I crimini de l'Ixlam (el nasixmo połedego-rełijoxo)

Re: I crimini de l'Ixlam (el nasixmo rełijoxo)

Messaggioda Berto » mer ott 14, 2015 8:26 am

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 1963525726

In moschea l'imam brandisce il coltello e ordina di uccidere gli ebrei per ordine di Allah e di Maometto

Venerdì scorso in una moschea a Rafah, nella Striscia di Gaza controllata da Hamas, l'imam ha impugnato il coltello nel corso del sermone ordinando ai fedeli di uccidere gli ebrei nel nome di Allah ed emulando le gesta di Maometto.

Il ricorso al coltello, l'arma simbolo di quella che viene indicata come la “Terza Intifada”, la nuova rivolta palestinese caratterizzata da un'ondata di accoltellamenti di ebrei, trova riscontro nei versetti coranici:
«Getterò il terrore nel cuore dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo (…) Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi». (8, 12-17)
“Quando [in combattimento] incontrate i miscredenti, colpiteli al collo finché non li abbiate soggiogati”. (47, 4)
Così come è illuminante l'esempio di Maometto che nel 627, alle porte di Medina, partecipò di persona allo sgozzamento e alla decapitazione di circa 800 ebrei della tribù dei Banu Qurayza.

Nel dicembre 1987 esplose la Prima Intifada, ribattezzata “delle pietre”, l'arma con cui i shabab, i giovani, palestinesi colpivano coloni e soldati israeliani. Il 28 settembre 2000, quando l'allora leader dell'opposizione Ariel Sharon fece una passeggiata sulla Spianata delle Moschee (per i musulmani) o Monte del Tempio (per gli ebrei), è considerato come la data d'inizio della Seconda Intifada, connotata dall'uso del kalashnikov in azioni armate contro militari e civili israeliani. C'era stata, ancor prima, una sanguinosissima ondata di attentati terroristici suicidi, firmati da Hamas, Jihad Islamica e Al Fatah, dopo la storica stretta di mano tra Rabin e Arafat il 13 settembre 1993, per far fallire il neonato processo di pace israelo-palestinese.

Il Corano è un testo profondamente anti-ebraico, al punto da far impallidire il Mein Kampf di Hitler.
Gli ebrei sono presentati come “i più feroci nemici di coloro che credono”, “coloro che Allah ha maledetto”, perché “uccidevano ingiustamente i profeti”, “praticano l’usura”, “con falsi pretesti divorano i beni della gente”, che Allah “ha trasformato in scimmie e porci”, che “somigliano a un asino”.

La legittimazione dell'odio, della violenza e dell'uccisione degli ebrei e dei cristiani è sancita da Allah nel Corano:

«Dicono i giudei: “Esdra è figlio di Allah”; e i nazareni dicono: “Il Messia
è figlio di Allah”. Questo è ciò che esce dalle loro bocche. Ripetono le parole
di quanti già prima di loro furono miscredenti. Li annienti Allah (…)”. (9, 30)

La “Terza Intifada dei coltelli” è l'onda lunga delle decapitazioni dei terroristi dello “Stato islamico” dell'Isis, meno eclatante mediaticamente perché manca l'ostentazione della testa mozzata, ma più diffusa tra la popolazione e che si conclude comunque con l'uccisione dei nemici dell'islam.
L'augurio è che la Sinistra non ripeta l'errore di schierarsi pregiudizialmente al fianco dei palestinesi, anche quando accoltellano a morte gli ebrei, immaginandoli come le vittime storiche ed eterne di un'ingiustizia che si sostanzia con la stessa presenza dello Stato di Israele.

L'augurio è anche che la Chiesa di Papa Francesco cessi di assecondare acriticamente una politica incentrata sul buonismo, che l'ha portata a riconoscere uno Stato palestinese inesistente e che non è mai esistito nella Storia. La pace vera, stabile, sicura e duratura tra israeliani e palestinesi ci sarà solo quando sarà sconfitto il terrorismo palestinese ed islamico, che disconosce aprioristicamente, nel nome di Allah e di Maometto, il diritto di Israele ad esistere come Stato del popolo ebraico.
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Re: I crimini de l'Ixlam (el nasixmo rełijoxo)

Messaggioda Berto » gio ott 15, 2015 8:21 am

Francia, 15enne spara e uccide il professore al grido di "Allah Akbar"
Martedì 13 Ottobre 2015
http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/E ... 8807.shtml

Ancora paura terrorismo in Francia dopo le terribili vicende di Charlie Hebdo e degli attentati di Parigi.

