Sottomissione ad Allah i presunto Dio di Maometto

Sottomissione ad Allah i presunto Dio di Maometto

Messaggioda Berto » gio gen 22, 2015 5:25 pm

Sottomissione ad Allah i presunto Dio di Maometto
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =24&t=1348

I "fratelli" islamici di Papa Francesco uccidono i cristiani

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Magdi Cristiano Allam - Lun, 12/08/2013 - 07:43
L'islam pretende di "superare" il cristianesimo e continua a massacrare gli "infedeli". Dimenticarlo è una manifestazione di relativismo religioso

http://www.ilgiornale.it/news/interni/i ... 42857.html

Dopo Giovanni Paolo II che abbatté il muro di un millenario pregiudizio definendo gli ebrei «nostri fratelli maggiori» nel corso della sua storica visita alla Sinagoga di Roma il 13 aprile 1986, ieri Papa Francesco ha definito i musulmani «nostri fratelli» nell'Angelus a Piazza San Pietro rivolgendo loro un messaggio in occasione della festa della fine del Ramadan, il mese del digiuno islamico.

Ebbene, se è indubbio il legame teologico tra ebraismo e cristianesimo dato che Gesù era ebreo e il cristianesimo fa proprio l'Antico Testamento, all'opposto l'islam - affermatosi 7 secoli dopo - si fonda sulla negazione della verità divina dell'ebraismo e del cristianesimo concependosi come la religione che rettificherebbe le loro devianze, completando la rivelazione e suggellando la profezia.

Se «nostri fratelli» fosse usato in senso lato riferito alla nostra comune umanità le parole del Papa sarebbero ineccepibili.
Ma se «nostri fratelli» è calato in un contesto teologico allora si scade nel relativismo religioso che annacqua l'assolutezza della verità cristiana mettendola sullo stesso piano dell'ideologia islamica che è fisiologicamente violenta al punto da non concepire Allah come «padre» e i fedeli come «figli», bensì come un'entità talmente trascendente da non poter neppure essere rappresentata e nei cui confronti dobbiamo esclusivamente totale sottomissione.

Solo nell'ebraismo e soprattutto nel cristianesimo, la religione del Dio che si è fatto uomo e dell'uomo concepito a immagine e somiglianza di Dio, Dio è padre, noi tutti siamo suoi figli e tra noi siamo fratelli.

Papa Francesco all'Angelus dopo aver sostenuto che il cristiano «è uno che porta dentro di sé un desiderio grande, profondo: quello di incontrarsi con il suo Signore insieme ai fratelli, ai compagni di strada», ha rivolto «un saluto ai musulmani del mondo intero, nostri fratelli, che da poco hanno celebrato la conclusione del mese di Ramadan, dedicato in modo particolare al digiuno, alla preghiera e all'elemosina». Se i musulmani sono «nostri fratelli» e se la missione del cristiano è «incontrarsi con il suo Signore insieme ai fratelli», ci troviamo di fronte a un quadro teologico che mette sullo stesso piano cristianesimo e islam, considerandoli come due percorsi diversi ma che conducono entrambi allo stesso Dio.

Nel suo messaggio ai «musulmani del mondo intero» del 10 luglio, il Papa ha scritto: «Venendo ora al mutuo rispetto nei rapporti interreligiosi, specialmente tra cristiani e musulmani, siamo chiamati a rispettare la religione dell'altro, i suoi insegnamenti, simboli e valori», specificando «senza fare riferimento al contenuto delle loro convinzioni religiose».

Francesco aggiunge: «Uno speciale rispetto è dovuto ai capi religiosi e ai luoghi di culto. Quanto dolore arrecano gli attacchi all'uno o all'altro di questi!». Parké co vien tacà, persegoità o copà on creistian coalkesipia no lè n'ato grave?

Ebbene se si mette sullo stesso piano cristianesimo e islam concependole come religioni di pari valenza e dignità senza però entrare nel merito dei loro contenuti, così come se si denuncia la violenza che si abbatte contro i capi religiosi e i luoghi di culto senza specificare che si tratta della violenza islamica ai danni dei cristiani, il risultato è che il Papa da un lato legittima l'islam che si concepisce come l'unica vera religione e, dall'altro, mostra arrendevolezza nei confronti del terrorismo e dell'invasione islamica che dopo aver sottomesso all'islam le sponde meridionale e orientale del Mediterraneo stanno ora aggredendo la nostra sponda settentrionale.

