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Messaggioda Berto » ven set 04, 2015 7:51 am

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Tutto pronto (o quasi) all'inaugurazione dell'Università islamica

Una ventina le preiscrizioni effettuate soprattutto da neolaureati italiani convertiti all'islam
Monica Serra - Mer, 02/09/2015

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... ok+Interna

È tutto pronto (o quasi) all'inaugurazione dell'Università islamica a Lecce. "Si terrà il 15 ottobre. La data non è stata scelta a caso: corrisponde all'inizio dell'anno islamico”, precisa Giampiero Khaled Paladini, l'imprenditore salentino convertito all'Islam, a capo di Confime, il Consorzio imprese del Mediterraneo, da cui prende il via l'iniziativa.

Per l'occasione si attendono importanti big (anche del mondo arabo), i cui nomi restano top secret perché non avrebbero ancora confermato la loro presenza.

Il Giornale ad aprile si era già recato a Lecce per capire di cosa si tratta. Ora il progetto sta per decollare. La maestosa sede di forma ottagonale, con al centro una moschea, che sorgerà in agro di Monteroni (dove ci sono i vecchi palazzi della facoltà di Giurisprudenza dell'Ateneo Salentino attualmente in disuso) "non sarà pronta prima di tre o quattro anni. Intanto abbiamo individuato un immobile a Monteroni - prosegue Paladini - dove si svolgeranno le lezioni e saranno realizzati i dormitori degli studenti, a cui saranno garantiti (come si legge anche nel sito dell'Università, ndr) affitti agevolati".

"Ad una settimana dall'apertura delle preiscrizioni, abbiamo ricevuto già una ventina di richieste", racconta soddisfatto l'imprenditore. "Si tratta di neolaureati tra i 25 e i 35 anni – prosegue - quasi tutti italiani convertiti all'Islam, che poi sono il nostro target principale. Siamo in trattativa con moschee e centri culturali di mezza Italia. I ragazzi che hanno fatto domanda vengono da diverse regioni, come Liguria, Calabria e Sicilia, non solo dalla Puglia. Ci sono anche cinque stranieri. Uno di sicuro viene da Rabat"

Nulla di fatto ancora per la domanda di riconoscimento al Miur. "Per inoltrare la richiesta bisognerà attendere gennaio prossimo. Intanto – spiega l'imprenditore - stiamo preparando la lista dei docenti da assumere: sono necessari almeno 5 tra associati e ordinari abilitati presso il Miur e 4 ricercatori.

Ad ottobre partiranno i corsi preliminari ("se raggiungeremo il numero minimo di iscritti", precisa Paladini), necessari per portare i primi allievi a un livello base e uniforme. “Si tratta del corso per imam e dirigenti dei centri culturali islamici – spiega Paladini - di quello di arabo e di quello di lettura e recitazione in lingua. I veri corsi di laurea inizieranno a giugno dell'anno prossimo. E sono stati predisposti per la presentazione della richiesta al Miur".

Si partirà, insomma, senza il riconoscimento del Ministero che si spera arrivi strada facendo. "Fanno tutti così – sottolinea l'imprenditore – se no come puoi dimostrare che hai iniziato e hai tutte le carte n regola per proseguire".

I soldi per mettere su il mega Ateneo ancora non ci sono: "Saranno disponibili appena avremo il via libera del Ministero – assicura Paladini – anche perché ai corsi di laurea saranno affiancati tre master che hanno partner importanti come due organizzazioni di banche islamiche con sede in Bahrein, due importanti gruppi industriali di Arabia Saudita e Turchia e (probabilmente) un altro altrettanto importante del Kazakistan".

Sono previsti pure due ambiziosi progetti di ricerca: uno in campo medico, che sarà realizzato in collaborazione con un ente toscano in Kenya o in Tanzania; l'altro avrà al centro la finanza islamica e sarà realizzato in collaborazione con una banca italiana.

"Siamo in linea, anzi in anticipo, rispetto ai tempi programmati", sottolinea Paladini. La sede (provvisoria), per ora, non è pronta. Per il taglio del nastro del 15 ottobre, l'appuntamento è nell'aula magna o nella sala congressi di un hotel leccese da individuare.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Ogneversetà xlamega

Messaggioda Berto » ven set 04, 2015 7:51 am

L'università islamica abusiva

Il progetto di un imprenditore salentino convertito ad Allah: "Siamo in attesa del riconoscimento del ministero dell'Istruzione". Intanto a Lecce via ai primi corsi
Monica Serra - Dom, 19/04/2015 da Lecce

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 18092.html

C'è un progetto ambiziosissimo, un terreno impegnato, dei palazzi su cui pende una trattativa, dei corsi di lingua araba già partiti e dei corsi di teologia (che sforneranno imam) in partenza.

