry_index=0

A tutti i Procuratori della Repubblica d’Italia, ai Prefetti, ai Questori e ai vertici dell’Arma dei Carabinieri, al Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti e al Consiglio di Disciplina del medesimo ordine, a tutti e in particolare a ogni persona civile rivolgo questo mio appello.
Denunciare in tutti i luoghi deputati il Direttore di Libero Maurizio Belpietro ed eventuali suoi sodali per il reato di istigazione all’odio.
A seguito della strage di Parigi il quotidiano Libero ha titolato “Bastardi islamici”. Nulla aggiungeva a precisazione e delimitazione di tale titolo.
L’espressione usata per il suo carattere a portata generale e assertiva attribuisce agli “islamici ” e quindi all’essere seguace dell’Islam la responsabilità di quanto accaduto fino all’estrema conseguenza dell’imputazione a costoro del degradante e ignobile appellativo di “bastardi”.
Bastardi islamici vuol significare esclusivamente che la responsabilità di quanto accaduto, oltre i singoli, oltre le motivazioni e perversioni personali di chi ha commesso il terribile delitto, è da attribuire all’essere islamico.
L’islamico è quindi complice oggettivo dei massacratori.
Gli islamici e non le singole persone autrici del reato sono dunque gli autori della strage. Da qui la coerenza dell’epiteto odioso “islamici bastardi”. Gli islamici, tutti, sono portatori di una colpa che è originaria: l’essere islamici.
L’idea diffusa in questo modo non consente e non ammette alcuna distinzione. La frase significa ciò che contiene al suo interno letteralmente e ciò che si ricava dal suo contesto.
Per questo tra il termine terrorista e quello di islamico Libero ha scelto il secondo. E per questo ha rifiutato l’espressione , pure azzardata come ha precisato più volte il presidente Obama, di terroristi islamici.
Libero ha consapevolmente scelto di dire una cosa precisa: “Bastardi islamici”. E null’altro.
Si tratta dunque di una idea fondata sull’odio e islamofobica meritevole di essere trattata come una idea antisemita che si fondasse sulla espressione “Bastardi ebrei”.
La forza d’urto e di diffusione della espressione è da considerare massima: il giornale ha veicolato una precisa e definita idea. E proprio quelle idee quando colpiscono il bene giuridico del rispetto della identità e appartenenza nonchè della pace sociale sono considerate DALLA LEGGE un reato. Dunque vanno perseguite.
La forza del giornale Libero, la sua alta credibilità tra i propri lettori e il contesto tragico della notizia danno a quel titolo una AUTONOMA capacità di ledere il bene giuridico protetto dalla norma penale (c.d. Legge Mancino).
Dalla lettura di esso dunque molti lettori ne faranno proprio il principio di disvalore che veicola, lo diffonderanno e per conseguenza lo renderanno idoneo a far proliferare l’odio verso gli islamici offrendo una base verbale capace di costituirsi in programma di violenza e si ripete di ODIO.
Si chiede pertanto che chi è preposto all’esercizio dell’azione penale agisca nei confronti degli autori del reato, in primis il direttore del giornale che con ogni evidenza sceglie e approva il titolo in prima pagina.
Esiste un obbligo giuridico di agire per le procure e per il consiglio di disciplina dei giornalisti.
Esiste per ciascuna persona civile il dovere morale di reagire e di denunciare.
Autorizzo i lettori di questo mio scritto a usare quanto vi è contenuto per qualunque fine sia esso la denuncia alle autorità competenti dei responsabili del reato di istigazione all’odio sia esso la diffusione di questo appello ovunque perché ovunque le persone civili vengano raggiunte dalla nostra parola di rifiuto dell’odio e dalla nostra parola di amore per la legge.

Luca Bauccio
http://www.lucabauccio.com/2015/11/14/i ... le-accanto
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Re: Straje ixlamega de Parixi

Messaggioda Berto » sab nov 14, 2015 3:23 pm

Attentato a Parigi, l'Isis rivendica l'attacco: «Vendetta per la Siria». Poi minaccia Roma e Londra

http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/E ... 8537.shtml

L'Isis ha rivendicato gli attentati di Parigi. «La Francia manda i suoi aerei in Siria, bombarda uccidendo i bambini, oggi beve dalla stessa coppa»: è quanto afferma il canale Dabiq France (la rivista francese dello Stato islamico) assumendo la paternità degli attentati. Lo riferisce il Site.
Dopo Parigi, ora «tocca a Roma, Londra e Washington»: è il sinistro proclama che accompagna le celebrazioni dei sostenitori dell'Isis, su Twitter, degli attacchi a Parigi, con l'hashtag 'Parigi in fiamme'. E dopo Parigi, toccherà a «Roma, Londra e Washington», minaccia lo Stato Islamico sui social. Al momento non c'è una rivendicazione ufficiale dello Stato islamico. Non mancano le minacce a Spagna e Portogallo, territorio dell'antico Califfato in Europa.



Parigi sotto attacco: 128 morti, italiana irrintracciabile. Isis rivendica e minaccia. Una donna nel commando
Hollande: "E' atto di guerra". Papa: "Non è umano"

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2 ... f11cc.html

L'orrore assedia la Francia con un attacco terroristico a Parigi senza precedenti in Europa: il nuovo, drammatico, bilancio è di 128 morti e 200 feriti, circa 80 in gravi condizioni. Una ragazza italiana, Valeria Solesin, 28 anni, risulta al momento "irrintracciabile". Altri due italiani sono feriti.
E' allarme per un'auto con quattro persone armate che ha forzato un casello autostradale nelle Yvelines, a sud-ovest di Parigi. Secondo fonti di Le Parisien, la polizia sta inseguendo l'auto, una Citroën Berlingo con quattro uomini pesantemente armati, individuata ad Ablis e diretta a Parigi.