Un 15enne, al grido di "Allah Akbar", ha sparato e ucciso il professore di fisica a colpi di pistola nel liceo della cittadina di Chalons - en - Champagne. Il piano era stato messo a punto da tempo: dopo l'omicidio avrebbe rubato la macchina dell'insegnante e si sarebbe andato a schiantare contro il commissariato di polizia, per morire come martire.

Niente, però, è andato come previsto. Uscito dall'aula dove si stava svolgendo la lezione di fisica per andare ad uccidere la vittima inizialmente designata, la prof di francese, ha cambiato idea ed è tornato indietro a sparare all'ignaro professore di fisica.

Ma poi non ce l'ha fatta a portare a termine il piano. Invece, ha lasciato il cadavere del professore in classe davanti ai compagni attoniti ed è andato dritto a telefonare alla polizia per autodenunciarsi.

Le forze dell'ordine ora stanno indagando su come si sia avvicinato al terrorismo e chi lo abbia plagiato.
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Re: I crimini de l'Ixlam (el nasixmo rełijoxo)

Messaggioda Berto » lun ott 19, 2015 9:26 pm

Il double standard degli islamici d'Australia quando si tratta di censurare Wilders

Nella spinosa questione del fanatismo islamista che travaglia ormai anche la società australiana, la caratteristica più sonora dei leader della comunità musulmana è stata, sinora, il silenzio

di Mario Rimini | 14 Ottobre 2015

http://www.ilfoglio.it/esteri/2015/10/1 ... e_c337.htm

Nella spinosa questione del fanatismo islamista che travaglia ormai anche la societa' australiana, la caratteristica più sonora dei leader della comunità musulmana e' stata, sinora, il silenzio. Non che siano mancate loro le occasioni, le motivazioni, le circostanze per esprimersi. Tutt'altro.

Soltanto nell'ultimo anno, abbiamo avuto gli ostaggi del caffè Lindt nel centro di Sydney e l'esecuzione a sangue freddo di uno di loro da parte di Man Haron Monis, ufficialmente semi squilibrato, in realtà almeno semi sano, ex rifugiato iraniano fattosi islamista; i tanti adolescenti nati e cresciuti nel benessere di Sydney e Melbourne e partiti alla volta dell'Iraq e della Siria per arruolarsi nelle milizie del Califfo; Tarek Kamleh, il medico belloccio di Perth che compare regolarmente nei video propagandistici di Isis e proclama la sua militanza in favore dello Stato islamico invitando i colleghi a emulare la sua scelta; i numerosi raid delle forze dell'ordine nei sobborghi delle maggiori città australiane che hanno sventato attacchi terroristici imminenti.

Puntualmente, ognuno di questi avvenimenti è stato seguito da due processi paralleli e interdipendenti: da un lato, un collettivo processo di rimozione per cui poche, pochissime voci hanno osato sentenziare la certa appartenenza della parola Islam accanto alla parola "terrorismo", mentre la maggior parte dei media, della classe politica e dell'opinione pubblica si sono piuttosto preoccupati di ammonire i razzisti nostrani in malafede affinché non approfittassero delle circostanze per discriminare i musulmani d'Australia. E dall'altro lato, un'omertà che ha inghiottito il senso civico delle comunità islamiche ufficiali, che di norma si sono defilate, rilasciando raramente – e sotto pressione – soltanto qualche timida dichiarazione asciutta e vagamente moderata. Per poi richiudere alle loro spalle i cancelli delle moschee e dei centri culturali e degli uffici stampa e fare quello che fanno sempre per affrontare la crisi a loro interna: nulla.

Poi, però, e' arrivato il ragazzino del Jihad, Farhad Khalil Mohammed Jabar
.
Poco meno di due settimane fa, questo imberbe curdo iracheno, nato in Iran e appena quindicenne, dopo la preghiera in moschea ha ammazzato a colpi di pistola un pover'uomo impiegato nella sede della polizia di Parramatta, secondo cuore finanziario e demografico dell'area metropolitana di Sydney. E non frequentava, Farhad, un'oscura madrassa nascosta nell'anonimato della periferia. Pregava invece proprio nella grande moschea del quartiere, una delle maggiori sul territorio australiano, dove la sua radicalizzazione e conversione all'islamismo militante e terrorista si sono sviluppate e sono culminate con le pallottole nel cranio di un innocente ragioniere. La sorella, poco prima, era partita per la Turchia, prima tappa di un viaggio verso la Siria del califfo.

