I crimini de l'Ixlam (el nasixmo połedego-rełijoxo)

Re: I crimini de l'Ixlam (el nasixmo połedego-rełijoxo)

Messaggioda Berto » gio gen 07, 2016 7:18 pm

Perché Isis uccide tutti quei ragazzi accusandoli di essere gay
Sono almeno 25 i minori ammazzati in Siria. Ma spesso si tratta di vittime di abusi da parte dei miliziani più anziani che invece vengono protetti
di Marta Serafini

http://www.corriere.it/esteri/16_gennai ... 63b9.shtml

Secondo l'Osservatorio per i diritti umani siriano, almeno in 25 sono stati uccisi da Isis perché omosessuali. Sei sono stati lapidati, 3 uccisi con un colpo di pistola alla testa e 16 sono stati gettati da un edificio, alto abbastanza perché la caduta ne provochi la morte. Le esecuzioni sono quasi sempre eseguite di fronte a una grande folla.

Un frame del video dove compare Abu Zaid al-Jazrawi Un frame del video dove compare Abu Zaid al-Jazrawi

Abusi sui minori
L'ultimo caso riguarda un ragazzino di 15 anni. E mostra tutta la ferocia e l'ipocrisia del gruppo terroristico. Uno dei comandanti dell'organizzazione Abu Zaid al—Jazrawi ha preso questo ragazzo sotto la sua custodia e ha iniziato ad abusarne. Risultato, l'adolescente è stato ucciso a Deir ez Zor, nel nord della Siria, gettato giù da un edificio. «Il ragazzo è stato accusato dal tribunale della sharia di Deir ez Zor di aver una relazione sessuale con Abu Zaid al-Jazrawi ed è stato ucciso», ha spiegato un attivista all'agenzia siriana Ara news. Il comandante invece no, lui è stato risparmiato ed è semplicemente stato trasferito in Iraq. Ma non solo. L'uomo, che appare in un filmato di propaganda mentre addestra dei bambini soldato, è considerato anche uno degli esperti massimi di sharia nel gruppo terroristico. Secondo Subhi Nahas, un ragazzo siriano fuggito dal paese per salvarsi la vita e che ha presentato alle Nazioni Unite una relazione sui diritti delle persone gay in Siria, queste esecuzioni si spiegano alla luce di un'interpretazione distorta e ipocrita dei jihadisti: «Le relazioni tra uomini e giovani adolescenti (ghelman) inclusi ragazzi ermafroditi è sempre esistita nell'antichità. Poi queste pratiche sono state scoraggiate perché non garantivano la riproduzione», ha spiegato a The Daily Beast.

L'ipocrisia dello Stato Islamico
In questo ultimo caso non è chiaro se il tipo di relazione tra l'uomo e il giovane sia stata di tipo consensuale, a volte viene descritta come stupro a volta come "sessuale". «A livello culturale dopo la formazione dell'Islam, pedofilia e omosessualità sono state confuse», spiega ancora Nahas, ora attivista per l'Organization for Refuge, Asylum and Migration (Oram). Così chi abusa di un minore dello stesso sesso non viene definito pedofilo ma omosessuale». Ma non solo. In una relazione omosessuale chi viene stigmatizzato è la parte passiva del rapporto. Risultato, se i gay vengono perseguitati da Isis a prescindere, è facile che attraverso questa interpretazione vengano risparmiati coloro che abusano di ragazzini e che siano questi ad essere giustiziati. In quest'ultimo particolare caso, poi l'uomo adulto viene salvato perché è un comandante dell'organizzazione terroristica mentre chi è stato stuprato viene condannato a morte. E questo potrebbe non essere l'unico. Secondo gli esperti tale interpretazione era diffusa anche tra i talebani in Afghanistan e in altri gruppi jihadisti presenti in Siria come Ahrar ash-Sham. Inoltre, tra le fila di Isis molte reclute verrebbero violentate dai miliziani. Esistono infatti siti che mostrano numerosi soldati di Isis in pose sessuali gay, ma si tratta di portali di cui non è ancora stata verificata l'autenticità. Ciò che è certo però che i miliziani più anziani che abbiano relazioni con maschi più giovani più o meno consensuali vengono salvati e protetti. A differenza delle vittime o di tutti coloro che abbiano relazioni gay consensuali. Secondo gli attivisti di Oram, unici che si occupano dei diritti dei rifugiati LGBT, centinaia di giovani gay stanno fuggendo dalla Siria perché la loro vita nel Paese è doppiamente in pericolo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: I crimini de l'Ixlam (el nasixmo połedego-rełijoxo)

Messaggioda Berto » sab gen 09, 2016 9:09 pm

Adonis, la violenza è l’aspetto costitutivo dell’Islam: il j’accuse tra Isis, sottomissione della donna e assenza di laicità
Il poeta siriano libanese Adonis rilegge la storia araba in Violenza ed Islam (Guanda) e trova nel Corano le origini di una violenza ancestrale e tribale giunta fino ai giorni nostri: “Non ci sarà mai una rivoluzione nel mondo arabo se non fondata sulla laicità”
di Davide Turrini | 9 gennaio 2016

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/01 ... ta/2360233

“Nell’Islam la violenza nasce già con la sua fondazione”. C’è poco da girarci attorno, o da fare paragoni con gli aspetti più retrivi e deprecabili di storia e precetti delle altre religioni monoteiste. E’ perentorio il giudizio del poeta siriano libanese Adonis sulla religione islamica e sul Corano, come si evince dalla lunga e densa chiacchierata tenuta con la psicoanalista e scrittrice Houria Abdelouahed contenuta in Violenza e Islam (Guanda).

