Imam de Venesia, veneti e de altri posti - cativi maestri

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Messaggioda Berto » gio mar 30, 2017 6:06 pm

«Ci guadagneremo il Paradiso con un attentato a Rialto»: sgominata cellula jihadista a Venezia, 4 arresti

http://www.ilgazzettino.it/nordest/vene ... 49417.html

VENEZIA - Una complessa indagine coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Venezia, condotta dal Reparto operativo del Comando Provinciale di Venezia congiuntamente alla Digos della Questura di Venezia, ha condotto all’individuazione di una cellula terroristica jihadista operante nel centro storico veneziano.

Arrestate tre persone e fermato un minorenne, tutte di origine kosovara: gli arrestati sono Fisnik Bekaj 24 anni, residente in via Fratelli Bandiera a Marghera, Dale Haziraj 25 anni, residente nel sesitiere di Castello a Venezia e Arjan Babaj, 27 anni, residente a San Marco, quest'ultimo il leader della cellula.

Tutto è nato da un'intercettazione ambientale di pochi giorni fa nella quale la cellula diceva: «A Venezia guadagni subito il paradiso per quanti miscredenti ci sono qua. Metti una bomba a Rialto».
Da qui sono scattati gli arresti di questa notte, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Venezia Alberto Scaramuzza, in un palazzo vicino al teatro La Fenice.
I tre arrestati sono tutti camerieri insospettabili. L'inchiesta è scattata da una segnalazione anonima, poco più di un mese fa. La Procura ha quindi attivato intercettazioni telefoniche e ambientali.
La sede della presunta cellula jihadista era nelle vicinanze di piazza San Marco.

ll procuratore reggente di Venezia Adelchi D'Ippolito nel corso della conferenza stampa ha sottolineato che i quattro kosovari erano impegnati «in una vera e propria attività di autoaddestramento al fine di prepararsi a compiere attività criminali e attentati da un lato attraverso esercizi fisici e dall'altro esaminando video dei fondamentalisti dell'Isis che spiegavano l'uso del coltello, come si uccide con un coltello».
È stato accertato anche che compivano simulazioni per confezionare esplosivi fatti in casa. «Da parte di tutti c'era una grande adesione all'ideologia dell'Isis e ai recenti attentati - ha aggiunto d'Ippolito - in particolare quello a Londra del 22 marzo scorso che ha ricevuto grandi consensi e apprezzamenti».

«È stato intuito investigativo - ha continuato d'Ippolito - capire che su alcuni elementi andava posta attenzione. Piccolo episodio nel 2015, ma di poco conto. Ma poi nel 2016 apprendiamo di un kosovaro di ritorno dalla Siria dove riteniamo fosse andato per combattere. Inizia una serrata attività investigativa, intercettazioni preventive, che si trasformano in intercettazioni giudiziarie. Nell'appartamento di uno di loro c'era centro di raccolta e preghiera. Persone tenute sempre sotto controllo, non sono sfuggite per un attimo, abbiamo controllato movimenti e contatti, compreso il loro mondo telematico».

Uno di loro diceva: «Non vedo l'ora di prestare giuramento ad Allah per compiere cento o mille attentati. Con Venezia guadagni subito il paradiso per quanti miscredenti ci sono qua... mettere una bomba a Rialto». E l'interlocutore: «La metti e poi boom». Tutto si svolge nel sestiere di San Marco. «Dobbiamo morire - dicevano ancora - Se domani faccio giuramento e mi danno l'ordine io sono obbligato a uccidere». Studiavano come mettere una bomba nello zaino e ammiravano i terroristi che lo facevano.

Il dirigente della Digos Calenda ha spiegato come fossero tutti giovani, lavoratori, cercavano di fare vita normale, con profili social con nome e cognome. La svolta è arrivata quando sono stati scoperti profili Instagram e Facebook con nickname completamente diversi dove l'attività di radicalizzazione eversiva era effettiva. Il gruppo studiava in maniera scientifica e quasi medica dove colpire il corpo umano.
Il blitz si è svolto con l’intervento dei reparti speciali Nocs della Polizia di Stato e Gis dell’Arma dei Carabinieri per l’irruzione nelle abitazioni degli indagati: in tutto è durato 12 secondi. Contemporaneamente sono state eseguite dodici perquisizioni, tutte in centro storico, tranne una in terraferma a Mestre ed una in provincia di Treviso.