Soltanto quest'ultimo episodio di violenza ha infine colmato la misura. L'assassinio a sangue freddo di un padre di famiglia impiegato della polizia poco prima che il turno di lavoro terminasse in un pomeriggio qualunque a Sydney ha finalmente aperto la bocca all'Imam della moschea di Parramatta, Neil El-Kadomi. E ha dichiarato, l'Imam, che nel sermone del venerdì avrebbe detto chiaro e tondo ai fedeli che l'Australia e' un bel posto e ci si vive bene in fondo, e che quindi le sue leggi vanno rispettate e chi non e' d'accordo - e ha usato qui, curiosamente, la classica espressione attribuita ai presunti xenofobi e razzisti australiani - e' libero "di tornare da dove e' venuto".

Meglio di niente. Ma certo ancor poco, considerando che quasi nulla ha invece detto il dottor Ibrahim Abu Mohammed, Gran Mufti d'Australia. Il quale si è rifiutato di qualificare l'attentato come "terrorismo", spingendo lo stesso Imam Kadomi a un rarissimo sfogo che mette in luce tensioni e divisioni all'interno dell'ermetica comunità islamica. In un breve scontro verbale – in arabo – al margine di un incontro al massimo livello tra l'Imam, il Gran Mufti e Mike Baird, Premier del New South Wales, i due rappresentanti musulmani si sono beccati per poi concludere intimandosi l'un l'altro di tacere. Il Gran Mufti, si mormora, simboleggia in parte il problema di una leadership che ha perso il contatto con la realtà dei fedeli, e soprattutto con le giovani generazioni. Per usare le parole esasperate di Kadomi, "non parla neanche l'inglese lui".

Poco e tardi, ancora, se si considera che le manifestazioni anti americane e contro "l'aggressione occidentale" nei confronti dell'Islam e la partecipazione dell'Australia alle campagne aeree in Iraq o in Siria mobilitano di solito almeno parecchie centinaia di persone appartenenti alle comunità islamiche locali. E spesso, con tanto di cartelloni che invocano la guerra santa e la decapitazione degli infedeli e tutto il repertorio ideologico del classico islamista militante. A Sydney, non molto tempo fa, erano persino comparsi bambini vestiti di nero come i piccoli martiri di Hamas a Gaza, con slogan che inneggiavano al martirio e all'esecuzione di chiunque non si pieghi alla verità del Corano.

Bene dunque per l'onestà tardiva dell'Imam, che poveraccio si è trovato per le mani il ferro incandescente della prova schiacciante – l'attentatore che apparteneva alla sua moschea. In cui, certo, qualcosa non funziona come dovrebbe. Male, purtroppo, la latitanza della vox populi dei musulmani d'Australia.

A questo proposito, risuona di uno iato improvviso la tempestiva, decisa, e stranamente dispositiva presa di posizione dei leader della comunità islamica libanese, che proprio in questi giorni hanno ufficialmente chiesto al governo australiano di cancellare il visto concesso – dopo anni di tentativi e di rifiuti – a Geert Wilders, il politico olandese erede di Fortuyn e della sua strenua profezia anti islamica. Il presidente dell'associazione islamica libanese, Samier Dandan, si è rivolto direttamente a Malcolm Turnbull, il primo ministro, chiedendogli di dichiarare Wilders persona non grata e paragonandolo al caso di un rapper americano, Chris Brown, cui l'Australia ha negato il visto di recente a causa dei suoi guai con la legge per violenza domestica. Insomma Wilders sarebbe l'equivalente di un marito violento che rischia di fuorviare il pubblico australiano, e di corromperlo. Nel caso specifico, la presenza del politico olandese nel paese rischierebbe, sostiene Dandan, di "indisporre" la comunità islamica australiana, quando invece ne abbiamo bisogno per arginare la radicalizzazione dei suoi membri.

