Re: Dalla parte del male ci sta solo il male e non il bene
Inviato: dom gen 12, 2020 8:43 am
Provate ad immaginarvi se i dementi e invasati nazi maomettani iraniani (santificati da Bergoglio e sostenuti dai grillini 5 Stelle, dalle sardine, dalle destre fasciste italiane a cui dà voce il Secolo d'Italia, da filosofi demenziali come Fusaro e dalle autocrazie russa e cinese) avessero la bomba atomica che gli irresponsabili demosinistri europei come la Mogherini e americani come Obama hanno permesso che l'Iran incominciasse a prodursi:
Pentagono: l'Iran ha abbattuto l'aereo ucraino con un missile TOR
09.01.2020
https://it.sputniknews.com/mondo/202001 ... t5bDTPaFoQ
Ad abbattere il Boeing ucraino "per sbaglio" è stato un missile iraniano. Lo riferisce "Newsweek", citando fonti del Pentagono.
L’aereo di linea della compagnia Ukraine International Airlines precipitato lo scorso mercoledì vicino a Teheran potrebbe essere stato abbattuto dai sistemi missilistici antiaerei iraniani “per sbaglio”.
Questo è quanto ritengono i funzionari dell'intelligence degli Stati Uniti e dell'Iraq secondo quanto riportato dalla rivista americana Newsweek, con riferimento a fonti proprie.
Queste ultime sarebbero un funzionario del Pentagono, un rappresentante dell’intelligence americana ed una fonte nell’intelligence irachena, a detta dei quali i sistemi di difesa missilistica iraniana sarebbero entrati in funzione casualmente. Secondo gli interlocutori della rivista, i sistemi probabilmente erano attivi per via dell'attacco effettuato contro le basi militari degli USA in Iraq diverse ore prima.
L’aereo Boeing-737 della compagnia ucraina Ukraine International Airlines (MAU), partito ieri mattina dall'aeroporto di Teheran alla volta di Kiev è precipitato pochi minuti dopo il decollo. A bordo dell’aereo si trovavano 168 passeggeri e 9 membri dell’equipaggio. Nell'incidente nessuno è riuscito a sopravvivere, in quanto prima di toccare il suolo, l’aeromobile aveva raggiunto l’altitudine di 2.400 metri. Le vittime sono cittadini di Canada, Iran, Germania, Ucraina, Gran Bretagna, Svezia e Afghanistan.
L’Iran ammette: abbiamo abbattuto il volo ucraino per errore. Il comandante delle Forze aeree: responsabilità mia
11 gennaio 2020
https://www.lastampa.it/esteri/2020/01/ ... sjume0G8Uc
DALL’INVIATO A BEIRUT. L’Iran ammette, dopo aver negato per quattro giorni, di aver abbattuto il Boeing 737 ucraino precipitato all’alba di mercoledì dopo essere decollato da Teheran. La commissione delle Forze armate incaricata di fare luce sull’incidente ha ribaltato questa mattina la versione ufficiale, sostenuta fino a ieri sera dalle autorità per l’aviazione civile. Il primo a rivelare l’ammissione è stato il ministro degli Esteri Javad Zarif, esponente dell’ala riformista del regime, con un messaggio su Twitter. L’abbattimento, ha spiegato, è dovuto “a un errore umano in un momento di crisi provocato dall’avventurismo americano che ha portato a questo disastro”.
Il generale iraniano Amir Ali Hajizadeh, alla guida delle Forze aeree dei Guardiani della Rivoluzione: “Mi prendo la piena responsabilità e rispetterò qualsiasi decisione sarà presa”, ha affermato in un'intervista andata in onda sulla tv iraniana, raccontando di aver “desiderato di morire” quando è stato “sicuro” che l'aereo era stato abbattuto per errore dai suoi uomini.
Iran, l'aereo ucraino viene colpito da un razzo: il momento dell'impatto
Il volo dall’aeroporto Imam Khomeini a Kiev si è schiantato alle 6 e 12 di mercoledì, quattro ore dopo i raid lanciati dalle Forze armate iraniane contro due basi in Iraq che ospitano soldati americani. Le difese anti-aeree erano in massima allerta ma le autorità hanno deciso di non sospendere comunque i voli civili. I responsabili della batteria anti-aerea che ha colpito il Boeing, hanno spiegato i militari, sono stati ingannati “da una improvvisa virata” che ha fatto credere loro a un attacco “contro un obiettivo militare sensibile” situato nei sobborghi della capitale.
