Ixlam e Xermagna

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Messaggioda Berto » ven set 25, 2015 6:28 am

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Ixlam e Xermagna

Messaggioda Berto » ven set 25, 2015 6:29 am

Islam Deutschland di Soeren Kern (*)
http://www.opinione.it/esteri/2015/09/0 ... 04-09.aspx


La popolazione musulmana tedesca sta per aumentare vertiginosamente superando i 700.000 individui nel 2015, spingendo per la prima volta il numero complessivo dei musulmani presenti nel paese a circa 6 milioni. L'aumento della popolazione musulmana in Germania – alimentato da un'ondata migratoria senza precedenti dalla Seconda guerra mondiale – rappresenta un cambiamento demografico di proporzioni epiche che, secondo i detrattori della politica dell'immigrazione "della porta aperta" praticata dal paese, cambierà il volto della Germania per sempre. Nel corso di una conferenza stampa tenutasi il 19 agosto, il ministro degli Interni tedesco Thomas De Maizière ha annunciato che nel 2015 si prevede l'arrivo in Germania di 800.000 migranti e profughi – l'equivalente di quasi l'1 per cento della popolazione totale tedesca – un numero quadruplicato rispetto al 2014. Egli ha detto che solo a luglio sono entrati 83.000 migranti e che la cifra di agosto sarebbe stata ancor più elevata. De Maizière ha inoltre asserito che sebbene molti migranti provengano dal Medio Oriente e dal Nord Africa, un gran numero (il 40 per cento) arriva da paesi balcanici, come l'Albania e il Kosovo. Questo significa che quasi metà di coloro che arrivano in Germania sono migranti economici, e non profughi in fuga dalle zone di guerra.

Degli 800.000 migranti e profughi che arriveranno in Germania nel 2015, almeno l'80 per cento (ossia 640.000) è musulmano, secondo una recente stima fornita dal Consiglio centrale dei musulmani in Germania (Zentralrat der Muslime in Deutschland, ZMD), un gruppo musulmano di copertura, con sede a Colonia. Questa stima è indiscutibile. Oltre ai nuovi arrivati, il tasso di incremento naturale della popolazione della comunità musulmana che già vive in Germania è quasi dell'1,6 per cento all'anno (ossia 77.000), secondo i dati estrapolati da un recente studio del Pew Research Center sulla crescita della popolazione musulmana in Europa.

In base alle proiezioni del Pew, la popolazione musulmana della Germania ha toccato quota 5.068.000 entro la fine del 2014. I 640.000 migranti musulmani che arriveranno nel paese nel 2015, unitamente all'incremento naturale di 77.000, indicano che entro la fine del 2015 la popolazione musulmana della Germania passerà da 717.000 persone a 5.785.000. Questo farebbe sì che la Germania sia il paese dell'Europa Occidentale con la più numerosa popolazione musulmana. A titolo di paragone, l'aumento della popolazione islamica della Germania equivarrebbe all'incremento della popolazione musulmana degli Stati Uniti che in un solo anno è aumentata di 3 milioni. I detrattori affermano che i funzionari tedeschi, sotto pressione per risolvere la crisi migratoria dell'Europa, ignorano le conseguenze a lungo termine di accogliere così tanti migranti dal Medio Oriente e dal Nord Africa.

Essi dicono che, oltre ai problemi di sicurezza (i radicali islamici stanno quasi certamente tentando di entrare in Germania sotto le mentite spoglie di profughi), l'ondata di immigrazione musulmana accelererà l'islamizzazione della Germania, un processo che è già iniziato. L'Islam è la religione in più rapida crescita nella Germania post-cristiana. Ciò è dimostrato dal fatto che un crescente numero di chiese in Germania sono state convertite in moschee, da alcune delle quali risuona pubblicamente dagli altoparlanti esterni la chiamata alla preghiera (l'adhan). L'incremento è tale che alcuni quartieri evocano le immagini e i suoni del Medio Oriente musulmano. La sharia, la legge islamica, sta avanzando rapidamente in tutta la Germania, con i tribunali della sharia ora operanti in tutte le grandi città tedesche. Come avvertono gli esperti, questo "sistema giudiziario parallelo" sta minando lo Stato di diritto in Germania, ma i funzionari governativi sono "impotenti" a riguardo. Allo stesso tempo, nelle corti di giustizia tedesche i giudici fanno sempre più riferimento alla legge della sharia e si rimettono ad essa.

La poligamia, sebbene sia illegale per la legge tedesca, è comune tra i musulmani di tutte le principali città tedesche. A Berlino, ad esempio, si stima che un terzo degli uomini musulmani che vivono nel quartiere di Neukölln abbiano due o più mogli. Secondo un servizio giornalistico trasmesso dall'emittente tv RTL, una delle principali imprese mediatiche tedesche, gli uomini musulmani residenti in Germania beneficiano sistematicamente del sistema di previdenza sociale portando con loro nel paese tre o quattro donne provenienti dal mondo musulmano, per poi sposarle in presenza di un imam. Una volta arrivate in Germania, le donne richiedono prestazioni sociali, compreso il pagamento dell'affitto di una casa in cui vivere con i loro figli perché "ragazze madri". Anche se le frodi ai danni della previdenza sociale commesse dagli immigrati musulmani sono un "segreto di Pulcinella" che costano ai contribuenti tedeschi milioni di euro ogni anno, le agenzie governative sono riluttanti ad agire a causa della correttezza politica, secondo RTL. Una spirale di crimini violenti perpetrati da immigrati infingardi provenienti dal Medio Oriente e dai Balcani ha trasformato alcuni quartieri delle città tedesche in "zone franche" – aree che sono di fatto "no-go zones" per la polizia.

A Wuppertal, gruppi di radicali musulmani barbuti che si fanno chiamare la "Polizia della sharia" cercano di far rispettare la legge islamica nelle strade, distribuendo volantini gialli che spiegano il codice islamista di condotta nelle zone delle città dove vige la sharia. Ad Amburgo, i radicali musulmani si sono infiltrati in decine di scuole primarie e secondarie, imponendo le norme e i valori islamici agli alunni e ai docenti che non sono musulmani. A Berlino, i funzionari locali hanno revocato le norme che vietano di indossare un abbigliamento di carattere religioso negli edifici pubblici, in modo che le donne musulmane possano indossare il velo. In Baviera, i bambini musulmani sono esentati dalle visite scolastiche obbligatorie agli ex campi di concentramento previste dai programmi educativi sull'Olocausto. A Brema, i funzionari comunali hanno siglato un accordo con 40.000 comunità musulmane della città. L'accordo garantisce la tutela delle proprietà delle comunità musulmane, l'approvazione della costruzione di moschee con minareti e cupole, l'assegnazione di terreni per i cimiteri musulmani, la fornitura di cibo halal nelle prigioni e negli ospedali, il riconoscimento di tre feste musulmane, la rappresentanza musulmana nelle istituzioni statali e altri diritti e privilegi.