Un tentativo poco felice e poco ortodosso di ingabbiare la libertà di espressione e il libero dibattito in una democrazia occidentale, da cui anche Wilders proviene e in cui ha pieno diritto di cittadinanza; ma anche un paradossale e alquanto ironico paragone con il rapper sotto accusa per aver picchiato la compagna. Perché si da il caso che soltanto lo scorso fine settimana, a Melbourne, nelle aule di una prestigiosa università, la Deakin University, si sia tenuta una conferenza organizzata da un gruppo salafista radicale il cui leader, un musulmano indiano messo al bando da svariati paesi come il Regno Unito e il Canada, predica la pena di morte per gli omosessuali, la lotta violenta contro i cristiani, l'antisemitismo estremo, l'apologia e anzi l'ammirazione per la persona e il messaggio di Bin Laden, e udite udite - la violenza contro le donne, le mogli, la cui sottomissione andrebbe assicurata anche con la forza.

Nessuno, tra i leader della comunità islamica, ha sollevato obiezioni ai visti concessi ai fondamentalisti. Nessuno ne ha parlato. E così gli islamisti hanno serenamente ottenuto il diritto di sbarrare la porta ai pochi giornalisti recatisi all'università per curiosare tra sermoni e sure. In nome dell'antirazzismo multiculturale.

Ma se la comunità islamica non parla, l'Australia, dal canto suo, non vuol sentire. La stampa rimane in maggioranza aggrappata all'imprimatur corretto e antirazzista per cui Wilders viene definito un politico "di estrema destra" ed e' soggetto a una regola ben chiara - non se ne parli. E se proprio si deve, se ne parli male. E' la stessa regola, ma al contrario, che viene applicata ai fondamentalisti Islamici: se proprio bisogna parlarne, si sprechino i caveat, per scongiurare l'accusa di razzismo. Un po' come il regime dei visti - spalancato per i salafisti apologeti del terrore, e arcignamente centellinato per Wilders, eretico e scomunicato dal culto antirazzista.
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Re: I crimini de l'Ixlam (el nasixmo rełijoxo)

Messaggioda Berto » ven nov 06, 2015 11:18 pm

Per i terroristi islamici i turisti sono nemici di Allah da annientare
di Magdi Cristiano Allam 06/11/2015
http://www.magdicristianoallam.it/edito ... ntare.html

In parallelo all'apertura di un fronte di guerra islamico contro la Russia di Putin, che avrebbe il suo battesimo di sangue con la morte di 224 persone nell'esplosione in volo nel Sinai dell'Airbus 321 della Kogalymavia, la guerra del terrorismo islamico contro i turisti c'è sempre stata. La preoccupazione dei paesi occidentali per la sorte delle decine di migliaia di turisti rimasti bloccati a Sharm el-Sheikh è legittima.
L'Egitto, al pari dell'Italia, potrebbe vivere di turismo. È probabilmente il più bel museo a cielo aperto del mondo, oltre a beneficiare di coste e di un clima che lo rendono una delle mete turistiche più gettonate. Ma, a differenza dell'Italia, è in guerra perenne con i terroristi islamici che condannano a morte i turisti in quanto l'incarnazione del male, di valori e di costumi denunciati come contrari alla sharia, alla legge di Allah.
Forse non sapremo mai la verità sulla tragedia dell'aereo russo. Così come è già successo con il Boeing 737 della compagnia privata egiziana Flash Airlines, precipitato in mare poco dopo il decollo da Sharm el-Sheikh il 3 gennaio 2004 con 148 persone a bordo, di cui 133 francesi. Nessun superstite. Nove mesi dopo, il 13 ottobre 2004, il capo della commissione d’indagine Shaker Kelada disse che sulla tragedia c’era il buio totale: “E’ assai prematuro dire che si sia trattato di un errore umano perché le indagini sono ancora in corso”. La verità è che l'Egitto ha tutto l'interesse a nascondere la verità qualora si tratti di attentato terroristico, perché le conseguenze economiche sono pesantissime, in termini di blocco della macchina del turismo che crea occupazione per decine di altri comparti imprenditoriali, per il mancato introito di valuta pregiata, per il crollo del tenore di vita della popolazione che alimenta il malcontento nei confronti del governo, in un contesto dove il 40% della popolazione egiziana vive al di sotto della soglia di povertà.
Il turismo è stato il bersaglio privilegiato dei terroristi islamici. Il 17 novembre 1997 sei terroristi islamici falcidiarono a raffiche di mitra 58 turisti occidentali e una decina di poliziotti nella Valle delle Regine a Luxor, prima di suicidarsi. Per circa un anno il turismo, che costituisce la locomotiva trainante dell’economia, si arrestò. Da allora il turismo in Egitto è stato blindato, le strutture turistiche sono state militarizzate. Il 7 ottobre 2004 a Taba, località balneare sul Mar Rosso, un'autobomba dilaniò l'Hotel Hilton, 29 le vittime, di cui 13 israeliane, e due sorelle italiane Jessica e Sabrina Rinaudo. Il 23 luglio 2005 due autobombe e una serie di esplosioni, sembra provocate da 5 terroristi suicidi, provocarono a Sharm el-Sheikh 83 morti.
I turisti vengono uccisi non per ciò che fanno ma per ciò che sono. Non è sempre stato così. Ricordo come negli anni Cinquanta e Sessanta le donne musulmane non avevano remore a frequentare le spiagge in costume da bagno, mentre oggi si immergono nell'acqua completamente vestite. Colpire il turismo corrisponde anche ad affondare l'Egitto sempre più nelle tenebre dell'oscurantismo islamico.
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Re: I crimini de l'Ixlam (el nasixmo rełijoxo)