Ecco come funziona Tor-M1, il sistema missilistico che ha abbattuto l'aereo ucraino in Iran
Giovedì esperti dell’Intelligence e militari americani di altri Paesi occidentali avevano rivelato che molti elementi facevano pensare all’abbattimento con un missile terra-aria Tor-M1 di fabbricazione russe, in dotazione alle Forze armate iraniane. Adesso un’inchiesta internazionale dovrà stabilire la dinamica dell’incidente. Teheran ha invitato esperti americani, ucraini, canadesi e svedesi. Ci saranno in particolare i tecnici del National Transportation Safety Board (NTSB) americano, che ha già accettato.
Teheran, si schianta aereo ucraino: la ricostruzione dell'incidente
Le scatole nere saranno aperte oggi e analizzate “nei prossimi due mesi”. Sul volo c’erano 176 passeggeri e uomini dell’equipaggio. La tragedia coinvolge anche il Canada perché 63 vittime erano di nazionalità canadese o con doppio passaporto, 82 erano invece iraniane, 11 ucraine.
Da Ustica a Teheran, quando il volo di linea viene abbattuto
Alberto Pento
Questi dementi nazi maomettani danno la colpa "all'avventurismo americano" (così hanno definito l'intervento americano), come se l'espansionismo militare dell'imperialismo iraniano nazi maomettano che alimenta guerre civili in Irak, in Siria, in Libano e nello Yemen e che arma i nazi maomettani palestinesi contro Israele e che dichiaratamente si prefigge di conquistare tutta l'area e di annientare Israele e i suoi ebrei anche attraverso le armi nucleari in fase di fabbricazione, non fosse una politica militare violenta e criminale che obbliga gli USA e Israele a intervenire militarmente per arginarla e specialmente Israele per legittima difesa.
Disastro aereo, cosa nascondono davvero gli ayatollah
Michael Sfaradi
11 gennaio 2020
https://www.nicolaporro.it/disastro-aer ... RqSH3izloc
Alla fine l’Iran ha ammesso di aver abbattuto l’aereo di linea ucraino per un errore umano. Il Quartier generale delle Forze armate iraniane ha affermato che il Boeing ucraino precipitato quattro giorni fa poco dopo il decollo dall’aeroporto “Imam Khomeini” di Teheran, è stato “erroneamente” e “involontariamente” scambiato per un “aereo nemico”. Tutti i 176 tra passeggeri e membri dell’equipaggio del Boenig 737 dell’Ukraine International Airlines sono morti a seguito all’incidente che fino a ieri l’Iran aveva attribuito a guasto tecnico o errore umano e che solo oggi ammette di aver abbattuto con un missile.
Sull’erroneamente e sull’involontariamente però il sottoscritto, che fin dal primo momento aveva dubitato sia sul guasto tecnico che sull’errore umano, continua a dubitare. E i motivi del dubbio, a prescindere dalle dichiarazioni del governo iraniano, vengono forniti proprio dallo stesso e proprio in queste ore. Ma andiamo con ordine. Anche se ora, dopo aver negato per giorni l’evidenza, da Teheran arrivano le condoglianze alle famiglie delle vittime, accompagnate dalle promesse che saranno messe in atto le necessarie riforme essenziali nei processi operativi per evitare simili errori in futuro e che coloro che hanno commesso l’errore saranno severamente puniti, le autorità iraniane non hanno perso tempo ad accollare parte della colpa dell’accaduto agli americani. Il ministro degli Affari Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, infatti, in un post sul suo account Twitter, oltre a definire l’accaduto un “giorno triste per l’Iran” e confermare le scuse e il profondo rammarico del popolo iraniano alle famiglie di tutte le vittime e alle nazioni colpite, ha affermato che “l’errore umano”, questa volta della contraerea, è accaduto in un momento di crisi causato dall’avventurismo degli Usa.
Insomma, si scusa e si strappa le vesti dopo aver negato per giorni l’evidenza e, quando ormai i fatti e le evidenze sono così schiaccianti da dover ammettere la verità, il Ministro degli Affari Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, con un colpo da maestro dà la colpa agli americani se gli addetti alla contraerea iraniana sono degli incapaci che scambiano un aereo di linea che decolla da un aeroporto civile con un aereo nemico. Forze armate incapaci di gestire una contraerea ma che servono un governo che vorrebbe la bomba atomica. Mohammad Javad Zarif non è però un sprovveduto, anzi, ha esperienza di lungo corso con gli occidentali e sa benissimo che qualsiasi cosa lui o il governo di cui fa parte dicano, viene amplificata o silenziata dalla grancassa mediatica occidentale, ormai specializzata a prendere come oro colato di verità assolute e indiscutibili, tutte le informazioni che arrivano dai governi dittatoriali e sanguinari come il suo.