All’operazione ha partecipato personale operativo e tecnico della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, unità cinofile dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato, Nucleo Artificieri della Questura di Venezia, operatori del Gabinetto Regionale e Provinciale di Polizia Scientifica, nonché cineoperatori del Nucleo Investigativo.

Il questore Angelo Sanna ha evidenziato come «l'attenzione non finisce, dobbiamo anzi alzare il livello, sappiamo quale può essere la reazione del terrorismo interno e internazionale».
A congratularsi con le forze dell'ordine veneziane è stato anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti, che via twitter ha dichiarato: «L'operazione di Venezia conferma l'impegno contro il terrorismo. Ottimo lavoro di squadra, Polizia di stato e Carabinieri!».





Denuncia i due jihadisti. Ma giudice lo condanna a pagare l'indennizzo
Gabriele Dal Moro ha lavorato con due dei componenti della cellula jihadista che voleva colpire Rialto. L'uomo denunciò la loro violenza ma un giudice lo condannò a pagare all'Inps una sanzione ingente
Gabriele Bertocchi - Ven, 31/03/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 81230.html

Gabriele Dal Moro ha lavorato con due dei componenti della cellula jihadista che voleva colpire Rialto. L'uomo denunciò la loro violenza ma un giudice lo condannò a pagare all'Inps una sanzione ingente

Dalla testimonianza di Gabriele Dal Moro, titolare di un negozio di pasta fresca da asporto a Venezia, emerge un retroscena che vede Dake Haziraj e Fisnik Bekaj, componenti della cellula jihadista che voleva colpire Rialto, violenti sul posto di lavoro ma tutelati dalla giustizia italiana.


Risarciti nonostante la violenza sul lavoro

"Ha tentato di uccidere la mia fidanzata con un cacciavite perché pensava che lei lo stesse riprendendo col cellulare, l'ho licenziato e denunciato ma poi è riuscito a farmi del male": è quanto racconta un artigiano veneto a Il Gazzettino. Un uomo che ha dato lavoro ai due terroristi e che si è visto punito da un giudice, dopo le false testimonianze dei due.

Dal Moro spiega come il suo rapporto di lavoro con Haziraj sia finito nel 2014, in seguito a un episodio di violenza da parte del kosovaro ai danni della sua ragazza. "Nella primavera del 2014 si è avventato con un cacciavite sulla mia fidanzata che lavora nel negozio, urlandole che non lo doveva riprendere, ma lei stava solo giocherellando con il telefonino. Ho temuto che volesse ucciderla e fortunatamente mi sono intromesso. L'ho licenziato e ho denunciato la sua violenza crescente, e la società ha poi dato ragione a loro, due probabili terroristi".

E sì, la società che ora li condanna indignata, solo due anni fa ha dato ragione ai due estremisti. Infatti, dopo aver cacciato i due, Dal Moro riceve una denuncia: "Hanno denunciato il falso, che lavoravano molte ore in nero, che venivano in negozio di notte (quando l'attività è chiusa). Abbiamo prodotto una memoria difensiva ma non è servita a nulla". Il commerciante è stato condannato e costretto a risarcire all'Inps una sanzione ingente: svariate decine di migliaia di euro.


"Diventavano sempre più estremisti"

Il commerciate racconta anche il passato di Haziraj. L'uomo era arrivato a Venezia nel 2012, due anni prima della violenza sul lavoro. "Nel 2013 ho assunto anche Fisnik Bekaj, i due si sono conosciuti lì e sono diventati inseparabili". Secondo Dal Moro, Bekaj sarebbe stato plagiato del collega Haziraj, quello più violento. I due "diventavano sempre più estremisti, io stesso, durante una lite, sono stato chiamato da Haziraj 'cristiano di m...'". L'ex titolare del negozio di pasta fresca ricorda come nei momenti liberi Dake Haziraj e Fisnik Bekaj guardassero oto di fucili kalashnikov sui cellulari.
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Messaggioda Berto » mer nov 01, 2017 8:10 am

Inneggiava a Isis e jihad: espulso l'imam di Lecco
Espulso per radicalizzazione un trentanovenne imam kosovaro che per anni ha predicato nei centri islamici del nord Italia come quello di Costa Masnaga, Renate, Cinisello Balsamo, Como
Giovanni Giacalone - Mar, 31/10/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 58372.html

Espulso Idris Idrizovic, trentanovenne imam kosovaro che per anni ha predicato nei centri islamici del nord Italia come quello di Costa Masnaga, Renate, Cinisello Balsamo, Como.

