Magdi Cristiano Allam l'apostata

Re: Magdi Cristiano Allam l'apostata

Messaggioda Berto » lun dic 14, 2015 10:25 pm

I criminali islamici e filoislamici antimagdiani

???

Recentemente passando dinnanzi ad una libreria ho avuto un sobbalzo,
per un attimo ho temuto che l'odiata fallaci riuscisse a scrivere anche dall'oltretomba
(che poi i suoi ultimi "capolavori" fossero destinati a zombie cerebrolesi è un altro conto).

http://guerrillaradio.iobloggo.com/1551 ... -dollaroni

In realtà questo libro è l'ultima chicca di Magdi Allam,
e nasce da quell'ispirazione letteraria che solo un assegno di 600mila euro può incentivare (250000 da Israele, 400000 dagli Usa).

Volevamo tessere le nostre lodi sperticate per questa sua opera ma più in generale per l'integrità della persona, prima ancora che del giornalista, ma abbiamo trovato in un post di Salam(e)lik tutto ciò che volevamo esprimere:
"...Magdi Allam è oggi negli Stati Uniti.
Ufficialmente, Allam dichiara che è li per ritirare "il Premio di Giornalismo Mass Media Award conferitomi quest'anno dall' American Jewish Committee". Un premio prestigioso, degno di uno scrittore di fama internazionale, come lo è appunto Magdi. Un caso più unico che raro, che dovrebbe riempirci tutti di sano orgoglio materno e paterno: è l'unico scrittore che riceve "premi internazionali" senza che nemmeno mezza riga di quello che ha scritto finora sia stata tradotta in un'altra lingua, almeno per quanto io sappia. Evidentemente il "Made in Italy" varca gli oceani e i mari senza effettuare inutili passaggi intermediari, esattamente come la moda e gli spaghetti. E, infatti, non è la prima volta che Allam riceve prestigiosi "premi internazionali".
Il 21 maggio 2006, Allam è andato a Tel Aviv per ritirare un altro premio molto ambito: 250.000 dollari generosamente elargiti dalla Fondazione Dan David. il Premio gli è stato "assegnato per i suoi sforzi in favore della pace e della coesistenza". Sforzi che sono culminati in un recente editoriale di commento alla legge Amato-Ferrero sull'immigrazione, significativamente intitolato "Non basta regolare i flussi, Vanno salvati i nostri valori" e che iniziava con le seguenti parole "Diritti. Ancora diritti. Solo diritti. Ma dove sono i doveri?". Fortunatamente, pare si sia trattato di uno sbaglio, di un mero errore tipografico: l'editoriale, a firma dell' On. Borghezio, è stato erroneamente attribuito a Magdi Allam.
Ad ogni modo quel premio era senz'altro meritato: verrebbe quasi spontaneo definirlo un "premio preventivo" poiché Magdi riesce sempre a sconvolgerci tutti con il suo eccezionale fiuto giornalistico. Esattamente un mese dopo aver riscosso il premio, il 22 giugno 2006, Allam ha rivelato sul Corriere la sconvolgente presenza di un "sito islamico che educa i bambini all'odio anti-ebraico". La fonte - risalente al 18 aprile 2006 e cioè più o meno tre mesi prima - di quella che si potrebbe legittimamente definire una «non notizia», era il Memri. Una discutibilissima agenzia di traduzione fondata da ex-ufficiali del Mossad, i Servizi Segreti Israeliani.
Si mormora che in Israele siano rimasti talmente scioccati da questo scoop eccezionale che hanno deciso di conferire a Magdi un altro premio. Altri dicono che l'opinione pubblica israeliana sia rimasta particolarmente impressionata dalla chiusa del suo discorso alla cerimonia di consegna del premio: "Noi vincitori del Premio Dan David vi diciamo “Grazie Israele”, vi diciamo “Noi amiamo Israele”, vi diciamo “Siamo tutti israeliani”, vi diciamo “Viva Israele”, vi diciamo "Am Israel hay"!". Un amore che permea Magdi Allam fino al punto di spingerlo a candidare Sharon al premio Nobel per la pace nei giorni di commemorazione dei massacri di Sabra e Chatila. Un amore che lo ha spinto ad intitolare il suo prossimo libro: "Viva Israele".
Già, proprio cosi. Non è uno scherzo! Sinceramente non ho ancora capito perché la gente reagisce ridendo a questa comunicazione: il libro verrà presentato in anteprima nazionale il 22 giugno prossimo. Codice ISBN: 8804567775. Controllate pure. Si parla di persone in coda già da ora davanti alle librerie. Sembra che le prossime dieci edizioni siano state prenotate da associazioni di consiglieri comunali sotto la voce "Omaggi". Fonti ben informate dicono inoltre che Allam abbia in mente una trilogia: dopo "Io amo l'Italia" e "Viva Israele" ci sarà "Good Morning America". Forse anche per questo Allam è oggi da quelle parti. Sul suo forum, sul sito del Corriere, racconta le sue emozioni dopo "Le nove ore di volo passano agevolmente tra un pasto, una lettura e un pisolino": "Per la prima volta nella mia vita ho messo piede negli Stati Uniti, la superpotenza mondiale. Le sensazioni sono state tante, ancora disordinate, tutte da ricomporre e chiarire". "Per la prima volta passo davanti alla Casa Bianca, dopo averla vista migliaia di volte in televisione".
Però ho un brutto presentimento. Prima che Magdi riceva il suo meritato premio il 4 maggio prossimo, parlerà Ayan Hirsi Ali, l'ex deputata olandese di origine somala che ha mentito sui dati forniti nella propria richiesta d'asilo e che si è vista ritirare la cittadinanza olandese per mano di un ministro membro del suo stesso partito, prima di rifugiarsi in un Think-tank americano. Non può che tornarci in mente la confessione contenuta nell'ultimo libro di Allam "Io amo l'Italia, ma gli italiani la amano?", riguardante i documenti falsi da lui presentati in Questura quando, da giovane, doveva ancora rinnovare il permesso di soggiorno, e la conseguente interrogazione al Ministro degli Interni, presentata dal Senatore Malabarba, in cui chiedeva "considerato che lo stesso Allam si vanta di aver ottenuto "fraudolentemente" il rinnovo del permesso di soggiorno, tale illecito potrebbe avere effetti sulla validità della successiva acquisizione da parte sua della cittadinanza italiana".
Vi prego: nessuno mi dica che Allam ha deciso di privarci della sua illuminata guida. O che abbia deciso di emigrare negli USA. Non possiamo permettere che Allam ci lasci. L'Italia - e soprattutto gli immigrati in Italia - hanno ancora bisogno di lui.