Messaggioda Berto » ven nov 13, 2015 11:08 pm

L'IS el copa a fuxilà 200 toxeti

https://www.facebook.com/16259346010103 ... 8890473272

I par i fuxilà ente la I goera mondial.
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Re: I crimini de l'Ixlam (el nasixmo rełijoxo)

Messaggioda Berto » sab nov 14, 2015 7:57 pm

Straje ixlamega de Parixi

viewtopic.php?f=188&t=1994

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... lamici.jpg



COI NAZI-ISLAMICI NON SI TRATTA (M. Belpietro)

NAZI-ISLAM. Le associazioni islamiche: “Il quotidiano Libero è folle come lo Stato islamico”. Borgonovo: “Tutti a prendersela con un titolo” Belpietro: “Coi nazi-islamici non si tratta”
16 novembre 2015 ore 13:30

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... taclan.jpg

http://la-zanzara.radio24.ilsole24ore.c ... -si-tratta

“L’errore più grande di tutti è stato credere che l’intero Medioriente fosse pronto per un passaggio alla democrazia e così si è data una spinta a regimi traballanti che però fino ad allora avevano fatto argine all’estremismo”.
“La Francia, il Belgio, la Danimarca sono teatro di attentati perché più aperte, più tolleranti, più multiculturali.” “Veronesi dice che invitando a trattare con l’Isis non vuole legittimare la violenza, ma ritiene che la pace si possa portare solo attraverso il dialogo e la tolleranza. Ma non è forse ciò che si pratica ogni giorno nelle città europee che sono state colpite dai fanatici dell’Islam? Bisognerebbe essere più tolleranti quando i miliziani dello Stato islamico sgozzano i cristiani?”

“Se c’è una cosa che abbiamo imparato dal secolo scorso, è che voltare la testa dall’altra parte non serve a nulla e non ci mette al riparo. Quando i nazisti invasero la Cecoslovacchia qualcuno pensò: fatti dei cecoslovacchi. Ma poi sono stati fatti di tutta Europa e in seguito del mondo.”

“Dopo il nostro titolo di sabato, qualche sincero democratico ha proposto nell’ordine la chiusura di Libero, la censura di guerra, una class action degli islamici, la mia radiazione dall’ordine dei giornalisti, trovando subito vari sostenitori. Sono gli stessi che dopo l’uccisione dei redattori di Charlie Hebdo si dichiararono tutti charlie. Per loro la libertà di espressione va difesa. Per Libero no”

CHI HA FATTO QUESTO NON E’ UN BASTARDO? (Francesco Borgonovo, Libero)