L'Isis ha rivendicato ufficialmente gli attacchi di Parigi: ''E' la capitale dell'abominio e della perversione''. E arrivano nuove minacce dei jihadisti, che hanno pubblicato un video, senza data, in cui fanno sapere alla Francia: "Non vivrete in pace finché continueranno i bombardamenti". Si tratta della seconda rivendicazione indiretta. "E' un atto di guerra pianificato dall'esterno con complicità interne", un "atto di guerra compiuto dall'esercito dell'Isis". Lo ha detto il presidente francese, Francois Hollande, parlando in diretta tv ai francesi. "Le forze di sicurezza e l'esercito sono mobilitate al massimo livello". Annunciati tre giorni di lutto nazionale.

Il Papa: "Non è umano, terza guerra mondiale a pezzi".

Dopo che la rivista ufficiale dell'Isis in francese, Dabiq, si era assunta nella notte la paternità del massacro, evocando una "vendetta per i raid in Siria", e un successivo video di minacce, i jihadisti dello Stato islamico hanno diffuso un comunicato ufficiale e un audio per rivendicare gli attacchi e lanciare nuovi anatemi. Parigi è stata presa di mira perché "capitale dell'abominio e della perversione". "E' solo l'inizio della tempesta": la Francia, e chi la sostiene, "rimarrà tra gli obiettivi principali" dell'Isis e "continuerà a sentire l'odore della morte per aver preso la guida della crociata, aver insultato il Profeta e essersi vantata di combattere l'Islam". Un passaporto siriano è stato ritrovato sul corpo di uno degli attentatori kamikaze, riferisce Bfm-Tv. Sono 8 in tutto i terroristi morti nei diversi luoghi degli attacchi, secondo i dati forniti dal procuratore François Molins e dai suoi servizi. Alcuni testimoni della strage della sala da concerti Bataclan hanno affermato di aver visto una donna nel commando. Un secondo terrorista è stato "identificato, è un francese", afferma Europe1. Il procuratore Molins parla di altri terroristi probabilmente in fuga, al momento se ne ignora il numero.

Dopo Parigi, ora "tocca a Roma, Londra e Washington": è il sinistro proclama che ha accompagnato le celebrazioni dei sostenitori dell'Isis, su Twitter, degli attacchi a Parigi, con l'hashtag '#Parigi in fiamme'. "Ricordate, ricordate il 14 novembre di #Parigi. Non dimenticheranno mai questo giorno, così come gli americani l'11 settembre". Lo scrive Rita Katz sul Site citando canali dell'Isis.

Terrore senza precedenti, almeno 128 morti in sette attentati: diverse sparatorie e alcune esplosioni ad opera di kamikaze vicino allo stadio. Sono una settantina, invece, gli ostaggi uccisi all'interno del teatro Bataclan. Il presidente Francois Hollande ha dichiarato lo stato di emergenza e ha chiuso le frontiere. Il governo ha decretato il piano Alpha Rouge (Alfa Rosso), un livello di allerta mai toccato prima e che corrisponde al livello "attentati multipli".

LE SPARATORIE
Le strade del cuore della capitale sono blindate dalla polizia, l'invito delle autorità è stato di restare in casa se possibile o - per chi era in locali o ristoranti - di non muoversi. Dalle caserme e da diverse regioni sono affluiti rinforzi di reparti speciali e teste di cuoio. Il primo attentato nel X arrondissement. Poi i terroristi - come in un raid - sono ridiscesi verso l'XI e il XII arrondissement, a pochi metri dalla redazione di Charlie Hebdo, insanguinata dagli attentati del 7 gennaio.

LA STRAGE AL TEATRO
Nella sala da concerti Bataclan - dove c'era il tutto esaurito per un concerto rock del gruppo americano 'Eagles of death metal' - un gruppo di terroristi ha gridato "Allah è grande" e ha aggiunto frasi sulla Siria. Poi ha aperto il fuoco sul pubblico, dove si è verificata una carneficina con un centinaio di morti: i terroristi hanno ucciso le persone una ad una. Testimoni della presa di ostaggi alla sala da concerti Bataclan di Parigi ha parlato - in lacrime - di uno dei terroristi che gridava "Allah u Akbar", "Allah è grande".

I KAMIKAZE E LE ESPLOSIONI VICINO ALLO STADIO
A Saint-Denis, allo Stade de France, tre esplosioni invece scuotevano i 50.000 presenti all'amichevole Francia-Germania. I giocatori si sono fermati, alcuni spettatori sono riusciti a uscire, gli altri sono rimasti bloccati dalla polizia all'interno fin dopo il termine della gara. Immediatamente evacuato il presidente Francois Hollande, che assisteva alla partita in tribuna d'onore. Due i kamikaze in azione: il bilancio parla di almeno 30 morti in esplosioni di polvere da sparo mista a chiodi in una brasserie e altri due siti adiacenti allo stadio.

L'ASSALTO AL RISTORANTE
Una sparatoria a colpi di kalashnikov ha causato la morte di diverse persone in un ristorante del decimo arrondissement di Parigi. Una terza sparatoria ha avuto luogo sulla rue de Charonne, nell'XI arrondissement di Parigi, altri colpi di arma da fuoco a boulevard Beaumarchais e a Faidherbe, tutti e tre luoghi a pochi metri da place de la Bastille.
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Re: Straje ixlamega de Parixi

Messaggioda Berto » sab nov 14, 2015 3:23 pm

Attentati a Parigi, «Identificato un attentatore, è francese»
I testimoni: «Erano giovani e bianchi». «Le Monde»: alcuni scappati su un’auto con targa belga. «Le Figaro» parla di un passaporto siriano trovato sul corpo di un kamikaze. Un killer francese, tre sarebbero belgi e ci sarebbe stato un arresto
di Marta Serafini
14 novembre 2015
http://www.corriere.it/esteri/15_novemb ... 9914.shtml