dal blog di Salam(e)lik
rula jebreal
Rifacciamoci gli occhi ma soprattutto sciacquiamoci la mente, con Rula Jebreal, verso l'altra faccia di quella migrazione che in Italia porta anche scrittori e intellettuali, ma che all'opposto di Allam lavorano all'integrazione delle culture piuttosto che cavalcare l'onda di un certa nostalgia fallace, la stessa che evoca ancora il ventennio a distanza di un secolo.
A Rula è stato affidato il ruolo di autrice e conduttrice di un nuovo programma di approfondimento su Rai news 24: “Onda Anomala”, sul satellite ma in chiaro.
I nostri migliori auguri all'ottima giornalista palestinese.
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Re: Magdi Cristiano Allam l'apostata

Messaggioda Berto » ven dic 18, 2015 1:06 pm

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Re: Magdi Cristiano Allam l'apostata

Messaggioda Berto » gio mar 24, 2016 4:22 pm

Magdi Allam: "Lascio la Chiesa, che legittima Islam e protegge immigrati" - Il Fatto Quotidiano
di RQuotidiano | 25 marzo 2013

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... ati/541366


“Papalatria” e “buonismo fisiologico” di una Chiesa che legittima “l’Islam come vera religione” e si erge “a massimo protettore degli immigrati – e soprattutto – i clandestini”. La conversione di Magdi Cristiano Allam è durata solo quattro anni e, “in concomitanza con la fine del papato” di Benedetto XVI, è arrivata al capolinea. In un lungo articolo pubblicato su Il Giornale, l’ex vicedirettore del Corriere della Sera dice addio al cattolicesimo, abbracciato il 22 marzo 2008 in San Pietro, alla vigilia di Pasqua, col battesimo celebrato da Ratzinger in cui Maurizio Lupi gli fece da padrino.

Si tratta di “una scelta – spiega – maturata anche di fronte alla realtà di due Papi”, ma ciò che “più di ogni altro fattore mi ha allontanato dalla Chiesa – specifica – è la legittimazione dell’Islam come vera religione di Allah come vero Dio, di Maometto come vero profeta, del Corano come testo sacro, delle moschee come luogo di culto”. Allam, che anche per la campagna elettorale aveva utilizzato slogan contro la religione musulmana, si dice inoltre “convinto che l’Islam sia un’ideologia intrinsecamente violenta così come è stata storicamente conflittuale al suo interno e bellicosa al suo esterno” e ritiene che “l’Europa finirà per essere sottomessa all’islam, così come è già accaduto a partire dal Settimo secolo”, “se non avrà la lucidità e il coraggio di denunciare l’incompatibilità dell’islam con la nostra civilità e i diritti fondamentali della persona, se non metterà al bando il Corano per apologia dell’odio”.

Non solo: per l”ex’ convertito, “è una autentica follia suicida il fatto che Giovanni Paolo II si spinse fino a baciare il Corano il 14 maggio 1999, che Benedetto XVI pose la mano sul Corano pregando in direzione della Mecca all’interno della Moschea Blu di Istanbul il 30 novembre 2006, mentre Francesco I ha esordito esaltando i musulmani ‘che adorano Dio unico, vivente e misericordioso”. Tuttavia, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata “la Papalatria che ha infiammato l’euforia per Francesco I e ha rapidamente archiviato Benedetto XVI“, evidenzia.

Ma l’allontanamento di Magdi Cristiano è dovuto anche ad altri fattori. Ad esempio “il buonismo che porta la Chiesa a ergersi a massimo protettore degli immigrati – e soprattutto – i clandestini”. E lo dice nonostante anche lui rientri nella prima categoria, visto che è nato e cresciuto fino a vent’anni al Cairo, in Egitto. A supporto della tesi, cita anche il Vangelo che “applica” alla sua personale visione: “Io sono per l’accoglienza con regole e la prima regola è che in Italia dobbiamo innanzitutto garantire il bene degli italiani, applicando correttamente l’esortazione di Gesù ‘ama il prossimo tuo come te stesso'”. E conclude: “Continuerò a credere nel Gesù che ho sempre amato e a identificarmi orgogliosamente con il cristianesimo come la civiltà che più di altre avvicina l’uomo al Dio che ha scelto di diventare uomo”.