Sono pronto a scommettere che avrà vasto eco la frase di Zarif che accolla parte delle responsabilità dell’incidente agli Usa, anche se in quella zona non c’erano aerei americani in volo. Il primo ministro del Canada, Justin Trudeau, vale la pena ricordate che 63 delle 176 vittime erano cittadini canadesi, ha chiesto, dopo l’ammissione da parte dell’Iran dell’abbattimento, che Teheran usi “trasparenza e giustizia” per le vittime. Trasparenza e giustizia, due parole importanti che però, ne siamo certi, cadranno nel vuoto cosmico o voleranno in alto su qualche tappeto volante, perché dal momento in cui il governo ucraino, proprietario dell’aereo abbattuto, ha espresso la volontà di inviare sul luogo del disastro degli esperti per eseguire dei rilievi sulla scena del disastro, il governo di Teheran ha pensato bene, fregandosene altamente delle richieste di un governo straniero vittima del disastro, di cancellare ogni traccia dell’abbattimento con i bulldozer e di spostare i detriti.
Questo, lasciatemelo dire, è quanto di più vergognoso si possa fare dopo aver causato la morte di 173 persone. Le immagini che arrivano da Teheran con i rottami dell’aereo che vengono portati via prima che una commissione indipendente possa visionarli, fa tristezza e rabbia al tempo stesso. Tristezza per le povere vittime che hanno avuto la sfortuna di morire in un posto dove non verrà mai resa loro giustizia, e rabbia perché è inaccettabile che un governo, formato da dittatori, che in molti ancora si ostinano a voler far passare come persone serie, si possa permettere di prendere a schiaffi il mondo intero davanti a una tragedia del genere.
Se la stessa cosa fosse accaduta, abbattimento per errore di un aereo passeggeri e cancellazione delle prove del fatto, in qualsiasi altra parte del mondo, avemmo visto cortei di protesta e sedute fiume all’ONU dove sarebbe stata chiesta la testa dei responsabili. In questo caso, invece, visto che il fatto è successo a Teheran, in quel magico posto dove si impicca ancora sulla pubblica piazza e le rivolte degli ultimi giorni sono costate almeno 1500 vittime, tutti zitti, o almeno si deve strillare piano piano, senza far troppo rumore. Leggendo questo mio articolo qualcuno, il Bastiano contrario a tutti i costi, costi quel che costi, non manca mai, obbietterà sicuramente che vista l’ammissione di responsabilità non servono ulteriori indagini. Ecco, a quel Bastiano io rispondo subito e gli dico che dopo aver mentito una prima volta il governo iraniano potrebbe aver ammesso parte, solo parte, delle sue responsabilità proprio per far in modo che non si indaghi oltre.
In Iran la piazza urla “via Khamenei”, la polizia usa i lacrimogeni
11 gennaio 2020
https://www.lastampa.it/esteri/2020/01/ ... j5o6vDPni8
La polizia iraniana ha iniziato ad usare lacrimogeni contro i dimostranti a Teheran, che chiedono a gran voce le dimissioni del comandante supremo delle forze armate, ovvero l'ayatollah Ali Khamenei. Nel corso degli scontri, nati da manifestazioni studentesche per ricordare le 176 vittime dell'aereo ucraino abbattuto, si urlano slogan come `Comandante, dimettiti!´, `Referendum per la costituzione´ e `Il nostro nemico è qui, una bugia dire che sono gli Usa´. Manifestazioni simili sono in corso anche a Mashhad (nordest).
Aereo ucraino abbattuto in Iran, studenti in piazza a Teheran per protestare contro Khamenei
Testimoni hanno detto che la polizia ha usato manganelli e proiettili di vernice contro i dimostranti, in alcuni casi mostrando le armi e minacciando di ucciderli. Molti video che girano sui social network mostrano persone che corrono nelle strade attorno all'Università.
Molte celebrità locali, tra cui artisti, gente del cinema ed atleti hanno postato sulle proprie pagine Twitter e Instagram messaggi di solidarietà con le vittime del disastro aereo, e critiche al sistema. Alcuni di loro hanno invitato a protestare domani pomeriggio nella piazza Azadi.