Ma non c'è ancora il via libera del Miur (la domanda al Ministero di fatto non è stata formalizzata), e non ci sono – a quanto se ne sa – neppure i soldi, fiumi di soldi, che dovrebbero arrivare dai paesi del Golfo.

«Abbiamo creato davanti ad un notaio la fondazione “Università islamica di Lecce» che è l'ente promotore dell'università stessa. Si tratta del primo step per avviare l'iter di riconoscimento al Miur», sottolinea Giampiero Khaled Paladini, imprenditore salentino convertitosi all'Islam e a capo di Confime, il Consorzio imprese del Mediterraneo, che ha intrapreso quest'avventura.

«Tra gli ispiratori c'è Vittorio Sgarbi -– racconta -– perché l'idea è nata quando mi ha voluto come suo consulente per i rapporti col mondo arabo mentre era sindaco di Salemi».

«Una domanda vera e propria per il riconoscimento al Miur non è stata presentata anche perché le pratiche sono già chiuse -– sottolinea Paladini - dobbiamo aspettare gennaio dell'anno prossimo. Fino a quel momento bisogna mettere a punto alcuni tasselli importantissimi tra cui le sedi e il piano didattico. Abbiamo stabilito quale sarà il percorso formativo. Per adesso proponiamo dei corsi interni che non hanno bisogno di passare al vaglio del Miur e che partiranno a settembre. Alcuni Master saranno avviati nel gennaio del 2016 in collaborazione con altre università italiane. E poi, finalmente, se dio vorrà, entro il 2016/2017 dovremmo ottenere il riconoscimento ed avviare le pratiche per l'istituzione delle facoltà che saranno tre: scienze umanistiche; agraria, ambiente e territorio; medicina e scienze infermieristiche, novità assoluta sul territorio. Anche qui stiamo avviando una serie di contatti e partnership con strutture sanitarie italiane, nelle quali gli studenti avranno la possibilità di svolgere attività di formazione pratica e laboratori. Vogliamo creare la corrispondente islamica dell'Università Cattolica di Roma e Milano, che tra l'altro ha istituito una sua sede a Ervil in Iraq lo stesso giorno in cui noi abbiamo sancito la nascita della fondazione Università islamica di Lecce».

Il campus universitario sorgerà in agro di Monteroni: un terreno, di 9 ettari, su saranno costruiti circa 50mila metri cubi di Ateneo, è già impegnato; per l'altro è in corso la trattativa che si concluderà a giorni. Qui sorgono dei palazzi in passato adibiti ad Università (ex facoltà di Giurisprudenza). Per collegare le due aree sarà realizzato, secondo quanto spiega l'imprenditore, un ponte o un sottopasso.

Un'opera maestosa per cui servono circa 45 milioni di euro, a cui bisogna aggiungere 35 milioni di costi di gestione all'anno, che cresceranno con la realizzazione del college per ospitare gli studenti, e il rettorato, che sarà istituito in una (non meglio precisata) villa leccese.

«Ma non sono tanti soldi se pensiamo a i partner che stiamo coinvolgendo per l'operazione. Con questi partner - spiega l'imprenditore - l'accordo di massima c'è, se no sarei un pazzo ad avviare un'iniziativa del genere. Ma, dal momento che nessuno nel mondo arabo crede che in Italia possa nascere un'Università di questo tipo, tutti danno la disponibilità, ma prima vogliono avere la certezza della fattibilità del progetto».

I nomi ancora non si possono fare: «Non si tratta soltanto di compagnie petrolifere legate agli Emirati arabi, ma anche di grosse istituzioni bancarie. L'area di riferimento è Golfo, ma non ci fermiamo lì». È questa la promessa di Paladini.
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Re: Ogneversetà xlamega