Te ghè fato benon; mi a xe on toco ke ła go łasà!
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Re: Magdi Cristiano Allam l'apostata

Messaggioda Berto » lun ago 29, 2016 6:28 am

MAGDI CRISTIANO ALLAM - I musulmani "moderati" in Italia che mi condannano a morte perché apostata e cane infedele
Il Giornale, 28 agosto 2016

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 0700860517

Esistono i “musulmani moderati”? Gli italiani se lo domandano perché ogni qual volta succede un attentato terroristico islamico, solo una infima minoranza di musulmani condannano e la loro condanna è ambigua, evitando di denunciare l'identità islamica dei terroristi, assolvendo l'islam come religione. D'altro canto anche Papa Francesco ha detto che “l'islam non è terrorista”, 24 ore dopo che due terroristi islamici sgozzarono in chiesa un sacerdote cattolico il 26 luglio. Se non fossi stato per 56 anni un musulmano moderato, per aver sempre anteposto il rispetto delle leggi laiche dello Stato ad Allah e a Maometto, darei ragione a Oriana Fallaci che non solo negava drasticamente l' “islam moderato” ma diffidava dei sedicenti musulmani moderati.

Ebbene sono rimasto esterrefatto nel leggere lo scorso 20 agosto sul profilo Facebook @alitaliyanews (http://bit.ly/2bosCTx), registrato in Piemonte, in lingua araba, che si presenta come “Giornale elettronico che si occupa delle notizie delle comunità arabe nei paesi d'immigrazione”, con 60.203 “mi piace”, i commenti a un mio video in cui invito a dare la firma per un referendum contro la costruzione di una nuova moschea a Pisa. Il video viene così presentato:“L'egiziano Magdi Cristiano Allam (…) è diventato più italiano degli italiani stessi, mobilita gli eserciti e raccoglie le firme per vietare la costruzione di una moschea a Pisa. Ma aspettiamo di vedere cosa gli accadrà”.

Colpisce che pur essendo un profilo apparentemente “moderato”, che si occupa ad esempio anche di calcio, i commenti che mi riguardano sono pieni di odio, disprezzo e di condanna a morte come “kafir”, miscredente, “murtad”, apostata, “cane”, che i musulmani considerano un animale impuro.

Abdou Chegdali, marocchino, ha studiato Economia all'Università Cadi Ayyad di Marrakesh, vive a Roma: “O Signore perdonami, odio massimamente questo cane. Questo cane è stato rigettato dalla sua patria originaria e persino dai suoi familiari e in Italia. Cavalca tutte le questioni che hanno a che fare con l'islam ma gli italiani lo conoscono e non gli prestano attenzione perché lo considerano un traditore prezzolato”. Ahmed El Mansoury, egiziano, ha studiato Informatica all'Università degli Studi di Milano, è manager di un McDonald's, vive a Mariano Comense: “Ma per cortesia...questo è uno sozzo, ha un'educazione sozza, ha il cervello sozzo, vive in un ambiente sozzo come lui...In un modo o nell'altro l'islam trionferà”. Abdo Sabre di Roma: “Te la vedrai con Allah, Magdi che non sei che un cane, Allah ti ucciderà e avrai ciò che ti meriti”. Taoufiq Sebbar di Verona :“Non ho mai visto nella mia vita un infame apostata come questo animale. Ti aspetta l'inferno o vile infame”. Jamal El Mantari di Torino: “Chiedo ad Allah che muoia con il destino che merita l'apostata”.

Questi sarebbero i “musulmani moderati” che vivono in mezzo a noi! Mi sa che aveva ragione Oriana.
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Re: Magdi Cristiano Allam l'apostata

Messaggioda Berto » dom set 18, 2016 8:04 pm

Magdi Allam non è islamofobo e ha diritto a criticare l'Islam

http://www.radioradicale.it/scheda/4198 ... agdi-allam

http://www.corriere.it/cronache/14_agos ... a038.shtml


L'Ordine dei giornalisti imbavaglia Magdi Allam: "È islamofobo"
Sotto accusa per alcuni pezzi scritti nel 2011 in cui criticava la religione musulmana: "È islamofobo". Per sostenerlo vi invitiamo a condividere sui social l'hashtag #iostoconMagdi
Mariateresa Conti - Gio, 28/08/2014

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 47237.html

Magdi Cristiano Allam finisce sotto processo. E ad accusarlo non sono gli islamici, che pure gliel'hanno giurata dopo la conversione al cattolicesimo.

I taglialingue / Alessandro Sallusti
"Colleghi, vergognatevi: state facendo il gioco di chi mi vuole...

No, a trascinarlo alla sbarra sono gli italianissimi colleghi dell'Ordine nazionale dei giornalisti, che hanno deciso di sottoporlo a procedimento disciplinare per una serie di articoli pubblicati sul Giornale tra il 22 aprile e il 5 dicembre del 2011. L'accusa? Singolare e unica nel suo genere: «islamofobia».