Gli alleati dell'Iran si dividono: si spacca il fronte sciita
Davide Bartoccini
11 gennaio 2020
https://it.insideover.com/guerra/contro ... SKx8pO7rso
I pasdaran si sono fermati. Erano pronti sferrare decine raid, impiegando migliaia di missili su obiettivi americani in Medio Oriente, ma hanno preferito non farlo. Così il fronte sciita si spacca, e tutto rischia di finire in mano alle milizie filo-iraniane che in Iraq vorrebbero dare filo da torcere agli americani, ma possono portare avanti soltanto tattiche di guerriglia. Non ci sarà nessun “nuovo Vietnam” per gli Usa dopo la morte di Qasem Soleimani quindi. Anzi, se tutto va bene, forse si tornerà al tavolo dei negoziati.
Sarebbero stati pronti ad “andare avanti per settimane”, anche a costo di provocare il primo confronto termonucleare della storia, ma dopo una fase di tensione scandita da gravi minacce e toni altissimi per l’assassinio del loro generale a Baghdad, i vertici iraniani hanno lasciato intendere che la vendetta nei confronti di Washington si fermerà qui. Dopo molta propaganda, “essenziale” per il governo di Teheran, e una dimostrazione di capacità balistiche da parte delle forze armate iraniane che hanno distrutto, secondo gli ultimi report, un’istallazione radar, un elicottero e un drone statunitensi che riposavano nelle basi finite nel mirino dei missili, tutti sembrano aver fatto un passo indietro. Aveva ragione Trump a twittare “Fin qui tutto bene”?
Nulla è accaduto poi, solo un duello di parole tra social e dichiarazioni alla stampa, che però sembrano dare ragione al Tycoon: che ha firmato l’ordine di eliminazione di un obiettivo importante quale “Atto di autodifesa”, incassando solo minacce da parte degli ayatollah. Sebbene il generale Hajizadeh avesse dichiarato che le forze iraniane erano (e sarebbero) pronte ad affrontare a una lunga campagna. “Eravamo pronti a lanciare centinaia di missili, poi migliaia” se ci fosse stata una rappresaglia americana a seguito della prima battuta dell’operazione “Soleimani Martire” ha detto il generale. Ma sembra che ancora una volta abbia trionfato la propaganda. E che alla fine dei conti, il fronte sciita si stia spaccando proprio per questo. La distruzione di “equipaggiamento militare” come rappresaglia non basta. La rabbia di tutte le altre bandiere che sventolavano dietro il comandante dei Quds Qassem Soleimani: “Hashd al-Shaabi, le milizie irachene, e quelle dell’ Hezbollah libanese, di Hamas, delle milizie afghane e pachistane Fatemiyoun e Zeinabayoun, protagoniste della guerra in Siria”, riassume Giordano Stabile su La Stampa, volevano una vera vendetta. Si erano uniti per questo.
Sembrava infatti che prima della de-escalation il fronte arabo-sciita avesse risposto ad un’adunanza per vendicare il “martirio” di Soleimani, ma che un istante dopo, tutto era già sfumato. Se da una parte il nuovo leader delle milizie filo-iraniane irachene Qais al-Khazali, aveva minacciato una vendetta “implacabile” per l’uccisione del loro martire (che era nello stesso Suv che trasportava Soleimani, ndr), un altro dei maggiori leader dei movimentisti sciiti, l’ imam Moqtada al-Sadr, raffreddava gli spiriti e invitava ad essere “pazienti”, sconsigliando le via delle “azioni militari”. Si conferma così ruolo chiave di Soleimani, che dettava una linea a tutta la costellazione di movimenti, ed era seguito e rispettato da tutte le fazioni sciite, fungendo da “grande coordinatore”. Ciò motiva, allo stesso tempo, la sua eliminazione strategica. Che ha privato un fronte diviso in molte bandiere, di un uomo forte e ben voluto, che si era guadagnato la fiducia delle diverse formazioni e che per questo fungeva da guida.
Dopo l’attacco subito, seguito da un secondo piccolo lancio di razzi a Baghdad, la Casa Bianca non ha mostrato nessuna intenzione di reagire militarmente (almeno per adesso) annunciando solo l’applicazione di nuove, ulteriori, sanzioni che verranno imposte per volere di Trump a un Iran già pesantemente indebolito dall’ultimo biennio. A questa mossa, sembra essersi aggiunta però la promessa, inviata per lettera alle Nazioni Unite, che il governo degli Stati Uniti è pronto a “impegnarsi in seri negoziati con l’Iran“; dopo questo ultimo botta e risposta in Medio Oriente.