Il predicatore veniva segnalato in alcune occasioni anche presso il Centro di viale Jenner a Milano e a Bergamo presso ciò che era una volta l’Islamsko Dzemat, congregazione salafita finita nell’occhio del ciclone nell’agosto 2014, composta da balcanici (prevalentemente kosovari), che ospitò anche il predicatore/reclutatore bosniaco Bilal Bosnic.

Idrizovic vive con la moglie e cinque figlie a Olgiate Molgora, in provincia di Lecco e verrà espulso oggi dall’aeroporto di Milano. Le indagini sono state svolte dai Carabinieri del Ros di Milano in collaborazione con i militari del comando provinciale di Lecco e gli agenti della Digos di Lecco.

Idrizovic è originario di Rastelica, città kosovara più volte al centro di problematiche legate alla radicalizzazione, un passato come studente presso madrasse sunnite in Medio Oriente, da anni predicava nei centri islamici europei e faceva avanti e indietro tra Italia e Kosovo. Nel novembre 2015 veniva ad esempio segnalato presso il centro islamico “Dzemat” di Amburgo dove era ritratto assieme a personaggi ben noti del panorama salafita tedesco.

Le connessioni familiari del predicatore risultano particolarmente interessanti visto che è cognato di Sead Bajraktar, predicatore kosovaro presso il centro islamico “Rastelica” di Monteroni d’Arbia, in provincia di Siena, che nel 2013 ospitò il già citato Bilal Bosnic e il collega Idriz Bilibani. Bosnic è attualmente in carcere in Bosnia ed è accusato di aver reclutato numerosi volontari per l’Isis, tra cui Ismar Mesinovic e Munifer Karamaleski, partiti dall’Italia.

Idrizovic era assiduo frequentatore del sito jihadista pro-Isis “Vjesti Ummeta” e sul proprio profilo Facebook tra il 2013 e il 2014 aveva condiviso post inneggianti all’Isis (tra cui l’immagine del passaporto del Califfato), a Bilal Bosnic e lo scorso febbraio aveva anche pubblicato una foto in memoria dello sceicco cieco Omar Abdel Rahman, leader del gruppo terrorista egiziano Gamaa al-Islamiyya, deceduto in un carcere statunitense dove era detenuto per aver architettato l’attentato del 1993 al World Trade Center di New York.

Numerosissimi anche i filmati di predicatori radicali salafiti pubblicati sul proprio profilo, assieme ad alcuni post a favore della “causa siriana” anti-Assad. Diverse anche le foto dove Idrizovic è ritratto con il dito indice alzato, segno del Tawheed (il monoteismo puro) spesso scimmiottato dai jihadisti dell’Isis nei loro video.

Idrizovic era un importante anello di congiunzione nel panorama salafita e wahhabita tra Italia e Balcani, molto conosciuto all’interno degli ambienti radicali balcanici non soltanto in Italia ma a livello europeo.
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Messaggioda Berto » ven dic 01, 2017 10:37 pm

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Messaggioda Berto » gio dic 28, 2017 8:39 am

Arrestato l'imam della moschea di Aversa
2017/12

https://it.blastingnews.com/cronaca/201 ... 40443.html

L’ex imam di Aversa, Yacine Gasry, meglio noto come "Yassine Seghyr", è stato tratto in arresto giovedì 14 dicembre dagli uomini del Raggruppamento operativo speciale dell'Arma dei Carabinieri, poiché accusato di far parte di un gruppo di algerini ritenuti vicini ad una formazione di combattenti islamici. Gli stranieri sono tutti coinvolti nelle indagini avviate dopo gli attentanti terroristici contro le Torri Gemelle di New York, dove quel terribile 11 settembre del 2001 persero la vita duemilanovecentonovantasei persone.

Gasry è stato trovato ed ammanettato dai militari dell'Arma nella stazione ferroviaria della città di Foggia.

L'uomo è stato condannato con una sentenza in Cassazione emessa la scorsa settimana, secondo la quale dovrà espiare una pena di quattro anni e nove mesi per associazione finalizzata al terrorismo internazionale. Questo provvedimento - emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale di Napoli - arriva dopo un'altra misura che aveva già portato in tribunale l'extracomunitario.