Cosa aveva scritto Allam, che peraltro nel 2011 era anche eurodeputato, di così grave? Cose tipo «l'Islam ci assedia: abbiamo il dovere di difendere la nostra cultura. Subiamo ogni giorno gli abusi dei predicatori d'odio che si annidano in quasi tutte le 900 moschee italiane» (26 aprile 2011); oppure «Milano si inchina alle moschee ma vieta le chiese» (27 giugno 2011). E ancora, 3 maggio 2011: «Ha ragione il cardinale bolognese Giacomo Biffi quando mi dice che il nostro vero nemico non sono gli islamici bombaroli, ma i cosiddetti islamici moderati che ci impongono moschee e scuole coraniche». Insomma, quello che da politico e da giornalista ha sempre detto. Eppure il Consiglio di disciplina nazionale dell'Ordine, ribaltando una decisione diametralmente opposta dei colleghi del Lazio che avevano archiviato il ricorso contro Allam presentato dall'associazione Media&diritto hanno deciso che no, quel ricorso va accolto perché «non manifestamente infondato in quanto» negli articoli incriminati «non compaiono valutazioni critiche per fatti di cronaca circostanziati ma affermazioni di carattere generale sulla religione islamica e coloro che la osservano, con una generalizzazione che colpisce anche quanti, moderati, tra i circa due milioni presenti in Italia, rispettano le leggi del Paese che li ospita».

La delibera è dell'1 agosto. «L'incolpato» Allam ha 30 giorni di tempo - dunque deve provvedere entro la prossima settimana - per presentare documenti e memorie difensive. Quindi ci sarà il processo. Allam potrà deporre, difeso da un avvocato patrocinante in Cassazione.

Il caso, così come lo ricostruisce l'atto d'accusa, si apre a giugno del 2012, quando l'associazione Media&diritto (che si occupa dei rapporti tra difesa dell'immagine e comunicazione, ndr), patrocinata legalmente dall'avvocato Luca Bauccio, difensore tra l'altro dell'Ucoii, l'Unione delle comunità islamiche d'Italia, presenta un esposto all'Ordine del Lazio contestando una serie di articoli di Magdi Cristiano Allam. I giornalisti del Lazio chiudono il caso l'11 dicembre del 2013: archiviazione. Ma l'avvocato Bauccio, il 19 febbraio 2014, presenta ricorso. E si arriva così allo scorso 16 luglio, quando il Consiglio di disciplina nazionale si riunisce per esaminare il caso. Nell'atto d'accusa si citano le frasi incriminate di Allam, (nove in tutto) da quella del 22 aprile 2011 («Difendiamo le figlie dei musulmani o saremo complici») a «L'Occidente impari dall'Egitto: con l'Islam non c'è democrazia» (5 dicembre 2011). Quindi la decisione. Magdi Cristiano Allam va sottoposto a procedimento disciplinare. Gli viene contestato di: «aver pubblicato nel periodo compreso tra il 22 aprile e il 5 dicembre 2011 sul quotidiano Il Giornale articoli caratterizzati da islamofobia, in contrasto con quanto stabilito dalla Costituzione italiana all'articolo 19 1° comma e dalla Carta dei doveri del giornalista»; «di avere violato l'obbligo di esercitare la professione con dignità e decoro»; «di non aver rispettato la propria reputazione e di aver compromesso la dignità dell'Ordine professionale; e «di non avere, in tal modo, rafforzato il rapporto di fiducia tra la stampa e i lettori».

Come andrà il processo si vedrà. Intanto l'avvocato Bauccio, ultrà filopalestinese come si evince dalla sua bacheca Facebook , esulta, l'1 agosto, sul social network, commentando il provvedimento: «È la prima volta che accade in Italia. L'Islamofobia è una vergogna. Si tratta di una accusa e il rispetto nostro è massimo ma oggi non posso che salutare questa decisione con la massima felicità perché è stato affermato un principio degno di un paese civile. E a farlo, non dimentichiamolo, sono stati proprio i giornalisti italiani. Onore a chi fa il proprio dovere, a chi ha il senso della giustizia e del rispetto umano: questo Paese è migliore di come ce lo raccontano».



Sconfitti i taglialingue Magdi Allam è prosciolto: "Non è islamofobo"
Il Consiglio di Disciplina smentisce il presidente dell'Ordine dei giornalisti
Magdi Cristiano Allam - Sab, 13/12/2014

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 75220.html

«Prosciolto». Vittoria! Per il Consiglio di disciplina dell'Ordine nazionale dei giornalisti non sono colpevole di «islamofobia». È una vittoria della libertà d'espressione promossa coraggiosamente dal Giornale .

È una vittoria di tutti gli italiani a cui i taglialingue nostrani ed islamici avrebbero voluto vietare la critica all'islam come religione.

Per ora ho ricevuto ieri, per il tramite del mio avvocato Gabriele Gatti, solo due righe in stile telegramma: «Comunicasi che il Consiglio disciplina nazionale nella seduta del 10 dicembre 2014 lo ha prosciolto. Segue notifica del provvedimento».

È innanzitutto una cocente sconfitta dell'Ordine dei giornalisti e del suo presidente Enzo Iacopino che sono stati costretti ad auto-sconfessarsi, dopo aver fatto propria l'accusa di «islamofobia», aggiungendoci altre accuse ridicole come l'aver «violato l'obbligo di esercitare la professione con dignità e decoro», «non aver rispettato la propria reputazione», «aver compromesso la dignità dell'Ordine professionale», «non aver rafforzato il rapporto di fiducia tra la stampa e i lettori».