Se il dialogo tra Washington e Teheran davvero venisse riaperto, e i toni tornassero quelli del pre 2018, sarebbe davvero da togliersi il cappello dinanzi agli strateghi di Washington. Per non parlare dei “win-win” che incasserebbe the Donald.
Pentagono: l'Iran ha abbattuto l'aereo ucraino con un missile TOR
09.01.2020
https://it.sputniknews.com/mondo/202001 ... t5bDTPaFoQ
Ad abbattere il Boeing ucraino "per sbaglio" è stato un missile iraniano. Lo riferisce "Newsweek", citando fonti del Pentagono.
L’aereo di linea della compagnia Ukraine International Airlines precipitato lo scorso mercoledì vicino a Teheran potrebbe essere stato abbattuto dai sistemi missilistici antiaerei iraniani “per sbaglio”.
Questo è quanto ritengono i funzionari dell'intelligence degli Stati Uniti e dell'Iraq secondo quanto riportato dalla rivista americana Newsweek, con riferimento a fonti proprie.
Queste ultime sarebbero un funzionario del Pentagono, un rappresentante dell’intelligence americana ed una fonte nell’intelligence irachena, a detta dei quali i sistemi di difesa missilistica iraniana sarebbero entrati in funzione casualmente. Secondo gli interlocutori della rivista, i sistemi probabilmente erano attivi per via dell'attacco effettuato contro le basi militari degli USA in Iraq diverse ore prima.
L’aereo Boeing-737 della compagnia ucraina Ukraine International Airlines (MAU), partito ieri mattina dall'aeroporto di Teheran alla volta di Kiev è precipitato pochi minuti dopo il decollo. A bordo dell’aereo si trovavano 168 passeggeri e 9 membri dell’equipaggio. Nell'incidente nessuno è riuscito a sopravvivere, in quanto prima di toccare il suolo, l’aeromobile aveva raggiunto l’altitudine di 2.400 metri. Le vittime sono cittadini di Canada, Iran, Germania, Ucraina, Gran Bretagna, Svezia e Afghanistan.
L’Iran ammette: abbiamo abbattuto il volo ucraino per errore. Il comandante delle Forze aeree: responsabilità mia
11 gennaio 2020
https://www.lastampa.it/esteri/2020/01/ ... sjume0G8Uc
DALL’INVIATO A BEIRUT. L’Iran ammette, dopo aver negato per quattro giorni, di aver abbattuto il Boeing 737 ucraino precipitato all’alba di mercoledì dopo essere decollato da Teheran. La commissione delle Forze armate incaricata di fare luce sull’incidente ha ribaltato questa mattina la versione ufficiale, sostenuta fino a ieri sera dalle autorità per l’aviazione civile. Il primo a rivelare l’ammissione è stato il ministro degli Esteri Javad Zarif, esponente dell’ala riformista del regime, con un messaggio su Twitter. L’abbattimento, ha spiegato, è dovuto “a un errore umano in un momento di crisi provocato dall’avventurismo americano che ha portato a questo disastro”.
Il generale iraniano Amir Ali Hajizadeh, alla guida delle Forze aeree dei Guardiani della Rivoluzione: “Mi prendo la piena responsabilità e rispetterò qualsiasi decisione sarà presa”, ha affermato in un'intervista andata in onda sulla tv iraniana, raccontando di aver “desiderato di morire” quando è stato “sicuro” che l'aereo era stato abbattuto per errore dai suoi uomini.
Iran, l'aereo ucraino viene colpito da un razzo: il momento dell'impatto
Il volo dall’aeroporto Imam Khomeini a Kiev si è schiantato alle 6 e 12 di mercoledì, quattro ore dopo i raid lanciati dalle Forze armate iraniane contro due basi in Iraq che ospitano soldati americani. Le difese anti-aeree erano in massima allerta ma le autorità hanno deciso di non sospendere comunque i voli civili. I responsabili della batteria anti-aerea che ha colpito il Boeing, hanno spiegato i militari, sono stati ingannati “da una improvvisa virata” che ha fatto credere loro a un attacco “contro un obiettivo militare sensibile” situato nei sobborghi della capitale.