Più di 700 musulmani tedeschi si sono uniti allo Stato islamico e sono andati in Siria e in Iraq, e alcuni di loro continuano a ricevere prestazioni sociali dallo Stato tedesco mentre sono a combattere in Medio Oriente. I jihadisti che sono tornati in Germania e rappresentano una seria minaccia alla sicurezza nazionale hanno comunque diritto a tornare a beneficiare delle prestazioni sociali. In Germania vivono oltre 7.000 salafiti che aderiscono a un ramo dell'Islam radicale che si oppone con forza all'ordine democratico della Germania. I funzionari tedeschi dicono che un migliaio di questi individui sono particolarmente pericolosi (si ritiene che alcuni siano cellule dormienti) e potrebbero attaccare in qualsiasi momento. Allo stesso tempo, però, ai salafiti è permesso di fare apertamente proselitismo per le strade tedesche per trovare nuove reclute e aumentare così il loro numero. Nel corso di una recente iniziativa di reclutamento, i salafiti hanno lanciato una campagna nazionale senza precedenti, "Un Corano in ogni casa", per distribuire 25 milioni di copie del Corano, tradotto in tedesco, a ogni famiglia in Germania, gratis.

Eppure, i guardiani del multiculturalismo tedesco hanno fatto gli straordinari per mettere a tacere i detrattori della crescita dell'Islam in Germania. In Baviera, ad esempio, gli attivisti tedeschi contrari alla costruzione di una maxi-moschea a Monaco sono stati definiti "estremisti" e vengono monitorati dall'intelligence tedesca. I media tedeschi accusano immancabilmente di incitamento all'odio coloro che parlano dell'impennata dell'Islam, nel tentativo subdolo di costringerli al silenzio. Oggetto della loro ira è un famosissimo sito web in lingua tedesca chiamato Politically Incorrect (PI), che nel corso degli anni è diventato un'importante fonte d'informazione per le persone preoccupate per la diffusione dell'Islam in Germania. Il motto di PI recita: "Contro il mainstream, pro-americano, pro-Israele, contro l'islamizzazione dell'Europa". Non sorprende affatto che le élites mediali vogliano la chiusura di Politically Incorrect. È del tutto possibile che la cancelliera tedesca Angela Merkel – che di recente ha ammesso che il multiculturalismo tedesco ha fallito – consideri l'immigrazione di massa dal mondo musulmano come la soluzione al crollo del tasso di natalità tedesco, che è tra i più bassi del mondo.

Il governo tedesco si aspetta che nel 2060 la popolazione scenderà dagli attuali 81 milioni circa a 67 milioni, anche se l'istituto nazionale di statistica Destatis ha di recente reso noto che alti livelli di immigrazione indurrebbero la popolazione del paese a ridursi più lentamente del previsto. Uno studio condotto dal World Economy Institute con sede ad Amburgo ha avvertito che il tasso di natalità minaccia la vitalità a lungo termine dell'economia tedesca, "Nessun altro paese industriale si sta deteriorando a questa velocità, nonostante il forte afflusso di giovani lavoratori migranti", si legge nel report. "La Germania non può continuare a essere un polo di attività dinamico a lungo termine senza un forte mercato del lavoro." La Germania dovrà fare di più per integrare gli immigrati, se vuole che diventino un guadagno netto per la propria economia. Uno studio recente condotto dal Cologne Institute for Economic Research ha mostrato che gli immigrati musulmani hanno maggiori probabilità di rimanere disoccupati e di farsi mantenere dallo Stato assistenziale rispetto a qualsiasi altro gruppo di migranti presente in Germania. Il rapporto dice che la causa principale degli elevati tassi di disoccupazione è la mancanza di istruzione e di qualifiche di formazione professionale.

Nel frattempo, la crisi migratoria non accenna a placarsi. In un summit sulla migrazione svoltosi a Vienna il 27 agosto, il commissario europeo per la politica di vicinato e i negoziati per l'allargamento, Johannes Hahn, ha detto: "Alle porte dell'Europa ci sono 20 milioni di rifugiati. Da 10 a 12 milioni in Siria, 5 milioni di palestinesi, 2 milioni di ucraini e circa un milione nel Caucaso meridionale". Il 21 agosto, la Germania ha sospeso il cosiddetto regolamento di Dublino – in base al quale un richiedente asilo nell'Unione Europea può presentare la domanda di asilo nel primo paese dell'UE in cui ha fatto ingresso – per i richiedenti asilo siriani. Questo significa che ai siriani che arrivano in Germania sarà consentito di risiedervi fino a quando la loro domanda di asilo non verrà esaminata. I detrattori sostengono che questa mossa incoraggerà un maggior numero di migranti a raggiungere la Germania.

La maggior parte dei tedeschi sembra non essere turbata da ciò che sta accadendo nel loro paese. Un sondaggio condotto dall'emittente televisiva tedesca ZDF ha mostrato che il 60 per cento dei tedeschi pensa che il loro paese potrebbe far fronte all'elevato numero di rifugiati, e l'86 per cento dice che la Germania è un paese di immigrazione. In un'intervista al quotidiano Der Tagesspiegel, Aiman Mazyek, a capo del Consiglio centrale dei musulmani in Germania, ha detto che il numero di fedeli musulmani che frequentano molte moschee è raddoppiato nel solo mese scorso. Commentando la rivoluzione demografica che dilaga in Germania, Mazyek ha sintetizzato così la questione: "Il numero dei musulmani in Germania aumenterà in modo significativo". Nella vicina Ungheria, il presidente Viktor Orbán è uno dei pochi capi di Stato europei a dare l'allarme: "Un anno fa ho detto che stavamo vivendo dei tempi in cui qualunque cosa poteva accadere e questo lo dico anche oggi", egli ha asserito di recente. "Chi avrebbe pensato che l'Europa fosse incapace di proteggere i propri confini anche nei confronti di rifugiati disarmati." Egli ha aggiunto:

"Per noi oggi, la posta in gioco è l'Europa, lo stile di vita dei cittadini europei, i valori europei, la sopravvivenza o la scomparsa delle nazioni europee, anzi più esattamente, la loro trasformazione irriconoscibile. Oggi, la questione non è semplicemente in che Europa vorremmo vivere, ma anche se esisterà ciò che oggi chiamiamo Europa".

(*) Gatestone Institute
(**) In foto il centro profughi di Berlino riceve ogni giorno fino a 2mila richieste di asilo (fonte dell'immagine: Deutsche Welle video screenshot).
Traduzione a cura di Angelita La Spada
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Re: Ixlam e Xermagna

Messaggioda Berto » ven set 25, 2015 6:30 am

Addio Islam siamo cristiani, entri in Germania se un prete ... Cresce il numero dei migranti che rinunciano all'Islam e si fanno cristiani.
Concorrenza fra Chiese, protestanti avvantaggiati. Ecco perché Papa Francesco chiede ospitalità alle parrocchie. Precedenti storici: Carlo Magno convertiva i tedeschi minacciandoli di morte. E Enrico IV si fece cattolico peer diventare re di Francia

8 settembre 2015

http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-e ... ia-2268118

BERLINO – Se, una volta convertiti, fossero rimpatriati in Iran o Afghanistan andrebbero incontro a persecuzioni e morte certa. Di qui il sospetto di Simon Tomlinson del Daily Mail inglese che centinaia di migranti di religione islamica scelgano strategicamente di abbandonare il loro credo per abbracciare il Cristianesimo e aumentare così le loro chance di ottenere lo status di richiedenti asilo una volta approdati in Germania. La maggior parte di loro giura di aver abbracciato sinceramente i valori della cristianità ma i numeri di un’inchiesta condotta dall’Associated Press sui richiedenti asilo in Germania, lasciano presupporre che non tutte le conversioni siano animate da un’autentica fede cristiana.