Il relativismo religioso è evidente anche nel messaggio rivolto dal cardinale Angelo Scola ai musulmani lo scorso 8 agosto in cui si legge:
«La fedeltà ai precetti delle nostre rispettive tradizioni religiose, quali la preghiera e specialmente il digiuno da voi osservato nel mese di Ramadan, ci infonda fiducia e coraggio nel promuovere il dialogo e la collaborazione intesi come frutto necessario dell'amore di Dio e del prossimo, i due pilastri biblici e coranici di ogni autentica spiritualità».
Concepire una continuità e un raccordo teologico tra ebraismo, cristianesimo e islam fondato sull'amore di Dio e del prossimo, è solo un auspicio contraddetto giorno dopo giorno dai fatti.

Il caso di padre Paolo Dall'Oglio, gesuita come il Papa, acceso relativista che ha a tal punto sostenuto la causa dell'islamizzazione della Siria da essere stato cacciato dal governo di Assad ma che ciononostante è stato sequestrato dai terroristi islamici siriani, ci conferma che gli islamici non rinunceranno mai a sottomettere i cristiani, gli ebrei, gli infedeli all'islam così come impongono loro Allah nel Corano e Maometto.

Proprio ieri, mentre il Papa a Roma definiva i musulmani «nostri fratelli», i musulmani in Egitto hanno bruciato una chiesa e 17 case di cristiani. Mentre la fine del Ramadan in Irak è stata festeggiata dai terroristi islamici sunniti con 10 autobombe causando la morte di 70 persone.

Certamente il cristianesimo e la nostra comune umanità ci portano ad amare il prossimo a prescindere dalla sua fede, ideologia, cultura o etnia, ma l'adozione del relativismo religioso si traduce nel suicidio del cristianesimo e della nostra civiltà che ha generato i diritti fondamentali della persona e la democrazia.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Sotansa o sotomision a Dio o Alah o Paremare Çełeste

Messaggioda Berto » gio gen 22, 2015 5:26 pm

http://www.corriere.it/foto-gallery/est ... 8c75.shtml

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Michel Houellebecq, nel nuovo libro la Francia è musulmana
Provocante come sempre, l’autore francese torna con ‘Sottomissione’, romanzo che racconta di una Francia governata da un presidente musulmano

http://www.panorama.it/cultura/libri/mi ... -musulmana

Ritorna in libreria il pluripremiato e provocatorio autore francese con un romanzo di fantapolitica intitolato Sottomissione, che sembra avere tutte le premesse per scatenare un acceso dibattito.

Nel libro Michel Houellebecq immagina che, nonostante l’impopolarità, l’attuale presidente Francois Hollande riesca a mantenere il potere per un secondo mandato, fino al 2022. Ma viene eliminato al primo turno delle elezioni presidenziali da un’alleanza che raccoglie destra, sinistra e centro con l’immaginario partito Fraternité Musulmane, il cui leader, Mohammed Ben Abbes, riesce a guadagnare l’Eliseo diventando il primo presidente delle repubblica francese musulmano. Il titolo del libro, Sottomissione, riprende il significato della parola ‘islam’, che indica la sottomissione a Dio.

Una trama interessante, soprattutto per le riflessioni politiche e sociali che potrebbe innescare. Rappresenta una provocazione, anche pensando alle polemiche che Houellebecq ha acceso in passato a causa di alcune sue affermazioni. Parliamo in particolare di un’intervista del 2001 alla rivista Lire, nella quale attaccò l’Islam descrivendola come “la più stupida delle religioni”. Quell’affermazione gli costò diverse denunce per razzismo, ma lo scrittore la spuntò rivendicando il proprio diritto alla critica delle dottrine religiose.

Houellebecq, 56 anni, il cui vero nome è Michel Thomas, è un provocatore naturale. Già con il suo primo e più famoso romanzo Le particelle elementari aveva dato prova delle sue abilità di agitatore, suggerendo una rilettura del movimento studentesco del maggio 1968.