«Erano bianchi, erano giovani sui 25 anni». E ancora: «Sembravano soldati delle forze speciali». A più di dodici ore dagli attentati si hanno ancora informazioni confuse sull’identità degli attentatori di Parigi. Dalle notizie confermate per il momento dalla polizia è noto che 8 di loro sono morti, 6 si sono fatti esplodere dopo aver innescato le cinture esplosive, 2 sono stati uccisi dagli agenti speciali intervenuti. Non è escluso che anche altri siano fuggiti e che la polizia li stia cercando. L’attentatore francese, la donna al Bataclan, il siriano rifugiato In alcune testimonianze raccolte da Le Monde si parla di due auto nere, con alla guida 18-20enni, di cui una immatricolata in Belgio che sarebbe stata ritrovata. Ma si tratta di notizie che non hanno ancora trovato conferma. Tre degli attentatori di Parigi sarebbero belgi e proverrebbero dal quartiere di Molenbeek di Bruxelles, da cui provenivano già alcuni dei terroristi del blitz di gennaio in Belgio. Una vasta operazione della polizia belga è in corso a Molenbeek-Saint-Jean, sobborgo occidentale di Bruxelles, ed è collegata agli attacchi terroristici di ieri sera a Parigi: lo ha riferito l’emittente televisiva Rtbf secondo cui gli agenti stanno compiendo simultaneamente tre incursioni nella zona. Un individuo è già stato tratto in arresto. Così come non è confermata la notizia che sarebbe stato trovato un passaporto siriano sul corpo di uno dei kamikaze morti allo Stade de France. Per la tv greca Antenna News che cita il viceministro degli Interni greco Nikolaos Toskas: «Il passaporto ritrovato accanto ad uno dei kamikaze della strage di Parigi è stato identificato come appartenente ad un rifugiato siriano registrato a Lesbo il 3 ottobre». Europe 1 riferisce anche dell’identificazione di un secondo attentatore: si tratterebbe di un cittadino francese, individuato dalle impronte digitali. Il kamikaze sarebbe nato nella banlieue parigina, a Courcouronnes e sarebbe noto ai servizi e avrebbe 30 anni. Le Parisien parla anche di una donna tra gli attentatori del Bataclan. Ancora una volta però siamo nel campo delle ipotesi mentre gli inquirenti sono al lavoro sulle tracce di dna ritrovate sui luoghi degli attentati e sulle impronte digitali dei corpi dei killer. shadow carousel Parigi sotto attacco, bombe e kamikaze: oltre 120 morti, in un locale ostaggi uccisi uno dopo l’altro ] «Erano bianchi, erano giovani sui 25 anni». E ancora: «Sembravano soldati delle forze speciali». A più di dodici ore dagli attentati si hanno ancora informazioni confuse sull’identità degli attentatori di Parigi. Dalle notizie confermate per il momento dalla polizia è noto che 8 di loro sono morti, 6 si sono fatti esplodere dopo aver innescato le cinture esplosive, 2 sono stati uccisi dagli agenti speciali intervenuti. Non è escluso che anche altri siano fuggiti e che la polizia li stia cercando.

L’attentatore francese, la donna al Bataclan, il siriano rifugiato
In alcune testimonianze raccolte da Le Monde si parla di due auto nere, con alla guida 18-20enni, di cui una immatricolata in Belgio che sarebbe stata ritrovata. Ma si tratta di notizie che non hanno ancora trovato conferma. Tre degli attentatori di Parigi sarebbero belgi e proverrebbero dal quartiere di Molenbeek di Bruxelles, da cui provenivano già alcuni dei terroristi del blitz di gennaio in Belgio. Una vasta operazione della polizia belga è in corso a Molenbeek-Saint-Jean, sobborgo occidentale di Bruxelles, ed è collegata agli attacchi terroristici di ieri sera a Parigi: lo ha riferito l'emittente televisiva Rtbf secondo cui gli agenti stanno compiendo simultaneamente tre incursioni nella zona. Un individuo è già stato tratto in arresto. Così come non è confermata la notizia che sarebbe stato trovato un passaporto siriano sul corpo di uno dei kamikaze morti allo Stade de France. Per la tv greca Antenna News che cita il viceministro degli Interni greco Nikolaos Toskas: «Il passaporto ritrovato accanto ad uno dei kamikaze della strage di Parigi è stato identificato come appartenente ad un rifugiato siriano registrato a Lesbo il 3 ottobre». Europe 1 riferisce anche dell’identificazione di un secondo attentatore: si tratterebbe di un cittadino francese, individuato dalle impronte digitali. Il kamikaze sarebbe nato nella banlieue parigina, a Courcouronnes e sarebbe noto ai servizi e avrebbe 30 anni. Le Parisien parla anche di una donna tra gli attentatori del Bataclan. Ancora una volta però siamo nel campo delle ipotesi mentre gli inquirenti sono al lavoro sulle tracce di dna ritrovate sui luoghi degli attentati e sulle impronte digitali dei corpi dei killer.

I kalashnikov e gli «otto fratelli kamikaze»
E mentre Isis rivendica sui social network e diffonde un primo comunicato, per ricostruire l’accaduto e per capire il modus operandi dei terroristi bisogna affidarsi alle ricostruzioni dei testimoni sopravvissuti alla strage, riportate dalle diverse agenzie di stampa. Un testimone ha riferito che uno dei quattro terroristi che hanno fatto irruzione al teatro Bataclan urlava: «È colpa di Francois Hollande. È colpa del vostro presidente, non avrebbe dovuto intervenire in Siria», un chiaro riferimento ai raid aerei contro i jihadisti iniziati a fine settembre. Secondo quanto emerso da alcune registrazioni telefoniche, come riporta Le Figaro, gli attentatori del Bataclan a Parigi «parlavano molto bene il francese». Altri testimoni riferiscono che gli attentatori che hanno colpito nella zona erano bianchi. «Avevano i kalashnikov e sparavano senza nemmeno guardare chi avevano davanti».

Raffica di spari al Bataclan
Giovani
I testimoni concordano tra loro su due elementi: sulla tranquillità ostentata dagli uomini e sull’uso di kalashnikov. «I terroristi erano molto calmi. Hanno ricaricato le armi tre o quattro volte», raccontano altre persone. Julian Pearce, giornalista radiofonico, è riuscito a uscire dal Bataclan: ha riferito di almeno venti corpi a terra. «È durato dieci, 15 minuti», parlando di due o tre assalitori: «Ho visto diverse persone giovani che non indossavano maschere entrare nella sala durante il concerto imbracciando kalashnikov: hanno sparato a bruciapelo a chi era rimasto ferito. Ricaricavano le armi e ricominciavano a sparare». Tanti sopravvissuti alla carneficina concordano con il fatto che i terroristi hanno agito «da professionisti». «Sparavano con gli Ak47 a colpo singolo, 3-4 alla volta, tutti ben mirati, sembravano soldati delle forze speciali», racconta un testimone al Guardian. E sottolineano: «Erano tutti molto giovani, avevano meno di 25 anni».