Un passo avanti comunque rispetto alle conversioni forzate dei Sassoni operate da Carlo Magno a fine dell’ottavo secolo. Non la spad qui è in azione ma il permesso di soggiorno.

Vale però il dubbio che anche in questo caso si applichi il principio stabilito da Enrico IV che per diventare re di Francia abiurò la fede protestante (era Ugonotto) per farsi cattolico: “Parigi val bene una Messa”.

Cristiani non vuole dire cattolici. La concorrenza fra le Chiese è acuta e questo spiega lo slogan di Papa Francesco: una famiglia di migranti in ogni parrocchia di Europa.

L’agenzia di stampa americana Associated Press parla di una chiesa evangelica a Berlino frequentata in larga parte da iraniani e afghani. La Germania tratta i rifugiati in base alla gravità delle condizioni dalle quali sono in fuga. Per i siriani che fuggono dalla guerra civile le possibilità di ottenere lo status di rifugiati sono più alte. Ma per coloro che provengono da Iran e Afghanistan la situazione è più complicata, dal momento che le condizioni di vita in quei Paesi sono al momento più stabili che in Siria. In Iran e Afghanistan però, osserva l’Ap, la conversione dall’islam al cristianesimo può essere punita con la prigione o perfino con la morte.

Gottfried Martens, pastore della chiesa evangelica che li battezza a Berlino, è aperto ad ogni forma di accoglienza. Per lui la motivazione non è fondamentale: “Molti di loro sono attirati dal messaggio cristiano, che in ogni caso cambia loro la vita”. E stima che solo il 10% dei convertiti non torna più in chiesa dopo essere stato battezzato.

Del resto anche papa Francesco ha accolto le prime due famiglie di profughi in Vaticano, dopo l’appello lanciato nell’angelus di domenica affinché ogni parrocchia di accogliere una famiglia di migranti.

Ormai a Berlino la voce si è sparsa e la congregazione del Pastore Martens ha visto aumentare i suoi membri da 150 a oltre 600 in soli due anni. Li battezza dopo tre mesi di catechesi e li aiuta persino con le richieste di asil
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Re: Ixlam e Xermagna

Messaggioda Berto » ven set 25, 2015 6:33 am

Germania, autorità segnalano tentativi per diffondere Islam radicale tra i profughi
17.09.2015

http://it.sputniknews.com/mondo/20150909/1122719.html

I radicali islamici stanno cercando di reclutare i profughi musulmani che arrivano in Germania. Lo ha segnalato il quotidiano tedesco “Die Welt” basandosi sulle dichiarazioni rese dal rappresentante ufficiale del dipartimento tedesco per la Protezione della Costituzione (controspionaggio) nel lander Renania-Vestfalia.

Secondo il rappresentante del controspionaggio tedesco, i fondamentalisti intervengono nelle vesti di rappresentanti di enti di beneficenza, tuttavia cercano di reclutare i profughi dalla parte della corrente radicale del salafismo.

Il collaboratore del dipartimento ha osservato che il personale delle strutture di accoglienza per i rifugiati sarà informato sui metodi di reclutamento dei fondamentalisti.

I salafiti sostengono l'Islam radicale. In Germania i seguaci di questa corrente sono sotto sorveglianza, in quanto, secondo i servizi segreti tedeschi, possono rappresentare una minaccia.

Dall'inizio del 2015 nel territorio dell'Unione Europea sono arrivati 340mila immigrati. Si tratta di un incremento del 175% rispetto allo stesso periodo del 2014. Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha detto che la Germania prima della fine dell'anno si aspetta l'arrivo di altri 800mila profughi.
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Re: Ixlam e Xermagna

Messaggioda Berto » ven set 25, 2015 6:36 am

Adesso la Germania scopre il volto violento dell'immigrazione.

Germania, indagato un richiedente asilo: "Legami con lo Stato islamico"
Il jihadista era ospite di un centro di accoglienza tedesco. In un video si vanta con altri profughi di aver combattutto con l'Isis e di aver ucciso molte persone
20/09/2015
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ger ... 73069.html

E, forse, cambierà idea sulle politiche buoniste che spalancano le porte dell'Unione europea a qualsiasi disperato che bussa alle porte dell'area Schengen. La polizia tedesca sta, infatti, indagando su un richiedente asilo siriano che avrebbe legami con lo Stato islamico.

Come rivela la Welt am Sonntag, il richiedente asilo era ospitato in un centro di prima accoglienza nel Brandeburgo. Qui si era vantato con altri profughi di aver combattuto al fianco dei jihadisti dello Stato islamico e di aver ammazzato molte persone. Le sue affermazioni sono state riprese in segreto con un telefono cellulare e il video è stato consegnato alla polizia che ora sta cercando di appurare se si sia trattato di bugie o se davvero abbia militato nell’Isis. Sebbene fonti della polizia tedesca si siano subito affrettate a far sapere all'opinione pubblica che "non ritengono che ci sia un tentativo dei gruppi jihaisti di infiltrarsi nel Paese sfruttando l’ondata dei profughi siriani", la preoccupazione rimane. Anche perché le principali intelligence europee sono propense ad avvalorare il rischio di infiltrazioni jihadiste. L'indagine potrebbe comunque essere un campanello d'allarme per la cancelliera Angela Merkel che continua a predicare la politica dell'accoglienza.



La polizia di Berlino: "Isis recluta terroristi tra i richiedenti asilo"
Blitz in moschea a Berlino. ll capo dei servizi: "I salafiti vogliono uno stato islamico in Germania"
Ivan Francese - Mer, 23/09/2015

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/pol ... 74383.html

Il blitz, scattato ieri mattina, ha dato seguito alle segnalazioni dell'intelligence sul pericolo di un reclutamento di aspiranti tagliagole tra i profughi siriani che da settimane si stanno riversando in Germania al ritmo di diverse migliaia al giorno.

Il capo dei servizi interni, dell'ufficio per la protezione della Costituzione, Hans-Georg Maassen, ha spiegato che le autorità germaniche sono tuttora "molto preoccupate" che elementi islamisti, "sotto la copertura dell'aiuto umanitario possano sfruttare l'emergenza in corso per fare proselitismo tra i richiedenti asilo." Già un'altra volta, nel corso di quest'anno, Maassen aveva avvertito chiaramente che i Salafiti (una branca radicale dell'islam sunnita il cui numero in Germania è in rapido aumento, ndr) vorrebbero e vogliono stabilire uno stato islamico in Germania.

Anche se non ci sono ancora "prove certe" che i jihadisti si stiano introducendo nel Paese sotto le spoglie di profughi, l'allarme rimane comunque alto per quello che riguarda i nuovi reclutamenti. La polizia tedesca ha interrogato un imam prelevato dalla moschea appena dopo le preghiere del mattino, in quanto sospettato di aver incitato i fedeli a recarsi in Siria per unirsi all'Isis.

L'imam, un 51enne marocchino noto come Abdul Qader D, ha rigettato ogni accusa e quindi rilasciato senza alcun addebito. Le perquisizioni, inoltre, avrebbero avuto l'obiettivo di scoprire di più riguardo a un anonimo diciannovenne macedone attualmente in Siria a combattere per lo Stato Islamico. Non vi sarebbero, tuttavia, connessioni, con l'attacco di settimana scorsa, quando un jihadista aveva attaccato e ferito una poliziotta.