In questa vicenda, che rappresenta un gravissimo attentato alla libertà d'espressione, Iacopino farebbe bene a dimettersi. E la smetta di pararsi dietro ai formalismi cercando di far apparire il «Consiglio di disciplina» come un organo autonomo rispetto all'Ordine dei giornalisti. Com'è possibile che sul profilo Facebook dell'avvocato che ha presentato l'esposto e poi il ricorso all'Ordine nazionale presieduto da Iacopino, tra gli ultimi 16 post ben 5 sono di Iacopino evidenziati da commenti elogiativi: «Il bellissimo post del presidente dell'Ordine dei giornalisti», «Ancora una lezione dal presidente dell'Ordine dei giornalisti», «Leggete questo bello e coraggioso post del presidente dell'Ordine dei giornalisti»? È solo una coincidenza che nel 2010 Iacopino scrisse la prefazione al libro di Angela Lano, «Verso Gaza, in diretta dalla Flottilla», e sempre lo stesso avvocato dei militanti islamici difese l'autrice in tribunale da chi l'aveva duramente criticata?

Il mio proscioglimento è ovviamente una sconfitta per la strategia dei militanti che vorrebbero imporci il divieto assoluto di criticare l'islam, Allah, il Corano, Maometto, la sharia, il jihad, la poligamia, le bambine ridotte a schiave sessuali, la lapidazione degli adulteri, l'impiccagione degli omosessuali, la decapitazione degli infedeli e l'uccisione degli apostati, così come vorrebbero che accettassimo acriticamente le moschee, le scuole coraniche, i tribunali sharaitici, le banche e gli enti assistenziali islamici.

Lo straordinario risultato dell'Ordine dei giornalisti che si auto-sconfessa si è avuto innanzitutto grazie alla condivisione e solidarietà del direttore Alessandro Sallusti e delle prestigiose firme del Giornale che hanno anche concorso alla scrittura del libro Non perdiamo la testa. Il dovere di difenderci dalla violenza dell'islam . Importante è stata la solidarietà espressa da giornalisti di diverse testate tra cui Libero , Corriere della Sera e Repubblica . Fondamentale è stata la disapprovazione nei confronti di Iacopino espressa da Bruno Tucci, ex presidente dell'Ordine dei giornalisti del Lazio, da Franco Abruzzo, ex presidente dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia, e dal magistrato Guido Salvini. Determinante è stata la memoria difensiva stesa magistralmente dall'avvocato Gabriele Gatti che ha confutato il fondamento legale del reato di islamofobia, ha sostenuto la legittimità della critica alla religione sottolineando che il vilipendio non è assoluto ma in riferimento alle persone, che l'articolo 19 della Costituzione non tutela la religione ma la libertà dei singoli di professarla, infine ha sottolineato il fatto che l'Ordine dei giornalisti confonde tra il diritto di critica, che è assolutamente lecito, e il diritto di cronaca che io non ho mai violato. In parallelo Gatti, facendo riferimento ai comportamenti dell'avvocato degli islamici che mi ha denunciato, ha evidenziato che «sorge il dubbio che la sua battaglia non sia per la legalità ma per eliminare - in senso figurativo - Magdi Cristiano Allam considerato non un avversario bensì un nemico, un nemico che non deve parlare».

Dal canto mio, che si dimetta o meno Iacopino, proseguirò la mia battaglia di civiltà per l'abolizione dell'Ordine dei giornalisti, un residuato del fascismo. Così come proseguirò, costi quel che costi, la mia missione contro i nostri aspiranti carnefici, i taglialingua islamici che vorrebbero ridurre a schiavi di Allah l'intera umanità. Almeno per ora possiamo gridarlo forte: l'islamofobia non passerà!