La cellula siriana
Nel testo di rivendicazione da Isis viene spiegato come «gli otto fratelli kamikaze» prima abbiano sparato e poi si siano fatti esplodere. Un modus operandi diverso dunque rispetto a Charlie Hebdo dove il primo assalto venne condotto solo con armi da fuoco. Secondo il quotidiano Le Figaro, fonti investigative riferiscono che sul corpo di uno dei kamikaze dello stadio sarebbe stato trovato un passaporto siriano. Mentre fonti dell'intelligence britannica citate dalla Bbc parlano di una cellula «autosufficiente» dell'Isis formata da reduci dalla Siria. Circostanze ancora tutte da chiarire dunque. Ma ciò che è certo è che dalla Francia negli ultimi due anni si sono uniti a Isis e ai gruppi jihadisti migliaia di foreign fighters.
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Re: Straje ixlamega de Parixi

Messaggioda Berto » sab nov 14, 2015 3:24 pm

Condanna delle comunità islamiche: «Sono assassini, non musulmani»
Sabato 14 Novembre 2015

http://www.ilgazzettino.it/NORDEST/PRIM ... 9899.shtml

TREVISO - «Quelli che hanno compiuto la strage di Parigi sono solo assassini, non musulmani. Siamo molto stanchi di dover ripetere ogni volta questo concetto». Lo ha detto Abdallah Khezraji, leader della comunità marocchina di Treviso, che in queste ore si trova nel suo paese d'origine. «Ieri sera seguivo le cronache televisive con vari miei connazionali, ad Agadir - ha aggiunto - e la rabbia e lo sdegno erano palpabili. I terroristi di Parigi non c'entrano né con l'Islam né con altre religioni, la nostra condanna è assoluta». Secondo Khezraji ,«è ovvio che adesso l'Occidente dovrà mettere in campo misure di tutela diverse» ed una buona scelta, fra le altre, dovrebbe essere quella di «intensificare la collaborazione con gli organi di intelligence di paesi come il Marocco e la Giordania, due laboratori di opposizione agli estremismi che andrebbero seguiti più attentamente».
La Federazione islamica del Veneto condanna nel modo più radicale gli attentati che hanno insanguinato questa notte la città di Parigi. Lo afferma, in una nota, Tanji Bouchaib, Presidente della Federazione regionale islamica del Veneto. «Ancora una volta i terroristi hanno voluto colpire la Francia dove convivono pacificamente e nel reciproco rispetto culture, confessioni, idee e persone provenienti da tutto il mondo - rileva Bouchaib - Il terrorismo fondamentalista, che offende il nome di Allah e trasforma, per perseguire i propri interessi criminali, una religione di pace come l'Islam in una ideologia che giustifica ogni violenza nei confronti dell'umanità, vuole portare la guerra e l'odio nel cuore dell'Europa». «Per questi motivi va combattuto con forza e determinazione - prosegue -. Sta a tutti noi impedire che, oltre alla paura e alla insicurezza, questa crudele strategia di sangue, provochi anche divisione e contrapposizione tra le persone sulla base della loro fede religiosa. È anche questo uno degli obiettivi dell'Isis e dei suoi affiliati. Purtroppo i titoli di alcuni quotidiani di oggi sembrano caduti in questa trappola». «Come musulmani del Veneto siamo, ancora una volta, vicini alle vittime e alle loro famiglie e siamo solidali con i cittadini di Parigi - conclude Bouchaib -. Pregheremo per loro e per la pace e parteciperemo ad ogni iniziativa pubblica di condanna del fondamentalismo e di solidarietà con il popolo francese».
«La Comunità islamica del Trentino Alto Adige esprime una condanna forte senza mezzi termini per i gravissimi atti terroristici avvenuti in Francia, che sono crimini contro l'umanità e invita tutti ad unirsi per affrontare qualsiasi atteggiamento estremista che minaccia la sicurezza e la buona convivenza tra tutti i componenti della nostra società civile».
Così il presidente della Comunità islamica del Trentino Alto Adige e imam di Trento, Aboulkheir Breigheche. «L'islam - aggiunge - è estraneo a qualsiasi forma di estremismo, è la religione della pace, e i veri musulmani sono anche loro vittime di questi atti criminali. Chi commette atti criminali o ha atteggiamenti estremisti è da definire criminale e basta, la criminalità non ha religione». «Avvertiamo tutti - conclude - che le generalizzazioni e le strumentalizzazioni sono controproducenti e offensivi per i milioni di musulmani che sono europei a tutti gli effetti. L'Europa la vogliamo difendere insieme con i valori umani della fratellanza umana e della solidarietà tra tutti. Esprimiamo le nostre profonde condoglianze ai famigliari delle vittime innocenti e e il sincero dolore per tutta la Francia».

Falsi e bronse coerte, sti teroristi łi xe musulmani veri e łi dixe ciaro, łi fa coel ke łi fa en nome de Allah nandoghe drio a łe prescrision del Coran.


Islam assassino: non ci arrendiamo
È una guerra contro il nostro stile di vita e la libertà. E per difenderci ora dobbiamo attaccare
Alessandro Sallusti - Dom, 15/11/2015