La doppia vita in Italia dell'Imam

Il terrorista ha vissuto per più di venti anni ad Aversa [VIDEO], dove ha ricoperto il ruolo di Imam nel Centro di Cultura Islamica situato in via Isonzo, fino a quando non è stato sostituito, qualche anno fa, in seguito alle indagini avviate sul suo conto. L'extracomunitario, ritenuto dai giudici parte di una cellula terroristica di supporto al «Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento», legata ad Al Qaeda, nonostante non fosse più la guida spirituale islamica della città normanna, si trovava spesso ad Aversa, dove è stato visto girare fino a qualche settimana fa.

Gasry - da quanto è emerso dalle indagini - si spostava continuamente in tutta Italia, poiché invitato frequentemente in diversi luoghi di culto islamico. Quando è stato arrestato, infatti, era di ritorno dalla moschea di Trani, dove aveva appena tenuto un discorso.

L'algerino con spiccate capacità oratorie - secondo i magistrati - viveva una doppia vita. Se da un lato, infatti, predicava il corano, affermando anche l'importanza della figura della Vergine Maria, quando si intratteneva con gli italiani cattolici [VIDEO], dall'altro, organizzava attentati terroristici, fornendo un valido contributo nel reperimento di documenti e nell'allestimento di basi logistiche utili ai guerriglieri algerini attivi in Italia.

Prima dell'ex Imam, era stato arrestato un altro membro del gruppo terroristico, Kamal Guendoz, ammanettato ad Aversa il maggio scorso dal Raggruppamento Operativo Speciale. Attualmente, su dieci stranieri condannati in via definitiva, otto risultano irreperibili. Secondo gli investigatori si sarebbero rifugiati in diversi paesi dell'Unione Europea.
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Re: Imam de Venesia, veneti e de altri posti - cativi maestr

Messaggioda Berto » mar mar 27, 2018 8:53 am

Le istruzioni dell'imam di Marsiglia: "Uccidere i miscredenti e gli adulteri"
Eugenia Fiore - Mar, 26/12/2017

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ist ... 77513.html

Le autorità francesi hanno dispsoto la chiusura della moschea As-Sounna a Marsiglia. L'imam predicava il jihad e la sua influenza si estendeva ben oltre il confine del tempio islamico

Jihad e legge del taglione: erano questi i principali insegnamenti dettati dall'imam della moschea di As-Sounna, a Marsiglia.

Ora le autorità francesi hanno disposto la chiusura del covo dei salafiti per sei mesi a partire da metà dicembre. Ma l'influenza dell'imam radicale si estende ben oltre i 400 metri quadri della moschea marsigliese. E raggiunge con i suoi adepti tutta la regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, proprio al confine con Piemonte e Liguria.

"Non creiamo problemi, noi obbediamo sempre al governatore", racconta a Le Figaro un uomo davanti alla moschea. "La chiusura della moschea è un attacco contro i musulmani! Se un prete è accusato di pedofilia, non chiudiamo la sua chiesa! - e aggiunge - In ogni caso non ho mai sentito l'imam invocare odio o jihad armato".

Le autorità francesi non sono affatto d'accordo. La chiusura della moschea di As-Sounna si basa infatti su un documento di 45 pagine che copre l'attività del tempio islamico dal 2012 al 2017. In particolare, nel mirino degli investigatori sono finiti una trentina di sermoni in arabo dell'imam Abdelhadi Doudi e di altri salafiti. L'obiettivo degli insegnamenti religiosi è chiaro: legittimazione del jihad, uccidere i miscredenti e gli adulteri, far fuori gli ebrei "impuri, fratelli di scimmie e maiali", lapidare le donne e adottare la legge del taglione.

La polizia francese non è l'unica a biasimare l'imam Doudi. Anche per il vicepresidente del consiglio regionale del culto musulmano (CRCM), Abderrahmane Ghoul, la situazione era fuori controllo: "Abbiamo provato a farlo ragionare. Ma negli ultimi anni è diventato una specie di guru che diffonde un discorso di odio e di separazione dalla società - racconta al quotidiano francese - La corrente salafista ha preso piede in Francia e progredisce a Marsiglia. Doudi è abile e la sua influenza risplende a Vitrolles, ad Avignone o ad Aix-en-Provence".

L'influenza della moschea, la cui scuola coranica accoglie bambini a partire dai 5 anni, si fa sentire anche tra gli studenti del quartiere. Come precisa la prefettura, "le prediche influenzano gli abitanti del distretto e nelle scuole gli studenti riprendono i discorsi d'odio tenuti in moschea, tanto che i ragazzi legittimano attacchi come quello a Charlie Hebdo".