II vero e grande, problema, tuttavia, resta quello dei controlli alle frontiere: dopo una settimana di apertura, il governo della Merkel li ha reintrodotti nel tentativo di fare chiarezza sull'identità dei profughi che ogni giorno si presentano ai confini tedeschi. Troppi, però, sono entrati ed entrano con documenti falsi o addirittura senza alcun documento.



Berlino, la polizia ha ucciso un terrorista islamico: “Stava accoltellando un agente”
L'uomo, un quarantunenne di origine irachena era stato condannato nel 2008 a otto anni di carcere per aver preso parte alla pianificazione di un attentato (poi sventato) ai danni dell'allora presidente iracheno Allawi
di F. Q. | 17 settembre 2015
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... co/2044745

La polizia tedesca ha ucciso un terrorista islamico a Berlino. Si tratta di un uomo di 41 anni, Rafik Y., di origine irachena, che ha assalito una poliziotta con un coltello. Come riporta la stampa tedesca, il Procuratore capo Dirk Feuerberg ha confermato in una conferenza stampa che: “l’uomo ucciso dalla polizia è un cittadino iracheno che nel 2008 è stato condannato a otto anni di carcere in quanto membro di un’organizzazione terroristica”. Avrebbe partecipato nel 2004 alla pianificazione di un attentato, che fu sventato, contro l’allora presidente dell’Iraq Iyad Allawi durante una visita in Germania. L’uomo stava scontando la parte conclusiva della pena e, dopo la scarcerazione (2013), veniva controllato con un braccialetto elettronico che aveva rimosso stamattina prima di compiere il suo gesto.

Poco prima delle 10, il centralino della polizia di Berlino è stato tempestato di chiamate da parte di cittadini allarmati che riferivano di un “pazzo armato di coltello” che si aggirava per la strada. Quando la prima auto delle forze dell’ordine è arrivata sul posto l’uomo si è avventato sulla poliziotta, ferendola. Il collega – fresco di addestramento – ha estratto l’arma di ordinanza e ha sparato alcuni colpi verso Rafik Y.

L’agente è stata trasportata d’urgenza all’ospedale militare, dove è stata operata ed ora è fuori pericolo. Anche l’assalitore è stato soccorso, ma è morto durante il trasporto verso l’ospedale.
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Re: Ixlam e Xermagna

Messaggioda Berto » ven set 25, 2015 6:45 am

L’Oktoberfest del multiculturalismo
Quotidiani in arabo, lezioni di islam e abiti “modesti” nelle scuole. Dietro il modello di accoglienza della Germania c’è la radice di un trauma culturale. Henryk Broder: “I tedeschi sono dogmatici sull’euro e vuoti sull’identità”
di Giulio Meotti | 18 Settembre 2015
http://www.ilfoglio.it/esteri/2015/09/1 ... e_c382.htm

Roma. “Senza sminuire l’enorme divario culturale tra la Pomerania e il Punjab, in Germania la legge fondamentale è la nostra, non importa quanto sacro sia il Corano”. E’ stato abbastanza eccezionale il commento sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung di Michael Martens, per il quale la Germania dovrebbe far conoscere ai migranti le “regole costituzionali” del paese che così generosamente li sta accogliendo. Martens parla della “più grande sfida dopo la Seconda guerra mondiale” e sostiene che i migranti devono accettare la parità uomo-donna, la libertà religiosa e di espressione, “e chi rifiuta questi punti di vista è meglio che lasci presto il nostro paese”. La column di Martens è emblematica del trauma culturale che l’ondata di migranti sta generando in Germania. Intanto a Monaco di Baviera, una delle città che più hanno assorbito il fenomeno migratorio, si apre fra poco l’Oktoberfest. E un appello-provocazione di alcuni islamici rivolto al Consiglio comunale di Monaco ha chiesto la cancellazione dell’evento conosciuto in tutto il mondo, definito “intollerante e anti islamico, che offende tutti i musulmani sulla terra” a causa del “consumo di alcol” e della “pubblica esibizione di nudità”.

ARTICOLI CORRELATI Culle vuote e migranti “Il multiculti è la nemesi dell’Europa” “Viktator” Orban è la grande nemesi delle élite europee La risposta della Germania è tutta all’insegna del multiculturalismo. Nel land della Saar, l’anno scolastico inizia con un progetto pilota per l’insegnamento della religione islamica. Le scuole elementari di Saarbrücken e Völklingen offriranno corsi di islam, definiti “una grande opportunità per i bambini musulmani di trovare la loro identità musulmana in una società altamente secolarizzata”. Lo stesso ha fatto il Baden-Württemberg, dove il ministro della Cultura Andreas Stoch (Spd) ha parlato di “contributo importante per una convivenza pacifica fra le diverse fedi”. Il primo a perorare la causa dell’introduzione dell’islam a scuola fu Wolfgang Schäuble quando era ministro dell’Interno.

Una iniziativa governativa di venti milioni di euro ha portato alla creazione anche di quattro centri di teologia islamica nelle università pubbliche tedesche, fra cui Tubinga e Francoforte. La settimana scorsa sono usciti due inserti in arabo per aiutare i migranti arrivati in Germania. L’iniziativa è stata lanciata dai quotidiani Bild e Berliner Schwesterzeitung. “Oggi un inserto in arabo, che potrà semplificare l’arrivo a Berlino per i profughi”, si legge sulla Bild. E nelle scuole vicine ai centri di raccolta dei migranti si affaccia un po’ di sharia. Una scuola ha inviato una lettera ai genitori delle alunne per avvisarli di non lasciare che le loro figlie indossino “camicette o gonne corte”. Si tratta del Wilhelm-Diess-Gymnasium di Pocking, in Baviera. “I cittadini siriani sono prevalentemente musulmani e parlano arabo”, si legge nel documento della scuola spedito a casa dei genitori. “I rifugiati sono segnati dalla propria cultura. Visto che la nostra scuola è proprio accanto a dove hanno dimora, vestiti modesti dovrebbero essere indossati come forma di rispetto, al fine di evitare ‘problemi’. Camicette e pantaloncini corti o minigonne potrebbero portare a ‘malintesi’”.

Come decifrare questa risposta tedesca? “Io non so spiegarmelo”, dice al Foglio Henryk Broder, editorialista della Welt, ex Spiegel, l’“Hitchens tedesco” come è stato definito in America, intellettuale ebreo corrosivo e autore di bestseller. “Sembra che la Germania sia determinata a scomparire dalla storia. Dal 1945, i tedeschi hanno vissuto nel terrore di essere puniti per quello che avevano fatto i loro padri e nonni. Da allora sono isterici con qualsiasi cosa che echeggi identità. Esiste un abisso fra i media e l’opinione pubblica e il sentimento reale della popolazione. La Germania oggi vede la questione profughi come la possibilità di essere moralmente riabilitata. I tedeschi sono estremamente dogmatici sull’euro e sulle regole economiche in Europa, ma sono totalmente assenti e deboli sul dibattito culturale o identitario. E’ incredibile”. E’ come in un fortunato titolo di Henryk Broder, “Hurra, wir kapitulieren!”. Evviva, ci arrendiamo!
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Re: Ixlam e Xermagna