Sottomissione uscirà in Francia il 7 gennaio, mentre in Italia lo vedremo sugli scaffali a partire dal 15 per Bompiani.

http://www.ilsussidiario.net/News/Cultu ... la-/573927
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Re: Sotansa o sotomision a Dio o Alah o Paremare Çełeste

Messaggioda Berto » gio gen 22, 2015 5:27 pm

Xe vero ke cogna esar sotomesi a Dio o Alah, el Creador de l’Ogneverso,
el problema lè come e ki stabiłise el modo de sta sotomision, de seguro no pol esar n’omo, tanto manco n’omo devenexà e manco ancora n’omo ke se dixe profeta e kel conta de parlar en nome o co ła boca de Dio o Alah.


Se coalkedon el vien a sotometar en nome de Dio col teror, co ła forsa de ła viołensa, destruxendo, torturando e copando, de seguro no lè n’anxoło de Dio e nol pol esar altro kel demogno.

Sto kì no lè Dio o Alah, sto kì lè el demogno
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Re: Sotansa o sotomision a Dio o Alah o Paremare Çełeste

Messaggioda Berto » gio gen 22, 2015 6:22 pm

Ki so' mi par judegar! el ga dito Papa Françesco e el ga dito pì ke ben, parké lomè Dio el pol judegar e el Papa no lè Dio e gnanca el so vicario ... e ki ke dixe el contraro nol pol ke esar on raxioante bastiemador de prima clase, on demogno fatose omo.


Papa Francesco vs Chiesa conservatrice: ‘Non mi cambierete’

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01 ... te/1320909

Questo Papa, che parla di far cessare lo “sfruttamento dell’uomo sull’uomo”, non piace a settori consistenti della Chiesa: appare troppo marxista.

Questo Papa, che verso le 7 di sera a Santa Marta va alla mensa self-service con il suo vassoio (infatti a quell’ora il personale non serve più ai tavoli), non piace a vescovi e cardinali che esigono l’evidenza della “sacralità” del papato ???.

Questo Papa, che ribalta lo sguardo della Chiesa sui gay, inquieta una parte della gerarchia.
Ha commentato negli Stati Uniti il cardinale Francis George, ex arcivescovo di Chicago: “Vorrei chiedere al pontefice se si rende conto di quello che è accaduto con la frase ‘chi sono io per giudicare..?'”.

Questo inverno è una stagione dura per Francesco e il suo progetto riformatore. Attacca sul Foglio uno dei capifila del tradizionalismo italiano, Roberto De Mattei: “Il dramma principale del nostro tempo (è) un misterioso processo di autodemolizione della Chiesa, che sta giungendo alle ultime conseguenze”.
De Mattei accusa quegli ecclesiastici – i pro-Bergoglio evidentemente – che sarebbero intenti a costruire una Chiesa di tipo nuovo, “soggetta a una perpetua evoluzione senza verità e senza dogmi”.

Il secondo round del Sinodo sulla famiglia dell’ottobre 2015 sembra lontano, ma è l’appuntamento in vista del quale si stanno mobilitando tutti coloro che respingono le innovazioni proposte dal cardinale Kasper.
In Italia c’è un blocco cardinalizio assolutamente contrario alla concessione della comunione ai divorziati risposati. Cardinali di peso: Camillo Ruini ex presidente Cei, Carlo Caffarra arcivescovo di Bologna, Angelo Scola arcivescovo di Milano. In particolare Scola ha lanciato in un’intervista un singolare avvertimento: “Credo proprio che il Papa non la prenderà (la decisione di permettere la comunione ai divorziati, ndr)”.
È un blocco che si salda con una parte della gerarchia statunitense, rimasta ancorata all’impostazione dei principi non negoziabili di Benedetto XVI.

Di fatto, a due anni dall’elezione di Bergoglio, la sua base elettorale in conclave è spaccata.
Avvenne egualmente ai tempi di Giovanni XXIII: gli elettori di papa Roncalli volevano un pontefice più pastorale, ma non si aspettavano (e molti poi furono contrari) che indicesse un Concilio aperto alla società moderna e non armato di condanne.