Il maomettismo o nazismo maomettano e i maomettani o l''Islam e gli islamici sono una minaccia, una offesa, un'ingiuria, un pericolo per l'umanità intera
viewtopic.php?f=188&t=2667
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Messaggioda Berto » gio mar 29, 2018 9:50 am

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Messaggioda Berto » gio mar 29, 2018 9:51 am

Terrorismo, arrestato a Foggia presidente di associazione culturale: "È affiliato all'Isis"
Secondo le indagini avrebbe alimentato propaganda fondamentalista sul web. L'uomo è di origine egiziana, ma cittadino italiano: teneva lezioni di religione ai bambini
CHIARA SPAGNOLO
27 marzo 2018

http://bari.repubblica.it/cronaca/2018/ ... /?ref=fbpr

Terrorismo, arrestato a Foggia presidente di associazione culturale: "È affiliato all'Isis"
FOGGIA - Un cittadino egiziano arrestato e perquisizioni a tappeto, anche nella sede di un'associazione culturale utilizzata come base per la propaganda jihadista: l'operazione anti-terrorismo è stata eseguita a Foggia dalla polizia e dalla guardia di finanza.

Le indagini sono coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari, che da mesi tiene alta l'attenzione sul fenomeno, con espulsioni di migranti accusati di apologia del terrorismo avvenute a maggio,ottobre e dicembre. Nel corso dell'ultima inchiesta, denominata 'Bad teacher' e focalizzata sulla città di Foggia, è emersa la responsabilità di un egiziano di 58 anni, con cittadinanza italiana, in una serie di condotte finalizzate a favorire l'Isis.

L'uomo, sposato con una donna italiana, teneva lezioni di religione ai bambini nel centro culturale islamico di Foggia, e sarebbe stato incastrato da alcune pubblicazioni su internet, e da riscontri investigativi.

Le indagini sono state condotte dalla Digos di Bari e Foggia con il supporto della Divisione centrale della polizia di prevenzione nonché dal Gico della guardia di finanza per quanto riguarda la parte patrimoniale.
L'uomo è stato arrestato per associazioni ai fini di terrorismo e apologia del terrorismo.

La sede dell'associazione culturale in cui operava e di cui era presidente - 'Al Dawa' - è stata perquisita e posta sotto sequestro preventivo. Verifiche anche su una serie di conti correnti riconducibili all'uomo finito in carcere. Perquisizioni personali e domiciliari sono state eseguite anche nei confronti di altre tre persone.




Terrorismo: arrestato affiliato Isis a Foggia, ai bambini: "Sgozzate miscredenti"

2018/03/27

http://www.ansa.it/puglia/notizie/2018/ ... a4095.html

Intercettate lezioni che teneva in associazione islamica

Indottrinava i bambini sul martirio durante le lezioni di religione che teneva due volte a settimana nell'associazione culturale islamica "Al Dawa" di Foggia, di cui era presidente. Il 59enne Abdel Rahman, cittadino italiano di origine egiziana arrestato oggi su disposizione della Dda di Bari per terrorismo internazionale, è accusato di aver insegnato a una decina di bambini, ora segnalati al Tribunale per i Minorenni, il concetto di guerra santa, spiegando loro che l'unico modo per ottenere il Paradiso era la morte in battaglia. Per alcuni mesi quelle lezioni sono state intercettate.

Agli atti dell'indagine di Digos e Gico della Gdf, coordinata dai pm Antimafia Giuseppe Gatti e Lidia Giorgio, c'è materiale didattico sequestrato all'indagato, usato per le lezioni di religione con i bambini nella sua associazione culturale "Al Dawa" di Foggia.

Questo materiale contiene prevalentemente video scaricati da Internet relativi all'addestramento di bambini. In uno di questi, i minorenni, svegliati all'alba, vengono portati in un appartamento con alcuni 'miscredenti', uno dei minori punta la pistola alla tempia di uno di loro il quale, pur di sottrarsi al colpo si lancia dalla finestra. Poi ci sono video di bambini che sgozzano delle persone e dopo aver tagliato le teste le mostrano. Nelle lezioni che sono state intercettate (l'ultima risale ad un mese fa), il 59enne diceva ai suoi allievi bambini, circa una decina, di "vivere isolati, fuori dal mondo". "Le loro feste sono maledette", diceva riferendosi a Natale e Carnevale. Gli inquirenti parlano di "un messaggio patologico e perverso indirizzato ai giovani. Forse - dice il pm Gatti - dietro ogni kamikaze c'è un cattivo maestro".
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Messaggioda Berto » gio mar 29, 2018 9:53 am