Ecco come funziona Tor-M1, il sistema missilistico che ha abbattuto l'aereo ucraino in Iran
Giovedì esperti dell’Intelligence e militari americani di altri Paesi occidentali avevano rivelato che molti elementi facevano pensare all’abbattimento con un missile terra-aria Tor-M1 di fabbricazione russe, in dotazione alle Forze armate iraniane. Adesso un’inchiesta internazionale dovrà stabilire la dinamica dell’incidente. Teheran ha invitato esperti americani, ucraini, canadesi e svedesi. Ci saranno in particolare i tecnici del National Transportation Safety Board (NTSB) americano, che ha già accettato.
Teheran, si schianta aereo ucraino: la ricostruzione dell'incidente
Le scatole nere saranno aperte oggi e analizzate “nei prossimi due mesi”. Sul volo c’erano 176 passeggeri e uomini dell’equipaggio. La tragedia coinvolge anche il Canada perché 63 vittime erano di nazionalità canadese o con doppio passaporto, 82 erano invece iraniane, 11 ucraine.
Da Ustica a Teheran, quando il volo di linea viene abbattuto
Alberto Pento
Questi dementi nazi maomettani danno la colpa "all'avventurismo americano" (così hanno definito l'intervento americano), come se l'espansionismo militare dell'imperialismo iraniano nazi maomettano che alimenta guerre civili in Irak, in Siria, in Libano e nello Yemen e che arma i nazi maomettani palestinesi contro Israele e che dichiaratamente si prefigge di conquistare tutta l'area e di annientare Israele e i suoi ebrei anche attraverso le armi nucleari in fase di fabbricazione, non fosse una politica militare violenta e criminale che obbliga gli USA e Israele a intervenire militarmente per arginarla e specialmente Israele per legittima difesa.
Disastro aereo, cosa nascondono davvero gli ayatollah
Michael Sfaradi
11 gennaio 2020
https://www.nicolaporro.it/disastro-aer ... RqSH3izloc
Alla fine l’Iran ha ammesso di aver abbattuto l’aereo di linea ucraino per un errore umano. Il Quartier generale delle Forze armate iraniane ha affermato che il Boeing ucraino precipitato quattro giorni fa poco dopo il decollo dall’aeroporto “Imam Khomeini” di Teheran, è stato “erroneamente” e “involontariamente” scambiato per un “aereo nemico”. Tutti i 176 tra passeggeri e membri dell’equipaggio del Boenig 737 dell’Ukraine International Airlines sono morti a seguito all’incidente che fino a ieri l’Iran aveva attribuito a guasto tecnico o errore umano e che solo oggi ammette di aver abbattuto con un missile.
Sull’erroneamente e sull’involontariamente però il sottoscritto, che fin dal primo momento aveva dubitato sia sul guasto tecnico che sull’errore umano, continua a dubitare. E i motivi del dubbio, a prescindere dalle dichiarazioni del governo iraniano, vengono forniti proprio dallo stesso e proprio in queste ore. Ma andiamo con ordine. Anche se ora, dopo aver negato per giorni l’evidenza, da Teheran arrivano le condoglianze alle famiglie delle vittime, accompagnate dalle promesse che saranno messe in atto le necessarie riforme essenziali nei processi operativi per evitare simili errori in futuro e che coloro che hanno commesso l’errore saranno severamente puniti, le autorità iraniane non hanno perso tempo ad accollare parte della colpa dell’accaduto agli americani. Il ministro degli Affari Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, infatti, in un post sul suo account Twitter, oltre a definire l’accaduto un “giorno triste per l’Iran” e confermare le scuse e il profondo rammarico del popolo iraniano alle famiglie di tutte le vittime e alle nazioni colpite, ha affermato che “l’errore umano”, questa volta della contraerea, è accaduto in un momento di crisi causato dall’avventurismo degli Usa.
Insomma, si scusa e si strappa le vesti dopo aver negato per giorni l’evidenza e, quando ormai i fatti e le evidenze sono così schiaccianti da dover ammettere la verità, il Ministro degli Affari Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, con un colpo da maestro dà la colpa agli americani se gli addetti alla contraerea iraniana sono degli incapaci che scambiano un aereo di linea che decolla da un aeroporto civile con un aereo nemico. Forze armate incapaci di gestire una contraerea ma che servono un governo che vorrebbe la bomba atomica. Mohammad Javad Zarif non è però un sprovveduto, anzi, ha esperienza di lungo corso con gli occidentali e sa benissimo che qualsiasi cosa lui o il governo di cui fa parte dicano, viene amplificata o silenziata dalla grancassa mediatica occidentale, ormai specializzata a prendere come oro colato di verità assolute e indiscutibili, tutte le informazioni che arrivano dai governi dittatoriali e sanguinari come il suo.