Così sta accadendo con Francesco. Una parte dei suoi elettori chiedeva uno snellimento della Curia, pulizia negli affari finanziari del Vaticano, una maggiore consultazione tra il pontefice e i vescovi del mondo. Ma non era pronta minimamente alla rivoluzione multidimensionale di papa Bergoglio: una Curia non più accentratrice, le donne in posti decisionali, un nuovo approccio in materia sessuale, il dialogo senza barriere con i non credenti, la fine della Chiesa imperiale, la riforma stessa del papato.

Drammatico in proposito è il silenzio dell’associazionismo cattolico italiano, tanto più grave in quanto Francesco esorta i laici ad essere attivi.
Si prenda la lista di movimenti e associazioni che aderirono al Family Day promosso dalla Cei nel 2007 per sabotare la legge sulle unioni di fatto del governo Prodi: ora che questi cattolici potrebbero parlare liberamente su famiglia, divorzio, convivenze, aborto, sessualità e ruolo della donna, tacciono e si nascondono senza prendere posizione né pro né contro il riformismo di Bergoglio.
Papa Francesco è consapevole del momento difficile. Prima di Natale, a colloquio con una persona di sua fiducia, ha esclamato: “L’unica cosa che chiedo al Signore è che questo cambiamento, che porto avanti per la Chiesa con mio grande sacrificio, abbia continuità. E non sia una luce che si spegne da un momento all’altro”.
In privato Francesco ribadisce spesso: “Loro, in conclave, sapevano chi eleggevano. Io non ho fatto niente per essere eletto”. E alla fine il Papa conclude sempre: “A me non mi cambiano!”.

Alcuni fra i suoi sostenitori ritengono che in vista del Sinodo di ottobre sia necessario trovare in anticipo una soluzione di compromesso sui divorziati risposati. Francesco si muove intanto su più linee. Nella recente intervista alla giornalista Elisabetta Piquet della Nacion è stato molto prudente. Ha evitato di appoggiare la comunione ai divorziati risposati e ha drasticamente ridimensionato la questione gay al problema di come comportarsi con i figli omosessuali all’interno delle famiglie. Cosa diversa dal dibattito sulle coppie gay, che ha agitato il Sinodo scorso. Nel frattempo è al lavoro la commissione sullo snellimento delle procedure dei processi di nullità matrimoniale, da lui istituita ancora prima della sessione sinodale.

In Curia si liberano quest’anno due posizioni dirigenti nel dicastero delle Cause dei Santi e dell’Educazione: qui potrà mettere uomini suoi. Infine, con le nomine cardinalizie annunciate domenica, le porpore da lui scelte cominciano a formare un quarto del conclave. L’Europa perde la maggioranza nel corpo elettorale. Solo un curiale (l’ex ministro degli esteri Mamberti) riceve la porpora. Nessuna va agli statunitensi. Gli italiani scelti sono due personalità lontane dal potere, fortemente pastorali, di “periferia”: mons. Menichelli di Ancona e mons. Montenegro di Agrigento, che accompagnò il Papa a Lampedusa. Per il resto irrompe nel collegio cardinalizio il Terzo mondo: dalle Isole Tonga al Vietnam, da Capo Verde alla Birmania, dall’Uruguay alla Nuova Zelanda, dall’Etiopia a Panama.

il Fatto Quotidiano, 6 gennaio 2014

Ƚi cristian catoƚego-(romani?)
viewtopic.php?f=24&t=1293
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Re: Sotansa o sotomision a Dio o Alah o Paremare Çełeste

Messaggioda Berto » gio gen 22, 2015 7:31 pm

Magdi Cristiano Allam

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https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 5326791391

"L'islam è un credo violento per natura". La mia intervista al Corriere del Ticino realizzata da Carlo Silini

Chiamiamo Magdi Cristiano Allam a casa sua, mentre sentiamo suo figlio che in sottofondo gli chiede se può preparare il caffè ai carabinieri che compongono la sua scorta da quando, già anni fa, era stato minacciato di morte da non meglio precisati fondamentalisti islamici per le sue posizioni critiche nei confronti del mondo musulmano.
Conosce bene il Corriere del Ticino perché, ci rivela, negli anni Ottanta collaborava con la nostra testata.