Jihadisti tałiani
viewtopic.php?f=188&t=1887


Africa razzista, il continente nero è tra i più razzisti della terra - il terrorismo nazi-maomettano in Europa è al 95% di origine africana, di cui l'90% marocchina (e in minima parte tunisina e algerina).
viewtopic.php?f=196&t=2750

Razzismo africano:
interetnico e tribale, dei neri contro i bianchi, dei maomettani contro i cristiani, gli ebrei e gli animisti

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... lema-2.jpg
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Messaggioda Berto » dom apr 08, 2018 10:26 am

LA SVIZZERA RISPEDISCE IN ETIOPIA L'IMAM CHE PREDICAVA LA STRAGE DEGLI "INFEDELI"
5 aprile 2018

http://www.secoloditalia.it/2018/04/la- ... i-infedeli

L’ex Imam che in un sermone pronunciato nella moschea An’Nur di Winterthur, nel Canton Zurigo, aveva incitato a uccidere i musulmani non praticanti, considerati infedeli al pari dei cristiani, è stato arrestato in Germania. Il 25enne sarà riportato a Zurigo e quindi rimpatriato in Etiopia. Il rinvio coatto verso il paese del Corno d’Africa è reso possibile da un nuovo accordo fra l’UE e l’Etiopia, al quale si è allineata anche la Svizzera, che è stato reso pubblico oggi dal Tages Anzeiger. La notizia dell’arresto in Germania dell’ex imam della moschea An’Nur è stata confermata all’ats dal portavoce dell’Ufficio della migrazione del canton Zurigo, Marco Schmid, secondo il quale una volta rientrato in Svizzera il cittadino etiope sarà incarcerato in vista dell’espulsione. L’ex imam è stato condannato lo scorso novembre dal Tribunale distrettuale di Winterthur a 18 mesi di detenzione con la condizionale e a 10 anni di espulsione dalla Svizzera per istigazione alla violenza ed altre accuse.
La condanna si riferisce a un sermone pronunciato il 21 ottobre 2016, davanti a una sessantina di fedeli, in cui il 25enne etiope sosteneva che i musulmani che non pregano in comunità andrebbero “banditi, respinti, evitati e calunniati fino al loro ritorno”. E nel caso dovessero perseverare con questo comportamento, andrebbero addirittura uccisi. L’ex imam si è visto respingere la richiesta di asilo e nei suoi confronti era stata ordinata la carcerazione cautelativa prevista per gli stranieri che non adempiono al loro obbligo di lasciare la Svizzera. A quanto si è appreso, la carcerazione è terminata alla fine di febbraio e il 25enne ha in seguito fatto perdere le tracce: fino al suo arresto avvenuto in Germania.
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Re: Imam de Venesia, veneti e de altri posti - cativi maestr

Messaggioda Berto » mer mag 23, 2018 9:44 pm

Milano, imam evade dal carcere fingendo il suicidio
Fabio Franchini - Mer, 23/05/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 31096.html

Un 43enne tunisino, radicalizzatosi nel carcere di Ferrara, è evaso dall'Ospedale Fatebenefratelli dove era stato portato per ricevere delle cure.

Un imam tunisino ha finto il suicidio e, dopo essersi fatto trasportare dal carcere di Opera al Fatebenefratelli di Milano, è fuggito dalla finestra del pronto soccorso.

L’uomo in fuga è Ben Mohamed Ayari Borhane: sposato con una donna italiana, ha un passato da trafficante di cocaina e si è autoproclamato iman, ponendosi in prima linea nella propaganda pro-jihad, tant’è che aveva cercato di arruolare alcuni compagni di prigione.

Il tunisino, racconta il Corriere della Sera, si era radicalizzato durante la prigionia a Ferrara, dove peraltro ha condiviso l’esperienza in galera con Igor il russo.

La polizia penitenziaria descrive il fuggitivo come un soggetto altamente pericoloso e, probabilmente, diretto all’estero - forse Nord Africa - per sfuggire alla giustizia italiana. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe fuggito prima a piedi e poi a bordo di un treno che lo portasse lontano dal capoluogo lombardo. Le autorità hanno perlustrato il comune di Petrioli, nelle Marche, dove l’imam aveva vissuto prima di essere arrestato. Inoltre, non è per nulla escluso che abbia organizzato l’evasione grazie alla complicità di qualche parente o amiche che potrebbero avergli anche prestato un’auto per agevolare la sua fuga.
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