Ci sono persone per cui quei ragazzi morti sono invisibili, e così i loro carnefici. Editorialisti, politici, intellettuali per cui l’unico argomento di cui bisogna discutere è il titolo di Libero. Per esempio Ivan Scalfarotto, che ha invocato la magistratura chiedendo che sottoponesse a “un’attento esame” (sic) la nostra prima pagina. O Marco Travaglio, che forse non sa leggere ma più probabilmente è in malafede, visto che ci ha accusato d avere scritto “islamici bastardi”, cioè l’esatto contrario del nostro titolo. Nel quale “bastardi” era l’aggettivo. Significa che i bastardi autor della strage parigina sono islamici, non che gli islamici sono bastardi. (…) La preoccupazione di Reas Syed del Coordinamento delle Associazioni islamiche di Milano era quella di mettere il nostro giornale sullo stesso piano di follia dello stato islamico: ci ha paragonati all’Is. Era ospite all’Arena di Giletti, e quando gli hanno fatto notare che l’obiettivo dovrebbe essere quello di isolare gli estremisti – nel suo interesse, prima di tutto – lui si è innervosito, e ha risposto che bisognerebbe piuttosto denunciare Libero. Il Male viene già come pioggia, e nessuno che dica basta: sono tutti troppo occupati a prendersela con il titolo di un giornale.

PARIGI E IL NUOVO NAZISMO. COSA LEGA LA DIFESA DELLA LIBERTA’ DELL’OCCIDENTE ALLA DIFESA DELLA LIBERTA’ DI ISRAELE (C. Cerasa, Il Foglio)
C’è un filo per nulla sottile e anzi piuttosto robusto che collega i fotogrammi del terrore proiettati in mondovisione dal terrorismo islamico e le immagini di minacce che colpiscono ogni giorno un paese come Israele, simbolo genuino della lotta tra le libere democrazie e i totalitarismi nascenti.
Il filo a cui facciamo riferimento è più solido. Ed è lo stesso filo messo in rilievo la scorsa settimana su questo giornale quando abbiamo scelto di dar vita a un comitato di solidarietà per boicottare i boicottatori, comprando prodotti made in Israel.
Oggi più che mai, la difesa di Israele, in tutte le sue forme, è una battaglia cruciale. Questo terrorismo che ci colpisce non è soltanto un attacco a Israele ma è un attacco allo stile di vita che riteniamo libero e democratico. Questa guerra sta scoppiando anche nei vostri paesi. E fate attenzione a non trovarvi, quando sarà dalla parte sbagliata della “Storia”. In un momento storico come questo – in cui Israele si trova all’avanguardia nella lotta contro il terrore ma contemporaneamente si trova anche intrappolata in un contesto in cui deve combattere non solo l’intifada dei coltelli, con i suoi vicini di casa che sognano la sua cancellazione dalle cartine geografiche e con un accordo nucleare che porterà probabilmente agli ayatollah a dotarsi di un’arma atomica – l’Europa ha scelto di marchiare i prodotti del popolo ebraico riesumando il marchio della Stella Gialla contro l’unica democrazia del Medio Oriente. Compiendo un’azione che non accadeva dai tempi di Hitler e scegliendo di mandare un messaggio preciso verso l’unica società del Medio Oriente dove gli arabi leggono una stampa lbera, manifestano quando vogliono, mandano i propri rappresentanti in parlamento e godono degli stessi diritti di tutti gli altri cittadini.


La penso anca mi cusì però mi no paragonaria, no metaria anseme i nasisti co sti criminałi xlameghi parké i nasiti łi jera manco pexo, sti kì łi xe da 1500 ani ke łi terorixa el mondo!
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Re: I crimini de l'Ixlam (el nasixmo rełijoxo)

Messaggioda Berto » sab nov 14, 2015 8:06 pm

Alfano el ga dito ke ente sti oltimi ani a xe stà paràvia 55 iman da la Talia!
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Re: I crimini de l'Ixlam (el nasixmo połedego-rełijoxo)

Messaggioda Berto » sab nov 14, 2015 11:22 pm

Sergio Giovannetti

“O voi che credete! Non abbiate amici tra gli Ebrei ed i Cristiani” [al-Ma’idah 5:51.11].

Ma lo sapevate che ci sono 123 versi del Corano relativi al combattere ed uccidere per la causa di Allah?