Fece scalpore la sua conversione al cattolicesimo: il 22 marzo 2008, durante la veglia pasquale, fu battezzato, cresimato e ricevette l’eucaristia in soluzione unica direttamene dalle mani di Papa Benedetto XVI.
Oggi però critica i comportamenti della Chiesa “a partire dalla sostanziale legittimazione dell'Islam come religione di pari valore del cristianesimo”. Ecco cosa ha risposto alle nostre domande.

1. Il mondo islamico si è mobilitato un po’ a tutte le latitudini per affermare che chi ha commesso gli attentati di Parigi non rappresenta il vero Islam. È quindi sbagliato attribuire all’Islam la strage contro Charlie Hebdo?

”Bisogna fare diverse precisazioni. La posizione dei musulmani può essere riassunta in questi termini: siamo contro la strage, ma pure contro Charlie Hebdo.

Il clima d’odio nei confronti di Charlie Hebdolo iniziarono i musulmani moderati che nel 2006 portarono in tribunale la rivista con l’accusa di blasfemia, un’accusa che nella legge coranica è sanzionata con la condanna a morte. Nel 2007 il tribunale assolse Charlie Hebdo, ma da quel momento venne additato come nemico dell’Islam.

La strage si è consumata in un clima d’odio di cui sono stati partecipi tutti i musulmani per i quali la rappresentazione di Maometto è vietato, pena la morte, e riderne è blasfemia, stando al versetto 33 della sura quinta del Corano. Un versetto vincolante per tutti i musulmani. Non è affatto vero che i terroristi farneticano.
Tutto il loro operare si ispira in modo assolutamente corretto rispetto a ciò che prescrive il Corano e a ciò che ha detto e fatto Maometto”.


2. Movimenti come Pegida hanno ragione di temere l’islamizzazione dell’Occidente?

“Ci sono modalità diverse attraverso cui avviene l’islamizzazione. Una è il terrorismo che intende inculcare la paura negli animi europei. Quando nel maggio 2013 due terroristi britannici di origine nigeriana decapitarono a Londra un giovane soldato britannico, dopo averlo decapitato andarono a chiamare i passanti chiedendo loro di fotografare e filmare la testa mozzata. Il loro obiettivo era di far sì che la visione di quella testa inculcasse la paura nel maggior numero possibile di persone, perché nel momento in cui avremo radicata in noi la paura ci sottometteremo senza combattere.

Poi c’è la modalità dei cosiddetti militanti musulmani moderati che vogliono legittimare l’Islam come religione di pari valore rispetto all’ebraismo e al cristianesimo. Un’affermazione che di fatto si traduce nella delegittimazione del cristianesimo.
Perché l’islam si concepisce come il compimento della rivelazione, Maometto viene considerato come il sugello della profezia e in automatico tutto ciò che viene prima è delegittimato.
La terza via, evidenziata dall’allora presidente algerino Boumédiène nel 1974 e ripetuta da Gheddafi, è la bomba demografica. Su circa 500 milioni di abitanti dei 28 Paesi membri dell’UE solo 80 milioni hanno meno di 30 anni: il 16%. Sull’altra sponda del Mediterraneo il 70% ha meno di trent’anni. Se confronti queste di carte demografiche il risultato è che noi siamo destinati a scomparire. Queste sono le tre strade principali attraverso sui si attua l’islamizzazione dell’Europa”.


3. Ma l’Islam ufficiale vuole l’islamizzazione dell’Europa?

“Certamente. Ci sono rivalità interne, ma tutti condividono lo stesso obiettivo. Quando quelli dell’ISIS dicono conquisteremo Roma, si riferiscono a un detto considerato autentico di Maometto in cui dice che dopo Costantinopoli, Roma sarà islamizzata. Questo detto non vale solo per i terroristi, ma per tutti i musulmani. Il predicatore dei Fratelli musulmani Qaradawi, noto per le apparizioni su Al Jazeera, si è espresso al riguardo dicendo che Roma verrà sicuramente sottomessa all’Islam, non necessariamente con la forza, ma anche con la predicazione. Insomma, quando si ha a che fare con la prescrizione coranica e i detti di Maometto nessun musulmano può prenderne le distanze. Possono solo divergere le modalità con cui si ritiene che debba essere attuato il precetto. Ma sul precetto e sull’obiettivo sono tutti d’accordo”.

