No alla Turchia nell'Europa Unita
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Ke skifoxo sto Erdogan!
Erdogan attacca la Germania: “Le vostre pratiche odierne non sono differenti da quelle del Nazismo”
L'oggetto del contendere è la propaganda governativa sul territorio tedesco in vista del referendum del 16 aprile con cui Ankara intende cambiare la propria costituzione in senso presidenzialista. Le autorità locali tedesche hanno impedito i comizi dei ministri di Ankara in visita in Germania
2017/03/05
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/03 ... mo/3433437
Berlino dice no ai comizi elettorali dei dirigenti di Ankara in visita alle comunità turche e il presidente Erdogan accusa la Germania di “praticare il nazismo“. L’oggetto del contendere è la propaganda governativa sul territorio tedesco in vista del referendum del 16 aprile con cui Ankara intende cambiare la propria costituzione in senso presidenzialista. “In Germania – ha detto Erdogan parlando a Istanbul – non permettono ai nostri amici di parlare. Lasciateglielo fare. Pensate forse che impedendo loro di parlare – ha sottolineato – i voti in Germania saranno per il no invece che per il sì? Germania – ha quindi detto il presidente turco – tu non hai niente a che fare con la democrazia. Queste vostre pratiche odierne non sono affatto differenti da quelle del Nazismo del passato”. Tutto perché le autorità locali tedesche hanno detto no alla richiesta dei ministri delle Finanze e della Giustizia turchi di tenere comizi e la Turchia ha annullati i previsti incontri.
I rapporti tra i due Paesi sono vicini allo strappo definitivo per via di una lunga serie di scontri. Tra questi, anche la detenzione da parte di Ankara di un giornalista turco-tedesco accusato di sostenere il terrorismo e di essere “un agente tedesco”. Nonostante i nuovi segnali distensivi partiti da Berlino, con l’appello del ministro degli Esteri Sigmar Gabriel per “tenere aperto il dialogo”, anche altri Stati europei si sono allineati alla Germania.
L’Olanda ha annunciato venerdì l’intenzione di vietare i comizi, definendoli “indesiderati”, mentre oggi il cancelliere austriaco Christian Kern ha chiesto che tutta l’Ue li impedisca, per evitare la pressione sui singoli Paesi.
Le prime tensioni legate alla campagna referendaria si sono accese all’inizio della settimana, mentre – come detto – la situazione era già tesa per l’arresto del giornalista Deniz Yucel, corrispondente del giornale tedesco Die Welt.
Tre città, Gaggenau, Colonia e Frechen, hanno annullato appuntamenti organizzati da Ankara a cui avrebbero dovuto partecipare ministri turchi, in vista del referendum costituzionale del 16 aprile sulla riforma di stampo presidenzialista proposta dal governo di Ankara. E’ rimasto invece in programma il comizio del ministro turco dell’Economia, Nihat Zeybekcy, a Leverkusen. Poiché in Germania vive oltre 1,5 milioni di persone di origine turca, la più grande comunità di espatriati nell’Unione europea, Ankara ha grande interesse a tenere comizi nel Paese. Oltre alle accuse e alle frecciate, giovedì il ministro degli Esteri turco Mevlut Çavusoglu ha convocato l’ambasciatore tedesco per esprimergli disappunto. Il turco ha accusato Berlino di sostenere l’opposizione contraria alla riforma, e ha detto: “Non siete i capi della Turchia, non siete un Paese di prima classe e la Turchia uno di seconda classe”, quindi “se volete mantenere le relazioni con noi dovete imparare a comportarvi”. Da parte sua, il ministero degli Esteri tedesco ha fatto presente che il governo centrale non ha nulla a che vedere con le cancellazioni e che Ankara avrebbe dovuto smettere di “gettare benzina sul fuoco”. Poi, Cavusoglu ha sentito al telefono l’omologo tedesco Sigmar Gabriel, concordando un incontro per l’8 marzo in Germania.
Ieri c’è poi stata una telefonata fra il premier turco Binali Yildirim e la cancelleria tedesca Angela Merkel, per abbassare la tensione.