Messaggioda Berto » gio ago 25, 2016 7:41 pm

All’Università islamica d’Italia c’è chi invoca la “soluzione finale per i sionisti”, lo “sterminio” di Israele
Un post su Facebook del responsabile della segreteria della Fondazione Università islamica di Lecce recita così: " Gli ebrei reali sono vittime". Che dice, ministro Giannini?
di Giulio Meotti | 23 Agosto 2016

http://www.ilfoglio.it/cultura/2016/08/ ... e_c195.htm

Roma. Pensata sul modello della Cattolica di Milano ma con la faccia rivolta a est, in direzione della Mecca, l’Università islamica d’Italia è stata lanciata un anno fa a Lecce. Sede legale, amministrazione, rettorato, moschea e college per cinquemila studenti. Tre i corsi di laurea previsti finora, Scienze umanistiche, Scienze agrarie-ambientali e Medicina. Come ha spiegato la Gazzetta del Mezzogiorno, “dietro il progetto dell’Università islamica promosso a Lecce dalla Confederazione di imprese mediterranee ci sono i barili di petrolio provenienti dalla Lega araba e dall’Opec, l’organizzazione che riunisce i paesi esportatori di ‘oro nero’. Non solo. Ci sono l’Unione delle comunità islamiche d’Italia (Ucoii) e la Qatar Foundation”. Emblematico il motto della raccolta fondi: “Un milione di barili di petrolio per la gloria di Allah”. Fra i partner accademici dell’Università islamica d’Italia troviamo anche l’Università al Azhar del Cairo. Voluta da Giampiero Khaled Paladini, presidente della Fondazione e imprenditore-filantropo convertito all’islam, questa università nel fine settimana è stata al centro di un caso diplomatico fra Italia e Israele. Il primo a riportare le parole di Raffaello Yazan Abdallah Villani, responsabile della segreteria della Fondazione università islamica di Lecce e referente dell’associazione Mediterraneo Islam Italia, è stato il Centro di documentazione ebraica di Milano.

La notizia è poi rimbalzata su tutti i siti di informazione israeliani. “Un [sic] altra soluzione finale”, ha scritto su Facebook il dottor Villani. “Ma questa volta fatta bene… ci vorrebbe. Ma per i sionisti… solo per loro. Sterminio completo. Gli ebrei reali sono vittime”. Il post, poi cancellato, è stato scoperto dall’ambasciata di Israele a Roma e dal ministero dell’Interno ed è stato condannato dal fondatore dell’Università islamica Paladini: “Tale situazione sarà sottoposta al Comitato scientifico di Unislamitalia, ma fin da subito posso esprimere il mio personale pensiero: tale dichiarazione non è condivisibile assolutamente nei suoi contenuti né nel linguaggio usato”. Che un funzionario di una università accreditata presso il Miur invochi la cancellazione dello stato ebraico, paragonandola alla soluzione finale pianificata dai nazisti a Wannsee per i sei milioni di ebrei, non è cosa da poco. Molti nomi noti siedono nel board scientifico della Università islamica d’Italia. Come Franco Cardini, celebre medievista e islamologo, ma anche Abdel Fattah Hassan, imam della Grande moschea di Roma, che all’Università islamica d’Italia sarà responsabile del corso di formazione per imam. Cosa ne pensa delle parole di Villani il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, che un anno fa aveva elogiato l’Università islamica di Lecce come un esempio di “diplomazia culturale”?
Un “ponte” verso l’islam che, nelle intenzioni di alcuni suoi funzionari, sembra anche auspicare una “Endlösung der Israel-Frage”. La soluzione finale per i sei milioni di ebrei israeliani.


A lezione dai nazislamisti
di Gianluca Veneziani
Giovedì, 25 Agosto, 2016

http://www.lintraprendente.it/2016/08/a ... zislamisti


C’è da dire che eravamo stati ottimisti. Quando un anno e mezzo fa si era iniziato a parlare della possibilità di creare un’Università islamica a Lecce, temevamo che sarebbe diventata un porto franco dove insegnare la sharia (timore peraltro confermato, visto che tra gli altri corsi di laurea che dovrebbero essere attivi a partire da ottobre, ci sarà anche un master in Diritto islamico). Nulla però lasciava pensare che da subito i protagonisti di questa avventura accademica si facessero cassa di risonanza del più becero odio antisemita e antisionista. Non immaginavamo insomma che il responsabile della segreteria della Fondazione Università Islamica di Lecce, Raffaello Yazan Abdallah Villani, potesse scrivere sulla sua pagina Facebook un post di questo tono, presto denunciato dall’Unione delle comunità ebraiche italiane e dall’ambasciata d’Israele a Roma: “Un’altra soluzione finale, ma questa volta fatta bene, ci vorrebbe. Ma per i sionisti, solo per loro, sterminio completo. Gli ebrei reali sono vittime” (sic!).

