Dall'imam pugni ai bambini che sbagliavano le preghiereSergio Rame - Mar, 01/10/2019
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... eJA14arG34A Padova la scuola coranica dell'orrore. In manette un 23enne bengalese: pestava e umiliava anche i bambini di 4 anni
Una violenza continua, sette giorni su sette. Schiaffi, pugni e spintoni. E ancora: umiliazioni e tirate di orecchie.
Non guardava in faccia nessuno. Riempiva di botte i bambini di 4 e 5 e i ragazzini di 10 anni. Per farlo infuriare, come rivela l'agenzia Adnkronos, bastava che gli alunni sbagliassero a recitare le preghiere islamiche. Per l'imam del centro di preghiera "Bangladesh Cultural Center", che questa mattina all'alba è finito in manette su provvedimento del gip di Padova, le botte e le umiliazioni erano il giusto castigo per punire tutti quei bimbi, anche loro di origine bengalese, a cui insegnava i dettami dell'islam tutti i pomeriggi, sabato e domenica compresi.
I bambini, a cui l'imam insegnava, vivevano nel terrore. Le pressioni psicologichi, che il bengalese esercitava su di loro durante le lezioni, erano costanti. "Ma perché non lo denunci alla Questura?", aveva chiesto, in un'occasione, uno di loro rivolto al proprio compagno appena schiaffeggiato. Poi qualcosa, finalmente, si è rotto. E i bambini hanno avuto il coraggio di parlarne con i rispettivi genitori. Con il passare delle settimane sono, quindi, arrivate le prime segnalazioni agli investigatori dalla stessa comunità islamica e dalle insegnanti delle scuole elementari che i piccoli frequentavano. Queste erano, infatti, preoccupate da tempo dai continui cambiamenti di umore di diversi alunni. Le indagini degli uomini della Digos, aperte all'inizio della scorsa estate, sono andate avanti per alcuni mesi finché il gip di Padova non ha disposto l'arresto dell'imam per il reato di "maltrattamenti ai danni di minori" (guarda il video).
In Italia l'imam era potuto entrare grazie a un permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Il foglio di carta, però, era scadenza. Oltre alle lezioni ai bambini maltrattati si occupava anche delle preghiere per i fedeli adulti che frequentavano il "Bangladesh Cultural Center" di Padova ed era in contatto con un'altra associazione di cittadini bengalesi di Pieve di Soligo, paesino in provincia di Treviso, che nei mesi scorsi è già stata oggetto di un'altra indagine per lo stesso tipo di maltrattamenti. "Non puoi integrare a tutti i costi chi vuole disintegrare le nostra comunità", ha commentato ai microfoni dell'Adnkronos il senatore padovano della Lega, Andrea Ostellari, presidente della commissione giustizia a Palazzo Madama. Il centro islamico di via Jacopo da Montagnana è noto da sempre, almeno tra i residenti del quartiere. I suoi frequentatori provocano disagi in continuazione. "Per qualcuno le priorità sono introdurre lo ius soli e togliere il crocifisso dalle aule - ha incalzato Ostellari - per la Lega la prima cosa da fare è difendere gli italiani perbene".
Bambini picchiati nella scuola della moschea a Padova, l'ex imam faceva anche propaganda antisemita: prefetto decreta la sua espulsione Giuseppe Pietrobelli
22 novembre 2019
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/1 ... q8skJ561go Ahmed Junayed, l'ex imam 19enne della comunità musulmana bengalese nel quartiere dell'Arcella, aveva ricevuto l’obbligo di dimora con l'accusa di aver maltrattato, picchiato e terrorizzato i bambini della scuola coranica. Sul suo profilo Facebook campeggiava la foto di Adolf Hitler. Ritenuto socialmente pericoloso, sarà rimpatriato
La foto di Adolf Hitler campeggiava sul suo profilo Facebook, con scritte inneggianti alla propaganda estremista e antisemita. Ma non c’erano solo quelle immagini e quella parole contro di lui. C’era anche l’accusa di aver maltrattato, picchiato e terrorizzato i bambini della scuola coranica nella moschea di via Jacopo da Montagnana a Padova. Finora l’uomo aveva ricevuto l’obbligo di dimora nel capoluogo euganeo, con divieto di uscire di casa dalle 17 alle 8 del mattino e obbligo di firma in questura una volta al giorno. Ma la misura non è stata più ritenuta sufficiente. E così è stata decretata l’espulsione di Ahmed Junayed, l’ex imam 19enne della comunità musulmana bengalese nel quartiere dell’Arcella. Il prefetto lo ha ritenuto socialmente pericoloso e ha quindi firmato il provvedimento. La polizia lo ha accompagnato al centro di permanenza di Ponte Galeria, a Roma, per essere rimpatriato nel proprio paese di origine.
Quanto accadeva nella moschea e il profilo politico-religioso dell’imam sono stati ricostruiti dall’inchiesta condotta dalla Digos e coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica, Roberto Piccione. In realtà gli imam protagonisti di azione violente erano due. La vicenda era emersa la scorsa estate. Ahmed teneva le lezioni in un clima di terrore instaurato attraverso metodi d’insegnamento violenti: umiliazioni, pugni e percosse anche con un bastone. Inoltre, c’era la preoccupazione che con l’insegnamento diffondesse idee antisemite.
Il secondo imam è Hossain Shahadat, 25enne, successore di Ahmed Junayed. È stato arrestato alcune settimane fa e si trova ora ai domiciliari a Treviso. A carico dei due ci sono le testimonianze dei bambini, ma anche riprese fotografiche e video che mostrano scene di violenza. Queste ultime sono state registrate dopo l’11 settembre, quando i poliziotti installarono nella moschea alcune microcamere. E quindi le immagini riguardano Hossain. Gli audio non lasciano dubbi: “Ti stacco un orecchio”, “Ti stacco la guancia”, “Ti spacco la testa” e “Ti do con il bastone”. Sono queste alcune delle frasi pronunciate. Si trattava di minacce perché i bambini non avevano imparato a memoria i versetti del Corano. La difesa di Hossain ha sostenuto che le situazioni più gravi erano avvenute in epoca precedente al momento in cui Hossain aveva preso il posto di imam. Alcuni genitori hanno confermato di aver notato cambiamenti di umore nei figli e, in alcuni casi, di aver visto il terrore nei loro occhi.