Il nucleo di pensiero e confronto dal quale sorge il nuovo saggio/pamphlet dell’85enne autore dei tre volumi al-Kitab (Le livre) è proprio questo vulnus arcaico e tribale che lega spiritualità ad agire politico nel mondo arabo musulmano contemporaneo, e che diventa bersaglio di una critica totalizzante.
Laico dichiarato, Adonis mette subito le cose in chiaro liquidando la cosiddetta “primavera araba” come un tentativo totalmente fallito, una “primavera senza rondini”, perché “non si può nel contesto di una società come quella araba, fare una rivoluzione se questa non è fondata sulla laicità”.

Appunto: stato separato dalla religione, istituzioni civili non sostituite dai rappresentanti del culto. Invece le piazze Tahrir del nord Africa hanno finito per rilanciare partiti confessionali e soluzioni ben poco laiche dopo la cacciata dei tiranni. Dopo quei fatti “il fondamentalismo è riemerso meglio organizzato e più crudele di prima.
Dalla speranza e dal desiderio di giorni migliori si è così precipitati nell’oscurantismo (…) quel che è accaduto in nome della rivoluzione nei paesi arabi dimostra che la stragrande maggioranza della società araba è ancora dominata dall’ignoranza, dall’analfabetismo e dall’oscurantismo religioso”.

Un problema di visione storica mai sviluppata e accettata, di occultamento di episodi laici e civici a scapito della continua rimodulazione della lettura di un testo sacro che diventa legge dello stato: “Il problema è che la nostra storia è quella di un regime dittatoriale non di un popolo. Non si parla mai né di popolo, né delle sue rivolte, né tanto meno delle sue aspirazioni. Si specula eternamente sul potere del califfo e di Dio, trascurando completamente i diritti dei cittadini”.

Secondo l’85enne poeta siriano libanese oggi residente a Parigi il mondo arabo “non è mai uscito dal Medioevo”, e il principale colpevole di questa arretratezza è nel non essersi mai affrancati come dimensione pubblica del politico dai versi del Corano. “L’Islam essendo nato perfetto, combatte tutto ciò che lo procede e tutto ciò che viene dopo. ‘Tutto’ significa filosofia, arte, pensiero, creatività, visione del mondo. Il pensiero è abolito, l’arte è condannata. Secondo la mentalità tradizionale bisogna essere gregari, non soggetti che s’interrogano. Non è concesso porre domande sulla nostra storia. Bisogna solo ripetere e riprodurre”.

Il ragionamento di Adonis è lucido e ficcante, chiaramente modellato sulle conquiste “democratiche” occidentali, o ancor meglio europee: “Non c’è una cultura araba creatrice che partecipi oggi al cambiamento del mondo. Mentre possiamo parlare di cultura francese e cultura americana proprio perché ci sono problematiche francesi e problematiche americane non possiamo affermare che esista una visione del mondo profondamente araba. Non esistono problematiche arabe, perché l’islam (sempre in minuscolo nel testo ndr) ha dominato la visione araba del mondo.
Il musulmano vede il mondo attraverso la visione islamica che è obsoleta e chiusa”. Ripensare i fondamenti di un popolo e la sua storia diventa così un necessario scrollarsi di dosso di una religione che ha “sacralizzato la violenza” e che nel suo testo sacro fa continui riferimenti all’odio verso il non credente e il diverso, ai supplizi per i nemici (circa 200 tra cui decine di metodi per bruciarli vivi, scorticarli e torturarli), alla subordinazione totale della donna all’uomo.

“E’ dal 41 del calendario islamico, vale a dire dal regno di Mu’awiya a Damasco (il califfo del clan Umayyad che regnò dal 661 al 680 dc) che la violenza divenne una struttura religiosa, politica, culturale e sociale. Ed è questa struttura che ha sempre regnato fino ai giorni nostri”. I versetti del Corano in merito si sprecano a centinaia. “Quella dell’islam è una violenza che terrorizza l’umano. L’islam giudica e condanna l’essere umano, stabilendo che non deve conoscere niente, non deve sperimentare nulla, a parte ciò che dicono i precetti religiosi. (…) L’uomo deve dare prova di vassallaggio. E’ questo completo assoggettamento che lo salverà. La salvezza deriverà unicamente da questa sottomissione assoluta”.