Io assolto perché l'islamofobia non esiste
21/12/2014

http://www.magdicristianoallam.it/edito ... siste.html

L’islamofobia in Italia non esiste più. Parola dell’Ordine nazionale dei giornalisti. Perché se non sono islamofobo io, appena prosciolto dal “Consiglio di disciplina” dell’Ordine dall’accusa rivoltami dall’avvocato degli integralisti islamici in Italia, vuol dire che nessun altro è islamofobo.
Nella motivazione della decisione di proscioglimento, comunicatami ieri attraverso il mio avvocato Gabriele Gatti, si ricusano tutte le accuse che sostanziano l’esposto e poi il ricorso dell’avvocato degli islamici, così come si ribaltano le stesse motivazioni che avevano indotto lo scorso primo agosto il Consiglio di disciplina ad avviare nei miei confronti un procedimento disciplinare per “aver pubblicato sul quotidiano Il Giornale articoli caratterizzati da islamofobia”, perché “non compaiono valutazioni critiche per fatti di cronaca circostanziati ma affermazioni di carattere generale sulla religione islamica e coloro che la osservano, con una generalizzazione che colpisce anche quanti, moderati, tra i circa duemilioni presenti in Italia, rispettano le leggi del Paese che li ospita”.
Ebbene dopo poco più di quattro mesi, il Consiglio di disciplina ritiene che negli stessi articoli contestati “si esprime una critica alla religione islamica severa, piccata ma comunque circoscritta nei limiti della continenza espressiva, che in quanto giudizio ossia manifestazione del pensiero deve ritenersi legittima e insindacabile”. E ancora: “Sono in gran parte condivisibili le argomentazioni del difensore dell’incolpato quando osserva che nel nostro ordinamento la manifestazione del pensiero è massimamente tutelata dalla Costituzione e che l’offesa a un credo religioso diventa rilevante solo quando si trasforma in vilipendio verso chi la professa”. La conclusione è che “le critiche di Allam all’islam per certi obblighi e per alcuni principi che professa sono da considerare, pertanto, legittime e non conducono ad una responsabilità deontologica per quanto detto, essendo esercizio di un diritto costituzionale (diritto alla manifestazione del pensiero)”.
Anche in riferimento alle mie critiche ai militanti islamici, il Consiglio di disciplina mi assolve sostenendo innanzitutto che “si tratta di un’opinione proveniente da un professionista molto qualificato per il quale le maglie della continenza espressiva si allargano notevolmente in considerazione dell’autorevolezza dell’autore e della specificità dell’argomento”. In secondo luogo si afferma che “Allam non dà un giudizio negativo generale su tutti gli islamici. Egli fa salvi infatti i cosiddetti musulmani perbene e la sua critica veemente – che si muove sempre a commento di un fatto di cronaca – si indirizza verso gli estremisti islamici e non verso tutti i musulmani. Pertanto Allam fa dei distinguo e non generalizza”.
Decadono anche gli altri capi di imputazione che avevano determinato l’avvio del procedimento disciplinare, l’ “avere violato l’obbligo di esercitare la professione con dignità e decoro”, “non aver rispettato la propria reputazione e di aver compromesso la dignità dell’Ordine professionale”, “non avere rafforzato il rapporto di fiducia tra la stampa e i lettori”, anche se comprensibilmente ci si rammarica per le dure posizioni che ho assunto nei confronti dell’Ordine dei giornalisti, di cui chiedo lo scioglimento.
C’è una profonda discrepanza tra i contenuti del provvedimento dell’avvio del procedimento disciplinare e della motivazione del proscioglimento. È come se fossero stati concepiti da due realtà diametralmente opposte. Diciamo che c’è stato un radicale ripensamento, di ciò mi compiaccio e fa comunque onore ai membri del Consiglio di disciplina che non conosco e non credo che conoscerò. Hanno probabilmente compreso che la mia eventuale condanna avrebbe messo l’Ordine dei giornalisti contro tutti gli italiani, dal momento che la posta in gioco è la salvaguardia della libertà d’espressione, anche quando si tratta di criticare l’islam come religione. Ed è così che ciò che veniva in un primo tempo additata come una colpa, l’islamofobia, ora viene legittimata come un diritto di critica. Ci auguriamo che questa vittoria del Giornale e di tutti gli italiani che amano la libertà, costituisca un precedente che ponga fine al “Jihad tramite i tribunali”, la costante denuncia penale e civile di tutte le voci che criticano l’islam, lo strumento principale attraverso cui i taglialingue nostrani vogliono tapparci la bocca e tarparci le ali.
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Re: Magdi Cristiano Allam l'apostata

Messaggioda Berto » dom set 18, 2016 8:05 pm

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Re: Magdi Cristiano Allam l'apostata

Messaggioda Berto » dom set 18, 2016 8:05 pm

La moschea a Pisa un pasticcio del Pd
L'Italia si sta auto-islamizzando. E la moschea è diventata un diritto inconfutabile. E si calpesta il diritto dei cittadini a dire "sì" o "no" sulla costruzione
Magdi Cristiano Allam - Dom, 18/09/2016

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 07913.html

In quest'Italia che si sta auto-islamizzando la moschea è diventata un diritto inconfutabile, mentre si calpesta il diritto dei cittadini a dire «sì» o «no» alla costruzione di una moschea di fronte a casa propria.

Succede a Pisa dove ci si appresta a costruire una grande moschea a 400 metri dalla Torre pendente.

Al di là della disputa formalistico-giuridica sull'interpretazione della legge concernente la competenza di un consigliere provinciale ad autenticare le firme raccolte per promuovere un referendum consultivo sulla costruzione della moschea, il cosiddetto «Comitato dei garanti» dell'amministrazione comunale governata dal Pd non può in alcun modo violare il sacrosanto diritto dei pisani a pronunciarsi su una materia cruciale, proprio perché estremamente controversa e contrastata, nonché massimamente vitale proprio perché la moschea è fondatamente percepita come una minaccia alla nostra sicurezza, al nostro decoro urbano, al nostro patrimonio e alla nostra civiltà.

Gettare alle ortiche 2530 firme di cittadini pisani, molte più di quelle richieste, per una «interpretazione restrittiva» della legge, significa sconfessare il diritto sostanziale e offendere la sovranità popolare. Possibile che un sindaco anziché scegliere di stare dalla parte dei propri cittadini si schieri dalla parte degli islamici che, anche se hanno il passaporto italiano, perseguono l'obiettivo di sottometterci all'islam? Sbaglia assai Marco Filippeschi se immagina che a contrastare la moschea sarebbe solo una minoranza «razzista» e «islamofoba» di destra. Non sottovaluti il sondaggio realizzato da Mannheimer che evidenzia come il 57% dei pisani sia contrario alla costruzione della moschea. Quel 57% è trasversale, tra loro c'è anche la sinistra che l'ha votato. Filippeschi impari dai sindaci «rossi» di Bologna, Virginio Merola e prima di lui Sergio Cofferati, che pur essendo stati più che tentati dal costruire una grande moschea, hanno almeno finora desistito perché sono consapevoli che perderebbero il consenso degli stessi elettori di sinistra.

Possibile che Filippeschi non sappia che la grande moschea a Pisa verrà finanziata dal Qatar, il principale sostenitore del movimento estremista dei Fratelli Musulmani? Che il sedicente «imam di Pisa» (nell'islam l'imam è un funzionario religioso di una sola moschea e non di una città), Mohammad Khalil, appartiene all'Ucoii e che l'Ucoii è l'emanazione ideologica dei Fratelli Musulmani? Che il presidente dell'Ucoii, Izzedin Elzir, ha candidamente ammesso in un'intervista a La Stampa il 3 maggio scorso di aver ricevuto 25 milioni di euro dal Qatar per costruire 33 nuove moschee in Italia? È solo un caso che dal 2 agosto la Qatar Airways ha inaugurato un volo quotidiano diretto Doha-Pisa? Che peso ha il fatto che la squadra del Pisa sia stata comprata il 2 settembre dal Fondo d'investimento di Dubai?