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 94613.html

La parola «guerra» rimbalza da Parigi nelle capitali europee. Si mobilitano servizi segreti, polizie e, per la prima volta in Italia, si mette in allerta l'esercito.
I morti di Parigi scuotono un'Europa che da tempo assiste compiaciuta al suo decadimento, che ha commesso l'errore fatale di dare il via libera a una invasione ostile (uno dei terroristi di venerdì era sbarcato da un barcone come profugo poche settimane fa) e che poi si è più preoccupata di mettere a tacere le presunte «destre xenofobe» piuttosto che combattere l'Islam assassino. La vera «emergenza umanitaria» del nostro tempo non sono le ondate di clandestini che ci arrivano addosso ma la difesa delle nostre vite di occidentali e cristiani, di quelle dei nostri figli da ieri mai più al sicuro nelle loro città, nei loro stadi, teatri, ristoranti, sugli aerei.La vera «umanitá» in pericolo siamo noi. Invece le sinistre e la burocrazia europea hanno azzerato le nostre difese con leggi permissive, hanno emesso sentenze giudiziarie che introducono le «attenuanti culturali» per giustificare crimini commessi da una civiltà inferiore, quella islamica, in nome di un dio, Allah, feroce e spietato, hanno fatto chiudere le nostre mostre d'arte con opere a sfondo cristiano e cancellato il Natale per non offendere il conquistatore. E adesso piangiamo, da veri coccodrilli, la morte dei nostri figli e amici, in una escalation di orrore che, come giurato ieri dall'Isis, è solo all'inizio. In dieci mesi si è passati dai dodici morti di Charlie Hebdo, ai duecento dell'aereo russo partito da Sharm, ai 129 (bilancio provvisorio) della notte di Parigi. Quanti saranno quelli della prossima strage, e dove? Impossibile dirlo, il fronte di questa guerra non è un confine, siamo noi, ovunque ci troviamo. Ragazzi kamikaze contro ragazzi che bevono una birra a casa loro. Non c'è storia, vinceranno loro questa guerra impari fatta di agguati e di attese tra una strage e l'altra. Colpire con missioni suicide e poi sparire è una tecnica militare sperimentata dai vietcong in Vietnam e dai talebani in Afghanistan, contro la quale non hanno potuto nulla i più potenti eserciti del mondo, quello americano e quello sovietico, usciti sconfitti dall'estenuante confronto. Figuriamoci cosa possono fare forze dell'ordine eroiche ma sottodimensionate, male attrezzate e poco pagate, spesso imbrigliate da regole di ingaggio e leggi che sembrano fatte per favorire il nemico.L'unico spiraglio di salvezza ora sta in quella parola «guerra» pronunciata ieri sia dal presidente Hollande che da Papa Francesco, entrambi in ritardo rispetto ai profetici scritti di Oriana Fallaci, fatta passare anche per questo per una pazza visionaria. Se è vero che c'è una guerra in corso bisogna essere conseguenti, sia sul piano delle relazioni internazionali (per esempio la Russia di Putin sarebbe un alleato decisivo e non un nemico da punire con sanzioni) che sul fronte interno, europeo e nazionale. Dalla libera circolazione tra stati alle politiche sull'accoglienza, tutto va rivisto in chiave emergenziale, sospendendo se è il caso anche alcune libertà o principi democratici come accadde in America all'indomani degli attacchi alle Torri Gemelle. In guerra, il nemico - dichiarato o potenziale - lo si tiene fuori dai confini, non lo si fa circolare liberamente per casa, non lo si aiuta a mettere radici.Se qualcuno trova tutto questo esagerato lo invito ad ascoltare e riascoltare gli audio - disponibili su internet - del fragore delle bombe che esplodono allo stadio di Parigi, le urla dei ragazzi trucidati nel teatro. Domani - che Dio non voglia - potrebbero essere le voci dei nostri figli e nipoti. Per questo noi non ci arrendiamo all'Islam assassino né ai suoi sciagurati complici occidentali, che negando l'evidenza ci mettono tutti a rischio. Siamo in guerra e combattiamo con l'arma che abbiamo in dotazione: la libertà di dire ciò che pensiamo.
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Re: Straje ixlamega de Parixi

Messaggioda Berto » sab nov 14, 2015 3:25 pm

Non si dice terrorismo islamico. Il terrorismo non ha religione. Il terrorismo è miscredente
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... nref=story

Mi dispiace ma i terroristi dell'IS e di tanti altri gruppi si dicono mussulmani credenti al cento per cento; allora mi domando chi siete voi che sostenete che non sono mussulmani e che al contempo sostenete le loro ragioni e trattate con disprezzo i non mussulmani? Io sono un miscredente e non vado in giro per il mondo ad ammazzare i credenti. Io non sono cristiano, non sono ebreo, non sono mussulmano e non credo ai loro idoli ... e non impongo a nessuno con la violenza e il terrore di diventare miscredente.

Mi dispiace per te ma il terrorismo è anche religioso e in particolare è un carattere dell'islam che non è una "religione" ma una dottrina politico-religiosa che è altro da una "religione". L'islam è puro orrore e terrore da bandire dalla faccia della terra, è mollto ma molto peggio del nazismo. E' razzismo politico religioso puro. E' una sistematica, secolare, millenaria violazione dei Diritti Umani Universali. Personalmente farei chiudere tutti i centri culturali islamici e tutte le moschee e attuerei il coprifuoco. Incomincerei a rispedire indietro tutti i migranti, i profughi, i clandestini e blinderei le coste e i confini dell'Europa e poi manderei un grande esercito con una grande flotta e e un grande stormo di aerei laddove stanno i covi del male. Riunirei l'Onu e porrei la questione Islam=razzismo=nazismo. Organizzerei i cittadini in milizie di autodifesa e con la polizia e l'esercito terrei sottocontrollo i migranti e i cittadini islamici. Arresterei tutti coloro che non prendono fattivamente le distanze, che non condannano e che sostengono il terrorismo islamico. Bandirei il velo. Ripristinerei la pena di morte e i processi sommari. Prenderei in considerazione anche l'espulsione degli islamici non autoctoni e con la doppia cittadinanza. Incomincerei a trattare gli islamici come questi trattano i cristiani nei paesi a dominio islamico.
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Re: Straje xlamega de Parixi

Messaggioda Berto » sab nov 14, 2015 6:24 pm

Valeria, una veneziana al Bataclan - Il fidanzato: siamo scappati e l’ho persa
La giovane è dottoranda alla Sorbona. L’amica: «Le ho preso io la borsa». Un gruppo di veronesi la cerca negli ospedali. La mamma: «Non è tra le vittime»
14 novembre 2015

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http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 4619.shtml