Una lente religiosa radicale per leggere elementi dell’esistenza quotidiana come la morte, l’amore, la libertà. Non c’è spazio per l’altro e per il confronto, e non esiste nemmeno un “io” nella cultura islamica: “L’Io dell’individuo non è determinato dal suo mondo interiore, ma dal Testo e dal consenso della comunità”.
Ma è nel capitolo dedicato alla donna che il dialogo Adonis-Abdelouahed prorompe in tutta la sua forza, ed anche nel tentativo psicoanalitico nel rileggere l’islamismo.
La donna trattata come “pezzo d’arredamento”, come “proprietà dell’uomo”: “L’islam ha ucciso la donna, non c’è più una donna, c’è solo un sesso.
L’ha resa uno strumento per il desiderio e il piacere dell’uomo”. Complicato trovare le cosiddette tracce della “moderazione”, come risulta difficilissimo uscire da un contesto politico trasformato in odio per l’occidentale oggi in forma radicale come l’Isis che non rappresenta una nuova lettura dell’islam, ma incarna solo la chiusura, l’ignoranza, l’odio del sapere, dell’umano e della libertà. Ed è una fine umiliante.
Da un punto di vista storico l’islam ha quindici secoli, ma sulla scala dell’umanità è poca cosa”.
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Re: I crimini de l'Ixlam (el nasixmo połedego-rełijoxo)

Messaggioda Berto » ven feb 26, 2016 8:13 pm

Imam condanna a morte una coppia: "Mettevano il costume da bagno al mare"
Anna Rossi - Ven, 26/02/2016

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... book+Ghost

Aveva condannato a morte una coppia di pakistan perché indossa il costume da bagno per andare al mare, oggi il processo contro l'imam.

Nel 2011 nella zona di Gardone Val Trompia (Brescia) due pakistani sono stati uccisi perché avevano violato la legge coranica: avevano usato il costume da bagno per andare in spiaggia. A condannarli sarebbe stato l'imam di Zingonia (Bergamo) Muhammad Zulkifal, esponente di una cellula di Al Qaida con base operativa a Olbia. Zulkifal ha sempre rivendicato "il ruolo di guardiano morale della comunità e il diritto di infliggere pene esemplari per far rispettare la legge divina".

Il dupplice omicidio è stato scoperto per caso dagli inquirenti grazie ad un'intercettazione del 2012. Due stranieri, mai identificati, avevano chiesto a un fotografo di Lodi di estrarre delle immagini da un cellulare. Una volta al lavoro, l'uomo aveva trovato le foto cercate dai due: ritraevano una giovane pakistana con il volto tumefatto, le braccia amputate all'altezza dei gomiti e le gambe a quella delle ginocchia. Gli arti erano stati posizionati vicino al corpo "secondo la tecnica utilizzata dai talebani" avevano sottolineato gli inqurenti.

L'imam è stato arrestato soltanto nell'aprile dello scorso anno e oggi è stato riaperto a Sassari il processo davanti alla Corte d'Assise. Le indagini hanno permesso di scoprire che Zulkifal fa parte di una organizzazione responsabile della sanguinosa strage del 2009 al mercato di Peshawar (Pakistan) che ha causato la morte di 100 civili. La cellula terroristica a cui appartiene, infatti, nonostante abbia sede ad Olbia ha grande influenza aanche in Pakistan.
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Re: I crimini de l'Ixlam (el nasixmo połedego-rełijoxo)

Messaggioda Berto » dom mag 01, 2016 7:00 am

Islam Has Massacred Over 669+ Million Non-Muslims Since 622AD
March 08/2016
In fact, no ideology has been as genocidal as islam…


http://www.israelislamandendtimes.com/m ... ince-622ad

In the total numbers we have updated over 80 million Christians killed by Muslims in 500 years in the Balkan states, Hungary, Ukraine, Russia.

Then we have India. The official estimate number of Muslim slaughters of Hindus is 80 million. However, Muslim historian Firistha (b. 1570) wrote (in either Tarikh-i Firishta or the Gulshan-i Ibrahim) that Muslims slaughtered over 400 million Hindus up to the peak of Islamic rule of India, bringing the Hindu population down from 600 mil to 200 million at the time.

With these new additions the Muslim genocide of non-Muslims since the birth of Mohammed would be over 669 million murders.
Islam: The Religion of Genocide


In realtà, nessuna ideologia è stata genocida come islam ...
Nel numero totale, abbiamo aggiornato oltre 80 milioni di cristiani uccisi dai musulmani in 500 anni nei Balcani, Ungheria, Ucraina , Russia .
Poi abbiamo l'India . Il numero stima ufficiale delle stragi musulmani indù è di 80 milioni. Tuttavia , storico musulmano Firistha ( b . 1570) ha scritto ( in entrambi i Tarikh -i Firishta o Gulshan -i Ibrahim ) che i musulmani hanno massacrato oltre 400 milioni di indù fino al picco di dominio islamico dell'India , portando la popolazione indù giù da 600 mil a 200 milioni al momento.
Con queste nuove aggiunte al genocidio musulmana dei non musulmani dalla nascita di Maometto sarebbe più di 669 milioni omicidi.
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