In parallelo Filippeschi sappia che le moschee in Italia non dovrebbero proprio esserci, dal momento che l'islam non è una religione riconosciuta non avendo né stipulato un'intesa con lo Stato e non essendo la sharia conforme all'ordinamento giuridico italiano, così come richiesto dall'articolo 8 della Costituzione. Sappia infine che di fronte a casa nostra le moschee le chiudono o sono sottoposte alla massima sorveglianza perché considerate possibili «covi del terrorismo», che nel contesto della guerra scatenata dal terrorismo islamico globalizzato dovremmo dire «stop» alle moschee e dovremmo smetterla di comportarci come se fossimo più islamici degli islamici stessi.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Magdi Cristiano Allam l'apostata

Messaggioda Berto » lun ott 10, 2016 9:34 pm

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Re: Magdi Cristiano Allam l'apostata

Messaggioda Berto » lun ott 31, 2016 7:32 am

Giù le mani da Magdi Cristiano Allam
2016/10/30

http://blog.ilgiornale.it/pasini/2016/1 ... epeat=w3tc

Chi sono davvero i razzisti? In questi giorni Magdi Cristiano Allam, intellettuale e giornalista tra i più liberi in Italia, nonché caro amico di chi scrive, è stato nominato cittadino onorario dal comune di Cascina, centro abitato di 45mila persone in provincia di Pisa. A volerlo insignire di tale carica sono stati l’assessore alla cultura, Luca Nannipieri, ed il sindaco, Susanna Ceccardi. Quello di cui stiamo parlando è il primo comune toscano ad essere governato dalla Lega Nord.
“Fino a qui tutto bene; il problema non è la caduta, è l’atterraggio”, così recitava il monologo più famoso della pellicola L’odio (La Haine) film diretto e scritto, nel 1995, da Mathieu Kassovitz. L’atterraggio è rappresentato dai sedicenti appartenenti allo schieramento locale del Pd, la Cascina Democratica, che vuole ergersi ad unico detentore del potere di gestione del pensiero in città. Dai loro canali social alzano il pugno sinistro al cielo: “Restiamo convinti che l’assegnazione della cittadinanza ad Allam sia un gesto sbagliato e ci pare opportuno far conoscere la nostra opinione ai cittadini”, poi continuano “si prefigura il ritorno alla difesa del feudo, in maniera sempre più bellicosa”. Vogliono avere la prima e l’ultima parola, vogliono ergersi a liberatori delle coscienze quando sono i primi a promuovere leggi e discorsi liberticidi. La loro intenzione è quella di tappare la bocca a chi dice no, a chi si solleva contro una società corrotta e che frana insieme ai suoi valori.
Anche il Psi, ma sono ancora vivi?, non ha perso tempo e ha cercato pubblicità attraverso la figura, stoica in questo caso, di Magdi. “Il Psi di Cascina non può né approvare né sottacere ad un’operazione di arruolamento forzato di Oriana Fallaci. È oggettivamente fuorviante associarla a culture e ad opinioni politiche, mai condivise e da cui è stata lontana tutta la vita, come si sta tentando di fare con l’iniziativa promossa presso il teatro Politeama”.
Stiamo parlando di Cassandre, riferendoci a Magdi e alla Fallaci, capaci di vedere il futuro, analizzarlo, studiarlo e predirlo. Personalità che non hanno paura a caricare la loro anima, tra cultura e volontà di non cedere, per colpire il male di questi tempi. La disoccupazione ci sta mettendo in ginocchio, l’immigrazione ci sta rubando la nostra identità sacra e la politica sta spegnendo ogni sogno rivolto verso l’avvenire ed il problema è un’onorificenza? VERGOGNATEVI.

I democratici, e chi altrimenti?, hanno definito il saggista “un personaggio che soffia sul fuoco del fondamentalismo”, ma non è finita qui perché viene descritto, dagli adepti renziani, come un uomo “che divide e nasconde dietro l’espressione scontro di civiltà l’idea di nuova guerra santa”. Ho dovuto rileggere certe dichiarazioni, almeno due volte, per sincerarmi che fossero vere. Come può un uomo che per 56 anni è stato musulmano, che ha raggiunto l’Italia partendo dall’Egitto, dove è nato, con un visto per lo studio in tasca essere un seminatore d’odio. Un intellettuale che ha abbracciato il Cristianesimo e che combatte ogni giorno il fondamentalismo islamico capace, solamente, di inorridire l’intero globo. Persona dotta, istruita e volenterosa la cui unica colpa è quella di dire la verità, nient’altro che la verità. “Dare del seminatore di intolleranza a me è estremamente grave. Sottintende il fatto che ho un pregiudizio nei confronti degli immigrati o dei musulmani che corrisponde ad un reato perché parliamo di razzismo. Ricordo loro che io sono stato un immigrato vero in Italia. Mi rappresentano come un terrorista ma io sono una vittima del terrorismo e di quelli che seminano intolleranza: da 14 anni vivo sotto scorta”, questo ha dichiarato, lo scrittore, sulle colonne de Il Giornale.
Eppure i veterocomunisti pisani, tanto ligi a parlare di morale, però incapaci nella loro dottrina politica di averne una, dovrebbero sapere che il comune di Cascina, nel 1998, ha consegnato la cittadinanza a Silvia Baraldini. Quest’ultima ha scontato 23 anni di galera, per associazione eversiva, tra gli Stati Uniti d’America e l’Italia. Vicina al movimento Black Panther Party è finita in manette per concorso in evasione, associazione sovversiva (nel curriculum figurano anche due tentate rapine) ed ingiuria al tribunale. Resto disgustato da questo tipo di proteste e dichiarazioni puramente ideologiche, capaci di mostrare solo l’ignoranza di chi critica per partito preso senza analizzare i contenuti. In questo caso parliamo di una persona che conosce, a memoria, il Corano e che da quando si è convertito è stato dichiarato un uomo morto dall’Islam, proprio per via della sua conversione. Ma a quanto pare i difensori di questa religione, che promuove l’odio, bramano per diventare i primi complici del fondamentalismo religioso se le nostre città si trasformeranno nella Parigi della sera del 13 novembre.
Del resto ognuno si sceglie i propri modelli di civiltà, il mio l’ho scelto ed è un esempio di disciplina e di lotta per ognuno di noi: MAGDI CRISTIANO ALLAM. www.ilgiornale.it
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Re: Magdi Cristiano Allam l'apostata