Messaggioda Berto » ven set 25, 2015 6:48 am

???
“Il multiculti è la nemesi dell’Europa”
Parla Noah Klieger, che ad Auschwitz sopravvisse con Primo Levi
di Giulio Meotti | 15 Settembre 2015

http://www.ilfoglio.it/cultura/2015/09/ ... e_c328.htm

Roma. E’ difficile riassumere la vita di Noah Klieger. Il padre, giornalista e scrittore, previde che Hitler avrebbe preso il potere, così decise di portare la famiglia da Strasburgo in Belgio, illudendosi che sarebbe rimasto neutrale. Dopo l’occupazione nazista, Noah entrò nella Resistenza, ma nel 1943 venne catturato e deportato ad Auschwitz. Quel ragazzo ebreo di sedici anni finì a Monowitz a lavorare con Primo Levi alla fabbrica chimica. Scampato alle camere a gas e alle “marce della morte”, Klieger venne liberato dall’Armata rossa nel 1945 nel lager di Ravensbrück. Poi entrò nel Mossad Aliya Bet, il precursore del Mossad, il servizio segreto israeliano, dove Klieger era incaricato di far uscire illegalmente dall’Europa gli ebrei e condurli in Israele, che ancora non esisteva. Klieger oggi è uno dei maggiori giornalisti israeliani, icona con il numero di Auschwitz tatuato sul braccio. Alcuni giorni fa, sul maggiore quotidiano ebraico Yedioth Ahronoth, Klieger ha scritto che l’esodo di migranti, se non controllato, segna la fine dell’Europa così come la conosciamo.

ARTICOLI CORRELATI Benvenuti nell’Abistan islamico, dove “Soumission” sembra quasi dolce “L’islam conquista l’Europa infantile” "L'islam politico avanza sulle macerie del pensiero debole europeo" L’Oktoberfest del multiculturalismo Non si contano i commentatori che paragonano le sofferenze dei migranti alla Shoah. “Sono paragoni ridicoli”, dice Klieger al Foglio. “Noi ebrei siamo stati mandati nei campi di sterminio, mentre i migranti sono accolti dai paesi avanzati e civilizzati”. E’ pessimista sul futuro dell’Europa: “Perché sono convinto che questa immigrazione di massa di milioni di cosiddetti ‘rifugiati’, in gran parte musulmani, condurrà alla catastrofe, perché gran parte di loro non vuole integrarsi e la Germania non è in grado di farlo. Masse di persone cercano un luogo pacifico dove vivere, ma migliaia di fanatici stanno entrando nei paesi europei, minacciando il futuro del Vecchio continente. Quando, trentacinque anni fa, la Germania ‘importò’ decine di migliaia di turchi come forza lavoro, interi quartieri come Kreuzberg e Neukölln a Berlino divennero subito ghetti islamici. Il mio sentimento negativo è sul futuro dell’Europa ‘classica’. Perché come sopravvissuto dei campi di sterminio nazisti mi sarei aspettato un’Europa meno naïf”.

Lo stesso è avvenuto in Francia con l’immigrazione dal Maghreb. “A Parigi ci sono quartieri dove persino il Csr, le temute unità di sicurezza, non mette piede”, dice al Foglio Noah Klieger. “Forse le autorità europee speravano che semplicemente il problema sarebbe svanito da solo. Ovviamente non è stato così ma è diventato sempre più grande”. Come spiegarsi questa cecità europea sull’islamismo? “Perché il suo motto è sempre stato ‘non è un nostro problema’ quando si verificavano gli attacchi terroristici. Avrebbero dovuto capirlo quando i palestinesi dirottavano gli aerei di linea. Grazie a quei gesti, tutti i paesi del mondo hanno installato sofisticati sistemi di sicurezza negli aeroporti. Gran parte dei passeggeri ancora oggi non si rende neppure conto perché viene infastidito quando sale in un aereo. Se Europa e Stati Uniti avessero davvero reagito oggi non ci sarebbero Stato islamico, al Qaida, Hezbollah, Hamas. Ma nessuno ha fatto nulla. Quando le potenze mondiali si renderanno conto che l’Isis e gli altri radicali gruppi terroristici islamici non stanno combattendo contro Israele, contro l’occupazione o contro gli insediamenti? Quanto tempo ci vorrà ai leader del mondo libero per rendersi conto che le stragi in Tunisia e Francia sono dirette contro il cristianesimo e le fazioni musulmane che non sono d’accordo con i sostenitori dell’islam radicale? Invece premiano il finanziatore principale del terrorismo islamico, l’Iran. Se in Siria l’occidente avesse spedito grandi contingenti militari avrebbe fermato in tempo tutto questo”.
Intanto, l’antisemitismo rialza la testa come mai prima dal 1945 a oggi. “E’ una vecchia tradizione e nessuno è mai riuscito a spiegare da dove nasca. In Europa l’antisemitismo è cresciuto con l’‘arrivo’ degli immigrati musulmani. E badi bene, non c’è alcun antisraelismo o antisionismo. E’ puro antisemitismo. I fanatici non gridano ‘uccidi gli israeliani’, ma itbach al yahud, ‘uccidi l’ebreo’”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Ixlam e Xermagna

Messaggioda Berto » ven set 25, 2015 7:21 am

???

Più che la Mecca, la Germania
8 settembre 2015

http://karimamoual.blog.ilsole24ore.com ... a-germania

La misericordia, migliaia di siriani scappati dai tagliagola dello Stato islamico e dalle bombe a barile di Bashar al Assad, l’hanno individuata a nord dell’Europa. Nella Germania della cancelliera di ferro, Angela Merkel, e non nella culla dell’Islam. Lì dove giace l’oro nero sotto i tappeti; lì dove ogni disgraziato dovrebbe trovare dimora per misericordia che è uno degli aggettivi di Allah, clemente e misericordioso.

Nella culla dell’islam di oggi, invece, la misericordia se l’è portata via la sabbia, forse proprio sotto l’oro nero.

E, dunque, più che la Mecca, la Germania. Un’invasione, l’hanno chiamata gli xenofobi. Una vera marcia di esseri umani che chiedono solo il sacrosanto diritto di ricominciare la loro vita lontani dall’orrore, dovrebbe invece essere.

E allora c’è lo scatto di una fotografia, quella di Alyan, che ha gridato per le altre migliaia di bambini, uomini e donne, martiri della bestialità umana che in Siria marcia a testa alta e senza paura o rimorso.

E infine c’è un paese occidentale che con una donna, in un solo gesto, sta facendo un passo straordinario – per impatto emotivo, contesto politico e storico – ricordando quali siano i valori fondanti dell’Unione Europea; segnando la direzione politica da intraprendere se si vuole avere un futuro, e soprattutto ricostruendo una nuova memoria: ricucendo quella faglia tra il mondo musulmano e l’occidente che ha partorito in questi ultimi anni mostri come lo Stato islamico in Siria e in Iraq. Solidarietà dunque sì, ma anche molta politica estera.

Il terrorismo, il radicalismo fondamentalista, la crisi economica, quella identitaria, valoriale e per finire i cambiamenti demografici sono le parole chiave che hanno bisogno di una visione strategica per essere affrontati con realismo se si vuole costruire società pacificate. Tutte però hanno a che fare con un altra parola: Migrazioni.

L’iniziativa della cancelliera Merkel non è assolutamente una risposta a caldo dettata dalla emergenza profughi, ma è un’ intuizione con una chiara visione politica sul futuro del proprio paese, che con questa mossa si è portato avanti su molte sfide chiave del nostro secolo.