E oggi Gabriel con un articolo sul Bild am Sonntag ha lanciato un altro segnale distensivo: “Non dobbiamo lasciare che si rovini la base d’amicizia tra i nostri due Paesi”, “chiudere i canali di dialogo non è una politica adeguata”. Ma di tutt’altro tono è stato il commento odierno di Erdogan e il suo paragone con il nazismo.
L’altro punto di frizione tra Ankara e Berlino è l’arresto del corrispondente di Die Welt, Deniz Yucel. Fu fermato lo scorso 17 febbraio e resta in carcere, da dove ha dettato una lettera pubblicata oggi dal Welt am Sonntag. “Qui alla prigione di Silivri sono in una cella individuale. Ciò è molto inquietante. Sono trattato bene, ma essere da solo è quasi una forma di tortura”, ha scritto, dicendo che dalla sua condizione di isolamento “non può comunicare con nessuno”. Erdogan lo ha accusato di “essersi nascosto nell’ambasciata tedesca in quanto membro del Pkk e agente tedesco”. Accuse che Gabriel ha sminuito come “assurde”, mentre il ministro della Giustizia Heiko Maas ha inviato una lettera all’omologo parlando di “smantellamento dello stato di diritto” e di trattamento “sproporzionato”.
Aggiungendo: “Se la Turchia non fa suoi i valori chiave europei, più strette relazioni con l’Ue saranno più difficili, se non impossibili”. Da Tunisi, Merkel venerdì aveva affermato: “Sosteniamo la libertà di espressione e possiamo criticare la Turchia”.
L’Aja ferma il ministro di Ankara, Erdogan: “Nazisti”. Turchi manifestano a Rotterdam
Stato di emergenza nella città olandese dopo le proteste sotto l’ambasciata
http://www.lastampa.it/2017/03/12/ester ... agina.html
Il ministro degli Esteri turco Cavusoglu voleva andare a Rotterdam a tutti i costi. Avrebbe dovuto tenere un comizio pro Erdogan destinato ai concittadini espatriati nei Paesi Bassi in vista del referendum del 16 aprile per aumentare i poteri del presidente. Per questo ieri, nonostante il divieto delle autorità olandesi, è salito sull’aereo determinato a portare a termine la sua missione. Ancora poco prima del decollo Cavusoglu aveva detto alla tv turca: «Se il mio permesso di atterraggio verrà negato, le sanzioni contro l’Olanda saranno dure». Ma non c’è stato nulla da fare, l’Aja ha vietato il diritto di atterraggio al volo di Stato del ministro degli Esteri con una decisione mai presa dalla fine della Seconda Guerra mondiale. Come anticipato da giorni da un comunicato del governo «non c’erano le condizioni per garantire la sicurezza» visto che i turchi olandesi avevano convocato una massiccia manifestazione. La reazione di Ankara è stata immediata con il presidente Erdogan che, minacciando conseguenze, ha definito gli olandesi «residui nazisti e fascisti». E il premier Binali Yildirim ha rincarato la dose dichiarando che «ora non si può più considerare l’Olanda come un alleato», nonostante i due Paesi facciano entrambi parte della Nato.
Olanda dopo Austria e Germania
Ed è così che Ankara totalizza tre crisi diplomatiche in meno di due settimane. A fine febbraio, l’Austria aveva definito «inopportuna» una visita di Erdogan se finalizzata alla sua campagna per il referendum. Una settimana fa la Germania ha cancellato due degli appuntamenti pre-elettorali che la diplomazia turca stava organizzando per cercare i consensi dei residenti all’estero. Già allora, la reazione di Ankara era stata durissima: «La Germania continua a praticare il nazismo, non fa parlare i nostri amici», aveva attaccato il presidente.