4. È possibile un illuminismo nel mondo musulmano? Sarà possibile interpretare il Corano?

“La differenza fondamentale tra la Torah, i Vangeli il Corano risiede nel fatto che mentre la Torah e i Vangeli sono considerati testi sacri scritti da uomini seppur ispirati da Dio, il Corano viene considerato come Dio stesso, opera increata della stessa sostanza di Dio. È come se fosse il Dio incartato.

Così si esclude la possibilità di abbinare la ragione alla fede. Perché l’uso della ragione e il riferimento a parametri valutativi e critici si tradurrebbero nel mettere in discussione Dio stesso. Ci fu una scuola filosofica e teologica sorta nell’VIII secolo il cui piùinsigne esponente fu Averroè che affermava che il Corano è opera creata. I loro rappresentati fecero tutti una brutta fine, compreso Averroè che dovette fuggire per non morire. L’Islam ortodosso non concepisce che si possa usare la ragione per interpretare e contestualizzare storicamente ciò che è scritto nel Corano, anche laddove si dice di uccidere ebrei e cristiani”.

5. Arriverà mai il giorno in cui una rivista ferocemente caustica e antireligiosa come Charlie Hebdo potrà essere tranquillamene pubblicata in Arabia saudita o in Egitto?

“Nel mondo musulmano esiste la satira. Se c’è un regime laico ostile agli islamici, la satira prende di mira gli islamici rappresentando le persone e denunciando la strumentalizzazione della religione da parte di queste persone. In Egitto c’è un settimanale satirico, nato storicamente come giornale di vignette. Gli egiziani vengono definiti il popolo della barzelletta. C’è una tradizione nel saper ridere di se stessi degli altri. Il tema religioso è presente, ma non c’è mai una denigrazione di Dio”.

6. C’è chi sostiene che il vero scontro in corso oggi non è fra Islam e Occidente, ma fra la maggioranza sunnita e la minoranza sciita all’interno del mondo islamico. È vero?

”Sono vere entrambe le cose. La conflittualità tra sunniti sciiti è ancestrale. Tre dei primi quattro califfi cosiddetti ‘ben guidati’ che sono stati i primi successori di Maometto furono assassinati. Questa conflittualità è storica, così come c’è una violenza che è fisiologica. Maometto stesso è stato un guerriero che ha combattuto, ucciso, massacrato. Come è successo nel 627 alle porte di Medina quando lui stesso decapitò 800 ebrei, un fatto storico descritto nella sua biografia ufficiale. Fino a duecento anni fa gli sciiti erano considerati eretici da parte della maggioranza sunnita. Poi c’è stata una revoca di questa accusa, ma è rimasta nei gruppi islamici radicali, a partire da Al Qaeda che legittima la strage degli sciiti e la distruzione delle loro moschee. Questa conflittualità interna non toglie che l’Occidente, inteso come civiltà cristiana, è concepito come un nemico da parte dei musulmani militanti, siano essi terroristi, o quelli che operano in giacca e cravatta cercando di introdurre in Occidente il reato di islamofobia che consiste nel divieto assoluto di criticare la religione islamica”.


7. Cosa consiglia ai molti musulmani pacifici che vivono in Occidente?

“Semplice: noi siamo uno stato di diritto e ciò che fonda uno stato di diritto è la responsabilità soggettiva. Ognuno risponde per i propri atti. Noi non vogliamo discriminare nessuno ma non vogliamo essere costretti ad autodiscriminarci. Chiediamo a tutti i musulmani di essere né più e né meno come gli altri cittadini. Ci sono leggi, regole e valori che vanno rispettati e condivisi. Questo è quello che fonda la sostanza e l’essenza della cittadinanza. Questo noi chiediamo a tutti i musulmani affinché si possa convivere pacificamente, costruttivamente, amorevolmente in un contesto che garantisca a tutti di salvaguardare gli inalienabili diritti alla vita, alla dignità e alla libertà”.
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Re: Sotansa o sotomision a Dio o Alah o Paremare Çełeste