Una scelta chiara, nella consapevolezza delle numerose minacce e nuove sfide che ci troviamo ad affrontare come comunità non solo europea ma globale. La Germania sorprende e anticipa con distacco da record trascinando gli altri paesi europei come l’Austria in questo suo nuovo cammino, ma allo stesso tempo segna un punto a favore, e non secondario, nella memoria del mondo musulmano.

Le immagini della stazione ferroviaria tedesca, con i rifugiati siriani accolti calorosamente dai cittadini tedeschi, hanno fatto il giro del mondo, ma soprattutto tra i musulmani. Non c’è tg che non le trasmette.

La compassione entra in scena e da nord, su un treno, pieno zeppo, di migliaia di disgraziati che si sono lasciati l ‘inferno alle spalle e finalmente hanno trovato cittadini ad accoglierli calorosamente. Una scena di umanità vera che mancava da troppo tempo.

Quella semplice parola di “benvenuti” è stata così carica di simbolismo che ha già integrato centinaia di quei rifugiati sul suolo tedesco. Rimarrà impressa nella memoria oltre che nel cuore. Come l’immagine di Angela Merkel mano nella mano con un ragazzo siriano che ha fatto il giro delle emittenti arabe.

Più che la Mecca la Germania, perché questa brutta storia ha anche messo in luce surreali risposte di chi invece di avere una visione continua nella miopia.

La cronaca di questi mesi pullula di rimbalzi a destra e sinistra tra i paesi europei, per affrontare la questione dei rifugiati, o meglio, per suddividersi le quote per paese. Una pagina triste della nostra storia che forse solo questa parentesi tedesca potrà alleviarne l’impatto nei libri di storia.

Ma ancora più grave è scoprire attraverso i report i paesi che in questa partita si sono presentati o meno a partecipare a questa gara di solidarietà. A parte alcuni paesi europei, quello che più conta nel racconto di questa parte della storia è l’assenza dei paesi arabi ricchi, quelli del Golfo, per intenderci. Mentre dal Marocco al Libano, i rifugiati siriani sono ormai in vario modo parte della comunità. I paesi del Golfo non ci pensano minimamente ad aprire le proprie frontiere. Certo, sono i paesi che maggiormente finanziano le organizzazioni umanitarie, si dirà, ma i disgraziati che fuggono dalla guerra in Siria, con non poche responsabilità di questi stessi paesi, non vogliono che gli si finanzi un campo profughi nel bel mezzo del deserto, come quello in Giordania, ma provare a ricostruirsi una vita e magari una casa propria, in un paese civile.
E allora forse sì, più che la Mecca la Germania.
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Re: Ixlam e Xermagna

Messaggioda Berto » ven dic 25, 2015 8:28 pm

???

Resa della Germania all'islam: la polizia della sharia è legale

Un tribunale tedesco ha stabilito che le ronde dei salafiti per imporre la legge islamica non sono un reato perseguibile per legge: che ne è dell'autorità dello Stato?
Ivan Francese - Mer, 09/12/2015 - 16:16

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/res ... 02818.html

Ricordate la polizia della sharia? Era il settembre 2014, quando nel Land tedesco del Nord Reno-Westfalia, e più precisamente nella città di Wuppertal, spuntarono delle ronde di islamici salafiti con indosso i giubbetti targati "Sharia police".
Le ronde della cosiddetta "polizia della Sharia", in Germania

Appostati fuori dai locali notturni, i salafiti invitavano ad astenersi dall'alcol, dalle droghe, dalle scommesse, dalla pornografia e a frequentare la moschea. Ebbene, oggi il tribunale della città germanica ha stabilito che l'intervento dei "poliziotti della sharia" non è punibile perché le ronde non avrebbero avuto effetti intimidatorii sulla popolazione, senza che fosse quindi ravvisabile alcuna infrazione al divieto di indossare divise.
Tutto il Land Nord Reno-Westfalia è da anni teatro di scontri tra salafiti e polizia, con diversi episodi di radicalizzazione e molti cittadini tedeschi convertiti o partiti per il Medio Oriente. Tra le manifestazioni più eclatanti ci fu appunto l'istituzione di questa sorta di polizia religiosa, da più parti portata ad esempio della presunta volontà degli islamisti di sostituirsi all'autorità dello Stato.



L'ultima intervista a Sven Lau: ""Si parla troppo di terrorismo, c'è un eccesso di informazione"
ilGiornale.it ha intervistato a inizio dicembre il predicatore salafita radicale arrestato stamattina per presunte attività terroristiche. Ci diceva: "Su Parigi c'è un eccesso di informazioni che conduce all'islamofobia"
Giovanni Masini - Mar, 15/12/2015
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/lul ... 04466.html