Sono pronto a scommettere che avrà vasto eco la frase di Zarif che accolla parte delle responsabilità dell’incidente agli Usa, anche se in quella zona non c’erano aerei americani in volo. Il primo ministro del Canada, Justin Trudeau, vale la pena ricordate che 63 delle 176 vittime erano cittadini canadesi, ha chiesto, dopo l’ammissione da parte dell’Iran dell’abbattimento, che Teheran usi “trasparenza e giustizia” per le vittime. Trasparenza e giustizia, due parole importanti che però, ne siamo certi, cadranno nel vuoto cosmico o voleranno in alto su qualche tappeto volante, perché dal momento in cui il governo ucraino, proprietario dell’aereo abbattuto, ha espresso la volontà di inviare sul luogo del disastro degli esperti per eseguire dei rilievi sulla scena del disastro, il governo di Teheran ha pensato bene, fregandosene altamente delle richieste di un governo straniero vittima del disastro, di cancellare ogni traccia dell’abbattimento con i bulldozer e di spostare i detriti.
Questo, lasciatemelo dire, è quanto di più vergognoso si possa fare dopo aver causato la morte di 173 persone. Le immagini che arrivano da Teheran con i rottami dell’aereo che vengono portati via prima che una commissione indipendente possa visionarli, fa tristezza e rabbia al tempo stesso. Tristezza per le povere vittime che hanno avuto la sfortuna di morire in un posto dove non verrà mai resa loro giustizia, e rabbia perché è inaccettabile che un governo, formato da dittatori, che in molti ancora si ostinano a voler far passare come persone serie, si possa permettere di prendere a schiaffi il mondo intero davanti a una tragedia del genere.
Se la stessa cosa fosse accaduta, abbattimento per errore di un aereo passeggeri e cancellazione delle prove del fatto, in qualsiasi altra parte del mondo, avemmo visto cortei di protesta e sedute fiume all’ONU dove sarebbe stata chiesta la testa dei responsabili. In questo caso, invece, visto che il fatto è successo a Teheran, in quel magico posto dove si impicca ancora sulla pubblica piazza e le rivolte degli ultimi giorni sono costate almeno 1500 vittime, tutti zitti, o almeno si deve strillare piano piano, senza far troppo rumore. Leggendo questo mio articolo qualcuno, il Bastiano contrario a tutti i costi, costi quel che costi, non manca mai, obbietterà sicuramente che vista l’ammissione di responsabilità non servono ulteriori indagini. Ecco, a quel Bastiano io rispondo subito e gli dico che dopo aver mentito una prima volta il governo iraniano potrebbe aver ammesso parte, solo parte, delle sue responsabilità proprio per far in modo che non si indaghi oltre.
In Iran la piazza urla “via Khamenei”, la polizia usa i lacrimogeni
11 gennaio 2020
https://www.lastampa.it/esteri/2020/01/ ... j5o6vDPni8
La polizia iraniana ha iniziato ad usare lacrimogeni contro i dimostranti a Teheran, che chiedono a gran voce le dimissioni del comandante supremo delle forze armate, ovvero l'ayatollah Ali Khamenei. Nel corso degli scontri, nati da manifestazioni studentesche per ricordare le 176 vittime dell'aereo ucraino abbattuto, si urlano slogan come `Comandante, dimettiti!´, `Referendum per la costituzione´ e `Il nostro nemico è qui, una bugia dire che sono gli Usa´. Manifestazioni simili sono in corso anche a Mashhad (nordest).
Aereo ucraino abbattuto in Iran, studenti in piazza a Teheran per protestare contro Khamenei
Testimoni hanno detto che la polizia ha usato manganelli e proiettili di vernice contro i dimostranti, in alcuni casi mostrando le armi e minacciando di ucciderli. Molti video che girano sui social network mostrano persone che corrono nelle strade attorno all'Università.
Molte celebrità locali, tra cui artisti, gente del cinema ed atleti hanno postato sulle proprie pagine Twitter e Instagram messaggi di solidarietà con le vittime del disastro aereo, e critiche al sistema. Alcuni di loro hanno invitato a protestare domani pomeriggio nella piazza Azadi.