PARIGI Le notizie arrivano a frammenti. La ricerca degli italiani coinvolti venerdì sera nella strage di Parigi è incessante. Tra i dispersi c’è Valeria Solesin, veneziana di 28 anni, dottoranda in Demografia all’università di Paris 1 che viveva a Parigi da sei anni.
Nel weekend lei e il fidanzato Alberto Ravagnani, trentino che da anni ha un negozio a Parigi, erano stati raggiunti dalla sorella di Alberto, Chiara Ravagnani e dal fidanzato di lei Stefano Peretti, veronese, entrambi appassionati di rock. Erano tutti e quattro dentro il locale «Bataclan» quando è cominciata la mattanza. Sono rimasti a lungo tra gli ostaggi, nascondendosi. In silenzio, per passare inosservati a quegli uomini che uccidevano chiunque capitasse loro a tiro.
Quando è iniziata la sparatoria, però, i tre hanno perso di vista Valeria che quella stessa giornata aveva perso i documenti. E non hanno più avuto sue notizie. Molte ore dopo sono stati liberati dalla polizia francese.
Da venerdì sera colleghe e amiche lanciano appelli su Twitter: «Cerco informazioni su Valeria Solesin, che era al Bataclan», scrive una di loro. E in molti ora la cercano in ospedale. A dare una possibile lettura dell’accaduto di anche il funzionario del Consolato generale d’Italia a Parigi, Sergio Fiocco, che ha dichiarato a Radio 24 :«Una ragazza italiana si trovava nella sala di concerti Bataclan con alcuni amici. Quando c’è stato l’attentato sono scappati tutti, la sua amica l’ha vista ferita, ha preso la borsa con il cellulare ed è scappata. Da quel momento di lei non sia hanno più notizie. È senza documenti perché la borsa l’aveva l’amica e si spera che sia stata solo ferita, non che sia fra le vittime. Ancora non c’è una lista di morti e feriti».
La famiglia non ha ancora notizie certe. In mattinata la radio pubblica francese ha diffuso la notizia che un gruppo di persone che durante l’attentato si sarebbe rifugiato nei bagni per sfuggire ai colpi. Una volta dentro avrebbe rotto il soffitto della stanza, arrampicandosi e nascondendosi nell’interstizio del sottotetto. Un’intercapedine molto bassa, nella quale sarebbero rimasti per tre o quattro ore. La radio riferisce che tra quelle persone ci sarebbe stata anche una giovane italiana. I parenti sperano sia lei.
Ma la mamma di Valeria continua a sperare. «Non abbiamo notizie di Valeria, sappiamo che non è nella lista dei deceduti, è un piccolo conforto. Speriamo sia tra i feriti, ma la Farnesina ci dice che gli ospedali parigini sono blindati ed è difficile accedere alle informazioni». Ha dichiarato all’Ansa Luciana Milani, mamma di Valeria Solesin. «La realtà - aggiunge la mamma- è che non sappiamo niente. Abbiamo sentito la Farnesina alcune volte, l’ultima un paio d’ore fa, ma hanno difficoltà ad avere informazioni dagli ospedali. La speranza - aggiunge - è che Valeria, che avrebbe perso documenti e telefono nel trambusto degli attacchi, possa essere stata ricoverata e non possa comunicare. «Le notizie o presunte tali su di lei che stanno girando sui social - conclude la mamma - sono datate o non hanno riscontri veri».



Il consolato italiano di Parigi questa notte ha telefonato alla famiglia Solesin per comunicare che la figlia Valeria, 28 anni «potrebbe essere tra le vittime» degli attentati in serie di venerdì. Il corpo della ragazza potrebbe essere stato identificato tra quelli ancora senza nome portati via dal luogo del massacro, il Bataclan.
http://www.notiziedivertenti.info/artic ... iamato-211

“Esiste ancora un margine di dubbio, siamo in cerca di conferme» fanno sapere dalla Farnesina. La giovane, dottoranda in Demografia all’Università Sorbona di Paris 1, viveva a Parigi da sei anni. Nel weekend lei e il fidanzato Andrea Ravagnani, trentino che da anni ha un negozio nella capitale francese, erano stati raggiunti dalla sorella di Andrea, Chiara, e dal fidanzato di lei, il veronese Stefano Peretti. Erano tutti e quattro dentro il Bataclan per il concerto degli Eagles of Death Metal. I quattro sono rimasti a lungo tra gli ostaggi ma erano riusciti a tenersi in disparte, nascondendosi in silenzio per passare inosservati agli assalitori che uccidevano chiunque capitasse loro a tiro. Quando è ripresa la sparatoria, il gruppo ha perso i contatti con Valeria, che quel giorno aveva perso i documenti. “Già nella notte – ha raccontato un amica – abbiamo tentato di contattarla ma non c’è stato nulla da fare nel caos che è seguito all’assalto del Bataclan”. Di lei non si sono avute notizie. E’ stata separata dal gruppo perdendo la borsa con cellulare e documenti che è stata raccolta da una sua amica; poi il nulla”. I ragazzi sono stati liberati nel blitz della polizia ma Valeria intanto era scomparsa.”Non abbiamo notizie di Valeria, sappiamo che non è nella lista dei deceduti, è un piccolo conforto. Speriamo sia tra i feriti, ma la Farnesina ci dice che gli ospedali parigini sono ‘blindati’ ed è difficile accedere alle informazioni” aveva detto la mamma della ragazza, Luciana Milani. Stanotte la telefonata, con le speranze ormai appese ad un filo.