Messaggioda Berto » gio gen 22, 2015 8:56 pm

Chiunque uccida in nome di Cristo va contro il Vangelo. Chi uccide per Maometto segue il Corano: non si fermerà mai, non può fermarsi, se si ferma va contro i suoi precetti.

http://www.ioamolitalia.it/blogs/verita ... cetti.html

Le religioni non si giudicano dal loro peggio, perché tutti hanno un peggio: la ferocia è una parte fondamentale del cervello umano, non c'è sistema ideologico per quanto compassionevole che non sarà infiltrato dalla ferocia.
La religione cristiana si è diffusa in Europa, continente dove si sovrapponevano e si scontravano popolazioni feroci, romani e barbari e ovviamente è stata infiltrata di ferocia.

Le religioni si giudicano dal loro meglio: arte scienza, politica letteratura musica. L'idea di uguaglianza giuridica degli uomini è nata nell'Europa cristiana, non in Arabia e non in Cina, perché è figlia del cristianesimo.
La religione islamica vieta la filologia: dove non c'è pensiero filologico non c'è pensiero filosofico, dove non c'è pensiero non c'è pensiero scientifico, tecnologico, finanziario. L'islam vieta il teatro (menzogna); le narrazioni (menzogna. Ci sono solo le Mille e una notte e sono vietate da Talebani e corti somale); vieta la musica (Allah verserà piombo fuso nelle orecchie di coloro che l'hanno ascoltata); vieta i diritti umani, che sono contrari al Corano; vieta la democrazia che è blasfemia: il potere deve appartenere ad Allah e alla sue leggi, la sharia, non può appartenere al popolo.
Chiunque uccida in nome di Cristo va contro il Vangelo: può farlo per qualche secolo, un millennio, due (non è ironico: due millenni non sono nulla paragonati alla storia umana e sono pochi per modificare un istinto di violenza connaturato) ma prima o poi si ferma.
Chi uccide per Maometto segue il Corano: non si fermerà mai, non può fermarsi, se si ferma va contro i suoi precetti.

l'ISLAM HA TRE PILASTRI CHE NON POSSONO ESSERE CONTRADDETTI: IL CORANO, LA VITA DI MAOMETTO E LA UMMA (insieme dei precetti).

Il profeta Maometto sterminò tutti gli ebrei maschi dell'Arabia, e vendette donne e bambini come schiavi: chi afferma che uccidere gli ebrei è sbagliato e possedere o vendere schiavi è sbagliato e offende il profeta Maometto.
Il profeta Maometto fece condannare l'adultera, graziata ovunque da secoli alla lapidazione.
Chi afferma che lapidare una donna o una ragazzina è sbagliato offende Maometto, chi lapida guadagna merito.
Maometto fece uccidere in tre occasioni persone, due uomini e una donna, che lo avevano deriso.
Si trattava di due poeti e una poetessa che avevano scritto versi sarcastici: chi afferma che è sbagliato uccidere chi deride Maometto sta offendendo l''islam. Chi uccide coloro che hanno deriso Maometto fa un'opera meritoria.
La terza moglie di Maometto aveva 8 anni. Come ha abbondantemente spiegato Khomeini nell'islam sciita e la totalità dei Gran Mufti nell'islam sunnita, sposare una bambina di 8 anni non è solo permesso, ma raccomandato. Chi lo trova sbagliato offende il profeta.

VERSETTI TRATTI DAL CORANO

"Annuncia a coloro che non credono un doloroso castigo ....uccidete questi associatori ovunque li incontriate, catturateli, assediateli e tendete loro agguati".
"Uccidete tutti gli infedeli. Fino all'ultimo. Con qualsiasi mezzo".
"Quando incontrerete infedeli, dovete ucciderli fino a farne grande strage, e stringete forte le catene dei prigionieri".
"Uccideteli ovunque li incontrate".
"Dovete circondarli e metterli a morte ovunque li troviate, uccideteli ogni dove li troviate, cercate i nemici dell'islam senza sosta".
"Gli infedeli devono essere uccisi o crocefissi e le loro mani ed i loro piedi tagliati dalla parte opposta".
"Instillerò il terrore nel cuore dei non credenti, colpite sopra il loro collo e tagliate loro la punta di tutte le loro dita".
Chi non segue questi precetti va contro l'islam.