Gli alleati dell'Iran si dividono: si spacca il fronte sciita
Davide Bartoccini
11 gennaio 2020
https://it.insideover.com/guerra/contro ... SKx8pO7rso
I pasdaran si sono fermati. Erano pronti sferrare decine raid, impiegando migliaia di missili su obiettivi americani in Medio Oriente, ma hanno preferito non farlo. Così il fronte sciita si spacca, e tutto rischia di finire in mano alle milizie filo-iraniane che in Iraq vorrebbero dare filo da torcere agli americani, ma possono portare avanti soltanto tattiche di guerriglia. Non ci sarà nessun “nuovo Vietnam” per gli Usa dopo la morte di Qasem Soleimani quindi. Anzi, se tutto va bene, forse si tornerà al tavolo dei negoziati.
Sarebbero stati pronti ad “andare avanti per settimane”, anche a costo di provocare il primo confronto termonucleare della storia, ma dopo una fase di tensione scandita da gravi minacce e toni altissimi per l’assassinio del loro generale a Baghdad, i vertici iraniani hanno lasciato intendere che la vendetta nei confronti di Washington si fermerà qui. Dopo molta propaganda, “essenziale” per il governo di Teheran, e una dimostrazione di capacità balistiche da parte delle forze armate iraniane che hanno distrutto, secondo gli ultimi report, un’istallazione radar, un elicottero e un drone statunitensi che riposavano nelle basi finite nel mirino dei missili, tutti sembrano aver fatto un passo indietro. Aveva ragione Trump a twittare “Fin qui tutto bene”?
Nulla è accaduto poi, solo un duello di parole tra social e dichiarazioni alla stampa, che però sembrano dare ragione al Tycoon: che ha firmato l’ordine di eliminazione di un obiettivo importante quale “Atto di autodifesa”, incassando solo minacce da parte degli ayatollah. Sebbene il generale Hajizadeh avesse dichiarato che le forze iraniane erano (e sarebbero) pronte ad affrontare a una lunga campagna. “Eravamo pronti a lanciare centinaia di missili, poi migliaia” se ci fosse stata una rappresaglia americana a seguito della prima battuta dell’operazione “Soleimani Martire” ha detto il generale. Ma sembra che ancora una volta abbia trionfato la propaganda. E che alla fine dei conti, il fronte sciita si stia spaccando proprio per questo. La distruzione di “equipaggiamento militare” come rappresaglia non basta. La rabbia di tutte le altre bandiere che sventolavano dietro il comandante dei Quds Qassem Soleimani: “Hashd al-Shaabi, le milizie irachene, e quelle dell’ Hezbollah libanese, di Hamas, delle milizie afghane e pachistane Fatemiyoun e Zeinabayoun, protagoniste della guerra in Siria”, riassume Giordano Stabile su La Stampa, volevano una vera vendetta. Si erano uniti per questo.
Sembrava infatti che prima della de-escalation il fronte arabo-sciita avesse risposto ad un’adunanza per vendicare il “martirio” di Soleimani, ma che un istante dopo, tutto era già sfumato. Se da una parte il nuovo leader delle milizie filo-iraniane irachene Qais al-Khazali, aveva minacciato una vendetta “implacabile” per l’uccisione del loro martire (che era nello stesso Suv che trasportava Soleimani, ndr), un altro dei maggiori leader dei movimentisti sciiti, l’ imam Moqtada al-Sadr, raffreddava gli spiriti e invitava ad essere “pazienti”, sconsigliando le via delle “azioni militari”. Si conferma così ruolo chiave di Soleimani, che dettava una linea a tutta la costellazione di movimenti, ed era seguito e rispettato da tutte le fazioni sciite, fungendo da “grande coordinatore”. Ciò motiva, allo stesso tempo, la sua eliminazione strategica. Che ha privato un fronte diviso in molte bandiere, di un uomo forte e ben voluto, che si era guadagnato la fiducia delle diverse formazioni e che per questo fungeva da guida.
Dopo l’attacco subito, seguito da un secondo piccolo lancio di razzi a Baghdad, la Casa Bianca non ha mostrato nessuna intenzione di reagire militarmente (almeno per adesso) annunciando solo l’applicazione di nuove, ulteriori, sanzioni che verranno imposte per volere di Trump a un Iran già pesantemente indebolito dall’ultimo biennio. A questa mossa, sembra essersi aggiunta però la promessa, inviata per lettera alle Nazioni Unite, che il governo degli Stati Uniti è pronto a “impegnarsi in seri negoziati con l’Iran“; dopo questo ultimo botta e risposta in Medio Oriente.
Se il dialogo tra Washington e Teheran davvero venisse riaperto, e i toni tornassero quelli del pre 2018, sarebbe davvero da togliersi il cappello dinanzi agli strateghi di Washington. Per non parlare dei “win-win” che incasserebbe the Donald.