Strage Parigi, il padre di Valeria Solesin: "Mia figlia è morta"
Il padre Alberto lo ha saputo dagli amici di lei e dal padre del ragazzo della vittima. I fidanzati erano al Bataclan, dove venerdì ha fatto irruzione il commando terrorista, facendo 89 vittime. La madre: "Era una persona meravigliosa. Ha lavorato seguendo i barboni". Il fratello Dario è in viaggio verso la capitale francese. Per anni la 28enne ha fatto la volontaria per Emergency
di AGNESE ANANASSO
15 novembre 2015
http://www.repubblica.it/esteri/2015/11 ... -127399230

Strage Parigi, il padre di Valeria Solesin: "Mia figlia è morta"

PARIGI - "Nostra figlia è morta", sono le parole semplici, lapidarie, rassegnate di Alberto Solesin, il padre di Valeria, la ragazza veneziana che risultava dispersa dall'attacco di venerdì sera nella sala concerti Bataclan, in cui tre attentatori suicidi hanno ucciso 89 persone. "Abbiamo la certezza, manca ancora l'ufficialità ma ho parlato con il console in Francia e con il fidanzato di mia figlia ieri e pare che Valeria sia morta, questo probabilmente da venerdì sera". Il console italiano a Parigi Andrea Cavallari, ha confermato la morte della giovane. Il console, con l'ambasciatore d'Italia a Parigi, Giandomenico Magliano, sono andati a place Mazas dove vengono portati i cadaveri delle vittime per il riconoscimento. Qui c'è anche il corpo di Valeria. Per le verifiche sulla salma è stato chiamato un esperto dell'Interpol. Le autorità francesi, in attesa del riconoscimento della salma da parte dei familiari, hanno chiesto il rilevamento delle impronte digitali e dell'impronta dentaria sul cadavere.

Il padre ha avuto la triste notizia in un primo momento dal padre del ragazzo della figlia, Corrado Ravagnani. "Purtroppo Valeria è morta" aveva detto Ravagnani, comunicando la notizia del ritrovamento del corpo della giovane. Il fratello della vittima, Dario, è già in viaggio per Parigi per le formalità necessarie per portare la salma in patria. Il papà di Valeria dunque non ha ricevuto la triste notizia dalla Farnesina ma da chi era con lei quel tragico 13 novembre. "Non abbiamo avuto nessuna notizia dalla Farnesina ma lo abbiamo appreso da chi era con lei e da coloro che hanno seguito la vicenda lì a Parigi".
Anche la madre Luciana Milani ormai parla al passato della figlia: "Era una persona, una cittadina, una studiosa meravigliosa. Valeria a Parigi aveva lavorato anche seguendo i barboni della città, questo dice tutto, dimostra la sua voglia di conoscere in tutte le sfaccettature le realtà che andava a studiare e frequentare".

Il ritratto. Valeria, 28 anni, di Venezia, viveva da 4 anni a Parigi, era dottoranda borsista in Demografia alla Sorbona. Una ragazza tenace e solare con un cervello 'fine' che l'aveva portata a fare carriera a tempo di record. Cresciuta nel cuore di Venezia, a Cannareggio, era diventata cittadina del mondo. Dopo il diploma al liceo scientifico 'Benedetti' di Venezia, si era trasferita a Trento dove si è laureata in sociologia. Da qui era andata per un dottorato nella Ville Lumière, per proseguire i suoi studi, approfondendo il ruolo della donna divisa tra lavoro e famiglia. In pochi anni aveva già pubblicato alcuni saggi. Dai suoi amici era considerata uno dei cosiddetti 'cervello in fuga' perché in Italia non trovava spazio per affermarsi.

La sera della tragedia. Venerdì sera Valeria si trovava all'interno del teatro Bataclan di Parigi nel momento dell'attacco terroristico. Con Valeria c'erano il fidanzato Andrea Ravagnani, 30 anni di Dro (Trento), rimasto leggermente ferito ad un orecchio, Chiara Ravagnani, 25 anni sorella di Andrea, e il suo fidanzato Stefano Peretti di Verona, tutti e due rimasti illesi. Mai si sarebbero aspettati che una serata di musica tra amici potesse finire così.
Anche quando i terroristi hanno iniziato a sparare Andrea e Valeria non hanno avuto subito coscienza che si trattattava di un attentato. "I primi colpi sembravano effetti speciali" ha detto Andrea, che a malapena ricorda qualcosa di quei terribili momenti. Poi la mattanza, quei colpi sparati per uccidere. I quattro amici, presi in ostaggio dagli attentatori, sono riusciti a salvarsi anche dopo la seconda sventagliata sulla folla inerme, a nascondersi. Dopo il blitz delle forze dell'ordine, quando è iniziato il fuggi fuggi generale, il gruppo si è diviso e ognuno ha pensato a mettersi in salvo. Anche Valeria, forse. L'unica della quale, però, non si è più avuta notizia.

Tra speranza e apprensione. La famiglia fin da subito aveva detto che Valeria non era tra le vittime. "Non è nella lista dei deceduti" aveva detto mamma Luciana. C'era una speranza quindi, un filo a cui aggrapparsi. Valeria poteva, doveva essere ancora viva. Poteva essere tra i feriti, quelli gravi, quelli senza conoscenza. Era senza documenti ma c'era ancora, respirava ancora, da qualche parte, a Parigi. Bisognava solo aspettare. La famiglia è rimasta sempre in contatto con il ministero degli Esteri, senza mai perdere la speranza. Una speranza sempre più debole: di Valeria nessuna traccia. Fino a qualche ora fa, quando è arrivata la notizia, ancora non ufficiale, della morte di Valeria.

A quanto si apprende da un tweet del presidente di Emergency Cecilia Strada, Valeria aveva anche operato come volontaria di Emergency.
"Tra le vittime di Parigi c'è una ragazza stupenda, per anni volontaria di @emergency_ong. Un abbraccio alla famiglia. E buon vento, Valeria". L'ha salutata così Cecilia Strada sia su Twitter che su Facebook. Anche il suo gruppo di Emergency ha voluto mandarle un pensiero, pubblicando una foto di qualche anno fa, tutti insieme e sorridenti. "Eccoci: il nostro gruppo di Trento, qualche anno fa, con Valeria Solesin. E' il nostro modo per pensarla e per sperare" hanno scritto in bacheca i suoi amici volontari. Si unisce al saluto anche il fondatore dell'ong Gino Strada: "Ciao Valeria, grazie" scrive su Facebook. "Anche lei tra le vittime del terrorismo che ha sconvolto Parigi. Abbiamo avuto la fortuna di conoscerla e apprezzarla da volontaria di Emergency, prima a Venezia e poi a Trento. A lei un pensiero commosso e un abbraccio fraterno a tutti i suoi cari".