Ecco, di seguito, alcuni passaggi:

I musulmani sono incoraggiati ad occuparsi totalmente nel combattimento per la gloria di Allah [Sura 22:73]

Allah darà “una più grande ricompensa a coloro che combatteranno per lui” [Sura 4:96]
Circa gli infedeli (coloro che non si sottomettono all’Islam), costoro sono “gli inveterati nemici” dei musulmani [Sura 4:101]. I musulmani devono “arrestarli, assediarli e preparare imboscate in ogni dove” [Sura 9:95]. I musulmani devono anche “ circondarli e metterli a morte ovunque li troviate, uccideteli ogni dove li troviate, cercate i nemici dell’Islam senza sosta” [Sura 4:90]. “Combatteteli finché l’Islam non regni sovrano” [Sura 2:193]. “tagliate loro le mani e la punta delle loro dita” [Sura 8:12]

Se un musulmano non si unisce alla guerra, Allah lo ucciderà [Sura 9:93]. Al fedele deve essere detto “ il calore della guerra è violento, ma più violento è il calore del fuoco dell’inferno” [Sura 9:81]
Un musulmano deve “combattere per la causa di Allah con la devozione a Lui dovuta” [Sura 22:78]
I musulmani devono far guerra agli infedeli che vivono intorno a loro [Sura 9:123]
I musulmani devono essere “brutali con gli infedeli” [Sura 48:29]
Un musulmano deve “gioire delle cose buone” che ha guadagnato con il combattimento [Sura 8:69]
Un musulmano può uccidere ogni persona che desidera se è per “giusta causa” [Sura 6:152]
Allah ama coloro che “combattono per la Sua causa” [Sura 6:13]. Chiunque combatta contro Allah o rinunci all’Islam per abbracciare un’altra religione deve essere “messo a morte o crocifisso o mani e piedi siano amputati da parti opposte” [Sura 5:34]

“Chiunque abiuri la sua religione islamica, uccidetelo”. [Sahih Al-Bukhari 9:57]

“Assassinate gli idolatri ogni dove li troviate, prendeteli prigionieri e assediateli e attendeteli in ogni imboscata” [Sura 9:5]

“Prendetelo (l’infedele n.d.t.) ed incatenatelo ed esponetelo al fuoco dell’inferno” [Sura 69:30]
“Instillerò il terrore nel cuore dei non credenti, colpite sopra il loro collo e tagliate loro la punta di tutte le dita” [Sura 8:12]
“Essi (gli infedeli ndr) devono essere uccisi o crocefissi e le loro mani ed i loro piedi tagliati dalla parte opposta [Sura 5:33]
“Sappiate che il paradiso giace sotto l’ombra delle spade” [Sahlih al-Bukhari Vol 4 p55]

e saprebbero anche che il versetto

Chiunque uccida un uomo, sarà come se avesse ucciso l'umanità intera . E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l'umanità. Il Nobile Corano, 5:32, è contestualizzato solo nei confronti degli islamici...e ora raccontami la favoletta dell Islam moderato..e capiamoci bene, il mio non è un astio nei confronti di un determinato popolo, ma è verso coloro che professano questa religione, che siano bianchi, gialli, neri o a pois!


A Virus su Rai2 smentito l'islamico che dice che l'islam è una religione di pace

http://www.magdicristianoallam.it/buong ... -pace.html

Buongiorno amici.
Ieri sera alla trasmissione “Virus”, condotta da Nicola Porro su Rai2, Reas Sayed,responsabile legale delle “Comunità islamiche di Milano, Monza e Brianza”, presente in studio e che si è qualificato come “cittadino italiano di fede musulmana”, ha affermato che l'islam sarebbe una religione di pace e di amore perché Allah nel Corano prescrive che “chiunque uccida un uomo, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera”.

Quando ho avuto l'opportunità di replicare, ho chiarito che in realtà la lettura integrale di quel versetto coranico dice esattamente l’opposto:

“Per questo abbiamo prescritto ai Figli di Israele che chiunque uccida un uomo che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l'umanità intera . E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l'umanità.
I Nostri messaggeri sono venuti a loro con le prove! Eppure molti di loro commisero eccessi sulla terra.

La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l'ignominia che li toccherà in questa vita; nell'altra vita avranno castigo immenso” (5, 32-33)

In questi due versetti coranici si specifica che:

1) La prescrizione concernente la sacralità della vita riguarda i “figli di Israele”, gli ebrei, non i musulmani.
2) La condanna dell'uccisione del prossimo non è assoluta. Uccidere il prossimo è legittimato se si uccide o si è “sparso la corruzione sulla terra”.
3) I “figli di Israele”, gli ebrei, sono condannati perché “molti di loro commisero degli eccessi sulla terra”.
4) La condanna per chi non crede e fa la guerra ad Allah e a Maometto, che seminano la corruzione sulla terra, “è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti”.