Il Vangelo ordina la separazione di chiesa e stato: tempo un paio di millenni ci siamo arrivati: è un concetto difficile perché è contrario all'istinto di potere insito in ciascuno di noi, ma ci siamo arrivati.
Nell'islam ogni distinzione tra potere religioso e statale è impensabile, una contraddizione in termini. Dove è stata ottenuta (Turchia di Ataturk, Persia dello Scia) è stata una situazione imposta ed è rimasta una situazioni di equilibrio instabile.
Peraltro quelli che uccidevano in nome di Cristo c'erano un po' di tempo fa, e se io fossi vissuta ai loro tempi li avrei combattuti.
Chiedo scusa per l'arroganza, ma se fossi campata nel 1600, credo che gli attributi ce li avrei avuti per salire insieme a Giordano Bruno sul suo rogo. Vivo adesso e adesso il nemico è l'islam ed è una guerra mortale.
Il mio nemico è l'islam, non gli islamici, che sono fratelli, e che è un mio compito liberare affermando la verità: che sono vittime di un'ideologia falsa e disumana.
Chi la verità non ha il coraggio di pronunciarla sta incatenando degli essere umani a un giogo atroce.
La trappola con cui si è fermato questo folle muro di silenzio è una serie di affermazioni propagandate dalle pseudoscienze e divenute il verbo: tutte le civiltà sono uguali, tutte le religioni hanno uguale valore; non dobbiamo criticare la civiltà degli altri, mai.
O usciamo da questo muro di ipocrisia e menzogna che è il politicamente corretto o moriremo.
E quello che è peggio lasceremo i fratelli nati nell'islam intrappolati in un totalitarismo atroce.
Quindi usciamo: usciamo oggi. Un mio carissimo amico ha l’abitudine di parlare con i musulmani, spiega la bellezza del cristianesimo: ne ha convertiti tre, ed ecco qui la soluzione. Se ogni cristiano converte un musulmano, il problema dell’invasione islamica dell’Europa sarà risolto. Questo è ordinato nel Vangelo.
Chi “rispetta” le religioni altrui, cioè non ha il coraggio di pronunciare le parole ”la tua religione è falsa” sta violando il Vangelo.

Quando c’è discrepanza aperta tra il Vangelo e l’autorità ecclesiale, noi sappiamo che l’autorità ecclesiale è stata infiltrata.
Se ogni laico converte un musulmano ai valori della laicità il problema sarà risolto. La soluzione è la nostra voce, che non deve tacere.
Dobbiamo parlare, senza mai fermarci, spiegare convincere.

E allora il mondo sarà salvato.
Pochi giorni fa ero in una scuola a tenere una conferenza e c’erano questi meravigliosi bambini che si chiamano Ibrahim e Fatima: voglio che Ibrahim e Fatima crescano da persone libere e vivano nella luce.

di Silvana De Mari 20/01/2015 10:01:06

Bel toco, scrito ben, co la testa e col cor, gràsie!
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Sotansa o sotomision a Dio o Alah o Paremare Çełeste

Messaggioda Berto » dom mar 15, 2015 12:30 pm

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Sotansa o sotomision a Dio o Alah o Paremare Çełeste

Messaggioda Berto » ven ago 14, 2015 7:18 am

Dio non è un padre padrone pastore, un re, un imperatore, un dittatore, un despota, che tutti hanno bisogno di sudditi, di servi, di schiavi che si inginocchiano e che strisciano ai loro piedi. Dio non ha mai ordinato la sottomissione delle sue creature e che gli uomini eretti su due gambe preghino strisciando come vermi o a carponi come bestie a quattro zampe. Le creature hanno senso e si realizzano appieno conformandosi alle leggi divine e universali che sono iscritte nel dna e nel cuore di tutte le creature ma non come sottomissione ma come fonte di vita e aldilà della stessa coscienza.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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