Da Dusseldorf, Germania
Sven Lau abita in un appartamento alla periferia di Dusseldorf, nel cuore industriale della Germania. Qualche stanza che divide con la moglie, marocchina, e cinque figli.
L'intervista è fissata per lunedì mattina e riesco ad ottenerla solo dopo una trattativa lunga e difficile. Per arrivare a casa bisogna prendere un vecchio tram fino al capolinea e poi avventurarsi tra i quartieri popolari insinuati in un'ansa del Reno.
Lau vive in un appartamento modesto ma ordinatissimo, arredato con teutonica precisione. Mi riceve in salotto, un divano e un tavolo oltre a un gigantesco televisore fissato al muro. Veste di nero e porta una lunga barba bruno-rossiccia, che accenna appena a muoversi mentre lui parla con voce calma.
Lau ha predisposto tutto per evitare ogni mio contatto col resto della famiglia: ogni volta che devo uscire dalla porta, lui controlla che moglie e figli siano ben chiusi nelle altre stanze. Nella sala dove parliamo non c'è un solo simbolo religioso. Indica l'ambiente accanto a noi e mormora: "Vede? Le sembra questa l'abitazione di un jihadista?"
Lei però è noto come un convertito all'islam radicale: com'è diventato musulmano?
"Avevo diciassette anni e uscivo con un ragazzo turco, che era sempre allegro e rideva sempre. Mi dava cibo e acqua, ma questo in Germania non è normale fra sconosciuti. Mi chiedevo come mai fosse così felice e lo chiesi anche a lui. Mi disse che la vita era una prova dopo cui c'era l'inferno o il paradiso. Io non capivo perché fossimo su questa terra, me ne domandavo il significato. Lessi la Bibbia e mi domandavo perché fosse così simile al Corano: parlava anche di Maometto, l'ultimo messaggero, e di tutti i profeti... ho accettato l'islam e mi sono convertito."
Ma lei non è un musulmano qualunque.
"I non musulmani pensano che non lo sia, ma io sono un musulmano qualunque. Faccio ciò che dovrebbe fare ogni musulmano. Ho la barba…. Ma non è questo il punto. Voglio il meglio per gli altri come lo voglio per me. Voglio andare in paradiso, ma voglio che anche tu ci vada. Per questo chiamo le persone verso l'islam."
Ma allora perché sei diventato proprio un predicatore?
"Sai, prima facevo il pompiere a Moenchengladbach. Ho dovuto fare una scelta. Per lavorare come pompiere non potevo portare la barba, per via del casco. Volevo vivere pienamente la religione, all'interno come all'esterno. Ho imparato l'arabo, sono andato a un corso di due anni in Egitto, ho studiato l'islam due anni in Belgio. Dopodiché sono stato capo della moschea di Moenchengladbach per due anni, rivolgendomi ai non musulmani. Voglio portare alle persone il messaggio dell'islam ai non musulmani o ai musulmani “deboli”. Questa è il mio primo compito: la Germania è un Paese non islamico, non siamo la maggioranza."
In Germania quest'anno sono arrivati centinaia di migliaia di migranti, la gran parte musulmani. Cosa è cambiato?
"Le moschee sono più piene, si fatica a trovare posto e gli islamici devono pregare fuori, sulla strada. Tutto qui"
Alcuni pretendono dai rifugiati un'integrazione che prevede l'assimilazione ai valori tradizionali tedeschi. Come vi regolate voi, che proponete invece i valori della religione?
"Non cambieranno mai la religione, che è radicata nel cuore. Gli islamici devono seguire la legge e parlare tedesco, tutto il resto attiene alla sfera delle scelte personali. Siamo in democrazia: non posso imporre a qualcuno di fare qualcosa."
La democrazia è il sistema di governo migliore?
"Il sistema di governo migliore è la legge di Dio. Ma la democrazia permette alle persone di fare ciò che amano di più."
E cosa dice delle richieste di giuramento di fedeltà allo Stato richieste agli islamici da alcune forze politiche?
"Ciò che portiamo nel cuore non è ciò che giuriamo. All'esterno posso dire qualcosa e all'interno pensare altro."
Questo però non è accettato
"Non è accettato ma noi non abbiamo scelta. Due anni fa ci hanno dato una carta d'identità speciale per noi salafiti. Ma non è giusto, è quello che facevano con gli ebrei: dare loro dei documenti speciali."
Ma cosa c'è di diverso, nel salafismo, rispetto al resto dell'islam?
"Noi seguiamo Salaf, il profeta Maometto e i suoi seguaci. Vogliamo imitare la vita dei primi musulmani."
Ma chi non è un salafita non è un vero musulmano?
"Non esistono veri musulmani, mezzi musulmani… Mia moglie ha una sorella indonesiana che non porta il velo, ma questo non significa che non sia una brava musulmana. Tutti i musulmani devono seguire l'esempio di Maometto."
Ma perché allora i Salafiti sono così odiati? Il governo mette in guardia la popolazione contro di voi, lei è stato descritto come "Nemico pubblico numero Uno".
"Sì, hanno parlato contro di me, Pierre Vogel e Lies (l'organizzazione che distribuisce il Corano per la strada, ndr). Non è che siccome lo dice il governo è giusto. Io sono tedesco, musulmano e libero. La cattiva pubblicità è cattiva, ma è sempre pubblicità: il mio nome gira. Ci chiamano terroristi…"
Perché?
"Guardi, io vivo normalmente, ho una famiglia….come Pierre Vogel, Ibrahim Abou-Nagie. Non vogliono che i musulmani diventino troppo potenti: ogni anno cresciamo e persone come me danno motivazioni ai nuovi musulmani. Prego cinque volte al giorno, faccio il Ramadan e spiego ai miei vicini cosa sia l'islam… Molte persone lo fanno, ora. E il numero di musulmani cresce"
Una delle accuse che vi vengono rivolte più spesso è quella di riconoscere solo la sharia e non la legge tedesca
"La sharia in gran parte è già qui. Io prego cinque volte al giorno, ed è sharia. Sono buono con i miei vicini, ed è sharia. Non posso andare da un ladro e punirlo: questo non accade, in Germania."
Ma allora la società occidentale perché non accetta la sharia?
"Per via della poligamia e di alcune punizioni."
Credi di poter rinunciare a queste ultime cose?
"Sì, non ho problemi. La maggior parte della legge tedesca non va contro la sharia. Il mio obiettivo non è stabilire la sharia qui, ma di portare l'islam ai non musulmani. E se qualcuno a cui ho parlato dell'islam lo rifiuta, non importa. Io ho portato il mio messaggio e sono felice."
Eppure avete fondato una ronda chiamata "polizia della sharia"...
"Anche nell'islam io non sono un poliziotto, si figuri nel sistema tedesco. All'inizio andavamo fuori dai club, dalle discoteche a parlare con i musulmani “deboli” invitandoli nelle moschee. Ma tutto molto cortesemente, anche perché la maggior parte sono ubriachi. La parola polizia? Arrivò dopo che a un ragazzo venne l'idea di chiamare questo gruppo “sharia police”, su Internet. Da allora sono venute le divise e dopo un'ora che le abbiamo indossate è arrivata la polizia. Comunque abbiamo usato l'inglese “police” e non il tedesco “polizei”. Era una provocazione."
A che pro?
"Per fare capire che la sharia non è solo tagliare le mani e le teste. Il nostro video è stato visto da moltissime persone. Dopo questa azione abbiamo avuto un sacco di visibilità. Tutta la pubblicità è benvenuta, anche quella cattiva. Quando non sei famoso e fai un buon lavoro, nessuno si interessa a te."
Ma dopo Parigi le cose sono cambiate?
"La tv parla di terrorismo dalla mattina alla sera…"
Troppo?
"Sì. Ciò che è successo a Parigi è un male, ma con tutto quest'eccesso di informazioni la gente finirà per pensare che tutti i musulmani sono terroristi. E io vengo minacciato su Internet."
Di chi la colpa degli attentati?
"Queste persone passavano il tempo giocando ad ammazzare le persone alla PlayStation e ci hanno messo insieme l'islam. Ma la religione è un'altra cosa, non si può interpretarla a proprio modo. Sono persone che interpretano la religione a modo proprio."
I vignettisti di Charlie Hebdo invece andavano puniti?
"Io non dico a nessun musulmano di andare a fare una strage. Era meglio che non facessero quelle vignette: sarebbe meglio che la legge lo proibisse. Si è trattato di una provocazione contro i musulmani. I musulmani poi non avrebbero dovuto fare ciò che hanno fatto."
Un giorno che i musulmani diventassero maggioranza, bisognerà cambiare la legge?
"Quando saremo la maggioranza, nessuno si comporterà come i vignettisti di Charlie. Dopodiché io non sono un avvocato e preferirei risolvere i problemi senza violenza."
E in Siria cosa è andato a fare?
"Sono stato tre volte in Siria, ma solo per consegnare aiuti umanitari. L'ultima volta è stata a ottobre 2013. Certo cinque o sei persone che conosco sono andate in Siria a combattere, ma sono solo cinque o sei su diverse migliaia."
Che pensi di chi parte per combattere?
"All'inizio ero favorevole, era chiaramente Assad contro i musulmani. Ora non faccio differenze, tutti combattono contro tutti, come nel wrestling. Persino i musulmani si combattono tra loro: ma sono pazzi, io non potrei mai approvarlo. Io da qui non posso sapere che succede dei ragazzi partiti per la Siria, ma di certo non li approvo."
Ma è giusto combattere l'Isis? La Merkel ha fatto bene a inviare i tornado?
"Non so quale sia la soluzione migliore. Non sono un generale né un politico, non posso dire cosa sia meglio. Per me i bombardamenti non sono la soluzione. L'invasione di terra forse sarebbe meglio. Dall'alto non si può capire chi viene colpito.
Ora dicono di voler aiutare la Siria. Ma perché non aiutano l'Africa? Perché non aiutano altri Paesi? Ci sono dietro degli interessi… e moltissime bugie."