Chiusa l’ambasciata olandese a Istanbul
È toccato ora all’Olanda confrontarsi con le provocazioni della Turchia in un momento delicatissimo per il Paese che mercoledì andrà al voto, la prima di una serie di cruciali elezioni in Europa. L’unico a segnare un punto a favore è il leader islamofobo Geert Wilders, tra i favoriti alle prossime elezioni, che aveva già manifestato davanti all’ambasciata turca proprio chiedendo di fermare la propaganda pro-Erdogan e che si è preso il merito della decisione del governo. Mentre a Istanbul chiudeva l’ambasciata olandese «per motivi di sicurezza», la ministra turca alla Famiglia, Fatma Betuel Sayan Kay, veniva fermata dalla polizia al confine mentre tentava di raggiungere Rotterdam dalla Germania. Si è asserragliata nell’auto blindata, rifiutandosi di lasciare il territorio olandese dopo essere stata dichiarata “persona non gradita”. Secondo i media, la polizia sarebbe stata costretta a rimorchiare il veicolo con lei a bordo.
Stato di emergenza a Rotterdam
Il sindaco di Rotterdam ha ordinato l’evacuazione del centro e proclamato lo stato di emergenza. Attorno a mezzanotte la polizia e le forze speciali olandesi erano state costrette a blindare l’area attorno al Consolato di Ankara perché migliaia di dimostranti turchi che vivono in Olanda, che impugnavano bandiere con l’effigie di Erdogan, stavano cercando di raggiungere la sede consolare per protestare contro la decisione del governo dell’Aja. Gli agenti hanno eretto barriere metalliche sorvegliate da pattuglie, mentre la folla, è cresciuta di minuto in minuto, con l’arrivo di centinaia di persone anche dalla Germania. La folla ha continuato a inneggiare «Erdogan, Erdogan resisti». Ma anche «Allah Akbar». Cavusoglu è atteso nelle prossime ore a Metz, nell’Est della Francia, dove le autorità locali non hanno intenzione di ostacolarlo.
Dopo lo stop ai comizi, tra Turchia e Ue è crisi dichiarata
All'indomani del "no" al comizio, Erdogan alza ancora il tono dello scontro
Lucio Di Marzo - Dom, 12/03/2017
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/tur ... 74328.html
Cresce ancora il tono dello scontro tra Turchia e Olanda, al centro della bufera per un comizio negato, a Rotterdam, al ministro degli Esteri Cavusoglu e per quanto successo dopo il "no" arrivato dall'Aia, con proteste di piazza e accuse da ambo i lati.
"Sono fascisti, rimasugli del nazismo", accusava ieri il presidente Erdogan, dopo la decisione degli olandesi di bloccare l'aereo che avrebbe dovuto portare in Olanda il suo ministro. E ora attacca ancora: "Chi ci attacca con i cani pagherà", riferendosi a uno dei molti manifestanti turchi scendi in piazza a Rotterdam, attaccato da un cane della polizia, in fotografie che hanno destato scandalo in patria.
"Un'azione fascista", per cui ora la Turchia si aspetta delle ciritiche da parte dei Paesi dell'Unione Europea, questa la tesi portata avanti dal governo turco, il cui ministro della Famiglia è stato bloccato ieri mentre cercava di raggiungere il consolato a Rotterdam e oggi ha denunciato un trattamento inumano da parte delle forze di polizia olandesi.
"Irresponsabile" la scelta di raggiungere Rotterdam via terra dalla Germania. Questo ha risposto, parlando all'emittente Nos, il primo ministro Rutte, specificando che il ministro Kaya era stato informato che il suo arrivo non sarebbe stato gradito.
Una scelta che, nondimeno, è riuscita a ricompattare la Turchia. Anche il leader del principale partito d'opposizione, Kemal Cilikdaroglu, chiede ora di interrompere i rapporti con l'Olanda.
E la polemica con l'Europa non finisce qui. Dopo Austria, Germania e Olanda, ora sono gli svedesi a dire "no" ai comizi delle autorità turche in vista del referendum presidenziale.
Il proprietario di un locale di Stoccolma in cui un alto funzionario del partito turco al governo avrebbe dovuto tenere oggi un comizio ha cancellato il contratto di affitto. E in Danimarca il governo ha chiesto il rinvio dell visita, già prevista, del premier Binali Yildirim.