Messaggioda Berto » mer apr 05, 2017 6:11 pm

Se il nemico dell’islam viene zittito in tribunale
Magdi Allam
11 marzo 2008

http://www.corriere.it/cronache/08_marz ... c667.shtml

Negli Stati Uniti l'hanno ribattezzata «Jihad by Court», ossia «la Guerra santa islamica tramite i Tribunali». Significa assediare e inondare il «nemico dell'islam» di denunce, richieste di rettifica a mezzo stampa, richieste di risarcimento danni, processi penali e civili, fino a costringerlo a capitolare, costringendolo a prendere atto che non gli è più possibile proseguire nell'azione di contrasto dell'estremismo e del terrorismo islamico perché è troppo oneroso il costo in termini di denaro necessario a pagare gli avvocati, di tempo da dedicare alla raccolta del materiale di documentazione, di tensione umana per il protrarsi di una vera e propria guerra legale, materiale e psicologica.

Ve lo spiego meglio raccontandovi alcuni particolari del mio ultimo fine settimana.
Venerdì ricevo per posta nell'ordine:
1) Richiesta risarcimento danni da parte dell'avv. Luca Bauccio per conto di Rachid Kherigi al-Ghannouchi, con riferimento a quanto ho scritto sul suo conto nel mio libro «Viva Israele».
2) Richiesta risarcimento danni da parte dell'avv. Luca Bauccio per conto dell'Ucoii (Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia), con riferimento al mio articolo pubblicato sul Corriere il 4 settembre 2007. 3) Richiesta risarcimento danni da parte dell'avv. Luca Bauccio per conto dell'Ucoii con riferimento a ben 9 miei articoli pubblicati sul Corriere dal 14 settembre 2007 al 25 febbraio 2008.

Nella stessa giornata mi arriva via fax una quarta comunicazione, una richiesta di pubblicazione di rettifica rivolta al Corriere, da parte del presidente dell'Ucoii, Mohamed Nour Dachan, con riferimento al mio articolo del 25 febbraio 2008. Sabato 8 marzo scarico dalla mia e-mail una quinta comunicazione, una richiesta da parte dell'Ufficio Legale del Corriere di una relazione circa la causa civile intentata da al-Ghannouchi per tre miei articoli pubblicati sul giornale.

Mentre per posta mi arriva una sesta comunicazione, un «decreto che dispone il giudizio» emesso dall'Ufficio del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano, per una causa intentata da Abdellah Labdidi, imam della moschea Er Rahma di Fermo, in riferimento a un mio articolo pubblicato sul Corriere il 30 novembre 2003. Sempre di sabato ho sentito telefonicamente uno dei miei avvocati, Gabriele Gatti, circa un settimo caso giudiziario, una causa intentata contro di me dalla Grande Moschea di Roma per una dichiarazione televisiva resa in una puntata di «Otto e mezzo» su La7.
La domenica per fortuna l'ho passata indenne. Ma nella prima mattinata di ieri ho ricevuto un'ottava comunicazione, una telefonata da parte dell'Ordine dei Giornalisti di convocazione per una denuncia inoltrata da Hamza Roberto Piccardo, ex segretario nazionale dell'Ucoii, circa un mio articolo pubblicato sul Corriere il 16 gennaio 2007.

E nella tarda mattinata ho ricevuto una seconda telefonata da parte di un avvocato del Corriere, per una nona comunicazione circa la causa intentata da Aldo Bernardini, Luigi Cortesi e Claudio Moffa in riferimento a un mio articolo pubblicato il 23 marzo 2004.
È dura trovarsi ad occuparsi di nove cause in tre giorni. Ed è logorante dover affrontare ininterrottamente decine di cause per anni. Negli Stati Uniti Daniel Pipes ha promosso un ufficio legale che offre consulenza e assistenza gratuita a tutti i cittadini americani che finiscono nel mirino degli estremisti islamici. Sarebbe ora di farlo anche qui in Italia. In ogni caso gli estremisti islamici e i loro complici sappiano che non mi piegherò mai al terrorismo dei taglia-lingua, così come non mi sono lasciato intimidire dal terrorismo dei taglia-gola. Per la mia libertà di parola e di scrittura mi batterò fino all'ultimo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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