Germania, arrestato il fondatore della "polizia della sharia"
In manette il predicatore salafita convertito all'islam: è accusato di aver collaborato con un'organizzazione terroristica affiliata a Isis. Avrebbe fornito denaro ed equipaggiamento ai jihadisti
Giovanni Masini - Mar, 15/12/2015
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ger ... 04408.html

La polizia tedesca ha fatto arrestare questa mattina Sven Lau, il predicatore salafita tedesco noto tra l'altro per avere fondato la cosiddetta "polizia della Sharia", nel settembre 2014 a Wuppertal (che di recente, però, è stata dichiarata legale).

Il sospetto degli inquirenti, riferisce lo Spiegel, è che l'uomo abbia sostenuto un'organizzazione terroristica in Siria. L'arresto è avvenuto questa mattina a Mönchengladbach, città di cui Lau - ora noto col nome islamico di Abu Adam - è solito predicare.

L'ultima intervista a Sven Lau: ""Si parla troppo di terrorismo, c'è un eccesso di informazione"

L'ufficio federale del procuratore sospetta che Lau abbia supportato l'organizzazione al-Muhadschirin Dschaisch wal-Ansar (Jamwa), legata allo Stato Islamico. Secondo gli inquirenti Lau avrebbe operato come riferimento dell'organizzazione in Nord-Reno Westfalia, lo Stato federato tedesco dove risiede e lavora. Avrebbe fornito supporto economico e logistico a due jihadisti, tra cui tre visori notturni per un valore di 1440 euro.

Lau è noto, tra le altre cose, per essersi recato in Siria più volte nel corso degli ultimi cinque anni. L'avvocato di Lau per il momento si è rifiutato di commentare.

Soddisfazione invece è stata espressa dal ministro degli Interni del Land Nord-Reno Westfalia, Ralf Jäger: "Lau è uno dei leader della scena salafita in Germania, che avrebbe attirato molti giovani verso il radicalismo - ha commentato soddisfatto - La legge tedesca si impone."

@giovannimasini
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Re: Ixlam e Xermagna

Messaggioda Berto » ven dic 25, 2015 8:28 pm

La "guerra lampo" dei jihadisti per assoggettare l'Ue all'islam

"Blitzkrieg islamico in Germania". Un jihadista pentito confessa il piano terroristico dell’Isis per colpire il cuore dell’Europa
Luca Steinmann - Mer, 23/12/2015

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/gue ... 07395.html


L’Isis sta organizzando una grossa serie di azioni terroristiche in Germania. A raccontarlo è Harry S., cittadino di origini ghanesi da tempo residente a Brema che, secondo le autorità tedesche, sarebbe uno jihadista pentito che in passato è stato al servizio dello Stato Islamico.

A riportarlo è Der Spiegel, una delle più conosciute riviste tedesche, che ha reso noto al grande pubblico le confessioni del presunto ex terrorista, che avrebbe confermato l’esistenza di una serie di cellule di jihadisti pronte ad entrare in azione con una serie di attentati simultanei in terra tedesca. L’obiettivo finale sarebbe stato quello di alzare la tensione ed allargare in terreno di scontro, per spingere sempre più persone islamiche residenti in Germania tra le braccia del Califfo.

Un “Blitzkrieg islamico”, una guerra lampo in terra tedesca che, secondo il pentito, avrebbero comportato un aumento dell’insofferenza da parte della cittadinanza nei confronti delle comunità islamiche. Che di conseguenza avrebbero cercato protezione tra i terroristi già attivi sul territorio, rendendosi così organiche ad essi.

La storia di Harry S. è quella di un migrante musulmano nato in Ghana e trapiantato in Germania. Dopo avere avuto problemi con la giustizia (venne arrestato per una rapina in un supermercato di Brema), ha iniziato a frequentare assiduamente la moschea Gröpelingen (oggi chiusa per motivi di ordine pubblico legati al terrorismo), controllata dai salafiti. Secondo quanto ha raccontato alla polizia tedesca dopo essere stato arrestato, sarebbe stato reclutato proprio all’interno della moschea e convinto a partire per la Siria insieme ad altri 16 uomini e 11 bambini.

Arrivato in nei territori controllato dall’Isis, però, Harry S, ha raccontato di non essere stato arruolato ed addestrato per combattere al fronte. L’interesse dei leader islamisti, al contrario, è quello di preparare persone come lui a compiere attentati in Europa. A lui e ad altre persone giunte dalla Germania sarebbe stato chiesto: "Siete pronti per mettere in atto una serie di azioni rapide e simultanee?". Una vera e propria guerra lampo, che il pentito ha definito con la parola tedesca di “Blitzkrieg”, messa in atto in Germania da persone di origini straniere e di fede islamica mandate in Siria appositamente per essere addestrate.

Il destino a cui Harry S. sarebbe andato incontro è il suicidio. Dopo essersi reso disponibile a portare la guerra del Califfo in Germania avrebbe ricevuto un addestramento del tutto particolare. Insieme ad altre 50 persone, tutte provenienti dall’Europa, sarebbe stato “educato al suicidio” in nome del jihad. Suicidio che si sarebbe dovuto compiere in terra tedesca durante i vari attentati simultanei del Blitzkrieg. Tornato in Germania, però, è stato arrestato presso l’aeroporto di Brema lo scorso 20 luglio dalla polizia tedesca e, dopo mesi di prigionia, avrebbe vuotato il sacco.

Le autorità ritengono che la sua versione dei fatti sia credibile e comprovata da diversi elementi. In primis da diversi video, alcuni dei quali pubblicati su internet, nei quali Harry S. viene ripreso durante gli addestramenti in Siria. Le sue confessioni, inoltre, hanno permesso il ritrovamento di materiale considerato altamente pericoloso e di grande importanza. Si tratta di una serie di documenti propagandistici e e-book distribuiti dallo Stato islamico in Europa per istruire i giovani musulmani a diventare jihadisti e di alcune mappe in cui venivano evidenziati i luoghi da colpire.

Harry S. ha consegnato alla polizia un libro che l’Isis gli aveva incaricato di portare e distribuire in Germania, dal titolo Come si sopravvive in Occidente, una guida per i Muhaideen. Nell’introduzione viene scritto a chiare lettere che si tratta di un manuale per “iniziare la guerra nel cuore dell’Europa”. A pagina 71 viene spiegato nel dettaglio come si debba comportare un combattente dell’Isis in Europa. La regola numero uno è quella di non farsi notare e di comportarsi come se si fosse perfettamente occidentalizzati per non destare sospetti (atteggiamento definito da “cellula dormiente”). Vietato farsi crescere la barba lunga e per le donne strettamente proibito indossare il burqua integrale, che comporterebbe dei controlli nei luoghi pubblici.

Come esempio da seguire viene preso l’attentato parigino di Charlie Hebdo. Secondo quanto raccontato dal pentito e confermato dalla polizia, in Germania esistono già decine di cellule dormienti pronte all’azione. Il materiale sequestrato, dunque, sarebbe stato destinato soprattutto agli jihadisti tedeschi già a disposizione del Califfo.

Ciò che preoccupa molto le autorità tedesche è il ritrovamento su indicazione del pentito di alcune piantine della città di Berlino, in cui vengono evidenziati gli obiettivi da colpire: ponti, stazioni e grandi centri commerciali.
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