Anche il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha voluto partecipare al cordoglio della famiglia, usando Twitter:
: "A nome mio personale e di tutta la Città di Venezia esprimo il cordoglio più profondo per la morte di Valeria Solesin".
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Re: Straje xlamega de Parixi

Messaggioda Sixara » sab nov 14, 2015 6:53 pm

Ma còsa dìto de la pena de morte ca te ghe farìsi on pia'zere, ke cusì i deventa martiri par colpa nostra.
Màriaverjne. Speren el ben pa la Valeria Solexin. Altro no se pòe dire.

( se no' ke bron'ze coèrte de ixlamici lè propio ben cacionà... manco màe ca te ghe sì ti co le to stranbarìe, conprexe cuée so Feisbùk : ma davero a te preferìsi MipiaceRoma e YouGirl? N avarìa mai pensà. A te te ghè dexmentegà de la Silvana.)
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Re: Straje xlamega de Parixi

Messaggioda Berto » sab nov 14, 2015 9:23 pm

SILVANA DE MARI

https://www.facebook.com/MagdiCristianoAllam

Buongiorno, un giorno pieno di dolore, e di sangue e paura, un giorno dove tutti i nodi della menzogna sono venuti alla superficie e hanno ucciso.
Chi sta massacrando è l'islam, religione che ha scritto nel suo libro sacro "Uccidi gli infedeli ovunque si trovano". Chi ha ucciso è un'Europa (e una Francia) che ha rinnegato se stessa, che ha rinnegato la propria storia, che ha rinnegato i propri morti, che soprattutto ha rinnegato Dio e ora raccoglie la distruzione. Non abbiamo più frontiere. Chiunque può entrare ad uccidere i nostri figli. Non abbiamo più valori. Chiunque può avere il valore di uccidere i nostri figli.
Siamo in guerra, chiunque neghi questa realtà sta mentendo. Questa Europa che ha ignorato i cristiani sterminati in Iraq, i bambini di 12 anni crocefissi, la bambine stuprate nei bordelli, le chiese bruciate con i fedeli dentro, ora conta i suoi morti. Non saranno gli ultimi.
L'islam si ferma per via religiosa, non per via laica: o l'Europa ritrova la sua anima o sarà spazzata via, quindi ora ritroviamo la nostra anima.

L'Europa deve convertire se stessa e poi convertire coloro che dalle terre dell'islam sono venuti qui perché solo così possono non essere invasori e diventare fratelli. Quindi in questo giorno di dolore dobbiamo trovare la collera, la collera per dire che chiunque affermi che l'islam è o possa essere una religione di pace sta mentendo. E poi troveremo il coraggio, il coraggio per affermare che un libro che scrive che è giusto uccidere gli infedeli ovunque si trovano, che è un dovere crocifiggere , bruciare, tagliare gambe e braccia a chi si oppone ad Allah, che i più cari al cuore di Allah sono coloro che muoiono mentre uccidono per lui è una religione falsa creata da un uomo crudele. Chi ha ucciso a Parigi sono uomini islamici che applicavano i dettami del Corano.
Buongiorno. Che sia un giorno buono, il giorno dove ritroviamo la fede e il coraggio, la via per salvare noi e gli altri.
Un giorno dove con la rabbia rinasca l'orgoglio, che sia il giorno dove ritroviamo la forza della ragione, così che l'Apocalisse sia scongiurata, un giorno dove ritroviamo la compassione e il coraggio, la compassione per dire ai fratelli nati nell'islam che la gabbia di oscurità e crudeltà in cui vivono puó essere infranta.
E allora il sangue versato non sarà stato invano.
La verità vi renderà liberi. La menzogna renderà schiavi.
Non permettiamo più la menzogna. Che oggi nascano verità e coraggio. Accendiamo le nostre candele e soprattutto facciamo suonare le nostre campane. Andiamo a riempire le nostre chiese, che quei morti siano accolti nella luce, che il coraggio riempia i nostri cuori. E insieme al coraggio la speranza che un mondo dove questo non accade è possibile e che noi siamo in grado di costruirlo. Ogni epoca ha la sua battaglia. La nostra è questa.
Ce la faremo.

Mi dispiace ma non ci si salva da un falso Dio o idolo con un altro falso Dio o idolo. Dobbiamo andare alla fonte della spiritualità universale e comune a tutti gli uomini della terra, aldilà di tutti i loro idoli, altrimenti sarà sempre guerra. Alla lunga la forza non te la dà un idolo ma Dio quello vero e senza nome che sta nel cuore di ogni creatura. Gli idoli ci fanno sterminare gli uni con gli altri. Non si può contrapporre un idolo a un altro idolo sarebbe come credere di arginare un'alluvione con una bacchetta magica.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Straje xlamega de Parixi

Messaggioda Berto » sab nov 14, 2015 11:47 pm

Netanyahu: IL TERRORISMO ARRIVERA' IN FRANCIA!

https://www.youtube.com/watch?v=XC1l0YWExkM
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Re: Straje xlamega de Parixi

Messaggioda Berto » dom nov 15, 2015 4:25 pm

???

I fatti tragici di Parigi non ci sorprendono, erano annunciati e non saranno sicuramente gli ultimi.
https://www.facebook.com/albert.gardin?fref=nf

Il nostro deciso contrasto alle politiche criminali di Washington, di Londra, di Parigi e di Roma volevano evitare che gli incendi, che appiccicavano irresponsabilmente in giro per il mondo, ritornassero qui. ?
La lotta al terrorismo deve partire dalla cacciata dei suoi complici annidati come parassiti nei palazzi del potere, bisogna aprire subito porte e finestre e fare entrare aria nuova.
Ecco il senso del nostro impegno per la Repubblica Veneta e per la libertà e sovranità dei popoli. Non siamo pazzi da lasciare il nostro destino nelle mani di criminali o di apprendisti stregoni che ci portano solo alle catastrofi.
I fatti di Parigi confermano le nostre critiche e le nostre previsioni, inducendoci a procedere con passo ancora più deciso per uscire dal lager politico in cui ci hanno cacciato.
Fermate l'Italia; fermate l'Unione Europea; fermate la NATO perché vogliamo scendere!
Viva San Marco! Viva la Repubblica Veneta!
Venezia 14.11.2015
Albert Gardin - Presidente del Governo Veneto / Repubblica Veneta
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