Le frasi non sono solo il condensato più vomitevole dell’odio personale verso lo Stato d’Israele, nei confronti dei cui abitanti e sostenitori si auspica addirittura la replica, magari ottimizzata nei numeri, dell’Olocausto: una Shoah 2.0 in cui cambino i carnefici ma restino tali e quali le vittime. Ma espressioni simili, nella loro brutalità, sono soprattutto l’ennesima conferma dell’inopportunità di realizzare un centro accademico islamico all’interno del nostro Paese.

Di ragioni contro il lancio di questo progetto già ne avevamo avanzate alcune. La prima riguardava l’errore di creare un’università confessionale all’interno di un sistema di istruzione laico come quello italiano: a differenza dell’Università Cattolica che – a dispetto del nome – è un centro di cultura libero e laico, non certo un coacervo di seminari religiosi, corsi di catechismo e indottrinamento al Vangelo, l’Università Islamica nasce per suo statuto come ente che promuove l’insegnamento del Corano (sarà così nel corso di laurea in Teologia coranica e nelle lezioni di Recitazione del Sacro Corano), che mira a formare imam (il corso ad hoc sarà tenuto dall’imam della Grande Moschea di Roma Abdel Fattah Assan) e a favorire la conoscenza della sharia, indicandola come fondamento per poter poi affermarsi nel mondo della finanza («Non è la finanza che orienta la politica e il diritto ma esattamente il contrario: è il diritto e la Sharia che detta l’azione e l’etica finanziaria», si legge ad esempio nella brochure illustrativa del master in Diritto e Finanza islamica). Lo scopo generale dell’Università risulta dunque “formare una nuova classe dirigente musulmana” (come è scritto nel programma del corso per imam), confermando nella fede italiani convertiti all’islam (sono tali pressoché tutti i primi iscritti ai corsi) e magari facendo proselitismo verso italiani attratti dall’universo culturale-religioso musulmano. Uno scopo confessionale, che nulla a ha a che vedere con le finalità di libera educazione al libero apprendimento e al libero sviluppo di uno spirito critico, proprie del nostro sistema universitario; e che dovrebbero essere gli unici valori regolativi del Ministero dell’Istruzione, che pure, col ministro Giannini, ha già elogiato questo centro accademico come esempio di “diplomazia culturale”.

La seconda perplessità era relativa alla natura e alla provenienza dei finanziamenti dell’Università islamica. Se a consentire la sua nascita dovevano essere, tra gli altri, fondi derivanti dal Qatar (come quelli accertati della Qatar Foundation, ritenuta emblema di un islam tradizionalista), cioè da un Paese che da sempre finanzia attività non proprio amichevoli nei confronti dell’Occidente (giusto per usare un eufemismo), era lecito avanzare qualche preoccupazione.

A questi aspetti sostanziali e all’intenzione di creare un’Università islamica in un momento in cui proprio l’applicazione letteralistica del Corano finisce per cozzare con la difesa della nostra civiltà e la sicurezza d’Occidente, si aggiunge la circostanza episodica, ma non meno strutturale, dell’attacco sbracato contro Israele, che appalesa la mentalità violentemente antisionista che anima le teste di certi responsabili dell’Università (sebbene il fondatore Giampiero Khaled Paladini abbia preso nettamente le distanze dalle affermazioni di Villani) e induce a porsi una domanda: come può attecchire alla base dell’Europa e sul Mediterraneo, in una terra in passato oggetto di aspro scontro tra cristianesimo e islam, un’Università in cui Israele, fiero baluardo d’Occidente in Medio Oriente, viene ritenuta da un suo funzionario nemico da abbattere e i sionisti esseri inferiori da sterminare?

Sono passaggi inquietanti che confermano le analogie ormai sempre più stringenti tra gli islamici radicali e i nazisti, guidati da una stessa ideologia intollerante, dalla stessa volontà di occupare e sottomettere l’Europa, dalla stessa convinzione di essere razza eletta e pura e dalla conseguente necessità di eliminare gli infedeli o gli impuri. Il vocabolario spesso coincide, le azioni di terrore cominciano a sovrapporsi. Non sarebbe il caso di fermare la deriva, prima che il passato si ripresenti con tutti i suoi corsi e ricorsi?

Intanto sarebbe già un enorme passo avanti avere il coraggio di chiamare le cose per nome. Sì, si tratta di Nazislam.
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