È evidente che la sacralità della vita non sussiste nell’islam.
Allah nel Corano legittima l’uccisione sia dell’omicida sia di chi “abbia sparso la corruzione sulla terra”. Che sono segnatamente gli ebrei ma anche i cristiani, più in generale i nemici dell’islam.

di Magdi Cristiano Allam 16/11/2015
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Re: I crimini de l'Ixlam (el nasixmo połedego-rełijoxo)

Messaggioda Berto » sab dic 05, 2015 4:57 pm

Moriva 11 anni fa Theo Van Gogh, regista ucciso da un fondamentalista islamico
L'episodio ha sconvolto il popolo olandese e l'intera Europa suscitando forti polemiche sul fondamentalismo islamico e le politiche di integrazione
Adriano Palazzolo - Lun, 02/11/2015

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/mor ... 90087.html

Il 2 novembre del 2004 venne barbaramente ucciso il regista olandese Theo van Gogh, nipote del celebre pittore.
L'uomo aveva girato un film, Submission, che denuncia i soprusi cui devono sottostare le donne musulmane, e subito dopo aveva ricevuto minacce di morte, mentre contro il film si erano espressi molti esponenti musulmani dei Paesi Bassi.
Mohammed Bouyeri, l'immigrato marocchino che lo ha massacrato a colpi di coltello e di pistola, fu condannato pochi mesi dopo al carcere a vita.

Nell'annunciare il verdetto, il presidente della Corte, Udo Willem Bentick, aveva spiegato che l'assassino "ha agito con intento terroristico, ha ucciso senza alcuna pietà e non ha poi manifestato il benché minimo segno di pentimento. L'omicida - ha proseguito Bentick -ha provocato nella società olandese un'ondata di paura e di insicurezza trucidando con brutalità Theo Van Gogh".

Bouyeri pagherà dunque con l'ergastolo non solo l'infamia di un omicidio bestiale, ma anche l'offesa arrecata a un intero popolo. Fedele al suo personaggio, per metà bruto e per metà gelido, il ventisettenne marocchino quel giorno ha accolto il verdetto rimanendo impassibile e non ha degnato di uno sguardo la ventina tra parenti e amici della sua vittima che ieri erano presenti in aula.

Nella sua confessione, il killer ha ammesso di aver compiuto l'omicidio "per convinzione e in nome della religione, e non perché lui era olandese e io marocchino o perché io mi sia sentito insultato. Esiste una legge - aveva aggiunto gelidamente, ribadendo di non volersi difendere in tribunale - che mi obbliga a tagliare la testa a chi insulta il Profeta. E sarei pronto a rifare la stessa cosa".

Bouyeri, quel 2 novembre di undici anni fa, non si era limitato a questo. Aveva atteso che Theo Van Gogh, discendente di un fratello del celebre pittore del diciannovesimo secolo Vincent van Gogh, uscisse in bicicletta dalla sua abitazione nel centro di Amsterdam. Lo aveva aggredito impugnando un coltello e ferendolo gravemente. Il regista terrorizzato lo aveva supplicato di non ucciderlo, ma il giovane marocchino per tutta risposta lo aveva brutalmente sgozzato.

Non soddisfatto, aveva poi estratto una pistola, sparando a bruciapelo sull'uomo agonizzante. Infine, mentre i passanti fuggivano in preda all'orrore, aveva piantato sul cadavere di Van Gogh un coltello, fissando così ai vestiti insanguinati cinque fogli sui quali erano scritte minacce di morte contro Ayaan Hirsi Ali, la parlamentare olandese di origini somale che aveva realizzato la sceneggiatura di Submission.
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Re: I crimini de l'Ixlam (el nasixmo połedego-rełijoxo)

Messaggioda Berto » gio gen 07, 2016 7:10 pm

Islam è religione di guerra e violenza non di pace, è religione che viola i Diritti Umani Universali
viewtopic.php?f=188&t=2024


Ixlam, pałestinexi, ebraixmo, ebrei, Ixraełe
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